La traduzione in italiano dell'opera scritta da Wendy McElroy esplora Bitcoin a 360°, un compendio della sua storia fino ad adesso e la direzione che molto probabilmente prenderà la sua evoluzione nel futuro prossimo. Si parte dalla teoria, soprattutto quella libertaria e Austriaca, e si sonda come essa interagisce con la realtà. Niente utopie, solo la logica esposizione di una tecnologia che si sviluppa insieme alle azioni degli esseri umani. Per questo motivo vengono inserite nell'analisi diversi punti di vista: sociologico, economico, giudiziario, filosofico, politico, psicologico e altri. Una visione e trattazione di Bitcoin come non l'avete mai vista finora, per un asset che non solo promette di rinnovare l'ambito monetario ma che, soprattutto, apre alla possibilità concreta di avere, per la prima volta nella storia umana, una società profondamente e completamente modificabile dal basso verso l'alto.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-bce-si-prepara-alla-prossima-crisi)
Tredici anni fa Mario Draghi, allora Presidente della Banca Centrale Europea, aprì le porte alla liquidità per impedire il collasso dell'Eurozona. Da allora i problemi strutturali sono rimasti irrisolti. Ora ci troviamo di fronte al prossimo capitolo della crisi del debito, che è stata solo in parte risolta. È tempo che la BCE prepari il suo kit di strumenti di emergenza.
Da qualche tempo sui mercati finanziari mondiali si sta delineando un trend preoccupante: i titoli di stato a lungo termine stanno subendo pressioni di vendita, persino quelli di economie leader come Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e, in misura significativa, Francia. Di conseguenza i rendimenti stanno aumentando, insieme ai costi di rifinanziamento per nazioni già fortemente indebitate.
Architettura finanziaria gravemente danneggiata
È il cosiddetto segmento lungo della curva dei rendimenti ad allarmare sia i policymaker che le banche centrali. La stabilità dell'architettura finanziaria globale si basa sui titoli obbligazionari a lungo termine di Stati Uniti, Giappone ed Eurozona. Banche, fondi pensione sovrani e sistemi assicurativi hanno già pagato un pesante tributo a causa delle vendite in questo segmento. La struttura è stata gravemente indebolita e l'Europa si trova ora ad affrontare la prossima crisi del debito.
È una cosa che non si può più ignorare: i titoli di stato a lungo termine, un tempo considerati sicuri e con rendimenti reali positivi, hanno perso una notevole fiducia. Uno sguardo alle turbolenze politiche della Francia e al declino del Regno Unito sottolinea che uscire dalla spirale del debito – con deficit annuali in continua crescita e sistemi sociali al collasso in una società europea che invecchia e soffre di migrazioni – sembra altamente irrealistico.
La conseguenza: chiunque non sia obbligato a detenere questi titoli li scarica, rifugiandosi nei cosiddetti porti sicuri, come metalli preziosi o contanti, spesso in dollari o franchi svizzeri; uno schema collaudato quando i tempi si fanno duri.
L'Europa nel mirino
Mentre il rendimento dei decennali britannici è salito oltre il 5,7% – il livello più alto dal 2009 – la crisi in Francia si sta intensificando drasticamente. Il Paese è nel caos politico e la società è frammentata e colpita dall'immigrazione, cosa che rischia di sfociare in violenti scontri di piazza nelle Banlieue.
La Francia è diventata da tempo uno stato ingovernabile e ora rischia di essere il punto di partenza della prossima crisi del debito nell'Eurozona.
Nuvole nere si addensano sull'Europa e la Germania non sarà risparmiata. Un tempo elogiata per la sua politica fiscale conservatrice, il Paese ha aperto la porta a gravi perturbazioni nei mercati con un programma di debito da mille miliardi di euro. Se la Germania sacrificasse la propria affidabilità creditizia solo per guadagnare tempo e avere una soluzione temporanea alla crisi del suo sistema sociale, trascinerebbe i suoi partner dell'UE nel baratro. Dall'inizio dell'unione monetaria i mercati hanno collegato l'affidabilità creditizia della comunità a quella della Germania.
Nessuna delle crisi europee – né l'eccessiva regolamentazione, né la crisi energetica, né il caos migratorio – è mai stata risolta e il continente è ora esposto alla prossima.
BCE in azione
La prossima crisi del debito seguirà probabilmente lo schema della precedente, avvenuta 15 anni fa: il contagio si diffonderà da un Paese all'altro, ognuno messo alla prova da ondate di vendite obbligazionarie a fronte di stabilità e resilienza. Ciò che potrebbe avere origine in Francia raggiungerà prima o poi la Germania attraverso gli stati dell'Europa meridionale fortemente indebitati. La domanda è: la BCE riuscirà a stabilizzare la situazione, come fece allora con il suo kit di emergenza?
