venerdì 4 dicembre 2020

Inflazione? Deflazione? Come posizionarsi



di Francesco Simoncelli

Dopo la mia live su Koinsquare, ho notate nei commenti al video una serie di imprecisioni nel distinguere la differenza tra inflazione e deflazione. In questo modo è facile cadere preda di fallacie logiche, soprattutto se non si capisce cosa vogliano dire i termini usati. Quest'oggi, quindi, cercherò di fare chiarezza. Non solo sui termini, ma in base alle conclusioni di ciò come posizionarsi per i prossimi dieci anni per quanto riguarda gli investimenti. Prima di iniziare la disamina, però, dobbiamo sempre tenere a mente il fatto che ci sono due modi per definire l'inflazione: un cambiamento nell'offerta di moneta, o una variazione del livello dei prezzi. Ciò presuppone altre due cose: possiamo definire accuratamente cos'è il denaro e identificare con precisione il livello generale dei prezzi. Entrambe quest'ultime due ipotesi sono a dir poco discutibili. Infatti c'è più di una M da utilizzare per prevedere i prezzi al consumo, senza contare la questione del ciclo economico e il livello dei prezzi. Pensateci un attimo: quale paniere di beni e servizi dovrebbero usare gli statistici? Quale rilevanza dovrebbe attribuire uno statistico ad uno qualsiasi dei vari prodotti e servizi? Questa ponderazione cambierà quando cambieranno i gusti dei consumatori, ma quale sarà l'attendibilità quindi dei dati statistici se non sta al passo dei cambiamenti?

A tal proposito io cerco i trend, che a livello predittivo sono molto più affidabili.

Il fatto cruciale è la politica monetaria. Secondo la teoria Austriaca del ciclo economico, esso è il risultato di una precedente politica monetaria allentata del sistema bancario centrale. I boom ed i bust sono il risultato dell'inflazione monetaria delle banche centrali. Le altre scuole di pensiero rifiutano questa teoria ed è per questo che molto spesso (se non sempre) si ritrovano senza una spiegazione quando il NBER fa piovere sulle loro teste una recessione "inaspettata".


DEFLAZIONE & INFLAZIONE

La maggior parte di coloro che prevedono la deflazione ha in mente una deflazione dei prezzi. Alcuni pensano che ci sarà deflazione monetaria a causa della bancarotta delle banche commerciali, ma questa posizione è difficile da difendere visto che i salvataggi statali possono tenerle a galla e l'ingegneria finanziaria può permettere loro di comprare ulteriore tempo attraverso operazioni di fusione & acquisizione ad esempio. La deflazione dei prezzi può avvenire solo in un libero mercato, il risultato di un aumento costante della produzione economica in un'economia con un'offerta di denaro stabile (a condizione che le banche centrali non proteggano le banche insolventi). Questo scenario non è quello offerto dai deflazionisti, o almeno fino ad un certo punto. Secondo loro le banche creano credito, il denaro fiat abbassa i tassi d'interesse e la gente prende in prestito. Ciò è coerente con l'economia Austriaca: questa struttura del credito non può essere sostenuta indefinitamente. Ma qui è dove le opinioni divergono: il deflazionista dice che le persone in generale non possono ripagare i propri debiti. quindi vanno in default ed i prezzi scendono. Non solo i prezzi dei settori di mercato che erano in bolla, ma tutti i prezzi.

C'è un problema con questa tesi: se metà delle cose che acquistate regolarmente arriva a costare meno, ne acquisterete la stessa quantità, o forse un po' di più, e poi comprerete più di qualcos'altro. E ciò include anche l'acquisto di beni capitali. Non c'è alcun materasso in cui vengono stipati i soldi. Un abbassamento dei prezzi è un potente incentivo economico ad acquistare più di quello che si acquistava prima o a diversificare i propri acquisti, e questa è una ferrea legge economica: "Quando qualcosa cala di prezzo, se ne richiede di più". Semplice no? Ma quelli che si definiscono deflazionisti non lo capiscono, né ci credono. La contrazione del credito dopo lo scoppio di una bolla non influisce sull'offerta di moneta se la banca centrale o il Tesoro interviene e impedisce ad una banca a riserva frazionaria di fallire e di portarsi dietro tutto il denaro digitale. Questa è la logica economica. La teoria delle variazioni di prezzo come risultato dell'interazione domanda/offerta di moneta e domanda/offerta di beni e servizi è alla base di tutta la teoria economica. Senza di essa cosa resta della teoria economica?

