venerdì 14 gennaio 2022

Il dominio del denaro pianificato a tavolino

Esattamente sessant'anni dopo che Garrett scrisse questo magistrale pezzo, il progetto di Satoshi Nakamoto vedeva la luce. Nessuna proposta di legge, nessun Congresso, nessuna disposizione "ordinata" da parte di una commissione o gruppo di individui, solo il libero mercato che ha iniziato a polarizzare la sua attenzione nei confronti di un mezzo di scambio che non solo incarna tutte le caratteristiche dell'oro ma ne aggiunge altre che lo rendono migliore sia in termini di mezzo di scambio che di resistenza alla censura dello stato. Bitcoin, infatti, è uno degli asset con le migliori prestazioni nella storia umana, anche quando vengono presi in considerazione i suoi forti ribassi. Bitcoin porta la politica monetaria fuori dalla sfera dell'influenza politica e la protegge con regole senza tempo, immutabili e protetta matematicamente. Ho voluto tradurre questo articolo non solo perché contestualizza cristallinamente la necessità di un qualcosa come Bitcoin e si aggiunge al suo Teorema della Regressione, ma, ex post, sappiamo che tutti i tentativi indirizzati a ripristinare il denaro sano ed onesto sono falliti. Perché? Fondamentalmente perché concentravano le loro forze sul far cambiare idea ai governi e all'apparato statale in particolare. Ma, come diceva Bastiat: "Ho un bel guardare, leggere, osservare, interrogare; non vedo un solo abuso, che si eserciti su scala abbastanza ampia, che sia cessato per la volontaria rinuncia di coloro che ne traggono profitto".

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di Garet Garrett

“Il denaro pubblico è come l'acqua santa. Ognuno approfitta della sua abbondanza.”

~ Proverbio italiano

Mentre il dollaro affamato divora il proprio potere d'acquisto, potreste pensare che scopriremo cosa è successo al mitologico serpente che ingoia sé stesso. E invece no, perché anche se accadesse non aggiungeremmo niente alla saggezza umana.

C'è una lunga storia di esperienza monetaria e ci dice che lo stato è in fondo un falsario quindi non ci si può fidare che controlli il denaro; questo è vero sia per un governo autocratico che per uno democratico. Il record è cumulativo dall'invenzione del denaro. Tuttavia non si crede.

Possiamo ricordarci le lezioni dal denaro sano ed onesto, ma se vengono ignorate cosa si può concludere se non che le illusioni monetarie sono, per qualche strana follia, ricorrenti ed incurabili?

C'è stato un secolo di denaro sano ed onesto. Durante i cento anni che precedettero la prima guerra mondiale, lo stato toccò il denaro solo per stabilire standard di peso e misura, stabilire le leggi sulla responsabilità ed autorizzare i banchieri.

In quel secolo la ricchezza del mondo aumentò più che in tutti i tempi precedenti della storia umana.

In quel secolo erano gli affari a controllare con leggi proprie il denaro, le banche ed il credito; e per questo semplice fatto lo stato era limitato.

In quel secolo fu confinato lo stato e liberata l'impresa, con il risultato che, al di là del prodigioso aumento della ricchezza, mai prima di quel periodo l'essere umano era stato così libero.

In tutta quell'era di libero scambio, prezzi liberi e denaro sano ed onesto c'erano due cose che gli stati responsabili non facevano.

La prima cosa è che non creavano denaro – o se lo facevano, era chiamato denaro fiat e andava male così velocemente che nessuno stato che aveva riguardo per il suo credito poteva permettersi di farlo di nuovo. Andava male perché, in primo luogo, non rappresentava nulla di valore e perché, in secondo luogo, doveva circolare in concorrenza con il denaro sano ed onesto. Il risultato di quella competizione fu che per ogni cosa c'erano due prezzi: un prezzo monetario fiat ed un prezzo monetario sano. Per esperienza, quindi, in quel secolo lo stato apprese il modo migliore: quando aveva bisogno di denaro oltre le sue entrate doveva prenderlo in prestito dalle banche come i comuni mortali, o prenderlo in prestito direttamente dalla gente al tasso d'interesse prevalente e poi ripagare il tutto.

La seconda cosa era che gli stati di quel secolo non manipolavano denaro e credito. Termini come denaro pianificato o valuta gestita erano sconosciuti. Meglio spiegare un po' meglio questo punto.

Poiché la quantità di denaro necessaria per essere in circolazione ed effettuare lo scambio ritmico delle merci non era una quantità fissa – e ciò per il fatto che ci sono maree nel volume degli affari – ne conseguì che l'offerta di denaro, anche nel gold standard, doveva essere in qualche modo gestita. Qualcuno doveva fare in modo che la quantità in circolazione si allargasse e si contraesse al variare del bisogno. Durante quel secolo di denaro sano ed onesto era il banchiere privato a svolgere tale compito. Potreste pensare a lui seduto che dice di no al mutuatario col pollice verso, riducendo così l'offerta di denaro a credito, o, quando il pollice era all'insù, rilasciava credito aumentando così l'offerta di denaro come stimolo per le imprese. Tale era la condotta in un sistema economico libero coordinato privatamente.

Ma poiché le persone venivano sempre più a fare affari con denaro a credito, cioè assegni, non erano mai contente del modo in cui i banchieri gestivano il denaro.

Dicevano: "Guardate cosa fanno questi banchieri. Con un tratto di penna sui loro libri contabili, quando gli fa comodo, creano denaro. Di nuovo, quando gli fa comodo, con un altro tratto di penna cancellano quel denaro. Così fanno sì che il denaro sia abbondante ed a buon mercato o scarso e caro, con conseguenze che toccano tutti gli affari economici sia nel bene che nel male. Questo è più potere di quanto si possa ragionevolmente affidare ai privati. Il controllo del denaro è propriamente una funzione dello stato, da esercitare per il benessere del popolo. Inoltre questi banchieri privati, come dimostra la cronaca, fanno del male. Ci portano da un boom all'altro e non è loro il denaro che mettono a rischio".

C'era molta plausibilità in questi pensieri. Era vero che spesso i banchieri facevano le cose male. Boom e bust erano fenomeni alternati, ma mentre i banchieri raramente, se non mai, venivano incolpati per l'estasi del boom, venivano invece amaramente redarguiti per le miserie del bust. Ciò di cui le persone si lamentavano davvero la potremmo chiamare la "funzione punitiva" del denaro. Se tale funzione viene sospesa, o se non c'è un'autorità disposta e in grado di esercitarla, allora un'economia monetaria è destinata ad esplodere. Perché? Perché l'immaginazione insita nella ricerca del guadagno è sconfinata. Le aspettative sono infinitamente espandibili. Se poi non ci sono limiti all'offerta di denaro, l'inflazione sarà incontrollabile fino al disastro. Tutti sanno che questo è vero; eppure non c'è mai stato un mutuatario che difendesse la propria bolla e che non credesse che se solo avesse potuto prendere in prestito di più avrebbe potuto salvarla. Ecco perché la deflazione è sempre dolorosa. Uno degli usi del denaro sano ed onesto è produrre quel dolore nel corpo economico; il dolore gli dice che con l'eccesso e il modo sbagliato di vivere sta facendo un danno alla sua salute.

La prima differenza tra la gestione del denaro da parte dei banchieri e la gestione di esso da parte dello stato è che il banchiere non è così libero come sembra. È vincolato dalla necessità di mantenere solvibile la sua banca; deve essere sempre pronto a soddisfare le richieste dei suoi depositanti, il cui denaro ha accettato in via fiduciaria con l'intesa che mentre non lo usano lo presterà. È vero che con un tratto di penna può creare denaro e credito, ma con quello stesso tratto non può ripagare i suoi depositanti.

Crea denaro a credito scrivendo nel suo libro contabile un credito sul vostro conto; e quando attingete a quel credito firmando assegni per pagare i vostri conti, essi servono come denaro. Diciamo che quello che fa il banchiere in questo caso è monetizzare il credito. L'ammontare del credito monetario così creato arriva a miliardi, ma contro di esso in ogni momento il banchiere deve mantenere nella sua cassa una certa riserva di denaro reale. Se porta troppo lontano la monetizzazione del credito, arriva un giorno in cui qualcuno arriverà e vorrà un dollaro di denaro reale, e se non può pagarlo su richiesta, la sua banca dovrà chiudere. La quantità di denaro a credito che il banchiere può creare è quindi decisamente limitata dalla quantità di denaro reale che ha in riserva. Quando si trova a superare quel limite, non solo deve interrompere il prestito, ma deve allo stesso tempo invitare i mutuatari a ripagare i loro prestiti. Questa è deflazione, la "funzione punitiva" del denaro.

