domenica 3 giugno 2012

Se solo la BCE stampasse...NeuroNI





di Francesco Simoncelli


Una notizia tanto incredibile quanto bizzarra di qualche giorno fa, riportava la folle storia di una persona che si cibava di un'altra. A quanto pare gli zombie sono una realtà, e con questa mandria di Keynesiani, MMTers, ed altra monnezza assortita lo credo bene. Sono a caccia di cervelli.

A volte bisogna avere uno stomaco di ferro per sopportare certe sciocchezze, ma vedere continuamente dei dementi parlare a vanvera di figure e concetti che potrebbero risollevare le sorti di questo mondo alla deriva fa partire dei conati di vomito che insozzano la tastiera e rendono impossibile una replica adeguata. Ora, dopo aver accuratamente pulito la tastiera ed essermi prontamente rotolato per le scale dalle risate per le repliche all'articolo, andiamo ad analizzare l'ultimo sforzo di Paolo Barnard:

Mario Monti, il criminale che sta smembrando il futuro delle prossime due generazioni di bambini italiani e tutta la nostra ricchezza residua, è un fanatico discepolo del Libero Mercato. Il Libero Mercato è possibile solo e unicamente a condizione che lo Stato cessi di esistere, poiché lo Stato moderno è nato con la funzione primaria di proteggere la gente dalla furia predatoria del Libero Mercato.

Il fanatismo integralista del Libero Mercato anti-Stato ha un padre-profeta, che risponde al nome di Friedrich August von Hayek, economista austriaco vissuto dal 1899 al 1992.

Che Mario Monti stia distruggendo la ricchezza rimanente di questo paese è evidente, che sia un discepolo del libero mercato è una puttanata così grande che fa eco all'altra balla portata avanti dal solito Stiglitz, "il capitalismo ha fallito, quindi abbiamo bisogno di più regole." Il libero mercato ha dato i natali alla società moderna attraverso la crescita senza precedenti sviluppatasi nel XIX secolo. I monopoli statali hanno invece distrutto la ricchezza quando venivano applicati. Se non sbaglio la Federal Reserve è nata da una legge del Congresso, non dal libero mercato. Le leggi liberticide sono nate dallo stato, l'UE è stata pianificata a tavolino da un'oligarchia elitaria. I tassi d'interesse sono manipolati, le tasse arbitrariamente imposte, la spesa sempre più rampante nonostante la popolazione chieda un netto taglio. Dov'è il libero mercato? Il libero mercato offre soluzioni percorribili alla popolazione attraverso le scelte individuali dei suoi singoli componenti. E' lo stato a cui Barnard si prostra che sta derubando della linfa vitale la sua popolazione, è lo stato che non paga i suoi conti, lo stato ha il potere decisionale ultimo su ogni questione. Dov'è la libertà? Quello a cui stiamo assistendo è la voglia socialista che rampante prorompe dalle sue parole e come al solito afferma, "io ho la soluzione!"

Di seguito alcuni suoi principi:

Sullo Stato Sociale, Hayek così si pronunciò: “Fornire agli indigenti e agli affamati qualche forma di aiuto, ma solo nell’interesse di coloro che devono essere protetti da eventuali atti di disperazione da parte dei bisognosi”.

Fonte della citazione? Nessuna. Ora leggiamo cosa scrive Hayek a pag. 125 su The Road to Serfdom:

Né vi è alcuna ragione per cui lo stato non debba aiutare le persone contro quei pericoli più comuni della vita contro i quali, a causa della loro incertezza, pochi individui possono prendere i provvedimenti necessari. Qualora, come nel caso di malattie ed infortuni, né il desiderio di evitare tali calamità né gli sforzi per superare le loro conseguenze sono di regola indeboliti dalla prestazione di assistenza, qualora, in breve, abbiamo a che fare con rischi davvero assicurabili, la tesi per cui lo stato contribuisca ad organizzare un sistema globale di assicurazione sociale è molto forte. Ci sono molti punti di dettaglio in cui coloro che desiderano preservare il sistema competitivo e coloro che desiderano sostituirlo con qualcosa di diverso non saranno d'accordo sui dettagli di tali schemi; ed è possibile, sotto il nome delle assicurazioni sociali, introdurre misure che renderebbero la concorrenza più o meno inefficace. Ma non c'è alcuna incompatibilità di principio tra lo stato che fornisce una maggiore sicurezza in questo modo e la salvaguardia della libertà individuale. [...] Se l'azione comune può attenuare le catastrofi contro le quali l'individuo non può tentare di proteggersi né può fare provviste per le loro conseguenze, tale azione comune dovrebbe essere senza dubbio intrapresa.

