venerdì 14 novembre 2025

La trasformazione nascosta dell'America

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “La rivoluzione di Satoshi”: https://www.amazon.it/dp/B0FYH656JK 

La traduzione in italiano dell'opera scritta da Wendy McElroy esplora Bitcoin a 360°, un compendio della sua storia fino ad adesso e la direzione che molto ptobabilmente prenderà la sua evoluzione nel futuro prossimo. Si parte dalla teoria, soprattutto quella libertaria e Austriaca, e si sonda come essa interagisce con la realtà. Niente utopie, solo la logica esposizione di una tecnologia che si sviluppa insieme alle azioni degli esseri umani. Per questo motivo vengono inserite nell'analisi diversi punti di vista: sociologico, economico, giudiziario, filosofico, politico, psicologico e altri. Una visione e trattazione di Bitcoin come non l'avete mai vista finora, per un asset che non solo promette di rinnovare l'ambito monetario ma che, soprattutto, apre alla possibilità concreta di avere, per la prima volta nella storia umana, una società profondamente e completamente modificabile dal basso verso l'alto.

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di Joshua Stylman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-trasformazione-nascosta-dellamerica)

E se l'America a cui giuriamo fedeltà non fosse quella che comanda? Questa indagine esamina come il sistema di governance americano si sia trasformato radicalmente dal 1871 attraverso un modello documentato di cambiamenti giuridici, finanziari e amministrativi. Le prove rivelano un graduale passaggio dai principi costituzionali a strutture di gestione di tipo aziendale, non attraverso un singolo evento, ma attraverso un accumulo di cambiamenti incrementali che abbracciano generazioni e che hanno silenziosamente ristrutturato il rapporto tra cittadini e governo federale.

Questa analisi dà priorità alle fonti primarie, identifica modelli in più ambiti piuttosto che eventi isolati ed esamina le correlazioni temporali, notando in particolare come le crisi abbiano spesso preceduto le iniziative di centralizzazione. Esaminando fonti primarie, tra cui registri del Congresso, documenti del Dipartimento del Tesoro, decisioni della Corte Suprema e accordi internazionali, identifichiamo come:

• Il linguaggio e i quadri normativi si siano evoluti dai diritti naturali verso i principi commerciali;

• La sovranità finanziaria sia stata trasferita gradualmente dai rappresentanti eletti agli interessi bancari;

• I sistemi amministrativi hanno mediato sempre più il rapporto tra cittadini e governo federale.

Queste evidenze inducono a un riesame fondamentale della sovranità, della cittadinanza e del consenso moderni, in modi che trascendono le tradizionali divisioni politiche. Per l'americano medio queste trasformazioni storiche hanno implicazioni concrete. I sistemi amministrativi creati tra il 1871 e il 1933 strutturano la vita quotidiana attraverso obblighi finanziari, requisiti di identificazione e conformità normativa che operano in gran parte indipendentemente dai cambiamenti elettorali. Comprendere questa storia chiarisce perché i cittadini spesso si sentono disconnessi dalla governance, nonostante i processi democratici formali: i sistemi che gestiscono aspetti chiave della vita moderna (politica monetaria, regolamentazione amministrativa, identificazione dei cittadini) sono stati progettati per operare con sostanziale indipendenza dal controllo diretto dei cittadini stessi.

Mentre le interpretazioni tradizionali di questi sviluppi enfatizzano le esigenze pratiche di governance e la stabilità economica, i modelli documentati suggeriscono la possibilità di cambiamenti più radicali nella struttura costituzionale americana, i quali meritano un esame più attento.

Mi sono imbattuto in uno strano riferimento a una legge del 1871 mentre navigavo su Twitter. Il post suggeriva che gli Stati Uniti avessero subito una trasformazione giuridica segreta nel 1871, trasformandosi da repubblica costituzionale in un'entità aziendale in cui i cittadini venivano trattati più come beni, o merci, che come individui sovrani. Ciò che ha attirato la mia attenzione non è stata l'affermazione in sé, ma la sicurezza con cui veniva formulata, come se questa trasformazione fondamentale dell'America fosse di dominio pubblico.

Il mio primo istinto è stato quello di liquidarla come l'ennesima teoria del complotto diffusa su internet. Una rapida ricerca su Google ha portato a un “fact-checking” di PolitiFact che liquidava l'intera storia come “falso in tutto e per tutto”. Ciò che colpisce non è solo la brevità con cui liquidano una complessa questione storica, ma la loro metodologia. Hanno intervistato un solo esperto legale, non hanno citato alcun documento primario dal Congressional Record, non hanno esaminato nessuno dei successivi casi della Corte Suprema che fanno riferimento alla capacità aziendale federale e hanno ignorato la documentata trasformazione finanziaria che ne è seguita. Ho notato che quando i fact-checker dell'establishment respingono le affermazioni con tale sdegnosa certezza, pur conducendo un'indagine minima, spesso segnalano qualcosa che merita di essere esaminato più attentamente. Questo schema mi ha spinto a consultare personalmente il Congressional Record. Quel primo documento ha tracciato un filo che si è dipanato in questa indagine. Come quando si trova una porta inaspettata in una casa familiare, non ho potuto fare a meno di chiedermi cos'altro avessi oltrepassato senza notarlo.

Questa analisi si sviluppa attraverso diverse sezioni interconnesse: in primo luogo esamineremo il contesto storico della legge del 1871 che riorganizzò Washington D.C. utilizzando la terminologia aziendale ed esploreremo l'emergere di tre influenti centri di potere (Londra, Città del Vaticano e Washington D.C.) con documentati legami finanziari e diplomatici. Successivamente tracceremo la trasformazione delle strutture di governance tra il 1913 e il 1933, concentrandoci sullo stato amministrativo di Wilson e sulla fondazione della Federal Reserve. Analizzeremo quindi l'evoluzione dei quadri giuridici che hanno ridefinito la cittadinanza e il sistema monetario, in particolare il concetto di doppia identità che distingue le persone fisiche dalle persone giuridiche. Infine esamineremo la sovranità moderna attraverso il caso di studio dell'Ucraina, prima di offrire riflessioni sul recupero di una governance autentica. Nel corso del saggio daremo priorità alle fonti primarie e al riconoscimento di schemi piuttosto che a coincidenze isolate, invitando i lettori a esaminare le prove e a trarre le proprie conclusioni.


Dietro l'illusione di una nazione

Quando ho approfondito le mie ricerche, ho scoperto che nel 1871 si era effettivamente verificato un evento a Washington D.C. che merita un esame più approfondito. L'Act to Provide a Government for the District of Columbia fu approvato all'indomani della Guerra civile, in un periodo in cui gli Stati Uniti erano profondamente indebitati con gli interessi bancari internazionali. Sebbene convenzionalmente intesa come una semplice riorganizzazione municipale, questa legge contiene un linguaggio e strutture peculiari che sollevano profondi interrogativi sulle sue implicazioni più ampie.

La legge istituì una “corporazione municipale” per Washington D.C. con un linguaggio specifico che differisce notevolmente dai precedenti documenti istitutivi, in un periodo di significativi cambiamenti nella finanza internazionale.

L'opera meticolosamente documentata di E. C. Knuth, The Empire of The City, documenta come l'approvazione di questa legge avvenne in un periodo in cui le potenze finanziarie internazionali, concentrate nella City di Londra, stavano attivamente ristrutturando i loro rapporti con gli stati nazionali. Knuth presenta prove convincenti sulla natura mutevole della sovranità durante questo periodo, supportate da un'ampia documentazione tratta dal Congressional Record e da altre fonti primarie.

La nostra comprensione delle istituzioni è spesso condizionata da influenze invisibili. Come osservò Edward Bernays: “Siamo governati, le nostre menti plasmate, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, in gran parte da individui di cui non abbiamo mai sentito parlare”. Questo spinge a chiedersi: la nostra comprensione della struttura nazionale stessa potrebbe essere l'ennesima realtà artificiale progettata per il consumo pubblico?

Quando esaminiamo come vari aspetti della nostra realtà operino per decreto piuttosto che per legge naturale, o per autentico consenso, potremmo chiederci se la nostra concezione di sovranità nazionale stessa non sia un'altra forma di realtà fiat.

I modelli di trasformazione della governance identificati sopra non sono emersi da soli. Questa trasformazione sistematica segue ciò che lo storico Anthony Sutton ha documentato come un modello di collusione politico-finanziaria che trascende le apparenti divisioni ideologiche. Nella sua opera, Wall Street and the Rise of Hitler, Sutton rivelò che la Chase Bank, controllata dai Rockefeller, continuò a collaborare con la Germania nazista anche dopo Pearl Harbor, gestendo i conti nazisti attraverso la sua filiale di Parigi fino al 1942. Ciò dimostra come il potere finanziario operi indipendentemente dalla politica nazionale, o da presunte lealtà, in tempo di guerra.

Questo processo evolutivo segue una traiettoria storica iniziata secoli prima, ma che ha subito una significativa accelerazione dopo il 1871. La comprensione di questa linea temporale rivela come le strutture di governance si siano evolute gradualmente attraverso una serie di sviluppi apparentemente indipendenti che, visti collettivamente, suggeriscono un modello coordinato.


Tre centri di potere: un modello documentato

La ricerca di Knuth identifica tre centri che sembrano funzionare con una sovranità e un'influenza insolite. Ognuno di essi merita un'analisi più rigorosa.

City di Londra – Da non confondere con Londra vera e propria, la “City” è un'area di 677 acri con una propria struttura di governance, forze di polizia e status giuridico. I registri parlamentari confermano che opera in base a speciali esenzioni legali. I registri finanziari indicano che gestisce circa $6.000 miliardi in transazioni giornaliere. Nonostante questo enorme potere finanziario, quante istituzioni educative insegnano il suo status unico? La corporazione mantiene privilegi storici unici, tra cui una propria forza di polizia e un sistema elettorale in cui il diritto di voto è concesso principalmente alle imprese piuttosto che ai residenti, un accordo insolito che privilegia gli interessi finanziari rispetto alla tradizionale rappresentanza democratica. Pur godendo di una significativa indipendenza negli affari interni e nelle operazioni finanziarie, rimane in ultima analisi soggetta alla sovranità parlamentare del Regno Unito.

Città del Vaticano – Riconosciuta ufficialmente come il più piccolo stato sovrano del mondo, intrattiene relazioni diplomatiche con 183 Paesi e opera secondo un proprio ordinamento giuridico. La sua influenza storica sugli affari globali è ampiamente documentata attraverso fonti primarie.

Washington D.C. – Creata esplicitamente come distretto al di fuori della giurisdizione di qualsiasi stato, la struttura di governance di Washington è stata radicalmente modificata dalla legge del 1871. Il Congressional Record contiene il testo completo di questa riorganizzazione che utilizza un linguaggio coerente con la costituzione di società piuttosto che con la governance costituzionale.

Ciò che è particolarmente interessante di questi tre centri sono le loro interrelazioni documentate. I documenti finanziari rivelano transazioni significative tra interessi bancari in tutti e tre, come il prestito di £400.000 della famiglia Rothschild alla Santa Sede nel 1832 e l'acquisto di azioni del Canale di Suez nel 1875 da parte del governo britannico con il sostegno dei Rothschild. Gli archivi diplomatici dimostrano posizioni politiche coordinate che precedevano gli annunci pubblici, come dimostra la nomina di Myron C. Taylor da parte del Presidente Roosevelt nel 1939 a rappresentante degli Stati Uniti presso la Santa Sede per allineare le politiche durante il tumultuoso periodo prebellico. Documenti vaticani recentemente scoperti rivelano un'altra dimensione di questi canali diplomatici: comunicazioni segrete tra Papa Pio XII e Adolf Hitler nel 1939, facilitate dal Principe Filippo d'Assia come intermediario. Queste trattative clandestine si verificarono proprio mentre Stati Uniti e Gran Bretagna stavano definendo le proprie posizioni ufficiali nei confronti della Germania nazista. Documenti storici mostrano inoltre come questi centri agirono di concerto durante le principali trasformazioni globali, incluso l'approccio coordinato agli sforzi di ricostruzione del secondo dopoguerra, in cui il sostegno del Vaticano si allineava alle iniziative strategiche di Washington. Questi collegamenti documentati suggeriscono modelli di collaborazione che trascendono la mera coincidenza.

