martedì 15 novembre 2022

La nazionalizzazione del mercato dell'energia

 

 

di Tom Luongo

Mi avete sentito tutti sbraitare sulle “Due Fasi straussiane”, che non è altro che una ricostruzione della dialettica hegeliana.

Ecco la definizione formale:

Metodo interpretativo, originariamente utilizzato per mettere in relazione entità o eventi specifici con l'idea assoluta, in cui a una proposizione asseribile (tesi) se ne contrappone una necessariamente altrettanto asseribile e apparentemente contraddittoria (antitesi); la reciproca contraddizione viene riconciliata su un livello superiore di verità da una terza proposizione (sintesi).

Nella politica moderna è usato per creare una falsa realtà affermando qualcosa che è parzialmente vero (nella migliore delle ipotesi), o una verità creata ad arte da chi è al comando.

Nel caso di oggi si tratta di una crisi energetica artificiale in tutto l'Occidente.

Tuttavia, per vedere la metodologia straussiana bisogna andare a ritroso; questo processo non è una deduzione a priori, o un impeto di giornalismo investigativo, piuttosto è una conclusione induttiva basata sulla consapevolezza delle motivazioni di coloro che detengono il potere e come portano una massa di persone a una conclusione preordinata.


Tesi

Supponiamo che il vostro obiettivo sia legittimare l'acquisizione statale, o fare un altro passo avanti nell'acquisizione statale, di un'industria. Usiamo il petrolio e il gas per la lezione di oggi.

La prima cosa che fate è creare una crisi che interromperà la fornitura del prodotto che volete acquisire. In questo caso, tutto è iniziato con il COVID-19, evento che ha sconvolto molto più del semplice settore energetico.

Più di 2 milioni di barili al giorno di capacità di raffinazione sono andati persi in tutto il mondo a causa della crisi sanitaria. Data l'attuale ostilità verso le nuove raffinerie (ne parleremo più avanti), quei barili sono perduti per sempre.

Non dimenticate che per applicare una dialettica hegeliana così grande bisogna fare il lavaggio del cervello a due intere generazioni, facendole odiare di essere ricche, dispendiose, viziate, vive, o peggio, semplicemente bianche.

Quindi sono già pronte a odiare tutte le cose in gioco – capitalismo, combustibili fossili, banche, i bianchi (ricchi o poveri) – e potete far arrabbiare i vostri utili idioti spingendo la loro già tenue presa sulla realtà fino al punto di rottura.

Questa è la parte della tesi.

Quando la crisi colpisce grazie all'interruzione del gas naturale, vietate l'acquisto da un determinato Paese...

«Pronto, Vlad? Siamo in un mare di guai, ti dispiacerebbe invadere l'Ucraina...? Nyet...? Bene, staremo a vedere....»

— pagine mancanti dalla sceneggiatura de “Il ritorno del dottor Stranamore”

... non demonizzate solo Vlad, ma l'industria stessa per aver truccato i prezzi e depredato la gente comune durante una guerra.

C'è un termine preciso per questo... faccia tosta.


Antitesi

Poi permettete ai vostri falsi oppositori politici di produrre la tesi opposta. In questo caso il bisogno di mercati liberi per produrre petrolio e gas. Le raffinerie stanno solo rispondendo al mercato.

Anche questa falsa opposizione, ovviamente, incolpa Vlad per la crisi, in modo da assicurarsi che il campione del mercato appaia non solo patriottico, ma anche comprato e pagato da dalle grandi aziende petrolifere, dai bianchi, ecc.

Entrambi i lati di questa argomentazione sono stati ora inquadrati dalla vera fonte del problema: l'intrusione statale nel flusso di petrolio e gas verso le vostre case.

Questa è una crisi che se lasciata all'ingegno umano e, sì, all'applicazione dell'avidità, sarebbe finita nel giro di poche settimane, poiché le raffinerie chiuse durante la crisi sanitaria sarebbero tornate all'opera, le catene di approvvigionamento riorganizzate, ecc.

