mercoledì 14 novembre 2018

Dovremmo usare la probabilità in economia?

Ludwig von Mises delineò una distinzione netta tra teoria e storia: la prima è lo studio dell'azione umana, in quanto riguarda l'uomo in un mondo di risorse scarse, e la seconda è un resoconto reale di come esseri umani, prezzi, beni e servizi hanno interagito l'uno con l'altro in passato. In altre parole, per definizione, c'è una differenza tra ciò che affermiamo di ottenere attraverso la teoria dell'azione umana rispetto all'indagine storica. E su questa distinzione Mises scrisse un intero libro intitolato "Teoria e storia". Infatti le affermazioni e le proposizioni economiche non derivano dall'esperienza, sono apodittiche come la logica e la matematica. Non sono soggetti a verifica e falsificazione sulla base dell'esperienza e dei fatti, sono logicamente e temporalmente antecedenti a qualsiasi comprensione dei fatti storici. Sono un requisito necessario di ogni comprensione intellettuale degli eventi storici. Mises definì questa teoria generale la prasseologia dell'azione umana. L'economia è un sottoinsieme della prasseologia. Gli Austriaci non credono che le leggi economiche possano essere scoperte tramite prove empiriche/statistiche. Per definizione, lo scopo delle prove e delle statistiche è di raccogliere informazioni storiche, non di scoprire la teoria economica. Pertanto l'informazione empirica riguarda "l'economia" solo in un modo ampio e generale; per avere un quadro migliore del passato, ma mai per acquisire le leggi dell'azione umana. Solo perché gli Austriaci non pensano che le leggi dell'economia siano scoperte da modelli complessi, non significa che le statistiche in generale non debbano mai essere utilizzate. Sarebbe come lamentarsi che le leggi della logica non siano mai state "provate" dalle statistiche. Ma le statistiche per loro natura epistemologica non possono smentire quelle cose che vengono scoperte a priori. Le statistiche sono piene zeppe delle loro stesse ipotesi, correlazioni, condizioni temporali e altro, che le rendono del tutto insufficienti a fornire leggi infrangibili di teoria economica. In questo contesto esistono studi che "dimostrano" la positività a livello di bilancio di un deficit crescente e altri studi che dimostrano il contrario. Ma la logica deduttiva insita nella teoria economica è apodittica ed essa ci dice che un calcolo economico in accordo col mercato è impossibile per un ambiente centralizzato come quello statale. Basta solo questo per dire senza paura di essere smentiti che la manovra economica del governo italiano, così come quella del governo francese, sarà un fallimento, accantonando a cuor leggero tutte quelle litanie intonate con "lasciamoli lavorare" che vorrebbero giudicare il risultato ex-post.
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di Frank Shostak


L'economia moderna, oltre alla matematica sofisticata, impiega anche distribuzioni di probabilità. Cos'è la probabilità? La probabilità di un evento è la proporzione di quante volte un evento si verifica in un numero elevato di prove.

Ad esempio, la probabilità di ottenere testa quando una moneta viene lanciata è 0.5. Questo non significa che quando una moneta viene lanciata 10 volte, si ottiene sempre cinque volte testa.

Tuttavia se l'esperimento viene ripetuto un gran numero di volte, è probabile che si otterrà il 50%. Maggiore è il numero di lanci, più probabile sarà l'approssimazione.

In alternativa, diciamo che in una particolare area la probabilità che le case di legno prendano fuoco sia dello 0.01. Ciò significa che in base all'esperienza, in media, l'1% delle case in legno prenderà fuoco.

Ciò non significa che quest'anno, o l'anno successivo, la percentuale di case che prendono fuoco sarà esattamente dell'1%. La percentuale potrebbe essere dell'1% o meno ogni anno. Tuttavia, nel tempo, la media di queste percentuali sarà dell'1%.

Questa informazione, a sua volta, può essere convertita nel costo del danno da incendio, stabilendo in tal modo la possibilità di assicurarsi contro il rischio di incendio. I proprietari di case in legno potrebbero decidere di spalmare il rischio creando un fondo.

Ogni proprietario di una casa in legno contribuirà con una certa proporzione alla somma totale di denaro necessaria per coprire i danni di quei proprietari le cui case saranno danneggiate dall'incendio.

Si noti che l'assicurazione contro il rischio d'incendio può avvenire solo perché conosciamo la probabilità della sua distribuzione e perché ci sono abbastanza proprietari di case in legno per spalmare il costo del danno da incendio tra di loro in modo che il premio non sia eccessivo.

