martedì 1 dicembre 2020

Sul centenario della pubblicazione “Economic Calculation” di Ludwig von Mises

Il saggio di Mises citato nel seguente articolo di North, che proprio quest'anno spegne 100 candeline, ha rappresentato la base non solo per criticare le economie pianificate centralmente, ma anche quelle "miste". Infatti negli anni '50 Mises avrebbe "aggiornato" la sue tesi estendendo la stessa idea anche alle economie moderne o che vogliono implementare un misto tra libertà e comando/controllo. Qual è l'esempio più fulgido oggigiorno di questa incapacità di calcolare? La Cina. Il mese scorso è stato presentato il nuovo piano quinquiennale del Paese e a quanto emerge i leader comunisti pensano che una transizione verso una maggiore autarchia economica sia la strada vincente per ricoprire un ruolo importante sulla scena mondiale. Il problema con il nuovo piano quinquennale della Cina è che tenta di risolvere i problemi economici di superficie lasciando irrisolte le cause strutturali sottostanti. In questo non è dissimile dai piani quinquennali sovietici degli anni '80, i quali avrebbero dovuto anche promuovere l'innovazione e il benessere delle famiglie in assenza di riforme strutturali. L'undicesimo piano sovietico prometteva "un passaggio all'efficienza e alla qualità sulla base dell'introduzione di macchinari e materiali fondamentalmente nuovi", proprio come il nuovo piano cinese richiede "il miglioramento della qualità economica, dell'efficienza e della competitività di base attraverso il sviluppo di industrie strategiche emergenti". La Cina oggi è in una posizione migliore rispetto a quella dell'Unione Sovietica, ciononostante il problema di fondo rimane lo stesso: le distorsioni risultanti dagli interventi economici dello stato non possono essere superate finché questi interventi continuano. Qualsiasi tentativo di essere autosufficienti nelle tecnologie chiave sarà un fallimento e la Cina di ritroverà a dover stare al passo con il resto del mondo. Né ci si può aspettare che i mercati locali sostituiscano gli attuali volumi di esportazioni del Paese. Uno spostamento verso l'autarchia non sarebbe uno verso un aumento dei consumi interni, ma verso la povertà dell'era di Mao.

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 di Gary North

Quest'anno ricorre il centenario della pubblicazione "Economic Calculation in the Socialist Commonwealth" di Ludwig von Mises. Tale evento merita un degno riconoscimento, ma dubito che ne otterrà molto.

Il suo saggio mette in discussione la logica di tutte le forme di pianificazione economica socialista. In quello che sarebbe diventato un pilastro centrale della Scuola Austriaca d'economia, sostenne che è impossibile per i pianificatori socialisti calcolare il valore sia dei beni di produzione che dei beni di consumo una volta che si escludono i prezzi derivati ​​da un mercato libero che si basa sulla proprietà privata. Fondamentali nel processo di produzione sono i prezzi dei beni capitali. Senza un sistema di prezzi basato sulla proprietà privata del capitale, i prezzi sono irrazionali in termini di ciò che i consumatori desiderano acquistare, di ciò che i proprietari di risorse sono disposti a vendere e di come i produttori sono disposti a combinare i fattori di produzione.

L'importanza di questa tesi fu riconosciuta a metà degli anni '30 da un teorico dell'economia socialista che insegnava all'Università del Michigan: Oskar Lange. In quello che divenne il suo saggio più famoso, "Sulla teoria economica del socialismo", pubblicato nel 1936, Lange aprì le sue osservazioni con questa retorica.

I socialisti hanno certamente buone ragioni per essere grati al professor Mises, il grande advocatus diaboli [l'avvocato del diavolo] della loro causa. Perché è stata la sua potente sfida che ha costretto i socialisti a riconoscere l'importanza di un sistema di contabilità economica inadeguato per guidare l'allocazione delle risorse in un'economia socialista. Inoltre, è stato grazie alla sfida del professor Mises che molti socialisti si sono resi conto dell'esistenza stessa di un tale problema [...]. Sia come espressione di riconoscimento per il grande servizio da lui reso, sia come ricordo dell'importanza primaria di una sana contabilità economica, una statua del professor Mises dovrebbe occupare un posto d'onore nella grande sala del Ministero della Socializzazione o della Pianificazione Centrale di uno stato socialista.

