lunedì 20 settembre 2021

Le radici totalitarie dell'obbligo di vaccinazione

 

 

di Barry Brownstein

Nel corso di questa epidemia, i collettivisti stanno ridefinendo i principi di ciò che significa una società libera.

Prendete in considerazione questo saggio, Don’t COVID Vaccine Mandates Actually Promote Freedom?, gli esperti di etica medica Kyle Ferguson e Arthur Caplan sostengono: "Coloro che si oppongono alla repressione dei non vaccinati stanno sbagliando tutto". Ferguson e Caplan sono sicuri che i loro avversari abbiano un "punto di vista imperfetto della libertà". Sostengono che “lasciapassare e obblighi non sono certo 'tattiche forti'. Queste strategie sono induttori di libertà e la stimolano piuttosto che imporla”.

Aggiungono: "Una campagna di vaccinazione di successo ci libererà, come individui e come collettivo, dalla morsa insensibile di una pandemia che non sembra finire". Il "Partito" di Orwell in 1984 proclamava che "la libertà è schiavitù". Ferguson e Caplan stanno promuovendo lo stesso concetto con altre parole.

Ferguson e Caplan ci assicurano che il punto di vista illuministico dell'"individuo svincolato" è superata. Vogliono reimmaginare la libertà in senso comunitario, a partire dalla "partecipazione dell'individuo ad una comunità e dal tipo di comunità in cui l'individuo vive". Sviluppano così la loro tesi:

La libertà è comunitaria piuttosto che individualistica. E invece di essere svincolati, gli individui nella libera comunità sono legati l'uno all'altro e gli uni agli altri. La libertà comunitaria ottiene molto di più di quanto potrebbe mai fare l'individuo svincolato. Crea nuove possibilità e amplia i nostri orizzonti. La vita è migliore quando la nostra comunità è libera, perché possiamo partecipare alla libertà comunitaria e ai beni che essa crea.

Vogliono proiettarci nel futuro in cui Rousseau è la guida:

Questa visione della libertà è come quella di Rousseau: una società è resa libera da individui che cooperano, legandosi gli uni agli altri e al perseguimento razionale di obiettivi comuni. Secondo questa prospettiva, l'obbligo di vaccinazione e altre "tattiche forti" inducono la libertà piuttosto che limitarla.


Sedotti dal “Bene Comune

Per alcuni, le visioni ottimistiche del "bene comune" sono sempre state seducenti. In The Road to Serfdom, Friedrich Hayek osserva che anche le persone ben intenzionate chiederanno: "Se è necessario raggiungere obiettivi importanti", perché il sistema non dovrebbe "essere gestito da persone perbene e per il bene della comunità nel suo insieme?"

Hayek sfida la convinzione assiomatica che le persone sagge possano dire agli altri cos'è il bene comune e spiega perché non esiste il bene comune: “Il benessere e la felicità di milioni non possono essere misurati su una singola scala. Il benessere delle persone, come la felicità di un uomo, dipende da moltissime cose che possono essere fornite in un'infinita varietà di combinazioni”.

Lo storico vincitore del Premio Pulitzer, James Macgregor Burns, racconta nel suo libro Fire and Light come le idee di Rousseau sulla volontà generale portarono alla brutalità del suo discepolo Robespierre. Come Hayek, Burns spiega che non può esserci accordo su cosa sia il bene comune. La pretesa di governare per il bene comune porta inevitabilmente ad eccessi. Robespierre e gli altri undici uomini che componevano il Comitato di pubblica sicurezza governavano la Francia con "potere illimitato" e "terrore".

Burns spiega ciò che Rousseau non capì: "Il conflitto pacifico e democratico [è] cruciale per il raggiungimento della libertà". Invece Rousseau immaginava, come Ferguson e Caplan, "una nuova società piena di bravi cittadini [...] che lavorassero disinteressatamente e con menti proiettate al bene comune".