Ma quando il potere di creare denaro a volontà finisce nelle mani dello stato, la "funzione punitiva" viene sospesa. Le ragioni sono ovvie. In primo luogo, non è politicamente fattibile per lo stato forzare la deflazione e quindi bucare le bolle. Dopo la prima guerra mondiale il Federal Reserve System lo fece per ridurre il costo della vita e le persone le cui bolle furono fatte scoppiare in quel momento non glielo perdonarono mai. In secondo luogo, perché lo stato dovrebbe forzare la deflazione? Non ha solvibilità da mantenere. Non è il caso del banchiere che non deve mai dimenticare che qualcuno può arrivare da un momento all'altro e richiedere un dollaro di denaro contante e che se non lo ha è in bancarotta. Lo stato non si trova mai in tale difficoltà. Se le persone vengono alle sue porte in cerca di dollari, può stamparli. Che si tratti di denaro reale o meno, lo stato può dire che c'è il corso legale e la gente deve considerarlo come se fosse reale.

C'è ancora un'altra differenza e questa è cruciale in senso politico.

Fintanto che lo stato, come qualsiasi altro mutuatario, deve andare in banca per i fondi, pagare il tasso d'interesse vigente e dare garanzie per il rimborso di ciò che prende in prestito, i suoi progetti saranno limitati sia in pace che in guerra. Ma una volta che ottiene il controllo del meccanismo monetario in modo da poter controllare il tasso d'interesse e creare denaro, è completamente gratuito. Il controllo parlamentare del governo mediante il controllo del portafoglio ha senso solo fintanto che la quantità di denaro è limitata; cessa di avere senso quando lo stato stesso controlla l'offerta di denaro e può riempire il proprio portafoglio.

Quando iniziò la prima guerra mondiale c'erano banchieri che pensavano che la durata si potesse contare in settimane, perché il costo sarebbe stato spaventoso. Non riuscivano ad immaginare come si potessero trovare tanti soldi per portarla avanti a lungo. Questo modo di pensare apparteneva ai vecchi tempi di guerra, quando uno stato in guerra, avendo bisogno di più denaro di quello che aveva risparmiato per quello scopo, doveva andare sul mercato monetario privato per i fondi, prendere in prestito lì, fornire garanzie e pagare gli interessi.

Ma non fu per mancanza di denaro che la prima guerra mondiale si fermò. Fu allora che lo stato, superati i misteri del credito bancario, fece una profonda scoperta: monetizzare il debito pubblico. Ciò significa trasformare il debito pubblico in denaro. Per capire cosa succede in tal caso, non è necessario comprendere le tecniche di procedura bancaria. Si noti innanzitutto che quando uno stato vende obbligazioni alla gente è, in senso stretto, un mutuatario: prende in prestito denaro da loro sulla sua promessa di restituirlo e, poiché non può prendere in prestito più di quanto le persone siano in grado di prestare, l'importo che può prendere in prestito in base alle sue obbligazioni è limitato. Ma non c'è limite all'ammontare di debito pubblico che può essere monetizzato. In questo processo lo stato non vende i suoi titoli al popolo. Invece con una mano "vende" le sue obbligazioni alle banche e poi con l'altra crea e fornisce il denaro che le obbligazioni richiedono.

La differenza tra questo tipo di denaro e il denaro fiat puro è una questione di percezione. Ci sono due pezzi di carta invece di uno. Il denaro fiat puro è un pezzo di carta su cui è impresso la promessa dell ostato di rimborsarlo e, poiché non rappresenta nulla di valore né alcun aumento di beni acquistabili, il suo destino è essere distrutto da un aumento dei prezzi; alla fine sarà parzialmente o totalmente ripudiato. Nel caso del denaro creato dalla monetizzazione del debito pubblico, si hanno due pezzi di carta: uno è la cauzione su cui è impressa la promessa dello stato di rimborso ed il secondo è la cartamoneta che passa di mano in mano assicurata dall'obbligazione.

Nella misura in cui questa nuova valuta non rappresenta nulla di valore, né alcun aumento nell'offerta di beni acquistabili, produce lo stesso effetto del denaro fiat, cioè farà aumentare i prezzi e, all'aumentare dei prezzi, diminuirà il suo potere d'acquisto. Ma ora gustatevi il punto principale che fa della monetizzazione del debito pubblico il meraviglioso dispositivo che è. Lo scandalo del ripudio, che è il seguito storico del denaro fiat, viene splendidamente evitato. Come? In questo modo: la promessa dello stato di rimborsare l'obbligazione è una promessa di ripagare il debito in che cosa? Denaro fiat, quindi un pezzo di carta è garanzia per un altro. L'obbligazione protegge il denaro fiat ed il denaro fiat protegge l'obbligazione. Quindi potete proteggere un cane legandolo alla sua stessa coda. Ma finché funziona, nessuno stato deve più preoccuparsi dei soldi.

Questa è la scoperta che ha reso così facile finanziare la prima guerra mondiale. Tuttavia lo scetticismo aleggiante intorno al discorso solvibilità erano troppo forte per essere distrutto tutto in una volta.

Dopo la prima guerra mondiale il vecchio ordine, sebbene alquanto danneggiato, fu restaurato. L'Inghilterra tornò al gold standard e ci fu una deflazione intenzionale. Oro e cartamoneta tornarono ad essere liberamente intercambiabili e il debito pubblico cominciò ad essere ripagato con le tasse. Anche la Germania, dopo aver ripudiato la sua cartamoneta, fu fornita dai suoi ex-nemici dell'oro su cui basare una nuova moneta aurea, e questo perché altri Paesi potessero nuovamente commerciare con lei.

Era certo, tuttavia, che lo stato non avrebbe mai dimenticato cosa significasse essere libero dalle frustrazioni del denaro sano ed onesto. Era certo anche che alla prossima occasione sarebbe stata pronta la nuova intellighenzia economica con una dottrina plausibile del controllo derivata dall'esperienza della prima guerra mondiale.

Prima, però, bisognava sbarazzarsi del gold standard. Finché denaro e credito erano, per legge e consuetudine, collegati ad una riserva aurea, uno stato non poteva manipolare l'offerta di denaro con perfetta libertà, né aumentarla all'infinito, e la grande scoperta di come monetizzare il debito pubblico era di utilità limitata. Ogni stato, quindi, era un nemico per il gold standard.

Nel secondo anno della Grande Depressione, l'Inghilterra lo abbandonò con la motivazione che sostenerlo le era già costato troppa deflazione. Poco dopo il governo americano, senza alcuna necessità, avendo di fatto più oro del necessario, ripudiò le obbligazioni in oro e allo stesso tempo prese il controllo del denaro, del credito e delle banche, il che significa che prese definitivamente due poteri:

  1. il potere di manipolare il denaro come strumento di politica sociale;
  2. il potere di creare denaro mediante la monetizzazione del debito pubblico in tempo di pace come in tempo di guerra.

Il semplice rovesciamento del gold standard non era sufficiente. Era necessaria un'altra cosa: rendere illegale il denaro sano ed onesto. Il denaro pianificato dallo stato doveva essere l'unica forma di denaro legale, perché se non lo fosse stata si sarebbe trovata in concorrenza con l'oro o con il denaro aureo. E così la proprietà privata dell'oro fu distrutta. Il possesso privato di oro fu considerato un crimine e fu approvata una legge che affermava che qualsiasi contratto che prevedeva il pagamento in qualsiasi tipo di denaro diverso da quello pianificato dallo stato era illegale.

Questo fu il risultato supremo del New Deal: rendere illegale il denaro sano ed onesto. L'assioma di Gresham fu quindi bypassato: quando due forme di denaro, una migliore e una peggiore, sono in circolazione insieme, il denaro migliore tende a scomparire perché la gente lo accumulerà. Il New Deal rese impossibile quel tipo di competizione. Ci doveva essere una sola forma di denaro ed era quella prevista dallo stato. Tutto quello che poteva succedere dopo era un mercato nero per l'oro.

Va notato che ciò che fece il New Deal fu popolare. Lo stato ed il popolo si presero la mano. Anche in Gran Bretagna, quando in modo simile il denaro pianificato prese il posto del denaro sano ed onesto. Ciò che lo stato guadagnò fu una vasta estensione del potere nella dimensione economica, e ciò che le persone guadagnarono – o pensavano di aver guadagnato – fu l'immunità esterna dalla "funzione punitiva" del denaro. Mai più la gente avrebbe dovuto soffrire per mancanza di denaro, vale a dire per mancanza di potere d'acquisto. Lo stato avrebbe sempre potuto fornirne abbastanza. Mai più ai banchieri sarebbe stato permesso di sacrificare il benessere sociale sull'altare della solvibilità. Mai più un banchiere avrebbe potuto dire: "I mutuatari devono pagare i loro prestiti e tutti devono vendere di più e comprare di meno, perché stiamo finendo i soldi".