Dove sono le zanne? Niente canini?

Sulla democrazia dello Stato, si dichiarò a favore di uno Stato minimo, ma anche di uno Stato dittatoriale che imponesse le leggi dell’ordine supremo al popolo ignorante.

Sulla funzione pubblica della spesa statale, Hayek pensò che distruggendo ogni accesso dello Stato alla moneta si sarebbe finalmente abolita ogni forma di spesa pubblica. Propose l’abolizione completa del monopolio statale sull’emissione della moneta, per permettere solo alle banche private di creare denaro in libera competizione fra loro. Di fatto, sarebbe l’abolizione del Tesoro nazionale e del bilancio dello Stato. L’abolizione dello Stato in sé.

Analizzando la prima frase si capisce la totale ignoranza di Barnard. Come si può essere a favore di entrambi due estremi?

Per quanto riguarda la moneta, Barnard enfatizza quei punti che sono in contrasto con la sua teoria monetaria moderna dove la spesa folle è la soluzione di tutti i nostri problemi, e se finanziata dalla stampante ancora meglio. Ora che anche i sassi hanno capito che i foglietti di carta colorata non creano ricchezza, leggiamo cosa scrive Hayek su Denationalisation of Money: the Argument Refined:

[...] La legge ordinaria del contratto svolge tutto ciò che è necessario senza che nessuna legge dia una speciale funzione a particolari forme di valute. Abbiamo adottato la sovrana d'oro come nostra unità, non c'è bisogno di nessuna legge speciale sul corso legale per dire che io devo pagare 100 sovrane, e che, se è richiesto di pagare le 100 sovrane, io non possa dismettere l'obbligo in nessun altro modo.

E conclude, dopo l'esame di tipiche applicazioni del concetto di corso legale, che:

    "Guardando ai casi di sopra dell'uso o abuso della legge del corso legale rispetto all'ultimo [per esempio, monete secondarie] vediamo che posseggono una caratteristica in comune — vale a dire che la legge in tutti questi casi permette ad un debitore di pagare e richiede ad un creditore di ricevere qualcosa di diverso da cosa il loro contratto proponeva. Infatti è una costruzione innaturale e forzata messa al di sopra le transazioni degli uomini da un potere assoluto".

A ciò poche linee dopo egli aggiunge che: "qualsiasi legge di corso legale è per sua natura 'sospetta'". [...]

La verità è che il corso legale è semplicemente un meccanismo legale per forzare le persone ad accettare in appagamento di un contratto qualcosa che loro non avevano mai preso in considerazione quando stipularono il contratto stesso. Diviene così, in certe circostanze, un fattore che intensifica l'incertezza delle transazioni e consiste, come anche Lord Farrer sottolineò nello stesso contesto,

    "nella sostituzione della libera operazione di un contratto volontario ed una legge che semplicemente impone l'esecuzione di simile contratti, un costrutto artificiale di contratti che non avverrebbe tra le parti in causa a meno che forzate da un potere assoluto". [...]

Un governo deve ovviamente essere libero di determinare in quale valuta le tasse devono essere pagate e di fare contratti in qualsiasi valuta scelga (in questo modo può sostenere una valuta che emette o vuole favorire), ma non c'è nessuna ragione perchè non dovrebbe accettare altre unità di conto come base per la stima delle tasse. Nei pagamenti non contrattuali, come i danni o i risarcimenti per torti, le corti dovrebbero decidere la valuta in cui debbono essere pagati e per questo scopo dovrebbero sviluppare nuove regole; ma non ci dovrebbe essere bisogno di una legislazione speciale.

