venerdì 10 dicembre 2021

Bitcoin: una seconda possibilità per il mondo musulmano

 

 

da Bitcoin Magazine

La soppressione ottomana della stampa è un caso manifesto di stagnazione intellettuale nel mondo musulmano. Sebbene non ci fosse stato alcun divieto assoluto, non si può negare l'opportunità persa: il fallimento di una civiltà nell'adottare un rivoluzionario cambiamento tecnologico. Nella sua età d'oro, questa civiltà che ha dato al mondo università, ospedali, ottica, algebra e anche un precursore della stampa stessa, è rimasta però indietro nella successiva accettazione di tale tecnologia, tanto che il suo stesso libro sacro, il Corano, ha dovuto attendere la sua prima pubblicazione di massa quasi 300 anni dopo che Johannes Gutenberg aveva pubblicato la Bibbia.


Il declino

Ma il Genesis Block dell'Islam aveva un carattere completamente diverso: un vivace ma vario assemblaggio di donne e uomini la cui caratteristica principale era la loro apertura alle nuove idee. L'idea di un Dio in una moltitudine di divini contendenti. L'idea di un Bitcoin in una moltitudine di shitcoin... oops... scusate... sto facendo confusione con gli argomenti! Ad ogni modo, questa fratellanza del primo Islam, insieme alla sua viva aspirazione ad inaugurare un giusto ordine sociale ed economico, era anche notevole per il suo tempo: rappresentava la vittoria della ragione sulla religione. Portare l'indagine intellettuale alla pari con l'esperienza mistica avrebbe spianato la strada all'empirismo e all'indagine sperimentale, tanto che Robert Briffault disse che: "Roger Bacon non era altro che uno degli apostoli della scienza e del metodo musulmani".

Ma alla fine la musica si è fermata e il mercato ha intrapreso una correzione! Ci sono molte spiegazioni per il declino, la maggior parte delle quali parzialmente vere, ma se vogliamo puntare il dito su qualche evento simbolico, allora questo è la distruzione della Casa della Sapienza ad opera dei mongoli. Nell'era dei manoscritti nel Tigri furono gettati così tanti libri delle biblioteche di Baghdad che un cavallo poteva attraversarli e il fiume scorreva nero per l'inchiostro degli studiosi e rosso del sangue dei martiri.

Poiché la Umma musulmana perse così tanti intellettuali e capitale intellettuale in quel periodo tumultuoso, la sua reazione fu (comprensibilmente) come quella di una stagista che si ritrova a capo di una missione critica mentre tutti i dirigenti improvvisamente si sono dimessi, sono morti o scomparsi. La migliore reazione è questa: non voglio toccare niente e le uniche cose che farò sono quelle tramandate dai quattro illustri dirigenti.

E così il mondo islamico per centinaia di anni è rimasto in una modalità di mantenimento. Nel solo Pakistan oltre 12.000 Madrase insegnano regolarmente le regole ed i regolamenti per lo scambio di oro e argento, secoli dopo che il suo uso quotidiano è stato sostituito dal denaro fiat.


Sopravvivenza dei principi fondamentali

Ma qui ritroviamo una meravigliosa ironia: questo blocco sull'innovazione ha funzionato nella misura in cui era previsto, proteggendo i principi fondamentali dall'essere compromessi o deliberatamente diluiti nelle mani degli opportunisti. Proprio come la cautela nel cambiare la costituzione degli Stati Uniti ha protetto i principi di libertà e uguaglianza in essa sanciti: anche la legge islamica ha sancito i principi finanziari fondamentali che sono stati una spina nel fianco degli aspiranti riformatori economici moderni in nome della finanza islamica. I 12.000 studenti semianalfabeti delle Madrase, ripetendo a pappagallo le disposizioni dello scambio equo di oro e argento in base ad un programma del XVII secolo che cita uno studioso del IX secolo, diventano inconsapevolmente più istruiti di un dottorato in finanza di Harvard indottrinato nel furto attraverso il denaro fiat! Questo perché Muhammad ha imposto il denaro sano ed onesto, proprio come Mises e Hayek dopo di lui, un principio immutabilmente cristallizzato nella Fiqh.

Uomo d'affari, il Profeta dell'Islam possedeva un acuto acume per l'economia e la finanza. Nel gergo moderno, scalò rapidamente la gerarchia aziendale fino a diventare uno dei più giovani amministratori delegati del suo tempo con il compito di far risorgere il fallito impero commerciale dell'imprenditrice Khadija. Impressionato dalla personalità del Profeta, Khadija gli si propose rapidamente, creando una coppia di potere che cambiò il corso della storia.

Proprio come Gesù cacciò gli usurai dal Secondo Tempio, anche il Profeta dell'Islam disprezzava l'usura e mise fuorilegge la maggior parte delle macchinazioni capitaliste che l'accompagnavano, cercando di lenire le disparità di ricchezza lorda come il 10% che possiede il 76% del risorse. Così stabilì alcune regole fondamentali che costituiscono il fondamento dei principi finanziari islamici:

  1. Vietata l'usura (Riba), compresi gli interessi. Sempre nel rispetto del valore temporale del denaro, l'intento del divieto era quello di creare un reame finanziario in cui il profitto ed il rischio fossero condivisi tra l'imprenditore e l'investitore. Da una prospettiva monetaria sana, vieta l'emissione di obbligazioni fruttifere e buoni del Tesoro mediante i quali il sistema bancario centrale può gonfiare l'offerta di denaro.

