mercoledì 2 marzo 2022

Come il tassello dell'Ucraina si inserisce nel puzzle geopolitico

 

 

di Alasdair Macleod

• L'Ucraina fa parte di un quadro geopolitico molto più ampio. Russia e Cina vogliono che l'influenza egemonica statunitense nel continente eurasiatico venga emarginata. Dopo le sconfitte della politica estera statunitense in Siria e Afghanistan, e dopo la Brexit, Putin sta alimentando una frattura tra l'America e l'UE non anglosassone.

• A causa dell'espansione monetaria globale, l'aumento dei prezzi dell'energia sta avvantaggiando la Russia, che può permettersi di spremere la Germania ed altri stati dell'UE dipendenti dal gas naturale russo. La stretta si fermerà solo quando l'America farà marcia indietro.

• Essendo consapevole che il suo ruolo dominante nella NATO è minacciato, l'America ha cercato di intensificare la crisi ucraina per risucchiare la Russia in un'occupazione insostenibile.

• Il pericolo per tutti noi non è la guerra in quanto tale – che probabilmente riguarderà solo gli attacchi preventivi alle installazioni militari avviati da Putin la scorsa notte – ma una guerra finanziaria per la quale la Russia è completamente preparata.

• Entrambe le parti probabilmente non sanno quanto sia fragile il sistema bancario dell'Eurozona, poiché sia ​​la BCE che i suoi "azionisti" (banche centrali nazionali) hanno già passività maggiori dei loro attivi. In altre parole, l'aumento dei tassi d'interesse ha spezzato l'Eurosistema ed una catastrofe economica/finanziaria sul suo fianco orientale ne provocherà probabilmente il collasso.


Il quadro generale è l'Isola del Mondo di Mackinder

La tensione in via di sviluppo sull'Ucraina fa parte di un quadro più ampio: una lotta tra l'America ed i due egemoni eurasiatici, Russia e Cina. Il premio è il controllo finale sull'isola del mondo, come scritto a suo tempo da Mackinder.

Halford Mackinder è riconosciuto come il fondatore della geopolitica: lo studio di fattori come geografia, geologia, economia, demografia, politica e politica estera e la loro interazione. Il suo saggio, intitolato The Geographical Pivot of History, fu presentato alla Royal Geographical Society nel 1905 ed in esso formulò per la prima volta la sua "Heartland Theory", la quale estendeva l'analisi geopolitica all'intero globo.

In quel documento ed in uno successivo (Democratic Ideals and Reality: A Study in the Politics of Reconstruction, 1919) ha costruito la sua "Heartland Theory" e da cui ci è stata tramandata la sua famosa citazione: "Chi governa l'Europa orientale comanda l'Isola del Mondo [Eurasia]; chi governa l'Isola del Mondo comanda il mondo intero". Si diceva che Stalin fosse interessato a questa teoria e, sebbene non sia generalmente ammesso, i leader e le amministrazioni di Russia, Cina ed America sono quasi certamente consapevoli della Teoria di Mackinder e delle sue implicazioni.

Non possiamo sapere se i leader e le amministrazioni russe e cinesi siano accaniti fan di Mackinder, ma la loro collaborazione nell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) è coerente con la sua teoria dell'Isola mondiale. Da quando è iniziato come accordo di sicurezza post-sovietico e post-Mao tra Russia e Cina, e fondato nel 2001 per sopprimere il fondamentalismo islamico, la SCO si è evoluta in un'organizzazione intergovernativa politica ed economica, che con i suoi membri, stati osservatori e partner di dialogo rappresenta oltre 3,5 miliardi di persone, metà della popolazione mondiale.

La relazione simbiotica tra la Russia, ricca di risorse, e la Cina, ricca di industrie e fabbriche, lega insieme l'intera SCO. Lo sviluppo della massa continentale asiatica da parte della Cina promette notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita di tutti; e, coerentemente con la teoria dell'Isola del Mondo, il denaro cinese ora domina l'intera Africa subsahariana, il Medio Oriente e le nazioni del sud-est asiatico, in particolare quelle controllate ed influenzate dalla diaspora cinese. L'influenza della Cina si diffonde anche in Sud America attraverso organizzazioni come i BRICS ed il Cile per il rame ed altri metalli.