C'è una reale difficoltà se una valuta emessa dal governo è rimpiazzata con un'altra, perchè il governo è sparito a causa di una conquista, di una rivoluzione, o del crollo della nazione. In tali eventi il governo successivo di solito stila condizioni legali sul trattamento dei contratti privati espresse in termini della valuta svanita. Se una banca privata che emette denaro cessa di operare e diventa incapace di convertire le sue emissioni, questa valuta diventerebbe presumibilmente senza valore ed i possessori non avrebbero nessun diritto esecutorio per un risarcimento. Ma le corti potrebbero decidere che in tali casi i contratti tra terze parti in termini di quella valuta, conclusi quando c'era ragione di aspettarsi che fosse stata stabile, dovrebbero essere soddisfatti in qualche altra valuta che le parti del contratto ritengano consona con le loro intenzioni.

Barnard non sa di cosa sta parlando. Inoltre, "dimentica" spesso che lo scopo della moneta è quello di permettere alle relazioni ed alle associazioni tra le persone di gestire al meglio i problemi che scturiscono dalle necessità e dalla scarsità. La moneta presuppone decisioni individuali, ma perde il suo "valore" al di fuori delle relazioni sociali. La moneta influenza profondamente la vita della società, guida le direzioni d’impiego delle risorse: è una tessitrice che permette di progettare realisticamente il futuro. Preservare il suo valore e la sua funzione significa preservare la fiducia che gli individui hanno negli altri e nel proprio futuro.

** Si noti che quanto sopra è precisamente il disegno dell’Eurozona, cioè la sottrazione radicale agli Stati sovrani della loro moneta. Otmar Issing, uno dei padri dell’Euro e membro della BCE, ha dichiarato: “Quello che è successo con l’introduzione dell’Euro ha davvero ottenuto ciò che invocava Hayek”. E ancora: “E’ oggi chiaro che idee come le sue hanno ispirato i Trattati dell’Unione Europea… Non dovrebbe Hayek essere oggi felice di ciò che abbiamo fatto? Così tanta parte delle sue idee degli anni ’60 sono oggi legge europea”. Questo ammette il maggior insider della BCE nel 1999, parlando liberamente presso una delle più accanite fondazioni di destra neoliberista del mondo, l’Institute of Economic Affairs di Londra. Ammette che davvero, come da me scritto molte volte, questa Unione fu modellata sul volere dei profeti delle elites sociopatiche e anti-Stato, in palese sfregio del mandato di amministratori dei cittadini comuni d’Europa. **

L'euro era un'errore? Forse. L'euro è la madre di tutti i nostri mali? Non credo proprio. Barnard con la sua propaganda del "ci hanno tolto la sovranità monetaria" pensa scioccamente che stmapare euro o lire a tavoletta risolverebbe i problemi e stimolerebbe la crescita. Non è così. Avere più moneta in circolazione non aiuta affatto l'economia, perché non si focalizza sul problema: politiche fiscali sbagliate, poca crescita e debito rampante. Questi errori sono presenti nel panorama economico europeo da molti anni ormai. La svalutazione non risolverebbe i guai finanziari che affrontiamo oggi, li rimanderebbe nel tempo e li acuirebbe. Lo spiazzamento che opera la spesa pubblica (in aumento) e l'enorme carico fiscale toglie risorse all'inventiva individuale ed alla classe imprenditoriale che si vedono sottrarre risorse scarse da un apparato che richiede sempre più finanziamenti per sostenere la sua sconsideratezza economica.

Il sistema clientelare statale deve mantenere dapprima i suoi clientes. Una burocrazia sempre più grande richiede enormi costi di gestione e la via delle opere pubbliche non è la soluzione perché si dimenticano i desideri della maggior parte delle persone che, se avessero trattenuro i soldi del gettito fiscale, li avrebbero allocati secondo i loro desideri e quindi verso un percorso sostenibile. La crescita non avviene attraverso la morte per tasse sempre crescenti. I timidi tentativi di riforma del mercato del lavoro, delle privatizzazioni, o la recente promessa di ripagare i debiti che lo stato ha verso le imprese aiutano solo in maniera marginale.

