mercoledì 8 giugno 2022

La triste realtà delle tendenze economiche post-lockdown

 

 

di David Stockman

Le cose stanno iniziando a girare male, soprattutto dopo il calo del 43% da parte di Snap Inc. (SNAP).

Inoltre, quando la capitalizzazione di mercato di un'azienda scende dell'85% in otto mesi, dopo essere esplosa dell'815% durante l'anno e mezzo precedente, è probabile che qualcosa stia andando decisamente male. In questo caso, la data d'inizio è la prima tra i sospettati.

Succede che la capitalizzazione di mercato di SNAP si attestasse a soli $14,3 miliardi nel marzo 2020, quando la FED ha iniziato la sua più folle stampa di denaro di sempre. Solo 18 mesi dopo la capitalizzazione di mercato di SNAP pesava $131 miliardi e per nessun motivo razionale.

A quel punto le sue entrate annue e il flusso di cassa erano rispettivamente di $3,7 miliardi e -$6,0 milioni. Ciò equivaleva a un fatturato multiplo di 35 volte e una valutazione infinita del flusso di cassa (linea gialla), di cui la società aveva segnalato una versione con inchiostro rosso da quando è diventata pubblica alla fine del 2016.

Tuttavia è difficile dire se il recente crollo mozzafiato abbia inaugurato un ritorno alla sanità mentale. Infatti il suo flusso di cassa annuo è stato di soli $203 milioni a marzo, il che significa che al picco dello scorso autunno era valutato a 645 volte quello attuale, e nonostante i numeri di ieri è ancora a 111 volte.

In altre parole, la follia della FED dopo il marzo 2020, scatenata per finanziare gli interventi di lockdown, ha soffocato qualunque parvenza di razionalità rimasta nei mercati finanziari. Così ora, in assenza di una stampante rovente all'Eccles Building, quando le valutazioni sfrenate sono colpite da realtà mondane, bagni di sangue come la recente implosione di Snap Inc. diventeranno un evento sempre più frequente.

Vale a dire, il recente crollo di Netflix è semplicemente un altro esempio calzante. La sua capitalizzazione di mercato è scesa da un picco di $305 miliardi lo scorso 16 novembre a $82 miliardi attuali, un calo del 73%.

Il fatto è che il picco di capitalizzazione di mercato di Netflix era pura follia. All'epoca il suo flusso di cassa annuo era di $151 milioni, il che implica un multiplo di 202X. Anche se teniamo conto il ​​suo miglior flusso di cassa di $2,46 miliardi registrato per il periodo annuo di marzo 2021, il multiplo implicito era ancora un esorbitante 124X.

Al momento il suo flusso di cassa è tornato allo storico modello d'inchiostro rosso dell'azienda, registrando -$26 milioni per il periodo annuo terminato a marzo.

Quindi non è ancora chiaro se la valutazione della società sia stata normalizzata o meno, ma una cosa è certa: la perdita di $223 miliardi in capitalizzazione di mercato negli ultimi sei mesi non è avvenuta per caso. Perdite di questa portata e repentinità avranno un impatto sul comportamento degli speculatori, e non in modo positivo.

Infatti questo è il peccato originale del folle pompaggio denaro della FED: ha causato speculazioni irrazionali durante la salita, e ora che la FED è stata costretta a una lotta tardiva contro l'inflazione, assisterà a infiniti tonfi durante la discesa.

Inoltre tale prospettiva non si limita solo ai mercati finanziari o alle azioni. Non è solo una questione di ricchezza facile che va in fumo, anche l'economia reale verrà martellata.

Ad esempio, la recente esplosione e poi crollo dei volumi nel mercato dei mutui è un buon esempio dell'impatto su Main Street dell'inversione della FED, cosa che ha ora alzato di 270 punti base il tasso dei mutui a 30 anni.

Ai tempi in cui l'espansione post-crisi si stava allungando, il livello di tendenza dei mutui per la casa era in media di $171 miliardi e $121 miliardi a trimestre, rispettivamente nel 2017 e nel 2018. Ma come mostrato nella sequenza seguente, quando la FED ha aperto i rubinetti del denaro nel settembre 2019, e poi nel marzo 2020, è scoppiato l'inferno.

Rispetto al livello di $140 miliardi nel secondo trimestre del 2019, l'attività di rifinanziamento dei mutui è schizzata alle stelle, raggiungendo un picco di $726 miliardi nel secondo trimestre del 2021. Ciò rappresentava un livello circa cinque volte il tasso normale, il che significa che milioni di mutui sono stati rifinanziati con un'impennata improvvisa e a tassi d'interesse più bassi.