Mentre la partnership cino-russa domina economicamente l'Isola del Mondo, l'America è stata espulsa gradualmente dagli affari asiatici. Le sue campagne successive all'11 settembre in Medio Oriente hanno destabilizzato quella regione, alimentando i nemici dell'America e terribili calamità per i suoi alleati europei. Il suo ritiro dall'Afghanistan, ricco di risorse, è stato solo l'ultimo domino a cadere. Mantiene l'influenza politica solo nell'Europa occidentale e nel sud-est asiatico, sebbene la sua presenza militare e di intelligence sia ancora diffusa.

Oggi le azioni dell'America sono quelle di un egemone il cui tempo sta passando. Con la scelta del Regno Unito della Brexit, si è ridotta l'influenza americana sull'Unione Europea attraverso la sua sicurezza ed il partenariato politico con il Regno Unito. La sua presa sugli affari europei attraverso la NATO è indebolita sia dalla determinazione della Turchia a spostare i propri interessi nelle regioni dell'Asia centrale, sia dalla determinazione dell'UE a stabilire i propri accordi di difesa. L'irrilevanza della NATO per la futura difesa dell'Europa occidentale sta diventando evidente ai russi e deve essere difficile per loro resistere ad accelerarne il declino.

La guerra fredda nel Pacifico riguarda il contenimento della Cina. Mentre il futuro di Taiwan ed i tentativi della Cina di stabilire basi navali nel Mar Cinese Meridionale monopolizzano i titoli dei giornali, l'influenza commerciale della Cina nella regione continua ad aumentare. Dopo che Trump ha ritirato l'America dal partenariato transpacifico, il TTP è stato sostituito da un accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico entrato in vigore nel dicembre 2018, i cui undici firmatari hanno unito economie che rappresentano il 13,4% del PIL mondiale. Stiamo parlando di una delle più grandi aree di libero scambio per PIL e comprende Australia e Nuova Zelanda. Anche il Regno Unito ha formalmente presentato domanda di adesione (si qualifica come nazione del Pacifico grazie alle sue dipendenze nella regione), cosicché tre su cinque dei membri della sicurezza statunitense adesso fanno parte del CPTPP.

Anche la Cina ha presentato domanda per aderire al CPTPP lo scorso settembre. Per ora l'adesione è ancora al vaglio. Gli alleati degli Stati Uniti nella partnership, incluso il Giappone, insistono su varie disposizioni ostruttive, ma la Cina è l'elefante nella stanza, ed è difficile vedere il CPTPP resistere per sempre ad una sua adesione. Per ora la Cina può bypassarlo con accordi di libero scambio singoli nei confronti dei membri selezionati del CPTPP, con i quali ha già scambi bilaterali.

Qualunque sia il desiderio dell'America di mantenere il controllo politico e militare sul Pacifico, il commercio finirà per far calare tale influenza. E mentre le sciabole vengono affilate negli atolli di Taiwan e del Pacifico, la Russia sta esercitando pressioni sull'Europa affinché metta fine agli accordi di difesa dominati dagli americani all'altra estremità dell'Isola del Mondo.

Gli osservatori di geopolitica farebbero bene a guardare agli attuali sviluppi sull'Ucraina nel contesto della Teoria di Mackinder. Comprendetela ed avrete una comprensione del ragionamento di Putin. Scacciare l'influenza americana dal continente eurasiatico è stato il suo obiettivo sin da quando l'America ha rinnegato il suo accordo di non far avanzare ulteriormente la NATO verso est dopo la fine della vecchia URSS.


