martedì 28 settembre 2021

L'immunità naturale, più forte e robusta, elimina qualsiasi tesi a favore dei “lasciapassare vaccinali”

 

 

di Jon Sanders

Un crescente corpo di ricerca sta rendendo sempre più chiaro che l'immunità naturale al Covid-19, sulla scia di una precedente infezione, è più forte, più duratura e più ampia dell'immunità indotta dal vaccino. Oltre a non essere insolito tra le malattie infettive, questo fatto ha implicazioni significative per i piani statali, scolastici, dei datori di lavoro e aziendali che intendono molestare e limitare le persone che non sono vaccinate.

Ad esempio, il 4 giugno il medico ed economista della Stanford Medical School, Jay Bhattacharya, il biostatistico ed epidemiologo della Harvard Medical School, Martin Kulldorff, e l'epidemiologo dell'Università di Oxford, Sunetra Gupta, lo hanno riassunto in questo modo (incorporando diversi studi):

È ormai accertato che l'immunità naturale si sviluppa in seguito all'infezione da SARS-CoV-2 in modo analogo ad altri coronavirus. Anche se l'infezione naturale non può fornire l'immunità infezione di blocco permanente, offre sia immunità contro la malattia sia contro la versione grave e tale immunità è permanente. Tra i milioni che sono guariti dal COVID19, quasi nessuno s'è ammalato di nuovo.

Più di recente una nuova ricerca israeliana dimostra che una precedente infezione da Covid-19 offre un'immunità di gran lunga superiore rispetto alle vaccinazioni. Gazit et al. (medRxiv, pubblicato il 25 agosto 2021) hanno confrontato le persone vaccinate senza precedenti infezioni da Covid-19 con persone non vaccinate che erano guarite da precedenti infezioni. Abbinandoli in base ai periodi di infezione/vaccinazione per testare il loro tempo di "attivazione immunitaria" (16.125 persone in ciascun gruppo, ovvero 32.250 persone), hanno scoperto che i vaccinati avevano da sei a 13 volte più probabilità di ammalarsi rispetto a quelli con immunità naturale. Aggiustando i dati in base alle comorbidità, hanno scoperto che i vaccinati avevano 27 volte più probabilità di sviluppare infezioni sintomatiche inaspettate rispetto a coloro con immunità naturale.

Inoltre per le persone precedentemente infettate la vaccinazione potrebbe essere dannosa a causa della loro risposta immunitaria. Camara et al. (bioRxiv, pubblicato il 22 marzo 2021) hanno scoperto che "gli individui guariti da COVID-19 non ottengono alcun beneficio dalla vaccinazione. Al contrario, negli individui con un'immunità preesistente contro SARS-CoV-2, il secondo vaccino non solo non riesce a potenziare l'immunità umorale, ma determina una risposta auto-immune delle cellule T stimolata dalla proteina spike". Per chi è stato già contagiato, quindi, c'è motivo di ritenere che il vaccino non comporti benefici, ma solo costi.

Il professore di legge della George Mason, Todd Zywicki, aveva diverse ragioni convincenti per opporsi all'obbligo di vaccinazione emanato dalla sua università. Come si evince dalla lettera del 21 luglio a suo nome dalla New Civil Liberties Alliance, Zywicki era stato precedentemente infettato, ha offerto una ricerca sostanziale che attestava che l'immunità al Covid-19 dei guariti era "più robusta e duratura di quella ottenuta attraverso la vaccinazione", ha offerto prove per essere timoroso delle reazioni avverse data la sua esperienza con l'herpes zoster, ed era anche preoccupato che tutti gli studi sui vaccini avessero specificamente escluso i guariti dal Covid, citando uno studio in cui i ricercatori hanno affermato “non possiamo escludere la possibilità che la vaccinazione di un numero crescente di [individui] con immunità preesistente al SARS-Cov-2 possa innescare reazioni infiammatorie e trombotiche inaspettatamente intense in pazienti precedentemente immunizzati e soggetti predisposti” (Angeli et al., European Journal of Internal Medicine, giugno 2021).

Non ci sarebbe bisogno di dirlo, ma a quanto pare in questo periodo storico bisogna sottolineare anche l'ovvio: tale ricerca e discussione non intendono in alcun modo sconsigliare la vaccinazione, che dovrebbe essere una decisione personale basata su una valutazione spassionata dei vantaggi e dei costi personali senza coercizione. Né si vuole sostenere di contrarre deliberatamente un'infezione.

