venerdì 23 ottobre 2020

Due esempi di come l'azzardo morale corrompe i mercati: Italia e Stati Uniti

 

 

di Francesco Simoncelli

Circa quattro anni fa scrivevo questo articolo mettendo in guardia dalla Banca Popolare di Bari. Adesso leggiamo quanto segue su Milano Finanza: "Sì al salvataggio della Popolare di Bari".

La teoria Austriaca non è divinazione, bensì è uno strumento metodologico con cui si possono descrivere i processi in cui viene incanalato il mercato a causa di interventi a livello centrale. L'utilità del sapere il "quando" è relativa, mentre invece è fondamentale sapere dove. Un passo alla volta, ma l'esito di ogni pianificazione centrale è sempre lo stesso. Una volta che si inizia a dipendere dalla stampante monetaria, presto non se ne potrà più fare a meno. Quindi sarà necessario stampare sempre di più solo per evitare di scivolare un poco all'indietro.

Non c'è esempio nella storia in cui il denaro fiat abbia effettivamente migliorato un'economia. Nessuno. Né ha mai reso la gente più ricca di un centesimo. Al contrario, porta sempre a povertà, caos, inflazione di massa, sconvolgimenti sociali e corruzione. Il periodo attuale non fa eccezione e ne abbiamo prova ancora una volta. Infatti la grancassa mediatica ha trasformato una presunta emergenza sanitaria in una opportunità per lo stato di acquisire una presa di potere sempre più pressante sulla società, nel frangete storico in cui è destinato a cadere e il sistema bancario centrale ad affrontare il redde rationem per tutte le distorsioni sedimentate nell'ambiente economico negli ultimi 100 anni.

C'era chi si sorprendeva in passato quando sottolineavo la criticità di azioni come il QE, a cosa avrebbero portato, a cosa avrebbe portato finanziare un welfare state crescente. Non è una catastrofe economica e sociale quella che stiamo vivendo oggigiorno? Il virus c'entra poco, è un attore marginale. È una questione principalmente economica e successivamente politica, e lo è sempre stata.

La cosa che ancora riesce a sorprendermi è come si soprassiede la natura degli eventi politici ed economici in corso. L'avevo già sottolineato in un altro post, ma val la pena di ribadirlo: per diverso tempo è stato spiegato come il caos economico causato dagli interventi centrali non farà altro che portare ad un redde rationem doloroso, quindi cosa credete che sia l'attuale catastrofe a livello politico/sociale/economico? Un'emergenza sanitaria dovrebbe essere risolta in tale ambito e non testare eventuali criticità nell'idea di libertà personale. Invece abbiamo assistito ad un assalto progressivo nei confronti della sfera individuale degli individui, andando a circoscrivere sempre di più le sue scelte. Come vedete dai seguenti grafici, la situazione richiede un controllo capillare da parte dei pianificatori centrali affinché la popolazione mondiale non dia di matto. Debito totale, inflazione dei prezzi, aziende zombi e risorse di capitale sprecate: tutti questi grafici incarnano l'essenza di una situazione insostenibile che gridava allarme rosso nel passato.

Ma più denaro fiat viene stampato per permettere al sistema di tirare a campare, più danni fa. Aggiunge debito, riduce la produzione e aumenta i costi in tutto il sistema. E mentre i beneficiari dell'Effetto Cantillon vanno bene, grazie al modo in cui il sistema porta la ricchezza verso l'alto, milioni di vite sono già state devastate: scomparsa dei lavori ad alto salario, decadenza delle vecchie città produttrici di beni, spostamento di risorse economiche scarse nei centri finanziari, soppressione dei tassi d'interesse.