L'Ucraina è stata colta nel mezzo

Sia la Russia che gli anglosassoni stanno intensificando la retorica sull'Ucraina. Fino a poco tempo la stessa Ucraina aveva visto poche verità nella propaganda occidentale, chiedendo di smetterla perché tutti quei discorsi riguardanti la guerra stavano aumentando le probabilità di uno scoppio reale e stavano rovinando l'economia. Ma cosa vuole Putin? Fondamentalmente, vuole che l'America esca dall'Europa orientale. E dopo la Brexit, in quanto barboncino americano, non vede alcun motivo per cui la Gran Bretagna dovrebbe essere lì. Inoltre avendo il dito su vari tubi del gas in Europa, sta persuadendo la Germania e gli altri membri della NATO nell'UE affinché la pensino come lui.

L'Ucraina arriva sulla scia della disastrosa evacuazione americana dell'Afghanistan, evento successivo al fallimento del suo tentativo di rimuovere Assad dalla Siria. Si dice anche che i servizi di intelligence statunitensi abbiano organizzato il fallito colpo di stato in Kazakistan, rapidamente sottomesso dalle truppe russe. Quindi, dal punto di vista di Putin, la politica americana nei confronti della massa eurasiatica è fallita, c'è l'America in fuga e quindi vorrà capitalizzare la ritirata di quest'ultima.

Nel frattempo l'America, che ha governato l'Europa occidentale attraverso la NATO dopo la seconda guerra mondiale, ha difficoltà a venire a patti con le sue battute d'arresto e ha bisogno di tornare in prima linea. Aumentando i timori di un'invasione russa, l'amministrazione Biden sperava che Putin si sarebbe ritirato o sarebbe stato indotto ad attaccare l'Ucraina. Se avesse fatto marcia indietro, sarebbe stata una vittoria diplomatica e avrebbe consentito all'America di ricostruire la sua presenza a Kiev; se Putin avesse invaso ed occupato l'Ucraina, l'America avrebbe potuto contribuire a rendere la vita estremamente difficile ad una forza di occupazione. In ogni caso, avrebbe segnato la fine dei fallimenti della politica americana nel continente eurasiatico. La Gran Bretagna, come sempre, si limita a seguire la linea americana.

Ma Putin non è uno sciocco: sta distruggendo l'economia ucraina ed ha il pollice su Nord Stream 1 e 2. E la Germania ha troppi interessi commerciali e finanziari sia in Russia che nell'Europa orientale affinché tutta questa storia non le nuoccia. La Germania ospita anche il principale scalo ferroviario per la via della seta cinese. Se la Germania si inchina all'America, l'America farà pressione su di lei per tagliare i legami con la Cina?

Questa è la realtà geopolitica che la Germania e tutti gli europei continentali devono affrontare. Il nuovo Cancelliere tedesco deve decidere: appoggiare l'America, sacrificare il potenziale economico della Germania e vedere aumentare i costi dell'energia, o riconosce le realtà economiche della partnership Russia-Cina e le enormi opportunità che offre a lungo termine?

Russia, America e Germania sono i principali attori le cui decisioni decideranno l'esito della situazione ucraina. Un'escalation in un conflitto non nucleare e l'occupazione russa dell'Ucraina soddisferanno solo gli americani, confermando che la loro presenza è la garanzia della sicurezza nazionale.


L'Ucraina è diventata un campo di battaglia

La posizione geografica dell'Ucraina, tra gli stati dell'Europa centrale e la Russia, ha assicurato che sarebbe diventata cruciale per la continua rivalità tra Russia ed America. Dalla caduta dell'Unione Sovietica, l'Ucraina è stata determinata a forgiare il suo percorso indipendente dalla Russia come nazione sovrana. Ma il suo punto di partenza era difficile, con le sue province orientali prevalentemente russe, mentre le regioni occidentali erano più mitteleuropee.

Le rivoluzioni arancione e di Maidan, rispettivamente nel 2004 e nel 2014, sono state lotte per procura tra America e Russia. Mentre la prima avrebbe gettato miliardi nei suoi interessi ucraini, nel 2014 la seconda ha risposto conquistando la Crimea e fomentando ribellioni a Luhansk e Donetsk. Catturando la Crimea e promuovendo due province separatiste, Putin aveva vinto questa battaglia territoriale in una guerra tutt'ora in corso.

