venerdì 21 maggio 2021

Il giorno della marmotta: 1913 & 2021

 


di Francesco Simoncelli

«Incontrai un viandante di una terra dell'antichità,
Che diceva: “Due enormi gambe di pietra stroncate
Stanno imponenti nel deserto… Nella sabbia, non lungi di là,
Mezzo viso sprofondato e sfranto, e la sua fronte,
E le rugose labbra, e il sogghigno di fredda autorità,
Tramandano che lo scultore di ben conoscere quelle passioni rivelava,
Che ancor sopravvivono, stampate senza vita su queste pietre,
Alla mano che le plasmava, e al sentimento che le alimentava:
E sul piedistallo, queste parole cesellate:
«Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re,
Ammirate, Voi Potenti, la mia opera e disperate!»
Null'altro rimane. Intorno alle rovine
Di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,
Le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine”.»

~ Percy Shelley, Ozymandias (1818)

Due sono stati gli elementi che hanno caratterizzato la presa di potere del sistema statale sulla società ed entrambi si sono verificati nel 1913: imposta sul reddito e creazione della Federal Reserve. Diciamo che la data s'è rivelata solo simbolica, l'atto finale di un percorso iniziato molto tempo prima costellato da propaganda incessante e tentativi (falliti) di applicare in una forma più grezza gli elementi sopraccitati. Non è un caso se subito dopo questa presa di potere storica abbia avuto luogo una delle guerre più sanguinose della storia umana, finanziata appunto attraverso un sistema bancario centralizzato che non solo finanziava direttamente lo sforzo bellico, ma che sarebbe riuscito a sganciare il denaro dalla sua controparte reale: l'oro. Un passo dopo l'altro l'apparato statale ed i suoi clientes hanno progredito verso l'inversione di quella civiltà che aveva reso di successo la società occidentale, gettando quindi i semi di quel fenomeno a cui stiamo assistendo noi oggi: il Grande Default. Ebbene sì, cari lettori, stiamo marciando all'indietro: da una società civile ad una incivile, dove uccisioni, distruzione, furti, sperpero di tempo e risorse, intromissioni e divieto di accordi vantaggiosi per tutti (in cui le persone cooperano tra loro e si migliorano la vita a vicenda) sono all'ordine del giorno.

Il 2020 ha segnato l'impronta definitiva di questo processo, mostrandolo anche a chi non voleva vedere. Il vero volto dello stato, nel suo momento di agonia, ha rappresentato uno sfoggio inaudito di violenza e repressione a tutti i livelli: monetario, fiscale, normativo, sanitario, ecc. E, badate bene, questa manifestazione imponente di violenza non è detto che verrà totalmente ritirata quando "l'emergenza" sarà passata. Ad esempio, per anni dopo la seconda guerra mondiale la Gran Bretagna ha mantenuto in piedi un sistema di controlli dei prezzi e razionamento temendo le conseguenze di quello che sarebbe potuto succedere se il mercato avesse operato la sua funzione di correzione e pulizia. Infatti il razionamento del pane venne infine rimosso solo nel 1954. Questa comunque fu la differenza principale tra il "miracolo economico" tedesco grazie alle scelte coraggiose ed orientate al mercato da parte di Ludwig Ehrard e le scelte centralizzate scellerate inglesi che ritardarono una ripresa economica. Oggi, invece, gli esempi a tal proposito sono numerosi e vanno dal prolungamento del cosiddetto stato di emergenza fino al controllo degli affitti e degli sfratti. Molti stati europei, Italia inclusa, hanno invaso le pratiche precedentemente individuali nel settore immobiliare, ponendosi non solo come intermediari finanziari ma addirittura morali.

L'imposizione fiscale rappresenta l'apice degli interventi presumibilmente temporanei e poi diventati permanenti, e l'Italia a tal proposito è un esempio eclatante. Poi ci sono gli aeroporti che sin dal 2001 hanno visto una sequenza di misure sempre più stringenti, nonostante la loro efficacia si sia dimostrata tutt'altro che utile e decisamente incapace di sostenere il compito di tenere al sicuro i passeggeri. Questi sono solo esempi tra i tanti, visto che lo scopo qui è mostrare come nel tempo la presa di potere dello stato sulla società sia stata tanto più stringente quanto le sue finanze si sono deteriorate. Una volta introdotta una misura statale temporanea, o una tassa temporanea, la loro eventuale fine fa arrabbiare i nuovi beneficiari e le burocrazie sorte a supporto, che nel momento in cui "l'emergenza" iniziale passa devono trovare nuovi argomenti affinché la presenza dello stato continui a persistere. Robert Higgs lo spiega bene nel suo libro Crisis and Leviathan: la dimensione dello stato aumenta rapidamente durante un'emergenza, con poche persone in grado di opporsi, e una volta che l'emergenza è finita una parte consistenti dei poteri rimane e non viene mai abolita. Risultato? Un apparato statale in continua espansione.