Per un po' funziona. Infatti per un po' e per molti funziona così bene che ci si può chiedere se non ci sia una sorta di logica diabolica in quelle che chiamiamo illusioni monetarie. Un'abbondanza inesauribile di denaro pianificato a basso costo offre l'immunità dalla liquidazione, sostenendo anche l'idea illusoria di stabilità. L'alternanza di boom e bust doveva essere abolita, perché se nessuno avrebbe dovuto mai più subire la deflazione per mancanza di denaro, non c'era motivo per cui ci sarebbe dovuto essere ancora un bust.

Ciò che ne risulta è una fantasia di boom perpetuo. Il principio correttivo del denaro sano ed onesto, che abbiamo chiamato il "principio punitivo", consiste nell'indurre la vendita e la liquidazione in determinate circostanze. Quando tale funzione del denaro viene sospesa, esiste solo la funzione positiva, che è quella di indurre all'acquisto, ed il meccanismo monetario agisce come un orologio senza pendolo, facendo salire i prezzi sempre più velocemente. E questo andrà avanti fino alla fine, cosa accadrà poi nessuno lo sa. È una calamità da rimandare il più a lungo possibile.

Nel frattempo arriva il momento in cui lo stato stesso diviene impotente, anche se volesse fermare l'inflazione. La teoria del denaro pianificato dice che il pendolo può essere rimesso quando necessario. Questa è la dottrina dell'inflazione controllata. Ma quando arriva il momento di agire, lo stato si trova di fronte non ad una teoria, ma ad una realtà politica: non osa sgonfiare l'economia ripristinando la "funzione punitiva" del denaro. Non era per questo che il banchiere veniva insultato? Ora lo dovrebbe fare lo stato in sua vece? Se sì, che fine fa l'illusione secondo cui una volta che lo stato avrà controllato e pianificato il denaro, la gente sarà ricca per l'eternità?

Una fonte di confusione è l'idea che il costo spaventoso della guerra sia stata la causa principale di questa inflazione. La guerra forniva lo spettacolo vulcanico, ma il fuoco stava già bruciando. Iniziò negli anni '30 quando gli stati rovesciarono il gold standard con il pretesto che frustrava le aspirazioni sociali delle persone e presero il controllo del denaro. Molto prima della guerra gli stati si erano liberati dai limiti del denaro sano ed onesto. Avevano trovato un modo per socializzarlo ed una conseguenza fu l'enorme costo della guerra.

Quindi ora l'incomparabile illusione arriva ad un seguito: il denaro pianificato ha fatto il suo corso così bene che oggi non esiste più un prezzo comprensibile per niente, né esiste più una forma di denaro con cui le persone sono disposte, nel modo normale, a scambiare i loro beni; invece regna l'accaparramento delle cose, il mercato nero, il disordine della produzione, un commercio internazionale sempre più incline ai principi del baratto.

I mali dell'inflazione assumono ora le proporzioni di un flagello universale. Tuttavia, nella mente dello stato l'unico pensiero è quello di trattare questi mali come effetti — mediante editti che li proibiscono o mediante nuovi meccanismi di controllo e prelievi sul capitale — invece di agire sulla causa. Come agire sulla causa, come ripristinare nel mondo il principio di solvibilità, come tornare ad un tipo di denaro di cui la gente si fida, che smetterà di accumulare, che distruggerà i mercati neri e libererà le forze della libera impresa è un problema per il quale non esiste una soluzione indolore.

Dall'ascesa dell'economia moderna non era mai successo prima che il denaro in tutto il mondo fosse inflazionato tutto in una volta. Mai prima d'ora era impossibile testare il valore del denaro inflazionato con il semplice metodo di valutarlo in oro. Anche ai tempi del Greenback – cioè nel periodo della Guerra Civile – la valuta fiat poteva essere valutata in oro. Il prestigio finanziario dello stato soffrì a causa del declino del dollaro. Nel punto più basso valeva 35 centesimi e alla fine fu reso rimborsabile in oro al valore nominale completo.

Ma ora l'oro come denaro è stato messo fuori legge dallo stato. Il libero mercato è stato soppresso. Dove testerete il valore del dollaro americano o della sterlina britannica offrendolo in cambio di oro? Il Fondo Monetario Internazionale fissa il valore del dollaro in termini della sterlina ed il valore della sterlina in termini del dollaro.

Se questo fosse tutto, avreste solo un problema monetario. Ma c'è molto di più: il problema è morale. Di tutte le principali nazioni del mondo non ce n'è una che non abbia svalutato la propria divisa o ripudiato le promesse sui suoi obblighi. La sfiducia nel denaro, quindi, è sfiducia nella parola dello stato.

La Francia ora sta lottando con questo problema morale. È l'unico Paese che avrebbe dovuto saperlo meglio. La sua esperienza con l'inflazione è storica, tuttavia ha portato la monetizzazione del debito pubblico ad un punto in cui il franco è cartastraccia. Così alla fine ha deciso di svalutarlo per editto e allo stesso tempo di consentire quello che ha definito un libero mercato dell'oro e dei dollari.

Il Fondo Monetario Internazionale l'ha supplicata di non farlo. La paura era che avrebbe distrutto la sua ragnatela di parità artificiale dei cambi ed esposto il vero valore del denaro fiat, specialmente la sterlina britannica, la quale viene venduta sul mercato nero a circa la metà di quello che il Fondo Monetario Internazionale ha detto che valeva.

Ciononostante, per egoistica disperazione, la Francia non ha dato retta all'FMI, con il risultato che invece di risolvere da sé qualsiasi problema ha aggravata la confusione generale. Il popolo francese sapeva benissimo che il nuovo valore del franco era arbitrario e provvisorio, perciò ne diffidavano. Inoltre la nuova legge monetaria è stata interpretata secondo il suo vero senso: il governo francese si riservava il diritto di fare tutto ciò che vuole col denaro, anche confiscarlo.

Per quanto riguarda il libero mercato in dollari e oro, era libero non di per sé ma su licenza, solo per vedere cosa sarebbe successo. Il governo francese è stato così ingenuo da credere che se fosse stato consentito il libero commercio dell'oro per poche ore ogni giorno, il premio su di esso avrebbe indotto i contadini francesi a cedere i loro famosi tesori; ma i contadini francesi non sono stati minimamente persuasi a scambiare il loro oro con qualsiasi tipo di cartamoneta, nemmeno con dollari di carta.

La debacle morale ora è tale che quando e se gli stati decideranno di disinflazionare le loro valute, la fiducia nel denaro non verrà ripristinata. Perché? La parola dello stato non vale niente, soprattutto quando si tratta di denaro. Chi può essere sicuro che le nuove promesse siano migliori di quelle che sono state infrante? Solo il tempo può dirlo... e non c'è più tempo. La necessità di ripristinare il ritmo degli scambi nel mondo è estremamente urgente. Non può essere ripristinato fino a quando la gente non sentirà di nuovo il suono del denaro sano ed onesto.

L'oro farebbe quel suono; ma sebbene ci sia più oro che mai nel mondo, il suo uso come denaro è proibito. Passa tra gli stati, per lo più sotto forma di lingotti, e tutti sono ansiosi di possederlo, poiché ora è l'unica misura di valore di cui anche gli stati possono fidarsi; ma sia la moneta d'oro che la cartamoneta convertibile in oro su richiesta sono scomparse dalla circolazione in tutto il mondo. Un individuo che vuole accumulare oro deve prima trovarlo nei mercati neri di Bombay, Il Cairo o in Cina, e poi portarlo via di nascosto, perché è soggetto a confisca, e l'individuo trovato in possesso del metallo giallo viene sanzionato.

Il fatto curioso è che allo stesso tempo gli stati stessi lo stanno accumulando e lo fanno perché non possono più fidarsi del proprio denaro pianificato.

Sotto il New Deal, il governo americano approvò una legge che rendeva reato il possesso di oro da parte di un cittadino americano. Quindi, dopo aver confiscato l'oro del popolo, lo seppellì a Fort Knox. Di tanto in tanto questo tesoro viene rimpinguato, fino ad ora rappresenta più della metà di tutto l'oro monetario del mondo. Eppure l'esistenza di questo oro non è la vera ragione per cui il dollaro americano è il tipo di denaro pianificato nei cui confronti si dovrebbe essere meno diffidenti. È il potere produttivo dell'America che sostiene il dollaro, non il tesoro d'oro a Fort Knox.

Si dice che questo Paese abbia uno "standard monetario aureo internazionale", se sapete cosa significa; si dice che il dollaro americano sia "legato" all'oro; si dice che a copertura della cartamoneta pianificata che avete in tasca ci sia una "riserva aurea". Queste sono solo costruzioni monetarie. A che serve sapere che a copertura della vostra cartamoneta c'è una riserva d'oro quando è illegale possederlo e quando anche il banchiere che tiene quella che viene chiamata una riserva d'oro non ha il metallo fisico?