  2. Proibita l'incertezza (Gharar), incarnata nella sua famosa citazione: "Non vendere un pesce che è ancora nell'acqua". Eliminava la possibilità della riserva frazionaria, poiché il debito non poteva essere monetizzato e negoziato ulteriormente, a meno che non venisse ripagato. Chiudeva anche il rubinetto su una miriade di strumenti derivati ​​che gonfiano ulteriormente l'offerta di denaro.

  3. Proibita la speculazione (Maisir), che include il gioco d'azzardo. Alcuni studiosi considerano l'attività di mercato speculativa, come i fenomeni Dogecoin, nell'ambito di questa regola.

  4. Denaro sano ed onesto obbligatorio. Le regole dell'imposta di beneficenza obbligatoria nell'Islam sono denominate in denaro sano ed onesto. I governi musulmani prendono il prezzo di mercato dell'oro, lo convertono secondo il prezzo del denaro fiat e annunciano alla popolazione il valore convertito per pagare l'obbligo religioso della Zakat. Ma da un punto di vista legale, stabilisce permanentemente l'oro e l'argento (così come un'intera classe di altri prodotti) come forma di denaro religiosamente riconosciuta nell'Islam.

Questi divieti sono abbastanza forti nella teologia islamica, tanto che chiunque li violi è tecnicamente "in guerra con Allah ed il suo Profeta". Ecco perché il programma delle Madrase si aggrappa al "denaro della natura" (Thaman-e-Khalqi): oro e argento.

Ma ovviamente gli stati, musulmani o meno, ufficiosamente fanno altro: l'interesse personale regna supremo sui principi etici. Nel solo Pakistan la causa religiosa contro il sistema bancario commerciale fondato sul denaro fiat è stata ritardata e ostacolata per oltre 40 anni nei tribunali. Le politiche di finanziamento del deficit sono così attraenti che nessuno vuole rinunciare a questa bacchetta magica per fare soldi.

Nonostante questi divieti, e nei Paesi in cui la religione domina i valori sociali, i musulmani si sentono ancora a proprio agio con la cartamoneta: inizialmente si mascherava da "ricevute di consegna dell'oro custodito" e hanno indotto gli studiosi a consentirle, ma la giurisprudenza non è riuscita a mettersi al passo con la successiva svalutazione di questo asset.


Tentativi di riforma

Quando ebbero luogo le indipendenze nazionali, nei Paesi musulmani si diffusero quattro diversi filoni di attività intorno al settore bancario.

  1. Implementazione tradizionale del sistema bancario moderno che si è radicata in ogni stato musulmano, attuata in toto come le sue controparti occidentali.

  2. Il sistema bancario islamico ha tentato di rimodellare un po' le cose. Studiosi che hanno familiarità sia con l'economia che con la sharia hanno tentato di "islamizzare" il settore bancario attraverso la nuova disciplina accademica della "finanza islamica". Ma invece di creare fedelmente piattaforme per la condivisione del rischio ed il finanziamento basato su azioni, si è seguito il Triple Contract medievale come approccio per clonare i prodotti finanziari esistenti, accompagnato da una pletora di documenti di ricerca per giustificarlo. Lo possiamo riassumere con la citazione comica dell'era della guerra fredda: "Il comunismo è la strada più lunga e più dolorosa dal capitalismo al capitalismo". Anche la finanza islamica contemporanea si è rivelata la strada più dolorosa e tortuosa dal sistema bancario tradizionale al sistema bancario tradizionale, decorato con nomi arabi! Come i banchieri professionisti hanno ingannato questi studiosi viene spiegato in modo eccellente da Harris Irfan in un podcast con il nostro Saifedean Ammous.

  3. Continua ad esistere un'ampia ma silenziosa maggioranza di studiosi islamici che guardano con sospetto a tutte le forme di attività bancaria, ma il crescente divario di conoscenza tra la loro istruzione e le complessità della finanza moderna li rende incapaci di riprendere la narrativa.

  4. Esiste un gruppo molto più piccolo di studiosi islamici, come i seguaci dell'ordine sufi di un convertito britannico e del suo discepolo basco, nonché uno studioso di Trinidad, che ha identificato il problema fondamentale con il sistema bancario moderno da una prospettiva della Shariah: il denaro fiat. Non si può "islamizzare" una banca se non si aggiusta il denaro in base al quale opera! Da qui il loro tentativo di resuscitare il tradizionale dinaro d'oro islamico come valida alternativa al denaro fiat.


Dinaro d'oro: la vera alternativa islamica

Il denaro fiat può essere visto attraverso un concetto importante nella teologia islamica, il Maqasid-e-Shariah: gli obiettivi o lo scopo della legge della Shariah. Per illustrare questo punto con un esempio controverso, prendete in considerazione una legge della Sharia che dice che non si può punire un uomo o una donna per adulterio, a meno che portiate quattro testimoni oculari all'atto sessuale (cosa che normalmente è impossibile). Mentre l'Islam aborrisce l'adulterio, il Maqasid è un tentativo degli studiosi di capire perché esiste una legge che lo rende praticamente impossibile da perseguire invece di una che lo punisca facilmente e rapidamente. Hanno concluso che la ragione è la protezione della privacy delle persone e gli errori una tantum dall'interferenza ficcanaso della società e dall'appetito per la punizione. Secondo Muhammad Asad: “[...] per far dipendere la prova dell'adulterio da una confessione volontaria ed ispirata dalla fede degli stessi colpevoli”. Quindi il Maqasid indica un qualche obiettivo socialmente valido che la legge intende raggiungere.

La logica delle leggi finanziarie della Shariah è spiegata in modo simile nei termini dei loro obiettivi: una giusta distribuzione della ricchezza, un denaro libero dalla svalutazione, un contratto commerciale libero dallo sfruttamento usurario ed un sistema normativo che aumenta la ricchezza e il benessere delle persone. Attraverso un'intuizione molto elementare, è ovvio che le valute fiat violino questo principio di onestà e giustizia nella società: coloro che le stampano rubano il potere d'acquisto delle persone. Per dare un'impronta coranica formale a questo ragionamento, possiamo prendere il versetto 3:75: "Ci sono alcuni tra la Gente del Libro (Ebrei e Cristiani) che, se gli viene affidata una pila d'oro, la restituiranno prontamente". La moderna banca islamica, se affidata a denaro equivalente ad una pila d'oro, vi restituisce solo il 90% del suo valore in potere d'acquisto, a causa dell'erosione inflazionistica, quindi fa parte di un sistema che viola palesemente il Maqasid.

Le banche islamiche hanno quindi completamente omesso di sposare il principio fondamentale della condivisione del rischio e dell'eliminazione degli interessi (poiché l'interesse esiste nel processo stesso di emissione del denaro su cui sono costruite). L'unica vera alternativa islamica mai proposta era il Gold Dinar Movement. Partendo in parallelo (e per molti aspetti prima) rispetto all'Islamic Banking (con il primo Dinar moderno coniato nel 1992), è stato incisivamente accurato nella sua valutazione e ha proposto un rimedio al problema monetario: "The Return to the Gold Dinar". Stiamo parlando di un tempo passato ormai, quando l'oro era ancora l'unico strumento nella lotta contro il denaro fiat, reso popolare dall'economia Austriaca, sostenuto da leader integri come Ron Paul e adottato da attivisti come Bernard von NotHaus. Il mondo musulmano ha visto la propria ondata di attivismo per il denaro sano ed onesto, guidato dal suo più accanito sostenitore, Umar Vadillo, e da iniziative associate come Wakala Nusantara, Dinar First ed il mio Dinar Wakala. Il lancio del Gold Dinar da parte del governo dello stato del Kelantan è stato il nostro momento El Zonte, pieno di euforia e promesse che hanno fatto scalpore a livello globale. La passione ed il coraggio di questo vibrante gruppo di Sufi guerrieri rappresentavano il meglio dei musulmani moderni: persone profondamente informate, impegnate nell'attivismo di base per risolvere le sfide più urgenti del mondo contemporaneo.

Tuttavia la forza primaria dell'oro, la sua indistruttibilità fisica, ne ha ostacolato l'adozione: ostacoli logistici e normativi hanno impedito il libero flusso di monete d'oro fisiche attraverso i confini nazionali. Nelle parole del suo fondatore, Shaykh Abdalqadir: "I meccanismi di difesa del tardo capitalismo odierno e la sua gestione delle crisi che circondano l'acquisto, lo spostamento ed il conio dell'oro lo hanno circondato di prezzi e tasse proibitivi". Continua ad essere un simbolo galvanizzante della lotta contro la Riba, ma renderlo una pratica copertura inflazionistica, o un più ampio movimento a livello di Umma per una forma di denaro sana ed onesta, si è rivelato un obiettivo elusivo.

Senza il Dinaro d'Oro, l'orizzonte sembrava desolante... tranne che un barlume di speranza si è diffuso dai luoghi più inaspettati: dove studiosi, economisti e rivoluzionari avevano fallito, i nerd hanno avuto successo!

Entra in scena l'emiro Satoshi!


L'avvento di Bitcoin

Per noi del Gold Dinar Movement, i Bitcoiner sono i nostri fratelli d'armi: combattere lo stesso nemico, raggiungere lo stesso obiettivo. Questo è ciò che ho sempre sostenuto con i miei compagni attivisti fin dal 2012.

Il nostro Profeta, così come i califfi Rashidun, non ha mai svalutato il denaro, né tratto profitto dal signoraggio, ma ci ha dato il diritto di scegliere i nostri mezzi di scambio. Questo è fondamentalmente antitetico alla mostruosità delle leggi sul corso legale, che gli studiosi islamici sono stati indotti a legittimare con vari pretesti (evidenziando la necessità di una maggiore alfabetizzazione finanziaria). Questa libertà di scegliere una valuta costituisce il terreno comune su cui sia noi che i Bitcoiner possiamo radunarci insieme.

"Bisogna fidarsi del sistema bancario centrale affinché non svaluti la valuta, ma la storia delle valute fiat è piena di violazioni di tale fiducia", scrive Satoshi. Ha riconosciuto il problema con il denaro fiat e ha deciso di risolverlo con Bitcoin, un'epifania miracolosa che ha scatenato questa crescente banda globale di fervidi massimalisti ed un po' presuntuosi, tanto simili nell'essenza e nell'ethos a noi, quanto diversi nell'aspetto. Vedo i Bitcoiner non solo nel loro coraggio e astuzia, ma anche nell'ingegnosità della loro arma preferita, come un Davide dei giorni nostri che affronta il Golia del sistema bancario tradizionale!

Da una prospettiva musulmana, il versetto del Corano che meglio caratterizza il movimento Bitcoin diventa il 49:13: "O umanità, in verità vi abbiamo creato da maschio e femmina e vi abbiamo fatto popoli e tribù affinché possiate conoscervi l'un l'altro. In verità, il più nobile di voi agli occhi di Allah è il più giusto di voi. In verità Allah è sapiente e consapevole". Nel regno delle questioni monetarie, i più giusti e nobili sono quelli che sostengono il denaro sano ed onesto. È appropriato che Allah sottolinei i suoi attributi divini nel versetto, come avvertimento che la nostra concezione della giustizia potrebbe non essere necessariamente la stessa di quella di chi è davvero sapiente e consapevole (il termine letterale Taqwa significa qualcosa che vi protegge dall'ira di Dio). E al meglio della mia convinzione, proteggere ed elevare i poveri e gli oppressi dalle trappole di un sistema finanziario prevenuto è sicuramente una carta vincente agli occhi del Dio di Abramo!


Una seconda possibilità

Noi musulmani ci eravamo proposti di stabilire una società giusta ed equa, e per qualche tempo, per citare David Graeber, ci siamo riusciti: "Una volta liberato dai suoi antichi flagelli del debito e della schiavitù, il bazar locale era diventato, per la maggior parte, non un luogo di pericolo morale, ma l'esatto contrario: la più alta espressione della libertà umana e della solidarietà comunitaria, e quindi da proteggere assiduamente dall'intrusione dello Stato". Ma mentre la nostra leadership politica e intellettuale nel mondo tramontava gradualmente, ora ci troviamo economicamente in bancarotta, sommersi in un sistema finanziario truccato e schiavi dei dettami del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Una delle ragioni principali di questo impoverimento è stata il crescente divario della conoscenza. Il seguente circolo vizioso di tre fattori circolarmente dipendenti è un altro modo di modellare la nostra realtà attuale:

  1. Bassa allocazione di capitale per l'istruzione. Un'economia generalmente debole lascia poco spazio per gli investimenti nell'istruzione delle discipline sia scientifiche che umanistiche, necessarie per un capitale umano produttivo.

  2. Basso capitale umano. Il primo fattore si traduce in una bassa qualità dell'istruzione nella popolazione, la quale si manifesta politicamente in cattive decisioni nazionali, coinvolgimento nei conflitti, cattiva gestione economica, acquisizione di debiti ed incapacità di frenare la corruzione. Dal punto di vista economico, questa forza lavoro non qualificata ha una bassa produttività, scarsa imprenditorialità e un'adozione inefficace della tecnologia. Dal punto di vista religioso, permette alla violenza e all'estremismo di riprodursi lungo linee di frattura settarie.

  3. Basso rendimento economico. Il secondo fattore si traduce in continue tribolazioni economiche, dal momento che l'intera società è ora in modalità KTLO, invece di "aggiungere nuove funzionalità". Il che ci porta di nuovo al punto uno.

È il ciclo standard della povertà che molte basi di potere in competizione credono di poter spezzare. I militari, i mullah, i liberal e addirittura anche la CIA hanno prescrizioni su come risolvere i nostri problemi, ma tali interventi politici ed economici temporanei non portano risultati duraturi, dal momento che le nazioni sono costruite da uomini e donne degni che, dato un ambiente libero e pacifico, ricorrono alla loro innata spinta all'eccellenza per creare un migliore mondo.

È compito del rivoluzionario e della sua scossa, o su scala minore dell'imprenditore che dà una piccola spinta, liberare un segmento della società da questo circolo vizioso: un ecosistema chiuso di circolazione della ricchezza composto da individui colti, dotato di una tecnologia migliore e dotato di più capitale, protetto da influenze esterne e stabilizzato da un equo contratto sociale. Instaurare, quindi, una simbiosi virtuosa di prosperità economica e sviluppo umano che si sostengono a vicenda verso nuove vette.

Questa rottura può iniziare in molti modi: un'indipendenza nazionale, una leadership forte o, nel caso dell'Islam, la fondazione di una nuova religione. La traiettoria dell'Islam ci fornisce un modello generalizzato a tre fasi su cui può essere modellata qualsiasi rivoluzione, un eccellente modello per la nostra adozione di Bitcoin.

  1. Istruzione: viene concepita una nuova visione del mondo e le persone vengono istruite nei suoi confronti per aver riposto volontariamente la loro fiducia su di essa — Iman

  2. Separazione: il modello viene distribuito fisicamente, separato dai sistemi esistenti, in modo che possa crescere e prosperare senza influenze esterne negative — Egira

  3. Protezione: quando il modello diventa abbastanza forte da minacciare lo status quo, ma ancora abbastanza debole da essere distrutto, ha bisogno di protezione, che di solito richiede un conflitto armato — Jihad

Noi del Gold Dinar Movement credevamo che la rottura di questo circolo vizioso sarebbe venuta dall'empowerment finanziario: quando le persone ed i governi musulmani avrebbero adottato una forma di denaro sana ed onesta, libera dalle catene del FMI, consentendo alle nostre economie in bancarotta di gestire abbastanza reddito disponibile da essere investito in altre strade della società; tornando quindi sulla strada verso il progresso e lo sviluppo umano. Il metallo giallo avrebbe riportato l'età dell'oro, producendo uomini e donne che sarebbero valsi il loro peso in oro!

Ma non è accaduto. Lasciate che vi spieghi perché e come Bitcoin lo rende invece possibile.


Bitcoin: uno strumento per la rivoluzione

Seguendo il nostro modello di rivoluzione in tre fasi, esaminiamo come Bitcoin risolve le varie sfide in ogni passaggio.

1. Istruzione

L'uomo comune, umile riguardo alla sua conoscenza della finanza, si aspetta, come osservò John Galbraith, un "mistero più profondo nel processo di creazione del denaro". Ma una volta che ne scopre la semplicità, "la sua mente lo respinge".

L'abisso nell'istruzione tradizionale e moderna impedisce ai nostri studiosi di valutare religiosamente il sistema monetario fiat, per il quale hanno bisogno di tre credenziali vitali: una qualifica dal Mufti, una ricerca specializzata nella Fiqh del Muamalat ed uno studio sull'economia moderna. Solo una manciata in tutto il mondo riesce a raggiungere questi obiettivi, come il venerato Usmani, diventando un leader nel pensiero della finanza islamica: il resto prende la via più facile e segue ciò che questa figura afferma. Una volta ho chiesto ad un consulente certificato della Shariah su LinkedIn se conoscesse il significato della riserva frazionaria. Mi aspettavo una giustificazione astrusa e contraria alle regole, ma sono rimasto sorpreso dalla sua onesta ammissione che semplicemente non sapeva cosa fosse!

Quindi la prima sfida è stata quella di istruire sia le persone che gli studiosi sul sistema monetario fiat. Quindi arruolare seri professionisti accademici e del settore per ideare un'alternativa basata su oro e argento. Quindi far sì che il suo appeal si diffonda tra le masse per trasformarsi alla fine in una pressione politica sufficiente affinché lo stato lo adotti... a proprio danno. Altamente improbabile.

Con Bitcoin, invece, l'istruzione delle persone ora diventa molto più focalizzata e orientata al risultato. L'obiettivo più ampio di istruire le persone riguardo la finanza e l'economia rimane indispensabile sia nelle soluzioni monetarie basate sull'oro che su quelle basate su Bitcoin. Ma con quest'ultimo non dobbiamo aspettare che un'accademia del terzo mondo e studiosi dalla mentalità arcaica vendano la loro soluzione ad uno stato riluttante. Diventiamo tattici, pillola arancione per le masse con una traduzione urdu dello standard Bitcoin e ci concentriamo su ciò che è minimamente essenziale da raggiungere con i nostri mezzi: insegnare ai babbani... scusate... ai no-coiner, le basi del denaro, il ruolo di Bitcoin nella nostra risposta strategica ed il know-how per custodire i satoshi in un cold wallet! Il resto seguirà!

A pensarci bene, la mia analogia iniziale con la stampa è estremamente rilevante. La stampa ha incapsulato anni di conoscenza in un semplice pacchetto facilmente divulgabile a migliaia di persone, cosa che avrebbe potuto colmare il nostro divario di conoscenza se l'avessimo adottata prima. Anche Bitcoin racchiude la saggezza per eccellenza di secoli di esperienza dell'umanità in ciò che costituisce un buon denaro e consente di diffonderlo facilmente in tutto il mondo. È sia conoscenza che uno strumento creato da quella conoscenza. Se perdiamo il treno, non solo perderemo contro il "capitalismo dell'usura", ma anche il movimento Bitcoin sarà privato dell'enorme potenziale di un quarto della popolazione mondiale. Dobbiamo unirci al resto dell'umanità in un ultimo disperato tentativo di uguaglianza della ricchezza.

2. Separazione

Dopo aver istruito le persone sulle meccaniche del denaro e su Bitcoin, il secondo passo è l'Egira, la nostra separazione dal sistema esistente.

Uno studioso islamico, Abdassamad Clarke, ha definito il "capitale usurario" come "l'uso del capitale che è sia generato dall'usura e gestito secondo principi usurai, il quale consente ad una piccola cricca di individui di esercitare un potere straordinario ed accumulare ricchezze inaudite in modo tale da assoggettare il resto dell'umanità nel loro progetto di auto-arricchimento, sia nelle tirannie dell'Oriente che nel cosiddetto capitalismo di libero mercato dell'Occidente".

La differenza filosofica fondamentale tra l'economia islamica e quella occidentale è il modo in cui vediamo l'interesse. L'Islam si attiene al classico divieto giudeo-cristiano, ritenendo che il valore temporale del denaro sia più equamente contabilizzato nella condivisione del rischio in stile equity finance del capitale investito, invece di un rendimento garantito a favore del capitalista. Tra le altre cose, il suo effetto collaterale è proibire sia la monetizzazione del nostro "reddito futuro" per emettere valuta fiat, sia vietare l'effetto moltiplicatore della riserva frazionaria, attraverso le sentenze della Riba, Bai-al-Dain e Bai-al-Madum.

Bitcoiner e libertari si affidano a basi filosofiche completamente diverse per raggiungere, in parte, la stessa conclusione riguardo al denaro fiat, il quale è perverso, ingiusto e socialmente distruttivo.

L'obiettivo finale per entrambi è lo stesso: separarsi dal sistema monetario fiat e ritagliare un sistema finanziario completamente nuovo ed indipendente. Esattamente l'idea della finanza decentralizzata (DeFi)!

Sfortunatamente l'effetto bolla che non ci piace così tanto nella finanza tradizionale è ora esso stesso diffuso nel mondo delle criptovalute, ciò che Ellen Farrington definisce come l'immensa quantità di "reipoteca, leva finanziaria e cartolarizzazione", che se utilizzati in modo improprio possono causare rischi sistemici che riguarderanno tutti. La realtà pratica della DeFi nel mondo non Bitcoin è abbastanza lontana dal suo obiettivo teorico. Guardando a questo aspetto delle "crypto", alcuni studiosi islamici si sono presi la libertà di invocare la clausola di divieto del gioco d'azzardo, qualcosa di cui possiamo simpatizzare con la motivazione, anche se non siamo d'accordo con la conclusione.

Una mancanza di regolamentazione a livello amministrativo non può essere contrastata dalla pronuncia religiosa dello status di Haram. È un po' come dichiarare proibite le auto, semplicemente perché alcune persone le guidano troppo velocemente e ne uccidono altre. Ma attualmente siamo molto meno interessati al modo in cui gli studiosi vedono le "criptovalute" di quanto non lo siamo noi riguardo a Bitcoin. I nuovi brillanti investimenti del mondo DeFi che offrono rendimenti insostenibili, le sue losche ICO, la frenesia da casinò ed i sogni di arricchirsi rapidamente degli investitori alle prime armi sono molto lontani da ciò che sosteniamo, ovvero quella che osiamo chiamare una seconda possibilità per il mondo musulmano: un'adozione del denaro sano ed onesto basata su Bitcoin come mezzo di scambio e riserva di valore!

Ma ciò che è comunque encomiabile nel mondo delle criptovalute (alimentato, ovviamente, da Bitcoin) è il tentativo di creare questo miniuniverso completamente nuovo e indipendente di finanza alternativa e decentralizzata, isolata dal sistema esistente. Costruire ed espandere questo decentramento, basato su Bitcoin, è l'essenza del secondo passo del nostro progetto rivoluzionario: l'Egira, migrazione dal vecchio al nuovo. Come avrebbe detto Iqbal: "Spazza via questo mondo transitorio e costruiscine uno nuovo dalle sue ceneri" — khakastar se aap apna jahan paida karay.

L'unico serio tentativo precedente di denaro sano ed onesto tra i musulmani era il movimento Dinar, ma funzionava solo in una giurisdizione fisica: dove coniarlo, dove conservarlo, come trasportarlo, come coordinare i pagamenti elettronici, come gestire i settlement bancari, le tasse e l'interferenza statale? In teoria era possibile creare un ecosistema completamente indipendente di emissione, stoccaggio, trasporto e commercio utilizzando l'oro, ma i progressi reali sono stati molto lenti.

Allo stesso tempo, l'ecosistema Bitcoin è maturato così tanto da essere classificabile come un sistema indipendente e isolato, libero da ogni interferenza della finanza tradizionale. Le soluzioni Core Bitcoin Timechain, Lightning Netwoek, Layer 2/smart contract, la comunità di miner, operatori di nodi e sostenitori distribuiti a livello globale, si combinano per formare una piattaforma su cui possiamo costruire e sperimentare contratti finanziari veramente islamici impossibili con la finanza tradizionale.

In questo ecosistema possiamo resuscitare istituzioni sociali e finanziarie islamiche come il Bait-ul-Maal, il Suq, il Waqf, le Gilde, l'Hawala, il Wahdiya, il Qirad e il Musharaka libere dalle restrizioni di qualsiasi stato, commissione o banca centrale.

3. Protezione

E una volta implementato questo sistema isolato, dobbiamo proteggerlo.

Una storia è raccontata nella tradizione islamica: quando Abu Dharr Ghifari andò in cerca del Profeta, Ali gli disse di camminare dietro di lui e se avesse percepito qualcosa di sospetto, si sarebbe dovuto chinare per allacciarsi le scarpe e poi continuare a camminare ma davanti. Una specie di coinjoin per offuscare dove stesse effettivamente andando. Quando siete pesci piccoli, dovete rimanere in modalità invisibile ed operare sotto vento. Più tardi, quando il piccolo stato dell'Islam primitivo si insediò in una città vicina, dovette affrontare una serie di conflitti armati per difendersi dall'essere stroncato sul nascere!

Anche l'implementazione di un solido sistema monetario potrebbe richiedere una finestra precaria in cui l'alberello avrebbe bisogno di una protezione prima che diventi un albero. I poteri costituiti che emettono gli yuan e i dollari sono troppo formidabili affinché uno stato del terzo mondo possa batterli in uno scontro frontale. Infatti non possiamo nemmeno resistere agli assalti dei singoli speculatori, per non parlare di uno sforzo concertato della cabala finanziaria globale per preservare il suo status quo. El Salvador e simili sono sicuramente pionieri interessanti da tenere d'occhio, ma è troppo presto per dirlo.

Se un numero sufficiente di cittadini del primo mondo si unisse per sfidare il loro governo nell'adozione di una moneta sana ed onesta, la risposta dei regimi sarebbe (probabilmente) molto più contenuta rispetto a qualche stato canaglia di un Paese del terzo mondo che tentasse di sfidare la moneta dominante. Mi è stato detto da un importante banchiere islamico che quando Mahatir accarezzò un'idea simile, ricevette dai poteri costituiti un segnale molto severo di "smetterla e desistere"!

Quindi un governo musulmano dovrebbe adottare il dinaro d'oro o Bitcoin? Credo solo in quest'ultimo. Solo Bitcoin ha il vantaggio tecnologico necessario in termini di inarrestabilità e indistruttibilità tale da sostituire la necessità di una potenza militare nazionale alle cui spalle c'è una moneta d'oro.


Lo Stato Islamico contro Bitcoin

Ma molti revivalisti islamici la pensano diversamente ed il loro obiettivo è di solito più ampio della sola riforma finanziaria. È una ricerca più olistica, tanto da voler resuscitare le strutture politiche, sociali e legali dei governi islamici pre-coloniali. Incoraggiati dalla spettacolare ascesa dell'Islam primitivo che osò sfidare poteri superiori come bizantini e sassanidi, credono che sia possibile ricreare la teocrazia tradizionale lungo linee simili, uno dei cui effetti collaterali sarebbe quello di sradicare anche la valuta fiat. Progetti così ambiziosi minimizzano l'urgenza di aggiustare il nostro sistema finanziario: non c'è bisogno di lottare separatamente se esso è un naturale corollario del più ampio rinascimento politico.

Ora lo spettro di tale revival panislamico è stato completamente demonizzato nell'immaginario occidentale a causa dell'estremismo violento, di una radicata islamofobia e in generale a causa di idee come lo scontro di civiltà. Ma i miei amici Bitcoiner saranno sicuramente d'accordo sul fatto che è del tutto nei diritti del mondo musulmano sperimentare volontariamente, sulla loro terra, con qualunque forma di governo vogliano: califfati, sultanati, o regni!

Ma la realtà di questo sogno nella mente della maggioranza dei musulmani moderni è molto diversa da quella che il mondo percepisce. Il musulmano moderato vuole solo che i principi islamici siano la fonte guida del loro ordine politico e sociale, ma la forza di questo desiderio è spesso sfruttata dagli opportunisti, dando luogo a due recenti modelli distorti dell'Islam politico:

  1. Il modello iraniano: un po' ampio e sostenibile, ma sdentato e simbolico. Sono le gemelle politiche delle banche islamiche che non offrono alcun cambiamento reale all'uomo comune, eccetto il controllo morale. Finanziariamente esiste persino l'ossimoro Banca Centrale della Repubblica Islamica. Perché bisognerebbe avere una banca islamica se fosse veramente una repubblica islamica?
  2. Il modello dei talebani e dell'ISIS: a base ristretta, estremista e insostenibile, separato dalla cortesia delle nazioni. Secondo quanto riferito, l'ISIS ha emesso il Dinaro d'Oro, ma non è servito a nessuno, tranne forse come propaganda di reclutamento. Le notizie da Kabul questa volta promettono un governo più sobrio ed equilibrato, ma si tratta di un genuino ripensamento o solo di un'opportunità politica?

Quindi, mentre il mondo musulmano aspetta una vera riforma islamica, ed il mondo trattiene il respiro su come andrà a finire il prossimo tentativo del genere, il mio problema con questa onnipresente ricerca politica nell'immaginazione musulmana è solo una: non ce la farà! Non possiamo imbastire lo sforzo di una riforma finanziaria su una qualche futura promessa di un cambiamento più grande. Come dice un proverbio urdu, na nau munn tayl hoe ga, na Radha naachay gi: né il re sarà in grado di fornire nove galloni di olio per lampade, né il palcoscenico sarà mai abbastanza illuminato perché la sua danzatrice, Radha, possa esibirsi!

Tuttavia, supponendo per un momento che per qualche miracolo geopolitico si insedi un governo islamico maturo e moderno, fedele ai principi fondamentali dell'Islam e con un ampio sostegno popolare, la domanda successiva e più pertinente diventa: avrà sufficiente potere politico, e se necessario potere militare, per implementare un sistema monetario solido basato sull'oro e poi resistere alle sanzioni e all'isolamento che ne conseguono?

Ed è qui che Bitcoin, ancora una volta, mette in ombra le altre alternative. Ecco l'unico tratto che lo distingue da tutte le "criptovalute" e da tutte le altre monete nella storia umana: una vera resistenza alla censura, sia dal proprio governo che dalle potenze straniere. Senza bisogno di battaglioni o bombe, Bitcoin ci consente di combattere la battaglia e vincere. E se la più ampia riforma islamica si materializzasse, anche Bitcoin potrebbe supportarla aggirando potenziali sanzioni ed aumentando la ricchezza nazionale!

Dio ha un talento per sconfiggere il male con il più semplice dei disegni (es. il potente Golia con una fionda, i persecutori del Profeta con un umile ragno), come per aggravare l'umiliazione della sconfitta. Chi avrebbe mai pensato che i Cremlini, gli Zhongnanhai e le Case Bianche del mondo sarebbero stati resi impotenti dalla confluenza di due idee elementari? Proof of work ed aggiustamento delle difficoltà! Ma questa semplicità, facilmente trascurata e poco compresa, rende Bitcoin uno strumento imbattibile nelle nostre mani, il 99% della popolazione. Non dobbiamo aspettare nessuno, ossiamo farlo da soli con Bitcoin.


La strada davanti

Mentre gli indirizzi dei wallet, i conti sugli exchange, la capitalizzazione di mercato e, naturalmente, il clamore intorno alle criptovalute sono in costante aumento nei Paesi musulmani, gran parte di questa euforia riguarda la narrativa di un nuovo e brillante veicolo d'investimento, un carrozzone per arricchirsi rapidamente a cui tutti vogliono aggrapparsi! Ciò ha generato l'animato dibattito sulla protezione degli investitori, l'elusione delle truffe e la deliberazione accademica sul fatto che siano o meno Halal a causa di una mancanza di valore intrinseco e controllo statale. Mentre tutte queste obiezioni su Bitcoin dal punto di vista della Shariah sono state completamente confutate da vari studiosi e sono facilmente fruibili su Internet, la continuazione di questo dibattito superfluo è fonte di distrazione: stiamo perdendo di vista le frequenze più alte di questo straordinario fenomeno irripetibile.

Aye ahle-e-nazar zauq-e-nazar khoob hai laikin

Joe shay ki haqeeqat koe na dekhay woe nazar kiya

Abbiamo bisogno di Bitcoin, non perché sia ​​un grande investimento (che tra l'altro lo è), ma perché è una grande riserva di valore e mezzo di scambio: può elevarci collettivamente se lo adottiamo in massa.

Per i miei compagni musulmani, ecco un ultimo pensiero prima di concludere questo pezzo.

Amiamo e onoriamo a tal punto il nostro Profeta che anche la più piccola delle sue azioni, Sunnahs, è registrata, riverita e replicata, anche se si tratta delle buone maniere a tavola. Ma ecco un'altra Sunnah di maggiore importanza: il successo.

Il cambiamento che si proponeva di realizzare nel mondo, lo ha realizzato. Mentre esalava l'ultimo respiro tra le braccia di Ayesha, aveva già mantenuto la promessa che aveva fatto ai suoi compagni nel momento più basso della loro persecuzione: "[...] un viaggiatore da Sana a Hadrarmaut non temerà nessuno tranne Allah".

Pur rasentando un po' l'errore logico, vorrei sottolineare che non citò l'instaurazione del Califfato, o le conquiste, o il successivo potere; scelse di citare, come prova del successo di ciò per cui stava soffrendo, l'instaurazione di un certo ordine sociale: uno in cui un cittadino anonimo non avrebbe temuto l'insicurezza fisica o finanziaria. Dico anonimo, non privato cittadino, perché la scelta della parola “viaggiatore” è molto eloquente. Mentre si è conosciuti nella propria città, protetto dalla propria identità e potenziale influenza da una corporazione o clan, tutto ciò decade quando ci si ritrova in ​​una terra straniera. Nessuno conosce il vostro nome, a meno che non glielo diciate: siete solo un indirizzo. Ma questo viaggiatore non ha paura della perdita di ricchezza, o di essere derubato, o di non avere il passaporto giusto o un lasciapassare vaccinale giusto!

Noi dinaristi e Bitcoiner identifichiamo sempre l'inflazione con il furto. Sia che rubiate 50 rupie ad un povero, o che la caduta libera della vostra valuta vi lasci 50 rupie in meno in potere d'acquisto, è lo stesso. Sebbene ogni male non sia causato dal nostro sistema monetario, c'è l'ovvia incompetenza amministrativa ed una pessima performance economica di cui tenere conto, ma l'inflazione è sicuramente un fattore enorme. E tutti i nostri discorsi alti, gli slogan, i documenti di ricerca, i movimenti di riforma, l'attivismo ed il militarismo hanno deviato da questa Sunnah: il successo nel fornire di nuovo sicurezza a questo viaggiatore.

Bitcoin può aiutarci ad avere successo. Proprio adesso! Non tra 20 anni, non quando un sedicente leader separerà di nuovo i mari per noi. Ma ora, quando il povero analfabeta e indifeso per strada ci guarderà e chiederà: cosa avete fatto per livellare il campo di gioco per gente come me? Il banchiere islamico potrebbe dire: "Oh, ho sviluppato questo intricato contratto di condivisione di profitti e perdite conforme alla Shariah, approvato dal consiglio degli studiosi e sostenuto dal dinaro d'oro, aspetta solo che venga distribuito". Io invece dirò: "Amico, lascia che ti aiuti a comprare qualche satoshi ed a farti vedere come funziona un wallet in modo da non dover tornare alla rupia quando pagherai per il tuo prossimo pasto!" Penso che dovreste fare lo stesso.

Bitcoin merita un nuovo look da parte di noi musulmani. Pensiamoci, usiamolo correttamente, diffondiamolo, capiamolo. Usiamo Bitcoin!


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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