Oltre a queste province orientali, la maggior parte degli ucraini ha cercato disperatamente di evitare che il proprio Paese diventasse una colonia russa. Volevano fare domanda per l'adesione all'UE, la quale è stata respinta dal presidente Yanukovich sostenuto dalla Russia nel 2013, portando alla rivoluzione di Maidan e alla fuga di Yanukovich in Russia. L'Ucraina ha anche cercato la protezione della NATO, cosa che ha spinto Putin a porre fine alle influenze americane che marciano verso est.

Mentre l'Ucraina non ha mai lasciato i titoli dei giornali, gli Stati Uniti hanno spostato la loro attenzione sulla Siria più tardi nel 2014. Il fallimento nell'estromettere Assad, il quale ha attinto all'aiuto russo, è stato seguito dalla debacle in Afghanistan. L'Ucraina è ora di nuovo in prima pagina, questa volta per volere della Russia. Putin sta ora guidando questo conflitto invece di lasciare che l'America faccia tranquillamente tutti gli errori del caso, rappresentando quindi un importante cambiamento nella strategia russa. Ciò implica che Putin percepisce l'America come barcollante e considera questo il momento per una mossa vincente.

Putin ha preparato con cura le sue difese. I politici statunitensi hanno chiesto che la Russia fosse tagliata fuori dallo SWIFT dopo l'invasione della Crimea. Da allora la Russia ha sviluppato Mir, un sistema di pagamento per i trasferimenti di fondi elettronici ed un equivalente dello SWIFT noto come SPFS — Sistema per il trasferimento di fondi finanziari, con accordi che lo collegano ad altri sistemi di pagamento in Cina, India, Iran e Paesi membri dell'Unione economica eurasiatica. La Banca centrale russa ha rafforzato la rete di banche commerciali e ha anche ridotto il più possibile la sua esposizione al dollaro investendo invece in oro ed euro, il che significa che meno riserve sono detenute come depositi nel sistema bancario statunitense o investite in obbligazioni statunitensi.

Da queste azioni Putin ha reso chiaro di essere consapevole che il pericolo per la Russia è più probabile che sia una guerra finanziaria piuttosto che militare. Come ha detto il presidente Biden, avere truppe americane sul campo a combattere i russi significherebbe guerra mondiale e non accadrà. In questo senso l'Ucraina, su cui la Russia esercita una stretta a livello energetico, è un campo di battaglia per una guerra per procura.


Considerazioni finanziarie

Nell'esaminare i punti di forza e di debolezza delle parti in gioco, dobbiamo prima confermare chi sono: Russia, America ed UE. Ed in quest'ultima principalmente la Germania, ma tutti gli stati membri saranno coinvolti.

Come affermato in precedenza, il vero obiettivo della Russia è far uscire l'America dall'Europa e la strategia di Putin è quella di ampliare una frattura tra l'America e l'UE, ed in particolare la sua potenza industriale, la Germania. I piani per dividere l'America dall'Europa risalgono ai primi giorni in carica di Putin, con la costruzione del Nord Stream per aggirare l'Ucraina con cui era in discussione Gazprom. Fornendo 55 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno, il primo Nord Stream è stato completato nel 2012. Un secondo gasdotto, Nord Stream 2, è pronto a raddoppiare la sopraccitata capacità.

La pressione americana sulla Germania per ritardare l'operatività del Nord Stream 2 segue la svalutazione del dollaro a partire dal marzo 2020, quando la FED ha abbassato i tassi d'interesse a zero ed istituito un QE da $120 miliardi al mese. L'effetto è stato quello di indebolire il potere d'acquisto del dollaro rispetto a quasi tutte le materie prime, compresa l'energia. Di conseguenza una combinazione di svalutazione del dollaro, domanda invernale ed assenza di forniture extra dalla Russia ha creato una crisi energetica non solo per la Germania, ma per tutti i membri dell'UE.

