venerdì 8 febbraio 2019

Apocalisse o no?





di Alasdair Macleod


I membri del movimento libertario americano, in particolare gli estremisti, sono spesso associati alla convinzione che un crollo completo della società sia l'unico risultato delle politiche economiche statali e che ciò porterà ad una completa disintegrazione sociale. Al centro delle loro preoccupazioni c'è la distruzione monetaria, insieme ad altre questioni, come l'erosione della libertà personale e il diritto di portare armi. Citano la storia, in particolare i crolli iperinflazionistici, da Roma allo Zimbabwe e ora al Venezuela. Attingono alla teoria economica Austriaca, che accentua la loro antipatia per lo stato e la loro aspettativa di un caos totale.

La teoria economica convenzionale riduce tutto ad una decisione tra bianco e nero, cosa che si addice a chi salta subito alle conclusioni. Ma il punto centrale è spiegare gli errori della società e in un modo che possano essere corretti. È solo comprendendo gli errori dell'intervento statale e del socialismo, sia comunista che fascista, che si possono trovare soluzioni. Le soluzioni devono quindi essere applicate, e ciò non presuppone ritirarsi in un rifugio di montagna.

Il mondo reale non può essere ridotto ad una scelta tra bianco e nero. Progredisce lungo un percorso confuso, diviso tra gli errori degli statalisti e l'infinita pazienza della società nei confronti dell'intervento statale. Gli stati sono la fonte di tutte le guerre e la distruzione della ricchezza, ma le società li tollerano. I filosofi hanno discusso su questo argomento, da Platone ad Aristotele in poi, e siamo ancora qui, due millenni dopo, a discutere delle stesse cose.

La storia e la filosofia ci ricordano il continuo conflitto dell'uomo e la tolleranza nei confronti dello stato. Registrano l'ascesa e la caduta di re, imperatori, dittatori e governi. Gli eremiti e gli altri predatori vanno e vengono. Per le generazioni future, la preparazione sarà quasi certamente una curiosità del passato e l'umanità continuerà ad andare avanti nonostante la repressione dello stato.

Questo articolo è un tentativo di razionalizzare un futuro apparentemente apocalittico: com'è probabile che si evolva nei prossimi anni. In assenza di un armageddon nucleare, ciò che temiamo, più di ogni altra cosa, è in realtà l'incertezza ed il cambiamento.



Abbasso il vecchio

Incertezza e cambiamento sono sempre con noi. In un'economia di mercato veramente libera li abbracciamo, perché sono guidati dai nostri interessi economici personali ed è un processo continuo. Ma il desiderio di cambiamento lo alimentiamo solo nel nostro ruolo di consumatori; come lavoratori o imprenditori che affrontano la concorrenza, tendiamo a resistergli. È questo tratto psicologico dell'essere umano che fa gola allo stato.

Gli stati moderni, tranne dove sono apertamente mercantilisti, non cambiano. Il loro sostegno, anzi la loro ragion d'essere, si basa su attività di lobby anti-progresso da parte di grandi imprese e gruppi di pressione socialisti. Gli economisti mainstream non riconoscono il progresso, vivendo in un mondo stagnante di statistiche storiche. Il cambiamento interferisce con le loro certezze e pertanto non viene mai considerato in modo corretto.

Questo è quello che sono diventati i vari welfare state in Occidente, società gestite da governi anti-progresso, apparentemente responsabili dei loro elettori ma in realtà aventi altri interessi. Questi ultimi si sono da tempo allontanati da quelli dei consumatori e sono sempre più in conflitto con i loro bisogni e desideri. Si tratta di un processo che si è evoluto negli ultimi cento anni fino alla sua forma attuale. All'inizio gli stati capivano che il loro ruolo doveva essere strettamente limitato agli interessi nazionali, i dipendenti statali si rivolgevano alla popolazione come loro dipendenti e, soprattutto, la valuta nazionale era basata su denaro scelto collettivamente dagli individui.

È quindi una questione molto più ampia del solo denaro. Riguarda la direzione del viaggio politico. Per gli individui è diventata una strada verso la servitù della gleba, dove potere e libertà personali sono stati sequestrati dallo stato. Il consumatore ha perso il diritto di mantenere il proprio reddito e le sue preferenze sono ora considerate dallo stato come soggette al suo controllo, per pianificare come meglio crede.

Il cosiddetto mondo libero fu governato prima dagli inglesi e poi dagli americani. Le radici di entrambi i sistemi erano il commercio, protetto da uno stato che applicava le regole della proprietà, le certezze del diritto contrattuale e le leggi che proteggevano gli individui nelle loro relazioni interpersonali. ora invece gli stati legiferano per estendere il controllo sui loro popoli. E ora il governo americano, in nome degli affari americani, sta persino indirizzando i propri cittadini a non comprare da stranieri e li sta tassando nel caso in cui disubbidiscano.

