giovedì 23 giugno 2022

JPMorgan è diventata il miglior amico di Bitcoin?

 

 

da Bitcoin Magazine

Di recente c'è stata molta fanfara per una nota d'investimento rilasciata da JPMorgan Chase che sembrava elevare Bitcoin rispetto al settore immobiliare e ad altre classi di asset tradizionali come "asset alternativo privilegiato".

Una nota agli investitori del 25 maggio ha affermato che Bitcoin era sottovalutato di circa il 28% e che la banca puntava a un prezzo di circa $38.000 per unità, sostenendo che la recente debolezza del prezzo di Bitcoin è esagerata rispetto a immobili, private equity e debito privato.

Questo sembra essere un grande cambiamento rispetto all'unica grande banca statunitense il cui CEO, Jamie Dimon, si rifiuta categoricamente di salire a bordo del treno Bitcoin.

Semmai l'antipatia di Dimon per Bitcoin rivaleggia solo con quella della presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Christine Lagarde, che continua a spacciare l'idea che Bitcoin non ha valore perché manca del sostegno di una banca centrale e/o di un governo.

Anche Dimon è stato molto chiaro su tale punto: Bitcoin non ha importanza perché non ha supporto ufficiale. Dato che JPMorgan è uno degli azionisti della Federal Reserve Bank di New York, non lo si può biasimare per aver "parlato dei suoi interessi", proprio come la Lagarde o un altro famoso odiatore di Bitcoin, Charlie Munger di Berkshire Hathaway.

Che dire allora della nota agli investitori? Ebbene, come sempre, il diavolo è nei dettagli.

La prima cosa da ricordare è che questa è una nota dell'analista cosiddetta "sell side", il che significa che è l'opinione degli analisti di JPMorgan su dove gli investitori dovrebbero investire i loro soldi nelle attuali condizioni di mercato. Non ha nulla a che fare con il parere dell'amministratore delegato della società.

Chiunque pensi che Dimon starebbe giocando dietro le quinte della sua divisione di investment banking per andare contro Bitcoin, non capisce come funziona una società come JPMorgan Chase.

Lo stesso Dimon lo ha ribadito in un'intervista nel maggio 2021:

"Non sono un sostenitore di Bitcoin", ha detto Dimon durante il vertice del Wall Street Journal martedì. "Non mi interessa Bitcoin. Non mi interessa".

"Dall'altra parte, se i clienti sono interessati non dico loro cosa fare".

"La blockchain è reale. La usiamo, ma le persone devono ricordare che una valuta è supportata dall'autorità fiscale di un Paese, dallo stato di diritto, da una banca centrale".

Ci sono molte idee in queste citazioni di Dimon. È l'amministratore delegato di una delle banche più grandi, potenti e influenti del mondo e mantiene tale attività essendo abbastanza intelligente da offrire ai suoi clienti ciò che vogliono, anche se lui stesso non è interessato a quel prodotto e/o sta lavorando su prodotti che sono, tangenzialmente, concorrenti.

I suoi analisti non sono pagati per essere i suoi portavoce,; sono pagati per vedere le cose chiaramente e presentare una tesi d'investimento ai clienti e convincerli a cedere alcuni fondi per permettere alla banca d'incassare una commissione sugli investimenti.

Non è niente di più complicato di così.

Detto ciò, se davvero questa storia si esaurisse qui, non scriverei questo articolo; c'è di più. JPMorgan, insieme al resto di Wall Street, è in un vero guaio. Negli ultimi 14 anni la Federal Reserve ha mantenuto i tassi d'interesse vicino allo zero.

A tal livello, anche i tradizionali modelli dei profitti bancari crollano a zero. Il margine d'interesse netto, o MIN, dovrebbe essere il core business di una banca. Il MIN è semplicemente la differenza tra ciò che la banca paga i clienti per i loro depositi affinché li prestino agli investitori a un tasso più elevato.

La banca addebita X, voi ricevete dal 30% al 50% di X e la banca trattiene il resto; tal "resto" è il MIN. Quest'ultimo, quindi, è un peso morto nei vari rapporti trimestrali sugli utili della maggior parte delle principali banche in quest'era di politica monetaria coordinata delle banche centrali.