La Germania è stata colpita in particolar modo, con il suo indice dei prezzi alla produzione in rialzo del 25% su base annua. La Germania non può accettare un'escalation delle sanzioni finanziarie contro la Russia in un momento in cui la sua industria è alle prese con altri costi di produzione in aumento. Non solo il suo commercio con la Russia è sostanziale, ma ha interessi bancari e finanziari in Europa centrale, Europa orientale e Russia, i quali potrebbero essere destabilizzati dai tentativi guidati dagli americani di limitarne i pagamenti.

Nonostante l'iniziale sostegno del cancelliere Scholz alle sanzioni dell'UE, è probabile che la Germania continui a rimanere indecisa, divisa tra le richieste contrastanti di un'economia al collasso e le pressioni della NATO. Rifiutando l'autorizzazione normativa per il Nord Stream 2, ha dimostrato che invece di considerare prioritari gli interessi dei suoi elettori, ha ceduto alle pressioni della NATO. Questa debolezza da parte di Olaf Scholz è coerente con il socialismo del suo Partito socialdemocratico e con il continuo senso di colpa della Germania dopo due guerre mondiali.

Riconoscendo l'importanza della Germania e la sua indecisione, il presidente francese Macron ha colto l'opportunità politica per mediare tra la Russia e l'UE, il che si adatta alla causa russa. Macron ha semplicemente fornito un altro canale per il messaggio di Putin alla NATO: far uscire gli Stati Uniti dall'Europa e l'UE dovrebbe essere responsabile della propria difesa. E date le ambizioni di Macron in Europa, è probabile che la veda come un'opportunità per consentire alla Francia di assumere un ruolo guida nei futuri accordi di difesa dell'UE. Per ora, però, l'UE è ferma dietro le proposte di sanzioni statunitensi e britanniche.

Le sanzioni raramente funzionano, si limitano ad incoraggiare le persone sanzionate a scavare più a fondo nelle proprie risorse intellettuali e imprenditoriali ed a lavorare sodo per trovare un modo per aggirarle. La Russia venderà semplicemente il suo gas altrove: a questi prezzi elevati il ​​danno è minimo e può permettersi di limitare le forniture attraverso l'Ucraina, le forniture del gasdotto Yamal-Europe e Turk-stream. La Russia potrebbe consentire ai flussi attraverso il Nord Stream 1 di continuare a scorrere, mantenendo la sua restrizione come una minaccia di riserva. È probabile che i prezzi del gas in Europa aumenteranno ulteriormente, fornendo un guadagno per la Russia. Il tweet qui sotto, del presidente russo Medvedev, implica che i prezzi del gas in Europa raddoppieranno da qui in poi.

L'apparente mancanza di comprensione delle conseguenze economiche e finanziarie per l'UE da parte della sua leadership è un pericolo. L'esposizione economica e finanziaria della Germania ai suoi vicini orientali è già stata menzionata, ma altri membri dell'UE sono esposti allo stesso modo. Inoltre le sconsiderate politiche inflazionistiche della BCE hanno indebolito la salute finanziaria dell'intero sistema euro al punto che anche con l'attuale aumento dei rendimenti obbligazionari, la BCE e tutte le banche centrali nazionali (con solo tre piccole eccezioni) hanno passività maggiori rispetto ai loro attivi. L'intera zona Euro è una montagna di disastri finanziari in bilico su un precipizio dal quale è destinata a cadere.

Non possiamo dire con certezza che l'Ucraina sarà l'ultima goccia per il sistema euro, ma possiamo sottolineare l'ignoranza politica di questa instabilità. Qualsiasi banchiere centrale dissenziente (e potrebbero essercene alcuni, in particolare alla Bundesbank) non ha alcuna influenza a livello politico. Dobbiamo presumere che nessuno dei principali attori politici in questa tragedia sia a conoscenza della crisi finanziaria ed economica in Europa e se i russi hanno commesso un errore, sarà quello d'aver accumulato riserve in euro, le quali si riveleranno inutili quando l'Eurosistema crollerà.