Il simbolismo visivo di questi centri di potere è altrettanto rivelatore. Ognuno di essi ha la propria bandiera che rappresenta un'autorità autonoma: la City di Londra con la sua spada cremisi e lo scudo a forma di drago recanti il ​​motto “Domine Dirige Nos” (Signore, guidaci); la Città del Vaticano con le sue chiavi d'oro e d'argento sotto la tiara papale; Washington D.C. con le sue tre stelle rosse su barre orizzontali. Sebbene il loro aspetto differisca, ognuno impiega emblemi di specifiche forme di autorità – finanziaria, militare e spirituale – creando un linguaggio visivo di potere che ne rafforza lo status speciale.

Le relazioni documentate tra questi tre centri rappresentano nodi di una più ampia rete di potere finanziario che trascende i confini nazionali e le politiche dichiarate. Il coordinamento all'interno di questa rete è dimostrato dalla ricerca di Anthony Sutton in, Wall Street and the Bolshevik Revolution, che ha documentato come William Boyce Thompson, direttore della Federal Reserve Bank di New York, donò personalmente $1 milione ai bolscevichi nel 1917 e organizzò il supporto della Missione della Croce Rossa Americana, mentre gli Stati Uniti si opponevano ufficialmente alla rivoluzione comunista. Tali contraddizioni illustrano come gli interessi finanziari operino al di sopra delle politiche nazionali, con i tre centri che fungono da snodi primari in un sistema globale in cui il potere bancario prevale sistematicamente sull'autorità governativa.

La City di Londra mantiene privilegi storici unici e autonomia amministrativa, pur rimanendo in ultima analisi soggetta alla sovranità del Regno Unito. La Città del Vaticano è uno stato sovrano riconosciuto con relazioni diplomatiche, mentre Washington D.C. opera sotto la giurisdizione federale ma con strutture di governance distinte da quelle degli stati americani. Ognuna di esse si è specializzata in un diverso ambito di potere: rispettivamente finanziario, ideologico e militare.

Anche le loro caratteristiche architettoniche condividono curiose somiglianze. Come osservato negli studi di architettura storica, ognuna espone in modo prominente un antico obelisco egizio. Mentre gli storici tradizionali attribuiscono questo fatto alla moda neoclassica, potremmo ragionevolmente chiederci se questi simboli nei tre centri di potere possano avere un significato più profondo, soprattutto alla luce dei collegamenti documentati tra queste entità negli archivi finanziari e diplomatici. Come hanno documentato storici dell'architettura come James Stevens Curl in opere come The Egyptian Revival, motivi egiziani, inclusi gli obelischi, divennero elementi di spicco nell'architettura civile e finanziaria occidentale durante il XVIII e il XIX secolo, in concomitanza con l'espansione delle istituzioni bancarie e la governance centralizzata. Vale la pena notare che, nonostante la loro importanza in questi centri di potere, la maggior parte dei programmi scolastici raramente menziona queste connessioni architettoniche, o il loro potenziale significato, sollevando interrogativi su quali altri importanti modelli storici rimangano al di fuori dei normali quadri educativi.

Questi tre centri di potere non sono emersi in modo indipendente. Il loro sviluppo segue un modello storico di cambiamenti giuridici e finanziari a partire dalla ristrutturazione societaria di Washington D.C. prevista dalla legge del 1871. La City di Londra aveva già stabilito la sua autonomia finanziaria secoli prima, mentre la Città del Vaticano avrebbe formalizzato la sua sovranità con i Patti Lateranensi del 1929. La loro evoluzione accelerò all'inizio del XX secolo, con un progressivo allineamento dei modelli bancari e delle strutture di governance, in particolare durante le principali riforme finanziarie del periodo 1913-1944 documentate dagli storici della finanza. La comprensione di questa cronologia rivela come le strutture di governance si siano trasformate gradualmente attraverso sviluppi apparentemente indipendenti che, visti collettivamente, indicano una coerenza di rado riconosciuta nei resoconti tradizionali.


Contesto storico (1871-1913)

La legge del 1871 e la riorganizzazione di Washington D.C.

La legge istituì una “corporazione municipale” per Washington D.C. con un linguaggio specifico che si differenzia notevolmente dai precedenti documenti istitutivi. Ciò che è particolarmente interessante è la tempistica: arrivò dopo una devastante guerra civile che aveva lasciato il Paese finanziariamente vulnerabile e coincise con significativi cambiamenti nella finanza internazionale.

Il testo della legge, conservato presso la Biblioteca del Congresso (41° Congresso, Sessione 3, Capitolo 62), afferma specificamente nella Sezione 2 che essa “creava un ente giuridico per scopi municipali” con il potere di “contrarre e stipulare contratti, citare in giudizio ed essere citati in giudizio, sostenere le proprie ragioni ed essere citati in giudizio, avere un sigillo ed esercitare tutti gli altri poteri di una corporazione municipale”. Questa designazione societaria, sebbene apparentemente finalizzata all'efficienza amministrativa, utilizza un linguaggio tipicamente riservato alle entità commerciali piuttosto che ai sovrani – un fatto evidenziato in successivi casi della Corte Suprema, tra cui Metropolitan Railroad Co. contro District of Columbia (1889), che ha affermato lo status di DC come “corporazione municipale, avente il diritto di citare in giudizio ed essere citata in giudizio”.

Gli studiosi di diritto moderni rimangono divisi sulle implicazioni più ampie di questa legge. Le interpretazioni convenzionali, come quelle espresse dal costituzionalista Akhil Reed Amar, la vedono come una riorganizzazione municipale pragmatica con una portata limitata al Distretto stesso. Tuttavia la tempistica e il linguaggio della legge, coincidenti con significativi cambiamenti nella finanza internazionale durante un periodo di ricostruzione nazionale, invitano a un esame più approfondito. Piuttosto che sostenere, come alcuni hanno fatto, che questa legge abbia definitivamente trasformato l'intera nazione in una corporazione, potremmo osservare che abbia rappresentato un passo significativo verso un modello di cambiamenti di governance accelerati nei decenni successivi, in particolare nel modo in cui il rapporto tra cittadini, governo federeale ed istituzioni finanziarie si sono evoluti.

La distinzione tra Washington D.C. come entità governativa e strutture aziendali con nomi simili merita un'attenta analisi. Nel 1925 una società denominata “United States Corporation Company” fu effettivamente costituita in Florida (si veda l'atto costitutivo depositato il 15 luglio 1925). Tuttavia anziché essere il governo federale stesso, quella entità era un fornitore di servizi aziendali il cui scopo dichiarato includeva agire come “agente fiscale o di trasferimento” e contribuire alla costituzione di altre società. Il suo capitale autorizzato era di soli $500, con solo 100 azioni e tre amministratori iniziali provenienti da New York. Il legame dell'azienda con il governo federale rimane un punto di dibattito: alcuni ricercatori notano che i suoi uffici al 65 di Cedar Street a New York City coincidevano con gli indirizzi utilizzati dalle operazioni della Federal Reserve, mentre gli storici tradizionali la considerano semplicemente uno dei tanti fornitori di servizi aziendali istituiti durante quel periodo di espansione economica americana.

È importante distinguere tra l'adozione di principi di gestione di tipo aziendale e l'effettiva conversione aziendale. Ciò che le prove suggeriscono non è che gli Stati Uniti siano diventati letteralmente una società per azioni, ma piuttosto che la governance abbia adottato sempre più caratteristiche di tipo societario: gestione centralizzata, gerarchie amministrative separate dagli stakeholder (i cittadini) e operatività attraverso quadri giuridici più allineati ai principi commerciali che a quelli costituzionali. Questa distinzione è importante perché riconosce le sfumature di questo sviluppo storico.

Il dibattito congressuale sulla legge del 1871 si concentrò principalmente sull'efficienza amministrativa piuttosto che sulla trasformazione costituzionale. Il deputato Halbert E. Paine, che presentò il disegno di legge, lo descrisse come un modo per affrontare “l'organizzazione scomoda e macchinosa” del governo del Distretto, con discussioni incentrate sulle sfide pratiche di governance piuttosto che su questioni fondamentali di sovranità.


Sviluppi bancari internazionali

Sulla base della documentazione di Knuth sull'influenza della City di Londra menzionata in precedenza, ulteriori fonti forniscono contesto aggiuntivo sugli sviluppi finanziari internazionali durante quel periodo.

La serie Prussia Gate di Will Zoll fornisce un'ampia documentazione su come i sistemi bancari centrali si siano evoluti in diversi Paesi, spesso utilizzando una legislazione pressoché identica nonostante i diversi contesti culturali ed economici. Gli archivi del Dipartimento del Tesoro confermano che famiglie di banchieri come i Rothschild intrattennero una corrispondenza specifica sulle strutture delle banche centrali con funzionari governativi oltre i confini nazionali durante quel periodo, cosa che suggerisce un coordinamento che trascende gli interessi nazionali.

La ricerca di Zoll presenta prove convincenti del fatto che la City of London Corporation operava con notevole indipendenza dalla legge britannica, operando quasi come un'entità sovrana all'interno della Gran Bretagna. I documenti finanziari confermano il suo status di “zona di libero scambio” fin dall'XI secolo, creando una struttura unica che attrasse operazioni bancarie da tutta Europa.

Le prove storiche suggeriscono modelli che vale la pena indagare: crisi economiche, seguite da messaggi mediatici coordinati, seguiti da una legislazione che centralizzava il potere finanziario. Questa sequenza compare ripetutamente nei documenti del Dipartimento del Tesoro e nei dibattiti congressuali precedenti il ​​Federal Reserve Act del 1913.


Trasformazione della governance (1913-1933)

Meccanismi di controllo: contesto storico

Il documento condiviso, tratto dall'opera MindWar di Michael A. Aquino, introduce concetti sull'influenza psicologica che forniscono un quadro illuminante per l'analisi degli eventi storici. Aquino, un ex-ufficiale dell'intelligence militare che fondò il Tempio di Set dopo aver lasciato la Chiesa di Satana, ha identificato modelli specifici nel modo in cui l'opinione pubblica viene sistematicamente plasmata. I suoi concetti analitici includono le “operazioni sotto falsa bandiera” (eventi inscenati per apparire come condotti da altri) e il “battito di tamburo” (la ripetizione di affermazioni fino a quando non vengono accettate come vere, indipendentemente dalle prove). I quadri teorici di Aquino sollevano interrogativi interessanti su come la percezione pubblica sia stata influenzata nel corso della storia, nonostante le loro origini controverse.

I documenti storici mostrano messaggi coordinati in diverse pubblicazioni e discorsi politici nei periodi precedenti le principali riforme finanziarie. Ad esempio, il panico bancario del 1893 e del 1907 fu seguito da narrazioni sorprendentemente simili sui principali quotidiani riguardo la necessità di un sistema bancario centralizzato, nonostante gli stessi si fossero precedentemente opposti a tale misura.

L'approccio del riconoscimento di modelli ci aiuta a identificare quando istituzioni apparentemente indipendenti agiscono in coordinamento. Quando esaminiamo importanti cambiamenti politici come quelli durante l'amministrazione Wilson, seguire il denaro spesso rivela motivazioni che la storia ufficiale omette.