Ma all'orizzonte c'è il più grande crollo di tutti. Inutile girarci intorno, solo negli Stati Uniti esistono $210.000 miliardi di passività non finanziate. Chi glielo dice ai lavoratori che andranno in pensione che questo gigantesco schema Ponzi sta andando lentamente, ma inesorabilmente, in bancarotta? Molti credono che sia una cosa sicura, pensano che ci sia un "fondo fiduciario" con i soldi per pagarli; ma non esiste niente di tutto ciò, né risparmi, né soldi da nessuna parte. Chi pagherà quindi? Beh, nessuno e tutti. Politicamente, welfare e pensioni devono essere pagati, ma finanziariamente non possono essere pagati, non senza qualche illusione del sistema bancario centrale (che renderà i pagamenti molto meno preziosi).

E no, il sistema non può essere "riformato" e "salvato". Politicamente, i diritti sono inamovibili; matematicamente sono impagabili.

Risultato: uno scontro frontale con un muro di mattoni.

 

UNA PRECISAZIONE

Prima di proseguire con il tema dell'articolo, vorrei un momento offrire una spiegazione più ampia dell'ultimo grafico riportato sopra. La maggior parte della ripresa nei posti di lavoro nel 2008 era fondamentalmente nel part-time ed i pochi redditi da capofamiglia erano concentrati nelle aziende che più hanno avuto accesso al credito facile. Da un lato questo ha spinto i giovani e neolaureati verso settori lavorativi precari per cercare, tra le altre cose, di ripagare un debito studentesco soverchiante, oltre a cercare di vivere. Ciò li ha anche costretti a continuare, o tornare, a vivere coi genitori, incapaci di costruirsi una famiglia e soprattutto di accedere alla prima casa. Dall'altro lato coloro che hanno beneficiato di redditi da capofamiglia l'hanno fatto a scapito del resto della società, concentrando i loro sforzi in società e produttività con scarso o nullo apporto alla prosperità generale. Infatti la maggior parte di queste società ha preferito gozzovigliare con l'ingegneria finanziaria per mostrare una pseudo-crescita, piuttosto che investire in settori come la R&S. Non solo, ma diretta conseguenza di questo azzardo morale è la pervasività delle cosiddette aziende zombi (penultimo grafico qui sopra), incapaci di restare in piedi senza sostegno del credito facile e la cui redditività dipende dalla possibilità di accendere prestiti per ripagare quelli precedenti.

Dapprima lo stato distrugge il capitalismo, poi lo sostituisce con una versione clientelare. Tutti sono alterati da una nuova realtà, soprattutto quando essa viene distorta da tassi d'interesse bassissimi. Un esempio a tal proposito è quello di Alitalia, dolina economica che non fa altro che consumare risorse economiche. E ora, a corto di capitale proprio, continua a guardare allo stato per un salvataggio, utilizzando come scudo i suoi dipendenti se non arrivano i soldi. Ma perché i contribuenti dovrebbero pagare per più dipendenti di quanti ne ha bisogno l'industria?

Se si paga qualcuno per fare qualcosa senza valore reale, ad esempio, gestire un programma di povertà, fare una guerra, fornire servizi di pubbliche relazioni ad un politico, partecipare a un simposio sul cambiamento climatico, distribuire prestiti per salvare settori "critici", inutile dirlo ma potreste ritrovarvi a buttare via i soldi. E sebbene il denaro fiat sia sostanzialmente merce contraffatta, può essere usato per comprare cose. Nel contesto attuale, il denaro è solo la misura di ciò che state perdendo. La vera perdita è il tempo, il cibo, il carburante, i parcheggi, i macchinari e tutte le altre cose che vengono consumate dalle doline economiche. Sono reali e non potranno mai essere recuperate. Il tempo passa e non torna indietro.

Supponiamo che un lavoratore X lavori per il Ministero dello sviluppo economico, o per un'azienda come Uber che perde denaro anno dopo anno. Va in macchina al lavoro, parcheggia, si siede ad una scrivania, usa l'elettricità, pranza, partecipa ad una riunione e infine ritorna a casa. Tutto ciò che fa, tutto ciò che tocca, tutte le persone con cui parla, tutto ciò rende il mondo un posto più povero. Il denaro ci dice solo "quanto".

