mercoledì 22 aprile 2020

Come il credito facile sta incrementando la devastazione del Covid-19





di Brendan Brown


Un esperimento controfattuale ci aiuta a capire l'enormità della situazione attuale.



Cosa sarebbe potuto succedere

Supponiamo che la pandemia del COVID-19 avesse colpito un mondo con denaro sano ed onesto, ad esempio un gold standard. Non ci sarebbe stata alcuna inflazione virulenta dei prezzi degli asset, nessuna Federal Reserve pronta ad intraprendere un QE infinito (illimitato) e tassi zero, e nessun mega programma per garantire il debito aziendale come chiesto dal capitalismo clientelare.

Gli stati con finanze solide e con piena fiducia globale nel loro impegno a sostenere la convertibilità tra denaro nazionale e oro, sarebbero stati in grado di avviare enormi programmi di previdenza sociale per mitigare le difficoltà economiche personali derivanti dalla pandemia. Una condizione chiave di tale successo: convincere gli investitori che le azioni correttive per rafforzare le finanze pubbliche avrebbero fatto seguito alla pandemia, il che significa che nessuno avrebbe fatto ricorso alla svalutazione monetaria.

I Paesi che non avrebbero goduto della fiducia degli investitori avrebbero avuto qualche difficoltà in più nell'espansione dell'assicurazione sociale. In alcuni casi, ciò avrebbe significato un forte aumento dei tassi d'interesse mentre la popolazione si sarebbe affrettata a convertire la propria valuta in oro, innescando una decisione di sospendere temporaneamente il gold standard e impegnarsi nel finanziamento monetario dei deficit.

Anche nei Paesi finanziariamente solidi, le preoccupazioni sulla qualità del debito, in particolare le passività delle imprese e delle famiglie nei settori più colpiti, e le ripercussioni sulla liquidità e la solvibilità delle banche, avrebbe determinato un aumento della domanda di moneta (banconote, depositi presso la banca centrale e oro). Le autorità monetarie locali avrebbero avuto la possibilità di aumentare l'offerta di moneta non metallica e quindi alleviare qualsiasi carenza (evitando un forte aumento dei tassi monetari). I meccanismi automatici del denaro sano ed onesto avrebbero forzato il ritiro di queste emissioni di emergenza una volta terminata la crisi. Contrastare questi meccanismi avrebbe indebolito la fiducia nella continuazione della convertibilità tra la valuta nazionale e oro.

Sì, ci sarebbe stato un tumulto nel mercato del credito. Lo shock dell'offerta viene amplificato da un blocco economico obbligatorio, il che significa che i guadagni precipitano o si trasformano in una perdita in gran parte per il settore delle imprese.

Con un sistema a denaro sano ed onesto, verrebbe onorato il contratto sociale del capitalismo di libero mercato, in base al quale il capitale guadagna in media un premio al rischio nel lungo periodo in cambio dell'assicurazione di altre parti interessate, in particolare del lavoro, contro shock avversi (che si tratti di recessioni, cambiamenti nei gusti, o disastri naturali). Di conseguenza durante gli anni di prosperità le imprese costruirebbero grandi cuscinetti di capitale per assorbire l'impatto di eventuali shock.



Cosa è successo

Al contrario con denaro fiat, dove c'è stata inflazione degli asset lunga e virulenta in cui gli ingegneri finanziari sono riusciti a rafforzare la leva finanziaria, spesso in molti modi mimetici in modo da giocare su forze irrazionali (come gli investitori affamati di rendimenti decenti al perenne inseguimento del momentum), i cuscinetti di capitale sono sottili. Questo fatto è rimasto nascosto alla vista durante il picco dell'inflazione degli asset, grazie soprattutto alle valutazioni altissime nel mercato azionario stimolate anche dai programmi di riacquisto di azioni.

In linea di principio, dove i cuscinetti di capitale sono comodi e arrivano disastri naturali, i proprietari di capitali ed i creditori sono in grado di negoziare una ricostruzione finanziaria volontaria da cui tutti traggono vantaggio. I creditori sono invitati (dai detentori di azioni) a scambiare una parte dei loro crediti in azioni, di conseguenza i crediti aumentano di prezzo (da un livello in calo che rappresentava la perdita di valore a causa del disastro naturale). I proprietari di azioni traggono vantaggio (come i detentori di obbligazioni) da una ridotta probabilità di fallimento e da tutti i suoi costi. Questo negoziato volontario tra pari non può aver luogo se la leva finanziaria è molto alta ben prima che arrivi il disastro naturale e il fallimento era già in bella vista.