Lo Stato amministrativo di Wilson: il cambiamento di paradigma

Edward Mandell House, comunemente noto come Colonnello House (sebbene non abbia mai prestato servizio militare, essendo un titolo onorario in Texas), fu il consigliere e confidente più fidato del Presidente Wilson dal 1912 al 1919. Nato da genitori immigrati inglesi con legami nel settore bancario, House era un ricco texano con profondi legami con le élite finanziarie internazionali. Prima di offrire consiglio a Wilson, orchestrò l'elezione di diversi governatori del Texas e coltivò relazioni con potenti attori bancari e industriali sia in America che in Europa. House ebbe un ruolo determinante nella creazione della Federal Reserve, allineando la politica monetaria statunitense agli interessi bancari globali. Fu anche membro fondatore del Council on Foreign Relations, uno dei principali artefici del Trattato di Versailles e una forza trainante della Società delle Nazioni, la quale gettò le basi per la moderna governance sovranazionale. Il suo romanzo politico del 1912, Philip Dru: Administrator, prefigurava in modo inquietante le politiche dell'era Wilson, descrivendo un dittatore idealizzato che attua ampie riforme progressiste attraverso l'autorità esecutiva piuttosto che con mezzi democratici. Pur non ricoprendo alcun incarico governativo ufficiale, House esercitò un'influenza sull'amministrazione Wilson in un modo che gli osservatori moderni potrebbero paragonare al ruolo dei mediatori di potere non eletti nella politica contemporanea.

La natura misteriosa dell'influenza di House fu colta dallo stesso House quando scrisse nel suo diario: “Il Presidente non è un personaggio forte [...] ma non è affatto debole come sembra. Ha una mente analitica, ma non molta capacità esecutiva, e ha una mentalità univoca”.

Nel suo saggio del 1887, The Study of Administration, Wilson sosteneva esplicitamente un governo gestito da “esperti” isolati dall'opinione pubblica: “Il campo dell'amministrazione è un campo di affari. È lontano dalla fretta e dai conflitti della politica [...]. Le questioni amministrative non sono questioni politiche”. Sosteneva che “i molti non hanno nulla a che fare con la selezione degli amministratori tecnici più di quanto non ne abbiano con la selezione degli scienziati”. Questi scritti rivelano la profonda fede nella governance affidata a tecnici non eletti piuttosto che a processi democratici – una visione che ha gettato le basi per lo Stato amministrativo moderno.

Questa filosofia di governance – la creazione di una classe amministrativa permanente che opera indipendentemente dai funzionari eletti – segna un profondo distacco dal sistema costituzionale stabilito dai Padri fondatori. Gli scritti di James Madison nei Federalist Papers mettevano esplicitamente in guardia proprio da questo tipo di sistema, in cui funzionari non eletti avrebbero esercitato un potere incontrollato sui cittadini. Il rapporto tra il Colonnello House e Wilson solleva interrogativi sull'intenzionalità alla base dei sistemi amministrativi sviluppatisi durante quel periodo. Come vedremo più avanti, questa visione si sarebbe poi estesa oltre le agenzie nazionali per rimodellare la governance globale stessa.

Ciò che può essere verificato nella documentazione storica è che durante l'amministrazione Wilson furono istituiti diversi meccanismi che alterarono radicalmente il rapporto tra cittadini e governo, tra cui il Federal Reserve System, l'imposta sul reddito e, in seguito, il sistema di previdenza sociale con la sua identificazione numerica universale. Questi sistemi, pur presentati come benefici pubblici, hanno di fatto creato identità finanziarie tracciabili che studiosi della Costituzione come Edwin Vieira Jr. hanno definito strumenti di monitoraggio e controllo finanziario. Come sostiene lo stesso Vieira, questi meccanismi hanno trasformato il rapporto cittadino-Stato in un rapporto sempre più mediato dalle istituzioni finanziarie piuttosto che dalle tutele costituzionali.

La visione di Wilson era profondamente intrecciata con pregiudizi sia di classe che razziali. I documenti storici mostrano la sua convinzione che solo le persone di una certa istruzione, classe sociale e background possedessero la capacità di governare saggiamente tutti gli altri. In nome della democrazia sostenne un'oligarchia di classe come paradigma dominante.

Come ha osservato Jeffrey Tucker nella sua analisi dell'ideologia di Wilson: “Troviamo le radici dell'ideologia dello Stato amministrativo nelle opere di Woodrow Wilson, e bastano pochi minuti di lettura delle sue illusorie fantasie su come la scienza e la coercizione avrebbero forgiato un mondo migliore per capire che era solo questione di tempo prima che l'intero esperimento andasse in frantumi”. Questo sogno – un governo di agenzie amministrative consigliato dalla scienza – ha perso sempre più credibilità, soprattutto dopo i fallimenti governativi osservati durante l'era Covid. Questo stato amministrativo ha gettato le basi per l'attuale governance tecnocratica: la fusione di una burocrazia non eletta con le tecnologie digitali, che crea capacità senza precedenti per la gestione della popolazione attraverso sistemi automatizzati e processi decisionali algoritmici.

Le implicazioni aziendali della riorganizzazione del 1871 sono state ulteriormente rafforzate dalle successive decisioni giudiziarie. Nel caso Hooven & Allison Co. contro Evatt (324 U.S. 652, 1945), la Corte Suprema fece distinzione tra diversi significati di “Stati Uniti”, tra cui “gli Stati Uniti come entità sovrana” e “una corporazione federale”. Più di recente, nel caso Clearfield Trust Co. contro Stati Uniti (318 U.S. 363, 1943), la Corte stabilì che “gli Stati Uniti operano a condizioni commerciali” quando emettono cambiali – una sentenza che ha confermato la capacità del governo federale di funzionare come entità commerciale piuttosto che come pura potenza sovrana. Ciò che colpisce particolarmente della visione amministrativa di Wilson è la sua perfetta coerenza con la trasformazione aziendale rappresentata dalla legge del 1871. Entrambi sostituiscono il governo basato sul consenso con la gestione basata sulla competenza; entrambi creano strutture che isolano i presunti decisori ultimi dalla responsabilità pubblica; entrambi spostano il potere dai rappresentanti eletti ad amministratori non eletti.

I dati suggeriscono che dovremmo chiederci se lo Stato amministrativo di Wilson fosse la manifestazione visibile di una trasformazione più profonda avvenuta decenni prima: la conversione di una repubblica costituzionale in un'entità aziendale.

Questo modello di governance amministrativa si è esteso ben oltre le agenzie nazionali, fino a comprendere istituzioni internazionali che esercitano un'autorità significativa con un controllo democratico minimo. Organizzazioni come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, l'Organizzazione mondiale della sanità e la Banca dei regolamenti internazionali operano attraverso simili quadri di riferimento tecnocratici. Queste istituzioni prendono decisioni politiche che riguardano miliardi di persone in tutto il mondo, pur rimanendo ampiamente isolate dai processi democratici: il preciso modello di governance sostenuto da Wilson. Ciò rappresenta un passaggio dalla governance basata sul consenso dei governati alla governance basata su competenze tecniche e influenza finanziaria che trascende i confini nazionali, suggerendo che la visione di Wilson ha raggiunto la sua massima espressione non nelle burocrazie nazionali ma nell'architettura di governance mondiale emersa nei decenni successivi alla sua presidenza.

Chiunque abbia vissuto la pandemia ha visto questo modello in piena operatività: i tecnici nella sanità pubblica emanavano obblighi che influenzavano ogni aspetto della vita quotidiana con un controllo legislativo minimo, o un contributo democratico minimo.

Questo modello di governance tecnocratica, in cui sono i tecnici, piuttosto che i rappresentanti eletti, a prendere decisioni importanti, si è ampliato notevolmente negli ultimi decenni. Come descritto nel saggio, Il progetto tecnocratico, le capacità tecnologiche hanno consentito un'implementazione senza precedenti della visione di Wilson: creare sistemi in cui algoritmi e specialisti non eletti determinano sempre più i risultati umani, pur mantenendo l'apparenza di processi democratici.


La Federal Reserve e la struttura del debito nazionale

La creazione di una nuova architettura finanziaria

Il Federal Reserve Act del 1913 istituì un'autorità bancaria centrale per gli Stati Uniti, apparentemente per fornire “un sistema monetario e finanziario più sicuro, flessibile e stabile”, secondo la storia ufficiale. Dall'abbandono del gold standard (1931 nel Regno Unito e 1971 negli Stati Uniti) la maggior parte delle nazioni utilizza moneta fiat senza alcun valore intrinseco al di là dei decreti governativi e della fiducia della popolazione. Il commentatore finanziario Martin Wolf del Financial Times ha osservato che solo il 3% circa del denaro esiste in forma fisica, mentre il restante 97% è costituito da voci elettroniche create dalle banche. Questa trasformazione fondamentale del denaro da riserva di valore fisica a voci digitali rappresenta uno dei cambiamenti più significativi e al tempo stesso meno compresi nella vita economica moderna.

Tuttavia i documenti principali del Congressional Record rivelano serie preoccupazioni sollevate durante la sua formazione.

La tempistica di questa legge è particolarmente significativa. I registri del Dipartimento del Tesoro confermano che l'America stava attraversando difficoltà finanziarie in quel periodo, rendendo il Paese vulnerabile agli interessi finanziari esterni. Il Federal Reserve Act del 1913 istituì un sistema in cui gli interessi delle banche private, piuttosto che quelli dei rappresentanti eletti, avrebbero potuto dettare sempre più la politica monetaria. Sebbene nessun singolo documento confermi esplicitamente un'acquisizione privata della sovranità finanziaria degli Stati Uniti, l'istituzione della FED può essere considerata proprio questo.

Come ben documentato dall'economista Murray Rothbard nel libro, The Case Against the Fed, il Federal Reserve System creò un meccanismo attraverso il quale le banche private ottennero un controllo senza precedenti sulla politica monetaria nazionale, pur mantenendo l'apparenza di una supervisione governativa. In particolare il debito pubblico aumentò drasticamente dopo l'istituzione della Federal Reserve.


L'incontro di Jekyll Island: segretezza documentata

Come documenta lo storico G. Edward Griffin nel libro, The Creature from Jekyll Island, le riunioni della Federal Reserve si svolgevano in estrema segretezza. La riunione di Jekyll Island si tenne dal 22 al 30 novembre 1910, con la partecipazione specifica del senatore Nelson Aldrich (genero di Rockefeller), Henry P. Davison (socio senior di J.P. Morgan), Paul Warburg (in rappresentanza dei Rothschild e Kuhn, Loeb & Co.), Frank Vanderlip (presidente della National City Bank, in rappresentanza di William Rockefeller), Charles D. Norton (presidente della First National Bank di New York) e A. Piatt Andrew (vicesegretario al Tesoro).

L'analisi di Sutton nel libro, The Federal Reserve Conspiracy, racconta che i partecipanti alla riunione di Jekyll Island rappresentavano interessi bancari che costituivano circa un quarto della ricchezza mondiale totale dell'epoca. Questa concentrazione di potere finanziario in una riunione clandestina che progettava quello che sarebbe diventato il sistema bancario centrale americano rivela l'entità di questa trasformazione della sovranità monetaria.

Questo incontro di funzionari governativi e banchieri privati ​​che collaboravano alla progettazione del sistema monetario nazionale fu in seguito confermato dallo stesso partecipante Frank Vanderlip, che ammise sul Saturday Evening Post del 9 febbraio 1935: “Ero riservato, anzi furtivo, come qualsiasi cospiratore [...]. Non ritengo esagerato parlare della nostra spedizione segreta a Jekyll Island come l'occasione per la concezione di quello che poi sarebbe diventato il Federal Reserve System”. Questa segretezza si estese all'approvazione del disegno di legge, fatto approvare in fretta dal Congresso il 23 dicembre 1913, poco prima di Natale, quando molti rappresentanti avevano già lasciato Washington, garantendo un dibattito minimo. Lasciate che questo concetto venga assimilato meglio: gli architetti del nostro sistema monetario si paragonarono esplicitamente a cospiratori, che lavoravano in segreto per rimodellare le fondamenta finanziarie di una nazione. Quando ho letto per la prima volta l'ammissione di Vanderlip, ho dovuto verificare diverse fonti per credere che non fosse inventata.