Non è la prima volta che lo stato interferisce con le nostre preferenze in questo modo. L'ondata di protezionismo che portò allo Smoot-Hawley Tariff Act del 1930 ne è un esempio e le politiche di nazionalizzazione del governo britannico del dopoguerra un altro. Oggi il sistema democratico dell'Occidente ha raggiunto un punto dal quale non sembra possibile un ritorno ordinato a mercati liberi, alla libertà personale ed a stati che servono le persone e non loro stessi. Il cambiamento verrà solo dal collasso di un sistema che promuove gli interessi privilegiati piuttosto che la libertà.



Transizione al nuovo

I fatalisti, vedendo le contraddizioni intorno a loro e armati di poco più che ideali libertari, credono che il mondo stia per cambiare. Sanno che finirà male, e l'evidenza è una soppressione della libertà ancora maggiore. L'errore è di supporre che nulla sostituirà la disintegrazione dello stato americano.

La distruzione delle valute cartacee è inevitabile, dicono. Dato che questi dissidenti sono perlopiù americani, credono che tale destino inizi col dollaro. Esso è la valuta di riserva mondiale, vale a dire, misuriamo le nostre valute principalmente in rapporto al dollaro e lo usiamo per saldare gli affari internazionali. Pertanto, se il dollaro cade, tutti cadremmo con esso.

Dopo un periodo di forza temporanea, si stanno diffondendo timori che il dollaro entrerà in un declino terminale, alimentati da un accumulo apparentemente illimitato di debito improduttivo e dal fatto che gli insegnamenti tratti dalle crisi del credito vengono sempre ignorati. Oggi le chiacchiere parlano di un reset monetario globale, con soluzioni proposte che vanno dalla cancellazione del debito, alla mobilitazione di una super valuta come i DSP, alle applicazioni monetarie della tecnologia blockchain. Tutte queste soluzioni ignorano problemi più ampi. Stiamo affrontando la fine di un impero: l'impero globale americano è stato sostituito da una fenice asiatica.

La perdita d'influenza è sempre dolorosa. Gli strateghi geopolitici americani si sentono profondamente minacciati dalla partnership russo-cinese. Il sostegno dell'America alla Georgia nel 2008, stimolando le rivoluzioni colorate in Ucraina e una guerra in Siria, non hanno affatto destabilizzato la Russia. Afghanistan e Iran sono lavori in corso, o meglio non vanno avanti per niente. In passato l'America poteva contare sul sostegno costante dei suoi alleati della NATO. Uno di loro, la Turchia, ha ormai quasi disertato e gli europei stanno infrangendo le sanzioni contro l'Iran e contro le importazioni di energia dalla Russia.

Anche i dazi americani contro la Cina devono essere considerati sotto questa luce. Le recenti mosse per mantenere l'influenza nelle principali nazioni africane sono arrivate troppo tardi. La Cina è già il più grande fornitore di infrastrutture per l'Africa subsahariana, e non sta commettendo l'errore di dare semplicemente soldi ai politici africani. Questi ultimi prendono i loro soldi dagli aiuti esteri, mascherati da accordi commerciali, provenienti da America e Gran Bretagna. L'Occidente non può nemmeno comprare rispetto, per non parlare dell'influenza, perché i cinesi stanno facendo il vero lavoro.

L'America non ha mai avuto molta influenza nell'Africa subsahariana. Invece si è concentrata su Nord Africa e Medio Oriente. I regimi dall'Iraq alla Libia sono stati cambiati per volere degli Stati Uniti.

Fu con l'accordo con l'Arabia Saudita nel 1974 che il petrolio iniziò ad essere venduto esclusivamente in dollari, trasformando il dollaro in valuta di riserva mondiale. Quando l'Iraq propose di vendere petrolio in cambio di euro, è stata invasa e Saddam Hussein deposto e giustiziato. Quando la Libia propose una nuova moneta per l'Africa centrale basata sull'oro, scoppiò improvvisamente la guerra civile e Gheddafi fu braccato e ucciso. Il messaggio era semplice: non scherzare con l'America e il dollaro.

Le cose ora sono cambiate. La Cina compra petrolio in cambio di yuan e non c'è niente che l'America possa fare al riguardo. L'America ha cercato di destabilizzare la Russia con sanzioni in dollari, senza avere successo. Il presidente Trump si è affidato ad Angela Merkel affinché non facesse affari con la Russia e l'Iran. Ha anche minacciato questo alleato della NATO con i dazi. Il messaggio alla Germania è chiaro: l'alleanza con l'America non c'è più. Di conseguenza la Germania sta tranquillamente voltando le spalle all'America e continua a commerciare con la Russia. Le vecchie minacce non funzionano più.

