mercoledì 10 agosto 2022

Quanto erano gravi le recessioni prima della FED? Non così gravi come lo sono adesso

 

 

di John Kennedy

Con una recessione che incombe sull'americano medio, il gruppo da incolpare è abbastanza ovvio, essendo questo gruppo i banchieri centrali che gonfiano l'offerta di denaro nel sistema. Questa è l'inflazione, ovvero l'espansione dell'offerta di denaro attraverso la stampa o l'aggiunta di zeri sullo schermo di un computer. È diventato un problema così grave che negli ultimi ventidue mesi è stato stampato l'80% di tutti i dollari esistenti, da $4.000 miliardi a gennaio 2020 a $20.000 miliardi a ottobre 2021.

È sempre così che iniziano le recessioni: espansione del denaro facile, creazione di bolle e aumento dei prezzi causato dalla svalutazione dell'offerta di denaro. Ma le recessioni si sono verificate molto prima dell'istituzione della FED nel 1913.

Si trattava di fallimenti del mercato, come ci è stato insegnato, o erano colpa di una banca centrale o della politica dello stato? Quanto sono state gravi le recessioni pre-FED? Hanno rivaleggiato con la Grande Depressione o il 2008?


Il dollaro continental

Durante i giorni della Rivoluzione americana, il Congresso continentale si riunì per capire come finanziare la Rivoluzione. Nel giugno 1775 il Congresso emise sei milioni di banconote conosciute come dollari continental, in modo da pagare il nuovo esercito e le forniture necessarie per combattere la guerra. Coloro che sostenevano la Rivoluzione si sarebbero messi in fila per validare questa nuova valuta fiat, poiché era una cosa patriottica da fare.

Nel 1780 la quantità di continental in circolazione aveva raggiunto i 241 milioni e il danno era stato fatto. I patrioti che acquistarono il dollaro fiat soffrirono di più, mentre persone come David Hall, a cui per ordine del Congresso fu permesso di stampare banconote fiat, e i lealisti, che cosnervavano oro e argento, furono in grado di rimanere finanziariamente a galla.

Il continental fu ripudiato in massa, poiché era arrivato ad un punto in cui non aveva più alcun valore. Coloro che si fidavano del continental rispetto all'oro erano rimasti senza nulla. Alcuni Padri Fondatori, dopo aver assistito alla rovina delle persone a causa del denaro fiat, decisero di prendere provvedimenti affinché questo errore non si ripetesse.

L'articolo 1 Sezione 10 della Costituzione degli Stati Uniti afferma:

Gli stati accetteranno solo monete d'oro e d'argento per il pagamento dei debiti.

Questa sezione sarebbe stata violata nel corso della storia degli Stati Uniti, dalla guerra civile al 1933, quando il presidente Franklin Roosevelt confiscò l'oro dei cittadini statunitensi e impedì loro di redimere il dollaro in oro.

È chiaro cosa abbia causato il fallimento del continental: il Congresso e la stampante monetaria. Questo, tuttavia, non sarebbe l'ultimo problema economico che avrebbe dovuto affrontare l'America, perché la grande recessione successiva arrivò nel 1819.


La recessione del 1819

Dopo la guerra del 1812, le banche statali e la Second Bank of the United States (SBUS), fondata nel 1816, gonfiarono l'offerta di denaro. Il libro di Murray Rothbard, The  Panic of 1819, ci dice come queste banche statali avessero ampliato la quantità di banconote da $46 milioni a $ 68 milioni nel 1815. Il problema era che le banche stampavano più banconote di quanto oro c'era a copertura.

Infatti, dal 1817 al 1818, la SBUS ampliò il credito del 57%, superando l'espansione del credito del 1815-1817 quando ivnece venne ampliato solo del 25%. Questa espansione del credito causò l'aumento dei prezzi in alcune aree dell'economia, come l'agricoltura e la costruzione navale. Tutti questi mercati ricevettero i maggiori prestiti concessi dalle filiali SBUS e dalle banche statali.