Se una banca centrale crea un boom con denaro fiat a profusione e poi cessa di perseguire questa strada, può creare deflazione. Come? Rifiutandosi di salvare le banche fallite. Il castello di carte creato dalla riserva frazionaria implode andando a generare una depressione deflazionistica. Non abbiamo visto niente di simile sin dal 1934, soprattutto negli USA: la creazione del FDIC.

Passiamo adesso all'inflazione. L'inflazione monetaria produce inflazione dei prezzi e su questo i monetaristi della Scuola di Chicago e gli economisti della Scuola Austriaca concordano. Se la banca centrale espande l'offerta di moneta, i prezzi saliranno... ma questo richiede tempo. Quanto? Gli economisti discutono sulla quantità (6 mesi, un anno, 18 mesi), ma la certezza è che l'espansione monetaria farà salire i prezzi. Il nuovo denaro deve finire da qualche parte, deve finire nel conto bancario di qualcuno. Se la banca centrale espande la base monetaria acquistando asset di qualsiasi tipo, crea denaro per acquistarle e i destinatari di tali infusioni poi lo spendono. Se, ad esempio, è il Tesoro il destinatario, allora sarà il governo in carica a spenderlo. Tutti gli economisti sono d'accordo su questo punto.

L'espansione monetaria da parte del sistema bancario centrale è la fonte dei boom e di bolle in asset specifici. L'America ha sofferto di inflazione monetaria dal 1914 al 1930. Poi, dopo tre anni in cui si è lasciato che le piccole/medie banche andassero fallite, è ripreso il trend dal 1934 ad oggi. Il dollaro ha perso circa il 97% del proprio valore sin dal 1914. No, l'IPC non ci dice esattamente questo, ma come vi ho detto possiamo seguire il trend: al rialzo per i prezzi e al ribasso per il potere d'acquisto. Finché la Federal Reserve, e il sistema bancario centrale in generale, creerà denaro, ci sarà inflazione dei prezzi. L'unica cosa che può ritardarla è un aumento dei requisiti di riserva o le banche commerciali che ridanno alla banca centrale di riferimento le proprie riserve in eccesso. Ciò riduce il moltiplicatore della riserva frazionaria.

Un'inflazione dei prezzi superiore al 10% annuo è ciò che possiamo definire inflazione di massa, ma prima di arrivare a questo punto soffriremo di stagflazione. E ad oggi siamo esattamente qui.


STAGFLAZIONE, INFLAZIONE DI MASSA ED IPERINFLAZIONE

Il mondo aveva già sofferto di questa condizione negli anni '70, sulla scia di una consistente espansione monetaria e un massiccio deficit federale. Secondo la teoria keynesiana i deficit federali avrebbero permesso alla società nel suo complesso di superare agilmente le recessioni, la banca centrale doveva solo inflazionare abbastanza da coprire parte del deficit federale. Ma ci furono due grandi recessioni negli anni '70 e la disoccupazione aumentò vertiginosamente, insieme ai prezzi. Quella combinazione di eventi venne definita stagflazione.

Che abbiamo stagnazione economica nel mondo di oggi è ovvio. Che abbiamo anche prezzi in salita considerevole è ovvio, basta guardare alle stime indipendenti per farsi un'idea reale di quanto sia alta l'inflazione dei prezzi. Malgrado ciò i deficit dei vari governi del mondo sono fuori scala e non stanno affatto risolvendo nulla. Ross Perot nel 1992 proponeva la metafora dell'aspirapolvere: il suono che produce lo stato che risucchia tutto il capitale in eccesso in gran parte del mondo. Queste risorse non finiranno nel settore privato. Qual è la base di una ripresa economica sostenuta? Maggiore formazione di capitale, mentre invece noi stiamo assistendo alla distruzione del capitale.