Le banche commerciali si sono impegnate in schemi d'investimento e trading sempre più estremi per fare soldi, mentre hanno considerato sempre più i loro tradizionali depositanti come un albatro con cui devono fare i conti per tenere a bada le autorità di regolamentazione.

In quanto tali, quindi, Bitcoin e altri asset digitali sono diventati solo l'ennesima fonte di fondi che le banche possono sfruttare e vendere l'ennesimo prodotto strutturato agli investitori, ed è qui che fanno la maggior parte dei soldi.

Ecco quindi che gli analisti di JPM parlano di Bitcoin in un momento cruciale del mercato. Onestamente, quando quella nota agli investitori è stata pubblicata e Bitcoin si aggrappava disperatamente al supporto tecnico a circa $29.000 per unità, è difficile non credere che fosse un segnale al mercato: JPMorgan stessa aveva deciso di accumulare abbastanza Bitcoin da infilarne alcuni nel proprio bilancio.

Bitcoin è a prezzi scontati ora e con lo spostamento del potere di hashing dalla Cina agli Stati Uniti negli ultimi due anni, c'è più interesse che mai nel trovare modi per vendere prodotti d'investimento agli investitori; soprattutto mentre Wall Street trova il modo di accumularne di più alimentando il FUD ogni volta che il prezzo di Bitcoin sale.

Perché pensate che Dimon odi Bitcoin? Non perché è un guanto di sfida agli affari della sua azienda. Invece è per lo stesso motivo per cui lui e Munger odiano l'oro. Munger non può fare pressioni su un funzionario statale affinché crei un'operazione a senso unico su Bitcoin in cui "investire" e allo stesso modo Dimon non può strutturare un prodotto legato a Bitcoin per creare un flusso di reddito regolare.

Non è redditizio per loro. Non c'è profitto vendendovi una o due volte un fondo che contiene Bitcoin in un wallet.

Come possono inventare i loro flussi d'entrate "due & venti" su qualcosa che le persone vogliono solo comprare e HODLare fino alla fine dei tempi? Questo è il motivo per cui, fin dall'inizio, Dimon e persone come lui hanno avuto occhi solo per Ethereum e la DeFi, mentre hanno diffamato Bitcoin ogni volta che hanno potuto.

Naturalmente niente potrebbe essere più lontano della verità. Bitcoin, come l'oro e altri asset che esistono indipendentemente dal sistema finanziario (ciò che Zoltan Pozsar di Credit Suisse ha definito "denaro esterno"), è qualcosa che ha la capacità di ristabilire la disciplina finanziaria nel mondo.

Ma ciò mette a rischio la natura stessa del sistema esistente, anche se tal sistema sta scricchiolando e sia Munger che Dimon lo capiscono meglio di chiunque altro.

Bitcoin sta combattendo una lotta insurrezionalista che tenta di invertire la dinamica di estrazione di ricchezza nel sistema esistente. Ricordate, Dimon e il resto di Wall Street hanno fatto i loro soldi estraendo rendite (ricchezza non guadagnata) dal mondo attraverso l'Effetto Cantillon, dato che sono molto vicini alla stampante monetaria.

Dimon non ha alcun interesse a dare un po' di respiro a qualcosa che lo minaccia, ma allo stesso tempo lui e JPMorgan sono intrappolati nel ruolo di attori importanti che cercano di rimanere a galla mentre tal sistema viene prosciugato dal suo bacino di capitale reale.

Questo è ciò che spiega meglio i segnali contrastanti provenienti dalla sua organizzazione. Il mercato sta lentamente, ma inesorabilmente, scegliendo asset "esterni" per preservare la ricchezza mentre JPMorgan e il resto di Wall Street fanno soldi manipolando i costi degli asset "interni" per mantenere i rendimenti abbastanza alti da fermarne il deflusso.

Infatti siamo ora sulla strada verso un futuro incerto, in cui ci sono grandi forze in lizza per strappare quote di mercato durante il disfacimento del vecchio sistema e l'istituzione di uno nuovo.

Uomini come Dimon e Klaus Schwab del World Economic Forum combatteranno con le unghie e i denti per rimanere attori importanti in futuro. Questo è il motivo per cui JPMorgan da un lato può e consiglierà Bitcoin ai suoi clienti e società d'investimento, ma dall'altro spenderà miliardi per sviluppare un qualcosa per sostituire lo SWIFT.

