giovedì 8 gennaio 2015

Sarebbe un male per l'economia se il petrolio scendesse a $3 al barile?





di Gary North


Se il prezzo del petrolio scendesse a $3 al barile, e vi rimanesse per 10 anni, sarebbe una cosa buona.

E se questo portasse ad una massiccia disoccupazione nel settore petrolifero? Sarebbe una cosa buona.

Ma il compito primario di un'economia di libero mercato non è quello di equilibrare l'offerta e la domanda? Sì. Quindi non è importante che l'occupazione rimanga alta dimodoché anche la produzione possa rimanere alta? Questo è il punto di vista del keynesismo. E' anche il punto di vista del mercantilismo. Ma la domanda è sbagliata. Un'azienda non impiega un sacco di gente affinché la produzione rimanga alta. Impiega un sacco di persone affinché la produzione soddisfi la domanda ad un prezzo che è vantaggioso per l'azienda. Se un'azienda continuasse a produrre grandi quantità di merci che non potrebbero essere vendute con profitto, commetterebbe un errore terribile. Sprecherebbe risorse. A questo punto sarebbe meglio chiudere bottega. Andare a pesca. Fermare lo spreco.

L'economia di libero mercato, secondo Adam Smith, e anche secondo Ludwig von Mises, dovrebbe produrre beni al fine di soddisfare la domanda dei clienti. Il compito dell'economia di libero mercato non è quello di impiegare più persone possibili. Non è fare in modo che gli investitori ricevano un tasso di rendimento normale. Il compito dell'economia di libero mercato è quello di permettere ai consumatori di trovare tutto ciò di cui hanno bisogno ad un prezzo che sono disposti a pagare. Tale prezzo viene definito prezzo di compensazione. Il compito centrale degli imprenditori è quello di creare una produzione che sarà venduta con profitto ad un prezzo di compensazione.

Cos'è un prezzo di compensazione? E' il prezzo oltre il quale nessuno venderà l'oggetto e nessuno lo acquisterà, a meno che tale prezzo non cambi. Se un imprenditore è in grado di prevedere quale sarà questo prezzo, e quindi organizzerà la capacità produttiva al fine di soddisfare questa domanda ad un prezzo che produrrà un profitto, allora il denaro investito sarà stato ben speso e ne guadagnerà altro.

Il compito dell'imprenditore non è quello di capire quante persone dovrebbero essere impiegate, ad eccezione di un unico scopo: produrre qualcosa che il mercato comprerà. Non è compito dell'imprenditore servire i lavoratori. Il compito dell'imprenditore è servire gli acquirenti. Qualsiasi altro punto di vista porterà ad una qualche variante del mercantilismo. Adam Smith confutò tale posizione nel 1776, ma il mondo è pieno di mercantilisti che non hanno letto Smith, o che non capiscono Smith, o che non ritengono vantaggioso ammettere quanto affermato da Smith perché vogliono sbancare col mercantilismo. E, in fin dei conti, è proprio quello che fece Adam Smith. Un anno dopo aver scritto La Ricchezza delle Nazioni (1776), finì sul libro paga del governo come capo dell'ufficio doganale del ramo scozzese dell'Impero Britannico. Fece soldi riscuotendo i pagamenti tariffari che credeva fossero un male per l'economia.



PETROLIO MENO CARO

Sfregamenti di mani nervosi, lamenti e stridori di denti sono i protagonisti delle preoccupazioni odierne in cui il prezzo del petrolio scende e le compagnie petrolifere perderanno un sacco di soldi.

Alcune persone credono davvero che il compito numero uno dell'economia di libero mercato sia quello di fornire agli investitori tassi di rendimento alti. Poi, sempre secondo il loro punto di vista, quello successivo sarebbe la concessione di saggi salariali al di sopra di quelli di mercato. Solo alla fine queste persone si concentrano sul compito dell'imprenditore, e cioè equilibrare l'offerta e la domanda ad un prezzo che lo mantenga in affari.

La discesa del prezzo del petrolio è un male per quelle persone che hanno investito in titoli spazzatura emessi da un sacco di compagnie petrolifere, le cui azioni sono scese di circa il 60%. I loro bond stanno andando anche peggio. Ciò che è buono per il consumatore americano, e per ogni altro consumatore, è petrolio a basso costo che viene venduto a prezzi bassi. Ciò permette ai consumatori di raggiungere più efficacemente i loro obiettivi. Il fatto che un sacco di aziende in questo settore stiano andando in bancarotta poiché hanno preso in prestito troppo denaro, non è di alcun interesse per i consumatori. "Non è un nostro problema."

