lunedì 4 ottobre 2021

L'intreccio di corruzione che lega FDA e Big Pharma

 

 

di Liam Cosgrove

Il nostro sistema sanitario è a pezzi, un fatto che nessuno avrebbe contestato nei giorni pre-Covid. La deriva burocratica è una realtà e l'industria farmaceutica è piena di esempi. Eppure ci siamo fidati delle partnership pubblico-privato per trovare una soluzione ottimale ad un'epidemia globale, supponendo che una crisi avrebbe tirato fuori il meglio dalle istituzioni storicamente corrotte.

Ecco un breve elenco di comportamenti tutt'altro che virtuosi dimostrati dai nostri titani della sanità:

• Pfizer e Johnson & Johnson si dichiarano colpevoli di "marchiatura errata con l'intento di frodare o fuorviare" e di aver pagato "tangenti agli operatori sanitari per indurli a prescrivere i [loro] farmaci", con conseguente multa di $2,3 miliardi nel 2009 e $2,2 miliardi nel 2013;

• Pfizer è stata condannata in un'altra causa per "manipolazione di studi" e "soppressione di risultati negativi" solo pochi anni dopo;

• Moderna non ha mai sviluppato un farmaco approvato, eppure uno dei membri del suo consiglio è stato incaricato dell'operazione Warp Speed. Questo certamente non è correlato al fatto che ha ricevuto la maggior parte dei finanziamenti federali per la ricerca e lo sviluppo di vaccini e ha ricevuto oltre $6 miliardi dal nostro governo dall'inizio della pandemia.

• Gilead Sciences ha pagato $97 milioni in multe, perché "ha utilizzato illegalmente una fondazione senza scopo di lucro come canale per pagare i contributi di Medicare per il proprio farmaco".

• Nel 2005 il farmaco Crestor di AstraZeneca è stato dimostrato essere collegato ad una malattia muscolare pericolosa, mentre la società ha nascosto al pubblico prove di questo e di altri due dozzine di effetti.

• Nel 2012 GlaxoSmithKline ha pagato $3 miliardi in multe, poiché "non è riuscita ad includere alcuni dati sulla sicurezza" relativi al suo farmaco, poiché collegato ad insufficienza cardiaca e attacchi di cuore.

Per fortuna i nostri tutori della salute pubblica sono in gioco per proteggerci dall'avidità e dall'inganno del settore privato, giusto? Sbagliato. Godetevi un altro breve elenco:

• La Food and Drug Administration (FDA) ha lavorato dietro le quinte con la società Biogen per modificare le prove precedentemente condotte sui loro trattamenti per l'Alzheimer da $56.000 all'anno e "rimuovendo il sottoinsieme di persone per le quali il farmaco non aveva funzionato, è saltato fuori un leggero effetto a favore del farmaco". Anche dopo averlo fatto, una commisione consultiva ha votato 10-0 contro l'approvazione del farmaco. La FDA ha comunque approvato il farmaco, causando le dimissioni di tre membri della commissione.

• Nel caso sopraccitato i consulenti delle terze parti hanno fatto la cosa giusta. Non sempre va così: uno studio di Science Magazine che per 4 anni ha seguito 107 consulenti della FDA ha scoperto che il 62% aveva ricevuto denaro da produttori di farmaci correlati, il 25% aveva ricevuto oltre $100.000 e il 6% aveva ricevuto oltre $1 milione. Ci vogliono solo pochi consulenti corrotti per oliare gli ingranaggi e fingere il consenso medico.

• Nel 2017 si è scoperto che il direttore ad interim dei CDC riguardo le malattie cardiache e la prevenzione dell'ictus aveva comunicato segretamente con Coca-Cola, fornendo indicazioni su come "influenzare le autorità sanitarie mondiali in materia di politica dello zucchero e delle bevande".

Il sistema sanitario americano rimane impantanato nel buon vecchio capitalismo clientelare, corporativismo, mercantilismo, protezionismo, ecc. vecchi concetti che stanno a significare che le aziende lavorano con gli stati per sovvertire le forze della concorrenza. La soppressione della ricerca sui farmaci fuori brevetto è un brutto sintomo di questo problema.

Mentre ci sono innumerevoli farmaci che potremmo utilizzare come esempio, discuteremo dell'ivermectina. In primo luogo, la liquidazione del farmaco da parte del proprio produttore, Merck, fa sì che l'ivermectina non sia più sotto brevetto. La Merck non possiede più i diritti esclusivi sulla produzione del farmaco e le forze della concorrenza si sono riappropriate di questo farmaco, rendendolo molto più economico. Nel frattempo la Merck sta anche lanciando un trattamento orale per il Covid, a cui il governo degli Stati Uniti sta fornendo $1,2 miliardi in finanziamenti per la ricerca. Quest'ultimo sarebbe sotto brevetto e spiega l'opposizione dell'azienda all'uso dell'ivermectina.

L'utilità dell'ivermectina rimane discutibile, tuttavia è importante notare che all'inizio dell'aprile 2020 uno studio dell'Università di Monash in Australia ne ha avvalorato l'efficacia. Inoltre il farmaco è approvato dalla FDA, esiste da quarant'anni, ha fatto vincere un premio Nobel ed è estremamente sicuro se usato ai livelli raccomandati. Data la crisi e la sicurezza dell'ivermectina – sicura anche se non conferisce grandi benefici ai malati di Covid – la fretta di condannarne l'uso è decisamente sospetta. Infatti una settimana dopo la pubblicazione dello studio australiano, la FDA sconsigliava l'uso dell'ivermectina per il trattamento del COVID-19, costringendo le persone disperate al mercato nero e ad auto-prescriversi versioni del farmaco destinate agli animali.

La FDA ha successivamente osservato che "sono necessari ulteriori test". Tuttavia, fino ad oggi, non è stato completato uno studio finanziato dal governo sull'efficacia dell'ivermectina contro il Covid-19. Nel frattempo sono stati incanalati miliardi verso la ricerca su vaccini e trattamenti brevettati. Il National Institutes of Health (NIH) ha finanziato studi per remdesivir, ancora in fase di brevetto con Gilead, nonostante sia meno efficace e abbia effetti collaterali più gravi dell'ivermectina. La FDA ha approvato il remdesivir in base all'autorizzazione all'uso di emergenza (EUA) nonostante gli studi pubblicati, affermando in seguito che il "remdesivir non è associato a benefici clinici statisticamente significativi".

Si potrebbe pensare che se "test aggiuntivi" fossero così importanti, il governo degli Stati Uniti sarebbe interessato a finanziare la ricerca in modo da esaminare i potenziali benefici di farmaci economici, sicuri e provati che si sono dimostrati promettenti nel trattamento del Covid. Ma chiaramente non è quello che sta succedendo. Il finanziamento è orientato ad aiutare le grandi aziende farmaceutiche a sviluppare nuovi farmaci brevettati. Finché Big Pharma lo vorrà, e se c'è un profitto da realizzare, il nostro governo sarà lì per fornire finanziamenti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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