La credibilità nei mercati finanziari si acquista attraverso azioni all'apparenza piccole, ma enormemente significative: come i lauti stipendi con cui i politici pasteggiano oggigiorno, ed un federalismo che permetterebbe ad ogni regione di gestire un adeguato bilancio delle entrate e delle uscite (non quello centralizzatore tanto decantato dalla Lega). Se però uno stato risulta irriformabile, obsoleto ed inefficiente, si ristruttura anche smantellandolo come si fa per le grosse imprese.

Se posto di fronte alla scelta se favorire l’occupazione o la lotta all’inflazione, Hayek non ha dubbi: la lotta all’inflazione deve essere Regina, e tutto il resto dell’economia viene dopo, incluse le masse disperate delle persone condannate a una vita ignobile nella disoccupazione e sottoccupazione, che non lo toccano minimamente.

Leggiamo dal suo discorso di accettazione del Premio Nobel:

[...] Ci possono essere pochi casi in cui la superstizione che soltanto le grandezze misurabili possano essere importanti abbia arrecato danni positivi nel campo economico: ma i problemi attuali dell’occupazione e dell’inflazione sono molto gravi. Il loro effetto è stato che quella che probabilmente è la vera causa della disoccupazione di massa è stata trascurata dalla maggior parte degli economisti orientati scientisticamente, perché il modo in cui opera non può essere confermato dall’osservazione di relazioni dirette tra grandezze misurabili, e che ci si è concentrati quasi esclusivamente su fenomeni superficiali ma quantitativamente misurabili dando vita a una politica che ha peggiorato il problema.

Bisogna, è naturale, ammettere prontamente che il genere di teoria che considero come la vera spiegazione della disoccupazione è una teoria dal contenuto piuttosto limitato perché ci permette di fare solo previsioni molto generali del tipo di eventi che ci dobbiamo attendere in una data situazione. Ma gli effetti sulla politica delle costruzioni più ambiziose non sono stati molto fortunati e confesso che preferisco una conoscenza vera ma imperfetta, anche se lascia molte cose indeterminate e imprevedibili, a una presunzione di conoscenza esatta che è probabilmente falsa. Il credito si può ottenere, grazie alla conformità apparente con gli standard scientifici riconosciuti, per teorie apparentemente semplici ma false può avere, come il caso attuale mostra, gravi conseguenze.

Infatti, nel caso discusso, le stesse misure che la teoria “macroeconomica” dominante ha suggerito come rimedio per la disoccupazione – vale a dire, l’aumento della domanda aggregata – sono diventate la causa di una vastissima cattiva allocazione delle risorse che probabilmente renderà inevitabile una successiva disoccupazione su grande scala. L’iniezione continua di somme di denaro supplementari in punti del sistema economico in cui si genera una domanda provvisoria, che dovrà cessare quando l’aumento della quantità di moneta si arresterà o rallenterà, insieme all’attesa di un continuo aumento dei prezzi, attira forza lavoro ed altre risorse in occupazioni che possono durare soltanto a condizione che l’aumento della quantità di moneta continui allo stesso tasso – o forse persino solo a condizione che continui ad accelerare ad un tasso dato. Quello che questa politica ha prodotto non è tanto un livello di occupazione che non poteva essere determinato in altri modi, quanto una distribuzione dell’occupazione che non può essere mantenuta indefinitamente e che dopo un certo periodo può essere mantenuta soltanto da un tasso d’inflazione che condurrebbe velocemente allo sfascio di ogni attività economica. Il fatto è che per un’errata visione teorica siamo stati condotti in una posizione rischiosa in cui non possiamo impedire che riappaia  una sostanziale disoccupazione; non perché, come è talvolta fraintesa questa visione, questa disoccupazione è determinata deliberatamente come mezzo per combattere l’inflazione, ma perché il suo apparire è una conseguenza profondamente spiacevole ma inevitabile delle politiche erronee del passato non appena l’inflazione cessa di accelerare.