Sebbene gli storici finanziari convenzionali riconoscano che questi incontri abbiano avuto luogo, in genere li inquadrano come una necessaria collaborazione tra il settore pubblico e quello privato per creare un sistema bancario più stabile dopo il panico del 1907. La storia ufficiale della Federal Reserve sottolinea la sua creazione come risposta a ripetute crisi finanziarie piuttosto che come un trasferimento di sovranità. Tuttavia la documentata segretezza di questi procedimenti e la successiva crescita esponenziale del debito pubblico giustificano un esame più approfondito per stabilire quali interessi siano stati in ultima analisi tutelati.


Avvertimenti del Congresso ed espansione del debito

Il deputato Charles Lindbergh Sr. disse alla Camera: “Questa legge istituisce il trust più gigantesco del mondo [...]. Quando il Presidente firmerà questo disegno di legge, il governo invisibile del Potere Monetario sarà legalizzato”. Queste preoccupazioni non erano mere ipotesi: i registri del Dipartimento del Tesoro confermano che il debito pubblico è cresciuto esponenzialmente nei decenni successivi alla fondazione della Federal Reserve, rendendo così la nostra nazione vincolata a entità bancarie sovranazionali.


Questione di debito legittimo

Tali sviluppi storici sollevano importanti interrogativi sulla legittimità del debito pubblico, collegandosi a quello che gli esperti di giurisprudenza avrebbero poi definito “debito odioso”.

Una dottrina, formalmente sviluppata da Alexander Sack nel libro Les Effets des Transformations des États sur leurs Dettes Publiques et Autres Obligations Financières, stabilisce che i debiti contratti da un governo per scopi che non servono gli interessi della nazione non obbligano i suoi cittadini. L'imposta sul reddito nel Regno Unito fu introdotta nel 1799 come misura temporanea per finanziare le guerre napoleoniche. Fu ritirata nel 1816, ma reintrodotta nel 1842, e da allora è rimasta in vigore, nonostante le sue origini come misura di emergenza in tempo di guerra. Il perpetuarsi di misure finanziarie presumibilmente “temporanee” è un modello che vale la pena esaminare nell'evoluzione delle strutture finanziarie statali. Come osservato dallo storico Martin Daunton nel libro, Trusting Leviathan: The Politics of Taxation in Britain, 1799-1914, molte delle nostre moderne istituzioni finanziarie nacquero come misure di emergenza in tempo di guerra, per poi essere normalizzate.

Mentre la dottrina di Sack sul “debito odioso” veniva tradizionalmente applicata solo ai regimi autoritari, la professoressa di diritto Odette Lienau della Cornell Law School ha ampliato questa analisi in Rethinking Sovereign Debt. La Lienau si chiede se anche le nazioni democratiche mantengano davvero un consenso pubblico significativo per determinati obblighi finanziari, in particolare quelli imposti attraverso programmi di aggiustamento strutturale. Questo quadro ampliato solleva interrogativi interessanti sul debito pubblico americano. I documenti del Dipartimento del Tesoro mostrano che il debito pubblico statunitense è strutturato in modo unico, in modi che suggeriscono che principi simili di consenso discutibile potrebbero applicarsi ai nostri obblighi finanziari. I meccanismi attraverso i quali questo debito è garantito rimangono in gran parte inesplorati nei dibattiti economici tradizionali.

Queste trasformazioni documentate nell'autorità bancaria rappresentano collettivamente un profondo cambiamento nella sede del potere monetario. Mentre gli americani del XIX secolo concepivano la creazione di moneta come una funzione dei rappresentanti eletti, queste successive modifiche legislative trasferirono gradualmente questo potere a istituzioni che operavano a distanza dalla responsabilità elettorale. Questa transizione nella sovranità finanziaria gettò le basi per cambiamenti ancora più significativi negli standard monetari che sarebbero presto seguiti.


La transizione dal gold standard

Il trasferimento dell'autorità finanziaria dai funzionari eletti agli interessi bancari accelerò significativamente con l'Independent Treasury Act del 1920. Questa legge (contenuta in United States Statutes at Large, Volume 41, pagina 654, ora codificata in 31 U.S.C. § 9303) abolì esplicitamente gli uffici degli Assistenti Tesorieri degli Stati Uniti e autorizzò “il Segretario del Tesoro [...] a utilizzare qualsiasi banca della Federal Reserve che agisca come depositaria, o agente fiscale degli Stati Uniti, allo scopo di svolgere uno o tutti tali compiti e funzioni”. Ciò rappresentò un profondo cambiamento, poiché la legge stabiliva che il Segretario potesse trasferire queste funzioni “nonostante i limiti dell'articolo 15 del Federal Reserve Act”, che originariamente aveva limitato le banche della Federal Reserve a specifiche funzioni di agente fiscale e aveva mantenuto una certa indipendenza dal Dipartimento del Tesoro. Il testo della legge dimostra come le funzioni bancarie, un tempo svolte direttamente dai funzionari del Dipartimento del Tesoro, siano state legalmente trasferite al sistema della Federal Reserve meno di sette anni dopo la sua creazione.

La Risoluzione Congiunta 192 della Camera (1933), che sospese il gold standard durante la Grande Depressione come presunta misura di emergenza temporanea, contiene un testo che alcuni analisti legali interpretano come una modifica fondamentale del rapporto tra cittadini e debito pubblico. Rimuovendo la copertura in oro dalla valuta e proibendo il “pagamento in oro”, questa risoluzione creò un sistema in cui, come sostengono alcuni storici della moneta, gli strumenti di debito divennero l'unico mezzo di scambio disponibile.

L'evoluzione da una valuta coperta da materie prime a una moneta fiat pura seguì una chiara linea temporale di crescente astrazione e coordinamento tra i centri finanziari:

  1. 1913-1933: il Federal Reserve Act creò un sistema bancario centrale modellato sulla Banca d'Inghilterra, con fondatori come Paul Warburg che mantennero legami diretti con gli interessi bancari europei. Mentre la valuta rimaneva ufficialmente coperta dall'oro, le strutture di governance dei sistemi finanziari di Washington e Londra si allinearono sempre di più.

  2. 1933-1934: l'Ordine Esecutivo 6102 e il Gold Reserve Act posero fine alla convertibilità dell'oro a livello nazionale, obbligando i cittadini a scambiare il metallo giallo con banconote della Federal Reserve. Questo periodo vide un crescente coordinamento finanziario tra la Banca Vaticana (fondata nel 1942) e gli interessi bancari occidentali, con la centralizzazione dei flussi di oro tra queste istituzioni.

  3. 1944: gli accordi di Bretton Woods stabilirono il dollaro come valuta di riserva globale, con meccanismi formali di coordinamento tra questi centri finanziari. Il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale furono creati con strutture di governance che garantivano a Londra il mantenimento di un'influenza significativa, mentre il Vaticano garantiva relazioni finanziarie privilegiate.

  4. 15 agosto 1971: il presidente Nixon pose fine unilateralmente alla convertibilità del dollaro in oro, completando la transizione alla moneta fiat. Questo passaggio finale consolidò un'architettura finanziaria globale in cui i tre centri di potere operavano attraverso direzioni e relazioni finanziarie interconnesse, indipendenti dai vincoli imposti dall'oro.

Sebbene il grafico qui sotto mostri una crescente digitalizzazione, il problema fondamentale non è il formato digitale in sé. Il concetto alla base di tecnologie come Bitcoin – creare asset digitali con proprietà potenzialmente resistenti alla centralizzazione – dimostra che la digitalizzazione da sola non è il problema. La preoccupazione principale è che il denaro diventi una semplice voce contabile in un registro centralizzato, modificabile senza i vincoli che un tempo imponeva l'oro fisico.

Forse nessun grafico illustra meglio l'impatto tangibile di questa trasformazione monetaria della divergenza tra produttività e retribuzione dei lavoratori, iniziata proprio quando gli Stati Uniti abbandonarono completamente il gold standard nel 1971, di quello seguente.

Quando le banconote della Federal Reserve sostituirono la valuta coperta dall'oro, si creò un sistema in cui, come osserva lo storico monetario Stephen Zarlenga, “ci viene chiesto di pagare i debiti, ma tutto ciò che ci viene dato dal sistema sono banconote di debito, ovvero moneta fiat, per ripagare quei debiti”. Questo paradosso monetario presenta una contraddizione fondamentale: “Come si può pagare un debito con un altro debito?”


Trasformazione del quadro giuridico

Cambiamenti nella filosofia del diritto

Le discrepanze documentali nel confronto tra la Costituzione e i quadri giuridici successivi, in particolare l'Uniform Commercial Code che ora regola la maggior parte delle transazioni commerciali, rivelano cambiamenti significativi nella filosofia del diritto. Gli storici del diritto hanno documentato come i principi di common law siano stati gradualmente sostituiti da concetti di diritto marittimo e commerciale.

La sentenza Erie Railroad Co. contro Tompkins (1938) ha modificato radicalmente l'applicazione del diritto nei tribunali federali, stabilendo che essi devono applicare il common law statale anziché il diritto federale generale nei casi di diversità. Gli studiosi hanno notato che ciò ha rappresentato un significativo allontanamento dai principi di common law verso quadri giuridici commerciali e statutari. In questo panorama giuridico il Titolo 28 U.S.C. § 3002(15)(A) fornisce una definizione particolarmente interessante, affermando che “Stati Uniti” significa “una corporazione federale”. Mentre l'interpretazione giuridica convenzionale considera questa definizione come una definizione della capacità degli Stati Uniti di funzionare come entità giuridica per scopi pratici, alcuni ricercatori suggeriscono che potrebbe avere implicazioni più profonde per la sovranità.

La distinzione tra “legale” e “legittimo” riflette una tensione filosofica tra i concetti di diritto naturale e i quadri normativi che risale a secoli fa nella giurisprudenza anglo-americana. Come ha osservato lo storico del diritto Albert Venn Dicey nella sua fondamentale opera, Introduzione allo studio del diritto costituzionale (1885), gli atti “legittimi” si allineano alle tradizioni di common law e ai diritti naturali, mentre gli atti “legali” traggono la loro validità esclusivamente dal diritto statutario creato dallo Stato.


Il paradosso della doppia identità: persona & proprietà

Forse l'aspetto più profondo di questa trasformazione risiede nel modo in cui ridefinisce l'identità individuale stessa. Gli esperti di giurisprudenza che esaminano i regolamenti del Dipartimento del Tesoro e le procedure di certificazione delle nascite hanno identificato un fenomeno curioso: la creazione di una doppia identità per ogni cittadino.

“Sebbene tecnicamente si sia una persona, si sono stipulati contratti di cui si è completamente all'oscuro, come il certificato di nascita, il codice fiscale, eccetera”, osserva il ricercatore giuridico Irwin Schiff. La distinzione tra persone fisiche ed entità giuridiche, saldamente consolidata in casi come Hale contro Henkel e Wheeling Steel Corp. contro Fox, crea un quadro giuridico in cui a ciascuna si applicano norme diverse. Alcuni analisti giuridici si sono chiesti se i sistemi di identificazione standardizzati creino effettivamente una “persona giuridica” distinta dalla persona fisica – un concetto a volte definito nella teoria del diritto come “finzione giuridica” – attraverso il quale le agenzie governative interagiscono principalmente con i cittadini. Sebbene questa interpretazione rimanga al di fuori della giurisprudenza dominante, la distinzione giuridica documentata tra persone fisiche e giuridiche fornisce un contesto per esaminare il modo in cui i sistemi amministrativi categorizzano ed elaborano l'identità dei cittadini.

Questa distinzione giuridica trova ulteriore supporto nel caso storico Santa Clara County contro Southern Pacific Railroad (1886), in cui la nota introduttiva della Corte Suprema dichiarò che le corporazioni sono “persone” ai sensi del Quattordicesimo Emendamento. Sebbene la Corte stessa non si sia mai pronunciata esplicitamente sulla personalità giuridica delle corporazioni nella sua sentenza ufficiale, questa nota introduttiva è comunque diventata il fondamento di oltre un secolo di giurisprudenza che ha trattato le corprorazioni come persone giuridiche. Le normative del Dipartimento del Tesoro codificano ulteriormente questa separazione tra persone fisiche ed entità giuridiche. La Pubblicazione 1075 del Dipartimento del Tesoro (Linee guida sulla sicurezza delle informazioni fiscali) stabilisce protocolli per la gestione delle informazioni identificative dei contribuenti attraverso una formattazione standardizzata, incluso l'uso di nomi in maiuscolo nei documenti ufficiali. Nel frattempo l'UCC §1-201(28) definisce il termine “organizzazione” includendo i “rappresentanti legali” in un modo che alcuni analisti giuridici suggeriscono possa comprendere l'identità legale registrata creata tramite certificazione di nascita, sebbene l'interpretazione giuridica prevalente differisca su questo punto.