Nei suoi scritti, Ludwig Von Mises ha etichettato questo tipo di probabilità come una probabilità di classe. Secondo Mises:
Probabilità di classe significa: sappiamo o presumiamo di conoscere, per quanto riguarda il problema in questione, tutto sul comportamento di un'intera classe di eventi o fenomeni; ma per quanto riguarda gli eventi o fenomeni singoli non sappiamo nulla, ma sono elementi di questa classe.

Pertanto i proprietari di case in legno sono tutti membri di un particolare gruppo, o classe, che sarà colpita in modo simile da un incendio.

Sappiamo che, in media, l'1% dei membri di questo gruppo sarà colpito da un incendio. Tuttavia non sappiamo esattamente chi sarà.

La cosa importante per l'assicurazione è che i membri di un gruppo devono essere omogenei per quanto riguarda un particolare evento.



Perché la distribuzione della probabilità non è rilevante in economia?

In economia non ci occupiamo di casi omogenei. Ogni osservazione è un evento unico, non ripetibile, che non è un membro di alcuna classe... è una classe a sé stante.

Di conseguenza non può essere stabilita nessuna distribuzione della probabilità. (Anche in questo caso, la distribuzione della probabilità si baserebbe sul presupposto che stiamo trattando casi omogenei.)

Prendiamo ad esempio le attività imprenditoriali. Se queste attività fossero omogenee con distribuzioni della probabilità conosciute, allora non avremmo bisogno di imprenditori.

Dopotutto, un imprenditore è un individuo che organizza le sue attività per scoprire le esigenze future dei consumatori. Tuttavia le esigenze delle persone non sono mai costanti rispetto ad un bene particolare.

Poiché le attività imprenditoriali non sono omogenee, ciò significa che non è possibile formare la distribuzione della probabilità per i rendimenti imprenditoriali.

Ad esempio, nel primo anno un'attività imprenditoriale produce un ritorno sull'investimento del 10%. Nel secondo anno un'altra attività imprenditoriale produce un rendimento del 15%. Nel terzo anno una terza attività imprenditoriale produce un rendimento dell'1% e nel quarto una quarta attività imprenditoriale genera un rendimento del 2%. La media di questi rendimenti è del 7%.

In nessun modo, tuttavia, ciò implica che possiamo stabilire una distribuzione della probabilità dei rendimenti in base a come si può stabilire per il rischio di incendi o per ottenere testa nel lancio di una moneta.

I rendimenti in vari anni sono il risultato di specifiche attività imprenditoriali. Queste attività non sono omogenee e non possono essere considerate appartenenti alla stessa classe.

Il profitto emerge una volta che un imprenditore scopre che i prezzi di determinati fattori sono sottovalutati rispetto al valore potenziale dei prodotti che questi fattori, una volta impiegati, potrebbero produrre.

Riconoscendo la discrepanza e facendo qualcosa al riguardo, un imprenditore rimuove suddetta discrepanza, cioè, elimina il potenziale per un ulteriore profitto.

Il riconoscimento dell'esistenza di potenziali profitti significa che un imprenditore aveva conoscenze particolari che altre persone non avevano. Avere questa conoscenza unica significa che i profitti non sono il risultato di eventi casuali.[1]

Mises ha definito questa come una probabilità del caso:
Probabilità del caso significa: sappiamo, per quanto riguarda un particolare evento, alcuni dei fattori che ne determinano l'esito; ma ci sono altri fattori determinanti su cui non sappiamo nulla.[2]

Mises riteneva che la probabilità del caso non fosse aperta a nessun tipo di valutazione numerica. L'azione umana non può essere analizzata nello stesso modo in cui si analizzano gli oggetti concernenti una probabilità di classe.

Per dare un senso ai dati in economia, non bisogna esaminarli con metodi statistici ma cercando di capire come siano emersi.

L'assunto che l'economia mainstream renda valida la distribuzione della probabilità in economia, porta a risultati assurdi.

Proprio perché non descrive un mondo di esseri umani che esercitano le loro scelte, ma macchine.

L'impiego delle probabilità nelle analisi economiche implica che i vari dati economici siano stati generati da un processo casuale in somiglianza con il lancio di una moneta. (Abbiamo già visto che non è così per quanto riguarda i profitti imprenditoriali.)

Notate che casuale significa arbitrario, cioè senza metodo o decisione consapevole. Tuttavia, se le cose stessero così, gli esseri umani non sarebbero stati in grado di sopravvivere.