Il 1818 creò problemi sia alle banche statali che alla SBUS: l'offerta di denaro scese del 10% e si verificò una contrazione del credito del 41%. Stranieri e altri cittadini iniziarono a redimere le loro banconote in oro e molte banche statali si rifiutarono di convertire la carta in oro poiché le loro riserve auree si stavano esaurendo, così come le riserve della SBUS.

Thomas Jefferson, che mise in guardia contro le banche centrali, espresse i suoi pensieri in una lettera a John Taylor nel 1816:

E credo sinceramente che gli istituti bancari siano più pericolosi degli eserciti permanenti; e che il principio di spendere soldi che devono essere pagati dai posteri, sotto il nome di finanziamento, non sia altro che un imbroglio su larga scala.

Il suo sospetto fu confermato quando nel 1819 arrivò una recessione innescata dalla politica inflazionistica e i salari dei lavoratori dell'agricoltura e dell'autostrada scesero del 60-80%.

Nonostante questo fallimento bancario, i mercati vennero autorizzati a gestire la recessione, o il periodo di riaggiustamento. Per questo motivo l'economia si riprese abbastanza rapidamente. All'inizio della recessione il prodotto interno lordo pro-capite scese solo dell'1,1%, ma dalla seconda metà del 1819 al 1824 il PIL pro-capite crebbe dell'1,5%. Questo era prima dell'urbanizzazione, infatti tanti ancora vivevano ancora nelle fattorie. Anche se i salari scesero, la recessione non fu affatto tanto brutta quanto quella del 1929.

Lo Smoot-Hawley Tariff Act del 1930 imponeva una tassa del 55% su tutte le importazioni estere, questo praticamente eliminava tutte le esportazioni. L'agricoltura ne soffrì di più. Decine di migliaia di fattorie furono costrette a chiudere e a essere vendute per un minimo di $50. All'inizio del 1920 c'erano 28.885 banche e nel 1933 ne rimanevano circa quindicimila, il Federal Reserve Board del 1937 notò che due terzi di queste banche erano in città con meno di duecentocinquanta persone e che la maggior parte falliva.

I salari potevano anche essere calati nel 1819, ma l'economia si riprese subito. Non si trascinò per sedici anni, né fallirono migliaia di fattorie e banche.


L'oro non avrebbe dovuto impedirlo?

Un altro motivo per cui ci furono recessioni durante i tempi del "gold standard" è che le nazioni si rifiutarono di utilizzare le semplici unità di misura per pesare l'oro e gonfiarono il numero di banconote di carta a fronte di piccole quantità di oro. Ad esempio, una libbra d'oro è sedici once, sedici once sono 453 grammi, ecc.

Ogni nazione aveva la propria moneta sovrana, come il dollaro, il marco e il franco, e sebbene ognuna fosse legata all'oro, ciascuna aveva tassi di cambio diversi per il metallo giallo. Ciò permetteva alle nazioni di uscire dal gold standard e di gonfiare l'offerta di denaro.

Nel suo libro What Has Government Done to Our Money? (pag. 14), Murray Rothbard afferma:

Il dollaro è stato definito come 1/20 di oncia d'oro. Era quindi fuorviante parlare di tassi di cambio da un Paese all'altro. La sterlina inglese in realtà non veniva scambiata a cinque dollari. Il dollaro era definito come 1/20 di un'oncia d'oro e la sterlina era, a quel tempo, definita come 1/4 di un'oncia d'oro, scambiata semplicemente con 5/20 di un'oncia d'oro.

Rothbard in seguito spiega come in un libero mercato l'oro verrebbe scambiato direttamente in grammi, grani, o once.


Panico del 1873

Poco prima della guerra civile americana, c'erano circa $200 milioni in banconote emesse da millecinquecento banche statali. Nel 1861, dopo lo scoppio della guerra, si dibatté molto su come finanziarla. Tutte le opzioni erano sul tavolo e il presidente Abraham Lincoln le vagliò tutte.

Nel 1861 il Revenue Act impose un'aliquota fiscale del 3% sui redditi compresi tra $600 e $5.000. Furono introdotti i dollari greenback e questi non erano coperti dall'oro ma stampati su carta. Il segretario del Tesoro statunitense, Salmon Chase, chiese al Congresso di approvare la stampa di 150 milioni di banconote e nel 1862 ottenne l'ordine di farlo.