La formalizzazione dell'identità dei cittadini attraverso la documentazione si è evoluta notevolmente nel corso dell'ultimo secolo. La ricerca dimostra che i sistemi di registrazione delle nascite svolgono molteplici funzioni governative oltre alle statistiche anagrafiche: stabilire lo stato di cittadinanza, consentire il monitoraggio delle imposte e facilitare l'idoneità ai programmi di assistenza sociale. Questa distinzione si manifesta nel modo in cui i sistemi giuridici interagiscono con gli individui rispetto alle loro identità documentate. Quando le istituzioni si rivolgono al vostro nome in lettere maiuscole, o con un titolo (Sig./Sig.ra), stanno interagendo con la finzione giuridica piuttosto che con la persona fisica. Ciò crea una biforcazione funzionale in cui i sistemi amministrativi si interfacciano principalmente con l'entità cartacea creata attraverso la registrazione, mentre l'individuo in carne e ossa esiste in un quadro giuridico separato: un cambiamento sottile ma profondo che altera radicalmente il rapporto tra cittadini e strutture di governance.

Mentre l'interpretazione giuridica tradizionale considera questi sistemi come necessità amministrative, alcuni teorici del diritto come Mary Elizabeth Croft si sono chiesti se la standardizzazione delle convenzioni di denominazione nei documenti ufficiali (incluso l'uso di nomi con iniziale maiuscola) significhi un cambiamento più radicale nel rapporto giuridico tra individui e Stato. Queste domande, sebbene ipotetiche, riflettono preoccupazioni più ampie su come i sistemi amministrativi mediano sempre più il rapporto tra cittadini e Stato.

Queste domande trovano un supporto contestuale in specifiche operazioni del Dipartimento del Tesoro. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti tiene traccia dei certificati di nascita attraverso i rapporti sulle statistiche degli Stati Uniti del Census Bureau. Ogni certificato di nascita riceve un numero univoco che passa attraverso la contabilità del Federal Reserve System, come descritto nella pubblicazione Modern Money Mechanics. Questa registrazione crea quello che la terminologia del Dipartimento del Tesoro definisce un “Certificato di Indebitamento” con procedure di registrazione specifiche nei conti diretti del Dipartimento del Tesoro. Mentre gli analisti finanziari tradizionali interpretano questi sistemi come un mero monitoraggio amministrativo, l'UCC §9-105 definisce una “garanzia certificata” in termini che possono applicarsi ai certificati di nascita registrati, in particolare se considerati insieme all'UCC §9-311, che disciplina il perfezionamento degli interessi di garanzia tramite l'archiviazione governativa, un sistema parallelo ai processi di registrazione delle nascite.

Alcuni ricercatori, tra cui David Robinson nel suo libro Meet Your Strawman and Whatever You Want to Know, propongono una teoria giuridica che suggerisce che i certificati di nascita creino un'entità giuridica separata – a volte chiamata “uomo di paglia” – distinta dalla persona fisica. Mentre le prospettive giuridiche tradizionali e le decisioni dei tribunali hanno costantemente respinto queste interpretazioni, i sostenitori delle stesse indicano l'uso peculiare di lettere maiuscole nei documenti governativi e l'assegnazione di identificatori numerici come prova di questo quadro di doppia identità.

Se pensate che questo sembri inverosimile, vi capisco. L'interpretazione più moderata vede questi sistemi di identificazione principalmente sviluppati per soddisfare esigenze pratiche di governance – standardizzare i registri di cittadinanza, abilitare i servizi sociali e creare identità legali coerenti – piuttosto che come strumenti finanziari. Ciononostante anche questa visione pragmatica riconosce che tali sistemi hanno alterato radicalmente il rapporto cittadino-Stato in modi che la maggior parte delle persone non comprende appieno. Ho avuto la stessa reazione, ma prima di scartarla del tutto vi incoraggio a esaminare la vostra documentazione: il nome in maiuscolo sulla vostra patente di guida, la dichiarazione sulla vostra tessera di previdenza sociale che dichiara che rimane di proprietà dell'ente governativo che l'ha rilasciata. I quadri normativi di cui stiamo discutendo sono nascosti in bella vista, in documenti con cui interagiamo quotidianamente ma che raramente mettiamo in discussione.

È importante riconoscere che i tribunali hanno costantemente respinto queste interpretazioni sia per motivi procedurali che sostanziali, e gli studiosi di diritto costituzionale sostengono che i certificati di nascita siano stati sviluppati principalmente per scopi pratici – tracciare i dati demografici, stabilire la cittadinanza e consentire l'accesso ai servizi pubblici – non come strumenti finanziari. Sebbene esista una distinzione giuridica tra persone fisiche ed enti giuridici (come stabilito nel caso Hale contro Henkel), la prospettiva giuridica dominante sostiene che ciò non supporta le affermazioni secondo cui la registrazione delle nascite crei una garanzia finanziaria. Tuttavia lo sviluppo di questi sistemi di identificazione e l'espansione dei sistemi bancari sono avvenuti parallelamente e hanno consentito nuove relazioni mediate amministrativamente tra individui e Stato.

Queste trasformazioni astratte hanno un impatto concreto sulla vita quotidiana dei cittadini. Si consideri la tassazione immobiliare: mentre il quadro costituzionale considerava la proprietà immobiliare un diritto fondamentale con forti tutele, gli attuali processi amministrativi possono portare al sequestro da parte del governo di un'abitazione per imposte non pagate – anche se interamente di proprietà della famiglia e senza mutui pendenti – spesso con un controllo giudiziario minimo. Questa sorprendente realtà significa che un proprietario di casa può perdere l'intero capitale per inadempienze fiscali relativamente minori. Oltre 5 milioni di americani hanno dovuto affrontare procedure di pignoramento immobiliare nell'ultimo decennio, a dimostrazione di come l'efficienza amministrativa prevalga sempre più sulla proprietà basata sui diritti.

Questi sistemi, nel loro insieme, costituiscono il fondamento di quella che ho precedentemente descritto come un'architettura per il monitoraggio delle attività umane – dalle transazioni finanziarie alle anamnesi mediche fino agli spostamenti fisici – segnando un profondo cambiamento nel modo in cui le strutture di governance interagiscono con la vita umana.

L'evoluzione documentata dell'amministrazione dell'identità – dalla registrazione facoltativa delle nascite alla registrazione obbligatoria con identificatori univoci – rappresenta una radicale riorganizzazione del rapporto dell'individuo con lo Stato. Come approfondiremo in seguito, questi sistemi hanno creato l'infrastruttura amministrativa necessaria per attuare cambiamenti di governance su larga scala attraverso quadri giuridici che pochi cittadini esaminerebbero direttamente.

Non è necessario accettare gli aspetti più ipotetici della teoria dell'uomo di paglia per osservare e considerare come la crescente documentazione e registrazione dei cittadini coincida con l'espansione dei sistemi finanziari. La crescita della registrazione delle nascite, del codice fiscale e dei sistemi di identificazione dei contribuenti ha creato nuovi modi di categorizzare e tracciare i cittadini, strettamente correlati a cambiamenti significativi nel settore bancario e finanziario: una correlazione documentata che vale la pena esaminare a prescindere dall'interpretazione del suo significato.

Questo concetto di finzione giuridica ha radici storiche più profonde di quanto molti credano. Il Cestui Que Vie Act del 1666, approvato dal Parlamento inglese in seguito al Grande Incendio di Londra, stabilì un quadro normativo per trattare qualcuno come giuridicamente “morto” pur essendo fisicamente vivo. Quando una persona era considerata “dispersa oltremare”, o comunque scomparsa da sette anni, poteva essere presunta morta a livello giuridico, creando una delle prime distinzioni sistematiche tra esistenza fisica e status giuridico.

Lo storico del diritto, David Seipp, osserva che ciò ha creato un quadro normativo in cui “il cestui que vie” (il beneficiario di un trust) poteva essere giuridicamente distinto dalla sua persona fisica. Sebbene originariamente affrontasse i diritti di proprietà durante periodi di spostamento, questo concetto di identità giuridicamente costruita, separata dalla persona fisica, ha stabilito un precedente che avrebbe poi influenzato i quadri giuridici moderni. I verbali parlamentari britannici confermano che questa legge è tuttora in vigore, con riferimento “aep/Cha2/18-19/11”, e con emendamenti registrati di recente nel 2009 attraverso il Perpetuities and Accumulations Act.

Questo sviluppo storico rappresenta un primo esempio della capacità del sistema giuridico di creare categorie distinte di “persona” che operano indipendentemente dall'esistenza naturale, un concetto che si sarebbe evoluto significativamente nei secoli successivi attraverso il diritto societario e le strutture di governance amministrativa.


Persone fisiche & Entità corporative

Questa distinzione giuridica tra persone fisiche ed entità corporative ha trovato espressione formale nella giurisprudenza americana attraverso diversi casi epocali. Nel caso Hale contro Henkel (1906), la Corte Suprema distinse esplicitamente tra diritti individuali e diritti societari, affermando: “L'individuo può far valere i suoi diritti costituzionali in quanto cittadino [...]. I suoi diritti sono quelli previsti dalla legge del Paese, ben prima dell'organizzazione dello Stato [...]. La corporazione è una creatura dello Stato”.

Questa sentenza stabilì che la personalità giuridica differisce dalla personalità fisica. Successivamente, nel caso Wheeling Steel Corp. contro Fox (298 U.S. 193, 1936), la Corte consolidò ulteriormente questo principio, affermando che “una corporazione può avere una personalità giuridica distinta dai suoi azionisti”.

Questa distinzione fondamentale tra diritti naturali e privilegi corprorativi creati dallo Stato rimane centrale nelle questioni relative alla natura sempre più societaria della governance. La Corte Suprema affermò che le corprorazioni esistono solo con il permesso dello Stato, mentre le persone fisiche hanno diritti intrinseci “antecedenti all'organizzazione dello Stato” – una distinzione filosofica con profonde implicazioni per la comprensione delle moderne strutture di governance.

Un certificato di costituzione datato 11 luglio 1919 indica un'entità denominata “Internal Revenue Tax and Audit Service, Inc.” con sede legale nel Delaware. Lo scopo dichiarato includeva la fornitura di servizi di contabilità e revisione contabile “in conformità con le leggi sull'Internal Revenue Service degli Stati Uniti”. Mentre gli storici interpretano tali entità come fornitori di servizi che stipulano contratti con il governo federale piuttosto che come il governo federale stesso, questo modello di entità aziendali parallele alle funzioni governative merita un esame approfondito per comprendere la natura ibrida, pubblico-privata, delle strutture amministrative americane.

Queste distinzioni giuridiche introducono una questione teorica sull'identità stessa. Se, come suggeriscono alcuni ricercatori giuridici, gli Stati Uniti hanno subito una trasformazione giuridica nel 1871 e la legislazione bancaria ha successivamente modificato i rapporti tra cittadini e governo, potrebbero esserci implicazioni sul modo in cui intendiamo la responsabilità nel sistema. Secondo questa prospettiva il rapporto tra cittadini e governo potrebbe essere riconcettualizzato in termini di responsabilità patrimoniale. Come suggerisce il costituzionalista Edwin Vieira Jr. nella sua analisi dei poteri monetari, se i cittadini fossero trattati come beni del governo federale (piuttosto che quest'ultimo fosse al servizio dei cittadini), ciò invertirebbe radicalmente il rapporto costituzionale e sposterebbe di conseguenza gli obblighi finanziari.

