venerdì 5 luglio 2019

Per coloro che non capiscono l'inflazione





di Alasdair Macleod


Questo articolo rappresenta un campanello d'allarme per coloro che non capiscono il vero scopo dell'inflazione monetaria e non si rendono conto che vengono derubati dalla politica monetaria. Con il mondo che sta affrontando una recessione sempre più profonda, l'inflazione monetaria sta accelerando di nuovo. È tempo che tutti riconoscano le conseguenze.

In una lunga serie di articoli presentati su queste pagine, ho sottolineato come il ciclo del credito e l'aumento del protezionismo americano incarnano la stessa combinazione che portò al crollo di Wall Street nel 1929-32 e alla depressione che ne seguì. Coloro che seguono le statistiche se ne stanno accorgendo solo ora, anche se devono ancora unire i puntini. La loro esperienza è più rilevante rispetto all'evidenza empirica nei libri di storia.

Avrebbero beneficiato enormemente di uno studio sul potere distruttivo dello Smoot-Hawley Tariff Act unito alla fine dell'espansione del credito degli anni '20. La devastante sinergia tra i due fatti è ciò che ha paralizzato l'economia americana e globale. E mentre scivoliamo in un rinnovato torpore economico, l'esperienza contemporanea ci dice che la FED e tutte le altre banche centrali coordineranno i loro sforzi per ripristinare la crescita economica, tagliando i tassi d'interesse e accelerando l'espansione della moneta e del credito. L'attuale generazione di investitori sostiene che questa politica ha sempre funzionato in passato (almeno nel passato che hanno vissuto), quindi la base di valutazione per gli asset finanziari e la proprietà dovrebbe stabilizzarsi e migliorare.

Questo breve riassunto del pensiero corrente nei mercati finanziari ignora la miscela catastrofica di dazi e ciclo del credito. Il crollo dei rendimenti dei titoli di stato, che riflette una fuga verso una relativa sicurezza, è solo l'inizio. Se il confronto 1929-32 è valido, oggi abbiamo problemi aggiuntivi come un debito pubblico eccessivo accoppiato al debito dei consumatori e centinaia di migliaia di derivati ​​over the counter che si aggiungono al rischio sistemico. Il sistema bancario è quasi collassato negli anni '30, quando le banche scaricarono asset in preda alla disperazione. Questa volta il debito non è limitato all'industria; una contrazione del debito colpirà direttamente i consumatori e minaccerà di default anche i derivati ​​OTC.

Ovviamente tutto questo non può essere permesso che accada. Tutto ciò che serve per evitare una spirale di deflazione del debito è di fatto una linea di politica ufficiale. L'unica soluzione che i banchieri centrali hanno è quella di inondare l'economia con uno tsunami di denaro gratis, che si aggiungerà all'espansione monetaria andata avanti sin dalla crisi della Lehman.

L'inflazione monetaria infinita sarà la risposta. Ad un certo punto i mercati finanziari si sveglieranno di fronte alle conseguenze. Il grafico qui sotto, sul tasso di cambio euro/dollaro, ci avverte che le due valute fiat più importanti stanno per sperimentare un improvviso cambiamento nelle loro relazioni, con possibili conseguenze di vasta portata.


Negli ultimi dieci mesi l'euro è calato seguendo un pattern triangolare, da cui potrebbe svilupparsi un sostanziale rialzo. Tuttavia le falling wedge di solito durano non più di pochi mesi e questa in particolare ha quasi un anno. Potrebbe anche essere un triangolo discendente, ma un purista sosterrebbe che il pattern dovrebbe essere più orizzontale. Ciò sarebbe fortemente ribassista per l'euro, che è facile da immaginare, date le questioni politiche, economiche e sistemiche affrontate dall'Eurozona. Il tempo ci dirà quale interpretazione è corretta, ma in entrambi i casi sembra esserci una imminente volatilità alla rottura del pattern. Con un tale avvertimento, dobbiamo aspettarci conseguenze. Questo potrebbe essere un indizio importante sui tempi: vedremo.

Oltre a valutare le implicazioni immediate per gli asset finanziari in tutto il mondo, dobbiamo anche considerare le conseguenze dell'aumento dell'inflazione monetaria. È un argomento su cui c'è un'ignoranza diffusa, non solo a livello amatoriale, ma anche ai più alti livelli del mondo finanziario.

