mercoledì 18 novembre 2020

La logica monetaria dietro oro, argento e Bitcoin

 

 

di Alasdair Macleod

Una riflessione ponderata sugli eventi attuali porta ad una sola conclusione, e cioè che l'accelerazione dell'inflazione dell'offerta di moneta è sulla strada per distruggere il potere d'acquisto del dollaro... completamente.

Questo articolo esamina le prove teoriche ed empiriche dei precedenti crolli del denaro fiat al fine di trasmettere la conoscenza necessaria agli individui affinché trovino riparo dall'annientamento delle valute fiat. Valutare la probabile velocità del collasso del denaro fiat e discute il futuro del denaro in un mondo post-fiat, in cui i probabili successori sono il denaro metallico (oro e argento) e criptovalute.

L'azione tempestiva per ridurre l'impatto di un fallimento del sistema monetario fiat richiede una comprensione del ruolo del denaro al fine di decidere quale sarà il suo futuro. Valuteremo beni e servizi in oro o in criptovalute? L'oro avrà un prezzo in Bitcoin o Bitcoin in oro? E se il prezzo del Bitcoin sarà in oro, esisterà ancora la sua funzione di riserva di valore?


Introduzione

Questa settimana abbiamo ricevuto la notizia che è stato trovato un vaccino contro il Covid. Per i più ingenui ciò offre la prospettiva che l'umanità si sbarazzi del virus a tempo debito, ma non sarà sufficiente per salvare l'economia globale dai suoi problemi più profondi.

La reazione dei mercati finanziari alla notizia del vaccino è stata contraddittoria: i mercati azionari si sono ripresi con forza ignorando i fondamentali in rapido deterioramento e l'oro è crollato rispetto ad una lieve ripresa dell'indice ponderato commerciale del dollaro. Piuttosto che accettare ciecamente le ragioni dei risultati addotte dalla stampa finanziaria, dobbiamo accettare che durante questi tempi inflazionistici i mercati non funzionano in modo efficiente.

Per avere un'idea di ciò che sta realmente accadendo nei mercati dei capitali, è meglio fare un passo indietro e osservare il contesto più ampio. Il grafico di seguito mostra il corso di tre indicatori principali quest'anno: l'indice S&P 500 come proxy per il mercato azionario, il prezzo del rame come proxy per le materie prime industriali e l'oro come proxy per l'inflazione monetaria.

Prima del 22 marzo, il mercato azionario era crollato insieme al rame e l'oro correva lungo una linea sostanzialmente piatta. I segnali suggerivano che i mercati azionari ed i prezzi delle materie prime stessero scontando una recessione economica e che l'oro offriva un rifugio dal rischio sistemico, almeno fino a quando non è sceso bruscamente alla fine di marzo.

Giovedì 16 marzo il Federal Reserve Board ha abbassato a zero il tasso di riferimento e il lunedì successivo, 23 marzo, la FED ha dichiarato un quantitative easing illimitato per sostenere l'economia. In altre parole, ci si aspettava che un'iniezione di denaro garantisse la ripresa economica e un ritorno alla normalità. Marzo è stato anche il mese in cui molti Paesi sono entrati in lockdown per combattere la prima ondata di infezioni virali.

Dopo l'annuncio della FED, i mercati azionari si sono ripresi, essendo i beneficiari diretti di un'espansione monetaria illimitata. Il rame ha registrato una forte ripresa, si diceva che avesse migliori prospettive per l'economia globale, ma il retroscena qui è più preoccupante. A seguito della dichiarazione della FED, il governo cinese ha deciso di ridurre le sue scorte di dollari acquistando materie prime industriali, in particolare il rame. Se ampiamente adottata da altri stranieri e successivamente dall'opinione pubblica americana, è una politica che alla fine distruggerà il potere d'acquisto del dollaro.

La minaccia di una stampa di denaro infinita nei confronti del potere d'acquisto del dollaro ha spinto il prezzo dell'oro verso nuovi massimi, ma si può vedere nel grafico che l'oro ha generalmente sottoperformato le azioni e il rame. In poche parole, il motivo è l'avversione dell'establishment e la soppressione dell'oro come rivale delle valute fiat e l'ignoranza nella comunità finanziaria sugli effetti e le conseguenze dell'inflazione monetaria.

