venerdì 24 ottobre 2025

Il mondo dietro di voi

 

 

di Francesco Simoncelli

(Versione audio dell'articolo disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-mondo-dietro-di-voi)

Come si suol dire, “a furor di popolo” quello di oggi sarà una sorta di pezzo riepilogativo di quanto successo finora nel panorama geopolitico ed economico. Andremo a vagliare il contesto reale, quello che a livello generalistico è contorno mentre invece è la vera sostanza di quanto accade sotto i nostri occhi. Capiremo soprattutto come l'incompetenza, in verità, è meno diffusa di quanto si possa credere nelle aule della politica, abilmente mascherata dalla malizia sottostante. La vendita alla popolazione osservante dell'incompetenza delle figure sotto i riflettori è un attenuante di gran lunga più digeribile rispetto alla piena consapevolezza delle loro azioni. In questo modo si scambiano anche “tenenti”, “colonnelli” e “generali” per i veri governanti. Ogni strato in piena vista compie azioni che fanno riferimento a uno strato superiore costituito da altri individui che conoscono le informazioni dello strato inferiore più le loro e così via fino a salire fino in cima a questa catena di comando dove la “cupola mafiosa” fatta di famiglie e interessi antichi, molto antichi, tirano le stringhe delle marionette. Ovviamente non hanno tutte le informazioni del mondo, impossibile per un semplice essere umano, ciò che hanno invece è l'esperienza della storia e la capacità di influenzare pesantemente l'ambiente al di sotto del loro raggio d'azione. E come in ogni cupola mafiosa che si rispetti, ci sono alleanze e tradimenti, interessi circostanziali ed esistenziali. Nessuno è amico di nessun altro, ma la coincidenza d'intenti quella sì che investe di una patina superficiale di amicizia la fugacità di una alleanza.

Se immaginate il caos, vi sbagliate. Esiste un “codice di condotta” e come in qualsiasi gioco esistono delle regole. Certo, possono essere stiracchiate fino alla quasi rottura, ma non possono essere infrante. Il sopraccitato codice è il Diritto marittimo, il quale regola e imposta le relazioni tra gli “uomini” sulla “terra”. Per quanto la Legge naturale dovrebbe essere il faro guida al di sotto del quale tutti dovrebbero sottostare, artifici semantici e capovolgimenti giuridico/religiosi hanno portato al di sopra della stessa il Diritto marittimo. In questo senso la cupola mafiosa risponde certamente a una sorta di “diritto” e regole, ma non sono le stesse cui è sottoposta la gente comune (la formula la “Legge è uguale per tutti” è la legge del più forte, coniata per la prima volta in quella che fu la Battaglia di Milo). La scena della riunione tra le varie bande criminali nel film, Il Padrino, è utile in questo senso per capire meglio quanto detto finora.

È qualcosa di nuovo? No. Vi basta osservare qualsiasi chiesa, ad esempio, e noterete che gli affreschi a sfondo religioso saranno caratterizzati anche da stemmi di casate nobiliari. La propaganda dell'epoca la potremmo definire, sostituita oggi dall'intrattenimento di massa, ciononostante la storia è una cronologia di battaglie, alleanze e tradimenti di famiglie che si sono godute il privilegio di poter “gestire” le persone (inconsapevoli) al di sotto di esse. L'Unione Europea, per fare un esempio contemporaneo, è una tecnocrazia oligarchica dove famiglie di potere (come quella della Von der Leyen) usano un impianto tecnocratico per governare. La guida occulta che sto descrivendo avviene tramite il cosiddetto “sottobosco statale”, lo Stato profondo, e questo si riverbera sugli apparati amministrativi “alla luce del sole” che subiscono pesantemente questa influenza. È una saldatura che permette a suddette famiglie di insinuare i propri sodali e, come in uno schema piramidale, così riesce a sostenersi nel tempo e proiettare maggiore potere.