Ciò che finora ha attenuato conseguenze più estreme e l'arrivo di un redde rationem è stata l'imprenditorialità degli individui. Proprio così, la creatività e l'innovazione di coloro aventi idee vincenti hanno tenuto a bada la voracità dello stato. Ma questo potere di attenuazione non è più sufficiente, perché l'appetito è cresciuto ed ormai è divenuto insaziabile soprattutto se consideriamo il fatto che la scarsità non è stata affatto abolita. Il potere degli imprenditori di creare ricchezza reale, e quindi placare la fame dello stato, ha fatto il suo corso. Le necessità dello stato e la Legge di Parkinson adattata alla burocrazia sono stati dei motori troppo forti per essere fermati. Rallentati, certo, ma l'inesorabilità della loro distruzione ci ha portato alle decisioni senza precedenti dello scorso anno e che ancora persistono oggi, nonostante la narrativa mainstream su ogni aspetto della crisi sanitaria sia stata smentita. Ci ritroviamo, quindi, sull'orlo di un nuovo 1913, ma le differenze non sono negli eventi (tasse e sistema bancario centrale) bensì nella loro grandezza.


TASSE, TASSE, TASSE

Visto che uno dei temi trattati da questo pezzo riguarda le tasse, impossibile non menzionare il piano di "investimenti" dell'amministrazione Biden. Inutile dire che ha fatto clamore la volontà di aumentare il peso delle tasse sulla popolazione americana in modo da finanziare il suo progetto incentrato su protezione sanitaria, lotta al cambiamento climatico e sostegno alle famiglie. Sin dallo scorso marzo il totale che è stato "investito" dai pianificatori centrali è salito a $10.000 miliardi. Ma su chi peserà il fardello di pagare, almeno in parte, il conto? La classe media (o quel che ne rimane) e più bassa. Infatti, nonostante la retorica riguardante ricchi e super ricchi che dovrebbero pagare "la loro giusta quota", sappiamo benissimo che ciò non accadrà ed è stato già fatto intendere che sarà così. La coorte di contribuenti nelle classi più basse di ricchezza è più ampia e si sta allargando sempre di più sulla scia dell'interventismo selvaggio dei pianificatori centrali, e dato il volume più corposo in suddetta classe, è esattamente lì che il fisco andrà a puntare per trovare risorse tra la popolazione (in realtà anche per drenare in parte lo tsunami di liquidità che si sta scaraventando sulla popolazione in generale attraverso il welfare state).

Non c'è niente di nuovo in questa linea d'azione, poiché è stata implementata sin dal 1913 anno in cui venne approvato negli Stati Uniti l'imposta sul reddito. Una disamina più accurata degli eventi e dei meccanismi che hanno caratterizzato il prelievo fiscale a danno principalmente della classe medio-bassa la potete trovare nel seguente libro di Frank Chodorov: L'imposta sul reddito la radice di tutti i mali.

Premere l'acceleratore su questo processo, come sta accadendo in modo significativo negli ultimi tempi, non solo aumenta la coorte di popolazione che si ritrova a dover fare i conti con la povertà, ma riduce anche la coorte della classe ricca. Il problema di quest'ultimo aspetto dell'intera faccenda è che queste persone ricche hanno raggiunto il punto di rendimenti decrescenti. Le aziende creano ricchezza guadagnando profitti, ma le banche centrali stanno attivamente gonfiando l'economia finanziaria (prezzi degli asset) e deprimendo l'economia reale di Main Street (vendite, salari e profitti) da almeno 50 anni. Pertanto l'importanza e la redditività del fornire prodotti e servizi sono diminuite, mentre è diventata assolutamente attraente la tentazione di fare affidamento sui trucchi finanziari per fare soldi (ad esempio, riacquisto di azioni). Finché il denaro fasullo scorre, niente deve avere senso: i budget non devono essere bilanciati, le aziende non hanno bisogno di guadagnare denaro (la maggior parte delle aziende nel Russell 2000 sta perdendo denaro), gli stati possono affermare di controllare l'economia, ecc.

