mercoledì 4 marzo 2020

Debiti, deficit e la via verso la MMT





di Lance Roberts


Nel settembre 2017, quando l'amministrazione Trump ha iniziato a promuovere l'idea di una riduzione delle tasse, ho scritto una serie di articoli che discutevano di come fosse sbagliato pensare che i tagli fiscali avrebbero portato a maggiori esenzioni fiscali e quindi ad una riduzione del disavanzo. Ecco un promemoria:
Dati i livelli record di debito, il Paese non può permettersi un taglio fiscale finanziato col deficit. Le riforme fiscali che aumentano il debito rallenteranno, anziché migliorare, la crescita economica a lungo termine.

NON ci sono prove a sostegno del fatto che i tagli alle tasse riducano il deficit. Gli aumenti della spesa in deficit per controbilanciare una crescita economica più debole sono risultati in maggiori deficit che portano ad un'ulteriore debolezza della crescita economica. Infatti sin da quando Reagan ha abbassato le tasse negli anni '80, sia la crescita del PIL che il deficit sono andati solo in una direzione: più in alto.


Questo era il deficit a settembre 2017.

Eccolo oggi.


Al contrario di tutte le promesse fatte, la crescita economica non è riuscita a rafforzarsi. Inoltre le entrate federali in percentuale del PIL sono scese a livelli che storicamente sono coincisi con le recessioni.




Perché è importante?

Il presidente Trump ultimamente ha proposto il suo budget da $4.800 miliardi e, non a caso, suggerisce che il deficit diminuirà nei prossimi 10 anni.

Tale è una fantasia ed è stata abbellita da arzigogoli matematici per illudere gli elettori. Come di recente ha scritto Jim Tankersley:
La Casa Bianca sostiene che ciò è conveniente e che il deficit inizierà a scendere, calando al di sotto dei mille miliardi nell'anno fiscale del 2021 e il bilancio sarà in pareggio entro il 2035. Tale proiezione si basa su ipotesi ottimistiche sulla crescita e sull'accumulo di nuovo debito federale, aree in cui tutte le previsioni passate si sono rivelate un flop.

Il nuovo budget prevede un tasso di crescita per l'economia degli Stati Uniti del 2,8% quest'anno o, secondo la metrica che l'amministrazione preferisce citare, un tasso del 3,1%. Questo è più di mezzo punto percentuale in più rispetto alle previsioni della Federal Reserve e del Congressional Budget Office.

Prevede quindi una crescita superiore al 3% annuo per i prossimi anni se verranno attuate le politiche economiche dell'amministrazione Trump. La FED, l'ufficio del bilancio e altri ancora vedono la crescita scendere al di sotto del 2% ogni anno nel lasso di tempo sopraccitato. Entro il 2030 l'amministrazione prevede che l'economia sarà più grande del 15% rispetto alle previsioni dell'ufficio del bilancio.

Le amministrazioni passate hanno anche abbellito le loro previsioni di bilancio con proiezioni economiche che si sono rivelate troppo belle per essere vere. Nel bilancio dell'esercizio 2011, ad esempio, l'amministrazione Obama prevedeva diversi anni di crescita raggiungendo il 4% a seguito della crisi finanziaria del 2008, un numero che non si è mai avvicinato alla realtà.

Le aspettative di bilancio di Trump contraddicono anche l'ultimo avviso sul deficit del Congressional Budget Office:
"Il CBO stima un deficit per il 2020 di $1.000 miliardi, pari al 4,6% del PIL. Il divario previsto tra spesa ed entrate aumenta al 5,4% del PIL nel 2030. Si prevede che il debito pubblico detenuto dalla popolazione aumenterà nel prossimo decennio, dall'81% del PIL nel 2020 al 98% del PIL nel 2030. Da qui in poi continuerà a crescere secondo le proiezioni del CBO, raggiungendo il 180% del PIL nel 2050, ben al di sopra del livello più alto mai registrato negli Stati Uniti.


Con deficit senza precedenti di miliardi di dollari, questo Paese ha bisogno di un budget serio. Sfortunatamente ciò non si può dire di quello che il Presidente ha appena presentato al Congresso, che è pieno di insensatezze economiche." - Maya Macguineas


Il debito rallenta la crescita economica

C'è una dipendenza di lunga data a Washington per il debito. Ogni anno continuiamo ad accumulare più debito con l'aspettativa che la crescita economica ne seguirà presto.

