mercoledì 28 maggio 2025

Ingegnerizzare il dissenso

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Joshua Stylman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/ingegnerizzare-il-dissenso)

Come spesso faccio la domenica mattina, stavo bevendo il mio caffè e scorrendo il mio feed di notizie quando ho notato qualcosa di sorprendente. Forse era il mio algoritmo, ma i contenuti erano inondati da un'insolita dose di veleno contro la nomina di Robert F. Kennedy Jr. a Segretario dell'HHS. Il messaggio coordinato era impossibile da ignorare: voci di corridoio su tutte le reti lo etichettavano uniformemente come “complottista” e un “pericolo per la salute pubblica”, senza mai affrontare le sue reali posizioni. Gli attacchi concertati dei media su Kennedy rivelano molto più della loro opinione sulla sua nomina: espongono una profonda crisi di credibilità all'interno di istituzioni che un tempo godevano della fiducia del loro pubblico.


Il paradosso della credibilità

L'ironia di chi ha guidato questi attacchi non mi è sfuggita: si trattava in gran parte delle stesse voci che hanno sostenuto le linee di politica pandemiche più distruttive. Come ha giustamente osservato Jeffrey Tucker su X questa mattina:


La risposta coordinata

Questa ipocrisia diventa ancora più evidente nella recente copertura del New York Times, dove una retorica sprezzante sostituisce sistematicamente un impegno concreto per la notizia. In un articolo recente il quotidiano riconosce le tendenze preoccupanti nella salute dei bambini, dichiarando con disprezzo che “vaccini e fluoro non sono la causa”, senza però prendere in considerazione le prove. In un altro pezzo, Zeynep Tufekci – che in particolare ha sostenuto alcune delle misure più draconiane contro il Covid – avverte che Kennedy potrebbe “distruggere una delle più grandi conquiste della civiltà”, dipingendo scenari apocalittici e ignorando le sue reali posizioni politiche.

Nel frattempo la loro redazione politica ipotizza come la sua posizione sulle grandi aziende alimentari potrebbe “alienare i suoi alleati repubblicani”. Ogni articolo affronta il tema da una prospettiva diversa, ma lo schema è chiaro: messaggi coordinati volti a minare la sua credibilità prima che possa assumere la carica istituzionale.


L'effetto camera di risonanza

Si può quasi sentire il nastro trasportatore editoriale che si apre mentre i redattori elaborano la realtà approvata del giorno per il loro pubblico. Il tono tra gli articoli non rivela un'analisi indipendente bensì un modello molto familiare: i media beffardi ancora in azione. Come ho spiegato nel mio pezzo L'industria dell'informazione, questo approccio a catena di montaggio rispetto la produzione della realtà è diventato sempre più evidente a chiunque presti un minimo di attenzione.

Ciò che questi guardiani non riescono a comprendere è che un tale e compiaciuto sdegno, questo rifiuto di confrontarsi con argomentazioni sostanziali, è proprio ciò che alimenta il crescente scetticismo del loro pubblico. Il panico sembra crescere in modo direttamente proporzionale alla vicinanza di Kennedy al potere reale. Questo sdegno orchestrato è più di un difetto giornalistico: riflette un dilemma istituzionale più ampio, che diventa inevitabile con l'aumento del consenso per Kennedy.


La trappola istituzionale

Il Times si trova di fronte a un dilemma: a un certo punto dovrà affrontare la sostanza delle argomentazioni di Kennedy piuttosto che affidarsi a caratterizzazioni sprezzanti, soprattutto se assumerà il controllo dell'apparato sanitario americano. Proprio stamattina i conduttori della MSNBC urlavano letteralmente che “Kennedy farà uccidere delle persone” – l'ennesimo esempio di come si faccia ricorso a melodrammi e paura invece di confrontarsi con le sue reali posizioni. La strategia della ridicolizzazione si ritorce loro contro, proprio perché evitano di confrontarsi con le prove e le preoccupazioni che coinvolgono genitori e cittadini di ogni orientamento politico. Ogni tentativo di mantenere il controllo narrativo attraverso l'autorità, piuttosto che attraverso le prove, accelera il collasso della credibilità istituzionale.


Oltre Kennedy: ridefinire le linee di politica

L'analisi del NYT sul potenziale alienamento degli alleati repubblicani a causa di Kennedy evidenzia in particolare la loro incomprensione del mutevole panorama politico. Da democratico di lunga data che continua a sostenere molti valori progressisti tradizionali, Kennedy trascende i confini politici convenzionali. Il suo messaggio – “Dobbiamo amare i nostri figli più di quanto ci odiamo a vicenda” – viene accettato proprio perché chiunque liquida questa crociata per ripristinare la vitalità americana come mero teatrino politico è cieco di fronte all'ondata di persone stanche di vedere le proprie comunità sgretolarsi sotto il peso di un declino artificiale.

