martedì 15 marzo 2022

Dalle tenebre alla luce

 

 

di Barry Brownstein

Ci viene detto che confrontare le attuali linee di politica riguardanti i non vaccinati con quelle dell'era nazista è oltraggioso. Ci è stato detto che stiamo disonorando la memoria dei morti.

Nessuno dovrebbe scusarsi per aver paragonato le politiche naziste alla stigmatizzazione dei non vaccinati oggi. I confronti rivelano le mentalità. Se un alcolizzato, Peter, dicesse che non ha nulla da imparare dall'esperienza di Tom, dal momento che Tom beve mezza pinta di vodka al giorno e Peter ne beve una pinta, non saremmo d'accordo. Peter può benissimo imparare da Tom, anche se il grado di alcolismo di quest'ultimo è diverso. Se Tom avesse superato il suo alcolismo, avrebbe appreso una lezione universale da insegnare a Peter.

Quando impariamo da un ammonimento, non è perché ci sono parallelismi esatti; impariamo perché possiamo concettualizzare i principi insegnati dal racconto.

Nella storia dell'umanità, quando ci sono parallelismi nel presente con tempi terribili passati, onoriamo la memoria di coloro che hanno sofferto orribilmente imparando ciò che ha prodotto la loro sofferenza. Quando diciamo "Mai più", tali parole hanno un significato: non quando definiamo senza pensare le persone naziste o comuniste, ma quando comprendiamo cosa ha generato la sofferenza di milioni di persone.

Nel 2020 la sopravvissuta ad Auschwitz, Marian Turski, ha ricordato al suo pubblico che i campi di sterminio erano il culmine di un processo iniziato con la propaganda:

Ma attenzione, attenzione, stiamo già iniziando ad abituarci a pensare, che è possibile escludere qualcuno, stigmatizzarlo, alienarlo. E piano piano, passo dopo passo, giorno dopo giorno, è così che gradualmente le persone prendono confidenza con queste cose. Sia le vittime che gli autori ed i testimoni, coloro che chiamiamo spettatori, iniziano ad abituarsi ai pensieri e alle idee che questa minoranza che ha prodotto gente come Einstein, Nelly Sachs, Heinrich Heine ed i Mendelssohn è diversa, che possono essere espulsi dalla società, che sono persone straniere, che sono persone che diffondono germi, malattie ed epidemie. È terribile e pericoloso. Questo è l'inizio di ciò che in seguito può svilupparsi rapidamente.

Turski, da parte sua, promuove un 11° comandamento: “Non essere indifferente”. Oggi abbiamo il potere di opporci; domani no.

Ci sono lezioni universali da apprendere facendo affidamento sulle persone giuste affinché guidino la società; gli individui sono fallibili e sono sempre necessari limiti al potere.

Ci sono lezioni universali quando i burocrati esercitano il potere sostenuti dalla forza coercitiva dello stato: possono essere impreparati, insensibili o incompetenti nella migliore delle ipotesi, ed immorali e malvagi nella peggiore.

Politici e burocrati sono particolarmente pericolosi quando credono di essere unti dal Signore per costringere gli altri. Coloro che non hanno ancora imparato che il potere è pericoloso, possono rimanere sorpresi dalle azioni intraprese dai loro leader; la prossima volta credono che troveranno persone migliori da sostenere. È probabile che il loro prossimo campione unto dal Signore non sia all'altezza; gli unti non sono incentivati ​​a rispettare l'autonomia della gente comune.

Nel suo libro, The Vision of the Untointed, Thomas Sowell avverte: “Ciò che raramente fa parte della visione degli unti è il concetto di persone comuni come decisori autonomi, liberi di rifiutare qualsiasi visione e di cercare il proprio benessere attraverso qualunque processo sociale scelgono di seguire”.

Gli unti dal Signore vogliono un potere sfrenato; sono certi di avere le conoscenze di cui hanno bisogno. Sowell spiega: "Il segno distintivo della visione dell'unto è che ciò che considerano mancante per il tipo di progresso sociale che immaginano è volontà e potere, non conoscenza". Poi aggiunge:

Il vero confronto, tuttavia, non è tra la conoscenza posseduta dal membro medio dell'élite istruita rispetto al membro medio del popolo in generale, ma piuttosto la conoscenza diretta totale esercitata attraverso i processi sociali (la concorrenza del mercato, l'ordinamento sociale , ecc.), che coinvolgono milioni di persone, e la conoscenza di seconda mano posseduta da un gruppo d'élite più piccolo.