Come misura di "stimolo", questa è una frode totale. Tutto ciò che realmente stimolerà sarà le attività degli speculatori finanziari e l'inflazione dei prezzi. Ma il denaro fasullo, consegnato sotto falsi pretesti, può dare agli elettori un falso senso di prosperità. E poi gli economisti guarderanno alla spesa che inevitabilmente ne seguirà e diranno: "Wow... che ripresa!" Ma se davvero poteste "stimolare" la crescita facendo cadere i soldi dagli elicotteri, i cieli ne sarebbero pieni.

 

SULLA STESSA BARCA

E non commettete l'errore di pensare che questa situazione sia esclusiva agli Stati Uniti. L'Europa versa in condizioni peggiori, visto che le aziende zombi europee si stanno moltiplicando come non mai. In Germania, una delle poche economie europee che ha resistito abbastanza bene alla crisi sanitaria, si stima che circa 550.000 aziende (circa un sesto del totale) sono già classificate come "zombi", secondo una ricerca dell'agenzia di credito Creditreform. Stessa storia anche in Svizzera.

Giusto per ripeterlo, le aziende zombi sono società con una leva finanziaria eccessiva e ad alto rischio con un modello di business che non è neanche lontanamente autosufficiente, poiché devono raccogliere costantemente denaro fresco da nuovi creditori per pagare quelli precedenti. Secondo la definizione della Banca dei regolamenti internazionali, non sono in grado di coprire i costi del servizio del debito con il loro EBIT (guadagni al netto degli interessi e delle tasse) per un periodo prolungato. Il numero di società zombi è aumentato in tutta Europa e nell'intera Anglosfera a causa di due fattori principali:

  • Le politiche del credito facile delle banche centrali, che hanno portato i tassi d'interesse a livelli così bassi che anche le aziende praticamente insolventi sono state in grado di continuare ad emettere debito. Anche molte grandi aziende di zombi sono state salvate, in alcuni casi più di una volta. Il gigante spagnolo dell'energia verde, Abengoa, è stato salvato tre volte negli ultimi cinque anni.
  • La tendenza delle banche scarsamente capitalizzate a rinnovare o ristrutturare continuamente i crediti inesigibili. Ciò è particolarmente diffuso in parti dell'Eurozona dove le banche sono particolarmente deboli, come l'Italia.

Una recente relazione della Bank of America dimostra come il Regno Unito sia la patria di circa un terzo di tutte le società zombi in Europa. Sono il 20% di tutte le aziende nel Regno Unito, in aumento di quattro punti percentuali da marzo, secondo un nuovo documento di Onward. Nei settori più colpiti (servizi di ristorazione, intrattenimento e ricreazione, oltre a musei, settore dell'arte e immobiliare) la percentuale di imprese zombi è aumentata rispettivamente di 9 e 11 punti percentuali, al 23% e al 26%.

Il numero di aziende zombi è aumentato vertiginosamente in quanto le aziende hanno assunto enormi volumi di nuovi debiti solo per resistere alla crisi sanitaria e, in molti casi, generando molte meno entrate. In tutto il mondo le società non investment grade hanno emesso $322 miliardi nei primi otto mesi di quest'anno, più che nell'intero 2019, secondo i dati della BRI. Nel frattempo le aziende che erano già zombi, invece di andare in bancarotta e vedere i loro debiti ristrutturati, sono state salvate dal governo e/o dalla banca centrale.

