martedì 2 agosto 2022

Gli shock tecnologici sono responsabili del ciclo economico? No

 

 

di Frank Shostak

Nei loro scritti Finn Kydland e Edward C. Prescott, i premi Nobel per l'economia nel 2004, avevano ipotizzato che una delle principali cause dei cicli boom/bust fossero gli shock tecnologici. Per valutare l'importanza di questa affermazione, che hanno etichettato come la teoria dei cicli economici reali, utilizzarono il modello di crescita di Solow (da Robert Solow, premio Nobel nel 1987), che a sua volta si basò sulla funzione di produzione di Cobb-Douglas:

Y = A*K(1–a)*Na

dove Y è la produzione reale, A è un fattore tecnologico, K è lo stock di capitale e N è il numero di lavoratori occupati. La a è un parametro. Gli economisti mainstream ipotizzano che nel mondo reale ci siano relazioni tra varie variabili economiche ed esse potrebbero essere rappresentate tramite costanti etichettate come parametri.

Ad esempio, la relazione tra spesa per consumi personali e reddito al netto delle imposte può essere ipotizzata come:

Consumo personale = α*reddito al netto delle tasse, con α come parametro.

Pertanto se α è 0,8, ciò implicherebbe che per un reddito al netto delle tasse di $100, il consumo personale è di $80.

Il parametro α viene accertato con l'ausilio di un metodo statistico chiamato analisi di regressione ed esso prevede anche la verifica se il numero ottenuto è una stima valida del parametro reale nel mondo reale.

Invece d'impiegare metodi statistici convenzionali per la stima del parametro α, Kydland-Prescott hanno introdotto un metodo etichettato come calibrazione. Che cos'è? Il loro framework utilizza vari studi, opinioni di esperti e analisi dei dati per formare un'opinione sulla grandezza numerica di un parametro. Ad esempio, utilizzando i dati storici di salari e reddito, hanno stabilito che il parametro a nella funzione di produzione di Cobb-Douglas è intorno a 0,64.

Incorporando le loro informazioni con quelle sul prodotto interno lordo reale, lo stock di capitale e il numero di lavoratori occupati, hanno ottenuto i valori numerici per il fattore tecnologico A. Una volta ottenuto, può essere impiegato per valutare l'effetto che ha sulle fluttuazioni dei vari dati economici chiave. Nella loro ricerca Kydland-Prescott hanno dimostrato che uno shock indotto dalla tecnologia può spiegare il 70% delle fluttuazioni nei dati degli Stati Uniti del dopoguerra.

L'introduzione della calibrazione avrebbe dovuto fornire una risposta alla critica di Robert Lucas (premio Nobel nel 1995) che metteva in dubbio la dipendenza dell'analisi economica da modelli a parametri fissi per valutare le implicazioni delle politiche di governo sull'economia. Secondo la critica di Lucas, non si possono utilizzare modelli a parametri fissi per valutare l'effetto di un cambiamento nella politica di governo. Un tale cambiamento altera i parametri nel mondo reale, quindi un modello a parametri fissi, che utilizza stime dei parametri invariate, produrrà risultati fuorvianti (un cambiamento nella politica del governo altera il comportamento dei partecipanti a un'economia; i modelli a parametri fissi lo ignorano). Su questo Lucas è d'accordo con Ludwig von Mises: "Non ci sono, nel campo dell'economia, relazioni costanti e di conseguenza nessuna misurazione è possibile".

Il metodo di calibrazione, tuttavia, presuppone ancora l'esistenza di parametri accertabili attraverso dati storici e perizie.


È probabile che shock tecnologici alterino la condotta umana

Qual è il meccanismo che converte lo shock tecnologico in cicli boom/bust nel quadro di Kydland-Prescott? Uno shock tecnologico positivo significa che con una data offerta di capitale e lavoro, l'economia può generare più produzione. 

Una maggiore produttività porta a salari più alti e questo a sua volta aumenta la disponibilità dei lavoratori a lavorare di più e a ridurre il tempo libero. Il maggiore ritorno sul capitale dà luogo a maggiori investimenti di capitale e tutto questo porta al boom e alla prosperità.

Una recessione è causata da uno shock tecnologico negativo, il quale riduce il rendimento del lavoro e del capitale. Ciò a sua volta fa sì che i lavoratori lavorino meno ore e diminuiscano gli investimenti di capitale, di conseguenza ciò porta a una diminuzione della produzione, cioè a un bust.

Nonostante il metodo di calibrazione, Kydland-Prescott utilizzano ancora un modello a parametri fissi per stabilire l'importanza dello shock tecnologico nei cicli economici. Anche in questo caso, il metodo di calibrazione consiste nello stabilire parametri non mediante metodi statistici convenzionali, ma esaminando i dati storici e l'opinione di esperti.