L'epoca storica moderna non permette più l'imposizione del potere politico tramite quello economico, bensì tramite la tecnocrazia. “Lo dice la scienza” è l'eggregora per eccellenza che, come un grimaldello, apre le coscienze della maggior parte delle persone ed esse diventano disponibili (acconsentono) a sottostare alla direzionalità impostata dall'alto. In tutta Europa, al giorno d'oggi, la politica è stata sostituita dalla tecnica e la magistratura è un braccio armato di quest'ultima. In questo mondo fatto di famiglie/fazioni/bande mafiose e retto da tecnocrati facenti funzione, la popolazione è convinta che tutto sia fatto di tecnica e pensa altresì che le varie “macroaree” (economia, geopolitica, politica estera, ecc.) siano fatte di decisioni tecniche. Lasciare tutto nelle mani dei tecnici, affidarsi ai tecnici che applicano i principi studiati, delegare: la ricetta perfetta per l'assenza di contestazioni o indagini.

L'era moderna della geopolitica è indubbiamente iniziata con la Brexit. Ripensate al giugno del 2016: Trump stava correndo contro la Clinton per la presidenza degli USA e le piazze inglesi erano infervorate da gente come Farage che spingevano per un voto contro l'UE. Alla luce di quanto detto finora, è chiaro come il giorno che anche quest'ultimo non era affatto mosso da scopi individuali e questo a sua volta significa che il movimento di chi voleva lasciare l'UE non era affatto “populista”. Stiamo parlando di quegli oligarchi, quell'aristocrazia inglese, che gravitano intorno alla City di Londra e che hanno “tradito” la Thatcher e venduto l'Inghilterra all'Unione Europea (cfr. The Rotten Heart of Europe). C'è stata la Brexit perché Trump non era quello che doveva vincere la carica di presidente e, col senno di poi, essa s'è dimostrata una lotta su chi avrebbe dovuto controllare le istituzioni post-Seconda guerra mondiale dopo il sacco completo degli Stati Uniti.

La vittoria della Clinton avrebbe dovuto impantanare ancora di più il Paese e permettere alle fazioni globaliste all'estero di prenderne il controllo. Così sarebbe stata una faida su chi avrebbe esercitato il diritto di sedere a “capotavola” ed essere il decisore più influente: l'aristocrazia inglese, i vecchi neoconservatori inglesi, i vecchi membri dell'Impero inglese, o i globalisti continentali (olandesi/tedeschi/francesi). Tony Blair e Jacob Rees-Mogg non “giocano” nella stessa squadra; per quanto siano entrambi globalisti il primo fa riferimento all'UE, ad esempio. Così come Obama... e così come Farage fa riferimento al vecchio conglomerato dell'Impero inglese nella City di Londra. Quest'ultima gente è “l'eredità” di coloro che ci hanno dato la Dichiarazione di Balfour, tanto per far capire i legami. Detto in termini più sintetici, le fazioni e le famiglie che costellano il mondo della geopolitica, della politica e della finanza si preparavano a banchettare sul cadavere degli Stati Uniti e spolpare ciò che ne rimaneva. A quest'ora, infatti, l'UE, l'ONU, l'FMI e la BRI avrebbero dovuto essere i riferimenti cardine del “nuovo mondo”. A tal proposito, cosa pensate che sia la recente linea di swap in dollari con l'Argentina se non l'applicazione della Dottrina Monroe da parte degli Stati Uniti e lo sganciamento della nazione dai prestiti FMI/Banca mondiale?

Quindi la Brexit era il classico “coltello nella schiena” piantato dagli inglesi nella schiena dell'UE. Si sarebbero alleati con la “nuova” America e avrebbero pienamente riconquistato la colonia fuggita. Sin da allora si è trattato di una lotta ai vertici della cupola mafiosa che governa le persone e chiunque prevalga alla fine non equivale alla “salvezza” della popolazione in generale. Nella migliore delle ipotesi si tratta di una qualità di vita lievemente migliore. La maggior parte delle persone cadrà vittima della divisione tra presunti buoni e cattivi, schierandosi con i primi. Non esistono né i primi, né i secondi; esistono solo opportunità per la gente comune di trarre vantaggio da lotte al vertice come questa, se non altro per non finire schiacciata come formiche da giganti che si prendono a randellate sulla testa. Schierarsi significa perire.