Tuttavia l'eccessivo indebitamento da parte di società, famiglie o governi è alla base di quasi tutte le crisi economiche degli ultimi quattro decenni, dal Messico al Giappone e dall'Asia orientale a Russia, Venezuela e Argentina. Ma non sono solo i Paesi, anche le aziende. Non bisogna guardare troppo indietro per vedere come aziende del calibro di Enron, GM, Bear Stearns, Lehman e una litania di altre siano state abbattute dall'aumento dei livelli del debito e dalla semplice "avidità". Anche le famiglie hanno visto la loro giusta quota di disastri legati all'onere del debito, dai mutui alle carte di credito fino ad enormi perdite riguardo la ricchezza personale.

Dopo quasi 40 anni ci si aspetta che alcune lezioni vengano apprese.


Tale abbandono spericolato nelle braccia del debito da parte dei politici è semplicemente dovuto alla mancanza di "esperienza" con le conseguenze che ha questa pratica.

Nel 2008 Margaret Atwood ha discusso questo punto in un articolo sul Wall Street Journal:
Senza memoria, non c'è debito. In altre parole: senza storia, non c'è debito.

Una storia è una serie di azioni che si verificano nel tempo e il debito si verifica a seguito di azioni che vengono svolte nel tempo. Pertanto qualsiasi debito implica una trama: come sei diventato debitore, cosa hai fatto, detto e pensato mentre eri lì; e poi, a seconda che il finale sia felice o triste, come sei uscito dal debito, altrimenti come ti sei avvicinato sempre di più al momento in cui sei stato sopraffatto.

Il problema oggi è che negli Stati Uniti non esiste una "storia" sulle conseguenze del debito. Mentre vi è una litania di altri Paesi che hanno avuto la loro dose di "disastri dovuti al debito", questi problemi sono stati respinti con la scusa del "sì, ma non sono gli Stati Uniti ".

Questa mancanza di una "storia" è ciò che ci ha portato alle porta della "Modern Monetary Theory", o "MMT". Come Michael Lebowitz ha spiegato:
La teoria MMT crede essenzialmente che la spesa pubblica possa essere finanziata stampando denaro. Attualmente la spesa pubblica è finanziata dal debito e non dalla stampante della FED. I discepoli della MMT ci dicono che quando le catene del debito e dei deficit vengono rimosse, la spesa pubblica può promuovere a pieno ritmo la crescita economica, la piena occupazione e le elargizioni pubbliche.

Assistenza sanitaria gratuita ed istruzione superiore, lavori per tutti, salari e tutte le altre promesse sono solo alcuni dei vantaggi che la MMT può offrire. Almeno è così che viene venduta la teoria.

Cosa non si può amare di questa roba?

Oh sì, la parte del deficit.



I deficit non sono si finanziano da sé

La premessa della MMT è che la spesa pubblica in "deficit" non è un problema, perché la spesa per "investimenti produttivi" si ripaga da sé nel tempo.

Ma qui sta il problema: cosa costituisce esattamente la formula "investimenti produttivi"?

Affinché la spesa pubblica in "deficit" sia efficace, il "rimborso" degli investimenti effettuati deve produrre un tasso di rendimento più elevato rispetto al tasso d'interesse sul debito utilizzato per finanziarli.

Esempi di tali investimenti vanno dalla diga di Hoover alla Tennessee River Valley Authority. È importante sottolineare che i "progetti di spesa per le infrastrutture" devono avere un flusso di entrate a lungo termine legato al tempo. Costruire strade e ponti verso il "nulla" può creare posti di lavoro a breve termine, ma una volta completata la costruzione, il vantaggio economico diventa negativo.

Il problema della MMT è che la sua attenzione sulla spesa NON gli permette di capire quali sono gli investimenti produttivi, confondendoli con il welfare state che ha un tasso di rendimento negativo.

Naturalmente il governo federale gestisce un programma "Quasi-MMT" sin dal 1980.

Secondo il Center On Budget & Policy Priorities, circa il 75% di ogni dollaro in tasse è destinato a spese non produttive. (Gli stessi programmi proposti dai Democratici.)


Per chiarire questo aspetto, nel 2019 il governo federale ha speso $4.800 miliardi, il che equivaleva al 22% dell'intero PIL nominale della nazione. Di quella spesa totale, SOLO $3.600 miliardi sono stati finanziati da entrate fiscali e $1.100 miliardi sono stati finanziati attraverso il debito.

In altre parole, se il 75% di tutte le spese è destinato al welfare state e agli interessi sul debito, tali pagamenti hanno richiesto $3.600 miliardi, ovvero circa il 99% delle entrate totali.

