martedì 28 gennaio 2020

Il fantasma del 2000





di Sven Henrich


Alla fine, ecco un barlume di sanità mentale. Un'ammissione, qualcosa che la FED sa ma è riluttante ad ammetterlo. Kaplan, presidente della FED di Dallas, ha ammesso la verità che già tutti conoscono: è il pompaggio del bilancio della FED che ha portato a questa festa come se fosse il 1999.

Dalla Reuters: "Penso che la crescita del bilancio abbia avuto un certo impatto sui mercati finanziari e sulla valutazione degli asset di rischio [...]. Sono consapevole di non voler aggiungere più benzina che potrebbe contribuire a creare ulteriori eccessi e squilibri".

"Un certo impatto". Carino. Forse avrebbe dovuto dire "un impatto sicuro", poiché la correlazione è palese e la FED è riconosciuta come l'unico market maker. Ma almeno è un'ammissione che gli eccessi e gli squilibri vengono creati e sono già in atto.

La discussione di ieri sera su CNBC Fast Money mostra quanto sia pervasiva questa ammissione, che la Fed stia guidando tutto e non è solo il pensiero di chi scrive.



E così la liquidità artificiale continua a spingere le azioni al di sopra dei fondamentali e il compiacimento raggiunge estremi sempre più alti.

Ecco il rapporto put/call settimanale più lento degli ultimi 8 anni.


In "Gozzovigliare come se fosse il 1999" ho sottolineato che l'azione della FED è simile a quella nel periodo precedente all'inizio del nuovo millennio. Una volta finita, Greenspan ha chiuso i rubinetti della liquidità ed i mercati sono crashati.

La FED sta già facendo marcia indietro su un'eventuale riduzione della liquidità, sapendo benissimo che causerebbe problemi sui mercati.

E non pensate che non si tratti affatto di tenere buoni e calmi i mercati azionari. È assolutamente una certezza ormai.

Ed è forse la decisione più importante che la FED deve affrontare quest'anno: non i tassi, ma il suo bilancio.

La FED ha fatto divampare un fuoco di euforia per le azioni.


Per quanto è disposta a lasciare che questo fuoco bruci fuori controllo?

E come si può tirare fuori dalla bolla che ha creato mentre i fantasmi del 2000 ci circondano?

Le valutazioni prezzi/vendite sul mercato sono superiori anche a quelle del 2000.


EV/EBIDTA tanto alto quanto nel 2000.


La capitalizzazione di mercato in rapporto al PIL è al 153,5%, superiore anche a quella del 2000.


Ed i consumatori? Uguali al rapporto put/call riguardo il rischio.


Cos'altro abbiamo visto nel 1999/2000?

A nessuno importa del rischio, del valore o delle valutazioni, solo di entrare nelle azioni. Anche in quelle che devono dimostrare i loro prezzi vertiginosi, poiché aventi valutazioni che non riflettono i fondamenti, ma che si limitano ad inseguire grafici verticali senza disciplina o paura.

In un ambiente infestato dalle bolle, in particolare quello alimentato dalla liquidità e dall'hype artificiali, le valutazioni non contano fino a quando finiscono per contare davvero.

La FED sa che le sue operazioni di bilancio stanno creando eccessi e squilibri. Ora il suo compito è quello di far uscire l'aria dalla bolla delicatamente, o affrontare una ripetizione del 2000, una reversion to the mean che porterebbe ad una recessione che finora ha cercato di evitare. I fantasmi del 2000 ci circondano. Tuttavia gli investitori non sembrano avere alcun appetito per la protezione e si fidano ciecamente della FED.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


3 commenti:

  1. Solo una settimana fa la gente festeggiava per il Dow Jones a 30.000. Improvvisamente, poi, scende di quasi 1.000 punti. Wall Street continuava a dire alla gente di comprare. Vendere pare un verbo non contemplato in quelle stanze. Oggi i maggiori indici hanno rotto trend in canali strettissimi, ovviamente resta da vedere se tutto ciò si trasformerà in una correzione di breve termine o in qualcosa di più significativo. Continua però a persistere l'insostenibilità di queste estensioni di prezzo al di sopra delle dimensioni sottostanti dell'economia, alimentata sostanzialmente da interventismo di banche centrali ed ingegneria finanziaria.