Nessuna banca ha oro. Nessuna banca è autorizzata a possedere oro. Quello che ha la banca è un certificato d'oro emesso dallo stato. Questo certificato non può essere convertito in oro fisico, se non con il permesso dello stato, e solo a condizione che l'oro sia richiesto allo scopo di effettuare un pagamento internazionale. E questo certificato d'oro, che costituisce ciò che chiamiamo riserva d'oro a copertura del nostro denaro, non è né legalmente né moralmente migliore del bellissimo certificato d'oro giallo che avevate in ​​tasca qualche anno fa su cui c'era scritto: "Questo è per certificare che una quantità uguale di moneta d'oro è stata depositata nel Tesoro degli Stati Uniti ed è rimborsabile al portatore su richiesta".

Quello era il certificato d'oro che lo stato vi obbligava a consegnare sotto pena di multa o reclusione. Nel fare ciò non solo trascurava le parole incise su di esso, ma ripudiava una ricevuta legale per l'oro che era stato depositato da individui nel Tesoro degli Stati Uniti. Vale a dire, confiscava l'oro che deteneva in custodia per il popolo.

Quindi un certificato d'oro non era oro fisico. Se non era oro nelle mani dell'individuo non poteva essere nemmeno oro nelle mani di una banca. Nessuna parola solenne incisa sulla carta da uno stato che poi l'avrebbe infranta poteva essere considerata oro. Solo l'oro è oro. Ne consegue che a copertura di tutti i dollari cartacei ora in circolazione, i soldi nelle nostre tasche, nell'intero sistema bancario non c'è un dollaro di riserva aurea.

In tutta questa confusione di fatti e finzione, l'unica cosa che luccica è l'oro. Per alcuni il suo luccichio è il malocchio del basilisco, che richiama le persone al capitalismo del XIX secolo; per altri è la luce del giorno alla fine del tunnel in cui siamo finiti.

Così ora gli economisti si dividono. E se superate la loro linea di demarcazione, che è come la linea di uno scisma religioso, con i modernisti da una parte ed i fondamentalisti dall'altra, vedrete che arriva un punto in cui si smette di parlare di soldi. L'argomento cessa di basarsi su principi monetari, che possono essere provati o smentiti, e vira su convinzioni politiche, che generalmente sono fuori discussione.

Gli economisti che credono in un'economia pianificata credono anche nel denaro pianificato, perché quando lo stato si impegna a pianificare la vita economica per fini sociali deve saper pianificare anche il denaro. Altrimenti le sue intenzioni sociali cadranno a pezzi.

D'altra parte, gli economisti che credono in un'economia libera ed in uno stato limitato credono anche nel denaro sano ed onesto, perché quest'ultimo è, tra tutti gli strumenti, quello che ha vinto con maggior successo l'istinto totalitario dello stato.

Questi sono i fondamentalisti. Con una voce crescente ora chiedono un ritorno al gold standard e questo non solo per ragioni monetarie, ma sulla base del fatto che non c'è altro modo per salvare un'economia libera ed una società libera dall'ingestione totale da parte dello stato. La moneta aurea è l'unica cosa che lo stato non può ingoiare.

Ma la strada per tornare al denaro sano ed onesto è difficile. Era già abbastanza difficile quando non c'era che un ostacolo naturale, cioè il potere della fallacia, che sta sempre dalla parte del denaro pubblico perché ce ne sarà in abbondanza e ogni uomo, secondo il proverbio, ne approfitterà.

Ma oltre questo primo ostacolo ce ne sono altri due.

Il secondo è la resistenza dello stato, con il suo controllo radicato sull'offerta di denaro. Questo è un potere a cui non rinuncerà senza lottare.

Il terzo ostacolo è il tipico economista keynesiano, il quale sostiene l'economia pianificata in parte per motivi di convinzione sociale e in parte, si può sospettare, per motivi di vantaggio, poiché in un'economia pianificata è elevato agli onori del clero. L'influenza di questo economista keynesiano è grande, sia sullo stato che sul pensiero economico, e nel suo campo visivo non c'è immagine più odiosa del gold standard.

Al Congresso l'idea di tornare al gold standard è guidata da Howard Buffett, il quale ha presentato un disegno di legge che propone di "ripristinare il diritto dei cittadini americani di possedere liberamente oro e monete d'oro; restituire il controllo sulle finanze pubbliche alle persone" e "per frenare l'ulteriore deterioramento della nostra valuta". I paragrafi essenziali sono due:

L'unità monetaria standard degli Stati Uniti d'America è il dollaro d'oro di quindici e ventuno centesimi di grani. Le monete d'oro di taglio non inferiore a $10 e le denominazioni più grandi che il Segretario del Tesoro ritenga desiderabili devono essere coniate ed emesse su richiesta.

Tutti gli altri soldi degli Stati Uniti saranno mantenuti alla parità con il dollaro d'oro standard mediante libertà di scambio alla pari con l'oro standard.

Parlando della sua proposta di legge, Buffett ha detto:

Le persone parsimoniose e frugali decideranno che privarsi del godimento immediato risparmiando dollari non è saggio. Come le popolazioni di molti Paesi europei, questi lavoratori non ripongono più la loro fiducia in una cartamoneta irredimibile.

Se il Congresso non affronterà presto il problema in modo efficace, questo pericolo potrebbe non essere troppo lontano. Un abbandono di massa delle abitudini di risparmio del dollaro sarebbe una grave calamità, soprattutto perché quasi sicuramente seguirebbe una fuga di massa dal dollaro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 13 gennaio 2022

Ricordate e mai scordate il 5 di novembre



da Bitcoin Magazine

“Remember, Remember,

The 5th of November,

The Gunpowder Treason and Plot,

I know of no reason

Why the Gunpowder Treason

Should ever be forgot.”

Traditional Guy Fawkes Night rhyme

Quale modo migliore per ricordare a tutti perché siamo qui in primo luogo di un piccolo estratto ispirato al film V per vendetta?

In quel giorno di circa 400 anni fa, un uomo di nome Guy Fawkes tentò di far saltare in aria il parlamento in Inghilterra. Sebbene avesse fallito nell'atto, il suo messaggio è stato ricordato.

Il suo è stato un atto simbolico: serve a ricordare alle persone che il governo esiste per servirle, non per governarle.

Eccoci nel 2022, quasi mezzo millennio dopo, a combattere la stessa battaglia, contro un nemico probabilmente più feroce. Solo che questa volta non abbiamo bisogno di far saltare in aria nessun edificio per dimostrare un punto. Questa volta abbiamo lo strumento definitivo, l'arma definitiva ed il simbolo definitivo.

Bitcoin fa ciò che nessuna forza o simbolo ha fatto prima. Toglie l'asso che tutti i governi nel corso della storia hanno avuto nella manica, con il quale hanno preso il sopravvento sulla cittadinanza.

Il denaro è stato il loro meccanismo di controllo, di parassitismo e di azzardo morale nel grande gioco della vita.

Ma con Bitcoin, lo strumento denaro è fuori dalla portata di chiunque di noi, sia esso individuo, governo, società, banca centrale o istituzione di qualsiasi tipo; abbiamo per la prima volta nella storia umana una vera uguaglianza di opportunità. Infatti è l'unica uguaglianza di opportunità che può essere misurata in modo verificabile e che conta davvero. Con esso, abbiamo anche il potenziale per una prosperità dei beni comuni.

Bitcoin non è solo "l'ennesimo prodotto finanziario" in cui le scimmie di Wall Street o i truffatori come Rug Pal vorrebbero farvi credere con i loro ciechi tentativi di finanziarizzarlo e darsi pacche sulla spalla per uno stupido ETF. Né Bitcoin è solo l'ennesimo evento di natura transitoria o ciclica, come potrebbero credere gli idioti che hanno scritto "La quarta svolta".

È molto più grande di quello che ognuno di noi può solamente immaginare. E lo stesso Satoshi Nakamoto lo sapeva:

“Mi dispiace essere impreciso. Scrivere una descrizione per il pubblico generico è dannatamente difficile. Non c'è niente a cui collegarlo.”

Satoshi Nakamoto

Bitcoin è un cambiamento radicale nel modo in cui opererà l'umanità. Inaugurerà un momento in cui le rappresentazioni saranno altamente affidabili, in cui la vita sarà misurabile con precisione ed incorruttibilità.

Bitcoin è come un superconduttore di tempo ed energia che consente cicli di feedback economici e comportamentali; una coordinazione umana attraverso il tempo e lo spazio in un modo mai raggiunto prima.

È il nostro strumento per superare il grande filtro e dobbiamo ricordarcelo; dobbiamo ricordarcelo perché siamo circondati da nemici.

Dagli shitcoiner alla Silicon Valley e le sue società di capitali di rischio, ai grandi banchieri, agli hedge fund, agli stati, ai media generalisti, agli intellettuali, agli economisti, agli accademici.