Lange sosteneva che un'agenzia di pianificazione centrale avrebbe potuto stabilire un sistema di produzione economica tanto efficiente quanto quella di un sistema di pianificazione decentralizzato governato da prezzi in ocmpetizione. I pianificatori socialisti assegnerebbero arbitrariamente un prezzo ad ogni articolo offerto in vendita, e se ci fosse una carenza o un eccesso, testerebbero un prezzo diverso. L'assurdità pratica di questo argomento in un mondo di prezzi in costante cambiamento e letteralmente miliardi di beni e servizi avrebbe dovuto essere evidente a chiunque, ma non lo era a praticamente tutti gli economisti accademici. La tesi di Lange continuò ad essere citata nelle monografie sulla pianificazione centralizzata fino al crollo dell'Unione Sovietica il 25 dicembre 1991. La stragrande maggioranza degli economisti accademici ricordò Mises solo grazie alla critica retorica di Lange.

Il dipartimento di economia dell'Università di Chicago assunse Lange nel 1943. Lasciò quel posto nel 1945 quando il governo comunista della Polonia lo nominò ambasciatore negli Stati Uniti. Nel 1946 divenne delegato della Polonia alle Nazioni Unite. Nel 1947 tornò in Polonia per assumere un incarico come funzionario economico e successivamente come professore all'Università di Varsavia. In nessun momento un governo socialista adottò il suo programma ipotetico di prezzi di prova assegnati arbitrariamente. Tuttavia gli economisti accademici del mondo anglofono continuarono a citare il suo articolo del 1936 come presunta risposta a Mises. Robert Heilbroner, un economista socialista e un multimilionario grazie al copyright visto che la sua indagine sulla storia della teoria economica, The Worldly Philosophers, vendette oltre quattro milioni di copie, raccontò sul New Yorker nel settembre 1990 di essere cresciuto in un mondo accademico in cui lui ed i suoi colleghi avevano creduto che Lange avesse confutato Mises. Poi annunciò: "Mises aveva ragione". Eppure non c'è alcun riferimento a Mises nella settima edizione di The Worldly Philosophers, pubblicata nel 1999, silenzio che aveva mantenuto nelle sei edizioni precedenti a partire dal 1953.


IL BACKGROUND DEL SAGGIO

Il saggio fu pubblicato nel 1920 su una rivista curata da Max Weber, Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik [Archivi per le scienze sociali e il benessere sociale]. Fu su questa rivista che nel 1905/6 Weber pubblicò i saggi divenuti famosi in forma di libro, The Protestant Ethic and the Spirit of Capitalism. Weber era il più illustre scienziato sociale in Germania. Aveva 56 anni nel 1920 e morì a giugno. Lui e Mises erano diventati amici nel 1918. Weber non teneva conferenze pubbliche da un decennio, ma, nel 1918, riprese a parlare pubblicamente. Parlò a Vienna, dove venne accolto con entusiasmo. Lui e Mises discussero della natura delle scienze sociali. Fu in questo frangente che Mises persuase Weber sulla sua teoria del calcolo economico in un ambiente socialista.

L'editore esecutivo della rivista era Emil Lederer, un socialista. Alla fine del 1919 aveva sostituito Werner Sombart, un rappresentante della scuola storica tedesca di economia. Mises informò Lederer nel novembre 1919 che avrebbe presentato il saggio. Aveva completato il manoscritto per Nation, State, and Economy il luglio precedente.

Mises iniziò a tenere lezioni sulla sua teoria del calcolo economico all'inizio del gennaio 1920 in una riunione della Nationalökonomische Gesellschaft. Erano presenti alla riunione Joseph Schumpeter, Alfred Amonn, Max Adler e Helene Bauer. Hülsmann commenta: "Fu subito chiaro al pubblico che Mises stava percorrendo un terreno completamente nuovo. Il socialismo era stato criticato da molti punti di vista, ma quasi nessuno aveva dubitato che i pianificatori centrali potessero ottenere guadagni in termini di efficienza. La tesi di Mises, se fosse stata vera, avrebbe colpito il cuore dell'agenda socialista [...]. In breve, il saggio di Mises era un attacco a tutto campo contro le fondamenta stesse della tesi economica del socialismo, una confutazione del suo principio centrale, che alla fine della guerra era diventato universalmente accettato". Mi piace credere che la sua valutazione sia corretta: "La riunione della Nationalökonomische Gesellschaft si concluse con un trionfo per Mises. Aveva trasformato un'azione di retroguardia che tutti si aspettavano in un attacco a sorpresa contro il cuore stesso del socialismo. L'élite austro-marxista di Vienna rimase senza parole. Avevano creduto che la guerra intellettuale fosse stata vinta da tempo e che tutto ciò che fosse rimasto era la resistenza di interessi speciali e non illuminati". Ma quanto segue non è corretto se pensiamo agli anni dal 1936 al 1991: "Il suo trionfo sarebbe diventato sempre più completo nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi, quando divenne sempre più ovvio che le obiezioni dei suoi avversari erano false e che lui aveva già anticipato la maggior parte di loro. Questa futilità di obiezioni alla teoria di Mises poteva essere stata ovvia ad un esiguo numero di economisti della Scuola Austriaca dopo la pubblicazione dell'articolo di Lange, ma non era ovvia alla stragrande maggioranza della corporazione accademica. L'articolo di Lange, associato quell'anno alla pubblicazione della Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e del denaro di Keynes fece cadere il saggio di Mises nel buco della memoria accademica".