    Se prendiamo ad esempio la FED, il più grande aumento della "stampa di denaro" è avvenuto tra il 2008 e il 2015, con l'aggiunta alla base monetaria di $3600 miliardi. Si diceva che fosse una "emergenza" causata dalla crisi '08 -'09. Con riluttanza e lentezza, ha poi iniziato a "normalizzare" la politica monetaria lasciando che i tassi salissero e riducendo l'offerta di moneta. E poi il 17 settembre, meno di un anno dall'inizio di tale processo, ha raddoppiato i suoi sforzi ed ha iniziato a stampare circa $100 miliardi al mese, solo per coprire i deficit statunitensi.

    Questa è inflazione. Prima arriva la stampa di denaro, poi arrivano gli aumenti dei prezzi degli asset ed infine i prezzi al consumo in forte aumento sono l'ultima fase di un disastro inflazionistico.

    Per ora abbiamo rotture di trend in un mercato estremamente compiacente dove improvvisamente s'è manifestata molta più incertezza rispetto a solo una settimana fa. Inutile dire, però, che qualcosa è cambiato...

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    1. Gentilissimo Francesco, bellissimo articolo e condivido tutto quanto scritto da te !!
      Pero' ti chiedo, cosa risponderesti ad una persona che ti contesta il fatto che ora è " differente " rispetto alle altre volte, anche rispetto al 2000, in quanto vi è la FED ed il presidente Trump che non vogliono assolutamente che il mercato azionario crolli su se stesso e che farebbero tutto affinchè cio' non si verifichi ???
      Magari comprando anche con il bilancio della stessa Fed, azioni del mercato Americano ??!!!

      Grazie della risposta.

      Con grande stima.

      Roberto Zanotti.

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    2. Salve Roberto.


      Probabilmente questa volta è davvero diverso. Ma in quale senso però? Abbiamo una FED con una bilancio da $4000 miliardi, tassi d'interesse prossimi allo zero, una normalizzazione che è durata meno di un anno, un leggero accenno di ritracciamento che ha scatenato il panico, lo zio Sam con un deficit da oltre mille miliardi e un debito pubblico oltre i $23.000 miliardi, la Cina fuori dai giochi, ecc.


      Questi sono solo alcuni degli aspetti cruciali di tutta la situazione, ma fanno intendere come le politiche economiche/monetarie non convenzionali hanno deformato a tal punto l'ambiente economico da rendere ulteriori interventi praticamente inutili.

      Oggi il VIX ha mostrato un interessante breakout. Con cosa le banche centrali intendono fermare un rinnovato burst della volatilità? La FED seguirà a ruota BOJ, BNS e BCE e comprerà titoli azionari? Può farlo. Ma cosa ha prodotto in suddette giurisdizioni questa pratica? Stagflazione. Gli eventi particolari saranno diversi, ma le meccaniche alla base sono sempre le stesse perché sebbene le leggi economiche possano essere temporaneamente aggirate, non possono essere violate.

      Milton Friedman, figura principale che ha condotto alla scissione definitiva tra dollaro e gold standard nel 1971, può aver fatto la cosa giusta, all'epoca per salvare gli USA dalla bancarotta... ma a che prezzo? Bernanke col suo "coraggio di agire" può aver ammorbidito l'intensità della Grande Recessione... ma a che prezzo? La FED può aver fatto la cosa giusta intervenendo e pompando denaro nel mercato dei pronti contro termine... ma a che prezzo?

      Quanto è diversa questa linea di politica nella storia? Von Havenstein ai suoi tempi dovette affrontare un dilemma: se si fosse rifiutato di stampare i soldi necessari per finanziare il deficit statale, avrebbe rischiato di provocare un forte aumento dei tassi d'interesse in un momento in cui lo stato tedesco si affrettava a prendere in prestito da ogni fonte. La disoccupazione di massa che ne sarebbe derivata, secondo lui, avrebbe provocato una crisi economica e politica. Von Havenstein era stupido? Non più di tutti noi. Forse fece la scelta giusta, ma i risultati furono disastrosi.

      La stampa di nuovi denaro inganna le persone che hanno lavorato, risparmiato e si fidano dell'attuale forma di denaro.

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