Cos'è successo nel novembre del 2016 poi? Donald Trump è stato eletto e non doveva accadere. Queste due cose hanno richiesto una revisione dei piani in corsa, dato che il tabellone di gioco non era più quello che si credeva dovesse essere. Inutile dire che l'errore è spesso il figlio dell'improvvisazione.

E qui facciamo un passo indietro introducendo nell'analisi la componente economica. Partiamo dal LIBOR.


LIBOR ED EURODOLLARI

Questo è un tema ancora oscuro per la maggior parte delle persone. Addirittura c'è chi crede erroneamente che l'eurodollaro sia il tasso di cambio tra euro e dollaro. Prima del mio ultimo libro, Il Grande Default, c'era scarsa narrativa in italiano a riguardo; dopo di esso, però, non ci sono scusanti. Il background storico di questo mercato l'ho dato in una recente serie che potete recuperare qui, quindi adesso mi limiterò ad affermare che gli eurodollari sono essenzialmente dollari offshore detenuti da banche estere. Come accaduto con l'oro, possedere una cosa passivamente non è redditizio quindi nel corso del tempo si sono studiati modi per rendere queste riserve “attive”. Il problema con i prestiti, ovviamente, era che non esisteva un tasso d'interesse di riferimento in grado di determinare l'ammontare che poteva essere richiesto all'atto di elargizione del credito. Non esistendo un tasso di riferimento che coordinasse il sistema bancario mondiale, permettendo alle singole banche in una nazione di prestare dollari a un'altra di un'altra nazione, emerse una necessità che non tardò a essere soddisfatta.

Così come venne creato il gold fix a Londra per intermediare a livello internazionale i contratti sintetici legati al metallo giallo, nel 1968 una banca greca fece sapere che avrebbe prestato le sue riserve in dollari a un tasso d'interesse tra il 4.5% e il 5%. Il precedente crea il caso e nel 1984 la storia arrivò a mostrare 18 banche della City di Londra che, alla fine della giornata, si riunivano in teleconferenza per determinare il prezzo a cui sarebbero stati concessi i prestiti in dollari tra di esse. A cascata questo avrebbe permesso di adottare un tale riferimento per mutui, titoli garantiti da ipoteca, ecc. Nel mondo di oggi, dove i computer imperversano e le comunicazioni digitali sono più veloci, sarebbe stato meno macchinoso il processo, allora, invece, ci si doveva accontentare di un “giro di telefonate”. E fu così che il LIBOR (London Interbank Offered Rate) sarebbe stato preso come modello mondiale per i dollari circolanti all'estero.

L'anno successivo, il 1985, gli Accordi del Plaza resetteranno le valute fiat dopo lo scisma dall'oro del 1971 e le collegarono alla determinazione del LIBOR. Per allora il sottobosco dei prestiti in dollari al di fuori degli Stati Uniti era andato già fuori controllo e fu esattamente ciò che portò alla crisi economica degli anni '70, la quale non fu risolta da Volcker ma dall'introduzione del LIBOR. La Francia di De Gaulle diede solo una spintarella al sistema finché venisse riformato lungo questi binari e il mio sospetto è che ci fosse un accordo sottobanco con gli inglesi per premere sull'acceleratore: nonostante l'odio tra i due Paesi, esso fu scavalcato dal desiderio di ottenere pasti gratis tramite finanziamenti in dollari offshore a riserva frazionaria e la possibilità di riconquistare la colonia sfuggita al loro controllo. Ricordiamoci che la Francia lavorò insieme all'Inghilterra per fomentare la guerra civile americana.

Il LIBOR, quindi, divenne il tasso d'interesse a cui sarebbero stati indicizzati tutti i debiti mondiali denominati in dollari, inclusi anche quelli negli Stati Uniti. Per esempio, quando una banca doveva impostare l'interesse da far pagare a un qualsiasi mutuatario, gli chiedeva il tasso del LIBOR + n (dove n era un qualsiasi numero che permetteva all'istituto di credito di guadagnare dal prestito). Lo stesso accadeva con le carte di credito. Quando si prendevano questi due fatti insieme, ovvero il LIBOR che indicizzava tutti i debiti del mondo e il mercato dei dollari offshore che era di ordini di grandezza più grande di quello interno, la Federal Reserve non era affatto l'istituto che determinava la politica monetaria americana.