Keynes descrisse correttamente la portata di questa ignoranza nel suo The Economic Consequences of the Peace, pubblicato cento anni fa con la seguente citazione: "Non vi è nessun mezzo più subdolo e sicuro per rovesciare le basi esistenti della società che svalutare la moneta. Il processo coinvolge tutte le forze nascoste nella faretra della distruzione e viene portato avanti in un modo che solo uomo su un milione sia in grado di individuarlo".

Il giovane Keynes sembrava comprendere le conseguenze dell'inflazione, quattro anni prima del crollo del marco tedesco nel novembre 1923. Il vecchio Keynes cambiò idea e si espresse a favore dei poteri dell'inflazione per la ripresa economica. Divenne uno dei milioni di ignoranti nella sua dichiarazione precedente.

Questo articolo è per quei milioni di persone che come il vecchio Keynes non capiscono le conseguenze di ciò che li colpirà. È per coloro che non vedono le forze nascoste della distruzione economica alimentate dall'accelerazione della svalutazione monetaria.



Il vero scopo dell'espansione monetaria

Uno stato con una licenza esclusiva per stampare denaro la userà sempre come fonte di finanziamento. Tutte le iperinflazioni hanno avuto origine da stati spendaccioni con valute fiat. C'è stato un tempo in cui ogni economista credibile lo sapeva, ma ogni tanto qualcuno si inventava una teoria che incoraggiava gli stati ad abbandonare i vincoli del sound money e gli economisti sponsorizzati dallo stato a rivedere le loro opinioni.

Il primo esponente moderno della valuta fiat è stato Georg Knapp della scuola chartalista in Germania, il quale pubblicò il suo Theory of Money nel 1905. Incoraggiò Bismarck a credere di poter finanziare il crescente status di potenza militare della nuova Germania unificata senza aumentare le tasse. La conseguenza fu la Grande Guerra e la continuazione di questa politica monetaria portò al collasso finale del marco nel 1923.

Keynes, come consigliere economico occasionale del governo britannico, ereditò il mantello di Knapp in un modo diverso, promuovendo l'uso del denaro dello stato per stimolare l'economia all'inizio del ciclo economico, incorrendo in un deficit di bilancio finanziato dal debito pubblico. In altre parole, promuoveva il concetto di flessibilità nelle finanze statali, ma bilanciando i suoi conti successivamente.

Cercando una soluzione alla Grande Depressione, lo stesso Keynes dimostrò che, dopo tutto, era tra coloro che non comprendevano pienamente l'inflazione. L'errore nell'approccio di Keynes era di credere che il ciclo fosse un ciclo economico, quando in realtà era un ciclo alimentato dall'inflazione del credito bancario. La soluzione non poteva essere quella di stimolare l'espansione del credito bancario, ma di impedire alle banche di espandere il credito in primo luogo e allo stato di bilanciare i suoi conti il prima possibile. Ma incoraggiando gli stati a svalutare il denaro, o far gonfiare il credito bancario al suo posto, Keynes stava promuovendo una versione modificata della disastrosa teoria monetaria di Knapp.

Il risultato fu che il sound money venne reciso dalle scelte di mercato. Tra il 1934, quando il dollaro si svalutò rispetto all'oro e il 1971 quando finì l'accordo di Bretton Woods, l'offerta di moneta americana più ampia (M3) si espanse molto più rapidamente della sua copertura in oro, passando da 5 a 55 volte. L'emissione di valuta fiat scoperta è stata utilizzata per combattere le guerre, mentre le banche hanno ampliato il credito, principalmente per finanziare l'espansione delle attività nazionali e internazionali. Il crollo dell'accordo di Bretton Woods rifletteva il fatto che il dollaro era praticamente scoperto, essendo diventato quasi totalmente fiat. Con la sua teoria sul denaro nel 1936, Keynes, insieme ai suoi colleghi inflazionisti, aveva aperto la strada a scollegare le valute dal loro ancoraggio con l'oro.

Dal 1971 le banche centrali, guidate dalla FED, hanno risolto il problema dell'oro ignorandolo. Hanno adottato una teoria del denaro giustificandone la manipolazione da parte dello stato, consentendo alla quantità di denaro in circolazione di espandersi senza limiti. I dollari non potevano più essere riscattati in oro, quindi il suo prezzo non è stato più legato al dollaro.

