lunedì 22 settembre 2025

Ma scusi Lagarde, l'Europa è già un museo!

Il concetto di impero americano non è che non è mai esistito o non era reale, ma non era un'idea americana. Il colpo di stato negli USA è avvenuto nel 1913: imposta sul reddito, Federal Reserve, elezione diretta dei senatori. Francesi e inglesi c'avevano già provato con la Guerra Civile, ma avevano fallito. Ma gli inglesi non hanno mai smesso di riconquistare la vecchia colonia e ci riuscirono nel 1913, infatti gli Stati Uniti da quel momento in poi avrebbero avuto una politica estera inglese, una banca centrale su modello della Banca d'Inghilterra e una infrastruttura fiscale come quella inglese. Il modello della California come super-stato nel governo federale americano è stato replicato con la Germania come modello per l'UE. La cricca di Davos, il vecchio impero di colonialisti inglesi/olandesi, ha potuto finanziare questa struttura tramite un sistema mondiale del dollaro che gli americani non controllavano... tranne vedersi incolpare di tutti i mali del mondo. Spero sia più facile capire come mai l'amministrazione Trump sia tanto osteggiata sui media generalisti: rappresenta un'opportunità per gli USA di cambiare rotta. Nemmeno con Ron Paul ci sarebbe stata questa possibilità. Davvero si è tanto ingenui da credere che se fosse stato eletto presidente avrebbe posto fine alla FED con uno schiocco di dita? Davvero si è tanto ingenui da credere che avrebbe potuto farlo Milei? Ci sono voluti anni di dibattito pubblico per far capire alla popolazione americana che era necessario un cambio di politica estera e interna. Queste sono idee che, purtroppo, devono essere metabolizzate e ciò richiede tempo affinché siano portate a compimento completo. Bisogna instradarsi dapprima lungo il percorso, mentre ci si emancipa dall'attuale sistema monetario, dalle passività non finanziate. Si tratta di un processo generazionale, non si può portare a compimento dalla sera alla mattina. È iniziato nel 2017 e interrotto nel 2021. Solo quest'anno è riniziato. Il passaggio dal LIBOR al SOFR è stato l'inizio del cambiamento come ho documentato nel mio ultimo libro Il Grande Default: da un impero mondiale sottomesso ai globalisti (europei e inglesi, non americani a cui era stato venduto il “Grande Reset”) a una nazione che bada ai fatti propri. È stata gonfiata la storia della pandemia affinché alla FED venisse impedito di aggiustare il dollaro. Quest'ultimo, infatti, resterà unità di conto e mezzo di pagamento, ma perderà lo status di riserva a vantaggio di oro e Bitcoin. Non solo, ma la trasformazione ci sarà anche al Dipartimento del Tesoro americano dove non sarà più emesso debito con garanzia i lavoratori americani; i dazi servono a cambiare il modo in cui il governo federale si finanzia. Infatti i dazi, era stato propagandato sulla stampa generalista (inglese), avrebbero dovuto portare caos nell'economia americana... non è successo niente del genere. Così come non ha portato caos nell'economia americana il rialzo dei tassi di Powell. Tutti predicevano che anche solo superare l'1% avrebbe scatenato una recessione... forse la domanda più appropriata era: per chi? Per l'Europa. Gli USA sono ancora l'economia più forte al mondo, il mercato dei consumi più liquido al mondo, con la valuta più affidabile al mondo, col mercato dei titoli sovrani più solido al mondo, con il sistema finanziario più efficiente al mondo.

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di Joakim Book

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/ma-scusi-lagarde-leuropa-e-gia-un)

“L'Europa è un museo, il Giappone è una casa di riposo, la Cina è una prigione e Bitcoin è un esperimento”. Queste sono state le parole dell'ex-Segretario al Tesoro Lawrence Summers rivolte agli investitori durante la Morningstar Investment Conference del 2023.

Summers parlava delle condizioni monetarie globali e della necessità di detenere i propri investimenti e denaro in una qualche valuta, da qualche parte. “Preferirei giocare le mie carte con l'America piuttosto che con qualsiasi altro Paese al mondo [...] bisogna mettere i propri soldi da qualche parte e il dollaro è un buon posto dove metterli”.

Il dollaro è la proverbiale camicia meno sporca.

Non posso verificare se Christine Lagarde, la presidente della Banca Centrale Europea, o un membro del suo staff fosse tra il pubblico, ma di certo non hanno recepito il messaggio. I politici europei hanno una lunga storia di manipolazione delle menti nei confronti della popolazione. Con aria seria, raccontano bugie e danno per scontato che i loro sudditi seguiranno le loro orme – e, a nostro discredito, la maggior parte di noi lo fa.

A giugno la Lagarde era in prima pagina sul Financial Times. Non si capisce bene il motivo ma lei e i suoi consiglieri hanno l'impressione che questo sia il momento dell'Europa. Con il presidente Trump che tiene gli Stati Uniti sulle proprie sponde e il dollaro in ritirata, l'euro, una creazione sovranazionale pianificata in modo eccellente e governata in modo impeccabile, è il sostituto ideale.

O forse no...

Ci sono alcune cose ovvie da citare qui: i venditori di fumo e quella citazione di Upton Sinclair sul non capire qualcosa quando da essa dipende il proprio stipendio (nell'ordine dei $500.000)... ma sto divagando.