Poi ci sono anche le società più piccole, le quali hanno anch'esse assunto più prestiti bancari, in gran parte o completamente garantiti dallo stato. Molte aziende, in particolare nei settori più colpiti dalla crisi, hanno ricavi inferiori e flussi di cassa più deboli. Di conseguenza il denaro preso in prestito si esaurisce rapidamente ma il debito rimane. Se non erano zombi prima della pandemia, lo diventeranno presto. Ci sono molte ragioni per cui riempire l'economia con un numero sempre maggiore di aziende zombi non è una buona idea. Tanto per cominciare, le aziende zombi sono meno produttive ed escludono gli investimenti in aziende più produttive. La BRI ha sottolineato che ogni aumento di un punto percentuale nella prevalenza delle imprese zombi significa 0,25 punti percentuali in meno nella crescita dell'occupazione e un calo del 17% nel tasso d'investimento di capitale.

Consentire alle aziende zombi di proliferare al fine di proteggere le banche dalle conseguenze delle loro cattive pratiche di prestito e gli investitori dalle conseguenze delle loro cattive scelte d'investimento non si limita solo a premiare, e per estensione incentivare, cattive azioni e decisioni; aggrava problemi già esistenti e ne crea di nuovi.

Su queste pagine, ormai, è stato ripetuto fino alla nausea come il problema sia sempre stato dal lato dell'offerta e dalla disconnessione della struttura del capitale dalle preferenze temporali degli attori di mercati a causa della manipolazione dei tassi d'interesse a stampo banche centrali. Quindi aspettarsi che politiche dal lato della domanda aiutino a stabilizzare o, miracolo dei miracoli, risolvere tutti i problemi economici finora accumulati, è da pazzi. E questo discorso è particolarmente applicabile all'Italia dove si aspetta il Recovery fund come la panacea di tutti i mali. Pochissimi avvertono dell'enorme rischio di investimenti errati e debito eccessivo che potrebbe derivare da questo denaro a pioggia e dal massiccio disavanzo di spesa derivante dall'Eurozona. Su quali basi? Non solo teoriche visto che abbiamo l'evidenza empirica del Piano per la crescita e l'occupazione del 2009, il piano Juncker e l'enorme aumento della spesa in deficit tra il 2009 e il 2011 tra molte nazioni europee.

L'Italia ha mantenuto un livello di spesa in deficit e spesa pubblica che ha fatto schizzare alle stelle il debito pubblico, perché i governi si abituano a spendere di più in tempi di boom e ancora di più in periodi di recessione. Ora ci si aspetta magicamente dal governo italiano un livello di disciplina e prudenza fiscale che solo Germania e Olanda hanno implementato finora. Come vediamo dai grafici qui sotto, dove spesa, debito e deficit salgono senza controllo, l'idea che il governo italiano spenderà i soldi in modo saggio e produttivo non è solo un pio desiderio, ma è negato dall'evidenza del passato.

Debito pubblico italiano

Spesa pubblica italiana totale

L'onere del debito creato dalle politiche fiscali in tempi di recessione non solo rimane e cresce, ma porta successivamente all'aumento delle tasse per "ridurre il deficit", cosa che a sua volta ostacola la crescita e la creazione di posti di lavoro. L'Italia soffre già di un cuneo fiscale non competitivo e la spesa in deficit improduttiva seguita da tasse sugli investimenti e sulla creazione di posti di lavoro è diventata la triste normalità. La crescita dell'Italia non è stata più lenta e con una disoccupazione più alta rispetto al resto della zona Euro a causa della sfortuna o del caso, ma a causa del costante allontanamento della ricchezza e della capacità produttiva da parte dello stato.

Pressione fiscale totale italiana

Deficit di bilancio italiano

Anche i più tonti, dopo anni di stimoli, dovrebbero aver capito che gli stati non “favoriscono la crescita sostenibile e aumentano la competitività a lungo termine”. I commentatori mainstream non vedono, o fingono di non vedere, la connessione tra la bassa produttività e il ruolo crescente della spesa pubblica e della politica monetaria: incentivano la bassa produttività tramite tassi negativi e intervento pubblico. Gli investimenti pubblici non possono aumentare la crescita e la competitività tanto da coprire l'enorme fardello del debito, perché lo stato non ha incentivo alcuno ad essere produttivo e generare investimenti sostenibili. L'incentivo ad investire male e perpetuare la sovraccapacità è enorme, perché lo stato non subisce le conseguenze degli investimenti improduttivi, come invece accade per contribuenti ed imprenditori.