Dopo la fine di Bretton Woods, l'offerta di moneta statunitense più ampia è aumentata di altre 21 volte, un tasso medio annuo composto del 6,6%, con un aumento molto consistente in seguito alla crisi della Lehman. Gli economisti governativi di stampo keynesiano dicono che gestendo la quantità di denaro, l'economia può essere ottimizzata. Mentre tale opinione può essere sostenuta da quelli ingannati da Keynes, essa ignora un semplice fatto: in un'economia di mercato il denaro è una questione per gli attori economici, non per lo stato.

Qualunque sia stata la motivazione originale di Keynes, il motivo dello stato come emittente di moneta è di usarla come fonte gratuita di finanziamento. Prima della crisi della Lehman, il finanziamento mediante l'inflazione era prevalentemente sotto forma di espansione del credito bancario, ma, a partire dalla crisi della Lehman, si è aggiunta anche l'espansione della base monetaria. Questo nuovo sviluppo è stato il quantitative easing, giustificato come misura di emergenza per stabilizzare l'economia; ma ora sta diventando una caratteristica comune del finanziamento statale inflazionistico.

Dal 1971, quando l'accordo di Bretton Woods è crollato, i bilanci federali statunitensi netti hanno generato un disavanzo totale di $13.738 miliardi, il che si confronta perfettamente con l'espansione monetaria più ampia di $13.782 miliardi.

Inutile sottolineare la coincidenza di questi numeri, infatti portano un messaggio chiaro sul vero scopo dell'inflazione monetaria. Pochissime persone lo comprendono, ma tutte le teorie e le affermazioni sul fatto che il finanziamento dei disavanzi pubblici non sia inflazionistico, sono delle sciocchezze.

Ora abbiamo di fronte una combinazione potenzialmente devastante di protezionismo commerciale e ciclo del credito che sta spostando l'America e il mondo in una grave recessione. L'effetto sulle finanze pubbliche non può che essere supposto, ma con quello della Casa Bianca per l'anno corrente a $1.092 miliardi, le premesse non sono affatto rosee. Data la relazione di lungo termine tra l'inflazione monetaria ed i deficit, siamo ai primi inning di una rinnovata accelerazione dell'inflazione monetaria.

La politica monetaria intende gettare quanto più denaro e credito possibili nell'economia per generare una ripresa economica. Man mano che l'economia rallenterà, i tassi d'interesse torneranno a zero, o addirittura negativi per spingere i consumatori a spendere, gli investitori ad investire e le loro azioni combinate a sorreggere le banche. Non funzionerà e il perché verrà spiegato nel prossimo paragrafo.



L'impoverimento dei consumatori

Qualunque cosa dicano gli economisti mainstream sui presunti effetti stimolanti dell'inflazione dei prezzi, se si svaluta la valuta si riducono il potere d'acquisto dei salari delle persone e il valore dei loro risparmi. E più rapidamente la si svaluta, a parità di altre condizioni, più rapidamente li si impoveriranno.

Questo è un processo che dura da parecchio tempo. Divenne evidente quando terminò l'accordo di Bretton Woods nel 1971: l'inflazione monetaria accumulata da quando l'oro fu rivalutato a $35 nel 1934 fino al 1971 influenzò i prezzi nel decennio successivo. Oggi il dollaro ha perso il 97% del suo potere d'acquisto se misurato rispetto all'oro sin dalla fine di Bretton Woods. Mentre alcuni membri della società hanno prosperato essendo mutuatari ed investitori in asset finanziari, il lavoratore ed il consumatore ordinari hanno combattuto una battaglia persa nel voler conservare uno standard di vita decente.

Dovrebbe quindi essere evidente che invece di essere un beneficio universale, l'inflazione monetaria crea vincitori e vinti. Generalmente i risparmiatori perdono ed i mutuatari vincono; i poveri perdono e i più abbienti vincono. I vincitori sono coloro che ricevono la moneta di nuova emissione: lo stato attraverso la sua banca centrale e le banche commerciali che ricevono una licenza statale per creare denaro sotto forma di credito. Le banche commerciali poi prestano denaro che non hanno e che in precedenza non esisteva. Questo denaro ritorna al sistema bancario sotto forma di nuovi depositi dei clienti per bilanciarne la sua creazione.

Anche i clienti privilegiati delle banche (tradizionalmente le grandi imprese) beneficiano di questa manna, perché possono spendere i nuovi soldi che sono stati loro concessi prima che entrino in circolazione. Il denaro creato ex novo entra quindi in circolazione, indistinguibile da quello che circolava già e con una quantità relativamente stabile di beni e servizi prodotti nell'economia, il risultato dovrebbe essere chiaro: i prezzi aumenteranno. Ma non salgono in modo uniforme; dipende da dove e per cosa vengono spesi i soldi.