Sorpresa!

Hayek era un propagandista di un Darwinismo sociale senza pietà. Per lui ogni singolo aspetto del vivere comune, inclusa la morale, doveva essere frutto di una lotta spontanea, e mai di una pianificazione democratica dello Stato. Niente tutele per le minoranze, per i deboli, assolutamente no spesa dello Stato per il bene pubblico, trionfa solo il meritevole, il forte, in assenza completa di una qualsivoglia funzione pubblica. Hayek rappresenta il massimo profeta anti-Stato forse mai esistito.

E qui Barnard rivela tutta la sua malafede, la sua ignoranza per non aver letto una virgola di Hayek e di scrivere menzogne sulla reputazione altrui. Le fonti delle sue affermazioni? Le voci nella sua testa. Quello che Barnard sta cercando di condannare è l'efficienza del mercato che premia chi meglio serve il prossimo, cosa impossibile da attuare nel sistema statale attuale che dell'efficienza si fa beffe. Infatti, perché non dovrebbe trionfare il meritevole? Non è questo il criterio che le persone invocano con veemenza, la meritocrazia? Davvero trionfa sempre il "più forte"?

Hayek, in accordo col rifiuto di Popper del pedagogismo, rigetta l'idea che una classe o gruppo di persone illuminate sia chiamato (e sia in grado) di condurre per mano l'umanità verso i traguardi da esso indicato. Quello che Hayek tenta di enfatizzare è la possibilità di effettuare tutte le nostre scelte in base alla massima libertà possibile. Come? Consentendo alle scelte effettuate di valere. E' necessario che ogni nostra scelta conti affinché sia possibile che abbia effetto nella realtà e nel direzionamento di determinate situazioni. Particolareggiando la situazione potremmo scendere a descrivere qualsivoglia scenario, però la "regola generale" riamane quella sopra descritta: la libertà è determinata dalla possibilità di scelta. La manipolazione di tale struttura porta distorsioni che inevitabilmente fanno crollare l'intero apparato.

 D'altronde, chi meglio di voi sà dove allocare propriamente i propri guadagni? Perché un burocrate dietro una scrivania saprebbe meglio di voi dove allocare correttamente il denaro da voi guadagnato attraverso un lavoro che voi avete svolto? Siete degli esseri intelligenti se non sbaglio. Avete delle facoltà cognitive come tutti gli altri. Avete desideri. Come può una persona esterna sapere dove allochereste il vostro denaro?

Abbiamo già visto sopra come le idee di Friedrich August von Hayek abbiano inzuppato la creazione sia dell’Unione Europea che dell’Eurozona. Già qui chiunque sia sano di mente dovrebbe saltare sulla sedia e gridare allo scandalo. Come può il pensiero di chi odia lo Stato a morte comporre la spina dorsale di una Unione di Stati? Come può un uomo che scrive, lo ripeto, “… fornire agli indigenti e agli affamati qualche forma di aiuto, ma solo nell’interesse di coloro che devono essere protetti da eventuali atti di disperazione da parte dei bisognosi” aver ispirato le regole votate dai Premier il cui mandato costituzionale dovrebbe essere la tutela dei cittadini? E nel caso italiano parlo di Mario Monti, ma anche di Prodi e D’Alema, Ciampi, Amato.

Come? Quando? Quali sono le fonti di queste citazioni? Che c'entrano tutte le atre figure citate con il pensiero di Hayek?

Monti, come una lunga serie dei padri creatori dell’Euro, è contiguo, è inzuppato, è intriso di Friedrich August von Hayek, di libero mercato integralista, di darwinismo sociale. E’ intriso cioè del credo di chi odia lo Stato.

Quali sono le prove nel concreto per cui Monti è un sostenitore del libero mercato? Quali politiche ha adottato che si rifanno al libero mercato?

