martedì 21 luglio 2020

Perché la Svezia ha avuto successo “nell'appiattire la curva” e New York invece ha fallito





di Jon Miltimore


I decessi per virus C hanno rallentato fino ad arrivare a zero in Svezia. Con l'eccezione di un singolo decesso il 13 luglio, dal 10 luglio non sono stati segnalati decessi in questa nazione di 10 milioni di abitanti.

Ma il dibattito sull'approccio della Svezia all'epidemia di virus C, che s'è basato sulla responsabilità individuale anziché sulla coercizione statale per mantenere le distanze sociali, è tutt'altro che finito.

La scorsa settimana il New York Times ha definito l'approccio svedese all'epidemia una "storia di ammonimento" per il resto del mondo, sostenendo che "ha prodotto un aumento di morti senza risparmiare la sua economia dai danni".

Per essere precisi, la Svezia ha sovraperformato molte nazioni in tutto il mondo con il suo approccio "più leggero" ed è stata una delle poche nazioni in Europa a vedere la sua economia crescere nel primo trimestre del 2020.

Nel frattempo, Anders Tegnell, il massimo esperto di malattie infettive della Svezia, continua a difendere l'approccio della sua nazione all'epidemia.

"Non vedo l'ora di effettuare una valutazione più seria del nostro lavoro di quanto sia stato fatto finora", ha dichiarato Tegnell in un recente podcast pubblicato dalla radio pubblica svedese prima di fare una vacanza programmata. "Non c'è modo di sapere come finirà."



La prestazione reale della Svezia

La Svezia è diventata una sorta di parafulmine globale, ma ciò ha pono a che fare con i risultati delle sue politiche bensì con la natura delle sue politiche.

Mentre il bilancio delle vittime della Svezia è sostanzialmente più alto di vicini come Finlandia, Norvegia e Danimarca, è anche molto più basso di molti altri vicini europei come Belgio, Regno Unito, Italia e Spagna.

Infatti un semplice confronto tra Belgio e Svezia, nazioni con popolazioni piuttosto simili, rivela che il virus C ha fatto soffrire molto di più il Belgio che la Svezia.

Il motivo per cui la Svezia è un "ammonimento" e il Belgio no è perché quest'ultimo ha seguito il copione del lockdown. All'inizio della pandemia, i funzionari belgi hanno chiuso tutte le attività non essenziali e hanno applicato rigorose regole di distanziamento sociale.

Alla maggior parte dei lavoratori è stato detto di restare a casa. Lo shopping era limitato ad un solo membro della famiglia. Gli individui potevano uscire per motivi medici o per portare a spasso un animale domestico, o per fare un po' di esercizio, purché venisse mantenuta la distanza sociale.

Questi protocolli, secondo quanto riferito dalla BBC, sono stati rigorosamente applicati dalla polizia belga, usando "droni nei parchi e multe per chiunque infrangesse le regole di distanziamento sociale".



Un “esempio cautelativo” più adatto

La Svezia ha chiaramente gestito l'epidemia meglio del Belgio, che ha avuto quasi il doppio delle morti per virus C nonostante il lockdown.

Eppure il Times ha scelto la Svezia come "ammonimento", perché la Svezia ha scelto di non istituire un lockdown. La Svezia ha adottato tale approccio per due motivi: in primo luogo, come ha affermato pubblicamente Tegnell , non ci sono prove scientifiche sufficienti sul loro funzionamento; in secondo luogo, come dimostrano oggi le prove, i lockdown comportano conseguenze inintenzionali e diffuse (disoccupazione di massa, recessione, disordini sociali, deterioramento psicologico, suicidi e abusi di droga).

Anche se la Svezia ha visto il suo bilancio delle vittime salire più bruscamente dei vicini scandinavi come la Finlandia e la Norvegia, è strano che il Times abbia percorso migliaia di miglia attraverso l'oceano per trovare un "ammonimento". Un esempio cautelativo migliore si trova proprio sotto il naso della Dama Grigia.

Un semplice confronto tra New York e la Svezia mostra che l'Empire State ha sofferto di più per il virus C rispetto agli svedesi. Yinon Weiss, imprenditore e fondatore di Rally Point, ha di recente confrontato Svezia e New York utilizzando i dati del progetto di monitoraggio del virus C.

La prima cosa che si nota del confronto è che la Svezia è stata in grado di "appiattire la curva", per così dire. Sebbene questa formula sia oggi ampiamente dimenticata, l'appiattimento della curva era originariamente lo scopo dei lockdown. Nella misura in cui esisteva una presunta base scientifica, era l'idea che si trattava di una misura temporanea progettata per aiutare gli ospedali ad evitare di essere sopraffatti dai pazienti malati.

Il dott. Robert Katz, direttore fondatore del Centro ricerche di prevenzione Yale-Griffin, ha osservato che appiattendo la curva "non si prevengono le morti, si cambiano semplicemente le date". Ma un lockdown temporaneo potrebbe almeno impedire a tutti di ammalarsi contemporaneamente, il che sarebbe catastrofico.

Se l'appiattimento della curva era l'obiettivo principale dei politici, la Svezia è stata un successo. New York, invece, no, nonostante le chiusure diffuse e la rigorosa applicazione delle politiche di distanziamento sociale.

Il motivo per cui New York ha fallito e la Svezia ha avuto successo ha poco a che fare con il fatto che bar e ristoranti fossero aperti in Svezia. O che le scuole di New York fossero chiuse mentre quelle svedesi erano aperte. Come spiega Weiss, la differenza non è affatto correlata ai lockdown. Ha molto più a che fare con il fatto che New York non è riuscita a proteggere le popolazioni più a rischio: anziani e malati.