Al centro di questa analisi emerge una domanda fondamentale: se la personalità giuridica può essere separata dalla personalità fisica, ciò significa che i cittadini moderni vivono in uno stato giuridico biforcato, in cui la loro identità fisica, gli esseri umani, esistono secondo la legge naturale, ma la loro identità legale esiste all'interno di un quadro societario-commerciale? Se così fosse, ciò sarebbe in linea con la teoria secondo cui gli Stati Uniti, dopo il 1871, operano come un'entità aziendale piuttosto che come una vera e propria repubblica costituzionale. Mentre la legge del 1871 riorganizzò esplicitamente solo Washington D.C. come “ente municipale”, i sostenitori di questa teoria suggeriscono che ciò abbia avuto implicazioni più ampie per l'intera nazione. Sostengono che, poiché Washington D.C. è la sede del governo federale, la sua trasformazione in ente pubblico avrebbe di fatto creato una sede centrale aziendale da cui il resto del Paese sarebbe stato amministrato secondo principi simili. Questa interpretazione vede la riorganizzazione di Washington D.C. come il primo passo di un processo che avrebbe gradualmente esteso i quadri di governance aziendale a tutta la struttura federale. I critici sostengono che ciò oltrepassi il linguaggio esplicito di quella legge, che ne limita l'ambito di applicazione al Distretto stesso.

Le implicazioni sono profonde. Se queste interpretazioni sono corrette, allora gran parte di ciò che consideriamo obblighi finanziari personali potrebbe basarsi su un fraintendimento del nostro rapporto giuridico con l'ente pubblico stesso.

Dopo aver esaminato la trasformazione giuridica della governance e della cittadinanza americana, prendiamo ora in considerazione come modelli simili si manifestino negli affari internazionali contemporanei. In National Suicide: Military Aid to the Soviet Union, Sutton ha dimostrato che la matrice finanziario-giuridica si estende a livello globale. Ha scoperto che circa il 90% dello sviluppo tecnologico sovietico proveniva da trasferimenti e finanziamenti occidentali, dimostrando come i sistemi di controllo finanziario trascendano le apparenti divisioni geopolitiche. Quando le superpotenze rivali sono fondamentalmente sostenute dagli stessi interessi finanziari, le nozioni tradizionali di sovranità nazionale diventano sempre più discutibili. Questo è solo un esempio di interessi finanziari sovranazionali non eletti che operano oltre i confini nazionali e il controllo democratico.

Il quadro teorico della “sovranità gestita” offre una lente attraverso cui analizzare le moderne relazioni geopolitiche, in particolare nelle nazioni che subiscono un'influenza finanziaria esterna.


Casi di studio sulla sovranità moderna

Nazioni fiat: la sovranità moderna è un'illusione

Il modello di governance fondante degli Stati Uniti si basava su chiari principi documentati nella Dichiarazione d'Indipendenza e nella Costituzione. La documentazione storica mostra che i Padri fondatori istituirono esplicitamente un sistema in cui il potere fluiva dal popolo verso l'alto, piuttosto che dal sovrano verso il basso. Nel corso del tempo l'incessante aggiunta e sovrapposizione di strutture amministrative alla nostra Repubblica Costituzionale ha portato a una graduale inversione di questo rapporto di potere. Come affermò James Wilson, firmatario sia della Dichiarazione che della Costituzione, in resoconti contemporanei: “Il potere supremo risiede nel popolo, e questo non se ne separa mai”.

Questo concetto di sovranità artificiale segue lo stesso schema dei nostri sistemi monetari, scientifici e sociali, tutti mantenuti attraverso decreti e convinzioni collettive piuttosto che attraverso una sostanza intrinseca. Proprio come la nostra moneta trae valore dalla dichiarazione piuttosto che dal valore intrinseco, i moderni sistemi di governance traggono legittimità dall'autorità amministrativa piuttosto che dal consenso autentico.

Questa concezione originaria è in netto contrasto con la struttura di governance emersa dopo il 1871. Se esaminiamo le prove d'archivio provenienti da comunicazioni diplomatiche, registri bancari e decisioni giuridiche da quel periodo in poi, vediamo che la sovranità viene sempre più trattata come una merce piuttosto che come un diritto intrinseco dei popoli.


Ucraina: un caso di studio attuale sulla sovranità gestita

L'evoluzione della pressione finanziaria esterna, che crea opportunità per la ristrutturazione della sovranità, non è solo storica: continua a plasmare la geopolitica odierna. Forse l'esempio moderno dell'Ucraina illustra al meglio questa trasformazione. La storia documentata rivela una nazione la cui sovranità è stata ripetutamente ridefinita da potenze esterne.

Questo schema è iniziato anni fa. Nel 2008 il presidente George Bush dichiarò pubblicamente il forte sostegno degli Stati Uniti all'adesione dell'Ucraina alla NATO, affermando che “sostenere le aspirazioni dell'Ucraina per la NATO avvantaggia tutti i membri dell'alleanza”. Questo impegno pubblico per l'integrazione dell'Ucraina nella NATO è avvenuto nonostante le chiare valutazioni dell'intelligence statunitense che mettevano in guardia da una potenziale reazione russa.

Un cablogramma diplomatico classificato del 2008 (riferimento WikiLeaks: 08MOSCOW265_a) dell'allora ambasciatore Burns avvertiva esplicitamente che “l'ingresso dell'Ucraina nella NATO è la più luminosa di tutte le linee rosse per l'élite russa (non solo per Putin) [...]. Devo ancora trovare qualcuno che consideri l'Ucraina nella NATO qualcosa di diverso da una sfida diretta agli interessi russi”.

L'ipotesi che forze esterne all'Ucraina stessero attivamente gestendo la sua sovranità è diventata ancora più chiara nel 2014, quando il Sottosegretario di Stato, Victoria Nuland, è stata intercettata durante una telefonata trapelata in cui discuteva della scelta del prossimo leader ucraino dopo la rivolta di Euromaidan. In quella conversazione ha dichiarato all'ambasciatore statunitense in Ucraina, Geoffrey Pyatt: “Penso che Yats [Arseniy Yatsenyuk] sia la persona giusta”, dimostrando il diretto coinvolgimento degli Stati Uniti nella scelta del governo ucraino post-rivoluzionario.

La trascrizione della chiamata Nuland-Pyatt è disponibile al pubblico, a conferma di come l'intervento statunitense abbia plasmato il processo politico ucraino in momenti critici.

I meccanismi finanziari di controllo esterno sono diventati espliciti nel rapporto dell'Ucraina con l'FMI dopo il 2014. La First Review Under the Extended Arrangement dell'FMI per l'Ucraina, pubblicata nell'agosto 2015, descrive in dettaglio i requisiti di “condizionalità” che incidono sulla politica interna, tra cui riforme della governance, mandati di privatizzazione e ristrutturazione finanziaria. Queste condizioni rappresentano ciò che lo storico dell'economia, Michael Hudson, definisce “super-sovranità”, ovvero un'autorità esercitata dalle istituzioni finanziarie internazionali che sostituisce i governi nazionali eletti.

A ulteriore conferma della tesi della sovranità gestita, i dati finanziari mostrano che tra il 2014 e il 2022 l'Ucraina ha ricevuto miliardi in finanziamenti dall'FMI e dalla Banca Mondiale, con esplicite condizioni di governance, creando quella che gli economisti chiamano “condizionalità”, la quale ha limitato la capacità dell'Ucraina di prendere decisioni politiche indipendenti.

Più di recente, nel 2023, BlackRock, il più grande gestore patrimoniale al mondo, ha firmato un memorandum d'intesa con il governo ucraino per coordinare gli investimenti per la ricostruzione, illustrando ulteriormente come gli interessi finanziari si posizionino per influenzare lo sviluppo nazionale durante i periodi di vulnerabilità.

Seguendo il flusso di denaro e i cablogrammi diplomatici trapelati, possiamo osservare uno schema ricorrente: il controllo esterno sul panorama politico ed economico dell'Ucraina. Questo schema rivela come la sovranità moderna sia diventata sempre più una costruzione fiat, costruita attraverso il controllo finanziario e istituzionale. L'esempio dell'Ucraina rispecchia esattamente lo schema che abbiamo tracciato nella storia americana: la vulnerabilità finanziaria crea opportunità per una ristrutturazione della governance, spesso attuata da entità non elette e prive di lealtà verso i fondamenti costituzionali della nazione o il suo popolo. Proprio come il debito post-Guerra civile ha facilitato le modifiche della legge del 1871, la precarietà finanziaria dell'Ucraina ha permesso una riorganizzazione esterna della sua governance. I parallelismi sono troppo evidenti per essere ignorati.


Riflessioni sulla sovranità

La maggior parte delle persone che presta attenzione agli affari mondiali sa che esistono stati fantoccio. Lo riconosciamo quando i governi stranieri sono sostenuti, guidati dalla leva economica, o addirittura controllati da forze esterne. L'unico vero dibattito riguarda quali Paesi rientrino in questa categoria.

Ma mentre molti riconoscono questa realtà all'estero, la rifiutano per gli Stati Uniti – la nazione più indebitata al mondo, con un sistema finanziario direttamente legato agli interessi del private banking.

Proprio come una nazione relativamente giovane come l'Ucraina può essere apertamente influenzata da interessi finanziari esterni, qualsiasi Paese gravato dal debito si trova ad affrontare vulnerabilità simili. Perché l'economia più potente del mondo, con un debito pubblico sbalorditivo, dovrebbe esserne immune? Si applicano gli stessi principi, solo su scale diverse: la vulnerabilità finanziaria crea punti di leva per l'influenza esterna, indipendentemente dalle dimensioni o dal potere di una nazione.

È davvero possibile che una nazione che si indebita incessantemente con istituzioni finanziarie private, il cui sistema monetario è controllato non dai suoi rappresentanti eletti ma da una banca centrale privata, sia in qualche modo completamente sovrana?


Debito pubblico e finanza globale

Cos'è particolarmente sorprendente in questo contesto? Ecco come il debito pubblico potrebbe essere visto attraverso i principi di consenso pubblico e legittimità. I ​​registri del Dipartimento del Tesoro mostrano che il debito pubblico è cresciuto da circa $2,2 miliardi nel 1871 a oltre $34.000 miliardi oggi. I registri finanziari documentano che questo debito è in gran parte detenuto da interessi bancari privati. Se i cittadini sono funzionalmente una garanzia per questo debito (come suggerito dallo status giuridico unico dei certificati di nascita e dei numeri di previdenza sociale), cosa significa tutto questo per i concetti di libertà e consenso?

Ancora più importante, la natura paradossale del nostro sistema monetario – in cui il debito è destinato a essere ripagato con strumenti di debito – rappresenta una delle trasformazioni più significative e allo stesso tempo meno comprese dell'economia moderna.


Il Mago di Oz: un'allegoria finanziaria?

Tra le interpretazioni più intriganti della cultura americana c'è la lettura de Il Meraviglioso Mago di Oz di L. Frank Baum come potenziale allegoria monetaria. Pubblicato durante gli accesi dibattiti sul gold standard che dominarono le elezioni presidenziali del 1896 e del 1900, il libro contiene elementi che gli studiosi hanno identificato come potenziali commenti economici.

Il Mago di Oz mi ha colpito in modo diverso quando l'ho riletto dopo questa ricerca. Quella che un tempo mi piaceva come una semplice fiaba si è improvvisamente rivelata qualcosa di più profondo: Dorothy e i suoi compagni affrontano il Mago onnipotente, solo per scoprire che dietro l'elaborata illusione si cela un uomo piccolo e insignificante che manovra delle leve. È una metafora perfetta di come percepiamo l'autorità: grandiosa, intimidatoria e onnipotente, finché non osiamo guardare dietro le quinte.

Prendiamo in considerazione questi parallelismi proposti da alcuni studiosi, sebbene sia ancora dibattuto se Baum intendesse davvero queste connessioni.