Le sanzioni finanziarie contro singoli oligarchi sono state probabilmente già previste ed eluse da azioni intraprese da loro stessi: gli oligarchi non sono stupidi. Saranno state previste anche sanzioni contro le banche russe che probabilmente infliggeranno loro meno danni rispetto alle loro controparti nel sistema bancario dell'UE, in particolare se lo SWIFT subirà pressioni per sospendere l'accesso alle banche russe.

Non solo l'Ucraina, ma l'intera UE, per la quale la Russia fornisce oltre il 40% del suo gas naturale, è sotto pressione. Possiamo, quindi, essere ragionevolmente sicuri che il governo russo abbia anticipato questa situazione.


Inflazione, oro e conseguenze non intenzionali

La situazione odierna è molto diversa da quella del 2014 al tempo della rivoluzione di Maidan, con il debito pubblico e la valuta in circolazione in tutto il mondo da allora in forte aumento. Al momento dell'acquisizione della Crimea, i prezzi delle materie prime stavano scendendo dal picco del 2011 e, dopo la Crimea, sono calati drasticamente con conseguenze negative per l'economia russa. L'espansione delle valute mondiali sta ora facendo salire i prezzi delle materie prime e dell'energia a causa del loro potere d'acquisto in calo.

Il grafico seguente mostra come un paniere di materie prime sia salendo di prezzo da quando la FED ha abbassato il suo tasso di riferimento a zero e ha istituito un QE da $120 miliardi al mese. In quei 22 mesi i prezzi delle materie prime sono saliti del 127% a causa di questa misura.

Quando tutti i prezzi delle materie prime salgono contemporaneamente è dovuto alla svalutazione della valuta, come è successo anche a questo giro. All'interno del più ampio contesto delle materie prime, gli aumenti dei prezzi dell'energia sono stati particolarmente acuti, con la Russia che ne è stata uno dei principali beneficiari, portando ad un sostanziale surplus della bilancia commerciale.

È stata un'ambizione a lungo termine della partnership cino-russa non solo di espellere l'America dall'Isola del Mondo, ma anche di ridurre la dipendenza dai dollari. Mentre il commercio tra Russia e Cina è sempre più saldato nelle loro stesse valute, fintanto che il dollaro ha credibilità per saldare le transazioni internazionali continuerà a dominare il commercio per le altre nazioni nel continente eurasiatico.

L'alternativa per la Russia è stata l'euro, il che spiega in parte perché li ha accumulati nelle sue riserve di valuta estera. Ma dal 2014 la stabilità del sistema euro è peggiorata al punto che la valuta non è più un'alternativa credibile al dollaro. Non possiamo essere sicuri che questo sia compreso dal Cremlino, ma c'è sempre stato un Piano B ovvero l'accumulo di oro fisico.

Ci sono prove che le riserve ufficiali in Cina e Russia sottostimino le quantità reali. A seguito dell'approvazione di regolamenti appositi nel 1983, in base ai quali la Banca popolare cinese è stata nominata responsabile esclusiva dell'acquisizione delle riserve auree e d'argento, ho stimato che lo stato ha accumulato fino a 20.000 tonnellate d'oro prima di consentire alla popolazione generale di fare lo stesso; e a tal fine è stato istituito nel 2002 lo Shanghai Gold Exchange. Da allora la SGE ha consegnato altre 20.000 tonnellate dai suoi caveau in mani pubbliche, anche se alcune di queste saranno state restituite sotto forma di rottami.

Lo stato cinese ha mantenuto il diritto esclusivo di estrarre e raffinare l'oro, anche importando doré dall'estero. La Cina è ora di gran lunga il più grande produttore d'oro al mondo, continuando ad aggiungere ulteriori tonnellate all'anno al totale delle scorte già estratte (il calo dell'anno scorso a 350 tonnellate era dovuto al Covid). Queste politiche, così come le prove aneddotiche, suggeriscono che la mia precedente stima di 20.000 tonnellate di proprietà statale era realistica.