Mentre il denaro creato ex novo fluisce nell'economia più ampia, fa salire i prezzi, ponendo in netto svantaggio coloro che lo ricevono dopo. Questi ultimi scoprono che i prezzi sono aumentati senza aver visto un aumento dei loro salari e senza alcun compenso per i loro risparmi ormai svalutati. Tutto quello che sanno è che i prezzi sono aumentati e devono accontentarsi di ciò che hanno o devono indebitarsi. Non sono consapevoli che la loro presunzione inconscia, che il denaro è la costante in tutte le loro transazioni, è stata indebolita dall'inflazione monetaria. Ecco perché solo uno su un milione capisce cosa sia successo ai propri soldi.

[Per avere prova della frode inflazionistica, basta guardare ai grafici azionari. Nessuno nel settore finanziario prende in considerazione la possibilità che il prezzo di un qualsiasi investimento finanziario possa essere stato influenzato dalle variazioni del potere d'acquisto della valuta in cui viene misurato. Presumono che tutti i cambiamenti siano incorporati nel prezzo delle azioni e questi sono gli esperti finanziari che consigliano il grande pubblico!]



Le preferenze relative sono di primaria importanza per il denaro fiat

Finora abbiamo commentato ciò che equivale alla teoria quantitativa del denaro. Durante un'inflazione monetaria, il ritmo a cui aumenta il livello generale dei prezzi è influenzato anche dal suo impatto sui risparmi. In un Paese come il Giappone i consumatori tendono ad aggrapparsi al denaro extra anziché spenderlo, aumentando i depositi bancari e postali. Di conseguenza i prezzi tendono ad essere più stabili per un dato tasso di inflazione monetaria. Il denaro accumulato nelle banche è disponibile per essere investito in capacità produttiva e sviluppo. Fortunatamente per le imprese manifatturiere, in un'economia basata sui risparmi e con una valuta forte, possono incamerare dall'estero la maggior parte delle componenti della produzione, mantenendo così un coperchio sui costi di produzione in termini di valuta locale. Con questi mezzi e con una preferenza generale per risparmiare denaro invece di spenderlo, l'inflazione monetaria a livello di prezzo è sottomessa.

La differenza tra il modello economico basato sui risparmi, in cui l'inflazione monetaria ha meno effetto sui prezzi, e il modello guidato dal consumatore, dove si alimentano direttamente i consumi, riflette le diverse preferenze tra denaro e merci.

Finché la popolazione è orientata collettivamente verso una preferenza per il denaro, anche se si tratta di una quantità nominale di denaro, la valuta conserverà un certo potere d'acquisto. È quando la popolazione decide collettivamente di sbarazzarsi di tutti i soldi ed opta per beni e servizi che la valuta diventa cartaccia. In ultima analisi, è questa preferenza relativa, non la quantità in circolazione, che determina il valore di una valuta fiat.

Alla vigilia di una recessione sempre più profonda, siamo di fronte ad un'accelerazione nel ritmo dell'inflazione monetaria mentre gli stati cercano di finanziare i loro enormi deficit di bilancio e le banche centrali cercano di mantenere solvibili le grandi banche commerciali. Nelle economie guidate dai consumatori, che sono più sensibili all'inflazione dei prezzi, il denaro fiat creato ex novo accelererà il ritmo di trasferimento di ricchezza dalla gente comune ai loro stati. Questo partendo da un livello di ricchezza che è già stato gravemente svuotato per decenni dall'inflazione monetaria. Ogni nuova unità monetaria acquisterà meno dell'ultima. In breve, stanno ora prendendo piede le dinamiche che portano ad un collasso monetario finale.

La nostra prossima sfida è capire come ciò potrebbe accadere in un contesto moderno, in cui la liquidità personale è investita in carte di credito e prestiti al consumo invece che in saldi bancari e denaro contante.



Chi liquiderà i propri dollari?

Nel modello originale di un'economia, i depositi bancari erano di proprietà di imprese e privati, riflettendo una combinazione di profitti, liquidità e risparmi. Questo è importante, perché è la fuga dei depositi che ne determina il destino della valuta e le principali categorie di depositanti guidano tale processo.