Ogni crisi del debito sovrano è anche una crisi bancaria. Una quota significativa dei titoli di stato è detenuta nei bilanci delle banche commerciali e un brusco calo del loro valore di mercato rischia di provocare un pericoloso sovraindebitamento nel settore finanziario. Per mitigare questo fenomeno la BCE ha sviluppato un arsenale di misure di liquidità e stabilizzazione che costituiscono il cuore del suo kit di strumenti di emergenza. Tra queste figurano le operazioni di rifinanziamento a lungo termine (LTRO) e le operazioni di rifinanziamento mirate a lungo termine (TLTRO), le quali forniscono alle banche prestiti a lungo termine a basso tasso di interesse per garantire liquidità e mantenere il flusso di credito a imprese e famiglie.
Credito fiat sottoposto a una leva molto alta
Esiste anche l'Emergency Liquidity Assistance (ELA), una sorta di valvola di sicurezza per le istituzioni sottoposte a forti pressioni, solitamente garantita da titoli di stato o altri cosiddetti “asset di alta qualità”. Il kit di strumenti è completato da indicazioni prospettiche e politiche sui tassi di interesse, volte a orientare le aspettative e stabilizzare i mercati dei tassi di interesse, spesso più a livello psicologico che materiale.
Qui risiede un difetto centrale e un'incoerenza logica nelle banche centrali: proprio gli asset considerati “di alta qualità” hanno contribuito alla crisi. Il credito fiat sottoposto a forte leva finanziaria e praticamente scoperto – senza copertura in oro o energia – ha trasformato il sistema finanziario in uno schema di Ponzi, determinando inevitabilmente una massiccia espansione del credito.
In questo contesto rientrano anche l'imponente programma di indebitamento della Germania e, secondo i funzionari politici dell'UE, la guerra per procura in corso in Ucraina. Se il rubinetto del credito viene chiuso, il castello di carte crolla.
Concentrarsi sulla manipolazione dei tassi di interesse
L'obiettivo principale della BCE rimane la stabilizzazione dei mercati obbligazionari governativi, il settore più vulnerabile in caso di crisi. Profondamente legata al centro di potere dell'UE a Bruxelles, la banca centrale agisce quasi come un dipartimento di liquidità. Quando il panico colpisce il mercato obbligazionario, essa inizia a manipolare i rendimenti e a riequilibrare il mercato, come fece 15 anni fa.
I programmi di emergenza includono il Programma di acquisti nel settore pubblico (PSPP), col quale si acquisiscono titoli di stato per aumentare la liquidità, e le Transazioni monetarie definitive (OMT), attivate solo se i Paesi interessati si impegnano ad attuare riforme. Di recente introduzione è il Transmission Protection Instrument (TPI), il quale consente alla BCE di acquistare titoli per ridurre le differenze di rendimento tra gli stati membri e garantire la trasmissione della politica monetaria. Questo strumento opera in gran parte in modo clandestino: gli interventi di mercato non sono sempre immediatamente visibili e possono essere effettuati gradualmente, anche tramite attori delegati, per evitare il panico sui mercati.
La politica della BCE può essere riassunta in modo semplice: in vista dell'imminente crollo del debito, il suo compito è manipolare l'intera curva dei rendimenti al ribasso per mantenere l'illusione di un debito pubblico sotto controllo e impedire agli investitori privati di farsi prendere dal panico. La perseveranza della BCE è evidente nei corridoi di rendimento che i titoli di stato a lungo termine seguono da tempo.
Trasparenza? Praticamente inesistente. I rapporti segreti tra la BCE e i principali gruppi di capitali sono all'ordine del giorno. I mercati sono gestiti e manipolati attivamente: il libero mercato e la forza disciplinare dell'aumento dei tassi di interesse (i cosiddetti bond vigilantes) sono solo uno sbiadito ricordo del passato.
Cerotti di emergenza e pillole lenitive
In definitiva i nomi degli strumenti della BCE sono irrilevanti. La loro funzione principale è quella di attenuare le fluttuazioni di mercato a breve termine e di fornire ai policymaker un margine di manovra continuo per una burocrazia europea in continua espansione. La BCE stessa è diventata una forza maligna all'interno dell'Eurosistema: le riforme basate sul mercato sono impossibili finché i policymaker possono contare sul suo sostegno, che si tratti di programmi per il clima, di potenziamenti militari, o di altri progetti di dubbia natura.
La Commissione europea e la BCE mirano a istituire un meccanismo unificato per il debito, consolidare i debiti nazionali sotto l'egida della Commissione stessa e integrare la BCE come riserva di liquidità per stabilizzare i mercati. L'Europa si sta quindi orientando verso un socialismo centralizzato, con la BCE come fattore chiave.
In una crisi sistemica i principali pilastri dell'Eurozona – Francia, Italia e Germania – verrebbero trascinati in quella che possiamo definire spirale discendente. Sarebbe ingenuo credere che la situazione possa essere stabilizzata solo attraverso iniezioni di credito della BCE e misure di liquidità a breve termine.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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