venerdì 30 luglio 2021

Il denaro nel corso dei secoli #2: Denaro fiat, veicolo dell'ideale di sottomissione

 

 

di Francesco Simoncelli

Il palcoscenico mondiale era essenzialmente pronto per vedere l'apparizione di un protagonista che avrebbe accompagnato gli esseri umani agenti fino ai giorni nostri. Nella prima parte di questo trattato breve abbiamo visto come gli ideali a cui la maggior parte delle persone teneva rappresentavano una funzione della fisicità del mondo: i mercenari combattevano per denaro e solo in secondo luogo per gloria. Le guerre di conquista e l'ampliamento del potere di tassare spazzarono via "l'onestà" delle guerre di difesa il cui primum movens era la comunità e la protezione della propria famiglia/terra. Il cambio di mentalità rappresentò anche una spinta alla "disonestà", cercando di imporre i costi delle mire espansionistiche quasi infinite sul resto della popolazione attraverso la svalutazione monetaria. Infatti le guerre nell'antichità erano "effettivamente "quasi" infinite perché guerrieri, combattenti e militari dovevano essere pagati con denaro "buono", fattore questo che rappresentava un peso progressivo per le casse di quei sovrani che intendevano portare avanti una guerra senza fine. Quindi nel mondo antico fino al tardo rinascimento, l'elastico tra guerra di difesa e guerra di offesa continuò ad essere teso e rilassato. Il cambio di paradigma sarebbe avvenuto nei secoli successivi, laddove la popolazione contadina o comune, sarebbe stata "reclutata" per rappresentare una nuova classe combattente.

Diversamente dai mercenari che in tempi non sospetti conoscevano profondamente le genuinità del denaro, questa classe era stata da sempre la vittima ultima delle varie svalutazioni monetarie che si sono susseguite nel corso del tempo. Potremmo quindi arrivare ad affermare che in qualche modo vi era abituata a questa sorta di "destino funesto". In questo contesto bisogna inserire anche l'ascesa della cosiddetta classe media (es. mercanti, artigiani, ecc.), la quale si sostituì progressivamente alle nuove scoperte di miniere di metalli preziosi come fonte di finanziamenti delle guerre dei vari sovrani. Infatti, come abbiamo visto nella prima parte, questa nuova classe emergente ricoprì un ruolo sempre più attivo nelle attenzioni dei regnanti, poiché le mire espansionistiche di questi ultimi potevano essere soddisfatte solo attraverso l'afflusso di nuovo metallo o una tassazione più pesante. L'ascesa della borghesia come classe aspirante privilegi, incarnò una fonte di credito non indifferente per la rinascita di vecchi imperi.

Il fatto era che suddetta classe rimaneva sottomessa alla nobiltà e alle corti regali stesse. Infatti oltre a fornire risorse monetarie attraverso prestiti e tasse, molto spesso il finanziamento dei capricci bellici dei sovrani portava a conflitti irrisolvibili che non avrebbero fatto altro che mandare in bancarotta il finanziatore; anche in caso di vittoria, il risultato sarebbe stata una rinnovata belligeranza. Assecondare la guerra di offesa di nobiltà e sovrani era un suicidio finanziario, la strada per ottenere privilegi, si accorse ben presto la borghesia, non passava affatto dal soddisfare i capricci dei sovrani. Di conseguenza una parte della classe media, quella che si specializzò nell'offrire credito, diventò molto attiva nel ricercare una via attraverso la quale emanciparsi da questa condizione di sudditanza: un assalto frontale sarebbe stato sterile, quindi il modo migliore era reclutare un esercito silenzioso che combattesse la sua battaglia. L'occasione non mancò, in particolar modo alla fine del XVII secolo quando l'intellighenzia europea iniziò a parlare di diritti universali dell'uomo.

Prima di quell'epoca la classe del popolo e contadina era stata inondata dagli ideali religiosi, ovvero le guerre combattute in nome di valori morali "più alti" come rettitudine, fede, abnegazione. Questa era la classe, tra le altre cose, che oltre a pagare le tasse doveva assolvere anche al servizio di leva. Fu il medioevo a cristallizzare questa consuetudine e gli ideali religiosi furono la toppa per far accettare a suddetta classe la perdita di mani necessarie alla gestione dei campi e degli allevamenti.