Volume trimestrale dei crediti ipotecari sulla casa: 

• Secondo trimestre 2019: $140 miliardi

• Terzo trimestre 2019: $211 miliardi

• Quarto trimestre 2019: $366 miliardi

• Primo trimestre 2020: $346 miliardi

• Secondo trimestre 2020: $502 miliardi

• Terzo trimestre 2020: $620 miliardi

• Quarto trimestre 2020: $694 miliardi

• Primo trimestre 2021: $709 miliardi

• Secondo trimestre 2021: $726 miliardi

• Terzo trimestre 2021: $583 miliardi

• Quarto trimestre 2021: $498 miliardi

• Primo trimestre 2022: $424 miliardi

Il rovescio della medaglia è ora in corso. Il volume dei rifinanziamenti è sceso del 42% nel primo trimestre del 2022 e la FED ha appena iniziato la sua campagna di rialzo dei tassi d'interesse. Infatti a metà marzo il tasso di riferimento era ancora sostanzialmente a zero.

In futuro gli effetti del rialzo dei tassi e del crollo dei mutui saranno molteplici. Per prima cosa, gli enormi aumenti dei prezzi delle case degli ultimi due anni non si invertiranno improvvisamente e facilmente per ripulire i mercati in modo classico, perché l'offerta di nuove abitazioni è stata fortemente ridotta dall'aumento vertiginoso dei costi dei materiali e della manodopera.

Infatti c'è una massiccia inflazione dal lato dell'offerta in quasi tutto ciò che è coinvolto nella costruzione di una casa, con l'indice di costruzione di case in aumento del 18% rispetto ai livelli di un anno fa e limiti assoluti alla disponibilità di alcuni articoli indipendentemente dal prezzo. Questa tendenza non si invertirà presto e potrebbe peggiorare a seconda dei prezzi dell'energia e dei lockdown cinesi.

Nel frattempo tutti quegli aspiranti acquirenti espulsi dal mercato immobiliare dovranno affittare. Né la compressione è meramente marginale. Ad aprile 2021, ad esempio, il 25% delle vendite di nuove case aveva un prezzo inferiore a $300.000, riflettendo gli acquirenti per la prima volta e con un reddito inferiore. Oggi, tuttavia, solo il 10% delle nuove vendite di case è inferiore a $300.000.

La rapida intensificazione della compressione nel mercato immobiliare, a sua volta, farà aumentare gli affitti, che sono già in aumento di oltre il 20% su base annua secondo le società di monitoraggio private.

Dato che gli affitti diretti e gli affitti indiretti (vale a dire affitti equivalenti ai proprietari) rappresentano il 32% del peso nell'IPC, è evidente che il tasso IPC principale all'8,3% non scenderà tanto presto. Ciò significa che la FED non avrà vie di fuga se non spingere i tassi d'interesse costantemente al rialzo.

Allo stesso modo, l'imminente crollo del mercato dei rifinanziamenti non lascerà inalterato il presunto consumatore "forte". L'enorme riduzione una tantum dei costi di manutenzione dei mutui incorporata nei dati 2020-2021 di cui sopra ha aperto proporzionalmente il rubinetto della spesa personale al consumo.

Infatti quando l'effetto dei rifinanziamenti viene combinato con gli assegni statali da $1.900 miliardi dell'amministrazione Biden, la spesa delle famiglie è salita del 25,4% su base annua ad aprile ed è rimasta su livelli elevati fino alla fine dell'anno.

Ma a marzo 2022 lo slancio era già fortemente diminuito. La spesa delle famiglie, infatti, è stata solo  del 2,3% in più rispetto all'anno precedente, e si dirige chiaramente verso un numero negativo ad aprile e oltre.

Infine va anche notato che il massiccio accumulo di depositi in contanti delle famiglie a causa degli assegni statali e dei tagli alla spesa forzati è stata anch'essa un evento unico. Pertanto, durante i due anni terminati nel quarto trimestre del 2019, i depositi in contanti delle famiglie sono aumentati di $1.450 miliardi, rappresentando il tasso tendenziale dell'ultimo decennio.

Ma a causa del baccanale monetario e fiscale post-Covid, i depositi in contanti sono aumentati di  $4.840 miliardi, o di 3,3 volte il tasso tendenziale precedente, tra il quarto trimestre del 2019 e il quarto trimestre del 2021

Inutile dire che questi aumenti inaspettati hanno notevolmente aumentato la capacità e l'incentivo a spendere, ma anche quel sostegno sta per svanire. Andando avanti, questi insoliti saldi di cassa in realtà diminuiranno piuttosto che aumentare, fornendo così un'altra botola sotto l'economia di Main Street.

In breve, sia l'economia di Wall Street che quella di Main Street sono state così distorte dai lockdown, dalla stampa di denaro della FED e dagli interventi fiscali di Washington che un sacco di cose andranno a “sfasciarsi” mentre la FED è costretta a combattere l'inflazione.

Ciò significa, in termini pratici, che i numeri attuali, come la capitalizzazione di mercato di SNAP, sono un'illusione che domani svanirà. Lo specchietto retrovisore, infatti, è uno strumento affidabile per quello che gli azionisti SNAP hanno vissuto ieri: un risveglio molto brusco.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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