Per un po' continueremo a soffrire di stagflazione. Non stag-deflazione, ma stag-inflazione. Il passo successivo lungo questa catena di processi è l'inflazione di massa. Questo fenomeno sta iniziando ad emergere proprio adesso, con i deficit che non possono essere coperti da investimenti privati ​​e invece vengono coperti nella loro totalità dalle banche centrali. E le criticità di tutto ciò affliggono uno dei settori più importanti per la credibilità dell'attuale status quo: il sistema pensionistico. Questa fase sarà l'indicatore del fallimento dell'attuale modello di indebitamento/spesa pubblica. Le banche centrali sono chiamate a coprire la differenza (crescente) tra l'acquisto di debito del Tesoro da parte del pubblico e l'indebitamento statale. Definisco inflazione di massa un'inflazione dei prezzi a due cifre superiore al 20% ma inferiore al 40%. La perturbazione nei mercati dei capitali sarà estrema e l'apparato statale assorbirà porzioni importanti di tutta la formazione di capitale. Non ci sarà alcuna formazione di capitale netto, bensì un consumo di capitale.

Il valore del dollaro a livello internazionale calerà, ma altre nazioni occidentali perseguiranno politiche comparabili. Non è chiaro fino a che punto potrà calare, molto dipenderà dalla corsa competitiva all'autodistruzione nazionale. Ogni nazione occidentale deve affrontare il giorno della resa dei conti: il fallimento del sistema pensionistico e previdenziale. A questo punto le varie banche centrali del mondo dovranno effettuare una scelta: frenare o distruggere le valute fiat.

Lo scenario peggiore è l'iperinflazione. Ludwig von Mises la definì crack-up boom, evento che porta alla distruzione della valuta. L'economia tornerà al baratto o a valute alternative. Nessuna economia industriale moderna ha sofferto di questo fenomeno da dopo la seconda guerra mondiale. L'Occidente non è lo Zimbabwe e non è una nazione agricola arretrata che ha ancora organizzazioni tribali funzionali per aiutare i propri membri. Non credo che la Federal Reserve o le altre banche centrali lo permetteranno. Ciò distruggerebbe il sistema bancario commerciale e il compito non ufficiale, ma primario, del sistema bancario centrale è quello di preservare le grandi banche commerciali. Se il tutto si ridurrà ad una questione tra rifornire lo stato di denaro affinché continui a servire il suo debito e distruggere la valuta fiat, il sistema bancario centrale cesserà di acquistare debito del Tesoro. Questo sarà il punto di svolta.


PASSATO SICURO, FUTURO INCERTO

Stiamo entrando in un periodo di consumo di capitale negli Stati Uniti e nel resto del mondo occidentale. Tutti hanno visto promettersi le stesse cose e tutte saranno infrante. Le condizioni monetarie malsane di oggi sono intrinsecamente distruttive. L'inflazione monetaria rapina indiscriminatamente sia i risparmiatori che i salariati. Non solo l'accumulo di ricchezza personale da parte delle masse viene tassato e scoraggiato, ma viene incoraggiata la speculazione sugli asset finanziari al fine di creare un effetto ricchezza sostitutivo. La dissolutezza, l'indolenza e l'indebitamento pubblico sono le caratteristiche del regime inflazionistico. Le aziende fanno pressioni per ottenere sussidi e protezione dello stato contro la concorrenza, gli individui invece scelgono di votarsi anima e corpo al welfare statale e al salario minimo. Il peso improduttivo dello stato sull'economia cresce inevitabilmente fino allo strangolamento economico.