Gli unti dal Signore sono sicuri che se i problemi permangono, è solo perché altri li ostacolano. Sowell esplora la mentalità degli unti:

Il ritornello dell'unto è che conosciamo già le risposte, non c'è bisogno di ulteriori studi ed il tipo di domande sollevate da coloro che hanno altre opinioni stanno solo bloccando e ostacolando il progresso. Le "soluzioni" sono là fuori che aspettano di essere trovate, come la caccia delle uova di Pasqua. I problemi intrattabili con compromessi dolorosi non fanno parte della visione dell'unto. I problemi esistono solo perché le altre persone non sono così sagge o premurose, o non così fantasiose e audaci, come gli unti.

Coloro che esercitano il potere su di noi vogliono tenerci all'oscuro, non apprendere le lezioni della storia. Durante il Covid, il Big Tech ha aumentato la censura a livelli che ci aspetteremmo di vedere nelle società totalitarie. Le lezioni della storia, la considerazione di paradigmi alternativi e le opere di grandi campioni della libertà come Sowell, Hayek e Mises forniscono una luce indispensabile.

Chiuse, le tende cerebrali oscurano la luce; aperte, la luce risplende sulle tenebre. Rimuovete ogni barriera che ci tiene nell'oscurità mentale e la luce brillerà per portarci nella giusta direzione.


Imparare da The Passenger

Urlrich Alexander Boschwitz, nato in Germania da padre ebreo e madre protestante, fuggì in Svezia nel 1935. Quando si trasferì in Inghilterra, Boschwitz fu classificato come "nemico straniero" e internato in Australia. Nel 1942 Boschwitz fu autorizzato a tornare in Inghilterra, ma morì in mare dopo un attacco con siluri da parte di un sottomarino tedesco. Di recente è stato riscoperto il capolavoro letterario di Boschwitz del 1938: The Passenger.

Boschwitz racconta la storia di Otto Silbermann, ambientata nel 1938 in Germania, subito dopo la Notte dei Cristalli. Silbermann, un fittizio imprenditore ebreo, è in fuga dalle retate naziste. Per eludere la cattura, compie una serie continua di viaggi in treno, da una città tedesca all'altra. Un errore, ed è condannato; eppure il protagonista di Boschwitz non riesce a credere a quello che è successo: “Chi avrebbe potuto immaginare una cosa del genere? In mezzo all'Europa, nel XX secolo!” “Le persone non possono portare via cittadini rispettabili dalle loro case! Non possono farlo!”

La mentalità rivelata da Boschwitz è istruttiva. Se i braccati non riuscivano a credere a quello che stava succedendo, dall'altro lato c'erano i tedeschi comuni che non vedevano nulla di cui preoccuparsi. Oggi gli americani completamente vaccinati potrebbero non essere preoccupati per gli sconvolgimenti nella vita quotidiana dei non vaccinati.

La propaganda tedesca ribaltò la realtà. Un titolo di giornale in una stazione ferroviaria urlava a Silbermann: "Gli ebrei dichiarano guerra al popolo tedesco". I tedeschi comuni mettevano in dubbio notizie così incredibili? Probabilmente no. Oggi i vaccinati mettono in dubbio la propaganda secondo cui i non vaccinati stanno uccidendo i vaccinati?

Silbermann cerca di scappare in Belgio, ma viene catturato e rimandato indietro. Cerca di riprendersi pensando: "Forse le cose non andranno così male". La sua ingenua fiducia nello stato non tarda a manifestarsi: "Anche se [il governo nazista] è pieno di antisemiti, è pur sempre il governo, e tutto questo [i pestaggi e le retate nei confronti degli ebrei] è qualcosa che non possono permettere. Domani il governo potrebbe benissimo dichiarare che è accaduto a loro insaputa".

Crogiolarsi nell'ingenuità non è una buona strategia. Tornando furtivamente nel suo appartamento dalla moglie ariana, Silbermann trova tutto distrutto. Raccoglie "prove sufficienti" delle azioni dei teppisti nazisti, immaginando che avrebbe ottenuto giustizia.

Incontra ex-soci in affari che sono incapaci di empatia e vogliono solo approfittarsi di lui.

La realtà sprofonda quando Silbermann si rende conto di una cosa: "Dovrei riconoscere la realtà della situazione: le cose andranno peggio, molto, molto peggio!"

Silbermann si chiede se il suo "ottimismo non fosse altro che codardia".

Dal suo tempo in prima linea nella prima guerra mondiale, Silbermann ha bei ricordi. Le cose erano spiacevoli, "ma eravamo soldati. Soldati tra soldati. E ora siamo sporchi ebrei e gli altri sono ariani!"

Oggi i lavoratori licenziati per le loro decisioni mediche personali fanno eco al grido del querelante di Silbermann: "Il mio carattere e le mie qualità sono del tutto irrilevanti. Il titolo [che sono ebreo/che non sono vaccinato] decide. Il contenuto non ha importanza".

