lunedì 24 settembre 2012

Default del Governo: Sì o No?

La pianificazione centrale è irrazionale. Nella sua presunzione di saper operare il calcolo economico correttamente tenta di allocare secondo i capricci di una cricca ristretta di persone le risorse scarse presenti nell'economia, ma fallisce miseramente: segnali economici distorti. In questo modo deve manipolare ulteriormente il tessuto economico per ottenere i risultati che si prefigge al fine di mantenere in piedi lo status quo fatto sostanzialmente di privilegi monopolistici. Si arriva infine ad un totalitarismo soffocante, preludio al crollo inevitabile di questa struttura sociale ed economica. Vi fornirò la prova di questo esito nefasto per l'Europa con tre articoli dal Telegraph. Il primo riguarda una dichiarazione di Jens Weidmann.
[...] Senza menzionare il programma d'acquisti di bond di Draghi, ha detto: “Se una banca centrale può creare denaro illimitato dal nulla, come può assicurarsi che quel denaro sia sufficientemente scarso da conservare il proprio valore?” Ha poi aggiunto: “Sì, esiste certamente questa tentazione, e molti nella storia monetaria hanno ceduto al suo fascino.
Il secondo riguarda un'intervista di un ex-capo economista della BCE, Juergen Stark.
"La rottura è arrivata nel 2010. Fino ad allora le cose andavano bene. [...] Poi la BCE ha iniziato a ricoprire un nuovo ruolo, a cadere nel panico. Ha ceduto alla pressione esterna ... una pressione al di fuori dell'Europa. [...] Insieme con altre banche centrali, la BCE sta inondando il mercato, ponendo non solo enfasi sulla questione di come otterrà indietro i suoi soldi, ma anche su come l'eccessiva liquidità creata possa essere assorbita a livello globale. [...] Non si può risolvere premendo un bottone. Se l'economia globale si stabilizza, i potenziale dell'inflazione è cresciuto enormemente."
Il terzo riguarda un'intervista del Presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus.
[...] Václav Klaus avverte che la "doppia faccia" dei politici, compresi i Conservatori, ha aperto la porta ad un superstato Europeo attraverso una rinuncia della democrazia, in quella che è una fuga dalle responsabilità verso i propri elettori. "Dobbiamo pensare a come ripristinare la nostra sovranità e la nostra sovranità. Ciò è impossibile in una federazione. L'UE dovrebbe muoversi in una direzione opposta. [...] Stavamo entrando nell'Unione Europea, non in una federazione in cui saremmo diventati una provincia senza senso. [...] Quando si tratta delle élite politiche al vertice dei paesi, è vero, sono isolato " ha detto. "Soprattutto dopo la nostra esperienza Comunista, sappiamo molto bene, e forse meglio della gente in Europa Occidentale, che il processo di democrazia è davvero importante. E' un'ironia della storia, non avrei mai pensato nel 1989 che avrei fatto questo ora: che sarebbe stato il mio ruolo lodare il valore della democrazia."
Fate le vostre scommesse.
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di Gary North


Non capita spesso che i lettori abbiano una chiara scelta tra due previsioni. La maggior parte delle previsioni hanno spazio di manovra. Non la seguente.

  1. Il governo degli Stati Uniti andrà in default.
  2. Il governo degli Stati Uniti non andrà in default.

Sostengo la prima posizione. John T. Harvey la seconda. Ha scritto un pezzo per Forbes difendendo la sua posizione: "E' impossibile che gli Stati Uniti Vadano in Default."

Ritengo che questo sia il problema economico fondamentale di fronte al governo degli Stati Uniti. La considero la questione economica cruciale che affrontano gli Americani sotto i 60 anni.

Mr. Harvey inizia.

Con così tanti problemi economici, politici e sociali che affrontiamo oggi, non ha molto senso focalizzare l'attenzione su qualcosa che non lo sia. La falsa paura di cui parlo è la probabilità di default degli Stati Uniti per il loro debito. Non c'è bisogno di speculare su ciò che è probabile, posso darvi il numero esatto: c'è lo 0% di possibilità che gli Stati Uniti saranno costretti al default per il debito.