Ne consegue che il progressivo trasferimento di ricchezza dai creatori di ricchezza nelle mani dello stato attraverso l'inflazione monetaria riduce non solo il valore della ricchezza rimasta da trasferire ma, come notato sopra, diventa un onere crescente per l'economia nel suo complesso. Anche se si afferma che l'inflazione avvantaggia le finanze pubbliche riducendo il valore del debito presente, le passività future continuano a salire in sordina e rendono l'esercizio inflattivo inutile nel lungo termine. L'esito finale del finanziamento inflazionistico è sempre lo stesso: la distruzione dell'economia produttiva attraverso un crescente trasferimento di ricchezza. Nei prossimi mesi, quando i banchieri centrali non potranno più negare questo fatto, un'ulteriore inflazione monetaria sarà una politica sempre più insostenibile. Inoltre possiamo escludere un abbassamento dei tassi d'interesse come soluzione keynesiana all'aumento della disoccupazione. Le autorità monetarie saranno costrette a navigare tra due obiettivi: più inflazione monetaria per finanziare il disavanzo pubblico alle stelle, contenere la disoccupazione e disintegrare la valuta fiat, o rialzare tassi d'interesse nel tentativo di proteggere la valuta fiat, qualunque sia il costo per le finanze degli stati?

Per investitori e risparmiatori sono fondamentali queste domande e considerazioni perché se diamo uno sguardo all'economia di riferimento a livello mondiale, gli Stati Uniti, possiamo delineare la ripetizione di un pattern già visto sui nostri lidi. Attraverso il metodo prasseologico era abbastanza facile tracciare la strada che avrebbero percorso i 5 Stelle una volta al governo. Ma, ahimè, feticisti dell'empirismo e fanatici del "lasciamoli lavorare" hanno permesso che lo sfascio economico/sociale fosse sotto i loro occhi prima di poter credere a quanto si diceva ex-ante (addirittura ci sono ancora persone che negano la cialtronaggine di tal partito). Con Biden il ragionamento è lo stesso. Il seguente articolo del WSJ più il fatto che la Yellen potrebbe finire a dirigere il Tesoro USA sono tutte le prove empiriche che servono per comprendere il dissesto economico/sociale sul quale si stanno affacciando gli USA.

Per non parlare, poi, della persistente incertezza sui mercati sulla scia dei risultati delle elezioni presidenziali. Un bel fil rouge è stato assemblato da Tucker Carlson che unisce diversi puntini. Dal lasciapassare dei media concesso alla coppia Biden-Harris riguardo al loro silenzio su quale sarebbe stata la strategia post-elettorale, le scorribande di criminali come BLM e Antifa condonate dagli stessi media e dai democratici, i lockdown che hanno ucciso le piccole/medie imprese (cuore pulsante dei repubblicani) ma hanno avvantaggiato grandi imprese come Amazon (guarda caso finanziatore della campagna Biden-Harris), la strumentalizzazione del virus C da parte dei democratici per spingere il voto per posta (noto per la sua fragilità in fatto di sicurezza del voto), l'utilizzo dei tribunali e cavilli legali da parte dei democratici per disinnescare l'influenza in queste elezioni della NRA, e, infine, la gigantesca influenza esercitata dalla piattaforma social attraverso cui sto scrivendo la quale (guarda caso) è un finanziatore della campagna Biden-Harris. La parte davvero ironica in questa storia è che gli stessi social media hanno il coraggio di affibbiare l'etichetta di "fasullo" a chi, attraverso il ragionamento logico, fa notare l'ovvio: le elezioni sono truccate.

Unite i puntini, quindi, per capire come posizionarvi per i prossimi 10 anni: uno stuolo di sciroccati monetari, un'economia afflitta da bancarotte alimentate dalla presunta emergenza sanitaria, un debito pubblico da $27.000 miliardi e altri $54.000 miliardi in debito di aziende e famiglie.


