giovedì 17 marzo 2022

Il Teorema della Regressione di Mises, Bitcoin e la Teoria Soggettiva del Valore

 

 

di Emile Phaneuf III

Il Teorema della Regressione di Mises, dettagliato per la prima volta nella versione originale tedesca del 1912 del suo libro The Theory of Money and Credit, ha cercato di spiegare come il potere d'acquisto del denaro è determinato dal mercato. Il Teorema della Regressione era un tentativo di risolvere un problema che lasciava perplessi gli economisti del suo tempo – qualcosa che consideravano illogico come "spiegare il potere d'acquisto del denaro in riferimento alla sua domanda e la domanda di denaro in relazione al suo potere d'acquisto". Mises tentò di risolvere questo problema sostenendo che le persone fanno previsioni sul potere d'acquisto futuro del denaro osservando il potere d'acquisto dell'immediato passato. E per spiegare il potere d'acquisto dell'immediato passato – ieri – guardano al potere d'acquisto dell'altro ieri, e così via. In breve, applicò la Teoria dell'Utilità Marginale al denaro e fu in grado di evitare un argomento circolare introducendo un elemento temporale.

Ci potrebbe essere un problema: una regressione infinita. Ma Mises non la pensava così:

Se ripercorriamo passo dopo passo il potere d'acquisto del denaro, arriviamo infine al punto in cui inizia il servizio della merce in questione come mezzo di scambio. A questo punto il valore di scambio di ieri è determinato esclusivamente dalla domanda non monetaria – industriale – che viene manifestata solo da chi vuole utilizzare questo bene per impieghi diversi da quello di mezzo di scambio.

Spiegando un po' più in dettaglio, Mises scrisse:

Se in questo modo andiamo sempre più indietro, alla fine dobbiamo arrivare ad un punto in cui non troviamo più alcuna componente nel valore di scambio oggettivo del denaro che derivi da valutazioni basate sulla funzione del denaro come mezzo di scambio; dove il valore del denaro non è altro che il valore di un oggetto che è utile in altro modo piuttosto che come denaro […]. Prima era consuetudine acquistare beni sul mercato non per consumo personale, ma semplicemente per scambiarli poi con i beni realmente desiderati; ogni singola merce veniva accreditata solo con quel valore dato dalle valutazioni soggettive fondate sulla sua diretta utilità. [Enfasi mia]

Fino a questo punto, il suo Teorema sembra abbastanza non controverso, ma propone anche affermazioni radicali, che vedremo più avanti attraverso la lente della Teoria Soggettiva del Valore.

[Quando] una merce che non era precedentemente richiesta per l'impiego come mezzo di scambio comincia ad essere richiesta per tale impiego, gli stessi effetti devono manifestarsi di nuovo; nessuna merce può essere impiegata per la funzione di mezzo di scambio che all'inizio stesso del suo uso per tale scopo non aveva valore di scambio a causa di altri impieghi […]. Nessuno può mai riuscire a costruire un caso ipotetico in cui le cose possano avvenire in modo diverso. [Enfasi mia]

E ancora:

Un mezzo di scambio senza passato è impensabile. Nulla può entrare nella funzione di mezzo di scambio che non fosse già prima un bene economico e al quale le persone attribuissero valore di scambio già prima che fosse richiesto come tale.

Ma prima di esplorare la compatibilità di Bitcoin (o la sua possibile mancanza) con il Teorema, dobbiamo affrontare ciò che il Teorema non dice.

In primo luogo, il Teorema non è un avvertimento di Mises che un mezzo di scambio che non aderisce ad esso non può sostenersi. Piuttosto è un'affermazione audace: un mezzo di scambio che non vi aderisce non può esistere affatto. In secondo luogo, il Teorema non dice che il valore d'uso diretto (non monetario) deve mantenersi affinché un mezzo di scambio continui ad avere valore di scambio. In altre parole, solo a titolo di esempio, se i certificati cartacei coperti dall'oro sono negoziati sul mercato, il Teorema della Regressione non afferma che quei certificati non possano mantenere il loro status di mezzo di scambio se il custode dell'oro annulla la rimborsabilità.

Un'interpretazione evidenziata da Laura Davidson e Walter Block propone che il Teorema della Regressione di Mises sia "rilevante solo quando un nuovo mezzo di scambio nasce da un'economia puramente di baratto". Per quanto riguarda Bitcoin in particolare, gli autori affermano che "non è necessario avere un valore d'uso diretto affinché sia un mezzo di scambio, nonostante non sia emerso da un'economia puramente di baratto". Sostengono che i nuovi mezzi di scambio possano nascere con una struttura dei prezzi monetari già esistente (o memoria di essa), proprio come già accaduto con il Rentenmark tedesco (1923), l'Euro (1992) ed il “credito” argentino (2002). Applicando questi esempi a Bitcoin, affermano suddetti autori, e visto che questo nuovo asset digitale è emerso in vari Paesi all'interno di condizioni di non baratto e prezzi monetari fiat già esistenti, Bitcoin non deve passare lo scrutinio del Teorema della Regressione.