Trovo che la lotta attorno a Ripple (XRP) sia molto più interessante del fatto che Dimon e JPMorgan stiano trovando o meno modi per fare soldi con Bitcoin. Dimon sta sostenendo il suo prodotto tramite ConsenSys, Schwab e il WEF stanno sostenendo Ripple e, a mio avviso, la causa della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti è stata una mela avvelenata lasciata dal presidente uscente della SEC, Jay Clayton, a Gary Gensler mentre tutti lavorano per rallentare la vera crypto-rivoluzione, dove nessuno di questi oligarchi e cercatori di rendite sarà più necessario.

Questa è la vera promessa di Bitcoin e gli investitori di JPMorgan, per la prima volta da decenni, sono davvero spaventati da come stanno andando le cose dal punto di vista finanziario. Schwab e il WEF hanno delineato i loro piani per il futuro: una vita completamente tracciata e catalogata per tutte le persone che vivono all'interno di un'identità digitale, la quale decide per voi quale può essere la vostra gamma di azioni nel mondo reale.

Troppo grassi? Niente pizza. Partito sbagliata? Nessun lavoro. Non siete usciti con un trans? Nessuna assistenza sanitaria. In un tal mondo non c'è alcun bisogno di banche come JPMorgan, o la vostra cooperativa di credito locale. Questa è una minaccia che, sono sicuro, Dimon percepisce all'orizzonte. Non era alla riunione a Davos di quest'anno, c'erano invece altri membri di Wall Street come Larry Fink di Blackrock e Brian Moynihan della Bank of America, per citarne un paio.

JPMorgan non è amica di Bitcoin, ma Dimon è pienamente consapevole delle minacce reali non solo al sistema attuale, di cui è un attore centrale, ma anche a tutte le potenziali vie di fuga desiderate dai suoi migliori clienti.

Questo è il motivo per cui lo vedo gongolare mentre Bitcoin continua ad evolversi per minare Schwab e il WEF e nel frattempo lui lavora per indebolirlo a lungo termine con le sue soluzioni privilegiate.

Personalmente penso che lui sia destinato a fallire, come penso che lo stesso destino attenda Schwab. Il modo in cui entrambi sembrano avere successo a breve termine sarà frustrante per gli appassionati di Bitcoin, ma entrambi stanno combattendo contro uno tsunami il cui tempo è atteso da tempo.

Mai nella storia dei mercati dei capitali i prezzi delle materie prime sono stati così bassi rispetto a quelli delle azioni (come l'indice S&P 500) o degli asset di debito. Bitcoin, essendo il primo derivato dell'energia per l'approvvigionamento di merci nel mondo reale in cui si costruisce la ricchezza reale, è quindi, per estensione, anche decisamente sottovalutato.

Dimon, Schwab e i loro luogotenenti presso la FED e la BCE possono mantenere alto il flusso di dollari e euro sopravvalutati per rafforzare il loro dominio, ma devono anche limitarne offerta per impedire all'inflazione di erodere il potere politico da cui le loro valute ricavano la propria quota di mercato.

Questo è il proverbiale comma 22 in cui Dimon e JPMorgan si trovano oggi. Amico o nemico, a Bitcoin non importa. Continuerà ad aumentare di valore e a costruire una rete abbastanza forte da permetterci di ignorare i loro grandi sogni di controllo globale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


3 commenti:

  1. Inutile dirlo, ma Bitcoin non è la panacea di tutti i mali economici (in realtà sì, ma facciamo finta di no per un momento 🙂 ), ciononostante esso è uno strumento per rendere più indipendente un qualsiasi individuo. Il suo protocollo abilita questo processo. Una volta che progetti come identità digitale e CBDC potrebbero essere portati a termine, le porte della prigione saranno definitivamente chiuse. In questo gioco vince chi riesce a essere il meno dipendente dagli altri; chi è totalmente dipendente per qualsiasi cosa da terze parti non ha idea di quale futuro lo attende.