Non si tratta solo di Kennedy, ma dell'incapacità dei media di affrontare le legittime preoccupazioni di un pubblico disilluso. Quando le istituzioni si rifiutano di confrontarsi con le voci dissenzienti, accrescono la sfiducia e incrinano il fondamento condiviso necessario per un dibattito democratico. Mentre il messaggio di RFK Jr. ha risuonato oltre i confini politici, l'incapacità dei media di affrontare questioni fondamentali, come le carenze normative, rivela quanto siano ormai fuori dal mondo.


L'arte di mancare il punto

Prendete in considerazione questa verifica dei fatti tratta dal sopraccitato articolo. Il Times tenta di screditare l'esempio di Kennedy sui Fruit Loops, ma inavvertitamente conferma il suo punto: ingredienti vietati nei mercati europei sono in effetti consentiti nei prodotti americani. Concentrandosi sulla precisione semantica invece che sulla questione più ampia – perché le autorità di regolamentazione statunitensi consentano ingredienti non sicuri – i media distolgono l'attenzione dai dibattiti sostanziali.

La senatrice Elizabeth Warren ha dichiarato questa settimana: “RFK Jr. rappresenta un pericolo per la salute pubblica, la ricerca scientifica, la medicina e la copertura sanitaria per milioni di persone. Vuole impedire ai genitori di proteggere i propri figli dal morbillo e le sue idee accoglierebbero con favore il ritorno della poliomielite”. Eppure questa inquadratura allarmistica elude la semplice domanda che Kennedy in realtà solleva: perché non dovremmo volere test di sicurezza adeguati per le sostanze chimiche che dovremmo iniettare nelle vene dei nostri figli? Il silenzio in risposta a questa domanda la dice lunga sulle priorità istituzionali e sulla loro paura di qualcuno con il potere di esigere risposte.


Un referendum sull'ingegnerizzazione del consenso

Dite quello che volete di Trump, ma le sue dichiarazioni sulle “fake news” hanno toccato un nervo scoperto che emana sempre più dolore ogni giorno che passa. Chi un tempo derideva queste affermazioni ora osserva con gli occhi spalancati le narrazioni coordinate che si diffondono sulle piattaforme mediatiche. Il gaslighting è diventato troppo evidente per essere ignorato. Questo risveglio trascende i tradizionali confini politici, gli americani di ogni estrazione sociale sono stanchi di sentirsi dire di non credere ai propri occhi, che si tratti di linee di politica pandemiche, realtà economiche o soppressione delle voci dissidenti.

«Il partito vi ha detto di rifiutare l'evidenza dei vostri occhi e delle vostre orecchie.

Fu il suo ultimo, e più essenziale, comando.»

~ George Orwell, 1984


Il momento della verità

Con Kennedy a capo dell'infrastruttura sanitaria americana, le istituzioni mediatiche si trovano di fronte a un punto di svolta cruciale. Campagne di paura e attacchi ad hominem non saranno sufficienti quando le sue posizioni politiche richiederanno un esame approfondito. Il meccanismo del licenziamento coordinato – visibile in identici punti di discussione su tutte le reti – rivela più sulla fedeltà istituzionale che sull'integrità giornalistica.

Questo momento richiede qualcosa di diverso. Quando Kennedy solleva questioni sui test di sicurezza farmaceutica o sulle tossine ambientali – questioni che coinvolgono famiglie di ogni orientamento politico – un dibattito critico deve sostituire la ridicolizzazione delle posizioni altrui. Le sue posizioni reali, ascoltate direttamente piuttosto che attraverso i filtri dei media, spesso si allineano con le preoccupazioni di buon senso sull'influenza delle aziende farmaceutiche riguardo la salute pubblica.

Questo modello istituzionale di autorità artificiale si collega direttamente ai temi che ho esplorato in un altro articolo intitolato Tutto svuotato: sistemi basati su decreti piuttosto che su un valore dimostrato. Non vendono armi, vendono paura. Le stesse forze che controllano la politica monetaria ora cercano di dettare il dibattito sulla salute pubblica.


Rompere la macchina del consenso

La soluzione non verrà dai guardiani istituzionali (sono loro che ci hanno portati fin qui), ma da un esame diretto. Dobbiamo tutti:

• Ascoltare i discorsi completi di Kennedy piuttosto che frammenti audio editati;

• Leggere le sue posizioni politiche piuttosto che le caratterizzazioni dei media;

• Esaminare le prove che cita piuttosto che i riassunti dei fact-checker;

• Capire perché alcune questioni relative alla sanità pubblica siano considerate off-limits.

Non sto suggerendo di accettare ogni posizione contraria, ma piuttosto che la fiducia e l'autorevolezza debbano essere guadagnate attraverso un'analisi rigorosa piuttosto che essere presunte tramite l'autorità. Fino ad allora, articoli come quelli segnalati qui continueranno a esemplificare gli stessi fallimenti istituzionali che alimentano i movimenti che cercano di screditare. Con l'avvicinarsi del vero potere istituzionale di Kennedy, aspettatevi che questi attacchi si intensifichino: un chiaro segnale di quanto i guardiani del nostro consenso artificiale e ingegnerizzato abbiano da perdere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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