venerdì 1 marzo 2019

Bitcoin infrangerà il sigillo che lo stato ha apposto sul denaro





di Francesco Simoncelli


Spesso la maggior parte delle persone dimentica cosa abbia fatto affondare l'Unione Sovietica: il mercato nero. Quest'ultimo, infatti, era la risposta fisiologica ad un fatto auto-evidente: non esiste possibilità che un gruppo ristretto di persone possa pianificare il lungo termine di un grande gruppo di persone. Visto che la neolingua semina bau-bau in ogni dove per attivare meccanismi di difesa negli individui (tante grazie scuola pubblica), ecco che il mercato nero (mica potevano chiamarlo "libera scelta", no?) acquisisce accezione negativa. Quindi la definizione di libertà, trasformata in un qualcosa di apparentemente negativo, serviva, secondo i pianificatori centrali, a cercare  di spaventare gli individui e portarli a rivolgersi alle autorità. Perché? Perché le autorità non avevano modo di imbrigliare il libero mercato, nella loro faretra c'erano solo illusioni (potenzialmente) capaci di persuadere le persone a cedere la loro capacità di scelta nelle mani di persone presumibilmente più lungimiranti. È irrazionale? No, perché nel corso della storia umana la cooperazione ha portato sempre più le persone a specializzarsi in determinati campi professionali.

Questo ha migliorato la spesa del tempo e di conseguenza ha migliorato la spesa del denaro. La delega di determinati lavori a chi più competente di noi non è altro che la base della prosperità economica, poiché noi abbiamo più tempo per migliorare i nostri prodotti e gli altri possono fare lo stesso. Il problema si pone quando la forza diventa il primum movens alla base di una nicchia di individui i quali si suppone siano in grado di direzionare in modo genuino ed efficiente l'intera società verso lidi di prosperità. Di colpo si avalla l'inversione stessa della prosperità economica, poiché in questo modo si concede che un gruppo ristretto di persone possa essere in grado di occuparsi di tutte le professioni all'interno della società e decidere per esse. Questa è una contrazione, seppur virtuale, della forza lavoro. Infatti si pongono ostacoli sempre più incapacitanti lungo la strada degli individui, solo perché senza di essi il gruppo ristretto di individui non avrebbe più giustificazioni ad intromettersi.

Quindi suddetto gruppo ristretto va avanti, cercando di mantenere in piedi la propria bugia, la propria illusione, che in sostanza esso possa portare crescita senza fine per tutti. È questa presunzione che rende baldanzosi gli aspiranti policymaker e quelli attuali. La stessa presunzione che porta ad affermazioni del genere. Questa presunzione è stata fatale per l'Unione Sovietica e lo sarà anche per lo status quo di oggi. Vedremo che le dimostrazioni di forza di un'epoca ormai morta, si trasformeranno nella più eclatante copertura di ridicolo mai vista. Pensate infatti a Bitcoin. Sono passati esattamente 10 anni dal Genesis Block ed esso ha funzionato così come doveva funzionare e descritto nel white paper. I tentativi di screditarlo attraverso notizie di exchange che venivano hackerati o scappavano col bottino dei loro clienti non hanno affatto inficiato il meccanismo di funzionamento alla base: i blocchi continuavano ad essere minati e le transazioni validate correttamente.

Se davvero può essere fermato in qualsiasi momento, cosa si sta aspettando? Sono le stesse chiacchiere che hanno accompagnato l'ascesa di Internet. Tutto doveva essere regolamentato. Tutto doveva essere ridotto al piccolo giardinetto che solo noi potevamo conoscere, senza che tutto il resto potesse influenzarci. Spuntarono in ogni dove le "Intranet" mediante le quali le aziende avrebbero dovuto cavalcare l'onda della nuova tecnologia. Qualcuno di voi lettori ricorda le Intranet dell'epoca? No, perché sono morte poco dopo essere state adottate. Qualcuno di voi lettori ricorda l'ECU, "moneta" digitale lanciata alla fine degli anni '70? No, perché nessuno la utilizzava. Ed ecco perché Bitcoin si porta dietro lo scetticismo da parte della massa, poiché anch'esso in sostanza è un "mercato nero" per il denaro. In un secolo il dollaro ha perso il 97% del suo valore, portando a quasi zero il potere d’acquisto del capitale trasmesso in eredità nel corso delle generazioni. La progressiva perdita di valore della moneta comporta una redistribuzione della ricchezza dagli individui ad alcune entità specifiche che rappresentano i più grossi debitori della società odierna: le grandi banche e lo stato. La lira ha performato molto peggio del dollaro, azzerando il suo valore nell’arco di un secolo: ha perso circa il 97% del suo valore solo dal 1947 al 2002. L’euro dal 2002 ha perso il 25% del potere d’acquisto.