WEBER E MISES

Ho iniziato a leggere Mises e Hayek nell'estate del 1960. Ordinai una copia di Constitution of Liberty di Hayek e di Azione umana di Mises dalla Foundation for Economic Education nel giugno 1960. Lo ricordo solo perché all'epoca scrivevo la data in cui acquistavo un libro in prima pagina. Molti anni dopo, chiesi ad entrambi gli autori di autografarli. Verso la metà degli anni Sessanta avevo letto le principali opere di Mises, quando ero stagista estivo presso il Center for American Studies, il successore di breve durata del William Volker Fund.

Nell'autunno del 1968 seguii un seminario di specializzazione in sociologia con docente Robert Nisbet. Iniziai a lavorare ad un documento su Weber subito dopo l'inizio del seminario. (L'ho pubblicato in un libro che ho curato nel 1976). Lessi The Protestant Ethic da studente universitario. Lessi la raccolta di opere di Weber del 1946, From Max Weber, nella primavera del 1967 in un corso tenuto sempre da Nisbet. Da quel momento iniziai a scavare più a fondo nelle principali opere di Weber. All'epoca non sapevo che una traduzione della sua opera in tre volumi pubblicata postuma, Economy and Society [Wirtschaft und Gesellschaft] (1922), era stata pubblicata in precedenza nel 1968 da Bedminster Press. Era venduta a $40, che nel denaro di oggi è $315. Comprai il set diversi anni dopo, quando avevo un reddito stabile. Questo lavoro incompleto era stato l'opera principe di Weber.

Il settembre successivo acquistai una copia di The Theory of Social and Economic Organization, a cura di Talcott Parsons. Era stato pubblicato nel 1947 ed era una serie di estratti da Economy and Society. Parsons scrisse tre capitoli introduttivi. Il materiale di Weber inizia a pagina 56 e continua fino a pagina 429. Al contrario, il lavoro in tre volumi è di 1.460 pagine. Devo ammettere che leggere la densa prosa di Weber richiede tempo. Stavo imparando ad apprezzare le sue intuizioni, ma l'apprezzamento della prosa di Weber non è per molti. (Leggere la prosa di Talcott Parsons è ancora più difficile.) La parte II inizia a pagina 158: "Categorie sociologiche dell'azione economica". La parte III inizia a pagina 324. A pagina 176 si legge: "Ogni nuova serie di settlement monetari da parte di un gruppo commerciale deve necessariamente tenere conto del fatto che alcuni mezzi di pagamento erano in precedenza utilizzati per la liquidazione dei debiti. Bisogna legalizzare il loro uso come mezzo di pagamento o imporne di nuovi. In quest'ultimo caso va stabilito un rapporto tra le vecchie unità e le nuove". Scrissi questo a margine: "Mises". Lo riconobbi come il Teorema della Regressione di Mises. Rimasi ancora più sbalordito quando lessi quanto segue: "La formulazione della teoria monetaria, che è ritenuta la più accettabile per questo autore, è quella di Von Mises". Non estese le sue osservazioni.

Alle pagine 210-211 Weber discusse il problema dell'allocazione economica. Metteva a confronto l'allocazione burocratica con l'allocazione imprenditoriale. Poi presentò una breve discussione sulle tecniche di allocazione economica: "Il denaro è sempre stato il mezzo attraverso cui è stato sviluppato il calcolo. Ciò spiega il fatto che il calcolo in natura è rimasto ad un livello tecnico inferiore rispetto a quello che la natura effettiva dei suoi problemi avrebbe potuto richiedere". C'è una nota a piè di pagina: "A questo proposito Otto Neurath sembra avere ragione. Mentre quanto sopra era in corso di stampa, è stato pubblicato il saggio di Ludwig von Mises che tratta questi problemi, purtroppo è stato impossibile commentarlo. Si veda Archiv für Sozialwissenchaft, vol. xlvii". Weber non visse abbastanza da commentarlo.