Questi risultati sono in netto contrasto con la tesi dei "lasciapassare vaccinali", l'eufemismo per rendere sub-umani chiunque non si sia vaccinato contro il Covid-19. Joe Biden ha parlato di vietare i viaggi interstatali ai non vaccinati. Le università stanno aspettando di incassare gli assegni delle tasse scolastiche prima di imporre obblighi di vaccinazione. Gli ospedali, le strutture sanitarie, fino alle strutture di riabilitazione, stanno negando i servizi di assistenza medica ai non vaccinati. I governi locali, le scuole, gli ospedali e alcune aziende – spinti da politici, saccenti nella sanità pubblica e media terroristi – stanno minacciando il lavoro stesso dei non vaccinati. Anche ristoranti, luoghi di intrattenimento e altri stanno negando i loro servizi ai non vaccinati.

Ancora e ancora, questi editti tirannici non tengono conto delle persone con un'immunità naturale. Non dovrebbe essere compito dei governanti prendersi cura e promuovere la salute pubblica? La loro difesa, dopotutto, è che stanno cercando di fare pressione sulle persone affinché facciano ciò che è bene per loro; ad esempio, la Casa Bianca considera l'obbligo di vaccinazione "la leva giusta al momento giusto". Quanta buona fede si può attribuire ad un comportamento così inutile ed insensibile? Le persone allontanate dalle scuole, le persone a cui sono state negate le cure mediche, le persone allontanate dai loro ristoranti preferiti, le persone a cui è stato vietato di fuggire in uno stato più libero, ecc. Tutte queste persone senza un lasciapassare vaccinale potrebbero benissimo avere una risposta immunitaria più forte contro il virus rispetto a chi li possiede invece.

Oh, ma la risposta è che, a differenza dei vaccinati, è difficile sapere chi è guarito da una precedente infezione. Giusto, e questo fatto indebolisce anche la tesi dei "lasciapassare vaccinali". Lasciate che vi spieghi come.

Il Center for Disease Control and Prevention stima che solo 1 su 4.2 infezioni da Covid-19 sono segnalate negli Stati Uniti. Questa stima ha senso se si considera, ad esempio, un membro positivo di una famiglia di quattro, mentre anche gli altri in casa si sentono male; o anche tante infezioni lievi o asintomatiche che non richiederebbero la visita di un medico (questi sono, per inciso, segni di "una risposta immunitaria virus-specifica altamente funzionale", per Le Bert et al., Journal of Experimental Medicine, 1 marzo 2021).

Al momento della stesura di questo articolo, ci sono stati quasi 39.280.000 casi (cioè infezioni segnalate) e quasi 639.000 decessi. Moltiplicare il conteggio dei casi per 4,2 e quindi sottraete i decessi, il che implica che ci sono circa 164,3 milioni di persone con una robusta immunità naturale. Questa è già quasi la metà della popolazione negli Stati Uniti (332,7 milioni secondo le stime dell'Ufficio censimento degli Stati Uniti al momento della stesura di questo articolo).

Senza tenere conto della vaccinazione, quindi, circa la metà della popolazione degli Stati Uniti ha già un'immunità al Covid-19 che è più forte, più duratura e più ampia di qualsiasi vaccino. Solo circa un quarto di loro, tuttavia, sarebbe in grado di “dimostrarlo” con la documentazione di caso segnalato.

Quindi sì, è "difficile sapere" chi ha già l'immunità naturale. Tale incertezza, tuttavia, prende di mira metà del Paese quando si tratta di negare loro la comune decenza umana ed i privilegi mondani di viaggiare, frequentare l'università, ricevere cure mediche, usufruire dei servizi pubblici, cenare fuori, o persino fare la spesa.

Tali atti sono fatti con la presunzione che non ci siano buone ragioni per non farsi vaccinare. Certo, ci sono diversi buoni motivi per scegliere la vaccinazione, soprattutto se si fa parte di gruppi vulnerabili come gli anziani e le persone con malattie croniche. Ma come ha mostrato Zywicki, ci sono anche buone e convincenti ragioni per cui qualcuno potrebbe decidere di non farla.