Da punto di riferimento del settore dei depositi, i consumatori in America ora hanno poco messo da parte. Invece sono spesso mutuatari, come accade con il debito delle carte di credito, e spesso hanno abbastanza credito per finanziare i loro acquisti tra una paga e l'altra. La loro influenza sulle preferenze relative al denaro non è così significativa come in passato.

A fine marzo su un totale di $12.605 miliardi di depositi presso le banche commerciali e gli istituti di risparmio statunitensi assicurati dal FDIC, sappiamo dai dati TIC del Tesoro statunitense (riga 2, 4 e 5) che $4.905 miliardi sono dovuti dalle banche ai depositanti esteri (38,9% del totale). Vediamo anche dai numeri del FDIC che i creditori commerciali hanno depositi per $4.960 miliardi (39,3%). Il restante 21,8% è un mix di depositi in istituti di credito ipotecario, istituti di credito agricoli e altre categorie varie. I depositi relativi ai prestatori di beni di consumo sono solo l'1,4% del totale.

Inoltre quasi certamente c'è un qualche incrocio tra queste categorie. Possiamo solo supporre che le banche specializzate nel credito commerciale e le altre categorie FDIC cerchino di attrarre depositi da fonti correlate, in conformità con le loro competenze e connessioni. Stando così le cose, non ci sono dubbi che siano le preferenze monetarie dei depositanti commerciali esteri e nazionali a decidere il potere d'acquisto futuro del dollaro.

Per quanto riguarda gli stranieri, le prospettive per il tasso di cambio saranno cruciali. Sappiamo dai dati TIC del Tesoro USA (riga 29) che i deflussi sono già iniziati, in coincidenza con l'improvviso rallentamento del commercio globale. E se, come argomentato in questo articolo, iniziano a vedere un ulteriore deterioramento economico, continueranno a liquidare le partecipazioni in dollari. Le loro posizioni in dollari combinate, incluse quelle dei governi stranieri, ammontano attualmente a più del PIL americano, compresi investimenti per $18,463 miliardi, oltre ai depositi bancari sopra menzionati di $4.905 miliardi.

Pertanto dobbiamo tenere d'occhio questi flussi. Ci si può aspettare che i depositanti delle società siano più lenti ad agire rispetto agli stranieri, essendo interessati principalmente ai profitti contabili piuttosto che alle questioni di potere d'acquisto. Ciò cambierebbe se venissero imposti dalla FED tassi d'interesse negativi e trasferiti dalle banche ai depositanti. Pertanto la debolezza del dollaro nelle borse estere, ma più in particolare nei confronti delle materie prime e in un momento di crisi economica generalizzata, è probabilmente il primo avvertimento di un'imminente discesa del potere d'acquisto del dollaro.

Questo non è un pensiero diffuso, con i commentatori finanziari che credono che gli stranieri indebitati necessitino di maggiori coperture per i loro debiti denominati in dollari. I dati TIC del Tesoro USA parlano diversamente, e comunque gli obblighi di debito a breve termine sono regolarmente coperti da derivati.

Una fuga dal dollaro è quindi molto più probabile di quanto generalmente si creda e ci si può aspettare che metta a repentaglio i tentativi della FED di mantenere il controllo sui mercati obbligazionari. Per il momento i prezzi delle obbligazioni stanno salendo, riflettendo crescenti segnali di recessione, ma è una fase che passerà tra breve.



Il Tesoro degli Stati Uniti è l'araldo del problema

Col tempo l'attenzione è destinata a concentrarsi sui problemi di finanziamento che si presenteranno sulla scia di un calo della partecipazione straniera nei mercati denominati in dollari. Nei dati TIC abbiamo già visto le prime prove di questa tesi, minacciando di indebolire il finanziamento del deficit di bilancio se dovesse continuare. Dalla fine di Bretton Woods (con la sola eccezione tra il 1998-2001, quando ci sono state tre eccedenze di bilancio di fila) c'è stata una presunzione generale che gli stranieri avrebbero sempre finanziato la maggior parte, se non la totalità, del deficit di bilancio.

Tuttavia ora sembra che gli stranieri abbiano smesso di riciclare i loro dollari, lasciando l'onere di finanziare il Tesoro USA agli investitori domestici, che dovranno anche assorbire le vendite degli stranieri. Il Tesoro americano avrà disperatamente bisogno di flussi di portafoglio interni per contrastare questi problemi, tuttavia i flussi di portafoglio sono destinati ad andare altrove, come ad esempio lo sviluppo di infrastrutture in Asia.