Il segretario Chase ricevette due ordini simili nel 1863 e nel 1864, entrambi pari a $150 milioni. Nel 1865 c'erano $835 milioni in banconote nazionali e statali, ma le banche non si fermarono fino al 1873, quando c'erano circa $1.964 miliardi in circolazione.

Uno dei fondatori del sistema obbligazionario fu Jay Cooke. La casata di Cooke distribuì buoni del Tesoro statunitensi durante e dopo la guerra civile e Cooke divenne anche capo della Northern Pacific Railroad finanziata dal governo federale. Cooke era ferventemente contrario all'oro e lo considerava una moneta di "un'età passata". Le precedenti politiche inflazionistiche delle banche causarono il fallimento del sistema obbligazionario della casata di Cooke e della Northern Pacific Railroad, provocando il panico del 1873.

Ma anche se una società sovvenzionata dal governo federale andò in bancarotta, il Paese non cadde in una lunga depressione. Infatti gli anni dal 1873 in poi sarebbero stati un periodo molto prospero, come osserva Rothbard:

Il decennio dal 1869 al 1879 vide un aumento del 3% annuo del prodotto nazionale monetario, un'eccezionale crescita del prodotto nazionale reale del 6,8% all'anno in suddetto periodo e un aumento fenomenale del 4,5% annuo del prodotto reale pro-capite.

Non si trasformò affatto in una depressione. Infatti la maggior parte delle recessioni fino al 1921 passarono rapidamente, perché né il governo federale né una banca centrale vennero coinvolti. Ma in casi come la Grande Recessione del 2008, la FED e il governo federale sono stati coinvolti.

Il boom e il bust immobiliare del 2006 sono iniziati perché la FED ha mantenuto i tassi d'interesse più bassi di quanto avrebbero dovuto essere. Ciò ha contribuito a gonfiare la domanda di immobili, poiché tassi d'interesse più bassi significano rate dei mutui più basse. Alla fine la FED ha rialzato i tassi d'interesse, il che ha fatto sì che coloro che avevano acquistato case che non potevano permettersi in condizioni normali, pagassero mutui più elevati.

Tutte le istituzioni finanziarie che hanno finanziato il boom immobiliare, come Fannie Mae e Freddie Mac, hanno subito enormi perdite e hanno dovuto essere salvate dal governo degli Stati Uniti. Alla fine a sei milioni di persone è stata pignorata la casa, la disoccupazione ha raggiunto il 10% e il PIL è sceso del 4,3%.


Panico del 1893

Mentre gli esempi precedenti mostravano l'espansione della cartamoneta che superava la quantità di oro che le banche americane avevano in riserva, il panico del 1893 fu innescato da un'espansione dei certificati di carta sull'argento. Hans Sennholz scrive che "dal 1878 al 1893 c'era stata un'espansione della moneta basata sull'argento".

Questa recessione non fu una questione di stampa di banconote oltre l'ammontare d'oro in possesso delle banche, ma di un'ingerenza del Congresso. Nel 1878 il Bland-Allison Act consentiva al Tesoro USA di coniare monete d'argento ed emettere relativi certificati. Nel 1890 lo Sherman Silver Purchase Act decretò che il governo federale avrebbe acquistato 4,5 milioni di once d'argento ogni mese. Questa espansione dell'argento causò un calo dell'offerta di oro: aumento dei prezzi e legislazione pro-denaro facile.

Alla fine il presidente Grover Cleveland convocò una sessione speciale al Congresso, chiedendo l'abrogazione delle leggi precedenti sull'argento e fermare il drenaggio delle riserve auree statunitensi. Vennero abrogate, il che fermò l'inflazione dell'argento e consentì a una recessione di riaggiustare il mercato.