Tuttavia, nonostante l'attenta rilettura da parte del presente autore delle opere classiche di Mises, The Theory of Money and Credit e Human Action, sembra che non ci siano prove a riguardo un eventuale limite posto da un'economia puramente di baratto. Inoltre gli stessi Davidson e Block ammettono entrambi in un podcast di non essere a conoscenza di alcuna limitazione del genere da parte dello stesso Mises. Quello che abbiamo da Mises, quindi, sono le sue affermazioni citate sopra, che (dal punto di vista di questo autore) sembrano applicarsi chiaramente in modo ampio senza una qualche limitazione dettata dal baratto.


Bitcoin ed il Teorema della Regressione

A primo acchito l'esistenza di Bitcoin sembra violare il Teorema di Mises, a meno che non si possa dimostrare un precedente uso non monetario. Cioè, Bitcoin dovrebbe essere valutato per la sua utilità diretta prima che possa sfoggiare un valore di scambio indiretto.

Quindi i criteri sono stati soddisfatti, o Bitcoin viola il Teorema? Non è così difficile soddisfare il Teorema se consideriamo che Bitcoin non è solo un'unità monetaria isolata; esiste su una blockchain con una sofisticata rete di pagamento, gestisce il settlement finale in pochi minuti (se il venditore è disposto a pagare una fee sufficientemente alta), effettua pagamenti transfrontalieri con facilità e senza autorizzazione, risolve il problema della doppia spesa senza l'utilizzo di una terza parte centralizzata, e così via. In quanto tali, i casi d'uso non monetari di Bitcoin soddisfano il Teorema.

Ora dobbiamo distinguere tra bitcoin, le unità monetarie, e Bitcoin, la rete e la tecnologia di pagamento sottostante. Questo non solo perché ai bitcoiner piace vedere l'uso corretto dei termini, ma più nello specifico per il Teorema di Mises: se i primi bitcoiner hanno valutato la rete e la tecnologia di pagamento trustless di Bitcoin prima di valutare le unità monetarie (che è esattamente quello che è successo per quanto ne so), allora il requisito di regressione di Mises ("valore di scambio successivo ad altri impieghi" prima che fosse utilizzato come mezzo di scambio) è stato soddisfatto e, quindi, l'asset digitale non viola il Teorema. Infatti Bitcoin (la rete di pagamento) e bitcoin (l'unità monetaria) sono inseparabili in un modo in cui PayPal (la rete di pagamento) ed il dollaro (l'unità monetaria) non lo sono.

Bitcoin (la rete di pagamento) ha un'unica valuta digitale nativa: bitcoin. PayPal non ha una valuta unica e nativa. È vero che PayPal beneficia dalla vasta rete di utenti del dollaro e viceversa, ma questo non cambia il punto principale: per funzionare la rete di pagamento (PayPal) ha ancora bisogno di attingere ad una valuta digitale che non sia la sua. Nessuno invia a nessun altro "paypal" come mezzo di scambio. PayPal, senza l'uso di una valuta digitale fiat non nativa, è un arco senza frecce.

Konrad Graf ci fornisce un utile esempio:

E se chiedessimo ai telefoni di avere un certo valore da soli, anche quando sono disconnessi dalla rete telefonica? […] Un telefono è un tipo di merce che ha valore solo nel contesto in cui è prezioso. […] Sostenere che Bitcoin dovrebbe avere un valore al di fuori del contesto preciso in cui è significativo vuol dire richiedere che i telefoni siano utili anche quando sono disconnessi.

Ma se il valore è soggettivo (un principio centrale del modo di pensare economico Austriaco), allora è difficile affermare che un nuovo mezzo di scambio non possa essere valutato prima come mezzo di scambio piuttosto che per qualche altro scopo precedente. Peter St. Onge sottolinea questo punto:

Tra i maggiori contributi di Menger nei suoi Principi c'è la consapevolezza che il denaro è fondamentalmente una merce come qualsiasi altra – richiesta per la sua utilità nel consentire transazioni e riserva di valore – con un prezzo effettivo dettato dalla sua scarsità. […] Se il denaro, come ogni altra merce, trae il suo valore dai benefici che offre, è difficile capire perché il denaro, e anche quei benefici, richieda un antecedente. Proprio come Internet può essere prezioso senza un "pre-internet", una criptovaluta che consente transazioni e risparmi anonimi, irreversibili ed a bassa regolamentazione può essere preziosa senza un precursore. Se non vi è alcun requisito di regressione per il valore in nessun altra merce, perché solo il denaro deve sopportare questo onere?