Visto che noi Austriaci sappiamo cos'è e come "nasce" davvero il denaro, sappiamo anche che i pianificatori centrali non riusciranno mai a censurare qualcosa come Bitcoin. Così come nel corso tempo essi non hanno fatto altro che apporre il proprio sigillo a ciò che già era denaro e renderlo a corso legale. L'oro è emerso dalle scelte degli individui come merce più commerciata e di conseguenza è diventato denaro, non c'è stato nessuno che ha decretato dall'oggi al domani l'oro come denaro. Solo successivamente lo stato ha apposto il suo sigillo su tale merce. Oggi sta accadendo la stessa cosa nel mondo delle criptovalute, con lo stato in netta difficoltà di fronte a questo fenomeno e alla ricerca di una soluzione che possa avvantaggiarlo. Al momento quella con più successo vuole la pubblicità di particolari forme di criptovalute, ovvero le cosiddette stablecoin: "criptovalute" ancorate 1:1 alle valute fiat. Esse non rappresentano altro che la lenta agonia di una entità le cui illusioni si stanno man mano sfilacciando.



LO STATO APPONE IL SUO SIGILLO

John Maynard Keynes è famoso per due aforismi: "Nel lungo periodo, siamo tutti morti", pensato per le operazioni nel sistema dei prezzi, e "Reliquia barbarica", pensata per il gold standard. Credeva che il libero mercato necessitasse di essere controllato dai burocrati affinché divenisse efficiente. Credeva anche che la restrizione del potere statale da parte del gold standard fosse un male.

L'ostilità di Keynes nei confronti del gold standard è condivisa da tutti gli inflazionisti e gli statalisti. Infatti il gold standard pone limiti alla capacità di creare moneta fiat e quindi spendere senza tassare direttamente. Il gold standard rese possibile gran parte della civiltà del mondo antico, fino a quando l'oro non venne abbandonato nel terzo secolo dal governo di Roma. Poi la civiltà classica scomparve in Occidente, ma nell'Impero romano d'Oriente (Bisanzio), una moneta d'oro affidabile durò per oltre mille anni.

Anche negli imperi alessandrino e romano, lo stato aveva bisogno dell'oro per pagare le sue truppe. Quando i costi per mantenere la macchina da guerra di Roma e il suo panem et circenses divennero troppo grandi affinché le imposte dirette li potessero finanziare, lo stato iniziò a svalutare le sue monete. Questa svalutazione è avvenuta in parallelo al decadimento dell'impero romano.

Il gold standard è visto come il prodotto dello scambio volontario. L'applicazione da parte dello stato di leggi riguardanti i contratti, porta allo sviluppo di una commodity money (solitamente oro o argento). Qualsiasi commodity trasportabile, ampiamente riconosciuta, divisibile e con un alto valore in termini di peso/volume può funzionare come denaro, ma l'oro e l'argento sono risultati i vincitori in questa sorta di competizione. Il denaro non è il prodotto di un'azione statale, bensì dello scambio volontario. Questa è il punto di vista degli economisti della Scuola Austriaca: Mises, Rothbard, Hayek. La visione opposta sostiene che il denaro è il prodotto delle azioni dello stato. Questa è stata l'opinione di tutti i governi fin dall'inizio del conio nel VI secolo a.C. Il gold standard dello stato può essere esteso a seguito della conquista militare: la nazione vittoriosa ruba l'oro della nazione sconfitta.

