venerdì 28 dicembre 2018

La macroeconomia ha perso la strada maestra





di Alasdair Macleod


Il padre della macroeconomia moderna è Keynes. Prima di Keynes le considerazioni macroeconomiche erano saldamente radicate nell'azione umana, le preferenze personali e le scelte esercitate dagli individui nel contesto di guadagni/profitti. Per dare un ruolo allo stato, Keynes ha dovuto allontanarsi dall'azione umana ed escogitare un ruolo di gestione positivo per i pianificatori centrali. Questo era lo scopo non dichiarato dietro la sua Teoria Generale dell'Occupazione, dell'Interesse e del Denaro.

Fino ad oggi, i suoi seguaci hanno sostenuto che la macroeconomia è diversa dalle azioni individuali, ed i fattori che determinano il comportamento degli individui non sono gli stessi di quelli che determinano l'economia in generale. Questo articolo spiega perché non può essere vero, perché le credenze macroeconomiche moderne sono fondamentalmente errate e perché l'interventismo non solo non è riuscito a produrre benefici per la popolazione, ma ha avuto un costo economico non indifferente.



L'errore di base

Di recente Martin Wolf (capo redattore del FT e capo commentatore economico) ha presentato un programma intitolato Economics 101 su BBC Radio 4, in cui ha sollevato la questione se una democrazia possa funzionare quando gli elettori hanno una scarsa idea di come funziona l'economia e perché ci sia stato così poco sforzo per insegnare l'economia nelle scuole. Gli economisti intervistati, Larry Summers, Joseph Stiglitz e lo stesso Wolf, sono fortemente pro-keynesiani e il programma non ha fatto menzione del fatto che ci sono diverse scuole di pensiero economico. La questione di quali informazioni dovessero essere fornite al pubblico non è mai stata affrontata, ed è chiaramente il punto di vista keynesiano.

Wolf è probabilmente il commentatore economico più anziano nei media britannici, e si può quindi capire perché la BBC, un'emittente statale il cui mandato specifico è quello di essere imparziale in materia di opinioni, ha pensato di ingaggiare una figura così altisonante per presentare il programma e per invitare noti economisti. La stragrande maggioranza degli ascoltatori è altrettanto probabile che sia d'accordo con lui. Inoltre lo stesso Wolf, essendo keynesiano, probabilmente pensa che qualsiasi altra teoria economica sia semplicemente sbagliata.

All'inizio del programma è stata affrontata la presunta disconnessione tra esperienza economica individuale e macroeconomia. Wolf descrive il problema come l'errore della composizione: l'errore di supporre che qualcosa che è vera per una parte dell'economia debba anche essere vera per tutta l'economia. Larry Summers è d'accordo:
C'è una tendenza da parte delle persone a confondere le virtù individuali con un risultato pubblico migliore. Quindi stringere la cinta potrebbe essere una buona cosa per la mia famiglia, perché avrò più soldi in seguito, ma se tutti stringono la cinta, dato che la mia spesa è il reddito di qualcun altro, il risultato, come sottolineò Keynes, può essere la sostanziale contrazione dell'economia. Ed è quel tipo di caso in cui il comportamento individuale e ciò che è buono a livello individuale, differisce da ciò che è buono a livello nazionale. E questa cosa è di difficile comprensione per il pubblico in generale.

Né il pubblico dovrebbe tentare di capirlo. L'errore qui è uno fondamentalmente: estrapolare ciò che farà una singola persona dalle possibili azioni della popolazione nel suo insieme. Il modo migliore per illustrare l'errore, è prendere in considerazione il sound money e confrontarlo col denaro fiat.



Perché questa versione della fallacia della composizione è sbagliata

Col sound money, cioè oro o sostituti che sono completamente coperti dall'oro fisico, il comportamento umano si autocorregge attraverso il meccanismo dei prezzi; l'unica eccezione possibile è che si verifichi un disastro naturale, al contrario di quello economico. Una comunità regola la quantità di denaro che collettivamente detiene attraverso le preferenze relative ai beni. Se, ad esempio, i cambiamenti sociali impongono che le persone aumentino la loro preferenza per il denaro, allora i prezzi delle merci in generale si adegueranno diminuendo. Col sound money, le persone decidono quanto hanno bisogno per i loro scopi immediati e quanto mettere da parte.

