giovedì 1 luglio 2021

La storia poco conosciuta del selvaggio West e The Mandalorian

 

 

di Jen Maffesanti

Amo Star Wars e mi piacciono anche i western, quindi non è una sorpresa per nessuno dei miei amici e colleghi che io sia stata presa da The Mandalorian su Disney+. Vi avverto, ci sono spoiler in arrivo, quindi se non siete almeno arrivati all'episodio 6 di The Mandalorian, potreste voler leggere questo articolo dopo esservi messi in pari.

Se siete tutti coinvolti o semplicemente non vi interessano gli spoiler, continuiamo.


Tropi occidentali in The Mandalorian

The Mandalorian è fondamentalmente un western ambientato in una galassia molto, molto lontana, ma non dovete credere a me o al creatore dello show, Jon Favreau, visto che abbraccia apertamente i tropi ed i temi dei classici dei western.

In generale, c'è la colonna sonora e l'ambientazione. La musica di sottofondo, scritte da Ludwig Göransson, mette una forte enfasi sui tipi di riff che danno un'atmosfera decisamente classica-occidentale. L'ambientazione è un po' meno ovvia a volte. Sebbene il viaggio interstellare offra una gamma di ambientazioni fisiche⁠ — dai deserti alle foreste alle astronavi⁠ — ciò che è importante è il tempismo di queste ambientazioni. La trama si svolge subito dopo la conclusione di Return of the Jedi in cui l'Impero ha subito una catastrofica sconfitta per mano della Ribellione (ora si chiama Nuova Repubblica). Un gran numero di western classici tende ad essere ambientato poco dopo la conclusione della guerra civile americana.

Possiamo vedere altri elementi tematici occidentali. Diamine, il primo episodio si apre con quella che equivale alla versione di Star Wars del pistolero che si fa strada nel saloon, tutti i furfanti alzano gli occhi dalle loro carte e dai drink e con il canonico tizio col cappello nero che decide che quel bar non è abbastanza grande per due.

Il personaggio principale, un mandaloriano (Mando, come altri personaggi lo chiamano), non ha un nome. Questo aspetto è preso direttamente dalla cosiddetta "Dollar Trilogy" (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto e il cattivo ) con Clint Eastwood nei panni dell'uomo senza nome. I due personaggi condividono anche più attributi della semplice mancanza di nome. Entrambi sono uomini di poche parole, pronti alla violenza, ma anche profondamente umani e premurosi a modo loro.

Nel primo episodio Mando deve "guadagnarsi i suoi speroni" domando e cavalcando un selvaggio blurrg. Questa scena è sorprendentemente simile a quella di The Big Country con Gregory Peck, oltre a quella in cui viene chiesto un consiglio all'insegnante che guarda dal recinto.

È tutto abbastanza divertente. Il fatto è che il selvaggio West ritratto nei western classici e nei vecchi romanzi da quattro soldi su cui si basano è in gran parte finzione. La continua violenza ed il criminale che la fa franca e che fa da sfondo a tanti di questi film non esistevano.


Una breve storia del non così selvaggio West

In generale la frontiera occidentale non era così violenta o caotica come la leggenda vorrebbe far credere. Non fraintendetemi, il Vecchio West era tutt'altro che idilliaco e le tensioni razziali erano piuttosto alte, ma non era nemmeno esattamente The Quick and the Dead.

Prima della guerra civile, i territori occidentali erano terre prive di una qualche personalità giuridica. Nessun governo formale (che gli americani avrebbero riconosciuto) aveva ancora raggiunto quell'estremo del Paese, quindi i coloni non avevano un modo "ufficiale" per mantenere la pace. Ma ovunque le persone inizino a radunarsi, il conflitto di un tipo o dell'altro è abbastanza inevitabile, quindi si vennero a formare varie forme di risoluzione dei conflitti.

Organizzazioni private come i club per l'uso del suolo, le associazioni di allevatori, le carovane ed i campi minerari proteggevano la proprietà privata e mediavano le controversie. I contratti civili, le costituzioni localizzate e la pressione sociale compreso l'ostracismo (una minaccia molto reale così lontana dal resto dell'America) riuscivano a mantenere la pace invece delle minacce di violenza. Come scrive Bruce Benson:

Il sistema giuridico contrattuale generò cooperazione piuttosto che conflitto, e in quelle occasioni in cui emergeva il conflitto, nel complesso veniva efficacemente represso con mezzi non violenti.

