venerdì 6 agosto 2021

La contorsione dell'economia statunitense

 

 

di David Stockman

Le vendite al dettaglio di giugno dovrebbero essere salite ad un ritmo di crescita del +15,6% anno/anno, ricordandoci ancora una volta che solo perché potete cercarlo su Bloomberg non lo rende vero. In realtà, le vendite al dettaglio aggiustate all'inflazione sono diminuite ad un ritmo annuo del -13,5% dal picco di marzo.

Il picco di marzo è stata un'aberrazione fuori dal mondo che sottolinea quanto la vita economica sia diventata confusa a causa di Fauci e dei fanatici del virus che hanno spento il grande motore dell'economia statunitense lo scorso marzo-aprile, seguito da un folle baccanale compensatorio di spese, prestiti e stampa di denaro da parte del Macchinario Infernale Sforna-Inflazione di Washington.

Un risultato di questa follia è stato un totale di 60 milioni di licenziamenti e file alla Caritas per miglia in molte parti del Paese, accompagnati dall'aumento della spesa dei consumatori più esplosivo mai registrato.

Il livello di spesa al dettaglio di marzo 2021 era del 42,6% al di sopra del minimo di aprile 2020 in termini reali. Ancora più importante, è stato anche del 19,1% al di sopra del livello di febbraio 2020, che, ovviamente, è stato registrato prima che i tacchi degli stivali dei tirapiedi di Fauci si abbattessero sull'economia statunitense.

Ecco il punto: questo aumento del 19,1% delle vendite mensili al dettaglio (esclusi ristoranti e bar) è ammontato a quasi $340 miliardi. È un numero enorme, perché rappresenta l'aumento delle vendite al dettaglio al netto dell'inflazione tra febbraio 2003 e febbraio 2020.

Proprio così. Lo tsunami di roba gratis da parte di Washington, oltre al blocco dei servizi, ha causato un aumento delle vendite al dettaglio di beni nel corso di soli 13 mesi, pari ai precedenti 17 anni di crescita reale.

Crediamo che il blocco delle catene di approvvigionamento che attraversano la terraferma, i porti e le fabbriche dei fornitori all'interno della Cina hanno interrotto drasticamente i volumi, i prezzi ed i tempi di consegna in un mondo orientato alla puntualità?

Sì, e ci chiediamo anche qual era il punto di quella roba gratis da parte di Washington...

Il PIL americano è crollato del 32% nel secondo trimestre del 2020, non perché i consumatori abbiano esaurito i mezzi o la volontà di spendere, al contrario, erano confinati a ciò che equivaleva ad arresti domiciliari e non potevano spendere. Questo è ciò che ha portato alla contrazione del PIL, non ad un calo materiale della spesa per le merci.

E non c'era nemmeno una crisi umanitaria che costringesse questo sfogo di stimoli. L'attuale sistema statale di disoccupazione forniva automaticamente il 50% di sostituzione salariale per la maggior parte dei lavoratori che erano stati licenziati ed i sussidi federali di emergenza per i lavoratori non assicurati, a contratto e lavoratori autonomi hanno coperto il resto.

Ma oltre a questo, le persone che avevano un reddito da lavoro regolare o indennità di disoccupazione, ma non potevano spendere soldi in ristoranti, bar, compagnie aeree, noleggio auto, luoghi di vacanza, palestre, saloni di bellezza ecc. si sono iscritte ad un club del libro, si sono offerte volontarie in un ente di beneficenza, o si sono abbuffate di Netflix.

Non avevano bisogno della FED affinché, attraverso lo Zio Sam, finanziasse assegni sociali, indennità di disoccupazione e altre cose gratuite in modo che i cittadini involontariamente inattivi potessero andare a fare acquisti al dettaglio (per lo più online). Quell'eruzione artificiale di spesa sta ora martellando l'economia regolare, anche se ha caricato i futuri contribuenti con migliaia di miliardi in debito pubblico insostenibile.

In questa follia della politica pubblica, si nasconde il presupposto che il livello del PIL sia equivalente ad un Santo Graal e che lo stato non osi lasciarlo scendere, anche per pochi mesi o trimestri.

Tutto il PIL riportato non è creato uguale. Infatti se è preso in prestito al 100% dai futuri contribuenti e monetizzato oggi, è il peggior tipo di PIL: vale a dire, falsa prosperità che è altrettanto insidiosa quanto le fake news di cui Donald si lamentava costantemente.

Detto in modo diverso, se il livello del PIL reale del quarto trimestre del 2019 riflettesse la più grande economia di sempre secondo il giudizio sia di Donald Trump che di Wall Street, e se il PIL reale tornasse a quei livelli durante il secondo trimestre, allora la perdita totale del PIL reale (2012 $) sarebbe di $870 miliardi o solo il 4,5% dei $19.254 miliardi registrati durante il quarto trimestre del 2019.

