La traduzione in italiano dell'opera scritta da Wendy McElroy esplora Bitcoin a 360°, un compendio della sua storia fino ad adesso e la direzione che molto probabilmente prenderà la sua evoluzione nel futuro prossimo. Si parte dalla teoria, soprattutto quella libertaria e Austriaca, e si sonda come essa interagisce con la realtà. Niente utopie, solo la logica esposizione di una tecnologia che si sviluppa insieme alle azioni degli esseri umani. Per questo motivo vengono inserite nell'analisi diversi punti di vista: sociologico, economico, giudiziario, filosofico, politico, psicologico e altri. Una visione e trattazione di Bitcoin come non l'avete mai vista finora, per un asset che non solo promette di rinnovare l'ambito monetario ma che, soprattutto, apre alla possibilità concreta di avere, per la prima volta nella storia umana, una società profondamente e completamente modificabile dal basso verso l'alto.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/adam-smith-sul-senso-del-dovere-e)
Ichiro Suzuki è stato inserito nella Baseball Hall of Fame quest'estate. Con il suo controllo di mazza pressoché ineguagliabile, Ichiro ha collezionato dieci stagioni consecutive con più di 200 hit validi e il record stagionale di 262 hit validi.
Il discorso di accettazione di Ichiro nella Baseball Hall of Fame era incentrato sul suo dovere nei confronti dei tifosi e dei compagni di squadra: “Quando i tifosi usano il loro tempo prezioso per venire a vederti giocare, hai la responsabilità di dare il massimo per loro, che vinciamo o perdiamo con 10 punti di scarto”.
Se si ascolta la maggior parte degli atleti moderni, si notano subito cliché facilmente falsificabili sulla fiducia in sé stessi come chiave del successo. Meno persone parlano dei propri doveri e responsabilità.
Ichiro sottolineava che le sue “abilità” non erano “migliori di quelle degli altri”. Al contrario, era sul palco perché “la pratica e la preparazione quotidiane”, insieme alla volontà di prestare attenzione ai “piccoli dettagli”, sono state il “fondamento” del suo “successo”. Ichiro incarnava non solo la ricerca moderna sul ruolo della pratica, ma anche ciò che Adam Smith, nel suo The Theory of Moral Sentimets, identificava come il desiderio di “lode” rispetto al mero desiderio di “lode”.
Smith sosteneva che, mentre un applauso immeritato può deliziare una persona debole, una persona saggia cerca di guadagnarselo. La lode falsa, scriveva Smith, “dovrebbe essere più mortificante di qualsiasi censura e dovrebbe evocare perpetuamente nella nostra mente la più umiliante di tutte le riflessioni, il riflesso di ciò che dovremmo essere, ma di ciò che non siamo”. Se pensate che influencer, figli nepo, o persone che hanno ottenuto il loro lavoro grazie ai criteri DEI, abbiano una vita felice, Smith potrebbe non essere d'accordo: “Solo i più deboli e superficiali tra gli uomini possono essere deliziati da quella lode che loro stessi sanno essere del tutto immeritata”.
Il miglior consiglio di Ichiro era di non attribuire mai il controllo di sé stessi a forze esterne. I lanciatori non ti battono, piuttosto, pensava, “è perché c'era qualcosa che avresti potuto fare meglio assumendoti le tue responsabilità”. Questa convinzione ha portato Ichiro al costante impegno di migliorare; ha concluso la sua carriera come uno dei soli 33 giocatori nella storia con oltre 3.000 hit validi.
Adam Smith vorrebbe farci sapere che la stessa mentalità che Ichiro ha applicato alla sua carriera vale per tutti gli individui. Smith ci ha lasciato una guida per diventare più rispettosi del senso del dovere e meno influenzati dalle nostre emozioni. Possiamo scegliere attivamente di uscire dalla narrativa distorta che si agita nella nostra testa, che giustifica sempre ciò che facciamo.
Smith ci ha consigliato di rivolgerci allo “spettatore imparziale” che è in noi: “Non potremo mai esaminare i nostri sentimenti e le nostre motivazioni, non potremo mai formulare alcun giudizio su di essi, a meno che non ci allontaniamo, per così dire, dalla nostra posizione naturale e non ci sforziamo di vederli a una certa distanza da noi”.
Non si trattava di un mero esercizio accademico; Smith voleva che fossimo in trincea, a mettere in pratica ciò che contempliamo: “La speculazione più sublime del filosofo contemplativo difficilmente può compensare la negligenza del più piccolo senso del dovere”.
Il senso del dovere ci garantisce di poter lavorare tutti insieme in modo stabile e prevedibile, anche quando i nostri sentimenti personali prendono il sopravvento. Possiamo rispettare le regole morali generali, anche quando sentimenti personali che migliorano la vita, come l'onestà, la gratitudine o la gentilezza, sembrano essere assenti.
