lunedì 26 maggio 2025

Il ruolo della Cina nella crisi fentanyl negli Stati Uniti

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Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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da The Epoch Times

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-ruolo-della-cina-nella-crisi-fentanyl)

Le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina sono aumentate, con i due Paesi che hanno aumentato i dazi sulle rispettive importazioni. Nel frattempo la retorica di Pechino è diventata sempre più conflittuale.

All'inizio di marzo l'ambasciata cinese a Washington ha condiviso sui social media un post del suo Ministero degli esteri, in cui ribadiva: “Se gli Stati Uniti vogliono la guerra, che sia una guerra tariffaria, commerciale o di qualsiasi altro tipo, siamo pronti a combattere fino alla fine”.

Il presidente Donald Trump ha avvertito che, sebbene gli Stati Uniti non vogliano dichiarare guerra alla Cina, sono “ben equipaggiati per gestirla”.

Trump ha imposto un ulteriore dazio del 20% su tutti i beni fabbricati in Cina, citando l'emergenza nazionale sul continuo traffico di fentanyl negli Stati Uniti, un oppioide mortale da 50 a 100 volte più potente della morfina.

Ancora oggi la Cina rimane la principale fonte di precursori del fentanyl, i quali vengono spediti in Messico, dove vengono trasformati in questa droga. Poi viene introdotta illegalmente negli Stati Uniti, principalmente attraverso il confine meridionale.

In risposta all'ulteriore dazio di Trump, Pechino ha imposto un dazio aggiuntivo del 15% sul carbone e sul gas naturale degli Stati Uniti e un ulteriore 10% sulle attrezzature agricole e sui pick-up.

Il regime comunista ha anche definito l'epidemia di fentanyl un “problema interno” degli Stati Uniti e ha bollato i dazi statunitensi come un “ricatto”.

Yuan Hongbing, ex-professore di legge all'Università di Pechino in Cina, ora residente in Australia, ha affermato che l'epidemia di oppioidi negli Stati Uniti è ben lungi dall'essere la ferita autoinflitta che il PCC ha lasciato intendere.

Il regime cinese ha avuto un ruolo significativo nella crisi del fentanyl in America e incolpare gli Stati Uniti per questo è da tempo la strategia del leader del Partito Comunista Cinese (PCC), Xi Jinping, ha detto lo stesso Yuan a NTD, organo di stampa gemello di Epoch Times, in una recente puntata del programma in lingua cinese “Pinnacle View”.

Yuan, che ha accesso privilegiato ai vertici del PCC, ha affermato che Xi ha costantemente impartito direttive interne durante il primo e il secondo mandato di Trump, secondo cui Pechino deve continuare a sostenere che la crisi della droga in Europa e negli Stati Uniti non è collegata alla Cina.

Yuan ha affermato che il regime ha anche ricevuto da Xi l'ordine di affermare che la Cina produce legalmente i precursori chimici e che se questi vengono trasformati in farmaci mortali e introdotti di contrabbando negli Stati Uniti o in Europa, la responsabilità non ricade sulla Cina.

L'esperto cinese ha inoltre affermato che il fentanyl è al centro del tentativo di Xi di “vendicarsi” dell'Occidente. Ha detto che Xi incolpa quest'ultimo di aver sottoposto la Cina a un secolo di umiliazioni a seguito delle Guerre dell'oppio a metà del XIX secolo. Durante quel periodo la Cina doveva firmare una serie di trattati ingiusti che prevedevano la cessione dei territori cinesi e apriva i porti cinesi al controllo straniero.

“È proprio grazie alle direttive di Xi che stiamo assistendo a un aumento sia della produzione di precursori del fentanyl in Cina sia alla loro esportazione, alimentando l'attuale crisi negli Stati Uniti”, ha affermato Yuan.

I decessi per overdose da fentanyl sono diventati una crisi nazionale, con oltre 200 vittime americane al giorno, secondo la Drug Enforcement Administration. Solo nel 2023 circa 75.000 americani sono morti per overdose da fentanyl, un aumento impressionante di 23 volte rispetto a 10 anni fa.

Oggi le overdose accidentali da farmaci sono la principale causa di morte tra gli americani di età compresa tra i 18 e i 45 anni. Un dato più positivo è che il numero di decessi per overdose correlati agli oppioidi è diminuito di oltre il 20% nel 2024, secondo i Centers for Disease Control and Prevention.