10 ANNI

Inutile dire che in un ambiente del genere muoversi con le dovute precauzioni è essenziale. Ciò che scriverò in questa sezione non è un invito all'azione, ma un suggerimento. È una scommessa, una ipotesi sui trend di lungo termine che dipende da uno dei fenomeni più affidabili nel mondo del denaro: il non sapere. L'errore più grande che un investitore può fare è pensare di sapere cosa stia succedendo, quindi fa un "investimento" basato su un'illusione, una conoscenza che non esiste. Questo lo induce a comprare cose che sono troppo care e ad attenersi alle sue posizioni molto tempo dopo che avrebbe dovuto venderle. I pianificatori centrali spendono fior di quattrini per assumere migliaia di dottorandi. economisti, statistici, matematici e analisti, eppure nessuno di loro può dirvi quale sarà il prezzo dell'oro domani.

Il futuro è un libro chiuso e possiamo scoprirlo solo una pagina alla volta.

Con questo in mente, bloccare le proprie risorse in un trade lungo 10 anni potrebbe sembrare poco saggio. E forse lo è: un orizzonte temporale di 10 anni aggrava le conseguenze negative di un errore. D'altra parte, è progettato per catturare i grandi movimenti, non quelli piccoli; ed i grandi movimenti, come un orto, richiedono tempo per maturare. Guardare un'economia da vicino è come dare un'occhiata ad un orto in fin dei conti: non si può dire cosa sta succedendo, ci vuole un'intera stagione per esprimersi, ma poi si vedono i frutti.

Scommettere sull'inflazione (dopo l'introduzione del nuovo dollaro nel 1971) era un gioco da ragazzi. Scommettere contro l'inflazione (dopo che Paul Volcker la fermò nel 1980) fu un'altra scommessa sicura. Negli anni '90 il mercato azionario è salito alle stelle... e chi non l'ha previsto? Già nel 1987 l'allora presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, mise in chiaro che la FED avrebbe sostenuto il mercato azionario. L'economia era in piena espansione e Internet prometteva un'era completamente nuova di crescita e prosperità. Poi è arrivato il XXI secolo e con esso lo scoppio della bolla dot-com. All'inizio del 2000 era chiaro quello che bisognava fare: vendere azioni e comprare oro. Questo movimento si sarebbe basato su un'ignoranza del futuro ma una conoscenza del passato. In tutta la storia del Dow Jones, ad esempio, non una volta le azioni erano state così care, in termini di oro. Il rapporto mediano richiedeva circa 10 once d'oro per acquistare le 30 principali azioni industriali, ma nel 1999 era salito a oltre 40.

E mentre le azioni venivano trattate a 11 volte di più rispetto al 1980, l'oro veniva trattato a quasi tre volte di meno (il prezzo era sceso da quasi $700 a soli $250). Il fatto che potessero tornare ad un rapporto più in linea con le medie storiche nei successivi 10 anni era una scommessa troppo buona da lasciarsi sfuggire. E infatti s'è rivelata la migliore scommessa che avreste potuto fare: le azioni videro un calo quasi immediato nel 2000 e l'oro iniziò la sua bull run. Alla fine del periodo di 10 anni l'oro era il numero uno: da solo questo trade avrebbe quadruplicato il proprio investimento, mentre le azioni sarebbero tornate dove erano 10 anni prima.

Ma poi, il decennio era finito e l'oro sembrava aver raggiunto un prezzo pieno. Cosa bisognava fare? Eravamo solo all'inizio del grande piano di salvataggio della FED e delle altre banche centrali e non era il momento di shortare il mercato azionario. L'imbarazzo della scelta poteva essere solo diradato dalla conoscenza particolareggiata degli investitori, dalla loro specializzazione in Paesi specifici. Uno di questi è il Giappone e la sua spinta innata verso l'innovazione. Le società giapponesi stavano ancora andando forte  dopo il grande crash del 1989 ed era ragionevole supporre che questo trend sarebbe rimasto in piedi all'indomani della più grande coordinazione a livello mondiale del sistema bancario centrale. E in virtù di ciò, uno short delle obbligazioni giapponesi. Il Paese ha un debito pubblico soverchiante, una popolazione vecchia e passività sanitarie/pensionistiche da infarto.