Facciamo un altro passo avanti adesso. L'economia degli Stati Uniti è di gran lunga la più forte del mondo, dato che può mandare dollari fuori e far entrare beni (Dilemma di Triffin), di conseguenza può permettersi un costo del capitale più alto rispetto al resto del mondo. I mercati esteri, nonostante le loro riserve in dollari, sono molto più suscettibili a una variazione del tasso di riferimento americano (Federal fund rate). Per dirla in altro modo, l'economia americana è più dinamica e capace di assorbire un costo del capitale più elevato per la fabbricazione dello stesso prodotto che potrebbe essere fabbricato in Vietnam. Se, ad esempio, uno volesse costruire una casa in Vietnam ciò sarebbe accessibile a un tasso Fed Fund del 3%; se uno volesse fare la stessa cosa negli USA, ciò sarebbe ancora accessibile al 5,5%. Perché? Perché l'economia statunitense è migliore, più profittevole e più efficiente. Gli americani sono in grado di usare il capitale a loro disposizione in modo più efficiente rispetto ai vietnamiti. Questo è un vantaggio non indifferente quando, ad esempio, la FED, facendo ricorso al suo keynesismo, afferma di dover “rialzare” i tassi d'interesse per “raffreddare” la creazione di credito nell'economia.

Gli Austriaci hanno sempre avuto ragione a criticare la FED perché capitolava “troppo in fretta” nel suo ciclo di rialzo dei tassi e tornava a tagliarli. Con le informazioni che avete a disposizione adesso e la mia ricerca in tal direzione, cari lettori, adesso sapete il perché: non perché la FED fosse stupida o incapace, bensì a causa del LIBOR. Per 40 anni questa giostra ha continuato a girare: la FED vedeva “surriscaldarsi” l'economia americana a causa di un'enorme espansione dei mercati dell'eurodollaro, quei dollari tornavano in patria, svalutavano il biglietto verde ed essa rialzava i tassi d'interesse. Ma qui arrivavano i guai: il Vietnam, come nell'esempio precedente, non poteva gestire tassi d'interesse al 7%, solo al 3%, e i debiti iniziavano ad “andare a male”. Il LIBOR, di conseguenza, esplodeva al rialzo ben al di sopra del Fed fund rate americano, dato che c'era un fuggi-fuggi per accaparrarsi il denaro con cui servire il debito. In particolare esplodevano i tassi sul front-end della curva del LIBOR (la domanda di dollari era più impellente nel breve termine ovviamente) e, superando quelli sul back-end, essi segnalavano inversione e quindi pericolo di recessione.

Le economie meno efficienti, quindi, affrontavano lo spauracchio dell'inadempienza, cosa che accadde, ad esempio, con Long-Term Capital Management quando andò in default a causa della crisi che dapprima scoppiò in Thailandia e poi si diffuse in Russia. La leva finanziaria, infatti, è un'arma a doppio taglio; può dare soddisfazioni, ma piramidarci sopra progetti a lungo termine significa esporsi a un volo da un burrone assicurato. Il LIBOR e la riserva frazionaria nel mercato degli eurodollari alimentavano la sconsideratezza e l'azzardo morale perché si supponeva che sarebbe stato un sistema sempre a disposizione del resto del mondo. Certo, ci sarebbero stati agnelli sacrificali qua e là ogni tanto (es. crisi argentina, crisi asiatica, bolla dotcom, LTCM, ecc.), però poi si sarebbe acceduto alla stessa fonte che aveva causato la crisi per inondare la stessa di dollari e prenotarsi per il giro di giostra successivo.