La crisi fentanyl è diventata una delle principali preoccupazioni degli elettori americani ed è diventata una delle forze trainanti delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, ha affermato l'esperto cinese Alexander Liao.

Quest'ultimo ha affermato che le relazioni tra Pechino e Washington sono cambiate radicalmente. Durante l'amministrazione Biden i due Paesi hanno attraversato una “glaciazione” diplomatica, durante la quale le comunicazioni tra alti funzionari si sono bloccate per circa 10 mesi nel 2022 e nel 2023. Tuttavia Liao ritiene che il confronto abbia ora raggiunto un nuovo livello.

“Che si tratti di commercio o di altri aspetti, gli Stati Uniti e la Cina si sono rivoltati l'uno contro l'altro”, ha detto Liao a Epoch Times.

“Poco rumore ma fatti feroci” è il modo in cui definisce la situazione attuale tra Pechino e Washington, in contrasto con le “grandi discussioni e pochi fatti” in corso tra Stati Uniti ed Europa.

“La politica funziona diversamente tra nemici e amici”, ha aggiunto.


Gli Stati Uniti sono il nemico perfetto per il regime cinese

Nell'ultimo decennio la Cina ha fatto registrare una crescita economica significativa. Secondo i dati della Banca Mondiale, il suo PIL nominale è ora superiore a tre quarti di quello degli Stati Uniti. In termini di potere d'acquisto, l'economia cinese ha superato quella degli Stati Uniti nel 2016.

Qualche anno prima Xi aveva scalato i ranghi del PCC e nel 2013 ne aveva assunto la leadership.

Secondo Yuan, la natura comunista di Xi lo ha spinto a sfruttare immediatamente la forza economica della Cina per istituire un programma di politica estera, la Belt and Road Initiative, finalizzato a espandere il totalitarismo comunista in tutto il mondo.

Con il pretesto dello sviluppo infrastrutturale, la piattaforma geopolitica da $1.000 miliardi si appropria delle risorse naturali di altri Paesi, tra cui minerali essenziali per la produzione di chip per computer, ed espande l'uso dei loro porti per i propri scopi civili e militari.

Lo slogan politico distintivo di Xi è “realizzare il grande ringiovanimento della nazione cinese”.

La sua spinta verso il dominio cinese inizia con il declino del Paese 200 anni fa. Secondo il PCC, l'Occidente è responsabile della trasformazione della Cina da un vincitore a un perdente nel mondo. Il sistema educativo e la propaganda del regime comunista enfatizzano spesso le Guerre dell'oppio come l'inizio del “Secolo dell'umiliazione”.

Xi ha affermato che la riconquista di Hong Kong e Macao, rispettivamente dal Regno Unito e dal Portogallo, ha “cancellato l'umiliazione di un secolo” e che il passo successivo è l'unificazione di Taiwan con la Cina continentale.

Nonostante l'apparente promozione del nazionalismo, ha affermato Liao, la logica di Xi rimane radicata nella dottrina comunista nel perseguire la diffusione globale del comunismo – o, nel gergo del Partito, “alzare la bandiera rossa in tutto il mondo”.

Questo rende gli Stati Uniti il ​​nemico numero uno del PCC, ha aggiunto Liao. In qualità di protettori di Taiwan e leader dell'attuale ordine mondiale, gli Stati Uniti rappresentano il principale ostacolo ai piani di Xi.

Il PCC ha sfruttato decenni di rapida crescita economica della Cina per giustificare il proprio dominio. Tuttavia le draconiane misure di lockdown imposte da Xi per il COVID-19 hanno esacerbato i problemi di lunga data della sua economia alimentata dal debito e guidata dall'offerta. Dopo la revoca dei lockdown, il crollo del mercato immobiliare e la carenza di liquidità delle amministrazioni locali hanno lasciato l'economia in stagnazione.

Istigare il risentimento contro un nemico esterno è un'altra tattica utilizzata dal PCC per rafforzare il proprio potere. Gli Stati Uniti diventano quindi il bersaglio perfetto e il Partito può propagandare i propri sforzi per contrastarlo.