"Ecco la buona notizia: potete chiudere le attività o tenerle aperte. Chiudere le scuole o no. Indossare mascherine o meno", afferma Weiss, laureato alla Harvard Business School, "il virus si farà strada in entrambi i casi e se proteggiamo gli anziani, i decessi saranno molto meno".

Questa è la prescrizione che il Dr. John Ioannidis, un epidemiologo della Stanford University e uno degli scienziati più citati al mondo, ha sostenuto fin dall'inizio dell'epidemia di virus C.

Come Tegnell, Ioannidis all'inizio ha espresso dubbi sull'efficacia dei lockdown e ha avvertito che avrebbero prodotto risultati non intenzionali ad ampio raggio.

"Una delle cose importanti è che non sappiamo per quanto tempo sarà possibile mantenere misure di blocco sociale senza importanti conseguenze per l'economia, la società e la salute mentale", ha scritto Ioannidis in un articolo su STAT a marzo. "Potrebbero derivarne evoluzioni imprevedibili, tra cui crisi finanziarie, disordini, conflitti civili, guerre e un tracollo del tessuto sociale".

Purtroppo molte delle conseguenze negative previste da Ioannidis si sono materializzate.



La Svezia è davvero un “esempio cautelativo”?

Tegnell ed i leader svedesi sostengono ancora il loro approccio più leggero sebbene riconoscano che avrebbero potuto proteggere meglio le popolazioni a rischio.

"Dobbiamo ammettere che la parte che si è occupata dell'assistenza agli anziani, in termini di diffusione dell'infezione, non ha funzionato. È ovvio. Troppi anziani sono morti", ha detto il mese scorso il primo ministro svedese Stefan Löfven.

Eppure è un errore etichettare l'approccio svedese come un fallimento. Come notato sopra, la Svezia non viene criticata per i risultati delle sue politiche di salute pubblica, ma per la loro natura.

Abbracciando un approccio all'epidemia basato sul mercato al posto di uno pianificato centralmente, la Svezia ha indebolito la narrazione che milioni e milioni di persone sarebbero morte senza lockdown, come previsto da coloro che hanno stilato i modelli.


Senza la Svezia e altre anomalie simili, sarebbe stato molto più facile per i pianificatori centrali affermare: certo, i lockdown erano duri e distruttivi, ma non avevamo scelta.

Sulla scia dell'epidemia più distruttiva di questo secolo, ci sarà una discussione considerevole sul fatto che i lockdown, che stanno per innescare una depressione globale oltre ad altri costi psicologici e sociali, fossero davvero necessari.

In un certo senso, il disaccordo sulla gestione dell'epidemia incarna un attrito molto più grande nella società: gli individui dovrebbero essere lasciati liberi di perseguire i propri interessi e soppesare i rischi, o dovrebbero essere guidati, costretti e protetti da pianificatori che vogliono fare tutto questo per loro?

Come disse Ludwig Von Mises molto tempo fa, il conflitto sociale moderno è in gran parte una lotta per chi arriva a progettare il mondo, gli individui o le autorità. Per Mises poche cose sono più pericolose dei pianificatori centrali che cercavano di soppiantare i piani degli individui con piani propri, che considerano un bene preminente.

Fu per questo motivo che Mises considerava superiori le economie di mercato alle economie di comando/controllo.

"Qualunque cosa le persone facciano nell'economia di mercato, è l'esecuzione dei propri piani. In questo senso ogni azione umana significa pianificazione", scrisse Mises in Socialism: An Economic and Sociological Analysis. "Ciò che sostengono coloro che si definiscono pianificatori, non è la sostituzione dell'azione pianificata. Bensì la sostituzione del suo piano a quello dei suoi simili. Il pianificatore è un potenziale dittatore che vuole privare tutte le altre persone del potere di pianificare e agire secondo la propria volontà. Il suo obiettivo è solo una cosa: l'esclusiva preminenza assoluta del suo piano."

Quando Mises parla della "preminenza del proprio piano", è difficile non pensare al governatore di New York Andrew Cuomo, che a marzo sembrava decisamente indignato quando un giornalista gli chiedeva delle case di riposo. Infatti Cuomo aveva vietato loro di sottoporsi a screening per virus C.

"Non hanno il diritto di opporsi", ha risposto Cuomo. "Questa è la regola e questo è il regolamento, e devono rispettarlo."

Cuomo vedeva chiaramente il suo piano centrale come superiore a quello degli individui che agivano invece in base al mercato.

La politica di costringere le case di riposo a prendere i pazienti portatori di virus C, che è stata adottata da numerosi stati statunitensi con un alto numero di morti, è in netto contrasto con l'approccio svedese più libero che ha lasciato che le persoen pianificassero per sé stesse.

"Le nostre misure si basano tutte sull'assunzione di responsabilità da parte degli individui, e questa è [...] una parte importante del modello svedese", ha osservato Hakan Samuelsson, CEO di Volvo Cars, ad aprile.

L'approccio della Svezia, di incoraggiare il distanziamento sociale dando la responsabilità agli individui, spiega benissimo perché gli svedesi hanno fatto meglio di New York, dove le autorità hanno privato i singoli attori e impedito alle case di riposo di prendere precauzioni sensate.

È assurdo guardare il piano di New York e definirlo superiore a quello svedese, ma molti nella classe intellettuale continueranno a martellare su questo punto ignorando i numeri catastrofici di New York, New Jersey, Massachusetts e altri stati.

Questo probabilmente non sarebbe stata una sorpresa per Mises. Come ha sottolineato, il pianificatore centrale si occupa principalmente di un singolo fattore: la preminenza del suo piano.

Una volta compresa questa verità, si può finalmente capire la critica contro la Svezia.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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