giovedì 16 ottobre 2025

Il ritorno del denaro privato: il sogno americano & l'incubo europeo

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Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Thomas Kolbe

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-ritorno-del-denaro-privato-il)

L'Europa, l'Unione Europea e gli Stati Uniti si stanno allontanando sempre di più. All'ombra della guerra in Ucraina e delle politiche di censura di Bruxelles, si sta aprendo una frattura anche a livello di politica monetaria.

Quest'ultima è spesso trattata come una sorta di figliastro dai media generalisti. Tranne durante le crisi del debito sovrano, quando le banche centrali intervengono come soccorritori, la politica e i media si concentrano principalmente sulle decisioni riguardo i tassi d'interesse. Queste vengono presentate come momenti salienti per aiutare la politica ad ancorare le aspettative di inflazione e influenzare l'attività di mercato.

In breve: questa resta una visione superficiale che non rende giustizia alla complessità della politica monetaria.

È deplorevole – e forse non è una coincidenza – che la politica monetaria venga affrontata con tanta frettolosità. Il denaro è il bene centrale dell'economia. Il suo sviluppo di valore, la sua diluizione e la sua manipolazione da parte degli attori politici sono una patata bollente che rimane in gran parte insondabile. Ciononostante da quando le banche statunitensi si sono ritirate dal LIBOR di Londra e da quando è stato introdotto il tasso di riferimento nazionale (il SOFR), la politica monetaria si è evoluta in una questione geopolitica chiave che merita un dibattito approfondito.


Dietro la cortina fumogena dei media

Dietro il rumore di fondo monetario rappresentato dai tassi di interesse e dal controllo dell'inflazione, si sta verificando una deriva strategica che ridefinirà il futuro economico. L'Unione Europea, l'Europa e gli Stati Uniti stanno intraprendendo percorsi di politica monetaria separati.

Censura dei media, socialismo climatico e ora il dibattito sull'euro digitale: si potrebbe dire che Bruxelles e i banchieri della BCE non risparmiano alcuno sforzo per trasformare l'UE in una fortezza di potere.

Con l'euro digitale compirebbero un passo importante verso il suo consolidamento: una moneta programmabile e completamente trasparente basata su una blockchain centralizzata che trasformerebbe il denaro in una merce con una forte valenza morale e politica. Obiettivi climatici, consumo individuale di CO2, consumo di carne e viaggi: l'associazione del comportamento individuale al complesso di controllo basato sulle emissioni è tangibile. E sanzionare cittadini e aziende in caso di comportamenti dissidenti potrebbe diventare un'attività burocratica di routine.

Seguendo il ragionamento della presidente della BCE, Christine Lagarde, è chiaro cosa attende gli europei: sorveglianza algoritmica dell'attività economica e controllo moralistico del comportamento individuale.


Il denaro è un bene pubblico?

Per la Lagarde il denaro è un bene pubblico, naturalmente sotto il controllo dello stato o di surrogati parastatali come la BCE. Il progetto dell'euro digitale partirà in piccolo, con wallet limitati gestiti dalla BCE, commercializzati dalle banche commerciali in sordina (le quali diventerebbero obsolete in caso di conversione completa).

Secondo la Lagarde un euro digitale dovrebbe offrire nuove possibilità di scelta, integrare il denaro contante e promuovere l'inclusione. Ma anche qui, solo slogan politici: “inclusione” rimane una frase vuota, priva di qualsiasi contenuto. In realtà la BCE mira a garantire il controllo sui flussi di capitali e, nella prossima crisi del debito dell'Eurozona, a impedire la loro fuga per evitare il collasso e l'esaurimento dei flussi finanziari. Tutto il resto è un'operazione di copertura scritta per il lettore disinteressato della sezione economica.

L'Europa si sta dirigendo inesorabilmente verso il centralismo. La domanda rimane: il colpo di stato monetario avrà successo o l'Eurozona crollerà prima? Il quadro giuridico dovrebbe essere pronto all'inizio del 2026, prima che inizi l'implementazione vera e propria.

Realisticamente si prevede un avvio nel 2028, forse solo nel 2029. C'è la speranza che progetti così grandi falliscano a causa dell'inerzia burocratica, quindi restiamo ottimisti.


Il ritorno del denaro privato

Nel frattempo, dall'altra parte dell'Atlantico, si sta verificando una sorprendente inversione di tendenza. L'orientamento della politica monetaria dell'amministrazione Trump mira alla parziale riattivazione del sistema monetario privato. Il quadro giuridico attualmente in fase di definizione (GENIUS Act) offre alle banche commerciali la possibilità di emettere le proprie stablecoin, ovvero dollari digitali, espandendo così il mercato attualmente dominato da Tether. In tutto il mondo oltre 500 milioni di persone utilizzano già questa nuova forma di denaro: un movimento inarrestabile, a prescindere da come la vedono gli europei.

Ogni unità di una stablecoin è sostenuta da una quantità equivalente di titoli del Tesoro USA a breve termine, nonché da oro e Bitcoin, il che fornisce al Dipartimento del Tesoro americano un argomento convincente per partecipare attivamente alla diffusione di questa tecnologia: il debito pubblico americano viene letteralmente venduto al settore privato.

Questo sviluppo ricorda il periodo precedente alla fondazione della Federal Reserve. A quel tempo il ruolo della banca centrale si trasformò lentamente da “prestatore di ultima istanza” per le banche commerciali a strumento di stampa di moneta per il finanziamento del debito pubblico, il tutto combinato con la manipolazione degli asset. Gradualmente gli Stati Uniti poterono tornare all'era del free banking del XIX secolo quando le banche di credito private avrebbero emesso le proprie banconote coperte da oro o argento. La solvibilità delle istituzioni era supervisionata dalle stanze di compensazione, non da una banca centrale vera e propria.

Errori di valutazione portavano a fallimenti e non esistevano salvataggi centrali: il volume del credito era limitato in base alle valutazioni del rischio basate sul mercato.

Potrebbe tornare a essere più o meno così: valute parallele coperte dal Dipartimento del Tesoro americano, reti di compensazione private e concorrenza tra denaro pubblico e privato; ciò significherebbe la fine delle garanzie delle banche centrali, che distorcono il mercato, per chi si assume dei rischi.


Il sogno americano & l'incubo europeo

Il free banking negli Stati Uniti fu uno dei pilastri dell'era industriale che diede avvio a un boom economico senza precedenti. Le banche private crearono moneta in modo responsabile e indirizzarono i capitali scarsi specificamente verso progetti innovativi. La competizione tra le diverse banconote promosse disciplina e fiducia: chi perdeva fiducia era fuori gara. Senza una banca centrale e salvataggi governativi, il rischio era una vera e propria valuta che frenava il sovraindebitamento e alimentava il dinamismo economico.

È questo l'obiettivo dell'amministrazione Trump? Un ritorno allo spirito tipicamente americano dei mercati assolutamente liberi, che naturalmente porta anche situazioni di maggiore volatilità?

Nel frattempo gli europei sembrano aver scelto la strada opposta, cercando di arginare la volatilità centralizzando i poteri politici essenziali. Resta da vedere se riusciranno a introdurre l'euro digitale, mentre il loro principale concorrente oltreoceano abbraccia il principio di libertà e responsabilità personale. La fuga di capitali dall'UE verso gli Stati Uniti è un segnale significativo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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