L'obiettivo finale di Xi

L'obiettivo finale di Xi, ha affermato Yuan, è “sostituire gli Stati Uniti nel ruolo di garante dell'ordine mondiale”. Yuan ha aggiunto che lui e Xi erano soliti bere insieme quando quest'ultimo era ancora una figura di potere a livello provinciale. Un anno dopo l'insediamento di Xi in Cina, il bilancio delle vittime per overdose di fentanyl negli Stati Uniti è aumentato vertiginosamente. Nel 2017 i decessi annuali hanno raggiunto quota 28.000; nel 2023 il numero è balzato a 75.000.

Nel 2017, quando Pechino sapeva che la Cina aveva superato gli Stati Uniti in termini di PIL misurato in termini di potere d'acquisto, Xi e i suoi seguaci credevano che il “problema americano” sarebbe stato risolto entro un decennio – con la sostituzione degli Stati Uniti da parte della Cina come superpotenza mondiale.

Liao ha affermato che le sue fonti interne a Pechino gli hanno riferito di un clima di ottimismo crescente all'interno del PCC, il quale ha portato a un atteggiamento sprezzante nei confronti degli Stati Uniti tra i leader del partito.

“In quel clima, i sostenitori della linea dura all'interno del PCC si sono sostanzialmente immessi su un percorso irreversibile di scontro con gli Stati Uniti”, ha affermato Liao.

Il fallimento degli Stati Uniti nel contenere l'epidemia di droga ha anche rafforzato l'orgoglio e la fiducia di Xi, ha affermato Yuan, aggiungendo che Xi vede la crisi fentanyl negli Stati Uniti come la prova che “l'Oriente sta crescendo, l'Occidente sta declinando”.

Secondo le fonti di Liao, durante la prima visita di stato di Trump in Cina nel novembre 2017, un alto funzionario del PCC disse a Trump: “Deve solo fornirci materie prime e un mercato di consumo per la nostra produzione”.

Una fonte interna a Pechino ha riferito a Liao che quell'incontro spinse Trump ad applicare dazi sulla Cina non appena tornato a Washington. La fonte ha affermato che l'arroganza e il tono condiscendente del funzionario cinese avevano messo Trump profondamente a disagio, in quanto la dipendenza degli Stati Uniti dalla produzione manifatturiera cinese stava sfuggendo di mano.

Epoch Times ha contattato la Casa Bianca per un commento.

Nel gennaio 2018 Trump ha iniziato a imporre dazi sulle importazioni cinesi per ridurre lo squilibrio commerciale e costringere la Cina a interrompere il furto di segreti commerciali e proprietà intellettuale statunitensi.

Due anni dopo Pechino e Washington firmarono un accordo commerciale in base al quale la Cina si impegnava ad acquistare più prodotti statunitensi.

Due mesi dopo sarebbe scoppiata la “pandemia”.

Il primo giorno del suo secondo mandato, Trump ha ordinato un'indagine sulla politica commerciale da condurre entro il 1° aprile. Lo studio individuava la Cina come bersaglio per la valutazione dell'adempimento dell'accordo commerciale e per l'esame di eventuali pratiche commerciali ingiuste o sbilanciate.

Trump ha definito il 2 aprile il “Giorno della liberazione” degli Stati Uniti, giorno in cui ha imposto dazi reciproci per livellare il campo con tutti i suoi partner commerciali. Un risultato probabile è che la Casa Bianca imporrà dazi aggiuntivi sulle importazioni cinesi.

L'economia cinese è più debole rispetto al primo mandato di Trump e dipende maggiormente dalle esportazioni.

Il senatore Steve Daines (R-Mont.), il primo politico statunitense a visitare Pechino durante il secondo mandato di Trump, ha trasmesso il messaggio del presidente agli alti dirigenti cinesi, richiedendo “azioni decisive da parte della Cina per fermare il flusso di precursori del fentanyl”. Il 23 marzo ha ribadito la richiesta degli Stati Uniti in un'intervista a Bloomberg.

“Sarà difficile discutere di dazi e barriere non tariffarie finché la questione dei precursori del fentanyl non sarà risolta”, ha affermato.

Indipendentemente dalle concessioni che Pechino proporrà a Trump in un possibile vertice Trump-Xi a giugno, i due Paesi sono su una rotta di collisione “inevitabile”, ha affermato Yuan.

“Non si tratta di un conflitto temporaneo innescato da un singolo evento, che si tratti di dazi o di altre questioni specifiche”, ha aggiunto, “il confronto è critico e inevitabile, guidato da forze più ampie e di lungo periodo”.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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