Vale a dire, se un governante benevolo dichiarasse un anno sabbatico dal lavoro e dal consumo in modo che le persone potessero ricaricare le batterie e riparare i loro rapporti con amici e familiari, perché questo ritardo una tantum nella marcia verso l'alto del PIL sarebbe una cosa terribile? Dopo alcuni anni di ripresa, un ribasso del 5% nell'ascesa verso l'alto sia della produzione che delle linee di spesa sui grafici del PIL sarebbe difficilmente percepibile.

A dire il vero, i dettami di Fauci non erano benigni e la perdita implicita del 4,5% di produzione, reddito e consumi non era proporzionatamente distribuita tra i 130 milioni di famiglie della nazione.

Non c'era assolutamente bisogno dei $6.000 miliardi di salvataggi, o quasi 7 volte il buco tra il PIL reale e l'enorme baldoria di pompaggio monetario che li hanno accompagnati. Washington ha semplicemente presunto che, poiché c'era una contrazione imposta dallo stato del lato dell'offerta (cioè una produzione ridotta nei settori dei servizi bloccati), c'era bisogno di pompare in modo massiccio il lato della domanda in insensata moda keynesiana.

Durante gli anni prima del Covid nel febbraio 2020, le vendite aggiustate all'inflazione da parte dei rivenditori online erano cresciute di circa il 7-8% all'anno, riflettendo la maturazione della crescita ventennale guidata da Amazon e altri rivenditori e-commerce. Ma invece di crescere al ritmo tendenziale del 7,5% durante il febbraio 2020-marzo 2021, le vendite dei rivenditori online al netto dell'inflazione sono aumentate del 40%, rappresentando l'aspetto peggiore degli assegni sociali di Washington.

In dollari costanti, suddetto aumento era equivalente a tutti quelli durante gli otto anni sin da gennaio 2013. Ovviamente una quota enorme della "roba" che veniva consegnata alle porte dei consumatori costretti a casa, arrivava attraverso la supply chain più lunga del pianeta: la Cina ed i suoi fornitori.

Inutile dire che quell'abbuffata non solo ha prosciugato la catena di approvvigionamento degli inventari al dettaglio, ma ha anche portato ad un enorme sovraffollamento di dispense domestiche, armadi, garage, grandi stanze e simili  che genereranno un brutto momento di rimborso qualche trimestre più in là.

Proprio così. Boom inutile oggi e crollo domani, tutto finanziato con la carta di credito scoperta dello Zio Sam.

Davvero non c'è niente di più stupido di tutta questa storia.

Il tacco dello stivale Fauci, invece, ha devastato il settore della ristorazione e dei bar. In termini reali, le vendite sono diminuite di un incredibile 54% tra febbraio 2020 ed aprile 2020. Ma la cosa più saliente è la velocità e l'ampiezza del rimbalzo: durante il periodo di 14 mesi tra aprile 2020 e giugno 2021, le vendite al netto dell'inflazione nel settore della ristorazione e dei bar sono aumentate del 123%.

La parola per un calo del 54% seguito da un aumento del 123% è vertigine economica tra tutte le parti coinvolte: lavoratori, dirigenti, venditori, imprenditori ed investitori.

In termini di dollari costanti, il rimbalzo è stato equivalente all'intera crescita di questo principale settore dei servizi da, beh, dal gennaio 1992!

Negli ultimi 14 mesi l'industria della ristorazione e dei bar ha rigenerato un volume di vendite che in origine aveva impiegato 28 anni per raggiungere. C'è da meravigliarsi che il settore sia ora decorato con cartelli di richiesta di aiuto, costi dei fornitori e tempi di consegna crescenti e salari e prezzi in aumento?

In una parola, la combinazione uno-due di lockdown e assegni sociali ha distorto l'economia degli Stati Uniti. Ci sono dislocazioni, menomazioni, carenze, eccessi e anomalie sia a livello dell'economia di Main Street che del sistema finanziario.

Tra queste distorsioni, ovviamente, ci sono le enormi scorte di beni a livello dei consumatori che sono risultate dalla baldoria delle spese al dettaglio assistita da Washington. Ad esempio, la categoria degli articoli sportivi, degli hobby, degli strumenti musicali e delle librerie si è ridotta costantemente in termini reali ed è diminuita del 22% tra maggio 2000 e il picco pre-Covid di febbraio 2020.

Ma a marzo 2021 il livello di vendita aggiustato all'inflazione era più alto del 43% e il grafico non lascia spazio a dubbi: i consumatori hanno fatto scorta di prodotti di questa categoria perché Washington ha inviato loro soldi e Fauci li ha tenuti fuori da bar, palestre, ristoranti e campi da baseball.