Entrano in gioco due meccanismi di correzione. Il primo è quello domestico, per cui un aumento dei risparmi fornisce un aumento del capitale disponibile per gli investimenti nella produzione. Il calo dei tassi d'interesse che deve riflettere un passaggio dal consumo immediato ad un aumento del risparmio, consente alle imprese di investire in una produzione più efficiente a margini più bassi, e quindi tornare ad essere redditizie a prezzi inferiori.

Il secondo meccanismo di correzione è attraverso l'arbitraggio. Altre comunità che non hanno cambiato le loro preferenze nei confronti del denaro, tenderanno ad acquistare beni a prezzi più economici da quelle che invece hanno aumentato la loro preferenza per il denaro. In base allo stesso meccanismo, una comunità che al margine aumenta le sue preferenze per i beni, vedrà aumentare i prezzi locali e, a causa della riduzione dei risparmi che ne consegue, i tassi d'interesse locali tenderanno a salire. Parte dei soldi indirizzati alla spesa corrente è probabile che venga spesa per beni importati i cui prezzi non sono ancora aumentati, e in questo modo parte del surplus di denaro derivante dalla maggiore preferenza per i beni finisce per essere esportato in altre comunità, ed i loro prezzi si riequilibrano.

In ogni caso, col sound money i cambiamenti nelle preferenze generali avranno sempre un effetto marginale e correttivo piuttosto che dirompente. Le variazioni dei tassi d'interesse che derivano da cambiamenti nelle preferenze tra possesso di denaro o beni, sono relativamente piccole rispetto ad un ambiente economico in cui c'è il denaro fiat. Questo non è difficile da capire, ma Keynes nel Capitolo 21, sezione III della sua Teoria Generale scrisse di non comprendere i prezzi, i quali rappresenterebbero sempre il rapporto tra denaro e beni. L'errore di composizione cui fa riferimento Martin Wolf non può avvenire in mercati liberi e può avvenire solo a seguito di una reazione della popolazione all'intervento statale. Anche così, il risultato previsto dalla fallacia della composizione è solo parzialmente possibile. La cosiddetta fallacia della composizione non può avvenire in presenza di sound money, ci vuole il denaro fiat di Keynes per avallarla. La fallacia della composizione è di per sé una fallacia.

Il motivo per questo cul-de-sac nella logica keynesiana è semplicemente quello di indebolire l'importanza del risparmio in un'economia, che era il tema dietro la Teoria Generale quando si parla dell'eutanasia del redditiero. Una volta capito questo aspetto, non c'è bisogno di argomentare ulteriormente. Ma i keynesiani probabilmente persisteranno sottolineando che il sound money, sotto forma di oro e di sostituti coperti dall'oro, è semplicemente irrilevante per il mondo reale. Ma questa obiezione manca il punto: il problema non è l'economia pre-keynesiana, che fondamentalmente ha preso le singole azioni come fondamento di una più ampia teoria economica, ma la tattica keynesiana di creare denaro fiat per seppellire la verità.



La fallacia dello stimolo monetario

Prendiamo in considerazione la supposizione fondamentale di Keynes: i mercati liberi non riescono ad ottimizzare il progresso economico e che la creazione di un deficit di bilancio possa stimolare la produzione per accorciare la crisi e riportare l'economia al suo pieno potenziale. Questo è il tema essenziale dietro l'interventismo keynesiano che Martin Wolf suggerisce che dovremmo insegnare.

Secondo questo modo di ragionare dovremmo inizialmente trascurare l'origine della crisi, che può essere solo il risultato di un ciclo del credito basato sul denaro fiat, e pensare che per un qualche strano motivo l'economia sia finita in stasi. Lo stato decide quindi di avere un deficit di bilancio; in altre parole, spende più di quanto incamera e di conseguenza la quantità di denaro nell'economia viene espansa. Quando il nuovo denaro entra per la prima volta nell'economia, tende a far salire i prezzi quando viene assorbito.