Mentre la fase di crisi sarebbe finita rapidamente, il ciclo d'investimenti a lungo termine avviato nella raffinazione avrebbe richiesto più tempo per immunizzare strutturalmente il settore contro shock futuri dell'offerta.

I prezzi potrebbero non tornare alla normalità per anni, ma il mercato, senza l'intervento d'idioti sia davanti che dietro le quinte, alla fine eliminerebbe quasi completamente l'arbitraggio dall'industria dei combustibili.

Indovinate chi vince? Voi che avete ideato il piano.

Una volta che arrivata la crisi e le basi retoriche gettate dopo mesi passati a ripetere queste bugie sulla causa della crisi – È COLPA DI PUTIN! – è facile spostare la conversazione dove volete davvero che vada.

Ricordate l'obiettivo: distruggere il libero mercato, nazionalizzare petrolio e gas.

Ciò significa anche preparare la prossima mossa per sbarazzarsi di un altro aspetto del libero mercato, sempre concentrandosi sulla crisi attuale. In questo caso, stiamo osservando gli enormi differenziali nel diesel delle raffinerie che alimentano la macchina del moto perpetuo dell'invidia intrinseca del marxismo.

Inoltre questa situazione è esplosa alla vigilia di un'elezione cruciale.


Sintesi

La loro soluzione? Tassare gli utili delle raffinerie che stanno approfittando della gente comune vulnerabile e bisognosa. Sono malvagi "speculatori" perché si conformano alle offerte d'acquisto del mercato, createsi nella loro forma attuale proprio a causa di uno shock artificiale del sistema.

Nel caso del carburante diesel negli Stati Uniti, si tratta chiaramente di una crisi creata ad hoc. Il COVID ha silenziato molte raffinerie nel nord-est (PADD-1) e data l'ostilità dell'amministrazione Biden e degli ambientalisti nei confronti dell'industria petrolifera nel suo insieme, come ho accennato in precedenza, quelle raffinerie non torneranno presto all'opera.

Non credetemi sulla parola, sentite invece chi possiede le raffinerie.

“Costruire una raffineria è un investimento multimiliardario. Potrebbe volerci un decennio. Non c'è stata più una raffineria costruita negli Stati Uniti dagli anni '70. La mia opinione è che non ci sarà mai più un'altra raffineria costruita negli Stati Uniti”.

Secondo Wirth, le compagnie petrolifere e del gas dovrebbero soppesare i vantaggi di impegnare capitali che avranno bisogno di decenni per offrire un ritorno agli azionisti “in un ambiente politico in cui gli stati di tutto il mondo dicono 'non vogliamo questi prodotti in futuro'.”

Perché dovrebbero impegnarli? Se fossero i vostri soldi, iniziereste il ​​folle processo per costruire una raffineria di petrolio negli Stati Uniti oggi, anche con differenziali a $70+ al barile? Ovviamente no. Nel momento in cui presentate il primo modulo di domanda di valutazione dell'impatto ambientale, i differenziali tornerebbero a $20 perché è politicamente vantaggioso per chi applica la dialettica hegeliana.

Lo stato sta mantenendo il mercato in una discrepanza tra domanda e offerta di proposito. Questa è l'unica conclusione che potete trarre. Perché se "Biden" volesse risolvere questo problema, non prosciugherebbe la SPR, annullerebbe le normative sulla raffinazione del petrolio, o offrirebbe parte di quei "soldi per le infrastrutture" per aiutare l'industria a ricostituirsi dopo la crisi sanitaria.

Non importa quanto vi impegnate a salvare il pianeta dai cambiamenti climatici, la civiltà è dipendente dalla produzione di energia.

Se volesse abbassare i prezzi del gas non cercherebbe di espandere i sussidi ai poveri, strizzando l'occhio ai loro voti, andrebbe al tavolo dei negoziati con Putin ed elaborerebbe una soluzione reciprocamente poco appetibile per gli interessi di tutti in Ucraina.