Inutile dire che il contraccolpo è già iniziato: le vendite costanti in dollari a giugno erano già del 7,5% al di sotto del picco di marzo 2021 e il ritorno alla linea di tendenza pre-Covid è stato quasi raggiunto.

Allo stesso modo, le vendite di veicoli e camper sono esplose durante il lockdown ordinato da Washington. La spesa per consumi in questa categoria non ha mai perso un colpo, aumentando del 26% tra il quarto trimestre del 2019 e il primo trimestre del 2021.

Ancora una volta, tale crescita di cinque trimestri è stata equivalente all'intero aumento della spesa al netto dell'inflazione in questa categoria sin dal secondo trimestre del 1999. Di conseguenza i prezzi dei camper usati e nuovi stanno aumentando vertiginosamente oggi e negli ultimi 15 mesi si sono accumulati decenni e decenni di aumenti precedenti.

La verità è che Washington non ha idea di come gestire in maniera macroscopica l'economia di oggi interconnessa a livello globale tra commercio e finanza. Ma dopo aver trasformato l'economia americana in un razzo impazzito negli ultimi 15 mesi, le probabilità che Washington generi disordini e sconvolgimenti inaspettati nel periodo a venire sono straordinariamente alte.

Come ha notato di recente Michael Hartnett di BofA, Washington è sprofondata nella pazzia totale, senza la minima idea di come reagirà il caos che ha creato: "La FED sta spendendo $336 milioni ogni 60 minuti per acquistare obbligazioni, mentre il governo federale degli Stati Uniti sta spendendo $875 milioni ogni ora, un ammontare sbalorditivo reso possibile solo dalla recente fusione tra la FED ed il Tesoro USA che ha inaugurato non solo il proverbiale helicopter money ma la sua discesa iper-socialista nella MMT. È anche ciò che molti monetaristi sostengono sia alla base del recente aumento dell'inflazione, perché Milton Friedman disse che l'inflazione è sempre e comunque un fenomeno monetario".

Né questo è solo uno spettacolo di breve durata. La macchina infernale dell'inflazione di Washington ha gravemente danneggiato e distorto il motore americano della prosperità per la maggior parte degli ultimi tre decenni, ma soprattutto da quando la FED è andata fuori controllo con la stampa di denaro durante la grande crisi finanziaria.

Il grafico seguente mostra la crescita del PIL reale rispetto alla produzione interna di prodotti finali e forniture non industriali. Quest'ultimo è il cuore del valore aggiunto economico; l'idea che qualsiasi economia possa prendere in prestito per raggiungere la prosperità, facendo in modo che i suoi cittadini importino tutto quello di cui hanno bisogno, è semplicemente un pio desiderio economico.

Eppure questo è essenzialmente ciò che sta accadendo, nel modo in cui Earnest Hemingway descrisse la strada verso la bancarotta: prima lentamente, poi all'improvviso.

Tra il 1972 e il 2007 il PIL reale è cresciuto di $10.500 miliardi, o del 3,12% all'anno, mentre la produzione interna reale di beni e forniture finali è aumentata di $2.500 miliardi, o del 2,46% all'anno. Questo poteva anche essere un accordo tollerabile, ma non sostenibile nel lunghissimo periodo.

Dal quarto trimestre 2007, i dati si sono evoluti in modo tale da rimuovere ogni dubbio. Il PIL reale durante i 53 trimestri fino al primo trimestre del 2021 è cresciuto di $3.300 miliardi, o al minimo storico di appena l'1,45% annuo. E una parte importante della causa di questo drastico rallentamento rispetto ai tassi storici di crescita del PIL reale del 3,0% o più, è stata che la produzione interna reale di beni finali e forniture è diminuita di $327 miliardi durante suddetto periodo di 13 anni, da $4.320 miliardi a $3.990 miliardi.

Proprio così. Dopo infinite vanterie da parte dell'Eccles Building sulla sua brillante gestione della ripresa post-crisi, la verità è che la produzione aggiustata all'inflazione negli Stati Uniti è più piccola di quanto non fosse nel quarto trimestre del 2007.

Alla fine, la macchina infernale dell'inflazione di Washington ha gravemente danneggiato l'economia di Main Street per decenni con un debito incontrollato ed un'inflazione degli asset finanziari. Poi, durante lo shock del Covid-Lockdown, l'ha trasformata in una scheggia economica/finanziaria impazzita.

Inutile dire che non andrà a finire bene, e uno dei motivi è che la produzione di beni e materiali è ora scesa ad appena il 21% del PIL rispetto al 35% di cinque decenni fa.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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