La dichiarazione di Keynes sull'oro ("reliquia barbara") risale agli inizi degli anni '20, quando l'impero britannico aveva cominciato a svanire. La prima guerra mondiale l'aveva quasi mandato in bancarotta e la seconda guerra mondiale vi avrebbe messo fine. La famosa citazione di Lenin sull'oro era che un giorno l'oro sarebbe stato usato per gli orinatoi pubblici. Durante il comunismo la tortura era comune per "indurre" le persone a cedere il proprio oro allo stato. La barbarie ebbe inizio quando scoppiò la prima guerra mondiale: in poche settimane le banche commerciali sospesero la convertibilità del denaro fiat in oro. Gli stati autorizzarono le loro banche centrali a confiscare l'oro dalle banche commerciali. Il grado di barbarie prodotto dalla guerra non avrebbe potuto essere raggiunto se ci fosse stato un gold standard.

È l'abbandono del gold standard che ha aperto le porte alla barbarie moderna.

L'oro diventa inizialmente denaro a causa delle decisioni degli individui. La divisione del lavoro non è il prodotto della sovranità statale sul denaro, è il prodotto dello stato di diritto. I funzionari statali vedono quindi circolare le monete d'oro ed intervengono imponendo che tutte le monete siano coniate con il sigillo dello stato. Lo stato, quindi, in nome della propria sovranità si fa bello alla luce di un'istituzione del libero mercato: il gold standard. È un inganno: "Il denaro è un attributo della sovranità dello stato!" No, non lo è.

Lo stato si offre quindi di fare da deposito per le monete ed emettere ricevute: IOU (banconote). Un servizio gratuito! Che meraviglia! Qualcosa in cambio di niente! Ma l'offerta è falsa. L'obiettivo dello stato è far sì che la popolazione inizi ad utilizzare gli IOU al posto delle monete d'oro. Lo stato può quindi confiscare più facilmente l'oro. Il gold standard tradizionale è stato un paper standard alla fine, revocabile arbitrariamente dai politici. Lo stato può cambiare la legge durante un'emergenza.

Quando il denaro fallisce, anche la legittimità viene persa. Il prezzo dell'oro è una prova della legittimità politica: il valore di una moneta nazionale. Un aumento del prezzo dell'oro è un voto di sfiducia nei confronti del denaro dello stato. Questo è il motivo per cui i governi fin dalla prima guerra mondiale hanno fatto tutto il possibile per rimuovere le monete d'oro dalla circolazione. I politici non vogliono un referendum pubblico sulla legittimità dello stato. Permettono il voto politico, ma questo può essere controllato. Le monete d'oro non possono essere controllate, quindi sono abolite per legge. Questo è il motivo per cui i governi svendono l'oro. Delegittimano l'oro e legittimano le valute fiat.

Durante la seconda guerra mondiale fu creata la Banca dei Regolamenti Internazionali in modo che le varie banche centrali delle nazioni in guerra potessero bilanciare i loro conti. Ciò rese possibile un gold exchange standard tra i banchieri centrali, ma non per le masse. Questo permise alla macchina bellica di continuare la sua avanzata sanguinaria. Possiamo vedere come nel tempo la fiducia sia stata sempre più estesa: dalle persone alle banche commerciali, dalle banche commerciali alla banca centrale; dalle banche centrali allo stato. Il trasferimento della fiducia passa dall'economia alla sovranità politica, ma un sistema basato sulla sovranità politica non è affidabile. Le truffe sono all'ordine del giorno e non esiste alcuna agenzia a cui appellarsi.

Nella fase repubblicana del governo, lo stato monetizza l'oro. Appone il suo timbro di approvazione sulle monete d'oro. Asserisce la sovranità sul denaro in nome della stabilità del suo valore, garantendo la finezza e il peso delle monete. Poi, nella fase dittatoriale, inizia la svalutazione. Lo stato svaluta l'oro e sostituisce i metalli con qualcosa che decreta altrettanto di valore.