La risposta al dilemma dei creditori fu l'espansione dei "diritti universali dell'uomo" ai contadini e quindi propagandare l'ottenimento di tali "diritti" a condizione di una "rivoluzione" e del rovesciamento del sovrano. Un esercito composto principalmente da fanti irregolari che combatterebbero per ideali superiori tanto quanto quelli religiosi, non per l'argento, il quale poteva essere impiegato per l'acquisto di munizioni, logistica ed ufficiali mercenari professionisti. E per creare il fervore necessario per sostenere la rivoluzione e sostituire la continua perdita di fanti, questi “Diritti universali dell'uomo” furono elevati allo status di religione: “Liberté, Égalité, Fraternité”. Ciò a cui assistiamo in questo periodo storico non è l'emancipazione del popolo dalle catene del sovrano, ma l'usurpazione del ruolo di quest'ultimo da parte della classe dei creditori tramite rivolte per procura. Non è un caso che, sulla scia di questa diffusione di nuovi ideali, videro i loro natali le prime banche centrali.

Ad esempio, i bond di guerra del Paese A e del Paese B erano emessi dalle rispettive banche centrali, venduti agli investitori, inclusi loro stessi, e all'inizio della guerra avevano lo stesso valore. Poi il Paese A ottiene un vantaggio attraverso l'emissione di credito aggiuntivo ed i bond di guerra del Paese A aumentavano di valore man mano che accumulava vittorie sul campo di battaglia, mentre i bond di guerra del Paese B diminuivano di valore. Una volta arrivate al minimo le banche centrali acquistavano i bond di guerra a sconti enormi, vendono quelli del Paese A a prezzi elevati, e poi inondando di credito aggiuntivo il Paese B. Le sorti della battaglia alla fine cambiavano quando il flusso di credito inverso entrava in vigore: ora i titoli di guerra del Paese B si apprezzavano mentre i bond di guerra del Paese A calavano di prezzo. L'esito della guerra poteva essere controllata dall'emissione o meno di credito, e le banche centrali di entrambi i Paesi staccavano enormi profitti indipendentemente da quale Paese vincesse o perdesse. Così, all'inizio del XIX secolo, le guerre di logoramento incredibilmente costose furono perseguite non allo scopo di costruire un impero, ma invece per i profitti derivanti dall'emissione e dal commercio di bond di guerra.

Queste istituzioni, inutile dirlo, stavano costruendo il loro impero da contrapporre a quello canonico della nobiltà e del clero. Infatti se gli ideali di difesa, prima, e conquista, poi, avevano introdotto nell'immaginario della maggior parte delle persone nell'età antica la figura dell'imperatore e del sovrano, nel medioevo l'ideale religioso aveva aggiunto a suddette figure quella della Chiesa e delle sue "giuste" cause davanti agli occhi di Dio. L'ascesa del Terzo Stato appose un'ulteriore aggiunta agli ideali sopraccitati, ovvero, quello dei diritti universali davanti la legge.

Ora le banche centrali avevano un bacino sterminato di uomini che avrebbero combattuto per "ideali" di "affrancamento democratico" incarnati nella "cittadinanza"; questi aspiranti "cittadini soldati" avrebbero accettato denaro fiat offerto in cambio della loro volontà di combattere. Questa nuova religione dei diritti universali dell'uomo evolvette ben presto in pieno fanatismo religioso sotto la bandiera della "democrazia", e come tutte le religioni questa "democrazia" doveva essere diffusa agli infedeli attraverso la guerra. In particolar modo all'interno dell'impero chiave dell'Europa, laddove la propaganda della classe dei creditori non era riuscita ad attecchire come nel resto d'Europa: la Germania. Non è un caso infatti che l'ascesa del marxismo in Germania avesse come primum movens non la cosiddetta emancipazione delle masse, quello era lo slogan per gli allocchi, bensì la cacciata degli Hohenzollern. Ma i tedeschi si dimostrarono un nemico implacabile: attraverso una combinazione di guerre strategiche offensive, politica estera prudente, finanze sane, riforme liberali del mondo del lavoro e capacità senza pari del suo esercito, la Germania riuscì non solo a respingere l'assalto della "democrazia", ma anche ad espandere il suo territorio e la sua influenza ed arginare quella dei suoi agitatori comunisti. E la leadership tedesca aveva una vera visione filosofica: la fine della storia iniziava con il consolidamento di tutti i popoli germanici sotto l'unico dominio dell'imperatore tedesco (mentre la classe in ascesa dei creditori credeva che essa fosse la "fine della storia").