Questo articolo ha lo scopo di correggere tale ignoranza e fornire al lettore un vantaggio di conoscenza in un argomento che è destinato a dominare i mercati finanziari e le loro economie nei mesi a venire.

 

L'evoluzione del denaro e cosa rappresenta

Quando i limiti del baratto divennero un ostacolo al progresso umano, due condizioni dovevano essere soddisfatte: un bene intermedio comunemente accettato come mezzo di scambio era indispensabile affinché, attraverso la divisione del lavoro e le capacità/conoscenze individuali, gli esseri umani potessero massimizzare la loro produzione al fine di acquisire altri beni per soddisfare i loro bisogni e desideri. Gli economisti classici definirono la divisione del lavoro e con essa il ruolo del denaro come Legge di Say, dal nome dell'economista francese Jean-Baptise Say (1767-1832) che la descrisse.

I vantaggi economici della divisione del lavoro sono ora dati per scontati, anche dai socialisti che sono feroci avversari del libero mercato. E il bene intermediario, il denaro, si è evoluto fino a diventare comunemente accettato da comunità diverse, anche da quelle che non commerciavano tra loro. Alla fine, tutte le civiltà accettarono il denaro metallico come unità di scambio durevole, affidabile e quantificabile.

In ordine decrescente di valore, quello che oggi chiameremmo potere d'acquisto, il denaro era rappresentato da oro, argento e rame. Prima dell'alba della storia, quando gli scribi iniziarono a documentare gli eventi, il denaro metallico era già diventato una realtà. La storia ha poi registrato numerose occasioni in cui i potenti hanno ingannato la popolazione corrompendo il denaro, tenendolo per sé stessi mentre costringevano il popolo ad accettare sostituti inferiori o privi di valore.

L'imperatore Nerone svalutò il denaro romano per pagare le sue truppe, un atto necessario per la sua sopravvivenza personale e una politica perseguita dai suoi successori per due secoli. In Cina, Kublai Khan confiscò oro, argento e pietre preziose, distribuendo sostituti di carta a base di foglie di gelso. Dai tempi antichi ai giorni nostri, i re, gli imperatori e ora i governi il più delle volte erano e sono fortemente indebitati e hanno approvato schemi per sostituire l'oro e l'argento con monete degradate. La scelta della popolazione è incorruttibile quando si tratta di denaro; la scelta di un sovrano viene fatta con l'intenzione di svalutarlo e sfruttare tale pratica come fonte di finanziamento.

L'oro e l'argento sono stati a lungo accettati come mezzo di scambio, scelti da coloro che lo usano. Il fatto che la sua quantità non potesse essere ampliata arbitrariamente non era un impedimento al progresso della ricchezza nazionale e personale. Il miglioramento del tenore di vita in tutta Europa e in America nel diciannovesimo secolo fu una testimonianza della combinazione di mercati liberi e denaro sano/onesto.

I limiti imposti dal denaro metallico alle ambizioni dello stato erano considerati un ostacolo e venne imbastito un modello per risolvere il "problema": la federazione degli stati tedeschi a guida prussiana, unificata nel 1871 da Otto von Bismarck. Quando Georg Knapp promosse la sua teoria statale della moneta nel 1905, Bismarck accelerò le sue ambizioni stataliste cogliendo l'opportunità data dalla teoria di Knapp per finanziare l'espansione delle forze militari tedesche, emettendo marchi non coperti dall'oro mentre era ancora in vigore il gold standard .

Nell'agosto 1914 il gold exchange standard tedesco fu temporaneamente abbandonato e quando divenne chiaro che la guerra non sarebbe stata il breve conflitto che la Germania si aspettava di vincere, il potere d'acquisto del marco cartaceo iniziò a calare drasticamente. Anche altre valute europee senza un gold exchange standard e che immettevano grandi quantità di denaro non coperto subirono crolli monetari, in particolare Austria, Ungheria, Polonia e Russia.

Bismarck dimostrò negli anni prima della prima guerra mondiale che il gold standard non era necessariamente una protezione contro la svalutazione monetaria. Allo stesso modo, Benjamin Strong, il presidente del Federal Reserve Board americano, nei primi anni '20, usò politiche monetarie inflazionistiche nonostante il gold standard e con l'espansione ciclica del credito bancario negli anni '20 fu alimentato un boom insostenibile. Il risultato fu un crollo del mercato azionario, una crisi bancaria, la proprietà dell'oro vietata ai residenti americani nel 1933 e una sostanziale svalutazione del dollaro rispetto all'oro nel gennaio 1934. L'oro rimase quindi scambiabile con dollari, ma solo per il settlement del commercio estero.