Tutte queste categorie odiano Bitcoin perché rimuove la loro capacità di nutrirsi come i parassiti che sono. Usotale parola specificatamente al posto di "élite", perché queste persone sono tutt'altro che élite. Essere d'élite implica essere eccezionali in qualcosa; questi parassiti lo odiano perché rende obsoleti loro e la loro stessa esistenza.

Tutti amiamo Bitcoin perché livella il campo di gioco e pone le basi per il prevalere del buono e del funzionale, mentre il fraudolento o l'inefficace scompaiono. Lo amiamo perché in esso troviamo un significato profondo e attraverso di esso abbiamo la possibilità di realizzare un periodo della storia umana che varrà la pena di ricordare.

Come la citazione che Evey Hammond ha trovato nella casa di V in V per vendetta: Vi veri veniversum vivus vici.

Tradotto approssimativamente: "Con la forza della verità, io, vivendo, ho conquistato l'universo".

Bitcoin è la nostra verità, con la quale possiamo conquistare l'universo. Usiamo questo promemoria per avvicinarci a quella verità... e, come vantaggio collaterale, fare un altro passo avanti per rendere obsoleti i parassiti di cui ho parlato prima.

“Remember, remember, it is the 5th of November.

The Bitcoin Revolution and Plot,

I know of no reason why the Bitcoin Revolution

Should ever be forgot.”


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


mercoledì 12 gennaio 2022

Il settore finanziario cinese è sull'orlo del baratro

 

 

di Daniel Fernandez

La telenovela di Evergrande è tutt'altro che finita. Oltre alla sua terribile gestione finanziaria, si trova in un mercato in bolla.

Il panico si è diffuso di nuovo quando lo sviluppatore Fantasia Holdings non è stato in grado di pagare molte delle sue obbligazioni lo scorso 11 ottobre. Lo stesso giorno altri due sviluppatori, Sinic Holdings e Modern Land, hanno indicato che non sarebbero stati in grado di soddisfare i pagamenti delle obbligazioni in scadenza. Venerdì 15 ottobre Xinyuan Real Estate, un altro sviluppatore, ha evitato di poco un default raggiungendo all'ultimo minuto un accordo con i suoi creditori. Intanto il mercato teme che lo sviluppatore Kaisa Group Holdings non sarà in grado di pagare il proprio debito.

La bolla immobiliare cinese sta scoppiando. Le domande chiave ora sono come tutto questo influenzerà il resto dell'economia cinese e come influenzerà il sistema finanziario cinese.


Sviluppatori immobiliari cinesi: cattiva gestione finanziaria

Cominciamo guardando lo stato degli sviluppatori cinesi che hanno annunciato di avere problemi a pagare quanto dovuto.

Non solo gli sviluppatori immobiliari cinesi sono eccessivamente indebitati, ma la cronologia del loro debito li pone tra l'incudine ed il martello. Gli sviluppatori immobiliari cinesi hanno gestito il loro debito nel peggiore dei modi: la maggior parte del loro debito deve essere estinta in meno di un anno, come mostrato nel Grafico 1.

In altre parole, affinché le aziende sopravvivano, il loro debito deve essere costantemente rinnovato. Ciò le pone in una posizione di debolezza finanziaria in due aree:

  1. Un rialzo del tasso d'interesse aumenterebbe drasticamente il loro costo di finanziamento e potrebbe rapidamente farli fallire.
  2. Un calo del fatturato dei propri asset (cioè un calo delle compravendite immobiliari) o del loro prezzo di vendita porrebbe le aziende in una posizione di liquidità altamente compromessa: i flussi di cassa in entrata non sarebbero in grado di coprire i flussi in uscita.

Il secondo punto è più problematico quando scoppia una bolla, poiché sia ​​il turnover degli asset che il prezzo di vendita crollano. Se anche i debiti devono essere saldati a breve termine, poi, siamo di fronte ad una tempesta perfetta. Gli sviluppatori sono costretti a vendere asset (immobili) su larga scala per estinguere il loro debito, il che a sua volta provoca drastici cali di prezzo che peggiorano le posizioni finanziarie di queste stesse società


Gli sviluppatori possono vendere asset per ripagare il loro debito a breve termine?

Quanto sono capaci gli sviluppatori immobiliari cinesi in difficoltà nel servire il loro debito a breve termine? Un modo per rispondere questa domanda è analizzare la quantità di denaro che le aziende hanno a disposizione. Come si può vedere nel Grafico 2, solo Fantasia Holdings ha abbastanza liquidità a disposizione per estinguere i suoi debiti a breve termine.

Sebbene questo approccio sia utile, è ancora incompleto. Tutte le società hanno asset che generano un flusso di cassa in entrata e che può essere utilizzato per onorare i pagamenti del debito. Ovviamente tali asset degli sviluppatori immobiliari sono principalmente le case. Possono essere vendute per pagare il debito, ma gli sviluppatori cinesi devono affrontare due seri problemi al riguardo:

  1. Hanno già ricevuto acconti dai loro clienti, quindi parte del loro flusso di cassa in entrata è già entrato nel loro bilancio. La vendita di immobili servirebbe, almeno in parte, a saldare il debito con i propri clienti.
  2. La maggior parte delle case non è finita; sono in costruzione. Di conseguenza solo una parte degli asset degli sviluppatori immobiliari cinesi è disponibile per ripagare il loro debito a breve termine.

Tenendo presenti questi due punti, abbiamo calcolato la capacità degli sviluppatori cinesi di pagare il loro debito con le loro proprietà disponibili (Grafico 3).

Guardando i Grafici 3 e 4, possiamo vedere che Fantasia e Sinic potrebbero essere in difficoltà, ma almeno sono in grado di saldare il loro debito entro un anno. Modern Land ed Evergrande, però, si trovano in una situazione pericolosa. I loro asset disponibili sono chiaramente insufficienti per far fronte agli esborsi in meno di un anno.


I profitti degli sviluppatori immobiliari cinesi sono sufficienti per ripagare i loro debiti?

Abbiamo visto che alcuni degli sviluppatori in difficoltà possono ripagare il loro debito a breve termine e altri no. Se alcuni possono pagarlo, perché non lo fanno? Per rispondere a questa domanda, bisogna prima stabilire se i profitti di questi sviluppatori cinesi sono sufficienti per pagare gli interessi sui loro debiti.

Il rapporto di copertura degli interessi (utile al netto degli interessi e delle tasse sul costo del servizio del debito) indica la capacità di un'azienda di generare profitti sufficienti per pagare i creditori in tempo. Un indicatore inferiore a 1 (nel senso che il costo del finanziamento è maggiore del profitto) è spesso interpretato come un segnale di futura insolvenza di un'azienda. In questo caso, la società deve continuare ad accendere prestiti o deve vendere beni solo per pagare gli interessi. A loro volta, i costi di finanziamento continueranno ad aumentare o i profitti diminuiranno se gli asset vengono venduti per pagare gli interessi.

Tutti gli sviluppatori cinesi hanno visto precipitare il loro rapporto di copertura degli interessi e sono pericolosamente vicini al momento in cui i loro profitti non saranno sufficienti per ripagare il loro debito. Evergrande ha già superato questa linea rossa: dal 2020 i suoi profitti non sono stati sufficienti per pagare il suo costo di finanziamento.

Il rapporto di copertura degli interessi estremamente basso degli sviluppatori immobiliari cinesi fornisce un indizio sul motivo per cui Fantasia, nonostante abbia abbastanza soldi per pagare praticamente tutto il suo debito a breve termine, ha deciso di non farlo. Fantasia prevede che non sarà in grado di far fronte ai suoi pagamenti futuri e sta razionando le risorse finanziarie disponibili. Sta scegliendo di smettere di pagare ora e decidere a quali debitori dare la priorità.

Una possibilità non insignificante è che il governo cinese ordini agli sviluppatori di non pagare le loro obbligazioni in dollari continuando ad effettuare pagamenti sulle loro obbligazioni in yuan. L'idea sarebbe quella di dare la priorità ai debitori interni poiché molti di loro sono banche e le banche in Cina appartengono allo stato.

In periodi di difficoltà finanziarie, avere attivi e passivi (o entrate e spese) denominati in valute diverse è un enorme svantaggio a causa del rischio di cambio. Curiosamente non esiste tale rischio in questa potenziale situazione. Gli sviluppatori cinesi stanno conducendo i loro affari quasi esclusivamente all'interno della Cina, quindi non saranno soggetti a sanzioni o embarghi da parte di governi stranieri se dovessero risultare inadempienti nei confronti del loro debito estero in dollari.

Data questa circostanza, Fantasia ha buone possibilità di uscirne indenne, mentre le altre società, che hanno ingenti debiti da saldare in yuan, sono più in pericolo, come si vede nel Grafico 5.

L'insolvenza su tutto il suo debito denominato in dollari consentirebbe a Modern Land di ripagare tutto il suo debito emesso in yuan entro un anno (Fantasia e Sinic hanno già abbastanza liquidità per ripagarlo). Tuttavia la posizione di Evergrande è così critica che la società non sarà in grado di ripagare il suo debito in yuan anche se risulterà completamente inadempiente sul suo debito in dollari.