Quindi supponiamo che l'IRS possa identificare 1.000 miliardari e spremerli ciascuno per $10 milioni: sarebbero solo $10 miliardi complessivi... briciole. Supponiamo che l'IRS li voglia proprio ripulire e prenda da ciascuno un miliardo: parleremmo di mille miliardi di dollari. Ricordo ai lettori che finora lo zio Sam ha messo sulla bilancia $10.000 miliardi per i suoi progetti faraonici del welfare, quindi mancherebbero all'appello ancora $9.000 miliardi. Nessuno sano di mente può aspettarsi che il piano dell'amministrazione Biden possa garantire adesso o nei prossimi anni risorse fiscali sufficienti da coprire in toto la spesa pubblica cavalcante. Pertanto, oltre ad essere puramente retorica, un piano fiscale del genere presenta diversi livelli di distruzione economica:

  1. La coorte degli attori di mercato nella classe alta viene ridotta perché si allontanano dalla produzione reale e vengono spinti verso l'ingegneria finanziaria, diventando dipendenti dall'intervento monetario del sistema bancario centrale e sprecando ricchezza reale;
  2. La coorte degli attori di mercato nella classe media viene ridotta perché si ritrovano a dover pagare il grosso dell'ammontare degli aumenti fiscali;
  3. La coorte degli attori di mercato nella classe bassa aumentata poiché le sue fila vengono rimpinguate da coloro che scendono lungo la scala sociale e diventano sempre più dipendenti dal welfare state.

La disconnessione che si viene a creare tra le varie coorti crea una società totalmente dipendente e, per forza di cose ricattabile. Perché ricattabile? Perché il sistema statale e, più in generale, il sistema a pianificazione centrale misto sta fallendo sotto il peso delle sue contraddizioni ed errori economici che ha alimentato nel corso del tempo per sopravvivere. Inutile dire, quindi, che la necessità di un controllo sempre più capillare della società è d'obbligo. Ecco perché rimangono in piedi tutte le regole assurde riguardanti la crisi sanitaria: si tratta di una scusa per esercitare controllo in un momento storico in cui c'è la spinta per una transizione da una società top-down ad una bottom-up. In questo periodo di transizione, purtroppo, ci sarà da soffrire e resistere perché parliamo di un sistema d'organizzazione che ha decenni di propaganda alle spalle e fa fatica a sparire dalle menti, e soprattutto dai portafogli, degli individui. Su quest'ultimo punto è emblematico ciò che sta succedendo nel mondo del lavoro, dove c'è una carenza di manodopera e parecchi hanno smesso del tutto di cercare un lavoro a causa delle politiche interventiste statali.

Ma le carenze non si limitano solo al capitale umano, bensì anche al capitale strumentale. Il recente aumento sostenuto del prezzo delle commodity rappresenta la valvola di sfogo del mercato, il quale sta segnalando la presenza di errori economici impossibili da sostenere ulteriormente. Negli Stati Uniti, infatti, oltre al legname ed ai chip per computer, adesso sta emergendo anche una scarsità di pneumatici. In tempi "normali" gli imprenditori vedrebbero prezzi più alti e direbbero: "Abbattiamo più alberi o costruiamo più chip o pneumatici" a seconda della loro attitudine, posizione, ecc. Tassazione e regolamentazione incalzanti non solo uccideranno questa risposta naturale a prezzi più alti, ma ovviamente attireranno le attenzioni dei pianificatori e possiamo quindi aspettarci divieti e controlli dei prezzi. Con tali misure sui prezzi ed aspettative d'inflazione forti, gli investimenti delle imprese (in macchinari, scorte, ecc.) verranno seriamente indeboliti e poi disincentivati del tutto, portando il panorama economico ancora più in fondo lungo la strada verso la stagflazione (alta disoccupazione e inflazione).