Questo è il tipo di franchezza che apprezzo. Ecco la mia risposta. Con così tanti problemi economici, politici e sociali che affrontiamo oggi, è fondamentale che focalizziamo l'attenzione su qualcosa che è catastrofico ed inevitabile. La paura di cui parlo è la probabilità di default degli Stati Uniti per il loro debito. Non c'è bisogno di speculare su ciò che è probabile, posso darvi il numero esatto: c'è il 100% di possibilità che gli Stati Uniti saranno costretti al default per il debito.



PASSIVITA' NON FINANZIATE

Perché credo in questo esito? Perché credo nell'analisi fornita dal Professor Lawrence Kotlikoff della Boston University. Ogni anno, egli analizza le statistiche prodotte dal Congressional Budget Office sul valore attuale – non quello futuro – delle passività non finanziate del governo degli Stati Uniti. Gli ultimi dati dicono $11 bilioni nel corso dell'ultimo anno. La cifra oggi è $222 bilioni.

Ciò significa che il governo ha bisogno di $222 bilioni da investire nei mercati dei capitali privati affinché rendano circa il 5% l'anno per i prossimi 75 anni.

Problema: i mercati dei capitali del mondo arrivano quasi a $222 bilioni. Poi ci sono le passività non finanziate di tutte le altre nazioni Occidentali. Ammontano almeno a quelle degli Stati Uniti, e probabilmente molto di più, dato che le promesse del welfare sono più complete al di fuori degli USA.

Conclusione: andranno tutti di default.

Mr. Harvey pensa che il governo degli Stati Uniti potrebbe scegliere di andare in default, ma non lo farà.

Potremmo scegliere di farlo, proprio come una persona intrappolata in un magazzino pieno di cibo potrebbe scegliere di morire di fame, ma non potremmo mai essere costretti a farlo. Questa non è una teoria o una congettura, è un dato di fatto. La ragione per cui gli Stati Uniti non potrebbero mai essere costretti al default è che ogni singolo bit del debito è dovuto nella valuta che noi e solo noi possiamo emettere: dollari. A differenza della Grecia, non dobbiamo cercare di guadagnare valuta estera attraverso le esportazioni o mendicare per condizioni migliori. Semplicemente, non c'è livello di indebitamento che non possiamo ripagare con una combinazione di tasti.

Ci sono un sacco di persone all'interno del campo dei gold bug che credono in questo esito. Probabilmente si sbagliano. Si sbagliano per la stessa ragione per cui si sbaglia Mr. Harvey. Non capiscono Ludwig von Mises.



MISES SUL CRACK-UP BOOM

Mises era un consulente anziano per l'equivalente della Camera di Commercio Austriaca dopo la Prima Guerra Mondiale. Capiva la teoria monetaria. Il suo libro sul denaro, The Theory of Money and Credit, venne pubblicato nel 1912, due anni prima dello scoppio della guerra.

Nell'edizione del suo libro post-Guerra, scrisse sul processo di iperinflazione di una moneta. Mise in chiaro che una tale moneta è di breve durata. La gente passa a valute rivali.

L'emancipazione del commercio da una moneta che si sta rivelando sempre più inutile, inizia con l'espulsione del denaro dagli accumuli. La gente comincia in un primo momento ad accumulare altro denaro, in modo da avere a disposizione merci commerciabili per imprevisti futuri – forse denaro in forma di metalli preziosi e banconote straniere, ed a volte anche banconote sul mercato interno di altri tipi che hanno un valore più alto perché non possono essere manipolate dallo Stato (ad esempio, il rublo dei Romanoff in Russia o il denaro "blu" dell'Ungheria comunista); poi lingotti, pietre preziose e perle, anche quadri, altri oggetti d'arte, e francobolli. Un ulteriore passo è l'adozione di una valuta estera o di una moneta metallica (vale a dire l'oro, per tutti gli scopi pratici) per le operazioni di credito. Infine, quando la valuta nazionale cessa di essere utilizzata nel commercio al dettaglio, anche i salari devono essere pagati in modo diverso rispetto a quando venivano pagati in pezzi di carta che ora non sono più buoni a nulla.