Il Tesoro degli Stati Uniti è consapevole del problema. A meno che il partenariato tra Cina e Russia non venga fermato, il denaro globale verrà risucchiato nel finanziare i loro piani d'investimento, in particolare quando svilupperanno il loro blocco monetario extra dollaro in tutta l'Asia. Essendo stato dipendente da questi soldi per decenni, il Tesoro degli Stati Uniti si aspetta una rapida crisi di finanziamenti in America.

Questa è la ragione principale della guerra finanziaria tra USA contro Cina e Russia. La Cina e la Russia sono consapevoli di queste dinamiche e non vogliono piegarsi. La nostra ipotesi è che nei prossimi anni non solo i flussi commerciali nel dollaro si invertiranno con l'escalation della recessione globale, ma la Cina farà del suo meglio per affamare l'America per quanto riguarda i flussi di portafoglio internazionali al fine di soddisfare le proprie esigenze di sviluppo.

La FED non avrà quindi altra alternativa se non quella di finanziare gran parte del disavanzo pubblico attraverso un quantitative easing. I tassi d'interesse torneranno allo zero, o saranno addirittura spinti in territorio negativo per evitare una crisi di finanziamento del governo. La crisi della Lehman sembrerà un antipasto rispetto a quello che verrà.

I fondi sovrani porebbero cercare di sostenere il dollaro, mentre potrebbero essere utilizzati gli swap valutari tra le principali banche centrali per stabilizzare le valute. Forse verrà introdotto un nuovo piano che coinvolge i DSP. Si potrebbe affermare che si sta verificando un reset globale, ma ciò non cambierà i risultati: la realtà è caratterizzata da una stampa di denaro senza fine.

L'inflazione monetaria nella valuta di riserva mondiale può solo accelerare, a causa di un crescente deficit di bilancio e della necessità di sostenere le banche che altrimenti fallirebbero. Con un secondo balzo nel tasso d'inflazione e con le vendite di titoli del Tesoro statunitensi da parte di venditori stranieri, il dollaro perderà credibilità, prima all'estero e poi a livello nazionale.

I prezzi di beni e servizi aumenteranno in dollari e in qualsiasi altra moneta fiat legata al dollaro, nonostante il crollo della domanda derivante da una recessione sempre più profonda. Se continuate a pensare che tutte le variazioni dei prezzi derivino dal lato delle merci, rimarrete sconvolto dal modo in cui è possibile che i prezzi aumentino in un momento di crisi. La spiegazione è che il potere d'acquisto dei dollari, degli euro e di qualsiasi altra valuta fiat, sta scendendo più rapidamente dei valori delle merci.

Questo potrebbe accadere rapidamente una volta iniziata la recessione. Le banche centrali sono impegnate a chiudere le scappatoie nel sistema bancario, lasciando i depositanti intrappolati. La quantità di denaro fisico che possono prelevare dai loro conti è limitata, e in termini reali varrà ancora meno in futuro. L'unica via di fuga per un depositante è comprare cose, qualsiasi cosa. Oro e bitcoin anche. Ma con un'ondata di depositanti che si muove nella stessa direzione, il prezzo che un venditore di tali asset accetterà aumenterà molto rapidamente, perché i venditori saranno ugualmente riluttanti a detenere denaro fiat.

Comprendete tutto questo e capirete come "[...] il processo (inflazionistico) coinvolge tutte le forze nascoste insite nella distruzione". Ci sono stati molti cambiamenti negli ultimi cento anni da quando Keynes scrisse The Economic Consequences of the Peace, ma la ricerca di sicurezza rivolgendosi allo stato e una fiducia erronea nella sua presunta onestà sono rimasti generalmente gli stessi. Non viene mai in mente a nessuno che lo stato derubi le persone del valore dei loro salari e risparmi con il semplice espediente di emettere denaro dal nulla.

L'ignoranza degli affari monetari e dell'inflazione surrettizia della moneta rimane un mistero per molte persone oggi come allora. Spero che questo non includa più i lettori di questo articolo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. L'articolo è stato scritto prima che alla BCE fosse designata donna Sincerità:
    https://www.youtube.com/watch?v=z1Dhtaiv_oo

    P.S.: l'elezione della robottina francese porta con sé due notizie. Quella buona è che chi vuole organizzarsi per l'estero avrà ancora del tempo. Quella cattiva è che l'accumulo di errori sarà ancora più mostruoso.

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