L'impossibilità di un calcolo economico in accordo coi segnali di mercato da parte dello stato ci mostra che, in tempi di debolezza, i pianificatori centrali non dovrebbero decidere di soppiantare il settore privato. Lo stato non ha affatto informazioni migliori o superiori del settore privato e ha invece tutti gli incentivi ad investire male e spendere in eccesso, perché la BCE continua a sostenere il governo italiano, ad esempio, acquistando obbligazioni sovrane e tagliando i tassi. L'evidenza dell'aumento del debito, della scarsa produttività e della disoccupazione più elevata rispetto ai suoi pari della zona Euro dovrebbe essere un segnale di avvertimento sufficiente.

Il che porta a porci una domanda: se tutti gli "investimenti" sbandierati dal governo italiano sulla scia del Recovery fund sono redditizi, produttivi e promuoveranno la crescita e l'occupazione a lungo termine, perché nessuno di essi è stato attuato nel periodo 2014-2019 nonostante tassi infimi, alta liquidità e il piano Juncker? Perché la stragrande maggioranza di ciò che la maggior parte dei Paesi della zona Euro, inclusa l'Italia, metterà nel piano di ripresa non sono progetti produttivi, redditizi o orientati alla crescita economica.

Non dimentichiamoci, infatti, che L'Italia ha fatto affidamento sulla politica monetaria per mascherare i suoi problemi strutturali e che la politica monetaria è passata dall'essere uno strumento per guadagnare tempo ad uno strumento per evitare le riforme strutturali. Il bilancio della BCE è ora al 57% del PIL europeo e da anni imperversano i tassi negativi: il risultato è stato una crescita deludente nei periodi positivi ed una crisi mordace nei periodi difficili. Il ruolo crescente dello stato nell'economia non è una coincidenza, è una delle principali cause della debolezza della zona Euro nel suo insieme, soprattutto quando sono arrivati a consumare più del 40% del PIL annuo. La politica monetaria non convenzionale non è stata implementata affinché gli stati europei spendessero poco, ma affinché spendessero di più grazie alle distorsioni del QE visto che non esiste più un mercato obbligazionario per i titoli di stato. La BCE si ritroverà a dover camuffare ancora di più l'insolvenza dell'Italia, e dell'Europa in generale, quando il virus C smetterà di essere una scusa.


DISCONNESSIONE

Il vero perdente in questo contesto è solo uno: Main Street, dal quale vengono estratte progressivamente tutte quelle risorse necessarie a far andare avanti il baraccone statale. Questo decadimento è stato mascherato dall'iper-finanziarizzazione e dalla spesa alimentata dal debito da parte dei consumatori che si sono abituati a colmare il divario crescente tra il loro reddito (stagnante) ed i costi del loro stile di vita (in aumento), mentre inseguivano il proverbiale 1% che invece ha tratto vantaggio dalla finanziarizzazione. Non lo ripeterò mai abbastanza: il debito crea l'illusione della ricchezza, ma ad un costo, ovvero, non si finirà mai di pagarlo mentre reddito e profitti possono benissimo scivolare fino a zero.

Veniamo ora alla dinamica chiave di questa era: la psicosi socioeconomica, poiché la maggior parte delle persone non è in grado di dare un senso ai messaggi contraddittori forniti dallo status quo. Il risultato successivo è la follia, poiché ogni tentativo di conciliare i messaggi contraddittori si allontana dalla realtà. L'implacabile ascesa di Wall Street è costantemente presentata come "prova" che lo status quo sta "creando ricchezza". È impossibile conciliare questa affermazione con il decadimento e il collasso visibili a Main Street, e così le persone si scagliano contro qualunque cosa possano identificare come la causa prossima della loro sofferenza e delle loro scarse prospettive.