D'altronde, chi vuole fare investimenti in America in questo momento quando tassazione e regolamentazione creano un clima d'incertezza senza precedenti? Inutile dire che gli investimenti delle imprese non sono andati a zero principalmente perché i costi di finanziamento rimangono bassi (soprattutto se si ritiene che un'inflazione più elevata sia imminente), ma i rendimenti reali attesi devono essere piuttosto alti perché chissà quale nuova e stramba norma verrà approvata dopo?

L'incertezza artificiale che si viene a creare non è più quel fenomeno che gli imprenditori cercano di decifrare attraverso segnali di prezzo genuini, ma qualcosa di criptico ai più e qualcosa che può essere "gestito" dai clientes che orbitano intorno ai palazzi di potere. Infatti, come già detto, la tassazione selvaggia non solo serve a raccogliere finanziamenti per un apparato statale vorace per le entrate, ma anche per prosciugare in parte la quantità enorme di denaro fiat che verrà riversata nell'economia più ampia. Ed è esattamente questo il problema della situazione nel suo complesso, cosa che adesso ci porterà alla prossima sezione e al secondo fattore di cui abbiamo parlato all'inizio di questo articolo, ovvero, la persistente ed assidua stampa di denaro da parte del sistema bancario centrale. Qualsiasi tentativo di "rilanciare" l'attività economica per mezzo di una politica monetaria espansiva non farà altro che deviare risparmi reali da chi crea ricchezza reale a chi la spreca.

Finché il bacino dei risparmi reali è in espansione, viene tenuta in piedi l'illusione che la politica monetaria allentata "funziona"; una volta che però il bacino dei risparmi risparmi reali mostra segni di cedimento, l'illusione svanisce e nessuna quantità di pompaggio monetario "funzionerà". Più aggressiva è la posizione della banca centrale nel tentativo di rilanciare l'economia, peggiori saranno le cose. Ciononostante gli economisti mainstream sostengono che, indipendentemente dalle ragioni per cui emergono risorse di capitale inattive, il ruolo della banca centrale è quello di perseguire politiche che consentano un maggiore utilizzo di suddette risorse. Il punto in realtà è sempre uno: senza un aumento dei risparmi reali, non ci saranno mezzi sufficienti per impiegare le cosiddette risorse inattive. Una politica monetaria accomodante che miri a stimolare la domanda non farà alcuna magia, poiché un aumento della domanda non può sostituire i risparmi reali necessari per impiegare tali risorse. Al che gli economisti mainstream controbattono dicendo che è probabile che politiche monetarie e fiscali allentate stimolino la domanda complessiva, cosa che a sua volta aumenterà la produzione di beni e servizi e la successiva crescita economica genererà i finanziamenti necessari. Ma anche qui il problema è che la domanda non genera automaticamente l'offerta; ci deve essere prima una quantità adeguata di risparmi reali per migliorare l'infrastruttura esistente, cosa che a sua volta consentirà una crescita economica più forte.

Quindi una politica monetaria allentata, una soluzione raccomandata da molti economisti mainstream per prevenire l'emergere di risorse inattive, sembrerà "funzionare" solo finché crescerà il bacino dei risparmi reali. Una volta che inizierà a calare, sarà manifesta a tutti la natura illusoria delle politiche monetarie accomodanti: non è possibile avere una crescita economica reale, cioè l'espansione della ricchezza reale, attraverso l'espansione dell'offerta di denaro fiat.


GOSBANK 2.0

In Unione Sovietica i tassisti non erano più autorizzati a stringere accordi vantaggiosi per tutti con i passeggeri. Venne istituito un sistema completamente nuovo, controllato dallo stato. Ai taxi veniva assegnata solo una certa quantità di benzina ed avrebbero dovuto usarla per permettere alle persone di spostarsi. Alla fine della settimana dovevano mostrare le letture del contachilometri per dimostrare di aver svolto il lavoro. I tassisti, però, scoprirono che era più redditizio solo far girare le ruote: entravano in un magazzino vuoto, sollevavano la parte posteriore del taxi e facevano girare le ruote finché non avrebbero percorso i chilometri necessari. Ciò li faceva risparmiare sulla benzina che poi avrebbero venduto sul mercato nero.