Anche con un denaro sano ed onesto, una pandemia abbasserebbe il valore del capitale proprio in aggregato (e obbligazioni rischiose), ma solo di un importo che riflette la perdita di guadagno per la durata dell'emergenza medica. Al contrario, laddove la condizione preesistente è quella di un'inflazione degli asset virulenta, si verificano più crash amplificati dall'eruzione della crisi del credito. All'improvviso le storie popolari e altamente speculative, che gli investitori affamati di rendimenti decenti accettavano come verità, giustificando il perseguimento di operazioni di carry trade e strategie azionarie aggressive, hanno perso la loro magia attrattiva.

Questa era la situazione quando è arrivato il COVID-19. La leva finanziaria e la credulità nelle storie di speculazioni altamente remunerative erano andate oltre la razionalità, quindi lo shock dell'offerta è diventato l'ago dello scoppio della bolla: la lunga e virulenta inflazione degli asset dal 2012-2013. Paradossalmente gli autori dell'inflazione degli asset, i banchieri centrali ed i presidenti o i primi ministri che hanno alimentato il loro corso, ottengono un free ride: il crash è tutta colpa del COVID-19.

I neo-keynesiani, ex-baroni del private equity e populisti del centro di comando della politica monetaria, hanno escogitato uno "stimolo" più radicale che mai si era visto in tempo di pace. Per magia questo dovrebbe ridurre lo shock dell'offerta. Con la Federal Reserve che apre la strada agli acquisti illimitati di titoli di stato e tassi d'interesse a zero, tutti i limiti del caso presenti nell'esempio  controfattuale precedente vengono spazzati via.

Questa non è un'operazione temporanea, è per il lungo termine. Lo "stimolo" monetario è accompagnato da massicci programmi di garanzia dello stato per società selezionate, che consentono alla Federal Reserve di acquistare il loro debito.

Tutto ciò pone le basi per un'alta inflazione nel lungo periodo, dopo la pandemia, derivante da una situazione in cui il debito pubblico è aumentato vertiginosamente e ha operato un crowding out sulla maggior parte delle imprese.

Gli stati e le loro banche centrali non lasceranno salire i tassi dallo zero, né smetteranno di manipolare i tassi a lungo termine, anche se si dovesse sviluppare lo slancio inflazionistico. Negheranno pubblicamente che addirittura esista questo slancio. La loro storiella sarà sempre che l'evidenza di un'inflazione elevata è fugace, che in ogni caso l'inflazione negli ultimi anni ha mancato l'obiettivo, e che le imprese vulnerabili non dovrebbero essere messe in pericolo dalla cieca ortodossia.



Perché dovrebbe svilupparsi uno slancio inflazionistico?

Nei nostri attuali sistemi monetari fiat, ciò dipende da un eccesso monetario non identificabile che consente ai prezzi di aumentare fortemente senza alcun freno. Con le enormi quantità di investimenti di capitale degli ultimi anni (la realtà dei malinvestiment), il lato dell'offerta dominato da una paralisi diffusa e la forza della disinflazione della globalizzazione in ritirata, sono tutte presenti le condizioni preliminari affinché emerga un'inflazione di beni e servizi.

Il capitale umano obsoleto e il restringimento delle opportunità in settori in cui una volta i lavoratori a basso reddito potevano trovare un impiego, significano che l'inflazione può decollare ad un tasso di disoccupazione complessivo che è sorprendentemente alto rispetto alla storia recente. All'interno di tale aggregato, alcune sezioni del mercato del lavoro altamente eterogeneo diventeranno molto ristrette.