Il risultato della de-monetizzazione dell'oro è la de-capitalizzazione dello stato. Gli IOU monetizzati (cioè il denaro fiat) diventano IOU scoperti, alla cui base non c'è nulla. Lo stato troverà sempre più difficoltà a convincere le masse ad accettare il denaro fiat. Nel ventesimo secolo lo stato persuase le masse ad accettare questi IOU scoperti e il risultato è stato una vasta espansione del potere statale e del debito pubblico, insieme ad un enorme deprezzamento del potere d'acquisto del denaro. Ciò non cambierà fino a quando il sistema del debito non travolgerà il sistema monetario (deflazione), o il denaro ufficiale dello stato non verrà abbandonato dalle masse (inflazione).

Il gold standard col marchio dello stato è la fase preliminare alla confisca o alla svalutazione finale. La promessa dello stato di un rimborso su richiesta non è attendibile.

Un gold standard gestito da organizzazioni di storage che cercano profitto è molto più attendibile, ma non se lo storage è offerto gratuitamente. Non esistono pasti gratis. Qualcuno alla fine pagherà per i servizi gratuiti. Quando si tratta di operazioni bancarie a riserva frazionaria, qualcuno paga sempre e rimane col cerino in mano.

Questo è il motivo per cui qualsiasi richiesta affinché lo stato adotti un gold standard è inutile. Nessuno ascolterà. Anche se gli elettori avessero compreso la tesi di uno stato limitato, non sarebbero in grado di limitare lo stato con un gold standard gestito dallo stato stesso. Un sistema monetario gestito dallo stato, con l'eccezione di Bisanzio, diventa uno standard svalutato.

Questo è il motivo per cui il libero mercato è l'unica fonte affidabile per il ripristino di un gold standard. Il denaro onesto inizia con questi passaggi: (1) la revoca delle leggi sul corso legale che richiedono alle persone di accettare il denaro dello stato; (2) il rispetto dei contratti; (3) leggi contro la frode, ovvero contro riserva frazionaria. Il libero mercato può fare il resto.



LO STATO ESPANDE LE SUE RESPONSABILITÀ PER AUMENTARE IL SUO POTERE

L'espansione dei poteri dello stato è stato un risultato diretto del furto delle responsabilità dell'individuo. Per giustificare il furto di responsabilità che appartengono legittimamente ad altri, lo stato dice che le nostre vite sarebbero migliori se i nostri problemi non esistessero e si "offre" di rimuoverli. Ad esempio, la Federal Reserve è stata giustificata dicendo che le crisi economiche sono dannose e che non dovrebbero accadere. Viene quindi affermato che gli stati, attraverso le loro banche centrali, devono essere responsabili di assicurare che queste crisi non avvengano. Vengono quindi concessi grandi poteri alle banche centrali che tentano di portare a termine ciò che è loro "responsabilità".

Allo stesso modo la previdenza sociale è il risultato dello stato che accetta di prendersi cura della sicurezza economica dei pensionati e di altri gruppi specifici di persone. In tal modo si è appropriato di una responsabilità che appartiene a famiglie, chiese ed altre organizzazioni private. Assistenza sanitaria, sussidi di disoccupazione e tutti gli altri tentativi di assistenza sociale mirano allo stesso risultato.

Tale furto di responsabilità viene camuffato e spacciato come virtuoso. Dopotutto, fornire soluzioni ai problemi è qualcosa che fanno anche le aziende, no? Eppure la differenza sta nelle condizioni esposte. Quando si ha a che fare con una azienda, si può entrare in possesso della soluzione ad un determinato problema (es. cibo per risolvere la fame, assicurazione per risolvere il rischio di problemi medici, e così via) ad un certo prezzo. Inoltre i diritti, le responsabilità ed i poteri che ne derivano sono specificatamente elencati e spiegati. Gli stati invece si assumono una serie di responsabilità come giustificazione per espandere i loro poteri, affermando che questi poteri sono necessari per adempiere alle sopraccitate responsabilità. Non passa molto tempo prima che questi poteri diventano illimitati e costosi. Non esiste un vero contratto legale tra lo stato e le persone, quindi non c'è modo di ritenere lo stato responsabile se non riesce a mantenere la sua parte del patto.

In definitiva, l'elenco delle "responsabilità" cresce continuamente, ma l'elenco dei poteri cresce ancora più velocemente. Il modo incondizionato con cui lo stato offre "aiuto" e si impadronisce della responsabilità di un individuo serve solo a rubare il potere dell'individuo sulla propria vita.



