giovedì 8 ottobre 2020

Revenant ed il valore della vita umana

 

 

di Jeffrey Tucker

Se Revenant vincerà l'Oscar come miglior film, allora potremmo dire che le pellicce torneranno come un importante oggetto di moda.

In tutto il film la maggior parte degli uomini le indossa, ovviamente non quelle firmate ma pellicce prese nel selvaggio West. L'anno è il 1823 e l'ambientazione è Wyoming e South Dakota: gelido e pericoloso.

Le condizioni fisiche presenti nel film sono incredibili. Sebbene le pellicole non riescano ancora a trasmettere la sensazione di cosa significhi congelare, e per fortuna l'ho visto in un teatro caldo, seduto in una poltrona in pelle bevendo vino e mangiando un'insalata, la cinematografia da sola riesce in qualche modo a trasmettere il concetto.

Quando il protagonista, che sta morendo di freddo, riesce ad indossare una gigantesca pelle d'orso, lo spettatore percepisce il suo sollievo. Sul punto di morire di freddo, apre il suo cavallo morto, svuota l'interno e ci dorme per una notte. O forse diverse notti.

La scena più memorabile è l'attacco di un orso. Qui abbiamo materiale per l'Academy Award. I cineasti riferiscono che non volevano che l'orso sembrasse arrabbiato, volevano solo che si comportasse come si comporta un orso quando protegge i suoi cuccioli.

Come facevano a saperlo? Hanno visionato il filmato di un vero attacco di un orso in uno zoo in Germania e ne hanno esaminato i movimenti. Hanno usato metodi hi-tech per renderlo il più reale possibile. I risultati sono semplicemente sbalorditivi. Il dettaglio è accattivante, come guardare l'alito dell'orso congelarsi nell'aria.

 

Il valore delle pellicce

Nei tempi raccontati, le pellicce non sono beni di lusso, ma piuttosto una necessità, almeno per i cacciatori ed i mercanti in quella terra pericolosa. Le indossano per rimanere vivi ed è anche il loro sostentamento. Infatti le pellicce (e la pelle a cui è attaccata) sono più preziose della vita umana. Sono utilizzate per l'abbigliamento e, col passare del tempo, per soddisfare la crescente domanda di cappelli alla moda nelle città e nei grandi centri abitati. (Una ragione per cui non ci interessano più di tanto i cappelli ormai: siamo in casa per la maggior parte del tempo, con il riscaldamento acceso.)

Lo scopo della spedizione è di prenderne il più possibile e di riportarle alla base per essere trasportate e vendute. Ad un certo punto, uno dei cacciatori dice che stanno portando una fortuna in pellicce. La storia economica di questo tipo di commercio in quegli anni sembra proprio confermare l'autenticità di tale affermazione.

 

Il valore della vita

Nel corso del film molte persone muoiono. La morte è accolta con una indifferenza allarmante. I nativi che uccidono i cacciatori di pelli non hanno riguardo per la vita degli invasori. I cacciatori stessi perdono più della metà degli uomini nella loro spedizione e c'è una spettrale assenza di sentimenti. La loro principale preoccupazione è quella di afferrare le pellicce, portarle via e allontanarsi il più possibile dal pericolo.

Infatti questo è il punto principale della trama: un uomo ferito, abbandonato a sé stesso perché troppo faticoso trascinarlo su una barella. Incredibilmente sopravvive e torna per cercare vendetta. Nel corso della sua lotta deve percorrere un lungo viaggio, mangiare carne di bufalo crudo, pescare con le mani, chiudere le sue ferite con polvere da sparo, e così via.

 

Che cosa significa tutto ciò?

C'è qualcosa nelle storie sulla frontiera e sul confronto con la natura che ci intriga in questi tempi di abbondanza. Inoltre mi piacciono i film che danno origine a grandi riflessioni sulla sopravvivenza, la moralità, l'economia e la politica. Questo film in particolare è perfetto.

Per prima cosa pensate al movimento per i diritti degli animali e, in particolare, al movimento anti-pellicce. In alcune città indossate la pelliccia con il rischio di essere insultati o di vederla rovinata dalla vernice che qualcuno può buttarvi addosso. Che siate a favore o contro oggi, c'è stato un momento in cui opporsi all'uccisione di animali o indossare pelli di animali di qualsiasi tipo sarebbe stato impensabile. In uno stato di natura, abbiamo scelto: la vita per noi o la morte per loro.

I film che ci riportano alla frontiera sono particolarmente intriganti, perché questa non era esattamente una giungla hobbesiana. I commercianti avevano pistole, coltelli e cibo ottenuti grazie ad una più ampia divisione del lavoro. Erano completamente civilizzati in tutti i sensi. L'umanità aveva abbandonato da molto tempo lo stato primitivo.