Come hanno scritto Kulldorff e Bhattacharya sul Wall Street Journal il 6 aprile:

L'idea che tutti debbano essere vaccinati è scientificamente infondata quanto l'idea che nessuno lo faccia. I vaccini Covid sono essenziali per le persone anziane e ad alto rischio. Ma quelli che sono stati infettati sono già immuni. I giovani sono a basso rischio ed i bambini, per i quali nessun vaccino è stato comunque approvato, corrono un rischio di morte molto inferiore rispetto addirittura all'influenza. Se le autorità impongono la vaccinazione di coloro che non ne hanno bisogno, la popolazione inizierà a mettere in discussione i vaccini in generale [...].

I lasciapassare vaccinali sono ingiusti e discriminatori. La maggior parte di coloro che sostengono tale idea appartengono alla classe alta: professionisti privilegiati che hanno lavorato comodamente a casa durante l'epidemia. Milioni di americani hanno svolto lavori essenziali nei loro soliti luoghi di lavoro e sono diventati immuni nel modo più duro. Ora sarebbero costretti a rischiare reazioni avverse da un vaccino di cui non hanno bisogno. I lasciapassare invoglierebbero i giovani professionisti a basso rischio, in Occidente e nei Paesi in via di sviluppo, a farsi vaccinare prima dei membri della società più anziani, ad alto rischio ma meno abbienti. Ne deriverebbero molte morti inutili.

La risposta giusta in questi tempi incerti è – come sempre – la risposta che tutela la libertà delle persone e ne rispetta l'autonomia. Combattete contro i "lasciapassare vaccinali" ed obblighi simili che vietano alle persone di godere di tutti i privilegi di cui godevano prima del marzo 2020. Resistete alla tentazione di caricare di un fardello inutile i vostri dipendenti, studenti, pazienti e clienti. Anche presi per i propri meriti, questi divieti non hanno nulla di sanitario. Infatti sono crudeli, discriminatori e, in definitiva, controproducenti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. La burocrazia segue quella che potremmo definire Legge di Parkinson ma adattata alla burocrazia: quest'ultima cresce all'aumentare del tempo necessario per conformarsi ad essa. Il seguente grafico ha confermato per l'ennesima volta questa Legge (in Italia è accaduto lo stesso, soprattutto se pensiamo che negli ultimi due decenni la spesa sanitaria pubblica è cresciuta del 69%, da €68,3 miliardi a €115,4 miliardi). Infatti da esso possiamo trarre due importanti riflessioni che spiegano, a loro volta, due fenomeni a cui la maggior parte delle persone non riesce a dar risposta.

    Il metodo prasseologico è fondamentale per arrivare a queste conclusioni, perché la logica deduttiva cui fa riferimento è una metodologia d'indagine apodittica, quindi, le relative conclusioni possono essere definite altrettanto tali. La prima riflessione: adesso è molto più chiaro perché esiste un asservimento preponderante tra la professione "medica" nei confronti della narrativa mainstream. La quantità di burocrati è letteralmente esplosa nel tempo ed il loro scopo è quello di perpetrare lo scopo per cui sono assunti, non servire il cliente. Quest'ultimo compito è soddisfatto dalla piccola striscia gialla in basso al grafico. Inutile dire che la selva di burocrati che infesta il settore sanitario non "morde la mano che la nutre".

    La seconda riflessione: l'aumento del tempo necessario per conformarsi alla crescita della burocrazia significa tempo sottratto alla produzione in sintonia con le forze di mercato. L'imponente mole di norme sfornate in particolar modo negli ultimi due anni rappresenta una deviazione di tempo e risorse da parte di imprenditori e relativi dipendenti verso attività che le vanno a sprecare. Detto in modo semplice, l'essersi conformati e il volersi continuare a conformare a tutte le norme scriteriate partorite dall'arbitrarietà dei pianificatori centrali, ha rappresentato e rappresenta la via verso l'improduttività e la bancarotta.

    Da qui, oltre ad essere moralmente illogico, è soprattutto produttivamente illogico pensare che continuare ad assecondare i capricci dell'apparato burocratico/statale equivalga ad essere lasciati in pace. Invece è dimostrato aprioristicamente che maggiore è la conformazione, maggiore è la perdita di denaro.

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