Se pensate che Adam Smith sostenesse l'idea di un individuo che rivendica il proprio interesse personale, definito dalle proprie passioni, contro il resto del mondo, probabilmente non l'avete mai letto. Smith era chiaro: “La grande divisione dei nostri affetti è tra egoismo e benevolenza”, e dobbiamo domare il nostro lato egoistico.
L'idea di senso del dovere di Smith era convincente e diretta. In primo luogo ci spiegava che l'umanità “è fatta per l'azione [...] per promuovere, attraverso l'esercizio delle [nostre] facoltà [...] cambiamenti nelle circostanze esterne, sia [nostre] che degli altri”.
Poi ci chiedeva di onorare il nostro scopo in modo da “poter evocare tutto il vigore della [nostra] anima e tendere ogni nervo, al fine di produrre quegli obiettivi che sono lo scopo del [nostro] essere”.
Smith ci spiegava che diventiamo degni di lode seguendo “regole generali di condotta” che chiamava “un senso del dovere, un principio di massima importanza nella vita umana e l’unico principio in base al quale la maggior parte dell’umanità è in grado di dirigere le proprie azioni”.
Le nostre buone intenzioni sono insufficienti e non adempiono al nostro senso del dovere. Smith scrisse che alla persona “che non ha compiuto alcuna azione importante”, ma che esprime “i sentimenti più giusti, più nobili e più generosi”, non è dovuto nulla.
Smith ci forniva una scheda di valutazione per distinguere coloro che sono degni della nostra ammirazione da coloro che, per mancanza di autocontrollo, sono “inutili”.
Quando scegliamo di essere persone senza valore, siamo in balia dei nostri sentimenti. Non credo che questo prevalga sul nostro senso del dovere. Smith scrisse che la persona affidabile e di sani principi “aderisce, in ogni occasione, con fermezza e risolutezza alle sue massime”. Ichiro l'ha vissuto in prima persona, senza mai vacillare fino all'ultima stagione. Questa adesione al proprio senso del dovere è esattamente ciò che, secondo Smith, distingue una persona d'onore da chi “agisce in modo vario e casuale, a seconda che l'umore, l'inclinazione o l'interesse prevalgano”.
Potete guardare il football per otto ore in una splendida giornata autunnale invece di lanciare la palla a vostro figlio; potete provare soddisfazione nel rimproverare un collega perché non la vede come voi; potete pensare che Curb Your Enthusiasm sia una guida alla vita e serbare rancore perché qualcuno ha violato una regola che vi siete inventati; potete guardare l'ennesima serie TV ininterrottamente invece di coltivare la vostra mente per preservare la libertà. Con tali azioni Smith direbbe che avete scelto di essere inutili e vorrebbe che prendeste in considerazione una scelta diversa.
È l'“autocontrollo” che ci permette di dedicarci al nostro senso del dovere e di non scegliere la via dell'inutilità. Smith sapeva che siamo “argilla grezza” che non potrà mai raggiungere la perfezione, ciononostante definisce la persona di “perfetta virtù”, “l'oggetto del nostro più alto amore e ammirazione” come “colui che unisce, al più perfetto controllo dei propri sentimenti originali ed egoistici, la più squisita sensibilità sia per i sentimenti suoi che per quelli altrui”.
Invito il lettore a fare proprio questo: prendetevi un momento e riflettete su un problema attuale che sta creando ansia e conflitto; prestate attenzione alla narrazione interiore che spiega il problema dal vostro punto di vista. Se riuscite a notarla, potete anche distogliere l'attenzione dalle vostre autogiustificazioni. Mentre lo fate, notate se emerge un'altra prospettiva che vi richiama al vostro dovere.
Probabilmente Ichiro non ha mai letto Adam Smith, ma capiva che la sua vita non consisteva semplicemente nel mettersi a proprio agio. Nella performance di Ichiro, vediamo le possibilità di migliorare le nostre prestazioni nelle imprese della vita quando diamo retta al nostro senso del dovere. L'assenza di scopo che molti hanno adottato, sostiene il filosofo Bernardo Kastrup, è un modo per “liberarci da qualsiasi spiacevole sensazione di responsabilità o dovere”. Per coloro che non hanno uno scopo, il senso del dovere migliorerebbe immediatamente la loro vita.
C'è in gioco più di quanto possiamo immaginare. Smith ci aiutava a comprendere che la civiltà progredisce, o regredisce, a seconda della nostra adesione al senso del dovere e della nostra volontà di ignorare i sentimenti transitori, allontanandoci dalle passioni che distruggono la società: “L'esistenza stessa della società umana [...] crollerebbe” se perdessimo il senso del dovere e scivolassimo nell'inutilità come impostazione predefinita della nostra vita.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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