Da questi cambiamenti si è evoluta l'attuale situazione monetaria, guidata da una nuova razza di economisti che ha abbandonato l'economia classica. L'economia classica aveva enfatizzato l'importanza del libero mercato e l'immutabilità della Legge di Say. Invece la disoccupazione di massa negli anni '30 fu presa come prova del fallimento del libero mercato e della divisione del lavoro, e che lo stato doveva avere un ruolo interventista per garantire che una depressione non si sarebbe mai ripetuta.

Nonostante tutte le prove e la teoria a priori che spiegano i massicci miglioramenti nella condizione umana derivanti dalla divisione del lavoro e dal libero mercato, la negazione della Legge di Say venne formalizzata da Keynes nella sua Teoria Generale. O meglio, girò intorno all'argomento, concludendo che: "Se, tuttavia, questa non è la vera Legge relativa alle funzioni di domanda e offerta aggregata, c'è un capitolo di vitale importanza della teoria economica che resta da scrivere e senza il quale tutte le discussioni riguardanti il ​​volume aggregato dell'occupazione soni inutili". Si noti che Keynes non nega la Legge di Say come fanno i suoi accoliti; suppone semplicemente che "Se non è la vera Legge".

Dalla supposizione di Keynes si è arrivati ad inventare la macroeconomia, una disciplina basata sulla matematica che ha sostituito l'azione umana con aggregati e medie. Ha giustificato i deficit di bilancio temporanei che mirano a stimolare un'economia in declino, deficit che ora sono diventati permanenti e sempre più fuori controllo. Inventando un ruolo economico per lo stato, Keynes ha aperto la porta all'intervento statalista illimitato; ha permesso allo stato di diventare un onere crescente per il settore privato produttivo.

Con la ragion d'essere fornita dalla macroeconomia e da statistiche ufficiali discutibili, la dipendenza degli stati dai finanziamenti inflazionistici è aumentata nel tempo. Siamo ora al punto in cui alcuni osservatori della storia monetaria mettono in guardia dall'iperinflazione. Il grafico seguente mostra l'andamento dell'espansione monetaria dei dollari negli ultimi anni.

Il tasso di crescita annuo di M1 è cresciuto in tre fasi dalla fine degli anni '70. Dallo scorso gennaio è salita oltre il 50% sulla scia di ulteriori stimoli inflazionistici. Ma nella seconda metà dello scorso anno fiscale fino a settembre, il finanziamento inflazionistico del deficit di bilancio USA ha superato per la prima volta le entrate fiscali.

Con questa evidenza un osservatore neutrale è certo di concludere che la svalutazione monetaria del dollaro è fuori controllo. E avendo sostituito l'oro come valuta di riserva mondiale, le conseguenze per tutte le valute fiat e per l'economia globale saranno disastrose. Non sorprende se forme alternative di denaro stiano aumentando nei prezzi in dollari: oro, argento e Bitcoin.

Ora il compito successivo di questo saggio è spiegare perché non c'è scampo da un ulteriore svalutazione monetaria, il che potrebbe chiarire perché i mercati ora sembrano scontarlo con l'aumento dei prezzi di oro, argento, materie prime e anche Bitcoin.

 

Il risultato della svalutazione monetaria

È un malinteso comune tra i monetaristi che il rapporto tra la quantità di denaro e il suo potere d'acquisto sia l'unico fattore determinante. Ci sono altri due fattori importanti coinvolti: il fatto che il denaro aggiuntivo richieda tempo per essere assorbito e il suo potere d'acquisto è determinato anche dai cambiamenti nella preferenza generale della popolazione rispetto ai beni.

Lo spostamento temporale del primo fattore ha effetti importanti, in particolare il trasferimento di ricchezza da coloro che ricevono in ritardo la valuta aggiuntiva a coloro che la ricevono in anticipo (es. Effetto Cantillon). E quando un'agenzia governativa, come la sua banca centrale, è l'emittente, il beneficiario finale è lo stato a spese dei suoi cittadini.