Vi sono anche prove chiare che l'aumento dei debiti e dei deficit NON porta né ad una crescita economica più forte, né ad un aumento della produttività. Come Michael Lebowitz ha dimostrato in precedenza:
Dal 1980 il tasso di crescita medio a lungo termine della produttività si è fermato in un intervallo compreso tra lo 0 ed il 2% annuo, con un netto calo rispetto ai 30 anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, quando la crescita della produttività era in media tra il 4 ed il 6%. Sebbene non esista una misura esatta della produttività, la produttività totale dei fattori (TFP) è considerata una delle migliori misure. I dati della TFP possono essere trovati qui.

Il grafico seguente rappresenta un semplice indice che abbiamo creato e mette a confronto la produttività totale dei fattori (TFP) rispetto al tasso di crescita medio decennale della TFP. La linea dell'indice TFP è divisa in tratti verdi e rossi per evidenziare il cambiamento nella tendenza del tasso di crescita della produttività che si è verificato nei primi anni '70. La linea tratteggiata verde estrapola la tendenza dell'era precedente al 1972. 


Il grafico della crescita della produttività media a 10 anni (linea nera) rispetto al rapporto tra il credito totale degli Stati Uniti in circolazione e il PIL (linea verde) è indicativo.


Ciò rafforza il messaggio degli altri grafici relativi al debito: negli ultimi 30 anni l'economia ha fatto più affidamento sulla crescita del debito e meno sulla produttività per generare attività economica.

Più grande è il debito, più è economicamente distruttivo deviare una quantità sempre crescente di dollari dagli investimenti produttivi al relativo ripagamento.

Dal 2008 l'economia è cresciuta ben al di sotto della sua tendenza esponenziale a lungo termine. Tale è stata una fonte costante di frustrazione sia per Obama, Trump e la FED, che continuano ad aspettarsi qualcosa di diverso solo per rimanere poi delusi.


L'importanza della crescita del debito rispetto alla crescita economica è fin troppo evidente. Quando l'emissione di debito è esplosa sotto l'amministrazione Obama ed è accelerata sotto il presidente Trump, è stata necessaria una quantità sempre crescente di debito per generare $1 di crescita economica.


Un altro modo per vedere l'impatto del debito sull'economia è quello di osservare come sarebbe la crescita economica in "assenza di debito". In altre parole, senza debito, non vi è stata alcuna crescita economica organica.

Per trent'anni, dal 1952 al 1982, il surplus di bilancio ha favorito un aumento del tasso di crescita economica, che ha avuto una media di circa l'8% durante suddetto periodo. Oggi, con l'economia che dovrebbe crescere solo del 2% nel lungo periodo, il deficit economico non è mai stato più elevato. Se sottraete il debito, dal 1990 non c'è stata alcuna crescita economica organica.


Ciò che è indiscutibile è che i deficit di bilancio che finanziano la crescita improduttiva, non sono economicamente sostenibili nel lungo termine.



E infine arrivò la resa dei conti

Negli ultimi 40 anni l'economia americana si è impegnata ad aumentare i livelli di spesa in deficit senza i risultati promessi dalla MMT.

C'è anche un costo di cui non abbiamo ancora sentito parlare dai suoi sostenitori.

Il valore del dollaro, come qualsiasi commodity, aumenta e diminuisce al variare dell'offerta di dollari. Se lo stato raddoppiasse improvvisamente l'offerta di moneta, un dollaro varrebbe comunque un dollaro, ma comprerebbe solo la metà di ciò che avrebbe acquistato prima della loro azione.

Questo è il difetto che i sostenitori della MMT non affrontano mai.

La MMT non elimina i pasti gratis.

La MMT viene pagata riducendo il valore del dollaro ed ergo il potere d'acquisto della valuta fiat. La MMT è una tassa nascosta pagata da tutti coloro che detengono dollari. Il problema, come ha sottolineato Michael Lebowitz in Two Percent for the One Percent, è che l'inflazione tende a danneggiare i poveri e la classe media mentre avvantaggia i ricchi.

Questo è il motivo per cui il divario di ricchezza è più pervasivo che mai. Attualmente il 10% superiore dei percettori di reddito possiede quasi l'87% del mercato azionario. Tutti gli altri si affannano per far quadrare i conti.


Come ho affermato sopra, gli Stati Uniti hanno messo in pratica la MMT negli ultimi tre decenni e hanno provocato disuguaglianze sociali, illusioni insostenibili, frustrazioni ed un aumento delle richieste di maggior livelli di socialismo.

È tutto come ci si aspetterebbe da una simile teoria e la storia è piena di Paesi che hanno tentato lo stesso. Attualmente non sono stati raggiunti i limiti della spesa per debiti a Washington e la fine di questa particolare storia non è ancora stata scritta.

Ma alla fine lo sarà.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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