Il meccanismo era sempre lo stesso: necessità di dollari, prestiti nei mercati pronti contro termine per raccattare qualsiasi finanziamento rapido possibile, esplosione al rialzo del LIBOR. Ma cosa succedeva negli Stati Uniti? Esplodevano al rialzo anche i tassi variabili dei mutui, ma non dell'ammontare equivalente al rialzo dei Fud fund (diciamo da 2% al 5%) bensì di quello del LIBOR (diciamo dal 2% al 9%). D'improvviso le carte di credito passavano da tassi al 12% a tassi al 21%, ad esempio, e così anche per i tassi per i prestiti automobilistici, i mutui immobiliari, il credito revolving, ecc. Cosa succedeva all'economia americana quindi? Iniziava a rallentare ben prima che gli investimenti improduttivi del precedente ciclo potessero essere eliminati, come recita correttamente la teoria Austriaca del ciclo economico, e la FED era costretta a tagliare i tassi ben prima che tale processo potesse concludersi efficacemente. In sintesi, era la City di Londra a controllare l'economia e il sistema bancario americani.

Mentre la stampa generalista veicolava l'idea che la FED fosse gestita da incompetenti, gli Austriaci fungevano da cassa di risonanza e amplificavano il messaggio fraudolento: “End the FED”! Obiettivo legittimo, ma perché non “End the BOE” la fonte primaria di tutti i mali economici? A causa del loro ego: il (presunto) riconoscimento a livello mainstream li ha accecati e ha gonfiato il loro orgoglio, facendoli trincerare nella teoria e abiurando la pratica di ciò accade nella realtà. La teoria è valida, e anche una guida per obiettivi di lungo termine, ma nel frattempo viviamo il presente e i fatti che lo costellano non andranno via chiudendo semplicemente gli occhi di fronte a essi.

Nel 2022, però, tutto questo è cambiato. Per capirlo, riprendiamo la storia dove l'avevamo lasciata quando Trump è stato eletto presidente nel 2017. La prima cosa che fa è nominare un nuovo presidente alla Federal Rserve: Jerome Powell. Janet Yellen stava per lasciare la carica e si rifiutava di rialzare i tassi quando ce n'era bisogno, Wall Street quindi consegna nelle mani di Trump il nome di Powell. Sì, Wall Street, perché non dimentichiamoci delle fazioni di cui abbiamo parlato all'inizio di questo saggio: una di queste negli USA è quella facente riferimento ai cosiddetti New York Boys, ovvero quel gruppo di pressione rappresentato dal sistema bancario commerciale americano la cui capillarizzazione sul territorio è ben radicata. Powell è stato per anni un membro del FOMC e uno di quelli che, sin dall'epoca Bernanke, è stato un fermo sostenitore della necessità di rialzare i tassi e fermo critico dell'obiettivo d'inflazione al 2%. Come seconda mossa, Trump sposta John Williams dalla FED di Atlanta alla FED di New York. Per chi non avesse contezza di come è strutturata la Federal Reserve, esiste la sede principale a Washington DC e poi le 12 Federal Reserve regionali. Quella di Atlanta non ha tanto potere, quella di New York invece organizza l'overnight repo desk (mercato dei prestiti rapidi, linee di swap in dollari, ecc.) e le altre strutture della branca principale.

Perché è importante Williams nella nostra storia? Perché è l'architetto del SOFR (Security Overnight Financing Rate), un tasso interbancario tra la Federal Reserve e le banche americane che comprano dollari nel mercato pronti contro termine americano. Quel che è importante assimilare è che la domanda di denaro nel breve termine viene gestita egregiamente e lo scompenso tra domanda/offerta di denaro viene gestito esclusivamente dal mercato pronti contro termine americano. Se, ad esempio, una banca deve pagare dividendi o stipendi domani, ma ha solo titoli del Tesoro americani e poca liquidità dato che avrebbe ricevuto una grossa somma due settimane dopo, essa può rivolgersi a una sua controparte e farsi prestare dollari ponendo come garanzia i titoli a sua disposizione. Il contratto pronti contro termine è il privilegio di usare dollari di altri, o liquidità di altri, per un breve lasso di tempo in cambio di un interesse pattuito tra le parti.