Non scordiamoci cosa c'era in gioco qui: non solo l'inserimento di un nuovo ideale, ma la demolizione quanto più controllata possibile degli altri due a cui si erano aggrappati nobiltà e clero. Questa porzione del Terzo Stato aveva come obiettivo di emanciparsi dalle catene del Primo Stato e per farlo doveva travasare "consensi" svuotando l'ideale del Secondo Stato, con questo nuovo esercito di "cittadini" avrebbe mosso guerra al Primo Stato. Scendere inizialmente a patti con quest'ultimo, attraverso l'istituzione delle prime proto-banche centrali, era solo un obiettivo transitorio non quello finale. L'obiettivo di lungo termine era precisamente demolire il Primo Stato e sostituirsi ad esso. Il "piano", per semplificare al massimo, prevedeva fomentare una guerra pressoché infinita, indebolire tutti i Paesi allo stesso modo e trarne profitto come spiegato in precedenza con l'esempio dei bond di guerra Con un'offerta di credito e una rete di difesa reciproca, l'atto finale era quello di spingere la Germania in una super guerra di logoramento che non solo avrebbe completamente sconfitto il popolo tedesco, ma avrebbe generato enormi profitti per il sistema bancario di New York e Londra attraverso il finanziamento delle ostilità, la fornitura di armamenti e servizi logistici.

Inutile ricordare che la prima guerra mondiale andò "secondo i piani", con la sconfitta ed umiliazione del popolo tedesco negli anni successivi alla fine del conflitto; ma non finì qui perché la Germania non apprese la lezione e continuò ad essere un outsider nella rete della classe dei creditori. Un outsider che venne finanziato nel post-guerra da chi aveva tutte le intenzioni di emergere come punto di riferimento mondiale, perché alla fine è un pattern che si ripete: una volta conquistata una posizione di prestigio e sbaragliati i propri concorrenti, non rimane altro da fare che detronizzare coloro che in precedenza erano "amici". La seconda guerra mondiale non fu altro che l'atto secondo di una guerra infinita resa fruttuosa dal denaro fiat che, durante il XX secolo, si sarebbe insediato come veicolo di trasferimento di ricchezza per eccellenza. Certo, la guerra era funzionale ad indebolire i vari Paesi che vi presero parte e le relative monarchie, ma non mancavano gli obiettivi secondari, come ad esempio denazionalizzare l'oro ed abbattere il gold standard. L'ideale dell'emergenza fu un ottimo escamotage a tal proposito per instillare nella mente degli individui la necessità di "fare sacrifici" per un bene superiore... per il benessere della collettività. Il primo conflitto mondiale inflisse un primo colpo alla nobiltà, facendola barcollare e il secondo sarebbe stato quello del KO. Fu un processo di apprendimento anche per la classe dei creditori, che nel corso del tempo compresero di poter raggiungere più obiettivi attraverso la spinta "democratica". Oltre a liberarsi una volta per tutte dell'ideale alla base della nobiltà, "il sovrano offre difesa in cambio di un tributo" sostituito da "la collettività si difende reciprocamente", la classe dei creditori voleva colmare successivamente quel vuoto: infatti l'ideale con cui avrebbe detronizzato la nobiltà sarebbe stato cambiato ancora in "la collettività si difende reciprocamente eleggendo membri al suo interno che possano meglio difendere questo ideale". A dir poco geniale.

Ma questo non bastava, perché una volta sbaragliati gli avversari, i nuovi nemici sarebbero diventati gli "amici" quindi occorreva una base da cui partire per ingaggiare una guerra (infinita) contro di loro senza però rischiare di rimetterci la propria ricchezza. Questo a sua volta significava rimuovere dall'immaginario collettivo la necessità di ancorare gli scambi a qualcosa di fisico e tangibile, ovvero, gli esseri umani agenti avrebbero dovuto smettere di "parlare tra di loro" attraverso la lingua dello scambio. Questo linguaggio avrebbero dovuto avere un revisore continuo che approvasse i messaggi comunicati. I metalli preziosi, quindi, sarebbero dovuti sparire: sia come mezzo di check and balance, sia come mezzo di scambio. Questi step avrebbero garantito al meccanismo dei bond di guerra di regnare incontrastato, andando a drenare la ricchezza che un Paese aveva accumulato e trasferendola ai vincitori. La Germania, che inizialmente non si piegò alla visione della classe dei creditori, volendo interpretare un ruolo tutto suo, venne resa l'esempio. Alle fine apprese la lezione.