Al che gli operai dovevano spostarsi a piedi e poiché l'intera economia era riorganizzata in questo modo "illuminato", tutti, tranne i pianificatori centrali, diventavano più poveri. Accoppiare il capitalismo con la pianificazione centrale statale dà alla luce una prole corrotta, annichilendo la forza motrice del vero progresso: la distruzione creativa. Nella sua nuova varietà, il capitalismo diventa malleabile e farà quello che gli viene detto. Le aziende, soprattutto quelle grandi, non si concentrano più sui clienti, ma sull'accontentare la burocrazia e promuoverne i vari capricci (es. stampa di denaro, diversità, guerre, riscaldamento globale, razzismo, ecc.). In cambio vengono sovvenzionate, salvate, trasformate in celebrità e trattate come istituzioni quasi pubbliche.

Come già scritto all'inizio di questo articolo, la civiltà è ciò che si ottiene quando regole imprescindibili (es. proprietà privata, matematica, linguaggio, scrittura, denaro reale e "fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te") possono esprimere la loro piena naturalezza. Queste regole, questi "vincoli", sono ciò che migliorano i rapporti tra gli attori di mercato, creano fiducia tra di essi. Quello che chiamiamo "capitalismo" è semplicemente l'espressione delle regole in economia: permette alle persone di condurre la propria vita e stringere accordi vantaggiosi per tutti. Deficit, tasse e denaro fasullo sono il modo in cui i pianificatori centrali proteggono ed espandono la propria ricchezza; li usano sempre per cercare di rimanere in carica. E dal marzo dello scorso anno le banche centrali di tutto il mondo hanno pompato circa $27.000 miliardi nelle loro economie, per contrastare la crisi sanitaria... o almeno questo è stato il motivo apparente.

Infatti la realtà è un'altra: come accadde nell'Unione Sovietica, il sistema bancario centrale è arrivato al suo fine corsa, in una lotta continua per non perdere il controllo della gigantesca illusione poggiata sul denaro fasullo. La Gosudarstvenny Bank, il nome della banca centrale sovietica, nel 1985 copriva circa il 30+% della spesa pubblica; ad oggi quella situazione si sta ripetendo, visto che con le sole tasse l'apparato statale non riuscirà mai a sostenersi data la grandezza e l'intrusività che ha raggiunto. Il furto e la distruzione di ricchezza devono scalare lungo ordini di grandezza più alti. Sappiamo come andrà a finire e lo sappiamo sin da quando Mises lo scrisse in Planned Chaos: inevitabilmente l'economia mista finisce per diventare di comando e controllo; o esiste un'economia libera, oppure no. Non sorprende, quindi, che il sistema bancario centrale, con in testa la FED, sia diventato una Gosbank 2.0.

Diversamente dal 1913, però, qui non si tratta di mettere le mani su un bacino della ricchezza reale pingue ed in espansione: qui si tratta di far sopravvivere ancora un giorno in più un sistema economico e finanziario ormai decotto. Non importa quale sia il prezzo. Non importa quanto controllo debba essere attuato sulla società per raggiungerlo. E non è un caso che gli Stati Uniti, ad esempio, stiano seguendo passo passo il copione giapponese. Infatti dopo la ZIRP e la NIRP, adesso è il turno del controllo della curva dei rendimenti in quella che è a tutti gli effetti una escalation di interventismo sempre più intrusivo. Se viene annunciato un prezzo minimo superiore al tasso di compensazione del mercato, emerge un eccesso di offerta sul mercato obbligazionario: l'offerta di debito aumenta mentre la domanda di obbligazioni diminuisce. Per evitare che i prezzi delle obbligazioni scendano (e la curva dei rendimenti salga), la banca centrale deve riacquistare l'eccesso di offerta con denaro di nuova creazione. Il fattore decisivo per l'effetto monetario risultante è da chi acquista le obbligazioni: se dalle banche commerciali, allora ci sarà "solo" un'espansione della base monetaria (es. aumento delle riserve in eccesso); se da soggetti non bancari (come compagnie di assicurazione, fondi pensione o investitori privati), allora saliranno anche le offerte di denaro più ampie.