    La finestra di opportunità che s'è aperta adesso è un'occasione per chi ancora non ha avuto modo di studiare Bitcoin per capirne le potenzialità. Nel momento in cui dovesse entrare in vigore una CBDC sarà alquanto difficoltoso poter entrare in possesso di uno strumento quale BTC; se già adesso si è schedati per eventuali "simpatie eversive" che non piacciono al mainstream, figuratevi in un mondo in cui l'identità digitale vi seguirà ogni passo che farete. Nel futuro distopico e nel panopticon ideato dai pianificatori centrali, BTC è davvero una riserva di valore: ben più del potere d'acquisto, ovvero, la propria individualità e libertà. Il salvatore di ultima istanza.

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  2. Una delle notizie più commentate riguardo il recente sentimento ribassista su Bitcoin è stata quella riguardante l'uso della leva finanziaria. È un fenomeno interessante. Una nuova generazione d'investitori è cresciuta in un mondo in cui il QE e l'interventismo pesante del sistema bancario centrale nell'economia è la norma. Questa policy non ha fatto altro che diffondere un azzardo morale all'interno dei centri finanziari, dove la caccia al rendimento decente non aveva limiti di mezzi. La politica monetaria lassista da parte delle banche centrali attraverso la politica dei tassi a zero (e poi negativi) ha trasmesso ai mercati il seguente messaggio: il rischio non è un problema. Questo, a sua volta, ha allevato una generazione d'investitori che ha considerato la prudenza e l'analisi un fattore superfluo; la cosa importante era guadagnare lanciandosi in qualsiasi tipo di trade senza pensare alle conseguenze.

    Inutile dirlo, ma questo azzardo morale è possibile in un ambiente in cui il riferimento è un asset manipolabile secondo la volontà delle autorità. La natura estremamente flessibile del denaro fiat ha corrotto non solo la morale dei mercati finanziari, ma anche quella della società nel suo complesso. È proprio vero che quando il denaro muore, muore anche la società. Il degrado cui siamo oggi spettatori non è altro che un veleno introdotto dalle manipolazioni dei tassi d'interesse che inducono false percezioni all'interno della società. Una sorta di nevrosi che la maggior parte delle persone non riesce a spiegare, dato che "qualcuno" si diverte a giocare con le loro preferenze temporali. In tale contesto, quindi, è "normale" essere sconsiderati e lanciarsi verso trade senza rete di protezione.

    È precisamente questa cultura dell'azzardo morale, coltivata dalle banche centrali e dagli stati, che la natura inflessibile di Bitcoin sta combattendo. È una dura lotta, perché in ballo non ci sono solo i risparmi delle persone ma anche al loro vita. Ci sono voluti circa 60 anni per abolire definitivamente il gold standard ed entrare nell'era del denaro flessibile. Ora tale era ha raggiunto il punto dei rendimenti marginali decrescenti e sta progressivamente e inesorabilmente implodendo sotto le sue stesse contraddizioni. Il verbo di Bitcoin sta introducendo una nuova cultura, una da cui ripartire per avere un'economia sana e sostenibile: l'inflessibilità del denaro si trasmette anche alle persone e con essa una morale, economica e sociale, più retta e coscienziosa.

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  3. "E se le banche dovessero vietare transazioni denaro fiat to Bitcoin?"

    Una tale intrusione piuttosto che essere respinta a priori, viene trattata come una possibilità. Viene accettata passivamente come un comportamento giustificato da parte delle autorità. Non sorprende, quindi, che durante gli ultimi due anni la maggior parte degli italiani si sia sottoposta senza fiatare alle peggiori vessazioni. È questa mentalità che #Bitcoin sta combattendo anche: principio di autorità (top-down) contro principio di autorevolezza (bottom-up). Bitcoin non è una mera trasformazione del denaro da analogico a digitale, è una trasformazione a 360° della società: da una mentalità collettivista a una individualista. Una distruzione della stessa e una ricostruzione lungo linee più sane e sostenibili... economicamente e moralmente.

    Ma mettiamo anche che avvenga una cosa del genere, ovvero che le banche sanciscano che è illegale passare da denaro fiat a Bitcoin e viceversa. Il che sarebbe equivalente a dire che: "Da oggi il mercato nero è bandito". Auguri. Chiunque sia talmente ingenuo da credere che i proclami delle autorità siano realtà fattuali non deve far altro che osservare il blue dollar exchange rate in Argentina.

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