L'importanza del secondo fattore può essere illustrata da ciò che accade quando l'opinione pubblica si rende conto che deve abbandonare ogni speranza di una ripresa del potere d'acquisto del denaro. Indipendentemente dalla quantità in circolazione, il rifiuto finale da parte della popolazione di una valuta statale scoperta la renderà inutile come mezzo di scambio. Questo è il risultato finale dell'inflazione incontrollata dell'offerta di moneta. E ci sono caratteristiche importanti da notare nel percorso verso tale esito.

Man mano che la quantità di denaro sale e il suo potere d'acquisto diminuisce, inevitabilmente diminuisce anche il desiderio di possedere contanti e depositi bancari. Inizialmente l'evidenza si trova nell'aumento dei prezzi degli asset, sia finanziarie che reali, e spiega perché, nonostante il deterioramento delle condizioni economiche, i prezzi delle azioni e di hard asset stanno aumentando, misurati in valute svalutate.

Fino alla fine del 2019 questi effetti erano nascosti da tre ulteriori influenze, due attive e una passiva. In primo luogo, grandi quantità di depositi in dollari sono stati assorbiti in un carry trade attraverso il mercato degli swap FX, dove gli hedge fund hanno preso in prestito euro e yen giapponesi per acquistare dollari, beneficiando in tal modo di un arbitraggio sui tassi d'interesse. Ciò ha comportato che una grande quantità di depositi bancari in dollari venisse vincolata dagli speculatori direttamente o indirettamente, impedendone la cessione per altri asset finanziari (se non attraverso il meccanismo di espansione del credito bancario) e quindi ritardando la cessione della quantità totale di dollari. È stata la popolarità di questo trade che ha divorato la capacità di bilancio delle banche più grandi, le banche di importanza sistemica globale (es. G-SIB), portando ad una crisi di liquidità emersa nel mercato dei pronti contro termine nel settembre 2019.

La seconda s'è verificata quando la FED ha abbassato il tasso d'interesse di riferimento, rimuovendo il motivo dell'arbitraggio sui tassi d'interesse. I dollari liberati sono stati parzialmente assorbiti dalla contrazione del credito bancario. Quando i tassi d'interesse vengono abbassati in modo che un prestatore si accorga di avere una compensazione degli interessi insufficiente per bilanciare il valore futuro del prestito, rifiuterà di concedere il prestito. Il rifiuto può essere imputato sia ad un aumento del livello di rischio di prestito, sia alla consapevolezza del prestatore che il potere d'acquisto del denaro è destinato a calare nel tempo. Gli economisti inflazionisti definiscono la situazione "deflazionistica" perché funziona contro le loro politiche desiderate.

Il terzo fattore, quello passivo, è la grande quantità di titoli in dollari e depositi bancari già accumulati dagli stranieri. Non solo l'accumulo ha ritardato gli effetti sui prezzi dell'espansione monetaria attraverso la sostituzione delle importazioni, ma depositi per circa $6.000 miliardi si sono ritrovati in mani salde.

Ora che l'economia globale è entrata in crisi, è probabile che lo stock di titoli denominati in dollari di proprietà estera si riduca, perché il dollaro è sovra-posseduto da stranieri date le condizioni di scambio in evoluzione. Come notato sopra, i cinesi hanno già deciso di ridurre la loro preferenza per i dollari e buoni del Tesoro statunitensi a favore di materie prime, proprio il comportamento che porta ad una corsa finale nei confronti di una valuta fiat. Secondo i dati TIC del Tesoro degli Stati Uniti, gli stranieri possiedono circa $20.500 miliardi in titoli finanziari e altri $6.300 miliardi in cambiali a breve termine e depositi bancari. Se altri stranieri seguissero i cinesi nel ridurre i loro investimenti e depositi in dollari, per il biglietto verde e per il suo potere d'acquisto sui mercati delle materie prime e sulle borse estere sarebbe una catastrofe.

 

L'evoluzione della crisi dei saldi in dollari detenuti dagli utenti interni

Con i lockdown e il danno arrecato all'economia, i banchieri sono probabilmente più concentrati sugli elementi di rischio in una crisi economica che sul potere d'acquisto del denaro. Ma in un momento in cui le banche centrali come la FED stanno sfornando quantità crescenti di denaro, il suo uso da parte della popolazione non ha tenuto il passo con l'aumento della quantità. Ciò è in parte illustrato dalla contrazione dei prestiti al consumo che ha coinciso con i programmi assistenzialisti dello stato; in altre parole, invece di aumentare i loro depositi accendendo prestiti, i consumatori hanno colto l'opportunità di ridurre alcuni dei loro debiti, come illustrato nel grafico qui sotto.