Le idee di Rousseau sono mantra per i censori. Nel mondo di Rousseau, infatti, non ci sarebbero fastidiosi “dibattiti, dissensi e tumulti” che impediscono l'attuazione del bene comune.

Fauci è sicuro di avere ragione e ne ha abbastanza di coloro che fanno scelte diverse dalla sua guida: “Rispetto la libertà delle persone, ma quando si parla di una crisi di salute pubblica, che stiamo attraversando ora da ben più di un anno e mezzo, è arrivato il momento di dire basta”. Non nascondiamo il significato delle parole di Fauci, rispetto la libertà delle persone di fare ciò che io dico loro.

Il diritto umano di decidere cosa va nel proprio corpo viene ora invertito.

Bisogna iniettarsi tutti i vaccini che Fauci e Pfizer ritengono necessari. Saranno loro, non voi, a decidere i parametri della vostra libertà, con Ferguson e Caplan che li acclamano. State tranquilli, come con Robespierre le decisioni di Fauci, dei politici, dei burocrati e dei loro compari sono per "il bene comune".

Con la libertà ridefinita, non sarà necessario assumersi la responsabilità personale delle proprie decisioni sulla salute. Coloro che non vanno d'accordo con le linee guida ufficiali devono essere silenziati. Banditeli dai viaggi, dalle scuole e dal lavoro. Nella visione rousseauiana di Ferguson e Caplan, la società sta semplicemente espellendo coloro che non si mettono in ginocchio davanti a ciò che viene proclamato "bene comune".


L'arrogante mentalità giacobina

Burns spiega che i leader che operano secondo la mentalità del "bene comune" hanno la "convinzione assoluta" di avere ragione. Burns esplora la Rivoluzione francese mentre racconta la tirannia totalitaria dei giacobini: "I giacobini credevano che solo loro capissero la volontà generale del popolo francese, quindi avevano ragione dal punto di vista morale".

Burns continua: “L'opposizione era considerata non solo sbagliata, ma malvagia e traditrice e quindi punibile, anche mortalmente. I giacobini rivendicavano un monopolio della virtù che significava per loro la licenza di uccidere coloro che sostenevano altri valori”.

Oggi i giacobini sanitari non sostengono che dovrebbero uccidere i non vaccinati, ma alcuni sostengono che i non vaccinati dovrebbero essere privati ​​dell'assistenza sanitaria.

Nel suo saggio, "Individualism: True and False", Hayek contrappone il vero individualismo e il falso individualismo dei filosofi come Rousseau.

Il vero individualismo "è un prodotto di un'acuta consapevolezza dei limiti della mente individuale la quale induce un atteggiamento di umiltà verso i processi sociali impersonali e anonimi mediante i quali gli individui creano cose più grandi di quanto sanno". Al contrario, il falso individualismo "è il prodotto di una credenza esagerata nei poteri della ragione individuale e di un conseguente disprezzo per tutto ciò che non è stato consapevolmente progettato da essa o non è completamente intelligibile".

Quando Ferguson e Caplan scrivono: "La libertà è comunitaria piuttosto che individualistica", nelle parole di Hayek esprimono "il più stupido dei malintesi comuni". L'adozione di tali idee, spiega Hayek, è stata "una fonte del socialismo moderno".

L'errore commesso dagli apologeti collettivisti è “la convinzione che l'individualismo postuli (o basi i suoi argomenti sul presupposto che) l'esistenza di individui isolati o autonomi, invece di partire da esseri umani la cui natura e carattere sono determinati dalla loro esistenza nella società”.

Questo falso individualismo di Rousseau e altri presuppone che "tutto ciò che l'uomo realizza è il risultato diretto e quindi soggetto al controllo della ragione individuale".

Travestiti da persone che ragionano meglio, Ferguson e Caplan, nelle parole di Hayek, "fingono di essere in grado di comprendere direttamente insiemi sociali come la società".