Tuttavia le obbligazioni del Giappone sono rimaste notevolmente costose, con i rendimenti più bassi al mondo. Le azioni giapponesi sono salite di circa il 150% dal 2010 alla fine dello scorso anno e le obbligazioni giapponesi del 34%. Inutile dire che i bond giapponesi sarebbero scesi se la BOJ non avesse adottato politiche monetarie super allentate, stampando circa $4.000 miliardi dal 2010 al 2019. Al di là di ciò, se aveste iniziato il XXI secolo con $100.000 e aveste investito anche solo nell'oro, adesso vi ritrovereste con un patrimonio di circa $450.000 (circa $600.000 se includiamo anche le azioni giapponesi). E avreste battuto i rendimenti del Dow Jones e dell'S&P 500, visto che dal 2000 al 2019 $100.000 investiti nel Dow si sarebbero trasformati in circa $250.000 (dividendi inclusi); e lo stesso importo nell'indice S&P 500 si sarebbe trasformato in circa $220.000.

Ma ora ci stiamo affacciando ad un altro decennio.


CONCLUSIONE

Sarà il denaro fiat e l'inevitabile spirale distruttiva del welfare state ad abbattere tutti i piani presumibilmente ben congegnati da parte dei pianificatori centrali. Non solo, ma il debito globale è destinato a superare i $360.000 miliardi entro il 2030 e in base all'attuale panorama economico questo assetto significherà più spreco di risorse per progetti inutili. L'intero sistema ora dipende da budget fuori controllo finanziati con denaro fasullo. Più "aiuti", più stanziamento di fondi, più bilanci sbilanciati, più potere ai pianificatori centrali.

Qualunque cosa accada, questi ultimi avranno un disperato bisogno di più risorse ed è praticamente una certezza che le tasse saliranno. Le azioni, poi, sono di gran lunga troppo costose ed estremamente vulnerabili. È solo l'idea di altro denaro fiat a disposizione dei mercati che impedisce loro di crollare. Molto probabilmente ci sarà un altro crash nell'arco dei prossimi mesi, quindi i pianificatori centrali andranno nel panico e la Repubblica delle Banane d'Occidente si beccherà un salvataggio ancora maggiore. Il denaro fiat può far salire i prezzi delle azioni, ma solo se si osservano denominati in tale misura. Ed i prezzi delle azioni probabilmente saliranno inizialmente, poiché gli investitori pregano davanti l'altare delle banche centrali. Ma il denaro fiat, alla fine, cadrà sotto il peso delle tante e nuove banconote contraffatte. I banchieri centrali possono sostenere i prezzi delle azioni con maggiori infusioni di denaro fasullo, ma non possono sostenere anche il denaro fiat stesso.

Si potrebbe approfittare dei tassi d'interesse infimi per acquistare una proprietà e contare sui banchieri centrali affinché riducano il costo reale delle rate del mutuo. Ma gli immobili devono essere mantenuti e gestiti. Ed i pianificatori centrali molto probabilmente renderanno difficile per i proprietari di case aumentare gli affitti o buttare fuori gli inquilini non paganti. E poiché l'economia si indebolisce, è probabile che ci siano più inquilini che non possono pagare gli affitti, portando ad un calo del reddito per il proprietario.

Il che ci porta al mercato del reddito fisso: obbligazioni, pagamenti assicurativi, pensioni e così via. Anche loro, insieme al denaro fiat, saranno i grandi perdenti. Non esiste una exit strategy e non esiste più nessuno con la personalità di Paul Volcker.

Esiste protezione, quindi, in questo ambiente distorto fino al midollo e che aggiungerà ulteriori distorsioni man mano che il controllo sfuggirà di mano ai pianificatori centrali? Per rispondere a questa domanda vi basta guardare il seguente grafico, il quale rappresenta il bilancio combinato delle quattro principali banche centrali del mondo previsto per i prossimi anni. Sì, cari lettori, potete proteggervi e addirittura godervi il macabro spettacolo sotto i nostri occhi. Infatti non c'è affatto da essere sorpresi dall'impennata di prezzo di Bitcoin, perché esso (insieme ai metalli preziosi) è la risposta a tutte le criticità esposte in questo saggio.


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