Conclusione

Dopo l'istituzione della Federal Reserve nel 1914, le recessioni del ventesimo secolo sono state numerose e più profonde delle recessioni pre-FED. Ci sono state diciotto recessioni tra il 1918 e il 2007. Presto a questo elenco si aggiungerà una recessione del 2022 o del 2023, causata da una massiccia espansione del denaro fiat accompagnata dall'inflazione dei prezzi. Nonostante gli sforzi del presidente Joe Biden per incolpare le società "avide" e Vladimir Putin, la colpa è della FED e di Washington, DC.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. "Lo stiamo facendo anche se la Cina è molto più economica", ha affermato Madar. “Quanto sarebbe bello avere componenti più economici che purtroppo però non si possono avere? Per un'azienda di prodotti di consumo come noi, è necessario disporre di una super stabilità nell'offerta".

    Il venditore di profumi con sede a New York fa parte di un gruppo di aziende che hanno spostato le operazioni negli Stati Uniti dalla Cina e da altri Paesi in cui manodopera a basso costo e un facile accesso alla capacità di fabbrica avevano di gran lunga superato i costi di spedizione dei prodotti oltreoceano.


    Gli Stati Uniti passarono a un dollaro totalmente elastico nel 1971: sebbene per tutto il mondo sembrasse lo stesso del 1969, era in realtà diverso poiché non era più convertibile in oro. Nuovi dollari concepiti per il mercato del credito. Quando le banche prestano, non entrano nei loro caveau per prelevare i risparmi dei loro depositanti, invece creano semplicemente denaro "dal nulla" tramite la riserva frazionaria. Non importa se ci sono risparmi o meno. Così, con l'aumento dei prestiti nel periodo 1971-2022, l'offerta di denaro è cresciuta. Finché il dollaro era legato all'oro, c'erano dei limiti, ma senza quei limiti sono scomparsi.

    Oltre ai normali prestiti bancari, la FED ha anche "stampato" dollari per acquistare obbligazioni, abbassando i tassi d'interesse spingendo ancora più persone a voler accendere prestiti. Ben Bernanke ha detto di aver avuto "il coraggio di agire" quando ha usato il QE per fermare una correzione necessaria nel 2009, ma il risultato è stato un aumento di $30.000 miliardi in nuovo debito totale tra il 2009 e il 2022. Era un circo d'imbecilli che pensavano che si potesse davvero diventare ricchi stampando denaro. Ma con tutta questa stampa di denaro, come mai i prezzi al consumo non sono aumentati insieme ai prezzi degli asset? E che dire dell'80%-90% della popolazione che non possedeva azioni e obbligazioni?

    È qui che entrano in gioco i cinesi. Nel 1979 la Cina decise che era tempo di entrare a far parte dell'economia mondiale. "Diventare ricchi è glorioso", disse Deng Xiaoping. Quasi da un giorno all'altro le fabbriche sono spuntate come germogli di bambù e circa 300 milioni di contadini si sono diretti verso i centri urbani per lavorarci. Con così tanti cinesi a buon mercato nelle catene di montaggio, chi avevano bisogno di pagare più soldi ai salariati americani? Chi ne aveva più bisogno? E poiché le fabbriche cinesi producevano gadget e accessori a milioni, perché i prezzi sarebbero dovuti aumentare? E così le grandi rotte commerciali transpacifiche sono diventate affollate, con navi cariche di televisori, tostapane e frigoriferi diretti ai consumatori americani. Le navi che invece andavano dall'altra parte erano quasi vuote. I cinesi producevano beni di valore, gli americani stampavano soldi per comprarli; a dicembre del 2021 il deficit commerciale con la Cina era salito a oltre $94 miliardi in un solo mese.

    Tale tendenza, però, ha raggiunto il picco. Il deficit commerciale a maggio 2022 con la Cina era sceso a soli $78 miliardi. Come mai? Sono rimasti pochi contadini da sfruttare e le fabbriche cinesi stanno pagando di più per rame, zinco, petrolio e altre materie prime. Così ora, con l'aumento dei costi della propria manodopera e delle materie prime, la Cina non fa più il gioco degli stampatori di denaro statunitensi. I prezzi al consumo stanno salendo ovunque e l'inflazione dei prezzi è il costo a lungo soppresso per le sconsideratezze accumulate in passato.

    RispondiElimina