Ponetevi queste domande: che tipo di sistema avremmo se la stragrande maggioranza delle migliaia di miliardi creati dal nulla dalle banche centrali andasse a grandi speculatori e grandi società? Che tipo di sistema avremmo se queste figure utilizzassero parte di questo denaro fasullo per acquistare influenza politica? Che tipo di sistema avremmo se questa gente continua ad avere accesso privilegiato al denaro fasullo con cui finanziano giochi finanziari e che non generano beni o servizi utili, nessun lavoro e nessuna produttività? Che tipo di sistema avremmo se la bolla del mercato azionario venisse pubblicizzata come "prova" che il sistema sta andando alla grande e la ricchezza sta traboccando senza limiti grazie alla stampante monetaria?

La risposta è un sistema è folle e condannato a perire sotto le sue contraddizioni interne. Le banche centrali possono creare denaro fiat dal nulla e consegnarlo ai privilegiati, ma non possono creare posti di lavoro, petrolio, strumenti, garanzie collaterali o produttività dal nulla. L'abisso tra l'illusione del sistema bancario centrale di una ricchezza fantasma per Wall Street e il crollo di Main Street è senza fondo, e la nostra discesa sta accelerando.

Circa 50 anni fa i costi per le cose essenziali erano bassi e gli oneri normativi per le piccole imprese erano modesti. Ora i costi e gli oneri normativi sono saliti a livelli schiaccianti. Questo gioca perfettamente a vantaggio delle burocrazie, che hanno il monopolio del potere di aumentare tasse, sanzioni, ecc., e dei clientelisti, la cui spinta principale è eliminare qualsiasi concorrenza. Le persone comuni si sentono ignorate perché vengono ignorate. Le persone comuni si sentono intrappolate perché sono intrappolate. Le persone comuni si sentono impoverite perché vengono impoverite. La gente si arrabbia con l'establishment perché ha scoperto (inconsciamente) l'inganno della democrazia. Possiamo essere onesti per un momento ed ammettere che il nostro è un sistema in cui vengono favoriti coloro che sono più ammanicati e persone farsi beffe delle regole scritte? Non è ovvio che abbiamo bisogno di un sistema alternativo che non sia gestito a beneficio dell'establishment e dei clientelisti?

Ovviamente dovrebbe essere volontario: nessuno sarebbe costretto a parteciparvi. In secondo luogo dovrebbe essere decentralizzato, il che significa l'assenza di un organo dirigente che possa essere corrotto. Inoltre le operazioni in tal sistema dovrebbero essere automatizzate, in modo che i pregiudizi umani avrebbero poche opportunità di ritagliarsi privilegi non guadagnati. Questi sono punti basilari, ma che ci indirizzano verso qualcosa che già esiste: Bitcoin. Infatti esso è un esempio del mondo reale di un sistema volontario, decentralizzato e automatizzato. Non c'è nessuno al vertice che possa essere corrotta ed è distribuito. Non solo, ma oltre il layer 1 dove esiste solo il mezzo di scambio, ce ne possono essere altri visto che Bitcoin si prefigge d'essere soprattutto una piattaforma di sviluppo.

Perché tolleriamo un sistema così corrotto, antidemocratico e sfruttatore? Perché non abbiamo altra scelta? No, ce l'abbiamo una scelta ma bisogna prenderla. Se non siamo disposti ad apportare modifiche sistematiche alla nostra vita, allora siamo veramente intrappolati; non da altri (chiunque possano essere) ma dalla nostra stessa riluttanza ad accettare che il cambiamento di paradigma è ora necessario se vogliamo avere un futuro che sia vantaggioso per tutti.