Nel nostro ottimismo crediamo che in qualche modo le cose miglioreranno, magicamente. Il nostro ottimismo è una copertura per la codardia?

C'era poco che Silbermann avrebbe potuto fare per sfuggire al suo destino. Il nostro lavoro nell'opporci alla tirannia è esponenzialmente più facile, come sottolinea Charles Eisenstein:

Coloro che stanno spingendo un programma tecnico-medico-totalitario non sono affatto vicini al consolidamento del potere nella misura dei comunisti sovietici, dei proprietari di schiavi, del partito nazista, o della Chiesa cattolica medievale. Forze simili sono all'opera – disumanizzazione, capro espiatorio, ideologie di controllo – ma c'è ancora tempo per invertire la tendenza. Il dissenso a voce non significa morte certa.

Oggi il dissenso a voce non significa morte, ma molte persone si autocensurano come se lo fosse. Eisenstein scrive:

Un'altra cosa che ho sentito molto di recente è che "la tirannia Covid è destinata a finire presto, perché le persone non la sopporteranno ancora a lungo". Sarebbe più corretto dire: "La tirannia Covid continuerà fino a quando le persone non la sosterranno più". Questo fa sorgere la domanda: "La sto difendendo?" O sto aspettando che altre persone la facciano finire per me, così da non doverlo fare io? In altre parole, sto aspettando il soccorritore per non correre il rischio di oppormi al bullo?

La sopravvissuta all'olocausto Vera Sharav mette in guardia dal sostenere ciecamente la guerra al Covid: "Parte di ciò che è sbagliato è l'idea di seguire le autorità senza considerare, e se si sbagliano? E se non fosse nel mio migliore interesse? Come mai?" Poi aggiunge: "È una cosa molto, molto pericolosa da fare. Questo è ciò che è successo essenzialmente in Germania. I tedeschi non erano tutti malvagi, ma la maggior parte di loro, la stragrande maggioranza, semplicemente si accodò".


Cosa imparò Silbermann

I lineamenti di Silbermann non sono stereotipati, il che gli rende più facile mimetizzarsi durante il viaggio. Incontra altri ebrei mentre viaggia sui treni. Uno, dall'aspetto ebreo più stereotipato, vuole unire le forze con Silbermann, ma quest'ultimo è riluttante. Silbermann ragiona, forse anche correttamente, che il suo rischio di essere catturato aumenterà.

Quando Silbermann incontra altri ebrei, inizia a notare come i suoi pensieri vengano polarizzati verso un "noi contro loro": "Non sono diverso da chiunque altro, ma forse voi siete veramente diversi ed io non appartengo al vostro gruppo. Non sono uno di voi. Infatti, se non fosse per voi, non mi perseguiterebbero".

Attraverso i suoi brutti pensieri, Silbermann ci offre una lezione importante. Quando diventa consapevole e non giustifica gli aguzzini, fa luce sul suo pensiero e ne dissipa l'oscurità. Pensa a suo cognato ariano, ai suoi soci in affari e ad altri che si rifiutano di aiutarlo o cercano di trarre vantaggio dalla sua situazione. E poi ricordando la propria riluttanza ad aiutare gli altri, Silbermann pensa: "È questo che in realtà mi separa da voi [coloro che non aiutano] [...] siamo così simili che è decisamente spaventoso".

La realizzazione di Silbermann, "siamo così simili", è promettente. L'oscurità che vedo in voi è anche in me, ma lo è anche la capacità di essere coraggiosi e compassionevoli. Nel suo libro Out of Darkness into the Light, il compianto psichiatra Gerald Jampolsky ha scritto: "Bisogna sforzarsi per ricordare che abbiamo delle scelte". Oggi in tanti proclamano di non avere altra scelta che seguire gli unti dal Signore.

Per molti decenni, in California, Jampolsky ha diretto il Center for Attitudinal Healing. L'attore Robert Young, famoso per aver interpretato il padre nell'iconica serie televisiva Father Knows Best, era un sostenitore del centro di Jampolsky.

Jampolsky racconta la storia della figlia adolescente di Young, la quale chiedeva: "Papà, come mai ogni settimana in televisione risolvi i problemi familiari più difficili che si possano immaginare, eppure a casa sembri così stupido?" Young rise e rispose: "Beh, tesoro, in studio ho un buon sceneggiatore".

Finché le persone credono che gli unti attuali, come Fauci, siano sceneggiatori sociali fidati, le lezioni storiche, economiche e giuridiche sul potere non verranno mai apprese. Continueremo a negare la nostra responsabilità di opporci a chiunque affermi di essere unto dal Signore. Jampolsky scrive: "Tutto nella vita dipende dai pensieri che scegliamo di tenere nella nostra mente e dalla nostra volontà di cambiare i nostri sistemi di credenze". Solo noi possiamo far entrare la luce.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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