Cina e Russia hanno pianificato da tempo di guidare congiuntamente l'Asia e l'Europa dell'Est in un nuovo blocco economico. L'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai è stata istituita in primo luogo per coordinare le attività di sicurezza e antiterrorismo, ma si è trasformata in un commercio asiatico unificante. La Cina sta costruendo l'infrastruttura per rendere il continente asiatico l'unità economica più potente mai vista. Non c'è dubbio che ricostruirà la Siria quando gli americani se ne saranno andati. Non c'è da meravigliarsi se i pianificatori strategici americani siano preoccupati.



Le valute nel post-apocalisse

Nel 1983 la Cina emanò i regolamenti della RPC sul controllo dell'oro e dell'argento, dando alla Banca Popolare Cinese la responsabilità per tutte le risorse d'oro e d'argento della nazione ai sensi dell'articolo 4 di suddetti regolamenti. Nel 2002 la PBOC inaugurò lo Shanghai Gold Exchange e ai privati ​​fu concesso di possedere oro. È chiaro che la PBOC da oltre vent'anni aveva accumulato oro a sufficienza da consentire ai cittadini ordinari di fare lo stesso. La Cina pubblicizzò persino quanto fosse glorioso possedere oro, incoraggiando le persone ad accumulare il metallo giallo. Non sappiamo quanto oro abbia accumulato lo stato cinese, ma dati i prezzi attuali dell'oro, i flussi interni del dollaro negli anni '80 e le eccedenze commerciali da allora in poi, la Cina potrebbe aver facilmente accumulato una riserva strategica di 20.000 tonnellate prima che alla popolazione fosse concesso di acquistare oro. Potremmo non conoscere mai la cifra reale, ma sappiamo che, oltre all'accumulo da parte dello stato, circa 17.000 tonnellate sono state ritirate dai depositi dello SGE.

Il governo russo ha iniziato ad accumulare riserve auree più tardi e ora ne possiede 2.170 tonnellate e, cosa importante, ha ridotto sostanzialmente le sue riserve in dollari. Persino l'India, uno stato fermamente keynesiano, ha finalmente iniziato ad accumulare riserve auree aggiuntive, avendo ripetutamente incoraggiato il proprio popolo a trasferire oro al governo. I suoi cittadini hanno probabilmente accumulato oltre 10.000 tonnellate da quando la legge sul controllo dell'oro è stata abrogata nel 1990. Altri stati asiatici, dalla Turchia alla Mongolia, hanno accumulato riserve d'oro ufficiali.

Non c'è dubbio che gli asiatici ed i loro governi non solo sostengono il punto di vista tradizionale secondo cui l'oro è denaro, ma il loro accumulo coordinato è una forte prova circostanziale che l'oro avrà un ruolo monetario ufficiale in futuro. In questo contesto, anche la politica aurea della Germania è interessante. Sappiamo che la Bundesbank prova un forte pregiudizio anti-inflazione ed è improbabile che consideri favorevolmente la gestione dell'euro da parte della BCE. Inoltre la Germania ha deciso di rimpatriare alcune delle sue riserve auree detenute presso la FED di New York. Dopo una trafila imbarazzante, l'oro è stato infine riportato in patria. Vari motivi sono stati attribuiti a questa mossa, ma forse quello più interessante è che la Germania guardasse verso est.

Altre nazioni europee, in particolare Francia e Italia, possiedono riserve d'oro sostanziali, ponendole in una buona posizione per adattarsi ad un mondo eurasiatico senza il dollaro. Possiamo già vedere che un futuro senza di esso e senza altre valute fiat scoperte è certamente possibile. Comporterà sfide enormi, non ultimo per quegli stati che fanno affidamento su finanziamenti inflazionistici. Per garantire il sound money, gli stati saranno costretti a scartare il socialismo e ad adottare mercati più liberi per tenere sotto controllo le loro necessità di finanziamento. Quelli che non lo faranno potrebbero rapidamente cadere in un inferno monetario argentino o addirittura venezuelano.

Gli Stati Uniti, che possiedono ancora le riserve auree ufficiali più grandi, potrebbero stabilizzare il dollaro offrendo la copertura con l'oro e la convertibilità. Fare ciò richiederebbe un prezzo dell'oro significativamente più alto, come in effetti sarebbe la situazione per lo yuan cinese. Ma richiederebbe anche un cambiamento di mentalità da parte del maisntream, non solo per quanto riguarda la reintroduzione dell'oro come copertura del dollaro, ma anche il ruolo imperiale dell'America. Richiederebbe l'accettazione che l'America non potrà mai vincere la guerra geopolitica contro la Cina e la Russia, e dovrebbe accettare uno status politico ridimensionato, proprio come accaduto alla Gran Bretagna quando perse rapidamente le sue colonie negli anni '60.