Quindi il SOFR è una tasso a cui vengono indicizzati i debiti interni degli Stati Uniti e nel momento in cui gli americani richiederanno un finanziamento o un mutuo verrà caricato loro come interesse SOFR + n, non più LIBOR + n. Ma ecco il punto: il SOFR non è dipendente dall'opinione di 18 banche nella City di Londra. Se in passato l'impostazione del LIBOR per i dollari offshore influenzava pesantemente i mercati americani, e quindi le condizioni economiche estere, soprattutto quelle di Europa e Inghilterra, influenzavano pesantemente i mercati americani, ora questi ultimi rispondono esclusivamente alle condizioni economiche interne tramite il SOFR. Sono le differenze più piccole a fare la vera differenza: ora i mercati del dollaro interni controllano il prezzo del dollaro a livello internazionale. Questo mi porta a concludere che gli USA hanno dichiarato la loro, vera e propria, indipendenza dall'Europa quando Powell è diventato presidente della Federal Reserve e John Williams ha avviato i lavori per implementare il SOFR al posto del LIBOR. A fronte di un periodo di test della durata di 4 anni, sarebbe diventato attivo il primo gennaio 2022.

Si capisce che Powell è un alfiere dei NY Boys, la fazione opposta a quella della cricca di Davos/inglese/olandese, quando nel 2021 l'amministrazione Biden ritarda/ostacola la sua rielezione a presidente per oltre 6 mesi e lui stesso viene accusato di insider trading. Quest'ultimo era un tentativo raffazzonato dell'UE di contrastare la stretta monetaria ombra della Federal Reserve che stava iniziando a prosciugare il mercato degli eurodollari: a giugno di quell'anno Powell aveva rialzato di 5 punti base il reverse repo facility della FED. L'obiettivo quindi era quello di liberarsi di Powell, visto che dal lato politico/fiscale l'amministrazione Biden era corrotta, e riguadagnare il controllo anche sulla politica monetaria insediando la Brainard. Infatti fu quest'ultima che fece trapelare ad Axios e Politico i trading sull'indice S&P 500 che apparentemente incriminavano la condotta di Powell e Clarida. Saltò fuori poi che addirittura tali trade passavano sotto la sua firma... a dir poco imbarazzante. La presidenza della FED fu promessa alla Brainard da Obama. L'attacco riuscì ad affondare tre dei membri più fedeli a Powell nell'FOMC (Clarida, Rosengren e Kaplan), ma non lui stesso. Alla fine, come ci si poteva aspettare, tutto si risolse in una bolla di sapone. Ciononostante l'FOMC dovette affrontare lo stesso l'attacco sferrato dalla cricca di Davos per mezzo dell'amministrazione Biden, e lo fece dichiarando Powell presidente fino a riconferma o scelta di un sostituto. Questa indecisione, riconferma o no, è durata 4 mesi, tempo in cui l'amministrazione Biden smosse mari e monti per impedire la continuazione di Powell a guida della FED... fino a quando il Senato non lo riconfermò (non sarebbe potuto passare nessun altro).

La prima cosa che fece una volta riconfermato fu rialzare i tassi a marzo 2022. Voleva farlo già a Jackson Hole l'anno precedente ma non poteva, dato che vennero votati il Build Back Better e l'Infrastructure Bill i quali avevano lo scopo di incatenare le mani della FED con $8.000 miliardi in nuova spesa da monetizzare; col favore del SOFR, entrato ufficialmente in vigore il primo gennaio 2022, il suo compito fu semplificato. Nell'esatto momento in cui Powell ha spinto sull'acceleratore nel drenaggio del mercato degli eurodollari, tutti i profeti di sventura sono stati smentiti... per loro anche solo l'arrivo all'1% avrebbe significato recessione automatica. Non avevano idea di cosa fosse stato architettato dai NY Boys per salvare i loro interessi: infatti i rialzi sono andati avanti, addirittura nel bel mezzo di una crisi bancaria quando nel 2023 sono saltate in aria 3 banche del circuito FED di San Francisco! Ulteriore conferma, questa, che la tesi finora descritta qui riguardo il LIBOR è corretta e che la FED, come pronosticato dal sottoscritto, poteva addirittura arrivare al 6% coi Fed Fund e non sarebbe stata scatenata alcuna recessione. In soli 4 mesi la FED è riuscita a drenare da M0 mondiale $2.000 miliardi!