Ma gli uomini della spedizione si ritrovano loro malgrado catapultati in uno stato di natura. Sono di fronte all'estinzione. Devono uccidere o morire.

Le scene della natura sono incredibilmente belle, ma anche profondamente pericolose. Una brutta tempesta può uccidere chiunque. Un attacco di un l'orso può significare la fine. Anche piccole ferite possono essere letali. La fame è una minaccia costante. L'impressione che abbiamo oggi è che la natura possa soddisfare tutti i nostri bisogni, oltre ad essere davvero carina. La realtà è diversa. La natura deve essere modificata in modo che possiamo sopravvivere. Anche con Leo, immagino che questo film non sia tra le migliori scelte per la politica pro-ambiente.

La materia più complicata riguarda il valore degli altri esseri umani. Come ho detto, sembra piuttosto basso. Cos'è successo ai diritti umani? Dov'è il rispetto per la dignità umana? Perché non tutti piangono visto che più della metà della spedizione è stata spazzata via da un attacco di indigeni? Sembra che le pellicce abbiano più diritti degli esseri umani.

 

Quando le cose si fanno difficili, la moralità vacilla

Quanto influiscono le condizioni economiche sul nostro senso pratico di moralità? Basandoci su ciò che vediamo in tempi di guerra e in condizioni di estrema povertà, mi viene in mente il “Grande Balzo in Avanti” della Cina; concetti come i diritti umani sono le prime cose a sparire quando si prosciuga l'offerta materiale di beni. Ciò potrebbe implicare che essi siano tra le ultime cose ad essere state adottate nella storia dell'evoluzione sociale.

Dopotutto, prima che vengano soddisfatti i bisogni primari di cibo, vestiti e riparo, gli esseri umani che agiscono in base ad un senso morale costituito da una dignità universale, lo fanno a loro rischio e pericolo. E se non potete agire con sicurezza su qualcosa, non può emergere una norma e diventare una caratteristica affidabile della vita stessa.

Cosa succede nel corso dell'evoluzione sociale tanto da arrivare a valorizzare la vita umana? Potreste rispondere religione o filosofia, ma anche così se non ci sono le giuste condizioni per indurre le persone ad avere buone ragioni per valutarsi a vicenda, quanto possiamo fare affidamento sulle norme mentali?

Diciamo che abbiamo un sistema in base al quale necessitiamo l'uno dell'altro per migliorare le nostre vite. Senza la vostra agricoltura, non riesco a procurarmi il cibo, e senza il mio allevamento non potete avere vestiti. All'improvviso abbiamo un investimento l'uno nell'altro. La vostra vita è preziosa per me e la mia per voi.

Più persone vengono inserite in questo sistema di specializzazione e divisione del lavoro, più il valore della vita umana diventa una caratteristica della società stessa. Lo stesso vale per la proprietà: più abbiamo bisogno del rispetto dei diritti di proprietà altrui per poter prosperare, più gli altri saranno disposti a rispettare la nostra proprietà.

In Revenant gli uomini non effettuano scambi tra loro. Sono in spedizione a tempo determinato e il loro valore è come cacciatori e trasportatori di pellicce, altrimenti sono solo bocche da sfamare. Man mano che il cibo inizia ad esaurirsi, queste bocche diventano costi anziché risorse. L'etica è un lusso che diventa una passività. Poi il capitano della spedizione viene dato per morto. Le persone vanno avanti.

 

Mai tornare indietro

Una delle peggiori caratteristiche di un'economia sviluppata è il modo in cui le piccole persone percepiscono l'incredibile abbondanza che ci circonda, lasciataci in eredità dal duro lavoro, dall'ingegno e dai rischi intrapresi da innumerevoli generazioni precedenti.

E non sono solo beni fisici. Pensate al nostro senso morale: il modo in cui adoriamo i diritti umani, il modo in cui crediamo che forse la natura sia benevola, il modo in cui ora disdegniamo le pellicce. Queste sono belle preoccupazioni, ma dobbiamo la loro esistenza al complesso ed intricato sistema di relazioni commerciali che siamo riusciti a costruire insieme nel corso dei secoli.

Quanto sono fragili? Possono crollare in determinate condizioni: guerra, prigionia, carestia, pestilenza; condizioni estreme che interferiscono con la nostra capacità di essere preziosi per gli altri e per noi.

Revenant è un promemoria di quanto siamo bravi. Quelle pellicce sono un lusso controverso che ancora associamo a ricchi mecenati e le stelle del cinema di Hollywood ci dicono tutto ciò che dobbiamo sapere.

 

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/

 

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