Inoltre, nonostante il disaccordo del presente autore con l'affermazione di Davidson e Block secondo cui il Teorema della Regressione di Mises è limitato a situazioni di baratto, essi propongono un'osservazione molto importante: è più facile per un nuovo mezzo di scambio ("A") avere successo quando c'è già un altro mezzo di scambio ("B") in uso diffuso grazie al quale abbiamo prezzi a cui guardare. Quindi, ad esempio, se le patate hanno la possibilità di diventare un mezzo di scambio secondario ("A"), è più facile che ciò avvenga in una società senza baratto in cui tutti i beni e servizi hanno già un prezzo in dollari ("B"). In altre parole, beni e servizi già quotati in dollari ci consentono di sapere molto prima di utilizzare le patate come mezzo di scambio, qual è il rapporto tra i prezzi, ad esempio, tra una macchina ed una casa. Quindi, grazie ai prezzi in dollari, possiamo sapere che il valore di mercato di un'unità di una particolare casa è di circa quindici unità di una particolare auto. Pertanto possiamo sapere che dovremmo pagare circa quindici volte più patate per la casa rispetto all'auto. Ora abbiamo il difficile processo di scoperta dei prezzi, perché non conosciamo ancora il valore di mercato (in patate) di automobili o case. Inutile dire che Davidson e Block hanno ragione sul fatto che una struttura dei prezzi già esistente (senza baratto) possa svolgere un ruolo cruciale nell'aiutare i nuovi mezzi di scambio a decollare.

Quanto al processo di scoperta del prezzo, come sarebbe possibile per gli individui dedurre un valore soggettivo di un bene che non ha una storia di valore di scambio? Come sottolinea Robert Murphy, Mises potrebbe non aver immaginato una situazione in cui potesse nascere un nuovo mezzo di scambio, dapprima con valore di mercato pari a zero, poi (in termini di dollari) del valore di pochi centesimi, per poi aumentare nel tempo fino a diventare migliaia di dollari. Applicando tutto questo a Bitcoin, è possibile che sia stato valutato da qualche persona da qualche parte prima come mezzo di scambio e poi per qualche altro scopo. Questo sarà l'argomento della nostra prossima sezione.


Come il Teorema della Regressione viola la Teoria Soggettiva del Valore

Nonostante Bitcoin sia stato facilmente in grado di soddisfare il Teorema in vari modi (segnalazione dei propri valori, speculazione, ecc.), non dobbiamo dimenticare le affermazioni di Mises sull'impossibilità che un mezzo di scambio venga prima valutato attraverso usi non monetari (Konrad Graf sostiene che è un'impossibilità logica). Ma il valore è soggettivo, o no? Perché la Teoria Soggettiva del Valore dovrebbe applicarsi a tutti gli altri beni eccetto il denaro? Se il valore è davvero soggettivo, allora non c'è una ragione particolare per cui qualcuno non possa prima valutare qualcosa per il suo uso indiretto. Ciò inoltre non confuta il cuore del Teorema della Regressione di Mises: gli individui effettuano calcoli (almeno nella maggior parte dei casi, anche se le affermazioni di Mises implicano la sua convinzione che ciò si applichi in tutti i casi) guardando ai prezzi del passato e se si seguono le tracce di un mezzo di scambio abbastanza indietro, questo vi porterà a qualcosa di valutato come prezioso per ragioni diverse dal suo utilizzo come mezzo di scambio. Ma, come ha sostenuto William J. Luther, piuttosto che considerarla una "condizione necessaria" come crede Mises, potrebbe essere più appropriatamente considerata un "fattore contribuente". In altre parole: "A parità di condizioni, è più probabile che un oggetto che possiede un valore non monetario decolli da terra rispetto ad un oggetto che non lo possiede".

È importante distinguere tra resoconti descrittivi di ciò che vediamo fare alle persone (o ci aspettiamo che facciano come attori strettamente razionali) da ciò che è logicamente possibile per loro fare. Il punto principale che desideriamo discutere qui è che la certezza che Mises aggiunge inutilmente al suo Teorema (riguardo all'impossibilità di un qualsiasi ipotetico modo diverso), lo pone su un terreno instabile una volta che lo vediamo attraverso la lente della soggettività.

In Principles of Economics, Carl Menger espone la Teoria Soggettiva del Valore e scrive che "il valore non esiste al di fuori della coscienza degli uomini". Spiegato in modo più elaborato: “Il valore non è quindi nulla di inerente ai beni, nessuna proprietà in essi contenuta, ma semplicemente l'importanza che prima attribuiamo alla soddisfazione dei nostri bisogni, cioè alla nostra vita e al nostro benessere, e di conseguenza trasliamo ai beni economici come cause esclusive della loro soddisfazione”.