I primi beneficiari ne traggono vantaggio perché i prezzi riflettono ancora la vecchia quantità di denaro nell'economia, prima che venga diluita dai soldi extra creati dal nulla. I perdenti sono gli ultimi a riceverli o quelli che non li ricevono affatto; essi finiscono per pagare prezzi più alti, rialzati dell'introduzione del denaro extra. Pertanto, lungi dallo stimolare l'economia, tutto ciò che abbiamo è un vantaggio per alcuni e uno svantaggio per tutti gli altri.

Il nostro esempio omette un'ulteriore considerazione importante, che riguarda il potere d'acquisto del denaro, e questo valore è impostato da individui che adeguano le loro preferenze come descritto in precedenza. In pratica, il rapporto tra consumo e consumo differito varia lungo il ciclo del credito.

Dopo una precedente crisi del credito, i consumatori e gli imprenditori saranno naturalmente cauti e tenderanno ad aumentare i loro risparmi. Il rischio sarà più presente nelle loro menti, sulla base dell'esperienza recente. Di conseguenza qualsiasi variazione nel livello generale dei prezzi tenderà ad essere modesta.

Man mano che diventano più fiduciosi nel fatto che la crisi è alle loro spalle, gradualmente inizieranno a spendere ed investire nella produzione; l'investimento sarà sostenuto da tassi d'interesse soppressi e dall'espansione del credito bancario. In un'economia aperta, gli aumenti dei prezzi rimangono inizialmente modesti, poiché gran parte della domanda extra di beni è soddisfatta da importazioni a prezzi più economici. Ma i prezzi cominceranno ad aumentare sensibilmente man mano che il denaro e il credito verranno sempre più utilizzati sia dai produttori che dai consumatori. E infine sia gli imprenditori che i consumatori vedranno i prezzi salire più rapidamente, e quindi inizieranno a far calare la loro preferenza per il denaro, scegliendo la proprietà dei beni.

A questo punto c'è un risveglio collettivo di fronte alle conseguenze della precedente espansione monetaria, e le preferenze temporali dei consumatori si adegueranno, spesso in modo abbastanza improvviso. Il valore futuro del denaro diminuisce; e quindi, il tasso d'interesse di equilibrio inizia a salire. A meno che la banca centrale non risponda rapidamente a questo sviluppo guidato dal mercato, lo spostamento delle preferenze riguardo il possesso di denaro è destinato ad accelerare, data la continua disponibilità di credito bancario. Il potere d'acquisto della moneta inizia a diminuire drasticamente.

Il dilemma per qualsiasi banca centrale è se il mercato stia riaffermando il controllo sui tassi d'interesse, portandolo via dai policymaker. La banca centrale resiste al rialzo dei tassi nella consapevolezza che le banche e le imprese che ha ingannato con tassi d'interesse più bassi rischiano di scivolare nell'insolvenza. La crisi del credito, che scioglie queste distorsioni, diventa quindi inevitabile.



Più denaro conduce solamente a prezzi più alti

Se c'è un passaggio nel testo di Keynes che espone la sua mancanza di comprensione del rapporto tra denaro e prezzi, è il seguente tratto dal Capitolo 21, sezione III:
[...] se la domanda effettiva cambia nella stessa proporzione della quantità di denaro, la teoria quantitativa del denaro può essere enunciata come segue: finché c'è disoccupazione, l'occupazione cambierà nella stessa proporzione della quantità di denaro; e quando c'è piena occupazione, i prezzi cambieranno nella stessa proporzione della quantità di denaro.

Questa è ancora la base dietro la politica monetaria di oggi. La FED ha un duplice mandato e intende rialzare i tassi d'interesse una volta raggiunta la "piena occupazione". In altre parole, l'aspettativa è che il livello generale dei prezzi non cambierà a causa dell'espansione monetaria finché il mercato del lavoro non si restringerà oltre un certo punto.

