Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/sebag-e-il-denaro-naturale)
Gli ordini naturali sono cose che emergono spontaneamente, o riflettono la vera natura di come qualcosa è o dovrebbe essere. Due dei miei libri preferiti, entrambi capaci di cambiare radicalmente la mia visione del mondo, sono A Hunter-Gatherer's Guide to the 21st Century (dei biologi Heather Heying e Bret Weinstein) e Company of Strangers: A Natural History of Economic Life (del professore di economia Paul Seabright). Sebbene trattino argomenti diversi, ciò che li accomuna è l'enfasi sul reale e sul naturale: la ricerca di modi veri, consolidati e coerenti nelle cose in cui le specie, gli esseri umani, le economie, il commercio e ogni altra cosa importante prosperano.
Non è vero che il mondo possa essere come vogliono i suoi abitanti – o come noi moderni ci illudiamo di pensare che dovrebbe essere. Esistono regole ferree e linee luminose che ci conducono verso prosperità, benessere, armonia e riduzione al minimo dei conflitti. Regole, morale, comportamenti e, soprattutto, gli accordi economici non sono arbitrari.
Nel suo libro, The Natural Order of Money, Roy Sebag, appassionato di oro ed ex-amministratore delegato e fondatore di una società di mining di Bitcoin, cerca di convincerci che esiste un ordine non arbitrario simile anche per il denaro stesso. In questo elegante manoscritto, sottolinea la responsabilità ecologica e il necessario legame con il reale e il sottostante.
Il denaro è l'estensione dell'ordine naturale che governa le industrie primarie – quelle con un feedback diretto dall'ecologia, come l'agricoltura, la pesca o l'estrazione mineraria – fino al settore dei servizi. È ciò che mantiene quest'ultimo vincolato ai limiti naturali. Per quanto complesse o intricate diventino le società umane, esse “rimangono responsabili delle regolarità e dei capricci del mondo naturale”, come afferma Sebag in apertura del suo libro.
“Non possiamo mietere un raccolto al momento sbagliato, trascurare un gregge di pecore o estrarre sostanze rare dove non esistono senza subire una qualche perdita”. Il mondo reale ha un riscontro tangibile ai comportamenti falsi; è la natura a decidere. “Lo standard naturale significa che esiste un giudizio primario e oggettivo della natura sulle azioni dell'economia reale. Le nozioni di lavoro buono e cattivo, di successo e fallimento, derivano dall'inevitabile responsabilità dell'agricoltore nei confronti di questo standard naturale”.
In una recensione del famoso libro Money di Jacob Goldstein di qualche anno fa, ho commentato:
I pianificatori dall'alto verso il basso hanno sempre avuto difficoltà con l'ordine spontaneo e i sistemi dinamici. Senza un commissario riconoscibile, le istituzioni diventano “strane”, arbitrarie o casuali. Il denaro può essere qualsiasi cosa desideriamo, conclude Goldstein; ogni accordo monetario è una scelta, il che significa che possiamo scegliere ciò che vogliamo.
Natural Order è un'obiezione potente e veemente a quell'idea attuale, molto comune e diffusa: denaro, istituzioni e ricchezza possono essere qualsiasi cosa vogliamo che siano, operare come vogliamo, essere organizzati e riorganizzati come preferiamo. Il modo in cui Sebag vede il denaro, e quindi l'oro, è che deve prima essere raccolto dalla natura: è una “incarnazione energetica” che deve essere resistente all'entropia. Conclude quindi che “l'unica opzione rimanente è che il denaro sia di natura elementale”.
È interessante notare che Knut Svanholm, un prolifico bitcoiner con un profondo interesse per l'economia Austriaca, ha già fornito questo collegamento con Bitcoin. Nel suo libro, Bitcoin: Everything Divided by 21 Millions, scrive che Bitcoin è l'elemento essenziale, l'elemento zero, il pezzo mancante in alto a sinistra della tavola periodica – un oggetto puro e inconfondibile di pura energia (economica) senza massa.
Sebag non la vede così, ma è ossessionato dai pesi, come se la quantità fisica di qualcosa – l'oro, il raccolto – fosse ciò che conta dal punto di vista economico. Ma non è mai stato l'aspetto di conservazione della quantità dell'oro a renderlo una moneta funzionale e fiorente nel diciannovesimo secolo, bensì la sua stabilità dei prezzi a lungo termine. Il costo di produzione crescente dell'oro (ovvero il suo “aggiustamento della difficoltà”) e i prezzi fissati in oro hanno creato una regressione verso la media dei prezzi al consumo che, ad esempio, ha reso praticabili i contratti a lungo termine.
A un certo punto Sebag arriva al premio monetario e conclude con sicurezza che “in una società che ha superato la sussistenza, una moneta superiore non sarà né cibo né combustibile”. Pur essendo accurata e persuasiva, la cosa strana di questa osservazione è che non coglie il premio monetario insito nell'oro stesso quando viene utilizzato come moneta. Qualunque oggetto fisico utilizziamo come moneta gli conferisce un premio monetario. Se ha un uso nel mondo reale, il suo uso monetario lo “sostituisce” e ci rende più poveri: il prezzo a cui l'oggetto monetario viene scambiato è superiore a quello a cui lo stesso oggetto sarebbe stato scambiato senza il suo ruolo monetario, il che significa che gli usi non monetari di quell'oggetto diventano troppo costosi da perseguire.
Bitcoin ha un premio monetario al 100% ed è proprio questo il punto: non esclude l'uso naturale e reale dei materiali, nemmeno i metalli preziosi che Sebag vorrebbe farci sprecare nelle nostre tasche e nei caveau delle nostre banche. In questo modo ristretto e specifico, la critica al costo delle risorse riguardo al denaro reale ha un senso: usare oggetti del mondo reale come moneta quando essi hanno usi alternativi esclude proprio quell'uso nel mondo reale.
Il mio amico Mark Maraia, autore del libro di gestione aziendale Rainmaking Made Simple, si è imbattuto nel concetto di “denaro naturale” a un evento Bitcoin in Costa Rica di recente. Il concetto è semplice, ma potente: denaro, vincolato e connesso all'ordine naturale.
Iniziate con qualcosa di naturale e finite con Bitcoin […]. Si inizia con l'acqua corrente o il gas metano, o gli idrocarburi, o il vento o il sole. Tutti questi elementi provengono dalla natura e vengono poi convertiti in elettricità che consente ai miner di Bitcoin (ASIC) di iniziare il processo di hashing. [Il concetto di] denaro naturale crea silenziosamente, pacificamente e delicatamente curiosità intorno all'idea che esista al mondo una cosa come il denaro naturale.
A parte i cavilli semantici, Bitcoin è piuttosto legato e connesso alla natura. Eppure Natural Order è un caso curioso, decisamente troppo breve per il suo bene. All'inizio del libro l'autore menziona un manoscritto dieci volte più grande che ha scelto di non portare avanti. Forse avrebbe dovuto pubblicare quello.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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