La Russia è stata relativamente in ritardo nell'aggiungere oro alle sue riserve auree, avendo ufficialmente accumulato 2.298 tonnellate. Ma essendo seconda solo alla Cina come produttore d'oro con 330 tonnellate, è probabile che a seguito delle precedenti sanzioni finanziarie la Russia abbia accumulato riserve auree non dichiarate. Inoltre possiamo vedere che tutti i membri della SCO ed i loro associati hanno aumentato le loro riserve auree dichiarate del 75% sin dal 2014. Il piano B sembra quindi essere quello di sostenere i rubli fiat ed il renminbi con l'oro in caso di crollo delle valute fiat occidentali.

L'Occidente non ha un piano del genere. Il tentativo di demonetizzazione dell'oro da parte dell'America sembra essere fallito: altrimenti avrebbe potuto restituire l'oro alla Germania invece di cercare di fonderlo e rivenderlo. Inoltre le banche centrali occidentali abitualmente affittano e scambiano il loro oro, portando ad un doppio conteggio delle riserve e mancanza di chiarezza sulla relativa proprietà. Possiamo essere certi che né la Russia né la Cina si abbandoneranno a queste pratiche.

La conseguenza di queste disparità è armare lo status monetario dell'oro, trasformandolo in un'arma nucleare in una guerra finanziaria. Se, per esempio, durante i tentativi guidati dalla NATO di destabilizzare il rublo la Russia dovesse dichiarare altre 6.000 tonnellate e la Cina rivedesse le sue riserve per stabilizzare il renminbi, ciò avrebbe come risultato una corsa agli sportelli nei confronti del dollaro. Sarebbe un modo infallibile per gli egemoni asiatici di distruggere la potenza economica e militare degli Stati Uniti.

Pertanto gli Stati Uniti ed i loro alleati non possono vincere una guerra finanziaria. Quando la Cina e la Russia hanno pianificato le loro difese finanziarie, questo ombrello d'oro aveva un senso ed i servizi di sicurezza in America ne sarebbero stati consapevoli, se non tutte le implicazioni. Ma le cose sono cambiate, in particolare la svalutazione di tutte le principali valute, compreso il renminbi. La Cina ha tra le mani una crisi immobiliare ciclica vecchio stile e può solo pensare di uscirne con quanti meno danni possibile. Insieme alla FED, alla BCE ed alla BOJ, la PBOC ha ha ampliato il suo bilancio incautamente e tutti insieme sono saliti da $5.000 miliardi nel 2007 ad oltre $31.000 miliardi di oggi, con un ritmo di espansione particolarmente alto dal marzo 2020.

Le conseguenze per il potere d'acquisto delle loro valute stanno diventando ovvie ora, potenziando la strategia della Russia nei confronti dell'approvvigionamento energetico europeo. Quello di cui pochi politici sembrano essere consapevoli, e dovremmo includere anche Putin, è lo stato fragile delle principali banche centrali. Avendo caricato i loro bilanci con debito pubblico a tasso fisso, il calo dei valori di mercato di queste obbligazioni sta eliminando il margine di attivi delle banche centrali rispetto alle passività. Mentre la FED, la BOJ e la BOE possono rivolgersi ai loro governi per la ricapitalizzazione, per quanto imbarazzante possa essere, la BCE non gode di una tale opzione.

Gli azionisti della BCE sono le banche centrali nazionali del sistema euro ed a loro volta, ad eccezione delle banche centrali di Irlanda, Malta e Slovenia, hanno tutte passività che superano i loro attivi. Il sistema euro è già insolvente e l'azione russa sull'approvvigionamento energetico potrebbe ribaltare l'intero sistema monetario.

Date le riserve in euro della Banca centrale russa, possiamo definirla una conseguenza non intenzionale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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