Se i produttori di petrolio vogliono vendere petrolio ad un prezzo particolare, e questo prezzo è vantaggioso sia nel breve sia nel lungo periodo (si pensi all'Arabia Saudita), è irrilevante se un sacco di compagnie petrolifere americane (che non avrebbero mai dovuto iniziate i loro progetti) ora scoprono di essere in bancarotta. Dovranno vendere i loro beni a quegli imprenditori che sono stati abbastanza intelligenti da rimanere fuori dal mercato dell'olio di scisto. Il petrolio sarà ancora nel terreno, ma gli investitori che hanno pagato l'attrezzatura per estrarlo hanno fatto un grosso errore. Non hanno visto quello che stava per succedere. Hanno perso il loro investimento. Questo è un loro problema, non dei consumatori. E non è nemmeno un problema del Federal Reserve System, del Dipartimento del Tesoro, o di chiunque altro voglia estrarre sangue da una rapa.

La disoccupazione salirà sicuramente nel North Dakota. Questo è un male per tale stato, ma al resto del Paese non importerà. Anche se portasse disoccupazione in Texas, varrebbe lo stesso principio. Qualcuno ha fatto un errore e il calo del prezzo del petrolio ha portato grandi perdite per quelle persone che l'hanno commesso. Questo è il sistema dei prezzi di libero mercato. Questo è il sistema profitti/perdite. Si tratta solo di trasmettere le informazioni ai partecipanti. Le informazioni che sta trasmettendo ai dirigenti delle aziende che hanno preso in prestito troppo denaro sono queste: "State per andare in bancarotta. Siete stati pesati sulla bilancia e siete stati trovati mancanti. Finirete fuori da questa linea di mercato. Qualcun altro vi sostiuirà."

Questa è esattamente l'informazione che deve essere trasmessa a queste persone. E' anche l'informazione che deve essere trasmessa alle persone che saranno in grado di comprare questi cattivi investimenti ad un prezzo ribassato. Poi saranno in grado di staccare degli utili una volta che il prezzo del petrolio risalirà.

Il prezzo del petrolio tornerà a salire. Nel febbraio 2009, West Texas Intermediate commerciava un barile di petrolio a $37.51. Alla fine di dicembre, il prezzo era arrivato a poco meno di $80 al barile. Ma quelle persone che hanno investito sul presupposto che non sarebbe ritornato a $37.51 al barile hanno perso. I loro investimenti costavano troppo. Avrebbero dovuto aspettare a comprare. Questa è l'imprenditorialità: perdite e profitti.

E' un bene avere un sacco di petrolio ad un prezzo economico. E' un male per quegli imprenditori nell'olio di scisto che non sono stati molto bravi a prevedere tale esito, ma questo non è un problema dei consumatori. Questo non è un problema del governo federale. Questo non dovrebbe essere un problema del Federal Reserve System.



MERCANTILISMO KEYNESIANO

Purtroppo il keynesismo è una forma di mercantilismo. Il keynesismo insegna che la ricchezza viene creata dall'investimento, in particolare dall'investimento degli stati che spendono a deficit. Il keynesismo ritiene fondamentale che l'investimento vada avanti, anche se la produzione non risultasse proficua. Il keynesismo è convinto che deficit pubblici e tassi di interesse abbassati dalle banche centrali, se combinati, generano occupazione. E' vero; creeranno occupazione. Poi, quando la domanda dei consumatori non conferma le decisioni prese dagli imprenditori keynesiani sovvenzionati dalle politiche statali, scopriamo che le loro iniziative erano fallimentari. Questa è una cosa buona. Quando un'impresa produce perdite, dovrebbe essere eliminata dal processo di mercato. Questo è ciò che accadrà a molte aziende che hanno scommesso sul fracking e che per rimanere redditizie hanno bisogno di un prezzo del petrolio a $80 al barile.

Il prezzo del petrolio potrebbe tornare anche a quella cifra. Nulla dice che debba rimanere al livello attuale, cosa che sta infliggendo enormi perdite ad imprenditori che non hanno previsto quanto sta accadendo. Ma questa non è una minaccia per l'economia americana o l'economia mondiale. Il fatto che gli imprenditori che hanno preso decisioni sbagliate subiscano perdite, è una cosa assolutamente buona. E' un bene per l'economia. Riduce gli sprechi. Espelle dal mercato quegli imprenditori che non hanno previsto con precisione la situazione attuale. Questa è la giustificazione tradizionale del sistema di libero mercato, e tale logica non è cambiata solo perché il prezzo del petrolio è sceso del 50% da giugno.

Non cessa mai di stupirmi come quelle persone che si professano sostenitrici del libero mercato, siano in realtà dei keynesiani. Credono davvero che sia un male per l'economia quando emerge la natura improduttiva di investimenti fatti da imprenditori mediocri e il loro valore cola a picco. Questo è ciò che sta accadendo oggi per quanto riguarda l'olio di scisto. I consumatori dovrebbero rispondere così: "Non è un nostro problema."



CONCLUSIONE

La produzione non è il grande vantaggio del capitalismo. La produzione che possiede una domanda ad un prezzo specifico, è il grande vantaggio del capitalismo. Il concetto chiave è il prezzo di compensazione. Non la produzione aggregata. Non l'occupazione aggregata. Non la stabilità dei prezzi aggregati. E' questo, e solo questo: la produzione che possiede una domanda ad un prezzo oltre il quale nessun altro comprerà o venderà. Questo è tutto. Questa è l'economia in una lezione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento: