venerdì 9 novembre 2018

Stablecoin: la testa d'ariete tra il vecchio e il nuovo paradigma





di Francesco Simoncelli


La maggior parte della popolazione mondiale crede che i propri conti bancari siano al sicuro. Non solo, ma crede che possa scappare dalla mano lunga dei pianificatori centrali aprendo conti bancari all'estero. Sta diventando molto difficile nascondere le proprie attività, anzi direi che ormai è impossibile soprattutto se consideriamo questa notizia in uno dei Paesi presumibilmente più sicuri al mondo dal punto di vista della privacy bancaria. Nel nome della protezione della privacy della popolazione, i presunti protettori la stanno invadendo sull'adagio sempreverde "una persona onesta non ha niente da nascondere". Non c'è da sorprendersi, i controlli dei capitali sono l'evoluzione naturale di una organizzazione centralista che tenta in tutti i modi di proteggere i propri affari, e soprattutto la propria sopravvivenza, attraverso un controllo sempre più capillare dell'economia. Ormai non si tratta più di teoria, ogni volta che osservate una nuova direttiva o legge atta ad erodere ulteriormente la libertà individuale, potete vedere il futuro... o perlomeno quello prossimo. La maggior parte delle persone è incapace di vederlo in anticipo e quindi viene soverchiata dagli eventi. Perché? Perché non ha una teoria chiara e coerente con la realtà; ma soprattutto crede che la teoria sia solo un accessorio degli strumenti di indagine dei ricercatori utile solo a creare bei trattati che rimangono belli solo sulla carta.

Uno dei migliori trattati sulla materia è Teoria e Storia di Ludwig von Mises. In questo libro noi apprendiamo chiaramente come la metodologia d'indagine possa fornire quegli strumenti "predittivi" in grado di evitare eventi indesiderabili e ricercare quelli più desiderabili. È magia? No di certo. Significa andare al cuore della prasseologia di matrice misesiana e con essa riconoscere che le leggi dell'economia sono a priori, impossibili da violare ma temporaneamente aggirabili. Quest'ultimo aspetto, però, non arriva senza un costo da pagare. E tale costo viene incrementato ad ogni intervento che tiene in piedi una struttura economica/finanziaria basata sempre più su errori economici e non sulla creazione di ricchezza reale. Come vediamo dalla seguente immagine, infatti, il valore nominale delle cose possedute non rappresenta affatto ricchezza, ma un cluster di errori alimentato dalle politiche monetarie che va ad erodere il bacino dei risparmi reali.


Durante la crisi immobiliare del 2008, le persone che finirono nel ciclone dei pignoramenti avevano ricevuto un grado di sicurezza sui prestiti tra C ed E (su una scala da A ad F). L'unica cosa che praticamente le rendeva mutuatari appropriati era il fatto che promettevano letteralmente che la loro vita stava per cambiare, pronti ad ottenere un nuovo lavoro che avrebbe permesso loro di compensare il rating basso. Chiaramente alcuni di questi prestiti non andavano a buon fine, quindi per compensare le banche commerciali crearono alcuni prodotti finanziari cartolarizzando i prestiti in difficoltà.Tutti sappiamo come è andata a finire. La cosa divertente è che la storia è stata ripetuta sulla scia del classico mantra "stavolta è diverso". A questo giro non si chiamano più subprime, ma "non-prime", e da quando le riserve in eccesso hanno iniziato ad essere drenate dai loro conti, le banche commerciali hanno ripreso la loro attività di prestito come prima della Grande Recessione (per non parlare del tasso interbancario che a quanto pare è resuscitato).

L'approvazione di nuovi mutui è tornata ad essere molto facile, praticamente basta dimostrare che si hanno un po' di soldi sul conto bancario e la passata storia di cattivi pagamenti è come se non contasse. E ovviamente è tornata la cartolarizzazione degli stessi. Credere che in questo modo la ricchezza delle famiglie sia aumentata, come canonicamente inteso, grazie alla presenza di bolle in ogni tipo di asset a causa della posizione monetaria allentata della FED dopo il 2009, è errato. Non è qualcosa di infinito, perché nel frattempo il bacino dei risparmi reali è stato consumato di più ed è questa l'unica cosa diversa rispetto a dieci anni fa. Il ciclo economico procede ingolfando i bilanci puliti dei vari attori di mercato che si lasciano trasportare dagli eccessi del boom artificiale e, come ci ricorda Hayek, la produzione non va più a soddisfare i bisogni del mercato bensì a rincorrere rendimenti elevati di quegli asset in cui viene canalizzata la liquidità espulsa dalle banche centrali.

Sovrabbondanze e carenze prendono il sopravvento creando distorsioni che alla fine devono essere corrette. Perché? Perché nonostante le banche centrali possano tamponare falle nell'economia, lo fa a scapito di altri settori e le leggi economiche sono a priori di conseguenza alla fine faranno valere questa loro natura. Alcuni esperti del settore affermano tronfi che l'attuale sistema può andare avanti ancora per anni e anni. Può anche darsi che sia vero, ma la domanda che non si pongono è una solamente: a che prezzo? Lascio che siate voi lettori a calcolare il prezzo: https://www.bls.gov/data/inflation_calculator.htm



LA TEOLOGIA DEL CONIO STATALE

Queste dinamiche ci stanno conducendo rapidamente alla prossima crisi, ma a differenza di quelle viste finora avrà qualcosa di diverso. Le montagne di debito accumulate e le distorsioni da tenere in piedi sono diventate talmente grandi che alla fine saranno le valute fiat a finire nell'occhio del ciclone. Questo esito inevitabile preoccupa non poco i pianificatori centrali, i quali non sono stupidi, sono solo accecati dalla religione che per molto tempo hanno professato: keynesismo. Hanno provato anche il monetarismo di matrice friedmaniana, ma la Legge dei Rendimenti Decrescenti sta sottolineando l'inefficacia di quest'altra linea di politica poiché anch'essa distaccata dalla realtà. Rappresentano giustificazioni per pasti gratis presumibilmente infiniti e invece ci siamo ritrovati ad osservare l'esperimento monetario più folle mai condotto nella storia dell'economia. I pianificatori centrali, però, sono umani e quindi anch'essi conoscono la disperazione; conoscono anche la mera "speranza che le cose si aggiustino da sole", visto che ci troviamo in un ambiente economico in cui i segnali di prezzo sono intorbiditi e non forniscono più punti di riferimento affidabili.

In questo contesto si inserisce la popolazione, la quale, sin dalla demonetizzazione dell'oro come denaro del mercato, ha considerato mezzo di scambio quello approvato dagli enti presumibilmente superiori alle loro scelte e su cui c'era il loro "sigillo". A loro modo di vedere lo stato ha il diritto di controllare il denaro, affinché tutti siano più sicuri. Questo ragionamento circolare è ridicolo: ci vuole lo stato affinché si limiti lo stato. Questa richiesta è nata col gold-exchange standard post-Prima guerra mondiale ed è giunta a maturazione nel 1971 quando gli ultimi resti di un gold standard sono stati spazzati via. I protettori applaudono e si compiacciono di avere una corsia preferenziale nelle menti e successivamente nei portafogli delle persone.

La maggior parte delle valute e delle monete del mondo ha immagini di politici, sia vivi che morti. I re ed i governi hanno a lungo affermato la loro autorità, se non un monopolio assoluto, sulla moneta. L'essenza di questa autorità inizia con il controllo delle immagini e si estende con la capacità dello stato di estrarre ricchezza dalla popolazione attraverso la svalutazione della moneta: tassazione furtiva, i cui effetti negativi possono essere attribuiti agli speculatori privati. Rinunciare a questo privilegio che ha richiesto decenni e decenni di propaganda non sarà facile, quindi, in virtù di quell'adagio insito sin dagli albori dei tempi "vivere al massimo col minimo sforzo", i pianificatori centrali faranno del loro meglio per trattenere questo privilegio. E a quanto pare ciò passerà attraverso le cosiddette stablecoin, ovvero, pseudo-criptovalute ancorate con un rapporto 1:1 alle monete fiat canoniche.

Ogni nazione pare interessata ad emettere la propria, con gli Stati Uniti che hanno bruciato tutti sul tempo. Il dollaro Gemini, ad esempio, è emesso dalla Gemini Trust, la quale gestisce anche l'exchange Gemini. Nel frattempo la Paxos Trust, che possiede l'exchange itBit, emette il Paxos. Come con le altre criptovalute, queste due stablecoin saranno basate sulla blockchain e, nello specifico, sulla blockchain di Ethereum. Diversamente da Bitcoin ogni stablecoin ha una connessione con i dollari statunitensi, il che significa che il loro potere d'acquisto sarà stabilizzato, molto simile ad un normale dollaro Questa è una proprietà utile, poiché la maggior parte delle persone preferisce che i propri soldi non soffrano della volatilità.

Ciò che rende unici Gemini e Paxos è la loro natura "regolamentata". Nello specifico, entrambi sono stati autorizzati dal Dipartimento dei Servizi Finanziari dello Stato di New York (NYDFS), uno dei tanti organi statali che regolano coloro che spostano il denaro, tra cui PayPal. Regolamentate significa che sia Gemini che Paxos devono rispettare le regole antiriciclaggio e gli sforzi per contrastare il finanziamento dei terroristi. Se Tizio chiede a Gemini Trust di convertire i dollari USA nel suo conto bancario in dollari Gemini, la Gemini Trust può condurre suddetti controlli su Tizio prima di approvare la conversione. Allo stesso modo, se Caio chiede a Gemini di convertire i propri dollari Gemini in depositi in dollari USA, Gemini Trust ha il diritto di eseguire questi controlli anche su Caio. Ma come fa Gemini ad eseguire suddetti controlli dati la potenziale infinità di scambi operati dagli individui?

Nel caso di Paxos, una rapida occhiata al suo white paper mostra che Chainalysis, una società specializzata nell'analisi della blockchain, condurrà "monitoraggi continui delle transazioni e valutazioni dei rischi per rilevare e prevenire frodi". La blockchain di Ethereum non è anonima, quindi Chainalysis dovrebbe avere vita facile. Se la provenienza di una moneta è ritenuta sospetta da Chainalysis, verrà contrassegnata e Paxos rifiuterà di riscattarla. Quindi la moneta incriminata diventerà senza valore, o perlomeno trattata ad uno sconto enorme. Forse questa forma di monitoraggio è sufficiente per conformarsi alle norme NYDFS sul riciclaggio di denaro e sul finanziamento del terrorismo.

Gemini è più cauto riguardo le sue politiche anti-riciclaggio. Nel suo white paper notiamo che il suo design consente di "sospendere, bloccare o invertire i trasferimenti di token in risposta ad un incidente di sicurezza (ad esempio, un evento catastrofico) o se obbligato giuridicamente o costretto da un tribunale o altro ente governativo". Gemini, quindi, è programmato per avere la possibilità di congelare qualsiasi account. Questa misura è stata senza dubbio presa per conformarsi ai requisiti del NYDFS, secondo cui le forze dell'ordine dovrebbero essere in grado di rendere irrecuperabile, inutilizzabile o addirittura distruggere qualsiasi stablecoin. Ma resta da vedere come Gemini determinerà chi sta usando i dollari Gemini per scopi legali e chi per violare le regole.

Esiste un'incoerenza di fondo con queste stablecoin regolamentate. Uno dei motivi principali per costruire uno schema di pagamenti su una blockchain è quello dettato dalla creazione di un sistema aperto, resistente alla censura. Piuttosto che essere gestite da un unico proprietario centralizzato, le blockchain sono gestite da una rete decentralizzata di nodi anonimi. Questi nodi non hanno alcuna motivazione per escludere una particolare transazione. Se lo facessero, perderebbero una commissione. Né uno stato può esercitare facilmente pressioni sui nodi affinché essi si conformino: sono anonimi e dispersi. Poiché si trova sempre in un unico indirizzo pubblicamente noto, un sistema centralizzato è molto più facile da usurpare per un censore.

La resistenza alla censura ha un costo: la rete decentralizzata di validatori che mantiene una blockchain può solo arrivare ad un consenso sulla validità di una transazione usando un processo ad alta intensità energetica chiamato proof of work. Un hub centralizzato non ha bisogno di preoccuparsi di questo arduo processo, quindi sarà sempre più economico e veloce gestire un sistema di pagamenti centralmente, come fa una banca, piuttosto che in maniera decentralizzata. Riuscite a vedere l'incongruenza ormai? Gemini e Paxos sono emessi su Ethereum, una piattaforma relativamente costosa e lenta. La spesa ha un vantaggio associato: la capacità di promuovere una piattaforma di pagamenti aperta e resistente alla censura. Programmando i loro stablecoin per conformarsi alle normative NYDFS, Gemini e Paxos stanno eliminando tutti i vantaggi derivanti dalla creazione di Ethereum.

La prossima volta che ascolterete qualcuno parlare esclusivamente delle meraviglie delle criptovalute di stato, chiedetegli questo: "Perché non ti fidi del libero mercato?" Questa domanda ha lo scopo di suscitare ciò che mi piace chiamare un "brusco risveglio".



TANTO BUONO QUANTO BITCOIN?

Inutile dire, quindi, che queste nuove criptovalute o pseudo-criptovalute saranno solo un escamotage per traghettare gli sprovveduti da un sistema monetario ad un altro. O per meglio dire da un a truffa ad un'altra, ma chi ha appreso una metodologia chiara d'indagine, ovvero la prasseologia, avrà anticipato questo esito e riuscirà a sfruttare a proprio vantaggio la mania per le stablecoin e successivamente la fuga verso le criptovalute vere e proprie (Bitcoin e altre 4 o 5). Le stablecoin esistono perché sono più facilmente trasferibili da un exchange all'altro, evitando del tutto il sistema bancario convenzionale. In altre parole, svolgono le stesse funzioni di compensazione fornite dalla stanza di compensazione nell'era del free banking.

Inoltre negli ultimi anni sono state utilizzate per speculare sui regolamenti bancari: con l'inasprimento delle regole bancarie il prezzo di Tether e di altre stablecoin è salito leggermente, e quando le regole sono state allentate il prezzo delle stablecoin è sceso di poco.

Per il suo ruolo fondamentale nel trading di Bitcoin, Tether è diventato di fatto una stanza di compensazione nei mercati delle criptovalute. L'idea delle stablecoin come sistema di compensazione alternativo per le banche è buona. Ma in condizioni di libero mercato verrebbero ad esistere sulla scia della domanda del mercato piuttosto che come riflesso del clima normativo che ha limitato agli exchange l'accesso ai servizi bancari convenzionali.

A breve termine (da 2 a 5 anni) queste criptovalute nasceranno e moriranno; a lungo termine potrebbero fornire un percorso per sistemi di compensazione in una criptoeconomia.



IL NUOVO PARADIGMA

Ciò che però si fallisce di capire è principalmente una cosa sola: il libero mercato risolve i problemi, non li crea. Tether, e Nubits prima di lui, è una stablecoin nata dal mercato e non è stata creata ad hoc per fungere da pseudo-criptovaluta ancorata ad una moneta fiat. Gli individui avevano bisogno di velocizzare le loro operazioni di scambio e quindi si sono rivolti al mercato, ma solo perché siamo ancora immersi in un sistema finanziario che ha come riferimento ultimo le monete fiat. Il dinamismo dei mercati, però, sta rapidamente apportando un cambiamento anche nei mercati monetari e la volontà della pianificazione centrale di affiancare le criptovalute con le stablecoin di loro creazione rappresenta un disperato tentativo di stare al passo con i tempi. Rappresenta l'ennesimo tentativo di influenzare a proprio favore il mercato. I pianificatori centrali si rifiutano di realizzare che esistono due forze che si stanno contrastando al momento: i rendimenti decrescenti stanno portando al collasso il sistema economico/finanziario che conosciamo, ed i rendimenti acceleranti stanno portando alla ribalta il mondo delle criptovalute.



L'informazione ha continuato ad aumentare il suo raggio di espansione e con essa la dissociazione tra economia pianificata ed economia reale, quella guidata dalle scelte degli individui. Con le stablecoin la pianificazione centrale s'è data la proverbiale zappa sui piedi, avallando un sistema che fino a ieri giudicava criminale, mentre oggi viene accolto come la rivoluzione dei nostri tempi. Presto il prezzo di Bitcoin denominato in valute fiat non conterà più, perché esso stesso diventerà il parametro attraverso il quale verranno prezzati i vari beni e servizi. La pianificazione centrale con l'avallo alle stablecoin ha praticamente aperto la porta alla concorrenza tra valute e finalmente la Legge di Gresham tonerà ad avere il suo valore originale: la moneta buona scaccerà quella cattiva.

Inutile dire che affronteremo un periodo di transizione, ma questo non deve farci perdere di vista l'essenza del cambiamento di paradigma che hanno apportato le criptovalute: riscoprire cos'è la libertà e perché il libero mercato porta pace e prosperità economica. La tecnologia di base delle criptovalute, la blockchain, consente di confermare contratti e offerte senza la necessità di una terza parte affidabile come banche, compagnie di assicurazione, società di carte di credito e così via. Diventare indipendenti da queste istituzioni renderebbe gli accordi più sicuri, più democratici e più trasparenti. La blockchain potrebbe elaborare informazioni su voti, contratti, elenchi e transazioni senza la necessità di un'autorità centrale nel sistema.

Sembra ancora inverosimile immaginare che una tecnologia così dirompente possa avere un impatto reale a breve termine, e invece è già realtà. Uno degli ultimi esempi ci arriva dalla filiera della sicurezza alimentare, dove Walmart e IBM lavorano insieme per sradicare eventuali focolai di contaminazioni del cibo utilizzando la tecnologia blockchain. Inutile dire, inoltre, che l'impennata dei prezzi di Bitcoin ha portato l'attenzione generale su questo tipo di idea, e questo di per sé porta molto valore. Bitcoin ha fatto capire alle persone il funzionamento e la gestione delle valute e ha messo in discussione la necessità di un controllo centrale delle valute. Indipendentemente dal valore del Bitcoin in dollari, la sua tecnologia di base rappresenta valore reale per la società.

E questo nuovo tipo di denaro sta aiutando a migliorare e a far evolvere ulteriormente la specializzazione del lavoro e affinare la produzione. Anche perché, nel corso del tempo, l'evoluzione della merce più commerciata ha aiutato non poco il processo di comprensione di questa verità. E inevitabilmente si tratta sempre id un fenomeno che parte dagli individui e dalle loro azioni; ma se nella Rivoluzione Industriale le cose sono andate così, al giorno d'oggi stiamo affrontando il processo inverso. Ovvero, il sound money ci sta facendo ricordare quei principi cardine che servono ad avere chiara una visione dell'economia scevra da influenze distorcenti esterne. E guarda caso, le criptovalute stanno rendendo obsolete quegli stessi intermediari che hanno spacciato finora queste influenze mefitiche.

Bitcoin, quindi, ci sta riportando alla memoria quelle caratteristiche del denaro che rappresentano l'essenza di un'economia solida e prospera, e, inoltre, attraverso ciò sta aprendo le porte ad una nuova Rivoluzione Industriale. Infatti essa stessa non è iniziata nel 1800, bensì le sue radici sono riconducibili ad un cambio di paradigma risalente addirittura al 1600. Oggi le criptovalute stanno creando questo ambiente, fertile alla libera impresa, alla libertà individuale e alla cooperazione per prosperare. Attenzione, però, perché la blockchain non è la panacea di tutti i mali; grazie ad essa non entreremo magicamente nel giardino dell'Eden. La società odierna sta iniziando a veder venire meno quella figura patriarcale che da troppo tempo si è insinuata nel suo modo di ragionare.

Dopo aver avuto le spalle "coperte", dopo aver delegato quasi tutto al prossimo, dopo aver rinunciato a gran parte dei propri diritti di proprietà, la gente si sta ritrovando a dover fare i conti con la responsabilità e non sarà facile. Inizialmente pretenderanno l'impossibile, quando invece lo stesso atteggiamento non l'hanno riservato ad un'entità truffatrice, assassina e fuorilegge. Pretenderanno che sia perfetta, quando essendo una loro creazione perfetta non potrà mai esserlo. Ciò che bisogna capire è che la tecnologia della blockchain e Bitcoin rappresentano un modo per emanciparsi da realtà che distruggono la libertà e si cibano in modo parassitario della ricchezza della società. L'accoppiata Bitcoin/blockchain permette quindi agli individui di allenarsi di nuovo alla libertà, a pensare da uomini liberi.



Come affermato alla fine del mio intervento, il sound money inizia prima nelle menti delle persone e solo dopo si sviluppa nella pratica.



CONCLUSIONE

Il libero mercato ha creato il denaro. Lo stato ha individuato un'opportunità e l'ha colta: monopolio sul denaro attraverso il corso legale. Lo ha fatto in nome della difesa della società da truffatori e contraffattori senza scrupoli. Dal giorno in cui il re Creso affermò l'autorità su quella invenzione rotonda e metallica che noi chiamiamo moneta, lo stato ha mosso il suo primo passo negli affari monetari. Poi sono arrivati carta ed inchiostro. Come disse una volta Ludwig von Mises: "Solo lo stato può trasformare oggetti preziosi come la carta e l'inchiostro in qualcosa di assolutamente inutile".

Ci sono molti che ancora credono alla legittimità dello stato di battere denaro. Ma la storia ci ricorda che niente è immutabile, come invece vogliono farci credere i teorici sociali a favore di un monopolio statale sul denaro.


Lo stato paternalista sta lentamente raggiungendo il posto che gli spetta: il cimitero della storia. Si lascerà dietro un figlio (la popolazione) che è cresciuta sotto una campana di vetro. Gli individui dovranno tornare a capire cos'è la responsabilità individuale nel modo più brusco. Non sarà un percorso facile, ma fortunatamente per loro esiste una metodologia chiara e coerente con la realtà, quale la prasseologia, che può fornire una chiave di lettura scevra da influenze di terze parti. E questa chiave di lettura riguarda anche le criptovalute e le pseudo-criptovalute. Queste ultime rappresenteranno la testa d'ariete che nei prossimi anni faranno guadagnare fiducia alla tecnologia blockchain, soprattutto a coloro ancora scettici riguardo il mondo delle criptovalute. Le stablecoin, quindi, saranno solo un passaggio e infine apriranno le porte alle criptovalute vere.


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