BITCOIN È UN MEZZO DI SCAMBIO?

Ma la domanda cardine alla base di tutte queste discussioni rimane sempre una: Bitcoin è denaro? Questa domanda ha causato non pochi problemi all'interno dell'ambiente economico Austriaco (gli altri possiamo tranquillamente tralasciarli vista la loro ignoranza in materia di teoria monetaria e mancanza di apertura mentale), con il sottoscritto impegnato in diverse discussioni incentrate su questo tema. È indubbio che questa tecnologia abbia portato molti ad alzare le sopracciglia, ma di certo non ha cambiato i principi alla base della Scuola Austriaca. Infatti sarebbe bene se anche i cosiddetti "esperti di lunga data" andassero a rivedere i libri di cui si fanno portavoce, perché hanno capito alla rovescia cosa rappresenta Bitcoin. La fisicità non è un prerequisito affinché una merce possa diventare di ampio utilizzo, poiché in ultima analisi sono le scelte degli individui a decretare cosa ha valore e cosa no. L'azione umana resta sempre alla base di qualsiasi analisi economica si voglia portare avanti e questo deve farci riflettere sulle conseguenze.

Guardando al Venezuela, ad esempio, possiamo notare che gli individui, vessati dal proprio governo, hanno scelto di scambiare attraverso l'utilizzo di Bitcoin. È importante sapere il motivo? Fino ad un certo punto, poiché sappiamo con certezza che, qualunque siano le cause che hanno portato le persone a compiere una determinata scelta, essa è sicuramente motivata da uno stato di insoddisfazione latente. Attraverso un determinato mezzo essi sono riusciti a lenirlo. Questo a sua volta vuol dire che il mezzo si è dimostrato utile per questo scopo e la sua diffusione sarà garantita dal successo nel ripetere sopraccitato scopo.

A ciò dobbiamo aggiungere che tendenzialmente gli esseri umani desiderano risparmiare tempo ed incrementare l'efficienza nei loro scambi, quindi opteranno per quelle soluzioni che meglio potenzieranno queste aspettative. E, certo, nessuno entra in uno scambio a somma zero, poiché la natura dello scambio stesso è il guadagno; entrambe le parti che entrano in gioco ne beneficiano, altrimenti nessuno si prenderebbe la briga. Di conseguenza il fine ultimo di entrambi gli attori economici è quello di entrare in possesso della cosa che l'altro possiede. In questo contesto, quindi, il denaro svolge il ruolo di mero facilitatore dello scambio: un ponte tra le preferenze di entrambi gli attori di mercato che conduce a buon fine lo scambio. Ecco dove la maggior parte delle persone cade in errore: il denaro è il mezzo di scambio, non il mezzo attraverso il quale si pagano gli oggetti in possesso di altri.

Infatti noi finanziamo i nostri acquisti attraverso la produzione che in precedenza abbiamo creato, non attraverso il denaro che abbiamo in portafoglio o nei depositi bancari. Il denaro non è il fine dello scambio; il denaro è solo un traghettatore che permette a ciò che produciamo di trovare mercato laddove non lo avrebbe in presenza del baratto. Il primo individuo scambia la sua produzione col denaro di chi desidera ciò che ha prodotto e in questo modo è come se parcheggiasse il potere d'acquisto di ciò che ha creato nel mezzo di scambio. Poi, quando troverà un secondo individuo di cui vorrà la sua produzione, allora lo coinvolgerà in uno scambio e cederà la proprietà del denaro in cambio della nuova produzione.

In sintesi, non è tanto importante il mezzo scambio, quanto il mezzo con cui pagare ciò che desideriamo: è esattamente questo il fine ultimo di uno scambio ed è ciò che conta veramente. L'importanza del mezzo di scambio, oltre a facilitare l'interazione tra gli attori di mercato, è soprattutto quella di buon "parcheggio" del valore creato in precedenza con la produzione. Questo significa che se il mezzo di scambio è sottoposto a fluttuazioni, ciò andrà a cambiare il valore creato in precedenza ed imporrà un vantaggio/svantaggio al possessore del mezzo di scambio. A tal proposito il denaro fiat, come anche detto in precedenza, s'è dimostrato un pessimo parcheggio per il valore creato attraverso la produzione.