In linea di massima è vero che i prezzi non tendono a salire più di tanto quando c'è disoccupazione alta rispetto ad un'economia con piena occupazione. Ma è il ragionamento di Keynes sul perché questo sia così che è sbagliato. La sua ipotesi di fondo, affinché sia ​​vera, deve presupporre che tutto il lavoro sia omogeneo, mentre in realtà non lo è. Non si può assumere un giardiniere come banchiere, o un costruttore edile come ingegnere elettronico. Il secondo errore è di presupporre che l'unica variabile di costo siano i salari, quando in un'azienda moderna gli altri costi di produzione sono spesso molto più grandi. Le variazioni dei prezzi delle materie prime, dell'energia, dei costi fissi, delle attrezzature di lavorazione, degli inventari e delle imposte, hanno un impatto complessivo molto più ampio sui costi di un'impresa rispetto ai salari, in particolare nei settori altamente automatizzati. Keynes ignora la soggettività dei consumatori nell'impostare i prezzi e sembra sottoscrivere una teoria dei costi del lavoro marxista nella sua ridefinizione della teoria quantitativa del denaro.

Non si può sfuggire al fatto che se la quantità di denaro viene espansa, i prezzi aumenteranno, anche se ci vorrà del tempo prima che l'effetto abbia luogo e non può essere previsto. Qualsiasi stimolo economico derivante dall'inflazione monetaria gioca sul fatto che la popolazione crede che non ci sarà alcun cambiamento nel potere d'acquisto del denaro. Affinché ciò sia vero, tutto il denaro extra immesso nell'economia dovrebbe essere accumulato sotto forma di contante, nemmeno risparmiato sotto forma di depositi bancari da mettere a disposizione per investimenti industriali. In altre parole, il popolo dovrebbe trattenere il circolante. Questo non è ciò che vogliono i keynesiani.

Peggio ancora, la misura in cui il nuovo denaro stimola l'economia finisce per danneggiarla quando qualsiasi effetto benefico temporaneo svanisce. Questo perché una volta che il denaro creato ex novo viene assorbito e riflesso in prezzi più elevati sia per i beni di consumo che per i fattori di produzione, oltre a creare vincitori e vinti, ci si può aspettare che la situazione economica generale ritorni più o meno dov'era prima. Pertanto non esiste nulla come un'iniezione monetaria una tantum per raddrizzare le sorti dell'economia. Anche se si sottoscrive una teoria dello stimolo statale con mezzi monetari, si deve ammettere che è necessaria un'iniezione continua e più ampia per compensare gli effetti negativi delle iniezioni monetarie precedenti e per mantenere la truffa monetaria in atto.

Questo è il motivo per cui la manipolazione monetaria dell'economia fallisce sempre, perché tutto ciò che ottiene è uno sconvolgimento economico. È amata dai socialisti, perché possono usare la politica monetaria per selezionare i vincitori ed i perdenti, e l'aroma sgradevole della politica moraleggiante è a malapena nascosto nelle espressioni economiche dei principali economisti neo-keynesiani, come Stiglitz e Krugman. Il desiderio di creare un'economia diretta dallo stato a spese dei consumatori ed a beneficio dello stato, deve essere ciò che motiva gli economisti istruiti dallo stato ad escludere la teoria ragionata.

Definendolo un ciclo economico, lo stato attribuisce la colpa della crisi economica e della recessione al settore privato, quando invece si tratta di un problema interamente di sua creazione. È una forma di propaganda gentile ma ingannevole, progettata per garantire che lo stato sia visto come il salvatore del settore privato, quando di fatto sta mettendo le mani nelle sue tasche.

Al centro dell'inganno c'è la negazione della Legge di Say da parte di Keynes, che nel Capitolo 2, sezione VI della sua Teoria Generale egli ridefinì in termini adatti al suo obiettivo: l'offerta crea la propria domanda. Keynes prese ciò che definiva i postulati dell'economia classica e li travisò palesemente, deliberatamente o per ignoranza. Sostenendo questa inferenza, Hayek, il grande economista Austriaco, che oltre ai suoi disaccordi con Keynes si comportò bene con lui come collega ed amico, disse che Keynes non era un economista ma un matematico. Eppure è con Keynes che i suoi seguaci oggi vogliono insegnare l'economia nelle scuole e al pubblico in generale.

