____________________________________________________________________________________
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/non-esiste-il-libero-scambio)
Da quando esiste il commercio dazi, tasse, imposte e quote sono stati applicati in ogni forma e dimensione sulle merci che entravano in un Paese. Alcuni continuano a promuovere l'idea che il libero scambio esista, ma in realtà non è mai esistito.
Un commercio libero ed equo potrebbe essere una visione ideale per cui vale la pena lavorare, ma è risaputo che le nazioni agiscono nel proprio interesse e spesso violano gli accordi commerciali.
Fino agli anni '40 gli Stati Uniti utilizzarono una serie di dazi per accaparrarsi una quota importante del commercio mondiale.
Per decenni gli Stati Uniti hanno contribuito a sovvenzionare gran parte del mondo, sia economicamente sia attraverso il loro ampio sistema di sicurezza.
Questo rientrava in un tentativo di stringere più alleanze globali e di contribuire allo sviluppo economico. Tuttavia molte nazioni finirono per dipendere dalla fortuna americana, pur proteggendo i propri mercati attraverso dazi e altre barriere alle imprese straniere che desideravano competere nei loro mercati. Questo squilibrio è diventato insostenibile.
La minaccia del presidente Donald Trump di imporre dazi su una serie di nazioni è stata attuata per una serie di ragioni.
Trump sta prendendo di mira i più grandi trasgressori delle barriere commerciali, la maggior parte dei quali si trova in Asia. Questi Paesi godono di surplus commerciali grazie ai dazi elevati applicati alle merci importate dall'estero, alla manipolazione monetaria, alle industrie sovvenzionate dallo stato e al dumping di prodotti a basso costo all'estero. Queste azioni distorcono le forze di un mercato libero ed equo.
Al fine di ricalibrare gli scambi e ridurre il nostro deficit commerciale, i dazi reciproci saranno sospesi per 90 giorni per le nazioni che si oppongono al libero scambio ma sono disposte a cambiare rotta. I periodi di incertezza creano oscillazioni di mercato, ma il mercato azionario è spesso guidato da eventi, dal sentiment degli investitori e dalla speculazione. Rappresenta solo aspetti parziali dell'economia complessiva, mentre le piccole imprese costituiscono una parte importante dell'economia.
La finta indignazione che si diffonde da molte capitali per le tattiche “da bullo” americane è ironica, perché per decenni nemici e “amici” hanno già preso di mira i prodotti statunitensi con tasse e sussidi. Alcuni Paesi, come la Cina, vi hanno anche applicato l'imposta sul valore aggiunto (IVA), mentre le loro merci attraversano diversi Paesi prima di arrivare a destinazione. La Cina ha per decenni reso vittime sia i suoi avversari che i suoi alleati di pratiche commerciali sleali.
Per molti anni l'America ha permesso alle nazioni straniere di rovinarci, proteggendo i propri mercati e applicando dazi esorbitanti su specifici prodotti americani. Tuttavia, mentre gli Stati Uniti hanno permesso l'importazione di una serie di prodotti più economici, molte nazioni rendono quasi impossibile alle nostre aziende di penetrare nelle loro economie.
Ciò ha avuto un impatto negativo sui lavoratori americani, nonché sul debito pubblico e dei consumatori. Inoltre molti prodotti provenienti dai Paesi in via di sviluppo non rispettano gli standard di lavoro e i meccanismi di controllo qualità che vengono dati per scontati in Occidente.
Tuttavia potrebbero esserci delle buone notizie all'orizzonte.
Abbiamo un'amministrazione che finalmente è intervenuta per mettere al primo posto l'interesse nazionale, invece di accomodarsi con le nazioni che praticano un commercio predatorio attraverso barriere e livelli osceni di tasse sui prodotti americani.
Minacciare dazi reciproci sui Paesi con dazi elevati può avere una serie di effetti.
• In primo luogo, le nazioni più flessibili saranno ansiose di negoziare per eliminare le proprie barriere commerciali o ridurle, in modo che le catene di approvvigionamento con gli Stati Uniti possano proseguire. Questi eventi stanno iniziando a concretizzarsi, con oltre 70 nazioni disposte a sedersi al tavolo delle trattative.
• In secondo luogo, alcuni Paesi sviluppati saranno aperti alla contrattazione, mentre altri potrebbero reagire con barriere mirate a beni e investimenti americani. La Cina, insieme a diverse nazioni dell'Unione Europea, è la principale responsabile del protezionismo commerciale, pur sostenendo di praticare il libero scambio. Il team di Trump potrebbe costringere gli alleati asiatici ed europei più restii ad abbassare le barriere, altrimenti la nostra presenza militare in termini di sicurezza verrebbe ridotta e loro dovrebbero difendersi da soli dagli avversari.
• In terzo luogo, l'applicazione di dazi doganali elevati alla Cina è probabilmente il primo passo verso un eventuale distacco commerciale dal Paese, con ripercussioni sulla nostra sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti hanno bisogno di una leva contro una nazione che corrompe, imbroglia e inganna nell'economia globale. La Cina non ha mai veramente mantenuto le promesse fatte in qualità di beneficiaria del nostro status di “nazione più favorita” e nell'ambito degli accordi dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
Le nazioni che rispettano le regole commerciali dell'OMC possono anche iniziare a prendere le distanze dagli scambi con la Cina a favore di mercati più amichevoli e forse raggiungere una maggiore autosufficienza nel settore manifatturiero. Se alcune nazioni tagliassero o eliminassero i dazi e le barriere commerciali, gli Stati Uniti potrebbero sospendere l'applicazione dei dazi nei prossimi mesi. Ciò potrebbe innescare una vera concorrenza, senza distorsioni del mercato. Tuttavia devono essere messi in atto protocolli di “fidarsi ma verificare” per garantire che eventuali barriere e scappatoie non risorgano come una fenice. Di conseguenza, a lungo termine, potrebbe verificarsi un commercio più equo e libero.
Secondo Trump, che spesso cambia idea all'improvviso, gli accordi sono sempre possibili anche con le nazioni recalcitranti.
Se i dazi doganali venissero abbassati in generale e le principali attività manifatturiere potessero ripartire in patria, una prosperità reale diventerebbe molto probabile.
Combinando tutto questo con la deregolamentazione interna, la riduzione del personale pubblico e i tagli fiscali a lungo termine, la crescita economica accelererà. Questo, a sua volta, può aumentare il gettito fiscale, contribuendo a contrastare il debito pubblico e i deficit annuali, e dando inizio alla proverbiale età dell'oro.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.
Nessun commento:
Posta un commento