Quindi gli Stati Uniti finanziarono l'ascesa di Hitler in Germania e poi entrarono in guerra sul versante opposto, già sapendo di doverlo fare, con una chiara intenzione in mente: rendere il dollaro un punto di riferimento mondiale, la voce predominante. Inutile dire che l'Europa ne uscì a pezzi. La Banca d'Inghilterra e la Banca di Francia erano insolventi a causa dell'enorme quantità di bond di guerra che non sarebbero mai stati rimborsati e queste perdite vennero scaricate sui contribuenti britannici e francesi. Con l'impero sovietico rimasto malconcio ma intatto, il mondo del secondo dopoguerra non era solo diviso lungo sistemi politici e ideologici, ma era anche diviso lungo sistemi monetari fiat in competizione: il dollaro del "mondo libero" contro il rublo del "mondo non libero". L'antagonismo tra questi due sistemi giocò a favore di entrambe le parti, poiché ciascuno accusò l'altro per impegnare ingenti quantità di risorse nazionali verso i rispettivi eserciti, espandere le proprie operazioni politiche e di intelligence internazionali, terrorizzare i Paesi non allineati e commettere ogni sorta di atrocità nelle loro campagne politico-religiose per costringere tutti i Paesi del mondo ad entrare in un sistema o nell'altro. Così scese sul mondo una serie infinita di guerre internazionali, palesi e segrete, e colpi di stato o elezioni truccate per far progredire l'urgente diffusione della “democrazia”, denominata in dollari USA, contro la diffusione della “minaccia rossa”, denominata in rubli . Nella sua analisi più semplice, questa era l'essenza della guerra fredda: la lotta tra sistemi monetari fiat in competizione per il dominio del mondo.

La guerra ora sarebbe stata condotta non per i profitti generati dal commercio di bond di guerra, ma con la diffusione della “democrazia” agevolando il finanziamento della “crescita” internazionale, ovvero, mediante i dollari USA. Poiché questi nuovi Paesi convertiti al dollaro non avevano il potere di emettere una valuta fiat tanto predominante da influenzare le sorti mondiali, e poiché erano in grossi guai economici, furono istituiti meccanismi per coprire le perdite per la classe dei creditori ampliando la missione delle istituzioni finanziarie extra-statali del secondo dopoguerra (es. FMI, Banca mondiale, Banca asiatica dello sviluppo). Il destinatario numero uno di questa “crescita” internazionale sono stati gli Stati Uniti: per 25 anni dopo la seconda guerra mondiale hanno visto aumentare il potere d'acquisto con la crescente emissione di moneta fiat in tutto il mondo, poiché l'inflazione veniva esportata all'estero ed i dollari tornavano indietro per essere investiti nella crescita delle esportazioni statunitensi. Questo isolamento dall'inflazione erano, in un certo senso, i "diritti del vincitore" concessi agli Stati Uniti e tutto funzionò fino all'agosto 1971. Negli anni '60 i Paesi produttori di petrolio iniziarono a smaltire i dollari in eccesso ed a richiedere oro. I deflussi di metallo giallo dagli Stati Uniti salirono vertiginosamente e divennero un grosso problema per l'egemonia del biglietto verde, poiché questa convertibilità era la foglia di fico che conferiva al dollaro il suo “valore” illusorio. Con l'esaurimento delle scorte d'oro degli Stati Uniti, il dollaro iniziò a deprezzarsi in patria e il tenore di vita interno ne risentì, così come i profitti generati dalla "crescita" internazionale per la classe dei creditori. All'inizio degli anni '70 la "crescita" interna stagnante (riduzione delle esportazioni combinata con l'inflazione interna alimentata dalla conversione dei dollari USA in oro) ed i limiti della "crescita" internazionale denominata in dollari mandarono in crisi il paradigma post-seconda guerra mondiale. In risposta alla cessazione della "crescita" internazionale, la classe dei creditori raddoppiò la posta in gioco: escogitò una via d'uscita che avrebbe generato profitti ancora maggiori per sé stessa, ma incorporava anche il meccanismo di autodistruzione finanziaria che alla fine avrebbe posto fine all'egemonia del dollaro e al denaro fiat stesso.