Monti – che non è solo un fedele di Goldman Sachs, del Bilderberg, della Trilaterale, ma è anche stato Presidente del Consiglio d’Amministrazione del Bruegel, finanziato da Microsoft e dal mostro affamatore del mondo Syngenta (sarà forse per questo che Monti Commissario europeo multò Microsoft di una cifra equivalente a multare Montezemolo di 1euro e 20 centesimi per eccesso di velocità) – Monti dicevo ha ricevuto nel 2005 il premio della Friedrich August von Hayek Foundation, che già aveva premiato proprio Otmar Issing (e Margaret Thatcher, sic).

Quindi questa è la "prova" che Monti è un sostenitore del libero mercato. Ho capito. Krugman in realtà è un infiltrato nei Keynesiani, così come Stiglitz.

Ma Mario Monti è stato chiamato dall’indegno Presidente Giorgio Napolitano a ‘salvare’ il nostro Stato.

Forse anche Napolitano voleva "distruggere" lo stato con l'elezione di Monti...potrebbe essere il prossimo candidato al premio Hayek. "Nostro"? Cosa è nostro di preciso? E' nostro un apparato con imprenditori travolti da pretesa fiscale in aumento verticale? E' nostro un apparato che non paga i suoi debiti e non compensa i crediti fiscali dopo aver preteso l’anticipo su Iva e Ires quando fatturi ma non incassi? E' nostro un apparato in cui l'agenzia delle entrate riceve premi di produzione sugli accertamenti, anzichè sull’incassato? E' nostro un apparato in cui le leggi e le norme sono di difficile interpretazione ed applicazione? E' nostro un apparato in cui i tempi e la prassi della giustizia civile ed amministrativa sono indegni? E' nostro un apparato in cui i meccanismi di appalto sono a dir poco truccati, e c'è una certa contiguità fra enti appaltanti e controllanti?

Tanto per tranquillizzare Barnard, Monti è si responsabile dell'attuale situazione ma esiste un altro colpevole che rimane tra i cespugli: la ragioneria dello stato ed il corporativismo della burocrazia statale. Entrambe refrattarie ad ogni invasione del loro potere. Entrambe refrattarie ad ogni riduzione del loro potere.


8 commenti:

  1. Bell'articolo, ma non ho mai capito una cosa.
    L'inflazione viene sempre vista come il male principale da parte della scuola austriaca, però, come mai sembra (non so se sia vero) che l'Italia degli anni '70 stesse meglio con una inflazione galoppante, fino al 25%, rispetto ad oggi, in cui l'inflazione non supera il 3% ?

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  2. Ciao Anonimo. Quel periodo, comunque, non era tanto felice. Se inquadriamo il contesto storico comprendiamo che dal 1946 al 1961 l'Italia fa il cosiddetto "balzo" economico caratterizzato da enormi investimenti imprenditoriali; nel 1962 c'è una crisi monetaria, dove la Banca d'Italia era "costretta" a finanziare il deficit monetariamente, e per la prima volta lo stato inizia a spendere in deficit. La Banca d'Italia invece, tramite la decisione presa da Colombo che seguì i consigli degli economisti enaudiani, si astiene dal sostenere il governo centrista ed alza i tassi d'interesse. Termina il credito facile determinato da un circolante a bassi tassi d'interesse e nel 1963 l'Italia va in crisi. Le imprese protestano perché non si capiva cosa accadesse, dato che l'Italia veniva da 15 anni di "prosperità" e poi tutto d'un tratto il credito era sparito.

    Da allora in poi, il governo seguirà politiche Keynesiane di espansionismo monetario e credito facile. Sono una droga.

    Ti faccio un esempio per tentare di farti capire meglio.

    Supponi di essere a corto di soldi ma di avere una casa, andare in banca ed ipotecarla in cambio di un mutuo per €200,000 da restituire, ad esempio, in 10 anni.
    Con i tuoi €200,000 freschi freschi vivi come un re, per esempio, per i primi 3 anni.
    Al quarto anno, una volta "consumati" i tuoi €200,000, ti ritrovi con delle rate spaventose da pagare ed ovviamente uno stile di vita che non puoi più mantenere, sei nella miseria più nera.

    Ora, lo capisci che è più che ovvio dire "eh, però come si stava bene i primi 3 anni!"?