Il crollo di una politica di inflazione portata al suo estremo – come negli Stati Uniti nel 1781 e in Francia nel 1796 – non distrugge il sistema monetario, ma solo il credito in denaro o il denaro fiat dello stato che ha sopravvalutato l'efficacia della propria politica. Il crollo emancipa il commercio dallo statalismo e stabilisce di nuovo una moneta metallica (pp. 229-30).

Nel 1949, apparve il suo libro l'Azione Umana. In esso, discusse dell'iperinflazione. Chiamò questa fase del ciclo economico il crack-up boom.

Tratto caratteristico del fenomeno è che l'aumento della quantità di moneta causa una caduta della sua domanda. La tendenza alla caduta del potere d'acquisto originata dall'offerta di moneta viene intensificata dalla propensione generale a limitare il contante ; ciò fino al punto in cui i prezzi ai quali la gente sarebbe disposta a disfarsi dei beni "reali" scontano in uguale misura il progresso atteso nella caduta del potere d'acquisto che nessuno dispone di contante sufficiente per pagarli. Il sistema monetario crolla; tutte le transazioni nella moneta interessata cessano e il panico ne fa svanire completamente il potere d'acquisto. La gente o ritorna al baratto o usa un'altra specie di moneta. (p. 424).

Più avanti nel libro, Mises discusse della politica della svalutazione: l'espansione dell'offerta di moneta domestica in un infruttuoso tentativo di ridurre il valore internazionale dell'unità monetaria.

Se il governo non si cura della dimensione in cui i saggi di cambio estero possono aumentare, può per qualche tempo continuare nell'espansione creditizia. Ma un giorno l'aumento catastrofico dei prezzi annienterà il suo sistema monetario. D'altro lato, se l'autorità vuole evitare la necessità di svalutare continuamente a passo accelerato, deve disporre la sua politica interna di credito in modo da non superare nell'espansione creditizia gli altri paesi rispetto ai quali desidera mantenere alla pari la valuta nazionale. (p. 791).

Mr. Harvey ha appena descritto tale politica. Ha concluso che il governo degli Stati Uniti non potrà mai fallire. Può stampare denaro per evadere qualsiasi obbligo.

No, non può.



CROLLO IPERINFLAZIONISTICO

L'espansione della base monetaria può andare avanti fino a quando le banche commerciali monetizzano tutte le riserve sui loro libri contabili. I prezzi poi salgono a livelli tali che le transazioni non avvengono più nella moneta ufficiale. La divisione del lavoro si contrae. La produzione di capitale e di lavoro scende. Ad un certo punto, le persone adottano altre unità monetarie. Non collaborano più tra loro per mezzo della moneta iperinflazionata.

Il Professor Steve Hanke ha scritto un articolo sulle 56 peggiori iperinflazioni. Ha scoperto che la maggior parte di queste, nei paesi industrializzati, finirono in un paio d'anni. Il crack-up boom le terminò.

Nessuna nazione può perseguire a lungo una politica di iperinflazione. Distrugge la valuta e distrugge la divisione del lavoro. Il risultato è la fame. La politica dell'iperinflazione si conclude prima di questa fase. I membri della società passano ad altre forme di denaro.

È per questo che la politica dell'iperinflazione è inutile nel trattare con i 75 anni di obblighi del governo federale per sostenere gli anziani attraverso la Previdenza Sociale, il Medicare, il Medicaid, e le pensioni federali. Questi obblighi sono inter-generazionali. L'iperinflazione dura per mesi, non decenni. Quando il governo chiude la sua politica di iperinflazione, scopre che è ancora gravato da tali obblighi.