Questo nuovo paradigma andava ad eliminare completamente la convertibilità dell'oro; da quel momento in poi la fiducia nel denaro sarebbe stata coperta solo da coercizione politica, forza militare e frode.

Per garantire che il sistema funzionasse, le nazioni nell'orbita degli USA vennero "persuase" ad "investire" i loro dollari non in oro ma in bond del Tesoro USA e questo reindirizzamento di flussi finanziari sta alla base di ciò che oggi viene definito "finanziarizzazione". Non solo, ma anche della deindustrializzazione, perché il sistema monetario fiat richiede la distruzione delle esportazioni manifatturiere dato che i bond del Tesoro non possono tollerare la concorrenza... non più di quanto non possano tollerare la concorrenza di un sistema monetario sano ed onesto. Durante le frequenti crisi economiche, però, i dollari tendevano ad essere usati per comprare oro, minacciando l'intero sistema, poiché il metallo giallo era considerato una sorta di barometro delle condizioni economiche reali; i prezzi di tutto aumentavano se osservati in termini di oro. Al che la manipolazione del prezzo dell'oro sintetico divenne la norma per affondare le pressioni provenienti dal comparto fisico, altrimenti sarebbe emersa prorompente l'instabilità sistemica sottostante.

Il denaro si era ormai trasformato dalla sua antica rappresentazione di valore e calcolo economico in uno strumento utilizzato per concedere privilegi politici e sociali. Il denaro si era trasformato da strumento finanziario in strumento politico, controllato da una nuova fusione di poteri tra la classe dei creditori e le classi politiche. Quindi non sorprende che i salari misurati in dollari costanti non siano aumentati sin dal 1973, e se misurati rispetto ad un IPC realistico siano calati sostanzialmente. Questo è stato un effetto diretto della classe creditore/politica, la quale ha usato ed usa il denaro fiat per revocare tutti i privilegi precedentemente concessi alla classe media e bassa (quando ancora doveva costruire il suo "esercito") e li consegna alla classe delle grandi aziende. Perché? Perché la classe delle grandi aziende sarebbe diventata responsabile di un aumento sempre maggiore nel finanziamento del debito e nel prelievo fiscale, elementi necessari per sostenere i pagamenti degli interessi ed i rimborsi su un diluvio senza fine di emissione di bond del Tesoro.

Con la definitiva conversione del denaro in uno strumento di controllo mediante la rimozione definitiva dell'oro alla sua base, un veicolo che doveva trasportare informazioni per un calcolo economico accurato tra gli esseri umani agenti, adesso sarebbe diventato uno strumento per veicolare privilegi senza più alcun vincolo. Se dapprima gli ideali erano soprattutto trasmessi attraverso la comunicazione monetaria, limpida e trasparente incarnata dal denaro onesto, l'abbandono di tale onestà e trasparenza permisero alla classe dei creditori/politici di nascondere le loro macchinazioni. Se dapprima la guerra venne mossa nei confronti di nobiltà e clero, sconfitti con le due guerre mondiali, successivamente venne mossa contro il denaro sano ed onesto che venne definitivamente sconfitto nel 1971. La continua e progressiva importanza che ha assunto il credito nel corso del tempo ha rappresentato il cavallo di Troia attraverso il quale infliggere infine il colpo fatale al denaro scelto dal mercato. Per gettare le basi di questa fase e dell'eventuale consolidamento del potere politico, negli anni '60 molte delle grandi aziende e dei loro alti dirigenti risposero alla chiamata ad entrare nei regni della politica attraverso finanziamenti di agenzie globali extra-governative e dei think tank. Queste organizzazioni iniziarono ad esercitare una maggiore influenza politica sotto l'apparenza di aspirazioni come la "pace mondiale" e la "prosperità condivisa", ma con l'obiettivo finale di usurpare il potere di quelle nazioni "non allineate" e trasferirlo a suddetta classe.

Questa influenza venne diffusa a livello internazionale usando tangenti sotto forma di "aiuti esteri" e "aiuti umanitari" in modo da stabilire una catena di basi militari statunitensi in tutto il mondo. Agli Stati Uniti venne quindi concessa una sorta di "autorità morale" per perseguire una guerra globale senza fine e stabilire/mantenere questo unico "ordine mondiale", il tutto sotto l'apparenza di una sorta di rispettabile “consenso globale”. Allo stesso tempo i think tank ed i loro alleati nel mondo accademico iniziarono a fomentare la discordia sociale per scoraggiare la partecipazione alla vita politica da parte della classe operaia bianca e favorire l'indifferenza verso la strisciante influenza extra-governativa attraverso cose come la controcultura, la promozione del consumo di droga, la "liberazione" delle donne, il movimento per i diritti civili e l'ideale di “diversità”.