CONCLUSIONE

La spiralizzazione negativa della situazione economica e l'attuale caos altro non sono che quel fenomeno drastico a lungo descritto su queste pagine. La nazione in Europa che più necessita di "controllo" è l'Italia, a causa del suo retaggio sconsiderato in ambito fiscale. Le bombe ad orologeria finanziaria si trovano perlopiù nel nostro Paese rispetto al resto della zona Euro e, nonostante l'aiuto della BCE negli ultimi 10 anni, il loro ticchettio s'è fatto più rumoroso. Il seguente grafico riassume egregiamente come l'intervento centrale da parte del sistema bancario centrale non fa altro che incentivare un azzardo morale vorace e progressivo.

Poi c'è lo Zio Sam, in debito per $27.000 miliardi che non può ripagare. Gli USA nel loro insieme, compreso il settore privato, sono in debito per $80.000 miliardi che non può ripagare. E il governo USA ha promesso ai 76 milioni di pensionati e altri percettori di servizi previdenziali $210.000 miliardi in "diritti" non finanziati... e nemmeno questi possono essere pagati. Piuttosto che tagliare le spese, questi debiti impagabili sono stati "coperti" stampando denaro, una scelta che porta sempre a bancarotte, povertà, depressione e inflazione, nonché caos sociale e politico.

La stampa di denaro viene promossa come una misura di “stimolo”, ma nella lunga e triste storia delle economie gestite dallo stato non c'è traccia di una che sia stata effettivamente migliorata dal denaro fasullo. "Distorsione" sarebbe una parola migliore. Ci sono tante cose che si possono stimolare, ma le economie no: sono reti, ragnatele, complesse ed intricate. Fate vibrare un'estremità e piegherete l'intera rete. Si possono stimolare i risparmiatori lasciando salire i tassi d'interesse (cosa che fece Paul Volcker nel 1980), oppure si possono stimolare i mutuatari (cosa che ha fatto la Federal Reserve soprattutto negli ultimi 20 anni abbassando ferocemente i tassi d'interesse). Ma se si stimolano i risparmiatori, i mutuatari resteranno a bocca asciutta e viceversa. Quello che non si può fare è stimolare entrambi allo stesso tempo.

È impossibile dare un vantaggio ad un gruppo (più denaro, tassi d'interesse più bassi, prezzi delle azioni più alti) senza dare uno svantaggio ad un altro gruppo. I prezzi più alti possono essere ottimi per chi vende, ma per chi compra? Tassi d'interesse più elevati possono essere ottimi per chi risparmia, ma per quanto riguarda il mutuatario?

Per farla breve, il denaro fasullo distorce le cose, non può migliorarle. E più i banchieri centrali fingono di stimolare l'economia con la stampante monetaria, più generano caos. Le distorsioni riducono l'efficienza, gli investimenti reali e la ricchezza; e al loro posto introducono crescita lenta, fanno sì che le persone commettano errori e le fa sentire derubate.

E poi, più si distorce l'economia, più bisogna distorcerla, o l'intero processo esploderà in faccia a chi è talmente presuntuoso da credere di avere in tasca tutta la conoscenza di questo mondo.


4 commenti:

  1. A proposito di doline economiche e bombe ad orologeria finanziarie. Spesso vi ho parlato di WeWork e di come esso rappresenti un elemento sistemico critico quando si parla di interconnessione nel mondo finanziario moderno. Inutile ripeterlo è una società zombi, tenuta in piedi solo grazie al credito facile alimentato dal sistema bancario centrale e la pedina successivamente dopo è Softbank. E così a catena fino a toccare ogni tassello del domino rappresentato dall'azzardo morale. Infatti non c'è stata mai alcuna "ripresa", era fasulla sin dall'inizio; e così anche il fantomatico stimolo che avrebbe dovuta sostenerla.