Suggerire che uno shock tecnologico non alteri il parametro a significa suggerire che abbiamo a che fare con macchine e non esseri umani. Ciò implica che la conclusione di Kydland-Prescott, secondo cui uno shock indotto dalla tecnologia può spiegare il 70% delle fluttuazioni nei dati statunitensi, è opinabile (anche se si dovesse accettare che il parametro a, ottenuto mediante la calibrazione, sia stabile nel tempo, ciò non affronta la critica di Lucas secondo cui il cambiamento nelle politiche di governo e altri shock, come lo shock tecnologico, influenzeranno la condotta umana e quindi il parametro a). Infatti la critica di Luca sottintende esattamente ciò che aveva suggerito Mises, ovvero che nel campo dell'economia non esistono relazioni costanti e di conseguenza non è possibile fare misurazioni.

Inoltre si potrebbe mettere in discussione la struttura del modello Kydland-Prescott, i quali hanno selezionato l'equazione di Cobb-Douglas perché Robert Solow, un altro premio Nobel, l'ha usata nella sua ricerca. È logico che se fosse stata impiegata un'altra struttura modello, le conclusioni relative allo shock tecnologico e al ciclo boom/bust sarebbero state diverse.


Il boom non riguarda la prosperità economica

Contrariamente a quando sostengono Kydland-Prescott, un boom non riguarda la prosperità economica e la creazione di ricchezza reale, ma il meccanismo che dà origine ad attività che indeboliscono il processo di creazione della ricchezza reale. L'aumento di queste attività è etichettato come un boom, ma esse emergono quando le risorse vengono dirottate da quelle attività che creano ricchezza a quelle che la sprecano, indebolendo il processo in generale.

Se, per qualche ragione, la deviazione delle risorse viene arrestata, le varie attività improduttive finiscono sotto pressione; vale a dire, emerge un bust. Secondo Mises:

Il boom è uno sperpero a causa degli investimenti errati dei fattori di produzione scarsi [...] le sue presunte benedizioni sono pagate con l'impoverimento. La depressione, invece, è la via del ritorno a uno stato di cose in cui tutti i fattori di produzione sono impiegati per la migliore soddisfazione possibile dei bisogni più urgenti dei consumatori.

Pertanto la chiave qui è identificare il meccanismo che devia le risorse dai creatori di ricchezza reale a quelli che la sprecano.


Le politiche del sistema bancario centrale sono alla base dei cicli di boom/bust

Le politiche monetarie accomodanti delle banche centrali sono il meccanismo che mette in moto la persistente deviazione delle risorse dalle attività produttive a quelle non produttive. Ogni volta che la banca centrale allenta la sua posizione, non genera prosperità economica, comunemente etichettata come boom, ma piuttosto l'impoverimento dei produttori di ricchezza reale. Ogni volta che la banca centrale inasprisce la sua posizione, la deviazione delle risorse reali verso attività non produttive viene ridotta, facendo scoppiare le bolle o provocando quello che viene chiamato un bust.

Il cuore dei cicli economici è il processo di deviazione delle risorse dalle attività produttive a quelle non produttive attraverso le politiche monetarie accomodanti della banca centrale. Inoltre le politiche della banca centrale rendono inevitabili i cicli boom/bust.


I cambiamenti tecnologici non hanno nulla a che fare con i cicli economici

Il cambiamento tecnologico può essere importante per il processo di creazione della ricchezza reale. Una tecnologia migliore può rafforzare tale processo e, al contrario, uno shock tecnologico negativo può indebolirlo. 

Niente di tutto ciò ha nulla a che fare con i cicli economici, essi riguardano il processo di deviazione delle risorse reali dalle attività produttive ad attività non produttive, un processo messo in moto da politiche monetarie accomodanti. Quello che Kydland-Prescott hanno introdotto non è un nuovo modo d'intendere i cicli economici, ma piuttosto un metodo diverso di adattamento: per mezzo della calibrazione, è ora possibile validare vari modelli immaginari. Se una particolare forma funzionale non si adatta sufficientemente ai dati, la funzione può essere modificata fino a quando non viene stabilito il corretto adattamento.


Conclusione

I cambiamenti tecnologici sono importanti nello sviluppo della creazione di ricchezza reale, ma non hanno nulla a che fare con i cicli boom/bust. I vari modelli matematici che avrebbero stabilito che la tecnologia è il fattore chiave nei cicli economici, non affrontano le cause reali (le politiche della banca centrale) ma descrivono piuttosto le fluttuazioni dei dati.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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