L'applicazione di un prezzo minimo sulle obbligazioni può innescare una dinamica difficile da fermare: più alto è il prezzo minimo al di sopra del prezzo di compensazione del mercato, maggiore sarà il volume del debito che deve essere acquistato o monetizzato dalla banca centrale. Quanto maggiore sarà l'espansione dell'offerta di denaro, tanto più il prezzo di compensazione del mercato scenderà: se l'offerta di moneta aumenta, il valore di mercato delle obbligazioni diminuisce poiché gli investitori chiederanno un rendimento maggiore. A sua volta questo aumenta l'eccesso di offerta sul mercato obbligazionario che la banca centrale deve acquistare per sostenere il prezzo minimo. Ma se gli stati possono ottenere prestiti a tassi d'interesse artificialmente bassi, coglieranno l'opportunità e aumenteranno il loro debito. La fame di finanziamenti dello stato è enorme, evidenza dimostrata per l'ennesima volta dall'attuale situazione economica e politica dove la presunta via d'uscita dalla crisi sanitaria è affidata all'espansione del debito pubblico che dovrebbe portare ad una maggiore crescita ed occupazione. Invece il potere d'acquisto del denaro cola a picco, pochi stanno meglio a spese di molti, il divario tra ricchi e poveri si allarga, i conflitti di distribuzione peggiorano, l'amarezza nella società cresce e la produzione e l'occupazione ne soffrono.

Anche economisti keynesiani e commentatori inflazionisti stanno iniziando a sottolineare che i tassi d'interesse dovranno probabilmente aumentare perché i prezzi rischiano di andare fuori controllo.

Da marzo 2020, mese in cui la FED ha annunciato un QE illimitato, la base monetaria degli USA è cresciuta di circa il 70% ed è ciò che indubbiamente è alla base dell'aumento dei prezzi delle materie prime; o più precisamente, è il motivo per cui il potere d'acquisto del dollaro sui mercati internazionali sta calando. Quando accade una cosa del genere, tutti coloro che lo usano si aspettano un risarcimento sotto forma di tassi d'interesse più elevati: in parte perché in futuro acquisterà meno di quanto non faccia oggi e in parte per la loro preferenza temporale. Data la previsione tecnica qui sopra ed i numeri dell'IPC, il rendimento del decennale USA dovrà arrivare come minimo al 2.6% altrimenti i nuovi acquirenti subiranno perdite immediate. L'aspettativa ufficiale secondo cui l'inflazione dei prezzi sarà "transitoria" è irrilevante per una decisione di investimento oggi, perché ci si può aspettare che il rendimento evolva nel tempo alla luce degli eventi.

I difensori del dollaro sostengono che più profonda è la crisi, maggiore sarà la domanda di dollari. È vero che molti gli accordano uno status di rifugio sicuro rispetto alle proprie valute, ma questo è fondamentalmente un argomento che si applica alla liquidità a breve termine (ad eccezione, forse, di chi si ritrova valute nazionali sistematicamente deboli). Con l'indice del dollaro che affonda sin dallo scorso marzo, il medio e lungo termine sono tutt'altra storia e la tesi "rifugio sicuro" manca di credibilità.

Le commodity sono salite di prezzo insieme ad altre protezioni contro l'inflazione, come criptovalute ed immobili residenziali. I primi ad essere colpiti sono gli stranieri che detengono dollari. Una volta che capiranno cosa sta accadendo al biglietto verde e alle conseguenze derivanti dall'aumento dei rendimenti obbligazionari, quasi certamente ridurranno la loro esposizione (circa $23.000 miliardi). L'esposizione di tutti gli asset finanziari denominati in dollari saranno a rischio, così come quella denominata in tutte le altre valute. Mi aspetto che il dollaro continui il suo calo, soprattutto se consideriamo i piani altamente inflazionistici dell'amministrazione Biden. Indipendentemente dalle condizioni economiche interne, la FED avrà solo una scelta: "Inflate or die".


CONCLUSIONE

Questo articolo ha voluto esporre la criticità del momento economico e finanziario in cui ci troviamo, trovando similitudini corpose tra quello che successe nel 1913 e quello che sta succedendo ora. Allora la pianificazione centrale poteva attingere ad un bacino della ricchezza reale costruito negli anni successivi alla Rivoluzione industriale e, in base a come è andata la storia, s'è sbizzarrita con quei fondi. Tal bacino è stato dilapidato nel corso degli anni e ora la pianificazione centrale deve fare i conti con un altro punto di svolta epocale: quel bacino è praticamente esaurito. La distopia cui siamo immersi da un anno a questa parte è figlia di una particolare volontà di controllo, visto che il sistema legittimato dal 1913 in poi ha raggiunto al sua data di scadenza. Nonostante tutti i suoi sforzi, l'economia di Main Street non è più in grado di sostenere la preponderante intromissione distruttiva di stato e banche centrali.