L'editoriale del Financial Times prosegue esplorando come “la forza economica sia la spina dorsale di qualsiasi valuta internazionale”. Un osservatore imparziale squalificherebbe presto l'Eurozona, la quale ha flirtato per anni con recessione e crescita intorno allo zero, con le peggiori prospettive di fertilità al mondo, prezzi dell'elettricità record, nessuna sovranità energetica – e poco più di un decennio fa era sull'orlo del collasso sotto il peso della prodigalità degli stati. La maggior parte delle persone non si rende conto che le economie americana e dell'area Euro avevano più o meno le stesse dimensioni negli anni '90, e di nuovo durante la crisi finanziaria mondiale, ma che l'economia statunitense è ora più grande di circa il 77%. Secondo la maggior parte delle stime, la vita economica – la “forza” – è migliore in America, a prescindere dalle strane idee che vengono in mente agli uomini dai capelli arancioni nelle case bianche.

Anche secondo i vecchi standard mondiali di inflazione bassa e stabile, e mercati dei capitali solidi e affidabili, l'Eurozona ha una performance nettamente inferiore a quella americana. Il mercato obbligazionario americano è almeno il doppio di quello europeo, frammentato e disarticolato, e i suoi mercati azionari sono circa 6-7 volte più grandi. David Hebert su queste pagine s'è posto la domanda giusta: Perché non ci sono aziende da mille miliardi di dollari in Europa?. Finanziamenti, imprenditorialità e ostacoli normativi sono alcune delle risposte ovvie, ma anche il fatto che “gli Stati Uniti rimangono un luogo privilegiato per lavoratori e imprese. Il nostro sistema promuove le imprese e la creazione di opportunità di lavoro in un modo che è invidiato dal resto del mondo”.

Anche per le start-up l'erba del vicino è molto più verde negli Stati Uniti: meno oneri normativi e un accesso al capitale decisamente migliore. Alcune delle aziende tecnologiche europee di maggior successo, da Klarna e Spotify alla (britannica!) Wise, hanno optato per New York invece di Stoccolma, Francoforte o Londra. Una statistica sorprendente la dice lunga sul dinamismo, la liquidità e i mercati dei capitali del museo Europa: “Nessuna azienda dell'UE fondata negli ultimi 50 anni ha una capitalizzazione di mercato superiore a €100 miliardi, mentre tutte e sei le aziende statunitensi con una capitalizzazione superiore a $1.000 miliardi sono state create durante suddetto periodo” (si potrebbe discutere sull'olandese ASML o sulla danese Novo Nordisk, ma il punto resta...).

In una frecciatina agli Stati Uniti, la Lagarde ci dice che l'Europa ha una maggiore indipendenza per quanto riguarda la sua autorità monetaria (un livello piuttosto basso...), un processo decisionale inclusivo e “pesi e contrappesi”. Il paragrafo successivo mina questo impegno: “Non si deve più permettere che un singolo veto ostacoli gli interessi collettivi degli altri 26 Stati membri”, e meno veti “permetterebbero all'Europa di parlare con una sola voce”, ovvero di scavalcare gli stati turbolenti.

La parte peggiore è quando indica le “industrie strategiche” come quelle impegnate nella tecnologia verde, che non sono né strategiche né tantomeno “industrie”, bensì implementazioni di sogni ideologici sovvenzionati a livello pubblico e morenti.

Tutto ciò che l'Europa ha da offrire al mondo sono il calcio e le case di riposo, un'architettura secolare e spiagge eccessivamente regolamentate e infestate dai turisti.

Credere che l'euro avrà un ruolo più importante negli affari monetari internazionali è ridicolo. Nella misura in cui i gestori patrimoniali e le riserve monetarie dovessero essere spostati dal dollaro, questi non finirebbero nell'euro (o nella sterlina), ma in valute più piccole e non tradizionali. Le istituzioni finanziarie scettiche sull'egemonia monetaria mondiale stanno accumulando oro (e Bitcoin), non nella moneta regionale supervisionata dalla Lagarde.

Sebbene il predominio del dollaro sia costantemente diminuito a seguito delle turbolenze politiche, della crisi fiscale e del congelamento delle riserve russe, è ancora molto più avanti dell'euro. Circa il 58% delle riserve monetarie è in dollari, mentre la seconda migliore “alternativa” rimane immobile al di sotto del 20% – ben lontana dalle ambizioni della Lagarde.

Quel che è peggio è che il tipo di stati, istituzioni e individui che necessitano di de-dollarizzazione non otterrebbero nulla euroizzandosi. Stati e gestori di fondi in Cina, Russia o India non otterrebbero alcuna diversificazione politica detenendo euro invece di dollari; di fatto la Russia l'ha fatto, poiché la maggior parte delle sue riserve congelate era custodita presso Euroclear e banche europee. Tutto ciò che un passaggio dal dollaro all'euro farebbe è sostituire i rischi di governance, inflazione e confisca associati alla leadership americana con gli stessi identici rischi (peggiori) in un formato europeo. Evviva!

“Nonostante le sue altre virtù, usare la moneta di riserva mondiale come arma la si uccide”, ho scritto a proposito del dollaro l'anno scorso. Tali questioni certamente sfavoriscono lo Zio Sam e il dollaro come moneta di riserva mondiale... ma gli europei sono messi peggio.

Sebbene la guerra della Lagarde al contante sia stata un tantino esagerata, in Spagna e Francia esistono norme invasivamente restrittive che limitano l'uso del contante a €1.000, con un limite di €10.000 in vigore in tutta l'Unione Europea entro il 2027.

Le grida al crollo imminente del dollaro sono sempre esagerate, ma l'idea dell'euro come sostituto è ancora più esageratamente illusoria.

La Lagarde avrebbe dovuto leggere l'altro importante quotidiano britannico, The Economist. Il titolo di febbraio di quest'anno? L'Europa non ha scampo dalla stagnazione.

Mi dispiace, Christine.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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