Dorothy percorre la Strada di Mattoni Gialli (gold standard) con scarpe d'argento (sostituite nel film con scarpette di rubino). Questo rispecchia il principale dibattito monetario dell'epoca: se basare il dollaro esclusivamente sull'oro, o includere l'argento in un sistema bimetallico.

Il simbolismo del personaggio si estende ulteriormente ai contesti giuridici e finanziari. Lo spaventapasseri – l'“uomo di paglia” senza cervello – offre un parallelo particolarmente avvincente con il concetto giuridico di persona. Gli analisti giuridici notano che quando lo spaventapasseri chiede un cervello al Mago, riceve solo un certificato, proprio come un certificato di nascita crea una “persona” giuridica distinta dall'essere umano vivente. Come spiega l'avvocato Mary Elizabeth Croft nella sua analisi della persona giuridica: “L'uomo di paglia rappresenta la finzione giuridica creata alla nascita – un'entità priva di coscienza, o volontà propria, ma che si interfaccia con il sistema finanziario-giuridico”. Questa interpretazione è rafforzata da sentenze come Pembina Consolidated Silver Mining Co. contro Pennsylvania (1888), la quale ha stabilito un precedente per il trattamento di entità non umane come “persone” giuridiche ai sensi del XIV Emendamento. Sebbene molti esperti giuridici respingano la “teoria dell'uomo di paglia” come una semplificazione eccessiva di strutture giuridiche complesse, i parallelismi rimangono stimolanti. La giurisprudenza tradizionale considera le distinzioni di personalità nel diritto societario come finzioni giuridiche pragmatiche, concepite per facilitare il commercio, non per convertire l'identità umana in strumenti finanziari. I tribunali hanno uniformemente respinto le tesi basate sulla teoria dell'uomo di paglia, che Wikipedia nota essere riconosciuta dalla legge come una “truffa” e l'IRS la considera un'argomentazione frivola e multa chi la rivendica nelle proprie dichiarazioni dei redditi. I tribunali hanno respinto queste interpretazioni principalmente per motivi procedurali (non trovando alcuna base giuridica) e osservando che le convenzioni di capitalizzazione nei documenti legali servono a scopi amministrativi piuttosto che a creare entità giuridiche separate, e che il Congresso non ha mai autorizzato esplicitamente la conversione dello status di cittadino in strumenti finanziari. Tuttavia la distinzione tra persone fisiche e giuridiche nel nostro sistema di governance – indipendentemente dall'intento originario – ha creato un duplice quadro in cui le interazioni con il governo federale avvengono sempre più attraverso questa identità giuridicamente costruita piuttosto che come individui naturali.

L'uomo di latta presenta uno dei parallelismi più affascinanti. Oltre a rappresentare lavoratori industriali disumanizzati dall'industrializzazione, alcuni ricercatori hanno notato che “TIN” potrebbe essere letto come un primo riferimento al concetto di numeri di identificazione. Più specificamente, alcune interpretazioni suggeriscono che “TIN” faccia riferimento direttamente ai numeri di identificazione fiscale. Il suo stato arrugginito e congelato, dopo aver lavorato fino allo sfinimento, rispecchia il modo in cui il sistema fiscale estrae valore dal lavoro fino a immobilizzare finanziariamente i cittadini. La sua ricerca di un cuore riflette il vuoto spirituale di un sistema che riduce gli esseri umani a unità economiche. Quando il mago gli dà un orologio che ticchetta invece di un cuore vero, simboleggia come misure artificiali (es. il PIL, le entrate fiscali, o i punteggi di credito) sostituiscano il vero benessere umano nella politica economica.

Il leone codardo è stato interpretato come William Jennings Bryan (il candidato presidenziale populista), o come rappresentante di figure autoritarie che mantengono il potere attraverso l'intimidazione, ma crollano quando vengono sfidate. Nella storia il mago gli conferisce un “Premio di Riconoscimento Ufficiale” – una credenziale priva di significato che tuttavia soddisfa il suo desiderio di status. Gli storici politici hanno tracciato parallelismi tra il leone e figure politiche che hanno l'autorità costituzionale di sfidare i poteri finanziari, ma non hanno il coraggio di farlo. I documenti del Congresso relativi ai dibattiti sul Federal Reserve Act mostrano numerosi rappresentanti che esprimono preoccupazione per la legislazione, pur cedendo infine agli interessi bancari. La medaglia che il leone riceve rappresenta gli onori vuoti conferiti a figure politiche che mantengono lo status quo piuttosto che affrontare il potere.

La strega cattiva dell'Ovest con la sua “polizia” scimmia volante rappresenta un interessante parallelo con i sistemi di controllo. I documenti storici mostrano che il periodo di pubblicazione del libro coincise con l'espansione delle moderne forze di polizia e il loro crescente utilizzo per controllare le agitazioni sindacali.

Il campo di papaveri in cui Dorothy si addormenta presenta un'altra curiosa coincidenza. Documenti storici attestano che, proprio in quel periodo, l'Impero britannico era effettivamente il più grande trafficante di oppio al mondo, in particolare in Cina – un fatto accertato nei registri parlamentari e nei documenti commerciali dell'epoca.

La città di smeraldo richiede ai visitatori di indossare occhiali verdi, creando un'illusione di ricchezza e abbondanza – forse a dimostrazione di come la percezione della prosperità possa essere manipolata.

Il mago stesso crea un'immagine imponente attraverso meccanismi elaborati, pur essendo in realtà, per usare le sue stesse parole, “un uomo molto buono, ma un pessimo mago”. I verbali del Congresso dell'epoca contengono numerosi discorsi che paragonano l'establishment bancario a maghi manipolatori che creano illusioni di prosperità nascondendo i meccanismi del loro controllo.

Il ruolo di Toto come rivelatore della verità assume ulteriore significato se si considera la radice latina del suo nome. In toto significa “in tutto” o “completamente”, suggerendo che solo attraverso la completa consapevolezza si possono dissipare le illusioni di potere. Proprio come Toto svela l'elaborata macchina dell'inganno del mago, un esame approfondito delle strutture legali e finanziarie svela i meccanismi alla base della politica monetaria e della governance. Questa consapevolezza rappresenta ciò che il giurista Bernard Lietaer ha definito “alfabetizzazione monetaria”, ovvero la capacità di guardare oltre le narrazioni ufficiali riguardo i sistemi finanziari.

Simili a una realtà costruita nella narrativa popolare in cui un protagonista ignaro vive in un ambiente controllato, i sistemi finanziari e di governance che plasmano la nostra vita quotidiana operano dietro una facciata attentamente curata. Le percezioni artificiali – che si tratti di prosperità, sicurezza, o libertà – fungono da potenti strumenti di gestione sociale, uno schema che si ripete in molteplici ambiti della vita contemporanea.

Se Baum avesse avuto coscienza di questi parallelismi è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi di letteratura; alcuni sostengono che il libro sia stato scritto principalmente come intrattenimento per bambini. In ogni caso, l'allineamento tra gli elementi della storia e i dibattiti monetari del suo tempo è ben documentato in molteplici analisi accademiche. Le storie spesso servono come veicolo per idee che potrebbero essere troppo controverse se presentate direttamente. Il Mago di Oz potrebbe essere tra gli esempi più riusciti di codifica della critica economica nella cultura popolare?

Se questa lettura di un'amata storia per bambini sembra inverosimile, lo capisco. Inizialmente la pensavo allo stesso modo, ma proprio come ho iniziato a notare degli schemi una volta che li ho cercati, vi invito a vedere questi simboli sotto una nuova prospettiva. Ciò che inizialmente sembra una coincidenza potrebbe rivelare un disegno più profondo se esaminato collettivamente.


Esaminare le prove

Se applichiamo l'approccio delineato da Mark Schiffer in The Pattern Recognition Era, dovremmo cercare modelli coerenti in più fonti piuttosto che affidarci a singole fonti. Esaminando la documentazione storica relativa alla legge del 1871 e ai successivi sviluppi finanziari, emergono diversi modelli.

Trasformazione giuridica: il Congressional Record e i testi giuridici del periodo mostrano un netto cambiamento nel modo in cui gli Stati Uniti venivano descritti nei documenti legali prima e dopo il 1871. La presenza di “STATI UNITI” in lettere maiuscole (il formato tipicamente utilizzato per le società nei documenti legali) diventa sempre più comune dopo questo periodo.

La cronologia documentata di queste trasformazioni rivela un'implementazione metodica:

• 1861-1865: la Guerra civile americana crea straordinarie pressioni finanziarie che, secondo alcuni ricercatori, hanno causato la crisi necessaria per alterare radicalmente la struttura della nazione;

• 1862: viene istituito l'Internal Revenue Service, inizialmente come misura temporanea in tempo di guerra;

• 1866: il Civil Rights Act dichiara cittadini tutti i nati negli Stati Uniti, il che, secondo alcuni analisti giuridici, converte i diritti naturali in privilegi garantiti all'interno di una struttura corporativa;

• 1871: il District of Columbia Organic Act riorganizza la governance di Washington D.C. utilizzando un linguaggio coerente con la costituzione corporativa;

• 1902: la Pilgrims Society viene fondata a Londra e New York, creando una rete transatlantica d'élite che collega gli interessi finanziari oltre i confini nazionali;

• 1913: il XVI Emendamento istituisce l'imposta federale sul reddito, garantendo un diritto diretto sulla produttività dei cittadini;

• 1913: il Federal Reserve Act crea un sistema bancario centrale, un'entità privata con una notevole indipendenza dal controllo pubblico.

Ciascuno di questi sviluppi, documentato nei documenti del Congresso e nelle fonti primarie, rappresenta un netto cambiamento dalla repubblica costituzionale istituita dai Padri fondatori verso un sistema con caratteristiche più coerenti con la gestione aziendale che con l'autogoverno.

Controllo finanziario: i documenti del Dipartimento del Tesoro mostrano che, dopo la legge del 1871, il debito pubblico americano crebbe notevolmente e fu sempre più detenuto da interessi bancari internazionali. I principali documenti finanziari di questo periodo dimostrano come il controllo sulla politica monetaria si sia gradualmente spostato dai funzionari eletti agli interessi bancari privati, culminando nel Federal Reserve Act del 1913.

Sviluppo mondiale in parallelo: gli archivi diplomatici rivelano che ristrutturazioni aziendali simili si verificarono in altre nazioni nello stesso periodo, spesso a seguito di crisi finanziarie e sempre con conseguente e maggiore controllo da parte degli interessi bancari internazionali.

Discordanze documentali: confrontando la Costituzione con i quadri giuridici successivi, in particolare l'Uniform Commercial Code che ora regola la maggior parte delle transazioni commerciali, emergono significativi cambiamenti nella filosofia del diritto. Gli studiosi del diritto hanno documentato come i principi di common law siano stati gradualmente sostituiti da concetti di diritto marittimo e commerciale.

Connessioni massoniche: i documenti storici svelano un altro elemento intrigante in questa narrazione. La pagina Wikipedia del Trattato di Washington (1871) mostra immagini di firmatari britannici e americani che mostrano quello che gli storici hanno identificato come il gesto massonico della “mano nascosta”, una posa specifica in cui una mano è infilata nella tunica in un modo particolare. I resoconti storici confermano che la massoneria era estremamente influente tra le élite politiche di quel periodo, con registri di appartenenza che mostrano una percentuale significativa di funzionari governativi appartenenti a logge massoniche. Questo, a una mente perspicace, instilla il dubbio che i negoziati fossero determinati esclusivamente da interessi nazionali dichiarati pubblicamente, alludendo a influenti affiliazioni che operavano sotto la superficie.

Come ha osservato Edward Bernays in una citazione che ho esaminato nel saggio L'industria dell'informazione: “La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini e delle opinioni organizzate delle masse è un elemento importante nella società democratica”. I cambiamenti osservabili nelle strutture giuridiche e finanziarie americane dopo il 1871 si potrebbe ragionevolmente interpretare come una “manipolazione consapevole e intelligente” descritta da Lippmann.