Quello che si sta disperatamente nascondendo sotto la disinformazione dei media mainstream è il crollo definitivo delle valute fiat, e sebbene non si possa sapere né il momento né quanto tempo ci vorrà, date le comunicazioni moderne sarà un evento molto veloce. Il pattern è quello che seguì lo scoppio della bolla di John Law, dove gli asset finanziari gonfiati una volta che crollarono si trascinarono dietro anche la valuta cartacea scoperta. In tal contesto, chiunque non abbia intenzione di entrare in possesso di metalli preziosi e Bitcoin finirà con l'affondare insieme ad un sistema morente ed al suo denaro senza valore.


7 commenti:

  1. Quello di oggi e' un ottimo articolo.
    La desolazione e' vedere la societa' italiana cosi' distante dal comprendere queste verita'.
    Un esempio : gli Svizzeri votano con un referendum il 13 giugno sulle misure federali prese a seguito del covid. Esiste una parte importante di popolazione svizzera che si rende conto di quali siano i disastri legati all'implementazione del potere politico. invece in italia cosa siamo in grado di fare per arginare il potere politico statuale? direi nulla , ovvero molto molto poco.
    E' questa totale mancanze di cultura economica (economia austriaca dico a gran voce) che ci trascina a fondo, e non ci permette di difenderci dal potere dello stato che cerca di essere sempre piu' invadente.
    Paolo Pamini ha usato a Lodi qualche anno fa' una bella espressione : la svizzera e' come un auto che gira con il freno a mano tirato.
    in italia la degenerazione democratica non ha nessun freno a mano tirato, prosegue nella sua corsa verso la distruzione ovvero verso il totalitarismo. Mises aveva ragione in "Caos pianificato" alla fine arriva sempre il tiranno di turno.

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  2. ottimo articolo, però faccio una proposta: si potrebbe creare una versione più riassuntiva dell'articolo (o altri articoli)? se giro l'articolo a 10 amici e colleghi per farli svegliare dalla narrazione media mainstream aiuterebbe molto.... purtroppo gli articoli fatti come sono adesso secondo me vengono letti solo da persone già interessate al tema ma non riescono ad incuriosire il cittadino medio... grazie buon lavoro

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    1. Salve Anonimo.

      Nel corso della mia carriera ho scoperto che il modo migliore per comunicare un determinato messaggio e avere quanto meno rumore di fondo possibile fosse quello di seguire una semplice regola: non esporre il fianco. Questo è uno dei principali motivi per cui i miei articoli qui sul blog sono corposi ed è per questo che li pubblico ogni due settimane.

      Ma al di là di ciò, presto orecchio anche a coloro che vogliono una comunicazione più ridotta all'osso ed immediata. Infatti questo tipo di articoli li pubblico sulla mia pagina Linkedin e nella sezione "Articoli" del mio profilo troverà diversi pezzi in cui tratto varie tematiche ma in modo più asciutto e diretto.

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  3. Ennesimo eccellente articolo che fotografa impietosamente la triste realtà. Non c'è nulla che possa dirle che lei non sappia già ma, sperando di fare cosa gradita, provo a darle qualche argomento specifico da approfondire che , a me appare interessante, come , in riferimento all'economia URSS, i prezzi reali che differiscono da quelli "stabiliti" per esempio l'argento fisico da quello di carta o ancora se ritiene che detenere bitcoin su Coin base sia un opzione corretta. Mi fermo qui per non abusare oltre della sua attenzione
    Cordialmente
    Federico


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    1. Salve Federico.

      Sulla manipolazione del prezzo dell'oro le consiglio di leggere questi tre articoli (1, 2, 3). Inoltre venerdì prossimo verrà pubblicato un pezzo in cui si parlerà della probabile ed imminente fine della LBMA.

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  4. buon giorno, secondo Lei l'immininente fine della LBMA sara' uno stimolo per un incremento dei prezzi dei metalli preziosi o ne saranno indifferenti? E' da molto tempo che nel mondo dei metalli preziosi vi e' una sorte di palude.

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    1. Salve Anonimo.

      E' arrivato in anticipo di 24 ore :)
      Questo argomento infatti verrà trattato in dettaglio nell'articolo di domani.

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