Con la maggior parte delle persone stordite e confuse durante gli anni '70, la classe dei creditori/politici avviò una silenziosa transizione verso una totale sottomissione dell'umanità. Pillola addolcita da una fase temporanea di “successo” materiale basato sul debito, facilitando quindi i suoi piani attraverso l'indifferenza pubblica. La fine della festa è arrivata nel 2001, quando la prosperità fasulla incarnata da una macchina del credito fiat a piena potenza ha manifestato i suoi limiti, svegliando bruscamente coloro che avevano creduto al mito di una prosperità perenne grazie alla stampante monetaria. I think tank erano oramai diventati alquanto bravi a deviare l'attenzione e venne usato il clamore per il 9/11 per far distogliere lo sguardo alla maggior parte delle persone e permettere alle autorità di usare tutti i mezzi economico/finanziari possibili per permettere alla "prosperità" di non fermarsi. Un'altra battuta d'arresto è arrivata nel 2008 e da quel momento in poi abbiamo assistito ad un'ulteriore spinta verso territori monetari inesplorati che hanno praticamente messo sulla strada dell'argentinizzazione nientemeno che gli Stati Uniti. Nel 2019, con il caos nel mercato dei pronti contro termine, una crisi senza precedenti avrebbe mandato nel panico tutto il mondo occidentale e, come nel 2001, è stato usato il clamore della presunta emergenza sanitaria per introdurre misure ancora più folli.

La devastazione dei diritti civili, la presunzione delle autorità nel distruggere il tessuto economico/sociale e la divisione sociale non sono altro che il risultato di un inganno, un mondo ovattato che è stato concesso alla maggior parte delle persone per sostenere una visione del mondo che non era affatto la loro. Non sorprendetevi che siano stati tolti i "diritti civili fondamentali", perché sono stati inizialmente concessi per portare avanti un progetto di una classe ristretta d'individui. Perché la maggior parte delle persone è stata disposta a rinunciare alla libertà in nome di una presunta sicurezza? Leggendo questo trattato la risposta è rapida: non sanno cos'è, l'hanno letta ma mai praticata. La memoria storica è morta con gli ultimi individui che l'hanno vissuta. Capite anche adesso perché è stat facile togliere la "democrazia"? Ma come tutti gli imperi che abbiamo visto sinora in questo trattato breve, anche questo è destinato a crollare. E no, i piani non andranno come pianificato da chi sta cercando con il comando/controllo di tenere in piedi un ideale ormai svuotato da tutti i suoi contenuti. Un nuovo ideale sta ribollendo sotto la superficie e con esso la riscoperta di valori di libertà e soundness monetaria, ma lo analizzeremo nella parte conclusiva di questo percorso. Vi potreste domandare come mai finora non siano stati fatti nomi: ebbene, sono ininfluenti. I nomi vanno e vengono, ciò che rimane sono gli ideali; comprenderne i meccanismi ed i pattern che dispiegano rappresenta il vero modo per guardarli dall'alto e prendere una decisione propria: abbracciarli o emanciparsene.


👉 Qui il link alla Prima Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2021/07/il-denaro-nel-corso-dei-secoli-1-le.html

👉 Qui il link alla Terza Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2021/09/il-denaro-nel-corso-dei-secoli-3-un.html


2 commenti:

  1. Illuminante! Ma si può credere al lieto fine che lasci intravvedere?!

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    1. Salve Franco. Quest'ultimo aspetto del viaggio iniziato lungo i binari di questa analisi sarà esplorato nel terzo ed ultimo pezzo. Detto in breve, esiste un cambiamento di paradigma che influisce su larga scala sugli aspetti socio-economici, creando la possibilità di costruire un'intera società nuova su di esso. Non solo, c'è anche la trappola "Inflate AND die" in cui sono finite le banche centrali dalle quali non si scappa. L'autodistruzione di questo paradigma unito alla concorrenza effettuata da un altro già pronto, rappresentano una possibilità unica di scardinare una grande porzione di influenza esercitata dalla classe dei creditori/politici. Solo il futuro ci dirà se sarà spazzata via del tutto...

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