La spiegazione di Hayek del "vero individualismo" è l'antidoto a tale arroganza. L'approccio di Hayek è “antirazionalistico” e “considera l'uomo non come un essere altamente razionale e intelligente, ma come un essere molto irrazionale e fallibile, i cui errori individuali vengono corretti solo nel corso di un processo sociale e che mira a trarre il meglio da circostanze imperfette”.

Non possiamo mai sfruttare al meglio le "circostanze imperfette" quando a coloro che fingono di avere una conoscenza superiore è permesso di costringere gli altri. Hayek scrive: “Ciò che ci insegna l'individualismo è che la società è più grande dell'individuo solo perché è libera. Nella misura in cui è controllata o diretta, è limitata ai poteri delle menti individuali che la controllano o la dirigono”. In altre parole, scegliere se essere guidati dal potere limitato della mente di Fauci o scegliere il potere virtualmente illimitato ed imprevedibile di una società libera.

I collettivisti della salute, comportandosi come giacobini, sono sicuri che ci sia un modo migliore di fare le cose; credono di essere gli arbitri della verità. Rivestiti delle sacre vesti di auguri del "bene comune", il dissenso non va tollerato. Porre fine alla pandemia non richiede che seguiamo i collettivisti, bensì essere liberi di considerare prospettive diverse e scoprire, nel corso di un processo sociale non coercitivo, cosa funziona davvero.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


3 commenti:

  1. In effetti il paragone più calzante non è tanto quello con una terza guerra mondiale non convenzionale, questa supposta pandemia e la sua evoluzione rimandano alla rivoluzione francese.

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  2. Di questi tempi le persone sono alquanto suscettibili a chi "pare" pensarla un poco diversamente rispetto alla massa. Questo è particolarmente vero quando prendiamo come esempio il Parlamento italiano e come continui a legiferare in modo compatto senza spazio alcuno alle discussioni. Esiste una linea d'azione principale e si segue quella senza pensare ad eventuali diramazioni. Ecco, quindi, che quelle voci in apparente dissenso guadagnano trazione tra quelle persone che criticano il modo di fare della "linea d'azione principale". In particolar modo la Lega e membri come Borghi e Bagnai, i quali dichiarano di essere contrari alle decision8i approvate dal governo ma al contempo hanno votato qualsiasi porcata (o si sono astenuti) giustificando il partito con una scusa a dir poco bislacca: opposizione interna.

    Il dissenso, quindi, viene astutamente canalizzato e smorzato. Cosa non si vede? Per iniziare, non si vede che se qualcosa ha come caratteristica fondante mezzi illiberali, allora porterà inevitabilmente distruzione. Detto in modo più semplice, la caduta dell'attuale governo dovrebbe essere l'unica via da seguire se davvero ci fosse volontà di opporvisi. Le persone però vengono sedotte dalla cosiddetta fallacia delle buone intenzioni, ovvero, i mezzi illiberali non sono affatto attenuati o smorzati dalle buone intenzioni di coloro che continuano a partecipare ad un gioco truccato. Così scrisse Milton Friedman nel 1962 in Capitalism and Freedom:

    «È la minaccia interna proveniente da uomini con buone intenzioni e di buona volontà che desiderano riformarci. Armati della lentezza della persuasione ed impazienti di realizzare i grandi cambiamenti sociali che hanno in mente, sono ansiosi di usare il potere dello stato per raggiungere i propri fini e sono fiduciosi nella propria capacità di farlo. Tuttavia se ottenessero quel potere, non riuscirebbero a raggiungere i loro obiettivi e, inoltre, produrrebbero uno stato collettivo nei confronti del quale dovrebbero provare orrore e di cui sarebbero tra le prime vittime.»

    Diffidate, quindi, da tutti coloro che al giorno d'oggi dicono (a voce) di opporsi alla tirannia da una parte e dall'altra la giustificano con le loro azioni. Sono solo l'ennesimo meccanismo di controllo. Nessuna buona intenzione supererà il modo in cui funziona la realtà: il socialismo è un cancro socio-economico.

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