Certo, una comprensione ed una soluzione ai mali economici e monetari di oggi è meno probabile che derivi da un ragionamento aprioristico (come impiegato in questa analisi), piuttosto da prove empiriche. La distruzione che ha colpito il regime sovietico dopo settant'anni di pianificazione centrale dei prezzi guidata dallo stato è visibile a tutti ed è istruttiva. Indubbiamente la soppressione sovietica della libertà individuale era molto più severa di quella imposta ai cittadini odierni, ma la trasgressione delle leggi dell'economia è la stessa.

Sarebbe molto meglio ricordare alle masse i fallimenti del comunismo e lasciare che traggano le proprie conclusioni sull'interventismo, invece di cercare di far capire loro il falso errore della composizione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


5 commenti:

  1. Ecco spiegato uno dei motivi per cui il tasso di disoccupazione ufficiale degli Stati Uniti è sceso a livelli irrisori per i problemi che affronta il Paese. Oltre all'esplosione del part-time, giovani e anche meno giovani sono stati risucchiati dal mondo dell'università poiché incentivati dai prestiti facili elargiti dallo zio Sam. Problema: la maggior parte delle piccole/medie imprese assume personale con competenze pratiche piuttosto che teoriche. Problema ulteriore: questa gente ha scelto di caricarsi di debiti proprio perché il mercato del lavoro è un disastro. Ciò crea sovrabbondanze per lavori specializzati e carenze per quelli meno tecnici, abbassano i salari dei primi ed ignorando ciò che vuole davvero il mercato.

    Quindi abbiamo un gruppo di lavoratori che iniziano la loro carriera in un brutto mercato del lavoro, reso tale da oltre 20 anni di pompaggio monetario da parte di Volcker, Greenspan e Bernanke. Ma mettiamo conto che riescano a trovare un lavoro, si troveranno di fronte ad un mondo particolarmente ostile al risparmio, agli acquisti di case e agli investimenti per quei lavoratori a basso reddito.

    La situazione attuale è caratterizzata da un interminabile attivismo monetario costituito da tassi d'interesse vicini allo zero ed inflazione degli asset che premia chi già possiede tali asset e ha i mezzi per accedere a strumenti d'investimento a rischio più elevato (che ovviamente offrono rendimenti più elevati). Nel frattempo i regolamenti federali sono stati ridisegnati dai politici e dai regolatori federali per favorire le imprese consolidate e quelle già ricche.

    I metodi di base per risparmiare, come i conti di risparmio, offrono tassi d'interesse che non tengono nemmeno il passo con l'inflazione. Poi c'è il rapido aumento dei prezzi delle case e un sistema economico in cui essere un lavoratore normale richiede far fronte a bassi rendimenti, indebitamento costante, alti prezzi delle case e redditi più bassi.

    In questo ambiente fare ciò che hanno fatto i baby boomer sarà pressoché impossibile.

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  2. Una carrellata di notizie (prove empiriche per i feticisti, gli amanti dell'ex post) per sottolineare come gli economisti Austriaci avessero sottolineato ex ante l'artificialità della salita degli indici azionari:

    S&P Liquidity Just Dropped To The Lowest On Record

    2018 Is Officially "The Worst Year On Record" With 93% Of All Assets Down

    Leveraged Loan Prices Collapse Amid Record-Breaking Outflows

    È inutile, quindi, prendersela col fesso di turno, ovvero Powell, perché sta semplicemente assistendo allo sgretolamento di un castello di carte tenuto in piedi grazie a migliaia di miliardi fuoriusciti da una politica monetaria allentata e lo slancio dello stimolo fiscale di Trump (ed i soldi che le grandi imprese hanno risparmiato sono finiti nell'ingegneria finanziaria non a potenziare il loro business, ad aumentare i salari, o a potenziare il settore della R&S). Tuttavia non solo stanno svanendo, ma stanno svanendo sulla scia di un'economia che non s'è mai ripresa.