L'offerta d'acquisto più alta vince

La domanda di carburante diesel è per lo più anelastica, poiché è necessario per la nostra vita quotidiana. Qualsiasi interruzione dell'offerta causerà enormi picchi di prezzo, perché le persone si azzufferanno per fare offerte d'acquisto in base all'offerta disponibile e ottenerne quanto più possibile.

Questa è l'unica cosa che gli idioti la sinistra non riesce a capire. I produttori non stanno trattenendo l'offerta e "aumentando i prezzi" in un'economia di mercato aperta. Questa è solo propaganda. La realtà è che i consumatori fanno aumentare il prezzo se spingo su le loro offerte d'acquisto, o rifiutano di farle quando il costo/beneficio non è a loro favore.

Non è necessario dimostrarlo rigorosamente. Quelle cose che subiscono uno shock dell'offerta affluiranno verso quelle che hanno i mezzi per sostenere le offerte d'acquisto e i produttori riceveranno il segnale che c'è denaro da fare se aumentano l'offerta. È questo "dare e avere" che allevia sempre le carenze, a meno che non sia loro impedito perché ci sono le "regole".

Come il grande Gary North ci ha detto più e più volte: "È tutto in vendita, l'offerta più alta vince". Se c'è qualcuno da incolpare per un aumento dei differenziali del diesel, non dovete far altro che guardarvi allo specchio. Perché a questo punto avremmo avuto la capacità di raffinazione di riserva se non fosse proibitivo, anche a questi prezzi, riportare in linea gli impianti inattivi.

Ricordate, tutto è in vendita e l'offerta più alta vince. Ognuno fa l'analisi costi/benefici.

Questa è la dinamica in gioco quando uso il termine inflazione spinta dai costi.  Una carenza di offerta spinge in alto le offerte d'acquisto per i beni di prima necessità e versare denaro nel sistema attraverso il welfare state non fa che accelerare questo effetto.

Il flusso di dollari scorre verso le cose di cui le persone hanno più bisogno e questa è la principale fonte della nostra inflazione odierna.

Quando leggete i titoli dei giornali pieni di allarmismo come se negli Stati Uniti fossero rimasti solo 20 giorni di carburante diesel, essi servono a sostenere le offerte d'acquisto per un'offerta limitata. I mercati dei futures sono privati del loro potere di coordinare l'offerta nel tempo e i produttori sono bloccati perché demonizzati da psicopatici del calibro di AOC e Lizzie Slapaho.


Nazionalizzazione: il prossimo passo

Le tasse sugli utili sono già in arrivo in Germania, il 90% di tutti i profitti è stato tassato dallo stato. La produzione di energia, quando verrà approvato quel disegno di legge, sarà nazionalizzata in Germania. La fine della tariffazione razionale dell'energia sarà finita.

La Germania diventerà l'ennesimo inferno di sussidi energetici come quello che vediamo in tutto il mondo.

La scelta di fronte alle compagnie energetiche tedesche ora è il destino di Uniper: nazionalizzazione attraverso il salvataggio, o rimanere "privati" ma su un modello di business i cui profitti non supereranno mai la curva di ammortamento.

Oggi negli Stati Uniti i Democratici stanno spingendo per la completa nazionalizzazione di tutta la produzione di petrolio e gas. È sempre stato questo l'obiettivo, la tesi. La falsa antitesi è la folla "Drill baby, Drill", a Capitol Hill, che piange lacrime di coccodrillo per la perdita dell'oleodotto Keystone XL per più di un decennio.

La sintesi questa volta sarà introdurre la loro tanto agognata tassa sui miliardari sotto forma di tassa sui profitti a partire dalle grandi e malvagie aziende petrolifere. Anche se non lo capiscono, non è che non abbiano altre cose da fare nel loro elenco di "cose da fare".

Stanno cominciando da qui perché sanno che nessuno prenderà seriamente in considerazione la nazionalizzazione a titolo definitivo (la prossima sintesi) a meno che non ci sarà una guerra con la Russia...


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/



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