In primo luogo perché la sua quantità è arbitrariamente variabile e in secondo luogo perché il suo utilizzo è imposto. Questi due elementi ridistribuiscono la produzione creata dagli individui verso coloro che sono all'apice del processo di creazione del nuovo mezzo di scambio. Attualmente staremmo parlando di banche centrali, grandi banche commerciali e stati. Gli attori di mercato percepiscono questo furto nascosto quindi cercano alternative che possano garantire ancora una volta l'immutabilità (quanto più possibile almeno) del "parcheggio" della loro produzione. Nel corso della storia l'oro ha ricoperto un ottimo ruolo come mezzo di scambio, ma nell'epoca di oggi la censurabilità di questo asset un problema.

Bitcoin, oltre ad essere un asset che  soddisfa tutte le caratteristiche che dovrebbe avere un buon mezzo di scambio, aggiunge al suo carnet anche la non censurabilità e di questi tempi è una caratteristica molto scarsa e di conseguenza con una domanda molto alta. L'ambiente monetario è stato messo sottosopra da questa rivoluzione digitale, la quale non fa altro che ricordare che i decisori ultimi all'interno del panorama economico sono e resteranno sempre gli attori di mercato, i quali attraverso le loro scelte sanciranno anche davanti gli occhi degli scettici la potenza della dinamicità del libero mercato. I truffatori, i quali prediligono un ambiente in cui le cose rimangano quanto più statiche possibili affinché essi possano portare avanti i loro loschi affari, saranno costretti ad inseguire mediante la proposta delle cosiddette "stablecoin".

Ma se il sottostante è marcio, sono marce anch'esse. Esse rappresentano il canto del ciglio dell'attuale status quo: la prova evidente che la pianificazione centrale può solo ostacolare il libero mercato, non abolirlo o controllarlo. Posso fare questa affermazione senza paura di essere smentito, perchè altrimenti in questo momento staremmo utilizzando tutti il Petro.

Senza contare che adesso è scattata la corsa, JP Morgan in testa, ad emettere pseudo-criptovalute per non rimanere indietro. Non si accorgono che così facendo renderanno ancora più legittima l'esistenza delle criptovalute e per la maggior parte delle persone successivamente sarà molto più semplice scegliere le vere criptovalute. Questa volta il sigillo verrà infranto. Bitcoin incarna non censurabilità, irreversibilità e sistema di pagamento P2P elettronico: queste sono tutte caratteristiche che hanno sedotto e attratto l'attenzione degli attori di mercato in cerca di un mezzo di scambio migliore con cui scambiare i loro mezzi con cui pagare ed acquisire la produzione altrui.

E nonostante la sempre presente attenzione ai prezzi di Bitcoin, lo sviluppo della sua infrastruttura è andato avanti. Infatti nel 2016 ha iniziato a sperimentare ritardi nelle transazioni, in quanto il numero superava la capacità della rete di elaborarle. Sono state ideate due vie: Bitcoin Cash, una versione alternativa di Bitcoin, ha adottato blocchi più grandi; la soluzione concorrente, Lightning Network, il quale mantiene le dimensioni dei blocchi esistenti di Bitcoin, ma crea un secondo livello al di sopra di quello base. Le piccole transazioni possono essere dirottate nel nuovo livello, liberando così il livello di base per far fronte a quelle di grandi dimensioni. Entrambe le soluzioni hanno trovato mercato al momento: la prima può mostrare un interesse in crescita rispetto al passato da parte dei commercianti, mentre la seconda sta attirando attenzioni interessanti grazie al suo funzionamento. La bellezza di questo processo è che è in sintonia con la volontà del mercato, non di un qualche gruppo ristretto di individui che giudica cosa sia meglio per il resto degli altri.

In conclusione, Bitcoin è sulla strada per diventare a tutti gli effetti un ottimo mezzo di scambio, in grado di facilitare la circolazione dei mezzi con cui pagare per la produzione altrui.



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