Gli effetti della speculazione degli hedge fund e la contrazione del credito bancario hanno nascosto la minore preferenza della popolazione per il denaro rispetto ai beni. Essa sta scaricando denaro per acquisire tutti quegli asset finanziari che non sono crediti fissi sul debito. Indipendentemente dai fattori fondamentali delle aziende, i prezzi delle loro azioni continuano a salire, principalmente a causa della riluttanza a detenere denaro. Con l'eccezione del ricavato di un venditore che viene assorbito dalla contrazione del credito bancario, i proventi di una vendita di asset finiscono per essere reinvestiti in altri asset finanziari.

La liquidità dei consumatori è quindi diventata uno scaricabarile, con la popolazione sempre meno propensa a detenere denaro. Ora il passo è breve tra l'anticipare gli effetti di un'ulteriore svalutazione monetaria su una gamma più ampia di prezzi e quindi rendersi conto che il denaro sta perdendo il suo potere d'acquisto non solo rispetto agli asset finanziari, ma anche nei confronti di merci e beni.

È in questo contesto di mutevoli percezioni dell'opinione pubblica che la FED continua ad iniettare più valuta nell'economia. Il nuovo governo, chiunque diventerà presidente, intende stimolare ancora di più l'economia. Come abbiamo visto poco sopra, tale denaro sarà utilizzato per inseguire beni che non vengono prodotti in quantità tali da corrispondere alle nuove emissioni monetarie, o per ripagare l'indebitamento. Il flusso di nuovo denaro nelle mani di chi sta riducendo i propri saldi di cassa è destinato ad accelerare la perdita di potere d'acquisto del dollaro.


Ulteriori conseguenze della svalutazione del dollaro

Se il processo di svalutazione monetaria porterà ad una spiralizzazione di questo processo di rifiuto del denaro fiat, ciò si rifletterà sempre più nella perdita di potere d'acquisto del dollaro misurata nei prezzi dei beni di uso quotidiano. È stato questo effetto che ha portato ad una carenza di banconote nelle economie basate sulla liquidità e che hanno subito una distruzione inflazionistica del denaro, spingendo le autorità ad accelerare la produzione di banconote. La situazione contemporanea è diversa.

Gli Stati Uniti e altre economie occidentali hanno ridotto l'uso del contante, molti con l'intenzione di bandirlo del tutto. I consumatori oggi utilizzano carte di debito e di credito che eliminano la necessità di banconote fisiche, e quindi lo smaltimento dei saldi dei depositi in una crisi inflazionistica è pressoché istantaneo.

Ma questo non scoraggia le autorità monetarie dal tentare di stimolare la spesa dei consumatori. Come abbiamo visto, il denaro è stato immesso direttamente nei conti bancari dei consumatori e, una volta risolta la questione delle elezioni presidenziali in America, si prevede che ci sarà un ulteriore helicopter money. Con l'economia in crisi, i neo-keynesiani restano legati all'idea che l'economia manchi di una domanda sufficiente. Per loro non si può tornare indietro dalle politiche inflazionistiche e la distruzione del potere d'acquisto del dollaro diventa quindi una certezza.

Come notato sopra, la svalutazione monetaria trasferisce ricchezza da produttori e consumatori allo stato. È un processo che impoverisce il settore privato invece di stimolarlo. Non solo l'ingenuità dei macroeconomisti neo-keynesiani garantisce che non ci sarà un rallentamento nel ritmo dell'inflazione monetaria, ma il progressivo impoverimento della gente comune richiederà un'ulteriore accelerazione del processo di inflazione.