Per mantenere la loro vita e il loro benessere, gli esseri umani devono agire consapevolmente e con determinazione. Devono pianificare le loro azioni e impiegare mezzi adeguati.

Ora, se in economia la probabilità numerica non può essere stabilita oggettivamente, che dire della probabilità soggettiva? Nel momento in cui ci si sposta in compiti soggettivi, si potrebbe dire qualsiasi cosa.

Si potrebbe dire che in base ai sentimenti personali c'è un'alta probabilità di una recessione tra qualche tempo. In alternativa, si potrebbe dire che c'è il presentimento che il mercato azionario affronterà una correzione molto presto.

Queste affermazioni derivano dall'esperienza personale o dalla conoscenza che ha un individuo.

Suggeriamo che questi esempi fanno parte della probabilità del caso, cioè, sappiamo certe cose per quanto riguarda un particolare evento, ma ci sono altri fattori determinanti su cui non sappiamo nulla.

Ad esempio, sappiamo che un aumento dell'offerta di moneta potrebbe esercitare in futuro una pressione al rialzo sui prezzi delle merci.

Tuttavia non possiamo essere certi che i prezzi aumenteranno, poiché potrebbero esserci altri fattori di compensazione di cui non sappiamo nulla. Non sarà di gran beneficio assegnare arbitrariamente probabilità numeriche.



Sommario e conclusioni

Contrariamente al pensiero popolare, la probabilità numerica non è applicabile in economia. La probabilità numerica è rilevante nella sfera della non-economia in cui si osservano casi omogenei. In economia, non ci occupiamo di casi omogenei.

Ogni osservazione è un evento unico, non ripetibile, causato da una particolare azione da parte degli individui. Di conseguenza non può essere stabilita nessuna distribuzione di probabilità. L'azione umana non può essere analizzata nello stesso modo in cui si analizzano gli oggetti. Per dare un senso ad un dato storico, non bisogna esaminarlo con metodi statistici, ma cercando di capire come sia emerso.

Il fatto che l'economia mainstream faccia esistere una distribuzione della probabilità ed essa possa essere quantificata, porta a risultati assurdi. Perché non descrive un mondo di esseri umani che esercitano le loro scelte, ma macchine.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Murray N. Rothbard, Man, Economy, and State (Los Angeles: Nash), Vol 2, p. 466.

[2] Human Action, p. 110.

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3 commenti:

  1. Questo significa che non si può neanche valutare il passato per cercare di prevedere la scelta mainstream riguardo un asset finanziario? Esempio: statisticamente si potrebbe ottenere un'altra probabilitá che l'oro(l'argento) ottenga nuovi capitali nel futuro ma in realtá può non essere una corsa certa? Se nel passato si é fatto così perché nel futuro dovrá essere ancora fatto così? Non ha senso reale ma solo statistico? Dunque se bitcoin ha toccato i 20mila non ha senso reale che questo traguardo rivenga toccato? Dunque non ce mai un senso e conviene 'tirare a caso'?

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  2. Enrico F.16 novembre 2018 18:54: Questo significa che non si può neanche valutare il passato per cercare di prevedere la scelta mainstream riguardo un asset finanziario?




    "La storia si ripete ma mai in modo identico";

    in questo aforisma la domanda intrinseca è: quanto è grande lo scostamento?

    Inoltre se ci troviamo in un campo vettoriale occorre domandarci anche: in quale direzione sarà diretto lo scostamento ?

    Credo che le frasi chiavi dell'articolo di F.S. siano queste:

    "Perché la distribuzione della probabilità non è rilevante in economia?

    In economia non ci occupiamo di casi omogenei. Ogni osservazione è un evento unico, non ripetibile, che non è un membro di alcuna classe... è una classe a sé stante.

    Di conseguenza non può essere stabilita nessuna distribuzione della probabilità. (Anche in questo caso, la distribuzione della probabilità si baserebbe sul presupposto che stiamo trattando casi omogenei.)"

    Avendo un campione non omogeneo, in cui ogni elemento costitutivo dello stesso fa classe a sé, la statistica non è significativa.

    Per essere valida una statistica deve essere "significativa".

    Cosa significa "significativa"?

    A mio avviso non esiste un significato esatto di significatività statistica, spesso si usano dei modelli o test di significatività comunemente accettati ma non esiste una significatività assoluta.

    Spesso invece la significatività è soggetta ad interpretazioni soggettive.

    Praticamente potremmo dire che dato un fenomeno complesso studiato su un campione non del tutto omogeneo e non molto ampio, la statistica è tanto più significativa quanto più siamo disposti a tollerare l'

    errore da cui è intrinsecamente e inevitabilmente affetta.