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  3. Però, da quello che si vede qui: http://www.borsainside.com/finanzainside/inflazione-storica.shtm l'inflazione è abbastanza bassa dal '96. Come mai non ha ottenuto risultati apprezzabili? è per via del debito precedente?
    O ci sono anche altre motivazioni?

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  4. Il fatto che l'inflazione nei prezzi sia stata così bassa è dovuto al fatto che l'Istat possa cambiare il paniere "a fantasia." La stessa cosa vale anche per gli Stati Uniti, ad esempio, poiché se il CPI fosse calcolato come ai tempi di Carter l'inflazione sarebbe al 18%.

    Ma basta cambiare il paniere…

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  5. Ho capito.

    Però c'è sempre quella sensazione. Io ero piccolo quando c'era la lira e quindi non saprei dire, ma si sente spesso dire che "quando c'era la lira si stava meglio".

    è dovuto al fatto che si era all'inizio del debito (o almeno non così tardi) oppure perchè, per esempio, la nuova moneta non andava sempre direttamente alle banche ma magari ai lavoratori che chiedevano l'aumento (e che quindi non creavano grossi malinvestments) ?

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  6. Come dall'esempio che ti ho fornito prima, ti volevo spiegare come il processo inflazionistico crea un'illusione di prosperità all'inizio, poi man mano che il nuovo denaro fluisce nell'economia quest'illusione svanisce e si torna alla realtà. Lo stesso vale per l'Italia. Essa era "fiorente," prima che il disastro dell'inflazione fatta per creare ricchezza fasulla mandasse a puttane la baracca.

    Ora, il periodo da te citato ha dato i natali a quel deficit di bilancio che ha creato uno dei debiti più mostruosi in tempo di pace. Le elargizioni politiche per guadagnare favore elettorale, la "spesa facile" per guadagnare consensi, i lmantenimento di clientes tramite il finanziamento pubblico ci hanno messo in questo guaio. L'occasione per mettervi una toppa si è presentata con l'entrata nell'euro ed i bassi tassi forniti dalla Germania. L'Italia invece ha continuato a fare quello che sapeva fare meglio: spendere.

    Ora siamo prossimi alla resa dei conti. Ci sono persone persone che ora rimpiangono quei periodi? Certo. Perché? Perché si solo era all'inizio del processo inflazionistico, cominciando a giocare con la moneta sulla pelle della gente. Perché ancora non si usciva da 20 anni di inflazione galoppante fatta apposta per tenere buoni i polli, pronti da spennare.

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  7. A me sembra che tutti siano diventati esperti di economia.
    Sanno tutto. In special modo l'arte di stampare moneta. Ognuno per
    ridicolizzare l'altra scuola cita quel che gli pare, tagliando quello che creerebbe contraddizioni nella sua replica.
    Lenin disse socialismo e' "elettrificazione e spirito americano". Traducendo un uomo del 800 "spirito di iniziativa ed industria di base"
    Marx disse che comunismo e' l'abolizione del lavoro salariato e alla fine dello stesso stato. Accenno' alla dittatura del proletariato come fase di passaggio.(non usereste anche voi qualche forma di costrizione contro questa massa di burocrati?) Di programmazione economica neanche una parola non si consideravano dei futurologhi.
    E' sullo stato, questo enorme stato burocratico che produce e riproduce burocrazia e che non puo' piu' mantenersi che il silenzio e'
    totale. Il signor Stampamoneta e'solo un reazionario. Alla fine tutto il suo discorso finisce nella domanda: come salvare QUESTO STATO! Cioe' come salvare chi ti sta uccidendo. Come creare un modello sociale che garantisca a tutti un minimo di sopravvivenza e garantisca a tutti la liberta' di impresa o semplicemente la liberta' di godere del proprio lavoro sembra non interessare nessuno.

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  8. Ciao Anonimo.

    Alla fine tutto il suo discorso finisce nella domanda: come salvare QUESTO STATO! Cioe' come salvare chi ti sta uccidendo.

    A me ricorda molto la "sindrome della moglie picchiata." Chissà perché...

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