È difficile vedere l'America che rinuncia volontariamente alla sua egemonia; essa ed altri stati si trovano ad affrontare una transizione verso economie più orientate al libero mercato, con un intervento statale notevolmente ridotto. Neanche questo sarà facile. Inoltre non vi è alcuna garanzia che la Russia e la Cina assumano con successo il dominio sulla scena mondiale, ma possiamo essere ragionevolmente certi di questa eventualità nel lungo periodo.

In assenza di una transizione verso il sound money, la perdita di potere d'acquisto della moneta fiat non sarà un processo lineare. La prossima crisi del credito, a sua volta un evento di cui possiamo essere sicuri, sarà quasi sicuramente innescata da tassi d'interesse più bassi e un maggiore quantitative easing, progettato per sostenere le banche con nuovi capitali e per finanziare i deficit statali. Le valute fiat sono destinate a veder accelerare il loro declino a seguito di questa inflazione rinnovata della loro offerta, ma per far sì che il loro crollo sia una certezza assoluta, la popolazione deve cambiare le sue preferenze a favore dei beni. In pratica la popolazione tende a mantenere una fiducia nei confronti del denaro fiat più a lungo di quanto possa sembrare ragionevole, nella speranza che il suo potere d'acquisto si stabilizzi.

Sarà durante la prossima crisi del credito, se non prima, che la Cina e la Russia riveleranno i loro piani per proteggere le proprie valute da un collasso economico e finanziario dell'Occidente.



Conclusione

Le prospettive per le valute fiat e gli stati non sono buone, ma è un errore pensare che l'homo economicus affonderà con essi. Invece della distruzione della società, affronteremo un periodo di cambiamenti di paradigma, in particolare l'ascesa dell'Asia come nuovo centro del potere economico globale.

Le due principali valute asiatiche, lo yuan e il rublo, non sopravviveranno nella loro forma attuale. Dovranno essere coperte dall'oro, ma fortunatamente per il mondo questo è sempre stato il piano della Cina e ultimamente anche della Russia. A seconda di come la Cina e la Russia attueranno questo piano, ciò richiederà un prezzo dell'oro più alto.

L'America potrebbe salvare il dollaro seguendo lo stesso percorso. Probabilmente ha riserve auree sufficienti, ma per farlo il governo USA e la FED devono smettere di credere in quasi tutto ciò in cui attualmente credono, ed è quindi probabile che accada solo sotto condizioni estreme.

Ma la nostra conclusione è che sopravvivremo e ritirarci nei rifugi di montagna per sfuggire ad un'apocalisse è un errore. Non affrontiamo una nuova era oscura. Ciò che affrontiamo sono alcune verità sul denaro, le quali porteranno notevoli incertezze e cambiamenti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


2 commenti:

  1. Il credito è molto simile al denaro reale. Mentre si espande, aumenta anche la quantità spesa. L'intero ambiente economico si espande, facendo salire anche i prezzi degli asset. Ecco perché quasi tutti amano un'espansione del credito. Ma il credito non è la stessa cosa della ricchezza reale... o del denaro reale. È solo un prestito che deve essere ripagato (o comunque estinto).

    Ecco perché abbiamo cicli di credito, perché il credito che circola si presenta come debito e deve essere ripagato. A nessuno piace quest'ultima parte del ciclo. E questa è la parte che sta iniziando ora in Cina, negli Stati Uniti, nei mercati azionari, nei mercati obbligazionari, nel settore immobiliare, ecc. Quasi tutto quello che è salito, scenderà... dolorosamente.

    Quindi preparatevi ad analisi bizzarre del fenomeno. Preparatevi anche a lamentele politiche e sociali... ed a "rimedi" da sciocchi come tasse più alte per i ricchi... ed a deficit fiscali superiori.

    E, oh ​​sì, tassi d'inflazione molto più alti... bancarotte, default, e ovviamente... più sciocchezze spacciate come soluzioni geniali.

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  2. Lessi anchee io l'articolo che la Germania richiedendo l'impatrio di patrte del suo oro avrebbe ricevuto attraverso l'invio di un nave da parte della Fed di una sua trance in oro (se non ricordo male 300 tonnellate).Ovvero che ebbero a rimpatriare questa trance.Ma poi dopo quasi due anni dalla notisia(se non erro) in una trasmissione Bini Smaghi spiego' che che non era vero, ovvero che alla fin fine (nonostante la notizia di questa nave che aveva rimpatriato l'oro) non fosse vera e che i tedeschi sono rimasti con un pugno di mosche.Tiro il sasso per sapere come sia löa verita' e se come sio dice sia rimasto solo tungsteno ricoperto da oro....

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