Nell'edizione del 1968 di Economy and Society, questi riferimenti a Mises erano presenti all'inizio del libro. Il riferimento alla teoria monetaria di Mises era a pagina 78. Il riferimento all'articolo sul calcolo economico era a pagina 107. Leggermente diverso nella nota a piè di pagina nel volume di Parsons: "Durante la stampa di questo lavoro è stato pubblicato un saggio di Ludwig von Mises che tratta questi problemi. Si veda il suo 'Die Wirtscaftsrechnung im sozialistischen Gemeinwesen,' Archiv für Sozialwissenchaft, vol. 47 (1920)". Non so se la discrepanza tra l'edizione di Parsons e l'edizione del 1968 fosse il risultato di un'alterazione della nota originale a piè di pagina da parte di Parsons, o se stesse usando un'edizione diversa dell'opera pubblicata postuma. Sospetto che sia la prima ipotesi.

La moglie di Weber editò Economy and Society. La parte II era all'inizio del libro e sospetto che Weber avesse aggiunto la sua nota a piè di pagina al saggio di Mises dopo aver finito di scrivere la maggior parte del manoscritto. Lesse il saggio di Mises troppo tardi affinché l'intuizione di quest'ultimo sul calcolo economico in ambienti socialisti potesse influenzare la sua opera principe.

Ciò che divenne ovvio per me nel 1968 fu che Mises avesse influenzato il pensiero di Weber nella fase finale della sua carriera. Fu solo quando lessi il racconto di Hülsmann sul collegamento tra Mises e Weber nel 1918 che le cose mi divennero più chiare. Non ho mai visto nessun altro riferimento all'influenza di Mises sul pensiero di Weber.


CONCLUSIONE

Se Weber fosse vissuto negli anni '20, avrebbe potuto sviluppare alcune delle intuizioni di Mises, sebbene io non ci creda del tutto. I riferimenti di Weber alla teoria monetaria di Mises e alla sua teoria del calcolo economico erano troppo brevi. Weber non sviluppò nessuna di queste intuizioni in modo sistematico. Non era un economista teorico, anche se si identificava come un economista politico nella frase iniziale del suo famoso discorso del 1917, "La scienza come vocazione". Era un teorico sociale di ampie vedute. Le questioni della teoria monetaria e del calcolo economico erano marginali rispetto alle sue preoccupazioni generali.

C'è un altro fattore da prendere in considerazione. Gli economisti comprendono questo principio: "Quando il prezzo di qualcosa aumenta, se ne richiede di meno". Weber aveva finito di scrivere la maggior parte della sua opera principe nel 1920. Dopo aver letto il saggio di Mises, affrontò questo problema ineludibile: "Non si può cambiare solo una cosa". Il saggio di Mises spostava le tesi contro il socialismo dal fallimento storico delle economie socialiste alla teoria. Nella misura in cui Weber riconobbe questo fatto, sarebbe stato costretto a rivedere diverse parti del suo manoscritto per chiarire questo punto. Fare revisioni in un manoscritto richiedeva molto più tempo prima dell'avvento dei word processor. Il prezzo per la revisione di un manoscritto di oltre 2.000 pagine era più alto nel 1920 rispetto ad oggi... ed oggi è alto. Più il saggio di Mises avrebbe influenzato il pensiero di Weber, maggiore sarebbe il prezzo delle revisioni. Sospetto che il costo marginale di ripensare e poi riscrivere ampie porzioni della sua opera principe gli avrebbe impedito di fare lo sforzo.

Questo costo ha impedito a Heilbroner di rivedere The Worldly Philosophers ed includere una discussione sulla logica della tesi di Mises, secondo cui il socialismo è fallimentare perché è concettualmente irrazionale a causa dell'assenza di prezzi di mercato. La settima edizione venne pubblicata nel 1999, nove anni dopo il suo articolo del 1990. Aggiunse un nuovo capitolo in cui lamentava che "data l'esperienza del socialismo nelle sue forme del ventesimo secolo, è difficile aspettarsi la sua benigna rinascita nel secolo a venire". Non era andato oltre le critiche alle economie socialiste, in particolare quella dell'URSS, che gli economisti accademici non socialisti muovevano nel gennaio 1920, quando Mises tenne la sua conferenza alla riunione della Nationalökonomische Gesellschaft. Sono passati 79 anni prima che uscisse la settima edizione. Non fu convinto dagli argomenti di Mises fino a quando l'economia sovietica non andò in bancarotta. Fu allora, e solo allora, che si perse d'animo nel futuro del socialismo democratico. Fu allora che annunciò: "Mises aveva ragione". Eppure Mises aveva presentato la sua tesi contro il socialismo sotto forma di teoria economica, non in termini di performance storica ("esperienza", come la chiamava Heilbroner).

Senza dubbio la presenza di Weber come caporedattore dell'Archiv rese più facile per Emil Lederer decidere di pubblicare il saggio di Mises. Forse Lederer l'avrebbe pubblicato lo stesso, ma non fa mai male cavarsela con un piccolo aiuto da parte dei propri amici.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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