Nonostante mesi di ricerca su questo argomento, rimangono domande cruciali. La tempistica delle trasformazioni qui descritte suggerisce un coordinamento, ma la documentazione non riesce a dimostrare l'intenzionalità. Gli obelischi simili in tre centri finanziari potrebbero essere una coincidenza, sebbene la probabilità statistica sembri bassa. E forse la cosa più sconcertante: se questi modelli rappresentano davvero una trasformazione fondamentale nella governance, perché questa interpretazione è rimasta completamente al di fuori del dibattito pubblico?


Affrontare le interpretazioni dominanti

Esaminando questi modelli storici, ho attentamente considerato le spiegazioni convenzionali.

Storici della finanza come Charles Kindleberger ed economisti come Ben Bernanke interpretano gli sviluppi delle banche centrali come necessarie riforme di stabilizzazione che hanno ridotto la volatilità economica piuttosto che come trasferimenti di sovranità.

Esperti di diritto amministrativo come Jerry Mashaw sostengono che l'espansione burocratica rappresenti una professionalizzazione della governance piuttosto che una ristrutturazione costituzionale, sottolineando il continuo controllo democratico attraverso il bilancio del Congresso e il controllo giurisdizionale.

Queste interpretazioni forniscono valide osservazioni sui singoli sviluppi. Ciò che è significativo, tuttavia, non è il singolo cambiamento, ma il modello cumulativo e la direzionalità condivisa di queste trasformazioni. Persino gli studiosi convenzionali riconoscono che questi sviluppi hanno alterato collettivamente il rapporto cittadino-governo federale, sebbene non siano d'accordo sul fatto che essi rappresentino adattamenti legittimi o preoccupanti deviazioni dai principi fondanti. Ad esempio, lo storico dell'economia Charles Goodhart sostiene che lo sviluppo delle banche centrali abbia seguito un'evoluzione naturale basata su esigenze finanziarie pratiche piuttosto che su una progettazione orchestrata. La sua analisi dettagliata dello sviluppo della Banca d'Inghilterra suggerisce che molti modelli di centralizzazione siano emersi dalla risposta alle crisi piuttosto che da una pianificazione premeditata. Sebbene ciò non invalidi l'approccio basato sul riconoscimento di modelli, offre una lente alternativa per interpretare gli stessi eventi storici.

Vale la pena riconoscere che queste trasformazioni hanno portato alcuni benefici pratici: riduzione della frequenza delle crisi finanziarie, standardizzazione dei diritti tra le diverse giurisdizioni e competenze specialistiche nell'affrontare sfide complesse. La domanda non è se questi cambiamenti abbiano portato benefici, ma se i cittadini avrebbero acconsentito a questi compromessi se fossero stati presentati in modo trasparente anziché implementati gradualmente nel corso delle generazioni.


Domande che richiedono risposte

Le prove presentate indicano un modello che tocca il cuore della nostra comprensione della governance, della cittadinanza e della sovranità moderne.

Cosa accadde esattamente nel 1871? Se il cambiamento documentato nel linguaggio giuridico e nelle decisioni giudiziarie rifletteva realmente una trasformazione della natura fondamentale dell'America, perché questo non viene insegnato in nessun programma di storia standard? Il Congressional Record contiene il testo completo di questi dibattiti: perché sono praticamente sconosciuti alla maggior parte dei cittadini? Ancora più fondamentale, qual è la natura del denaro stesso in questo sistema? Come discusso in precedenza, le banconote della Federal Reserve sono esplicitamente etichettate come “banconote” – strumenti finanziari che rappresentano debito, non attivi. Ciò crea un paradosso che abbiamo esaminato in precedenza: come si può saldare un debito con un altro debito? Questo paradosso monetario rappresenta una trasformazione fondamentale che pochi cittadini comprendono. Quando la moneta è passata dal rappresentare valore accumulato a rappresentare obbligazioni di debito, ha fondamentalmente invertito le relazioni economiche. Le banconote della Federal Reserve che utilizziamo come “moneta” sono, per loro natura, strumenti che creano una circolazione perpetua di debito piuttosto che uno scambio di valore – un sistema che richiede una crescita continua non per il bene della prosperità, ma per servire il debito in espansione che costituisce la nostra base monetaria. Questa contraddizione suggerisce che l'intero sistema finanziario potrebbe funzionare secondo principi fondamentalmente diversi da quelli che la maggior parte dei cittadini comprende.

Perché questo simbolismo persistente? Se il collegamento tra la City di Londra, la Città del Vaticano e Washington D.C. è puramente casuale, perché questi tre centri espongono obelischi egizi? Perché le immagini documentate del periodo in cui furono istituite queste strutture di governo contengono un simbolismo massonico? Dobbiamo credere che questi modelli rappresentino mere preferenze estetiche piuttosto che una comunicazione intenzionale?

Perché questa discussione viene messa da parte? Forse la domanda più significativa è: perché le discussioni su questi fatti storici documentati incontrano spesso resistenze istituzionali? Quando vengono presentate interpretazioni alternative di documenti del Congresso, decisioni giudiziarie e documenti del Dipartimento del Tesoro, a volte vengono respinte piuttosto che confrontate con le prove storiche e le loro potenziali implicazioni.

Come si presenterebbe la vera sovranità? Se le prove suggeriscono che il nostro sistema attuale rappresenta una forma di sovranità gestita, o fiat, cosa richiederebbe un ritorno a un autentico autogoverno? Quali cambiamenti specifici alle strutture legali, finanziarie e di governative ripristinerebbero la repubblica costituzionale immaginata dai Padri fondatori dell'America?

Queste domande non sono meramente accademiche: colpiscono le fondamenta del nostro contratto sociale. Se il consenso dei governati è stato effettivamente aggirato attraverso meccanismi giuridici che praticamente nessun cittadino comprende, cosa significa tutto questo per la legittimità del nostro sistema attuale?

I documenti esistono, le decisioni giudiziarie sono registrate, i rapporti finanziari sono documentati. Ciò che resta da fare è esaminare queste prove e trarre le proprie conclusioni sulla natura del sistema in cui viviamo.


Dalla consapevolezza all'azione

Se le prove vi convincono che almeno alcuni aspetti del nostro sistema di governance funzionano in modi fondamentalmente diversi da ciò che ci hanno insegnato, cosa succede allora? Ecco un quadro di riflessione che passa dalla consapevolezza individuale all'azione collettiva:

Comprensione individuale

• Esame dei documenti: confrontate i vostri documenti giuridici con la Costituzione, prestando particolare attenzione alla terminologia, all'uso delle maiuscole e agli identificatori numerici che potrebbero indicare la registrazione come strumenti finanziari;

• Ricerca di fonti primarie: esaminate direttamente le decisioni dei tribunali (in particolare Hale contro Henkel, che distingue la persona fisica da quella giuridica), i documenti del Congresso e i documenti del Dipartimento del Tesoro anziché basarvi su interpretazioni;

• Educazione finanziaria: comprendete come funzionano i sistemi monetari, come viene creata la moneta e come funziona il debito pubblico studiando fonti primarie come i dibattiti del Congresso sul Federal Reserve Act e la transizione dal gold standard;

• Coinvolgimento della comunità: condividete queste conoscenze in gruppi di studio e forum di discussione locali che trascendono le tradizionali divisioni politiche, concentrandovi sui principi costituzionali e sulle tradizioni di common law.

Coinvolgimento sistemico

• Sostenete iniziative di trasparenza indipendentemente dall'affiliazione politica;

• Perorate la chiarezza giuridica sul rapporto tra cittadini e strutture di governance;

• Sostenete la divulgazione esplicita quando i documenti riguardano la vostra persona giuridica rispetto alla persona fisica.

Soprattutto iniziate con la vostra documentazione. Esaminate la vostra patente di guida, il certificato di nascita, la tessera di previdenza sociale, i documenti del mutuo e altri documenti ufficiali. Prestate attenzione alle modalità di scrittura del vostro nome, la terminologia giuridica specifica utilizzata e come venite identificati in questi sistemi. Confrontate questo linguaggio con quello utilizzato nei contratti aziendali. Questo esame personale non richiede conoscenze specialistiche, solo attenzione ai dettagli e la volontà di mettere in discussione i quadri normativi che avete dato per scontati. Se questi sistemi funzionano come descritto in questa analisi, le prove saranno visibili nei documenti che definiscono il vostro rapporto con lo Stato.

La strada da percorrere non riguarda la politica di parte, ma le questioni fondamentali di consenso e sovranità. Thomas Jefferson osservò che una cittadinanza informata è l'unico vero fondamento della governance democratica: “Se una nazione si aspetta di essere ignorante e libera, in uno status di civiltà, si aspetta l'impossibile e qualcosa che non accadrà mai”.

Se vogliamo rivendicare la nostra sovranità, dobbiamo prima agire per capire cosa viene fatto senza il nostro consenso. Ponendo domande più approfondite sulla natura della sovranità, del denaro e della cittadinanza diamo inizio al processo essenziale di ripristino di una comprensione autentica, senza la quale nessun sistema di governance può davvero rivendicare legittimità.

La mia ricerca mi ha portato da un interesse superficiale per i sistemi giuridici a interrogativi più profondi su governance, denaro e identità. Questa indagine storica rivela le fondamenta su cui sono stati costruiti gli attuali meccanismi di controllo tecnologico. Le prove dimostrano chiaramente che cambiamenti strutturali significativi si sono verificati nella governance americana tra il 1871 e il 1933, rimodellando il rapporto costituzionale instaurato dai Padri fondatori.

Questi cambiamenti strutturali hanno creato uno Stato amministrativo che ora opera attraverso sistemi digitali che estendono la visione di Wilson di una governance basata su esperti a una governance basata su algoritmi, mantenendo la stessa illusione di rappresentanza e sottraendo ulteriormente il processo decisionale all'influenza dei cittadini.

Se solleviamo il sipario come Toto nel Mago di Oz, potremmo scoprire che il sistema di governance che presumiamo legittimo non è, in realtà, altro che un'elaborata illusione giuridica, la quale persiste solo finché non riusciamo a riconoscerla.


Conclusione: uno sguardo dietro le quinte

Le prove presentate in questa analisi non dimostrano in modo definitivo una singola cospirazione per trasformare l'America da una repubblica costituzionale a un'entità aziendale; documentano un modello di cambiamenti incrementali nei quadri giuridici, nei sistemi finanziari e nelle strutture amministrative che, visti nel complesso, suggeriscono un profondo cambiamento nel modo in cui opera la governance.

Ciò che può essere stabilito con certezza da fonti primarie include:

  1. Il linguaggio utilizzato per stabilire la governance di Washington nel 1871 impiegava una terminologia aziendale diversa da quella dei documenti costituzionali fondanti;

  2. Le decisioni della Corte Suprema hanno distinto sempre più tra persone fisiche ed entità giuridiche;

  3. Il controllo della politica monetaria si è spostato sostanzialmente dai rappresentanti eletti agli interessi bancari;

  4. I sistemi amministrativi per l'identificazione dei cittadini si sono espansi parallelamente ai quadri finanziari.

Se questi sviluppi rappresentino adattamenti pragmatici alle sfide della governance moderna, o una trasformazione più radicale della sovranità, rimane aperto all'interpretazione. Ciò che conta è riconoscere che i nostri sistemi attuali potrebbero operare su principi fondamentali completamente diversi da ciò che la maggior parte dei cittadini comprende, o a cui ha esplicitamente acconsentito.

Proprio come accettiamo abitualmente i termini di servizio senza leggerli, navighiamo nei sistemi di governance senza comprenderne i veri parametri. Prendete i vostri documenti, condividete le vostre scoperte e mappiamo insieme questa foresta. Qualunque siano le conclusioni che trarrete, spero che ispirino la stessa curiosità e lo stesso pensiero critico che hanno guidato la mia indagine. Se questa analisi vi convince, prendete in considerazione l'idea di sostenere una maggiore trasparenza nella politica monetaria, di sostenere iniziative di educazione costituzionale, o semplicemente di condividere queste domande con altri. Il percorso per rivendicare una vera sovranità inizia con la comprensione dei sistemi che attualmente governano le nostre vite.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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