Contenere il rischio di un contagio interno

Lo scenario più plausibile è l'insolvenza selettiva sul debito in dollari nei confronti degli investitori stranieri. Solo Evergrande sarebbe anche inadempiente sul suo debito interno, quindi potrebbe sembrare che il possibile effetto domino in Cina sarebbe contenuto. Il problema è che Evergrande è enorme: le sue passività sono dieci volte maggiori delle passività combinate degli altri tre sviluppatori in difficoltà, come possiamo vedere nel Grafico 6.

Il fatto che la maggior parte dei problemi sia concentrata in uno sviluppatore non garantisce che il problema possa essere risolto dalle autorità cinesi. Inoltre nulla impedisce a più sviluppatori cinesi di diventare inadempienti nei prossimi giorni o settimane.

Anche gli sviluppatori immobiliari cinesi di medie dimensioni, come quelli analizzati qui, sono enormi se confrontati con gli sviluppatori in altre parti del mondo. Il più grande sviluppatore immobiliare negli Stati Uniti è solo il 6% delle dimensioni di Evergrande, come mostrato nel Grafico 7.

Nomura stima che gli sviluppatori cinesi abbiano debiti per un totale di $5.200 miliardi, quasi il doppio delle riserve internazionali della Cina (e superiore al PIL del Giappone, la terza economia più grande del mondo). La composizione dell'enorme debito totale degli sviluppatori cinesi è presentata nel Grafico 8.

Il grafico qui sopra ci dà un'idea della composizione del debito interno ed estero degli sviluppatori cinesi e possiamo confrontarlo con le riserve monetarie della Cina. Quasi tutto il debito bancario è debito in yuan verso le banche cinesi. La voce “Clienti” si riferisce ad anticipi effettuati da cittadini cinesi per l'acquisto di abitazioni, mentre la voce “Altre passività” è costituita principalmente da debiti verso fornitori. Anche se consideriamo tutte le obbligazioni denominate in dollari, il debito interno degli sviluppatori cinesi supera di gran lunga le riserve monetarie cinesi (e sono quasi un terzo del PIL cinese).


Le opzioni del governo cinese

È chiaro che il debito non è gestibile, nemmeno in un'economia come quella cinese che ha tassi di risparmio molto alti e grandi riserve internazionali. Ma la Cina può ancora cercare di risolvere questo pasticcio.

1. Costruire una quantità enorme di opere pubbliche

La costruzione di opere pubbliche fornirebbe una nuova fonte di reddito agli sviluppatori cinesi. Alcune di queste sono già in programma e le cifre in discussione provengono da un programma decennale e ammontano a 10.000 miliardi di yuan, ovvero circa $1.550 miliardi. Questo numero è agghiacciante (è superiore al PIL della Spagna) ed è quasi uguale agli investimenti immobiliari in Cina negli ultimi dodici mesi ($1.400 miliardi).

Il piano infrastrutturale coprirebbe a malapena il 10% del fatturato degli sviluppatori cinesi. Non può salvarli.

2. Salvare il settore bancario

Questa seconda opzione è forse la più plausibile. Le autorità cinesi hanno bucato la bolla immobiliare e sembra improbabile che vogliano salvare i loro sviluppatori. Probabilmente intendono evitare il panico finanziario iniettando capitale (e liquidità) nel sistema bancario.

Anche questo creerebbe problemi. Il settore finanziario cinese è quasi quattro volte il suo PIL, una cifra elevata in qualsiasi parte del mondo e particolarmente elevata per un Paese sviluppato come la Cina.

Le attività combinate dei settori finanziario e immobiliare della Cina sono maggiori della capitalizzazione di mercato di tutte le società del mondo ($93.700 miliardi).

Inoltre quasi il 60% del credito non finanziario va al settore immobiliare (sebbene il settore contribuisca solo al 30% del PIL). In altre parole, non solo il settore finanziario è enorme, ma è altamente concentrato nel settore immobiliare.

Il settore finanziario è enorme e molto esposto a mutui e prestiti per sviluppatori. Un'esplosione disordinata potrebbe renderne impossibile il salvataggio.

Se un salvataggio bancario è fattibile, e se si dovesse verificare, la valuta perderà rapidamente potere d'acquisto, sia internamente (attraverso l'inflazione) che esternamente (attraverso il deprezzamento). Un altro scenario plausibile è che gli interessi sul debito pubblico saliranno alle stelle. Inflazione o aumenti dei tassi d'interesse dipenderà da che tipo di salvataggio verrà effettuato: attraverso la politica fiscale (lo stato ricapitalizza le entità o crea una bad bank) o la politica monetaria (la banca centrale ricapitalizza le entità o acquista asset). La politica fiscale farebbe salire il tasso d'interesse e la politica monetaria causerebbe inflazione.

3. Nessun salvataggio

Considero questa opzione estremamente improbabile. I regimi autoritari tendono a fare affidamento sui successi economici per rimanere al potere e quindi il Partito Comunista deve cercare di rilanciare l'economia martoriata con ogni mezzo possibile per sopravvivere.


Conclusione

I settori bancario e immobiliare cinese sono sull'orlo della morte. Il governo farà di tutto per riorganizzare il primo e salvare il secondo, ma è molto probabile che non riesca a farcela.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


martedì 11 gennaio 2022

L'Africa non ha bisogno di più aiuti allo sviluppo, bensì di più capitalismo

Il marxismo è una sorta di religione dove i beni sono distribuiti ai credenti da uno stato onnisciente. Col capitalismo, invece, ogni individuo è considerato come fine assoluto in sé stesso. Il marxismo, come il nazismo, il fascismo, il tribalismo, il comunismo e tutte le altre teorie socialiste del nazionalismo, si basa sul principio del collettivismo che prevale sulle libere decisioni degli individui. Solo il capitalismo permette all'individuo di essere libero e di perseguire i propri interessi, che alla fine serviranno al bene comune. Il brutale rifiuto del capitalismo a favore del socialismo da parte dei politici africani all'epoca dell'indipendenza era in gran parte dovuto ad un malinteso che equiparava il capitalismo al colonialismo. Infatti, come diceva Lenin, il capitalismo era l'estensione del colonialismo e dell'imperialismo, quindi i leader africani all'epoca dell'indipendenza non vollero avere niente a che fare con il capitalismo. Ciò li portò ad adottare l'ideologia socialista del marxismo: la completa proprietà di tutti i mezzi di produzione da parte dello stato. Inutile dire che l'esperimento socialista s'è rivelato un fallimento. Non sorprende che il marxismo abbia fallito in Africa proprio come in molte altre nazioni, visto che nel corso della storia si sono accumulate molte prove che dimostrano che il capitalismo funziona mentre il socialismo è un disastro. I risultati del socialismo sono la povertà e la tirannia. Nonostante tutti questi fallimenti e atrocità commessi dai dittatori marxisti, c'è una maggioranza che crede ancora che il socialismo sia la via per la prosperità sociale ed economica africana. La verità è che il socialismo non ha niente a che fare con l'economia, ma è solo competizione per il potere politico che si traduce nella distruzione della ricchezza e della prosperità. L'unica vera soluzione per i problemi economici e sociali dell'Africa è la libertà economica; l'Africa ha bisogno di meno controllo statale e più capitalismo. Ciò disincentiverà la competizione per il potere politico e darà alle persone più libertà di esercitare il proprio diritto sulle iniziative individuali, l'unico modo per ottenere pace e prosperità.

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da Forbes

Nel 1990 le Nazioni Unite si sono impegnate a ridurre la povertà globale del 50% entro 25 anni. Il fatto che questo obiettivo ambizioso sia stato raggiunto è in gran parte dovuto al successo della Cina. Nello stesso periodo la percentuale della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà è diminuita dal 56,8% al 42,7% in tutto il continente africano. Tuttavia, con il 20% degli africani che vive sotto lo spettro della fame, una percentuale più alta che in qualsiasi altra parte del mondo, c'è ancora molta strada da fare.

E la situazione non è migliorata negli ultimi anni. Infatti si è deteriorata, specialmente in Africa. Il documento “The State of Food Security and Nutrition in the World” è stato pubblicato congiuntamente da diverse organizzazioni delle Nazioni Unite e conferma un aumento della fame nel mondo per il terzo anno consecutivo. Si stima che nel mondo ci siano 821 milioni di persone cronicamente denutrite. Nel periodo fino al 2015, questo numero era in calo. Ora è tornato ai livelli visti l'ultima volta nel 2011.

Rispetto al 2017 la percentuale di persone malnutrite (20%) è aumentata in quasi tutte le regioni dell'Africa. Le regioni più colpite sono l'Africa orientale, dove quasi il 31% della popolazione soffre di malnutrizione, e l'Africa centrale, dove la percentuale è del 26,5%.