    In genere più un sistema è composto da elementi semplici più la statistica è valida perché è più probabile che tali elementi possano essere identici tra loro.

    Per esempio le particelle subatomiche della stessa classe sono (o ci appaiono...) tutte identiche tra loro.

    Anche atomi dello stesso elemento sono tutti identici tra loro .... o quasi! infatti gli isotopi sono leggermente differenti tra loro ma non troppo.

    Passando dagli atomi alle molecole la situazione si complica perché differenti isotopi possono essere disposti in differenti posizioni e maggiore è la complessità della molecola maggiore è il numero di

    complessioni nelle le quali essa può comparire; molecole complesse con atomi aventi legami differenti tra loro possono presentare anche molti racemi, questo complica ancor di più la situazione.

    Passando dalle molecole alle macromolecole, le possibili configurazioni aumentano ancora, fino ad arrivare ai microrganismi unicellulari, così complessi che ad ogni ciclo riproduttivo possono mutare

    lievemente la loro natura tramite una copia non perfetta del DNA senza mutare le loro caratteristiche.

    Un individuo composto da un numero enorme di cellule è già un sistema infinitamente complesso per le capacità analitiche umane, figuriamoci un INSIEME DI SCELTE ASTRATTE variabili nel tempo compiute da

    miliardi di uomini composti da un numero incredibile di cellule composte da un numero inimmaginabile di particelle subatomiche quale è l'ECONOMIA.

    Ovviamente il sistema non è prevedibile perché non costante nel tempo, perché infinitamente complesso e perché la casistica storica a disposizione è limitatissima se paragonata al numero di gradi di

    libertà che influenza tale sistema.

    Questo rende improponibile analizzare statisticamente gli effetti per risalire alle cause e formulare una teoria perché gli effetti misurati in un sistema economico possono essere stati generati da un

    numero enorme di cause vista la complessità del sistema economico.

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  3. Enrico F.16 novembre 2018 18:54: Esempio: statisticamente si potrebbe ottenere un'altra probabilitá che l'oro(l'argento) ottenga nuovi capitali nel futuro ma in realtá può non essere una corsa certa?




    L'oro del futuro del quale si vuole prevedere il prezzo è lo stesso metallo del passato, il cui andamento di prezzo è analizzabile tramite una serie storica degli stessi.

    Questa è l'unica certezza, l'unico elemento che non varia nel tempo nel fenomeno in osservazione.

    Tutto il resto dello scenario che influenza il prezzo dell'oro invece è piuttosto complesso perché funzione di molte variabili e quindi in ogni istante " un po' " diverso rispetto a prima.

    Esiste una correlazione dei prezzi passati (dei quali possediamo una serie storica) e dei prezzi futuri (che vogliamo prevedere) dell'oro?

    Forse in parte sì ma non è il caso di entrare in tecnicismi particolarmente complessi, posso dire che tale correlazione esiste, è molto debole e .... dura poco, molto poco.

    E' quindi possibile prevedere l'andamento del prezzo dell'oro almeno " un po' "?

    Tutto dipende dalla definizione dimensionale di " un po' ", comunque il beneficio statistico che si ottiene dall'analisi di una serie storica è sicuramente debole e limitato nel tempo quindi del tutto

    insufficiente a formulazioni teoriche.




    Enrico F.16 novembre 2018 18:54: Se nel passato si é fatto così perché nel futuro dovrá essere ancora fatto così? Non ha senso reale ma solo statistico?




    L'economia, i prezzi e la finanza in generale sono sistemi fisici complessi multifattoriali.

    Essi cambiano gradualmente quindi esiste una correlazione tra passato e futuro seppure debole.

    Data una qualunque velocità di evoluzione di un sistema fisico, il futuro sarà tanto più diverso dal passato quanto più tempo separa l'istante futuro da quello passato,

    maggiore è tale intervallo di tempo minore è la rilevanza statistica della correlazione passato-futuro.




    Enrico F.16 novembre 2018 18:54: Dunque se bitcoin ha toccato i 20mila non ha senso reale che questo traguardo rivenga toccato? Dunque non ce mai un senso e conviene 'tirare a caso'?




    La statistica non ci è di nessun aiuto nello stabilire se il prezzo del BTC raggiungerà ancora o supererà in futuro i 20.000 dollari.

    'Tirare a caso' non conviene mai, meglio una passeggiata in montagna se c'è il sole, un buon libro con tea e biscotti o un bel film di sera se fa freddo e nevica.

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