Il gemello monetario dell'inflazione di beni e servizi, l'inflazione degli asset, riemergerà con vigore, ma con nuove storie (accanto ad alcune vecchie sopravvissute, soprattutto nel settore tecnologico) e una platea diversa di epicentri da cui ci siamo abituati nell'ultimo decennio. L'abilità necessaria per analizzare questi cicli passati, presenti e futuri è la stessa di quella prescritta da Balzac: la capacità sia di individuare i tipi che di caratterizzare gli individui.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


2 commenti:

  1. Sembrerebbe che l'autore dell'articolo presenti solo una sua visione ideologica della realtà economica centrata su una assurda visione di libero mercato (inesistente se non nelle teorie e ancora nella testa di qualcuno), su dietrologie riferite alle banche centrali, il cui unico problema, c'è da dire, a mio avviso, è che ragionano ancora con una visione del secolo scorso basata sulla Taylor rule. Da quello che ho letto, (si capisce molto poco) parrebbe di poter suggerire anche un'utile indicazione a chi ha tradotto, che è certamente un esperto di economia monetaria, ma purtroppo evidenzia pure che tra informazione e comunicazione ce ne passa. Come tra il dire e il fare! Tradurre, infatti, significa saper esprimere, un pensiero scritto in una lingua, rendendolo comprensibile a chi lo deve leggere e soprattutto capire in un altra lingua. Scrivere per scrivere, tradurre per tradurre, dimostrando che si ha la capacità di far discendere dall'alto la scienza economica (a mio avviso poi sarebbe più corretto chiamarla "disciplina economica", perché la scienza non implica il giudizio di chi fa l'esperimento e ciò sappiamo che in economia è il contrario di tale regola) è solo mera erudizione, e chiunque è legittimato a pensare che può essere al giorno d'oggi fatta credere come propria, semplicemente copiando grafici e commenti da Bloomberg e i concetti da Wikipedia. Se si vuole rendere un servizio alla scienza ed alla cultura, per non dire a coloro che cercano umilmente di capire come funziona l'economia e ancor di più l'assurdo di quella monetaria e finanziaria, occorre saper comunicare. Questo mio commento, pur riconoscendo la fatica del lavoro svolto, vuole essere solo una critica costruttiva per un blog che potrebbe essere interessante e di sostegno a coloro che cercano delle spiegazioni sulla realtà, già di per sé complicata per chi la conosce, pensiamo per chi non ne ha le minime basi. La mia raccomandazione, pertanto se può essere utile a cambiare uno stile (che così com'è, potrebbe sembrare di parvente "saccenza" mirata a mettere in difficoltà il lettore e farlo arrendere), in favore di una migliore e fattiva comunicazione, è di prendere l'articolo, tradurlo, ma poi far capire la complessità dell'autore e spiegarlo in termini comprensibili, evidenziando la metodologia deduttiva delle affermazioni. Spiegandone i perché in maniera semplice, senza rimandi a Papers di ECB o IMF o Altro. Prendersi la responsabilità di tradurre e spiegare come lo scenario si sviluppa, magari con esempi concreti, senza esprimere giudizi non facilmente verificabili da chi legge in quel momento e che non può andarsi a studiare l'argomento seduta stante, o, il livello e la veridicità di affermazioni che magari il lettore non afferra a pieno e non può giudicare e confutare in contraddittorio. L'uomo non si muove per istinto come gli animali, bensì per intelletto e perciò ha bisogno di comprendere ciò che gli viene detto; non è una bottiglia da riempire bensì un cervello con cui interloquire, anche se chi gli parla è un accademico, e, colui che dice le cose, specialmente, e, ancor più, se accademico, deve essere certo di fare un lavoro scientifico, che senza scomodare Popper... basta che sia almeno comprensibile.

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    1. Salve Romeo. Confonde ideologia con metodologia e da questo errore presuppone di poter imbastire un discorso coerente in cui cerca di giustificare in modo sgangherato l'esistenza di istituzioni il cui unico scopo è sopprimere il libero mercato, non favorirlo. Infatti dimostra di non avere chiaro che cosa sia il libero mercato. Il consiglio è quello di consultare la barra del menù in alto, spulciando per bene la sezione "Per iniziare". quanto alla scelta di articoli come quello presentato, beh, si tratta di aspetti peculiari analizzati secondo una determinata ottica. Questo blog esiste da quasi dieci anni e il tempo dell'analisi teorica generale è passato già da un pezzo, sebbene ogni tanto io lo riporti alla luce con articoli dedicati. Ecco perché, come le dicevo, esiste la sezione sopra indicata.

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