Gli aiuti allo sviluppo aiutano davvero?

Non appena le cifre di cui sopra sono state pubblicate, sono state seguite di riflesso da richieste di maggiori aiuti allo sviluppo per l'Africa. L'aiuto allo sviluppo suona bene dal punto di vista morale e, secondo alcuni, costituisce una sorta di espiazione quasi religiosa per i peccati del colonialismo e dello “sfruttamento del Terzo mondo” da parte dei Paesi capitalisti. Ma raggiunge davvero ciò che sperano i suoi sostenitori? Nel 2002, l'allora presidente senegalese Abdoulaye Wade, disse:

Non ho mai visto un Paese svilupparsi attraverso gli aiuti o il credito. I Paesi che si sono sviluppati, in Europa, America, Giappone, Paesi asiatici come Taiwan, Corea e Singapore, hanno creduto tutti nel libero mercato. Non c'è nessun mistero lì. L'Africa ha imboccato la strada sbagliata dopo l'indipendenza.

In Asia la lotta alla povertà e alla fame è stata efficace perché tanti Paesi asiatici hanno attuato riforme capitaliste. Nella sola Cina, grazie all'introduzione parziale dei diritti di proprietà privata e di un'economia di libero mercato, la percentuale di persone che vivono in condizioni di estrema povertà è scesa dall'88% nel 1981 a meno dell'1% di oggi.

I Paesi asiatici hanno ricevuto molti meno aiuti allo sviluppo rispetto ai Paesi africani. Dambisa Moyo, nata in Zambia ma ha studiato ad Harvard e ha conseguito un dottorato di ricerca. ad Oxford, individua nell'aiuto occidentale una delle ragioni del fallimento nel liberare l'Africa dalla povertà. "Negli ultimi cinquant'anni oltre $1.000 miliardi in aiuti allo sviluppo sono stati trasferiti dai Paesi ricchi all'Africa", sottolinea Moyo nel suo libro Dead Aid.

Ma più di $1.000 miliardi in aiuti allo sviluppo negli ultimi decenni hanno aiutato gli africani a stare meglio? No. Infatti in tutto il mondo i beneficiari di questi aiuti stanno peggio; molto peggio. Gli aiuti hanno contribuito a rendere i poveri più poveri e la crescita più lenta [...]. L'idea che gli aiuti possano alleviare la povertà sistemica è un mito. Milioni in Africa oggi sono più poveri a causa degli aiuti; la miseria e la povertà non sono cessate ma sono aumentate. Gli aiuti sono stati, e continuano ad essere, un disastro politico, economico e umanitario assoluto per la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo.

Per essere chiari, la critica della Moyo non è diretta contro carestie ad hoc e soccorsi in caso di calamità, ma contro trasferimenti finanziari a lungo termine volti a rilanciare lo sviluppo economico. Questi fondi sono finiti spesso nelle mani di despoti corrotti piuttosto che in quelli dei poveri. Anche William Easterly, professore di economia e studi africani alla New York University, ritiene che gli aiuti esteri siano ampiamente inutili e spesso controproducenti.


Speranza per l'Africa

Ma c'è ancora speranza per l'Africa. L'ascesa della banda larga, delle criptovalute e delle tecnologie mobili ha portato ad un allentamento del controllo statale in molti settori e ha permesso agli imprenditori di prosperare indipendentemente dal sostegno del governo e dalle connessioni politiche. Molti in questa classe emergente di giovani africani sicuri di sé hanno studiato all'estero, in genere in Europa o negli Stati Uniti, ma anche in Cina o in India. Molti di loro lavorano per società internazionali prima di tornare nei loro Paesi d'origine. Inosservata dal ricco nord globale, l'Africa sta assistendo all'emergere di una classe di imprenditori che stanno alimentando e plasmando la ripresa economica in tutto il continente.

L'Africa offre molte opportunità economiche, tuttavia alcune delle previsioni di un massiccio boom in tutto il continente attualmente sbandierate dagli esperti si basano su modelli che non sono all'altezza di una valutazione realistica dei fatti sul campo. Cercare di replicare le storie di successo asiatiche in Africa senza prendere in considerazione le differenze tra i due continenti sarebbe troppo riduttivo.

Ma l'Africa potrebbe sicuramente imparare una cosa dall'Asia: la fame e la povertà non si combattono attraverso gli aiuti allo sviluppo, ma attraverso l'imprenditorialità ed il capitalismo. Anche il cantante degli U2, Bono, che in passato ha organizzato festival per raccogliere aiuti per l'Africa e per tanto tempo ha sposato la retorica anti-capitalista e una fede apparentemente incrollabile negli aiuti esteri come soluzione alla fame e alla povertà in Africa, ha cambiato opinione sotto il peso delle prove contrarie. "L'aiuto è solo un ripiego", ha confessato nel 2013 durante un discorso alla Georgetown University. “Il commercio ed il capitalismo imprenditoriale portano più persone fuori dalla povertà rispetto agli aiuti. L'Africa può diventare una potenza economica in questo modo”.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 10 gennaio 2022

Come Hayek può trasformare la nostra ingratitudine in gratitudine

 

 

di Barry Brownstein

"Alcuni americani", scrisse Thomas Sowell, "non apprezzeranno mai l'America fino a quando non avranno contribuito a distruggerla e poi inizieranno a subirne le conseguenze".

“L'ingratitudine”, osserva il professore di psicologia Robert Emmons nel suo libro Thanks: How Practicing Gratitude Can Make You Happier, “porta inevitabilmente ad un senso di sé limitante, restrittivo e 'restringente'. Emozioni come rabbia, risentimento, invidia e amarezza tendono ad indebolire le relazioni sociali”. La rabbia epidemica che osserviamo, e abbiamo osservato anche prima del Covid, è legata all'ingratitudine?

Il modo di vivere l'ingratitudine può sembrare giustificato in base a ciò che un pensatore vede come realtà. Senza un contesto storico e un'alfabetizzazione in economia, una persona può finire in una tempesta di disinformazione credendo invece di capire il mondo in modo chiaro e obiettivo.

Nel loro libro The Knowledge Illusion gli scienziati cognitivi Steven Sloman e Phillip Fernbach hanno osservato che: “In generale non ci rendiamo conto di quanto poco sappiamo; la più piccola conoscenza ci fa sentire degli esperti. Una volta che ci sentiamo degli esperti, iniziamo a parlare da esperti”.

Se il vostro collega progressista o vicino vi irrita con una narrativa uscita da NPR, NY Times o CNN, imparate da loro. Non siete costretti ad adottare le loro opinioni, ma notate che le opinioni preconfezionate di qualsiasi tipo raramente sono persuasive. Recitare frasi accattivanti non è efficace.

Per radicare più saldamente il vostro pensiero in economia, la lettura di Hayek vi aiuterà. Certo, almeno inizialmente, Hayek può essere difficile da leggere. Perseverando nel comprendere il significato di ciò che scrisse dimostrerete il vostro impegno ad essere un campione della libertà. L'ingratitudine che nutrite, nel vostro pensiero, può essere sostituita dalla gratitudine mentre apprendete lezioni da Hayek.


Prima lezione sulla gratitudine: permettete a “tratti diversi di persone diverse” di alimentare il vostro mondo

"The Use of Knowledge in Society" è probabilmente il saggio più importante scritto da uno scienziato sociale nel XX secolo. L'intuizione di Hayek era semplice: "Il problema economico [...] è un problema di utilizzo della conoscenza che non è data a nessuno nella sua totalità". In altre parole, la conoscenza è dispersa: "La conoscenza delle circostanze di cui dobbiamo servirci non esiste mai in forme concentrate o integre, ma unicamente come frammenti dispersi di conoscenza incompleta e spesso contraddittoria che possiedono tutti i singoli individui".

I pianificatori centrali ignorano tutto ciò. Non sono solo ferventi pianificatori che resistono all'intuizione di Hayek, ma chiunque voglia fare affidamento su "esperti" per rendere il mondo un posto migliore non si accorge di cozzare con le idee esposte da Hayek, anche mentre discute polemicamente su quali "esperti" seguire.

Alcuni sono sicuri che se solo tutti facessero ciò che loro, o i loro "esperti" preferiti, pensano sia giusto, allora il mondo sarebbe un posto migliore. Hayek ci mostra che la vita che diamo per scontata non sarebbe possibile se tutti seguissero i dettami degli esperti. Hayek scrive in "The Market Order or Catallaxy", contenuto in Law Legislation and Liberty, Volume 2 che: "La maggior parte della conoscenza su cui contiamo per perseguire i nostri fini è il sottoprodotto non intenzionale di altri che esplorano il mondo in direzioni diverse da quelle che perseguiamo noi stessi". In verità è un bene che altri “siano spinti da scopi diversi”. La conoscenza viene generata quando persone diverse perseguono scopi diversi. La conoscenza di cui ci avvaliamo "non sarebbe mai stata disponibile se fossero stati perseguiti solo quei fini che consideravamo desiderabili".