    Il risultato è che Powell è ora accusato per i peccati dei suoi predecessori: la bolla di Alan Greenspan non solo si è tramandata a Bernanke e Yellen, ma si è diffusa globalmente in un'espansione del credito senza precedenti in Cina e nelle politiche monetarie ultra-allentate di BCE, BOE, BNS e così via.

    La festa sta finendo, sia con o senza Powell, e l'unica speranza che Trump possa riuscire a calciare il barattolo un altro poco, è attraverso un altro giro di QE preceduto da una correzione. Infatti tutte le misure prese in considerazione finora vorrebbero impedire un deleveraging e anzi aumentare i finanziamenti scoperti. Sin dal 2007 il debito mondiale è salito da $167.000 miliardi a $320.000 miliardi; il debito totale mondiale è al 320% del PIL e nell'ultimo decennio è salito del 40%. Quindi, anche si volessero mettere in piedi politiche anticicliche e lasciar sfogare un poco il bear market, il problema rimangono sempre gli investimenti improduttivi e le distorsioni economiche che ne scaturiscono. Nessuno potrà cambiare questo fatto e nessuno potrà invertirlo. I nodi alla fine arrivano al pettine. Questo è stato il ruolo dell'economia per centinaia di anni: ricordare ai presunti controllori che la loro illusione di controllo sarà soverchiata da forze al di là del loro controllo.

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  3. Buon anno di cuore Francesco, mi ha insegnato tanto in questi anni anche se siamo con idee diverse sulle crypto, non perché siano un'alternativa valida (per me é la soluzione migliore dopo molti decenni, in un certo sento meglio dell'oro, ma non voglio dilungarmi) il fatto che non credo nell'intelligenza dell'umanità, e il potere centrale riuscirà a contenere la cosa anche questa volta, non penso mettentole al bando, ma usando metodi che hanno contenuto l'adozione dei metalli oltre il 1971, come alta tassazione, derivati in modo da controllare l'aumento di valore, emissione di crypto centralizzate cosí la massa le considererà piú sicure e altre strategie....buon anno!!

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    1. p.s. voglio specificarle che sono uno psichiatra e per interesse studio la parte comportamentale e antropologica da applicare ad un progetto dell'ospedale in cui lavoro, queste conoscenze le applico nei miei interessi ovvero etologia e comportamenti psicologici degli esseri animali (compreso l'uomo) sui comportamenti prettamente economici (non mi dilungo ma anche negli animali ci sono scambi'economici')

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    2. Salve Adriano e buone feste (passate) anche a lei.

      Sarà interessante confrontarci lungo gli articoli che verranno pubblicati su queste pagine. Come avrà letto nell'articolo di venerdì scorso, presumo, il mercato delle criptovalute è in evoluzione e sta cambiando in base alle necessità degli individui (espresse attraverso domanda/offerta). Io, comunque, non sono un "estremista", nel senso che per me Bitcoin rappresenta la panacea di tutti i nostri mali economici. Io ritengo che le criptovlaute, e Bitcoin in particolare, rappresentano il modo affinché gli individui tornino ad apprendere cosa vogliano dire i principi del libero mercato. Hanno fatto più le criptovalute per insegnare agli scettici cosa voglia dire sound money che praticamente tutta la letteratura Austriaca. È una reductio ad absurdum, lo so, ma è una conditio sine qua non apprendere ed assimilare i principi del libero mercato quando si utilizzano le criptovalute. Se all'inizio gli individui entrano per specularci, nel corso del tempo apprendono molte lezioni importanti. Quindi, a mio modo di vedere, le criptovalute sono un traghetto: ci riportano a quel punto in cui ci siamo fermati nel dicembre 1913.

      Sappiamo cosa sta arrivando e i controlli di capitale lo dimostreranno. In questo contesto, le criptovalute rappresenteranno un asset affidabile e sfruttabile per proteggersi.

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