Se la Federal Reserve ricorre all'iperinflazione, il suo portfolio del pensionamento raggiungerà il valore zero a meno che non adotti valute estere, oro, o altre protezioni contro l'iperinflazione. Annuncerà pubblicamente che il dollaro è una moneta fallita, poiché manipolata dalla FED.

Se si rifiuterà, allora supervisionerà la Grande Depressione 2, deflazione monetaria, e la contrazione della divisione del lavoro. Il governo degli Stati Uniti andrà in bancarotta.

Se il Congresso nazionalizzerà la FED, allora perseguirà l'iperinflazione. Il crack-up boom terminerà l'esperimento.

A quel punto, tutti gli obblighi nei confronti dei pensionati rimarranno. Ma il governo non avrà i soldi per pagarli. I $222 bilioni delle attuali passività non finanziate rimarranno non finanziati.

Gli obblighi del governo sono inter-generazionali. L'iperinflazione non lo è. Quest'ultima non riduce in alcun modo i primi.

Ciò significa che il governo andrà in default. E' garantito al 100%.



CITARE ESPERTI ECONOMICI

Mr. Harvey cita degli esperti. "Non ascoltate solo me. Qui ci sono un paio di persone provenienti da tutto lo spettro politico e di diversi ambiti della vita che dicono la stessa cosa." Poi fornisce una serie di citazioni di questi uomini: Alan Greenspan, Peter Zeihan, Erwan Mahe, Mike Norman, Monty Agarwal, L. Randall Wray. A parte Greenspan, non avevo mai sentito parlare di nessuno di loro. E conclude:

Intendiamoci, questo non significa che non ci possano essere altre conseguenze economiche o politiche. L'inflazione e la svalutazione monetaria, per esempio, sono delle possibilità.

Sì, sicuramente lo sono, dal momento che sono la stessa cosa. Ma non risolvono il problema del default inevitabile. Si limitano ad aggiungere miseria prima del default.

In effetti, non abbiamo visto né un'inflazione nascosta né un filo di inflazione o tassi di interesse alti durante l'attuale accumulo di debito. E' fondamentale ricordare, inoltre, che questi deficit non sono il risultato del governo che cerca di comprare qualcosa che non può permettersi (come sarebbe il caso per voi o me). Piuttosto, sono stati intrapresi per generare una domanda sufficiente di beni e servizi al fine di impiegare tutti coloro che erano disposti a lavorare (detto ciò, non tutti i tipi di spesa pubblica raggiungono questo obiettivo in modo efficace, ma questo è un altro discorso). Poiché non esiste un limite alla quantità di debito che può essere accumulato, dovremmo perseguire aggressivamente quest'ultimo obiettivo piuttosto che parlare di essere "fiscalmente responsabili." Non c'è niente di responsabile nel lasciare più di 12 milioni di Americani senza lavoro.

Abbiamo un sacco di problemi nel mondo. Non ha senso preoccuparsene solo di uno.



CONCLUSIONE

Questo articolo, quindi, è apparso su Forbes. L'articolo cita un elenco di presunti esperti, con Alan Greenspan a capo della lista. In un certo senso, l'autore si aspetta che prendiamo sul serio la sua tesi. Suppone anche che prendiamo sul serio gli esperti citati da lui, a cominciare da Alan Greenspan. Dovremmo immaginare che i debiti sono per sempre, che non devono essere rimborsati, che il credito è eterno, che i baby boomer non vanno in pensione a milioni, che le cifre possono superare la teoria economica, che il Medicare è solvibile, che la Previdenza Sociale è solvibile, e che l'iperinflazione è sempre disponibile come un modo che ha il governo per non andare in default.

La nazione è gestita da persone che condividono le sue idee. Così come ogni altra nazione Occidentale.

Questa è una buona ragione per prepararsi ad una catastrofe, se siamo fortunati, o forse di più:
  1. inflazione di massa, stabilizzazione, deflazione, depressione, e default del governo; oppure
  2. iperinflazione seguita da un default.

Fate la vostra scelta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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