Come cantavano Sly & The Family Stone nella loro canzone Everyday People: "A volte ho ragione e posso sbagliare [...] tratti diversi per persone diverse". Assumere la posizione assurda che chiunque sappia come gli altri dovrebbero usare la propria energia rende impossibile il progresso della società. Quando i pianificatori centrali costringono gli altri ad operare lungo una serie ristretta di obiettivi, il tasso di scoperta si riduce. Nelle parole di Hayek: "Le forze del progresso intellettuale sarebbero molto limitate".

Il mondo moderno è costruito sulla specializzazione e sull'interdipendenza; ogni persona fa ciò che sa fare meglio e si affida agli sforzi degli altri. La maggior parte di noi perirebbe senza gli sforzi degli altri. Lo psicologo David Reynolds ha scritto molto sulla gratitudine. In A Handbook for Constructive Living, osserva:

Indosso vestiti che altri hanno fatto per me, mangio cibo che altri hanno coltivato e preparato per me, usando strumenti progettati e fabbricati da altri e mi hanno insegnato come usare, pronunciando parole che altri hanno definito e spiegato. La lista potrebbe continuare all'infinito. Qualsiasi verbo mi viene in mente – dormire, giocare a tennis, guidare, fare lezione, guardare, fare il bagno – può essere seguito da una frase che attribuisce l'azione ad un ruolo di supporto di altri. Non c'è niente che faccio solo grazie ai miei sforzi.


Seconda lezione sulla gratitudine: non potete controllare ciò che non potete mai capire

Gli esseri umani cercano l'ordine nella loro vita. Eppure un senso di caos si insinua man mano che i problemi sociali e organizzativi che affrontiamo diventano sempre più complessi. Questa complessità ci richiede di esercitare più o meno controllo? La risposta di Hayek a questa domanda può inizialmente sembrare controintuitiva.

Hayek osserva che quando vediamo l'ordine: "La prima risposta a cui le nostre abitudini di pensiero antropomorfiche ci portano quasi inevitabilmente è che deve essere dovuto al progetto di una mente pensante".

In "Cosmos and Taxis", contenuto in Law Legislation and Liberty, Volume 1, Hayek mette in luce due tipi di ordine. Un cosmo è un ordine cresciuto, un "ordine autogenerante o endogeno [...] descritto come un ordine spontaneo" e non ha uno scopo specifico. Un taxis è un ordine fatto, esogeno, costruito, artificiale e di solito ha uno scopo dichiarato.

È utile capire che Hayek non sta dicendo che un taxis è una cosa negativa. Dopotutto, un'organizzazione è un taxis; è un ordine costruito per uno scopo specifico. Poiché alcuni credono che l'ordine non possa essere spontaneo e debba derivare dal controllo, per loro è difficile concepire un ordine spontaneo. Tuttavia aprire gli occhi al concetto di cosmo porta a cambiamenti sorprendenti nel modo in cui vediamo i mercati e persino la gestione aziendale. Arriviamo quindi ad una conclusione apparentemente paradossale: più controllo esercitiamo, meno ordine abbiamo.

Dee Hock, il leggendario fondatore di Visa e il suo ex-CEO, ci dice che regole semplici portano a ordini complessi, mentre regole complesse portano a ordini stupidi. Hock scrive: “Scopo e principi semplici e chiari danno origine a comportamenti complessi e intelligenti. Regole e regolamenti complessi danno luogo a comportamenti idioti e stupidi”. Naturalmente non esiste una regola valida per tutti; gli individui e le organizzazioni devono intraprendere un processo di scoperta per cambiare le vecchie abitudini mentali.

Per comprendere i limiti delle abitudini di pensiero orientate al controllo, esaminiamo alcune caratteristiche degli ordini spontanei. Hayek ha scritto:

Il grado di complessità [di ordine spontaneo] non è limitato a ciò che la mente umana può padroneggiare; (la sua) esistenza non ha bisogno di manifestarsi ai nostri sensi, ma può essere basata su relazioni puramente astratte che possiamo solo ricostruire mentalmente; e non essendo stato fatto non si può legittimamente dire che abbia uno scopo particolare, sebbene la nostra consapevolezza della sua esistenza possa essere estremamente importante per il nostro perseguimento di una grande varietà di scopi diversi.

È la prima caratteristica dell'ordine spontaneo che ci dà più problemi: le nostre menti non possono dominare la complessità dell'ordine spontaneo.

Molte persone hanno difficoltà a comprendere la natura spontanea dei mercati. Hayek sottolineò che i critici "ridicolizzano scioccamente l'espressione di Adam Smith della 'mano invisibile' con cui, nel linguaggio del suo tempo, descrisse come l'uomo è portato 'a promuovere un fine che non faceva parte delle sue intenzioni'".

Hayek spiegò come gli ordini spontanei utilizzino la conoscenza dispersa "senza che questa conoscenza sia mai concentrata in una singola mente, o sia soggetta a quei processi di coordinazione e adattamento deliberati che una mente esegue".

Quando sorge l'impulso al controllo, possiamo fermarci; il mondo non dipende dalla nostra comprensione limitata. E sebbene vada oltre lo scopo di questo saggio, possiamo applicare Hayek alla nostra vita quotidiana. Abbiamo tutti un pianificatore centrale interno; comprendere Hayek può aiutarci a ridimensionare la parte distruttiva del nostro ego. Più cercate di controllare la vostra vita, più la vostra capacità mentale è occupata a cercare di fare l'impossibile, più abbassate la qualità della vostra vita.

Non c'è una persona che possa addirittura controllare il proprio pensiero; pensieri non invitati fluiscono costantemente attraverso le nostre menti. È ridicolo credere, quindi, che qualcuno dovrebbe controllare i mercati.

Nel suo libro sull'architettura, The Timeless Way of Building, Christopher Alexander scrive: “Quando un luogo è senza vita o irreale, c'è quasi sempre una mente dietro di esso. È così pieno della volontà del suo creatore che non c'è spazio per la sua stessa natura”. Alexander offre questo consiglio a quegli architetti che hanno difficoltà a rinunciare al controllo ed a togliere il loro ego dalla progettazione di un edificio: "Potete farlo solo quando non temete più che non accada nulla".

Sebbene il lavoro di Alexander abbia lo scopo di aiutare gli architetti a progettare edifici che abbiano "qualità senza un nome", le sue idee hanno un'applicabilità universale. La qualità senza un nome, ci dice Alexander, “non può essere creata, ma solo generata, indirettamente, dalle azioni ordinarie delle persone, così come un fiore non può essere creato ma solo generato dal seme”. Continuando la sua metafora sul giardinaggio, Alexander dice: “Se volete creare un fiore vivente, non lo costruite fisicamente, con una pinzetta, cellula per cellula. Lo fate crescere dal seme [...]. Nessun processo di costruzione potrà mai creare direttamente questo tipo di complessità”. Applicato alle faccende umane, nessuno sforzo può sostituire il potenziale generativo della rinuncia al controllo e dell'apertura ai poteri creativi degli esseri umani.

Coloro che si spacciano per costruttori non potranno mai abbracciare Alexander o Hayek. In architettura, producono edifici senza vita; quando le menti tentano di controllare l'economia, soffocano l'attività della gente comune e la prosperità umana.


Terza lezione sulla gratitudine: apprezzate la grazia

Riceviamo grazia quando riceviamo "favore immeritato". Reynolds sottolinea: “Ci vuole energia e fatica per ignorare quanto riceviamo e quanto poco diamo al mondo. Man mano che invecchiamo ci abituiamo ad investire nell'inganno. Ignorare e mentire ci aiuta a sentirci meglio con noi stessi”.

Poi continua: “La gratitudine è una risposta naturale ad uno sguardo realistico al mondo, incluso il nostro posto in esso. Spesso non siamo abbastanza realistici da comprendere i benefici della gratitudine”.

Hayek ci invita a dare uno sguardo realistico all'economia moderna che altrimenti daremmo per scontata. Ci prendiamo il nostro posto quando usiamo i nostri talenti e interessi per i nostri scopi, i quali naturalmente aiutano a servire gli altri. Costruiamo sugli sforzi di coloro che hanno innovato prima di noi. Il nostro scopo è supportato perché gli altri sono liberi di perseguire i propri scopi senza interferenze da parte dei costruttivisti. Senza gli sforzi degli altri, passati e presenti, moriremmo. Sentirsi grati è una funzione del nostro stato d'animo. L'interdipendenza reciproca è una verità fondamentale della vita. Comprendere Hayek trasforma il nostro pensiero: impariamo ad apprezzare come gli individui cooperano e portano avanti i miracoli dell'economia moderna. E mentre apriamo gli occhi a lungo chiusi, la nostra ingratitudine diventa gratitudine.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/