La soppressione dei tassi d'interesse sigilla questo accordo faustiano scoraggiando gli istituti di credito dal fornire prestiti a tassi che non riescono a compensarli per il valore futuro del loro capitale, un problema che è aggravato dalla crescente percezione del rischio di controparte. Con la sua politica di tassi d'interesse negativi, la Banca Centrale Europea è riuscita a trasformare l'intera zona Euro in uno zombi economico. Negando ogni preferenza temporale, i tassi d'interesse a zero negli USA hanno lo stesso effetto. L'unico modo per rallentare la preferenza per i beni è consentire il ritorno di un tasso d'interesse determinato dal mercato. Data la diffusa e crescente aspettativa che il potere d'acquisto futuro del dollaro calerà, i tassi d'interesse senza dubbio saliranno, un processo che potrebbe essere già iniziato con il rendimento delle obbligazioni USA a 5 anni che è più che raddoppiato sin dall'inizio di agosto.

Non dovrebbe mai essere compito di una banca centrale sostituire i mercati nell'impostazione dei tassi d'interesse, perché solo gli attori economici possono decidere per loro: per i risparmiatori è la preferenza temporale e per i mutuatari i calcoli dei costi di finanziamento. Manipolando i tassi d'interesse, le banche centrali hanno intrappolato i loro governi nell'aspettativa di denaro senza interessi all'infinito. Di conseguenza, quando i tassi d'interesse cominceranno finalmente a riflettere la preferenza temporale di una valuta inflazionata, imporranno enormi perdite ai detentori di obbligazioni e faranno salire la spesa del deficit di bilancio. In un primo momento è probabile che saranno i possessori di dollari all'estero a sottolineare questo problema.

L'alternativa, taglio della spesa pubblica, diventerà progressivamente più difficile da implementare politicamente, fintanto che lo stato considera suo dovere quello di sostenere l'economia fornendole ancora più denaro, svalutando la valuta ad un ritmo sempre crescente. I neo-keynesiani non accettano mai che la soluzione al problema dell'inflazione sia tagliare radicalmente la spesa pubblica per stabilizzare la valuta, almeno finché non sarà troppo tardi.


La velocità del crollo monetario

Tra le iperinflazioni note vi è stata una notevole variazione nella velocità con cui una valuta ha perso il suo potere d'acquisto. Nel 1720 il livre di John Law crollò in poco meno di un anno. Il marco in Germania iniziò a perdere notevolmente potere d'acquisto negli anni del dopoguerra, ma il suo crollo finale iniziò intorno al maggio 1923.

Nelle fasi successive, quando divenne difficile condurre affari in marchi cartacei, gli imprenditori si rivolsero a valute estere coperte dall'oro. Il fatto che alcune attività vennero condotte con questi mezzi migliorò le condizioni commerciali rispetto a dove continuavano ad essere condotte in marchi cartacei. L'attività di esportazione tornò ad essere redditizia e la cosa portò a rimesse in valute estere, aumentando lo stock di queste ultime nella circolazione interna. Invece di dipendere interamente dai marchi cartacei, le transazioni commerciali ed i contratti venivano condotti sempre di più in valute estere.

Il crescente livello di attività che evitava l'uso del marco cartaceo allungò il tempo impiegato dal suo crollo definitivo rispetto ad una situazione in cui le valute estere non sarebbero stata usate. Un esempio attuale di questa dualità è il ritmo a cui il peso argentino e la lira turca perdono potere d'acquisto rispetto al dollaro e all'oro.

La situazione del dollaro stesso è diversa. È la valuta di riserva mondiale, coperta solo dalla fiducia in coloro che lo emettono, una condizione che deve applicarsi anche a tutte le altre valute che utilizzano il dollaro come asset principale di riserva. Oltre all'oro e a Bitcoin, non c'è nessun'altra forma alternativa di denaro nel caso in cui il dollaro venisse rifiutato da chi lo usa. Pertanto l'economia statunitense e quella del mondo intero sono esposte ad un crollo del potere d'acquisto del dollaro che, in assenza di un mezzo di scambio alternativo per ritardare il processo, potrebbe essere sorprendentemente rapido.

Il modo in cui questo risultato potrebbe essere evitato è riportando il dollaro ad un gold standard credibile, quasi impossibile dato il probabile vincolo temporale di un suo rapido crollo. L'America afferma di avere oltre 8.000 tonnellate d'oro nelle sue riserve con le quali potrebbe sostenere il dollaro. Per farlo dovrebbe consegnare le sue riserve auree alla FED, in modo che essa possa regolare le transazioni in oro e decidere un tasso di cambio oro-dollaro. Questa sarebbe la parte facile; quella più difficile sarebbe il ritiro del governo degli Stati Uniti dai suoi impegni di spesa in modo che possa ripagare i suoi debiti nel tempo.