    Tale falsità, come tante altre cose, è nascosta da una montagna di numeri falsi, statistiche fraudolente e ovviamente denaro fasullo. Ma tutto ciò che fa il denaro fasullo è distorcere, fuorviare e imbrogliare. Come tutte le monete contraffatte, può rendere più ricche alcune persone, ma solo rendendo altre più povere. È un gioco a somma zero che nel tempo aumenta la posta in gioco (a livello economico e sociale) ed i relativi costi di tenere in piedi la farsa. Ma mentre i possono favorire alcune persone, non c'è nessun esempio nella storia in cui lo "stimolo monetario" abbia reso la maggior parte delle persone più ricche.

    Se si cerca di stimolare l'intera economia, scaricando denaro dagli elicotteri, tutto ciò che si ottiene è un aumento dei prezzi e, di conseguenza, miseria e pandemonio per tutti. Ecco perché adesso le autorità sono alla spasmodica ricerca di controllo sulla popolazione: una volta che iniziano a saltare i tasselli del domino nel mondo finanziario, non c'è modo di evitare un proverbiale "hard landing". Le valute digitali delle banche entrali serviranno a somministrare ulteriore anestetico, ma i problemi di fondo rimarranno e verranno acuiti, perché sebbene si possano aggirare temporaneamente le leggi economiche, non possono essere violate. E tale aggiramento prevede un costo da pagare, il quale è proporzionale e progressivo alla quantità di tempo in cui continua a rimanere in campo.

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  2. Gentile Dott. Simoncelli,
    le sarei grato se mi facesse conoscere il suo pensiero sulla recente notizia che Paypal renderà disponibile, fra pochi mesi, la possibilità di acquistare bitcoin nella piattaforma.
    Mi sembra una notizia eccellente, ma non non ho né le conoscenze , né gli strumenti per approfondire seriamente la questione.
    Colgo l'occasione per farle i complimenti per tutto il suo lavoro degli ultimi lustri che reputo eccezionale, in effetti è merito suo se ho accumulato monete d'oro iniziando da quando costava 14 euro al gr. (avrei dovuto metterci tutto subito, mea culpa).
    Cordialmente
    Federico Parigi

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    1. Salve Federico.

      Grazie innanzitutto per il suo feedback. In secondo luogo, direi proprio di sì: la notizia che Paypal entra nel mondo delle criptovalute è sicuramente buona. La prova empirica è sotto i nostri occhi. Dal punto di sta della pubblicità e della facilità degli individui di entrare in questo mondo, è un boost non indifferente. Se vogliamo, anche di legittimità, visto che la maggior parte delle persone, ancorate ancora al mondo industriale di concepire ciò che li circonda, devono trovare conferme nelle realtà del passato per confermare quelle del futuro. È un processo inevitabile, comunque, come abbiamo già visto con Internet. Perché una volta che gli individui iniziano ad accedere in modo sempre più facile al mondo delle criptovalute, nasceranno sempre più imprese dedite a migliorare la user-experience. Cosa che, tra le altre cose, sta già accadendo.

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  3. Su Italia Oggi si legge un interessante articolo sulla compliance riguardo il POS. Adesso mi vengono in mente tutti quei devastati mentali che, come cani di Pavlov, tessevano le lodi dei pagamenti elettronici come mezzo per entrare nel futuro, cavillavano sulle commissioni e postavano in ogni dove epigrafi sul denaro contante. Ma il ragionamento logico-deduttivo è galantuomo, così come il tempo, nonché le conseguenze non intenzionali. Case in point: nessuno parlava della compliance in quel momento. È ora di mettersi una volta per tutte in testa che qualunque cosa tocca la burocrazia essa diventa inefficiente; qualunque aspetto emerso spontaneamente dal mercato e catturato dalla burocrazia, diventa motivo per estorcere maggiore ricchezza. Perché? Perché l'apparato statale è incapace di effettuare un calcolo economico in accordo con le forze di mercato, quindi deve scavalcarle per sopravvivere. Ovvero deve rubare risorse appartenenti legittimamente ad altri.

    "Cash is king", come si suol dire, e ancor meglio Bitcoin.

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