I tassi di omicidi, anche in quelle che si qualificavano come le grandi città del Vecchio West, erano sorprendentemente bassi. Le principali fermate ferroviarie come Wichita e Dodge City (sì, proprio quella Dodge City) avevano tassi di omicidi inferiori rispetto alle principali città orientali come New York e Boston dell'epoca.

Le interazioni con le tribù indiane locali erano per lo più pacifiche e basate sul commercio. I coloni bianchi non sempre potevano apprezzare le tribù indigene con cui condividevano lo spazio alla frontiera, ma era più facile e meno costoso trattare con loro in modo pacifico piuttosto che dichiarare guerra. Come scrive Jennifer Roback in Property Rights and Indian Tribes:

Gli europei generalmente riconoscevano che gli indiani conservavano i diritti di possesso sulle loro terre. Ancora più importante, gli inglesi riconobbero il vantaggio di essere in rapporti amichevoli con gli indiani. Il commercio con gli indiani, in particolare quello delle pellicce, era redditizio; la guerra era costosa.

Tutto questo cambiò dal 1860 in poi. Quando il governo federale smise di essere impegnato con quella fastidiosa Guerra Civile, rivolse la sua attenzione verso ovest. Terry Anderson e Fred L. McChesney, che hanno entrambi scritto molto su questo argomento, hanno affermato nel Journal of Law and Economics che una volta che i costi dell'uso della violenza contro le tribù native furono distribuiti nel resto del Paese attraverso il uso della tassazione, i "raid" sostituirono il "commercio" nei rapporti con le tribù indiane.

Due dei generali statunitensi, William T. Sherman e Grenville M. Dodge, che guidarono molte delle principali campagne nei territori occidentali, entrarono in grande dettaglio sulle atrocità commesse contro gli indiani dopo la guerra civile americana e, cosa più importante, sul perché. Prima della guerra vennero stipulati accordi affinché il governo federale sovvenzionasse la costruzione della ferrovia transcontinentale, e ora che il conflitto era finito, era tempo di ricominciare dove aveva lasciato. La violenza contro gli indiani era un volere del governo federale per conto dei baroni delle ferrovie. La campagna per "pacificare" i territori occidentali provocò la devastazione delle popolazioni autoctone e ferì mortalmente i tenui rapporti tra coloni bianchi e tribù indigene.


Ma che dire di Mando?

Torniamo un attimo indietro. The Mandalorian sta aiutando a preparare il terreno nell'universo di Star Wars per la realtà in cui si trovano i nostri eroi durante Il Risveglio della Forza, che riprende 30 anni dopo Il ritorno dello Jedi. C'è molto spazio da riempire tra la sconfitta dell'Impero alla fine dell'Episodio VI e il "Oh aspetta, stavamo scherzando" dell'Episodio VII.

Cito questo perché, che sia intenzionale o meno, c'è un po' di storia reale in The Mandalorian. Proprio come sono stati i tentacoli striscianti del governo centralizzato che hanno portato al peggio della violenza nel West americano, anche le escalation di violenza in The Mandalorian provengono dal coinvolgimento dei poteri centralizzati. A volte è un intervento diretto, come vediamo quando gli agenti dell'Impero Galattico assumono Mando (e, come, ogni altro cacciatore di taglie nella galassia) per catturare Baby Yoda.

Lo vediamo anche quando il coinvolgimento del governo è indiretto, come nell'episodio 6: Mando va in missione per salvare un prigioniero da una nave prigione della Nuova Repubblica e, alla fine dell'episodio, i piloti della Nuova Repubblica scelgono di rispondere ad una chiamata di soccorso sparando missili contro una cannoniera. Certo, quella cannoniera avrebbe dovuto abbattere i nostri intrepidi eroi, ma i piloti della Nuova Repubblica non avevano modo di saperlo in anticipo, né si sono nemmeno presi la briga di provare a scoprirlo.

Trovo questo piccolo frammento di vaga accuratezza storica assolutamente affascinante da un punto di vista narrativo, e sono curiosa di vedere come andrà a finire. Ma non importa in quale galassia ci si trovi, l'ingerenza dello stato complica sempre la situazione aumentando le ostilità invece di diminuirle.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Nessun commento:

Posta un commento