La macroeconomia keynesiana che dà credito all'inflazionismo è il più grande ostacolo ad un ritorno alla stabilità monetaria. È probabile che qualsiasi politica volta a fermare il finanziamento inflazionistico dei deficit incontrerà una resistenza schiacciante da tutti i settori dello stato e dai loro consulenti economici.

Inoltre, per quanto riguarda l'establishment, la moneta metallica non è più denaro. È probabile che la rieducazione dei banchieri centrali e dei loro consulenti economici su cosa sia denaro possa avvenire solo sulla scia di un completo esaurimento del potere d'acquisto del dollaro. Ma un crollo monetario in un'economia alimentata dalla finanza sarebbe catastrofico, non solo per il sistema finanziario ma per le persone stesse, perché a differenza della situazione in Germania ottantasette anni fa non c'è alternativa con cui condurre affari e regolare le transazioni.


La sostituzione delle valute fiat

Il risultato più probabile dell'accelerazione delle politiche inflazionistiche odierne sarà la fine dell'attuale sistema monetario fiat, incentrato sul dollaro USA, e una volta che l'opinione pubblica americana capirà che non sono i prezzi a salire ma il potere d'acquisto della valuta a scendere, la fine del dollaro e di tutte le valute fiat ad esso associate sarà completa.

È impossibile prevedere quando avverrà il crollo. Poiché l'obiettivo non scritto dell'inflazione monetaria è trasferire ricchezza dal popolo allo stato, un'accelerazione di tal processo richiede che individui lungimiranti intraprendano azioni urgenti per proteggersi invece di diventare vittime degli eventi in corso.

Le due opzioni disponibili sono i metalli preziosi e le criptovalute. Queste ultime hanno accelerato la fine delle valute fiat istruendo importanti segmenti della popolazione circa le conseguenze della svalutazione monetaria. Tale sviluppo minaccia di aumentare radicalmente la velocità con cui verrà erosa la fiducia della popolazione nei confronti del denaro fiat, permettendo a quest'ultima di capire i benefici delle criptovalute. La più famosa è Bitcoin, la cui blockchain è al di fuori del controllo degli stati. Oltre al suo registro distribuito, la qualità principale è una quantità limitata, conferendogli un'importante caratteristica di denaro sano ed onesto. Bitcoin e altre criptovalute offrono una via di fuga dalla svalutazione delle valute fiat.

Potrebbe essere più facile pensare che l'inflazione sia un aumento del livello generale dei prezzi, ma questo è semplicemente il sintomo di una svalutazione monetaria. Capire perché lo stato ricorre al deprezzamento della sua valuta, il fallimento certo di questa strategia, i segnali lungo il percorso verso la sua fine e agire in anticipo invece di reagire agli eventi, sono tutte le chiavi per sopravvivere all'annientamento delle valute fiat.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


2 commenti:

  1. Vorrei aggiungere un paio di commenti a questo articolo.
    1- Il prezzo dell'oro come di qualunque altro asset e' determinato dal desiderio delle persone di possederlo. E' possibile che le persone lo considerino un asset sicuro, ma non c'e' nulla d'intrinseco nell'oro che lo fa essere sound money se non la sua quantita' limitata.
    2- Nello stesso periodo del grafico 1 il prezzo di BTC e' salito alle stelle. Tuttavia oggi ci sono dubbi che USDT, che sembra essere generato a piacere senza nessun asset che lo copra, sia usato per pomparne il prezzo.
    Sono in entrambe le cose... e non so cosa pensare. Oggi qualunque asset e' richioso perche' il capitale per certe persone e' eccessivamente a buon mercato.

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  2. Spiegato passo dopo passo... con il cucchiaino, con stile opportunamente divulgativo: all'università la adotterei come lezione zero di macroeconomia (le lezioni da 1 in poi servirebbero solo come documentazione degli errori compiuti). Sarei curioso di sapere il sentiment che gira tra i promotori e consulenti finanziari privati, ovviamente i meno fessi. Chiunque, anche non "scafato" di economia, dopo aver letto con un minimo di onestà intellettuale, ancora obiettasse alcunché, inevitabilmente si autoiscriverebbe al partito di chi non vuole capire.

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