E questo senza che il mercato dei titoli di stato americani diventasse bidless, come invece accaduto nel marzo 2020. All'epoca il SOFR era ancora in fase di test e praticamente illiquido, quindi un qualsiasi attacco nei suoi confronti sarebbe stato vittorioso. E così fu. Powell fu ricattato costretto a tornare a zero coi tassi di riferimento e inondare i mercati, interni ed esteri, di liquidità in dollari a basso costo.


CONCLUSIONE

Gli esseri umani hanno le stesse pulsioni ataviche alla fin fine: vivere al massimo col minimo sforzo quando si presenta l'opportunità. Ciò non è diverso quando si parla di fazioni e famiglie al vertice della piramide sociale. Anzi, vale ancora di più. I contribuenti sono il collaterale col quale avanzare le proprie richiesta al tavolo delle decisioni, ma potere e ricchezze nascono dalle spoglie dei pari che riescono a sottomettere. Gli inglesi, la City di Londra, s'è dimostrato l'Impero più longevo e influente nel corso della storia, usando come proxy gli Stati Uniti la cui indipendenza non è stata una realtà sino al 2022 quando è entrato in vigore il SOFR e il LIBOR, insieme all'influenza finanziaria proveniente da Londra, è stato sostituito. Infatti gli stessi USA sono stati vittime del sovvertimento dall'interno che ha caratterizzato da sempre il modus operandi degli inglesi:

  1. Ottenere l'accesso alle risorse naturali come garanzia;
  2. Trasformare tale garanzia in un asset 20 volte superiore attraverso la finanziarizzazione;
  3. Aumentare il valore degli asset e creare una crisi economica;
  4. Ottenere un salvataggio diventando troppo grandi per fallire, a livello sistemico;
  5. Impoverire e indebitare quattro generazioni di cittadini per ripagare un salvataggio che è 3-5 volte superiore al valore degli asset finanziarizzati.

Un caso eclatante di come scorrono i fiumi di dollari offshore e come si perda la loro traccia (leverage) nel momento in cui passano tramite il sistema bancario ombra, è la biblioteca di Obama di recente costruzione. È così che l'eurodollaro ha funzionato per decenni ed è così che Bruxelles e City di Londra si sono sostenuti a scapito degli USA. I soldi dei contribuenti americani venivano sottoposti a leva e gonfiati tramite l'eurodollaro. I finanziamenti alle ONG erano pressoché infiniti. La “golden power” e la Guarda nazionale applicati adesso da Trump sono propedeutici alla guerra contro la cricca di Davos. È così che ad esempio Putin ha messo in riga gli oligarchi e scacciato l'influenza delle ONG. La stessa cosa ha fatto la Georgia. La stessa cosa non ha potuto farla l'Ucraina dato che la politica estera degli USA, nel 2022, era ancora appaltata a Londra e Bruxelles. L'ascendente di Washington su Tbilisi, ad esempio, era una propaggine dell'impero inglese. Ecco perché i disordini recenti nella nazione sfoggiando bandiere europee e sfilate di politici europei. Con il prosciugamento del mercato degli eurodollari e la riorganizzazione di Washington lontano dalle influenze geopolitiche estere, nonché la pulizia di quelle aree nel mondo in cui gli inglesi avevano ascendente, viene smantellata una piovra sotterranea vecchia di decenni.

Inizia a bussare al proverbiale “dominio pubblico” la selva di ONG che nel corso del tempo ha funzionato da veicolo di riciclaggio di denaro nel sottobosco finanziario e finanziamento occulto di intere nazioni (principalmente UE e UK). Smantellare questa piovra tentacolare, che aveva come nutrimento il mercato degli eurodollari controllato a Londra e come cinghia di trasmissione il settore bancario ombra americano abilitato da traditori nel Congresso che hanno approvato leggi criminali come la Dodd-Frank, sarà arduo ma il processo sta andando avanti piuttosto bene. Per chi ha letto il mio libro, Il Grande Default, tutto questo non è niente di nuovo.


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