Menger addirittura inserì il concetto di valore soggettivo nei criteri elencati affinché un bene fosse un bene (riferendosi ai beni economici). Affinché un bene sia un bene, scrisse, deve soddisfare tutti e quattro i seguenti criteri: deve esserci un bisogno umano per esso; la cosa deve essere in grado di soddisfare il bisogno umano; ci deve essere la conoscenza umana della capacità della cosa di soddisfare il bisogno; e ci deve essere un "ordine della cosa sufficiente a dirigerlo verso la soddisfazione del bisogno". Non dobbiamo necessariamente accettare tutti i criteri di Menger: solo riconoscerne l'enfasi sulla soggettività.

In Human Action, Mises spiega la Teoria Soggettiva del Valore sostenendo che il ruolo dell'economista è quello di prendere "i giudizi di valore dell'uomo che agisce come dati ultimi e non aperti a nessun ulteriore esame critico". Ma, senza rendersene conto, il soggettivismo di Mises contrasta con la sua affermazione secondo cui nessun mezzo di scambio potrebbe venire in essere senza un previo valore d'uso diretto.

Per quanto riguarda Bitcoin come asset digitale unico, Mises capì bene che i beni economici non "devono essere incarnati in una cosa tangibile", ma non avendo vissuto l'era digitale, poteva solo classificare tutti i beni economici non tangibili come "servizi". Quindi, essendo un uomo del suo tempo (e non per colpa sua), non aveva una struttura adeguata per classificare qualcosa come Bitcoin. Konrad Graf (che ha vissuto l'emergere di Bitcoin, insieme al resto di noi) definisce Bitcoin un "bene scarso, immateriale, digitale'".

Menger si riferisce al denaro come "la merce più commerciabile" e mostra come il bestiame servisse a questo scopo nel mondo antico e, con il passare del tempo, prese il suo posto uno standard metallico basato su oro, argento e rame, soprattutto con il progredire della civiltà e le persone che si spostarono dagli ambienti rurali a quelli urbani. Questa "merce più commerciabile di tutte" sottolinea il punto in cui il denaro è una merce come tutte le altre (possiamo usare i termini "merce" e "bene" in modo intercambiabile).

Rothbard rende l'argomento ancora più esplicito:

Una verità importantissima sul denaro emerge ora dalla nostra discussione: il denaro è una merce. Imparare questa semplice lezione è uno dei compiti più importanti del mondo. Molto spesso le persone hanno parlato del denaro come di qualcosa di molto più o meno di questo. Il denaro non è un'unità di conto astratta, separabile da un bene concreto; non è un gettone inutile buono solo per lo scambio; non è una “pretesa sulla società”; non è una garanzia di un livello di prezzo fisso. È semplicemente una merce. Si differenzia dalle altre merci per essere richiesto principalmente come mezzo di scambio. Ma a parte questo, è una merce e, come tutte le merci, ha uno stock esistente, deve far fronte alle richieste delle persone di comprarla e detenerla, ecc. Come tutte le merci, il suo "prezzo", in termini di altri beni, è determinato dall'interazione della sua offerta totale, o stock,

E quindi bisogna porsi la domanda: se il valore è soggettivo (un pilastro centrale del modo di pensare economico Austriaco), e se un mezzo di scambio (o il denaro) è un bene come un altro, allora come possiamo dire che una merce non potrebbe essere valutata prima da qualcuno da qualche parte come mezzo di scambio piuttosto che per qualche altro scopo? L'affermazione di Mises secondo cui “nessuno può mai riuscire a costruire un caso ipotetico in cui le cose dovessero accadere in un modo diverso” va contro la soggettività.


Conclusione

Per sottolineare il punto centrale della tesi di questo articolo, il Teorema della Regressione è ancora utile senza dover accettare la contraddizione logica che, da un lato, una merce può essere valutata soggettivamente per qualsiasi motivo, e dall'altro, che una merce non può possibilmente essere valutata per uno scopo specifico (come mezzo di scambio) a meno che non sia stata prima valutata per uno scopo diverso. L'evidenza empirica che i bitcoin siano stati valutati per la prima volta per il valore d'uso diretto non lo confuta; infatti Bitcoin potrebbe essere emerso con perfetta conformità al Teorema. Ci sono, al momento della stesura di questo articolo, circa 12.000 asset digitali quotati su CoinMarketCap.com: ci aggrappiamo strettamente alla Teoria del Valore Soggettivo (come dovremmo) mentre allo stesso tempo ci aggrappiamo alla convinzione che nessuno di questi avrebbe potuto essere valutato come mezzo di scambio prima di qualche altro scopo? Il valore o è soggettivo o non lo è.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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