martedì 11 aprile 2023

Lo stato amministrativo colpisce ancora: stavolta a livello monetario

Questa vicenda dev'essere inquadrata in modo duplice. Il primo e più ovvio: la pianificazione centrale farà di tutto pur di salvarsi dalle forze correttive dei mercati, non esiste grado di manipolazione o distorsione a cui non può arrivare pur di sopravvivere un giorno in più. E se la popolazione l'accetta, allora non si fermerà. Inutile dire che queste manovre da parte della FED sono economicamente foriere di guai futuri per la nazione, ma qui entra in gioco il secondo fattore: la FED è in guerra contro il mercato degli eurodollari. La mossa di proteggere il comparto bancario statunitense è volta esattamente a testare il nuovo sistema SOFR e lasciare sulle secche il comparto bancario europeo. Dopo SVB, infatti, non c'è stato alcuno spillover nel sistema bancario statunitense e invece abbiamo visto le prime avvisaglie di guai in Europa (Credit Suisse, Deutsche Bank, ecc.). Quindi Stockman ha ragione a criticare le decisioni dei pianificatori centrali per essere intervenuti artificialmente e arginare l'ondata correttiva, ed è giusto ricordare e denunciare le deformazioni che si creano su tale scia, ma ignora la guerra alla base di questa scelta

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di David Stockman

Suvvia!

Lo hanno fatto di nuovo e in un modo che si fa beffe sia dell'onestà economia sia del cosiddetto stato di diritto. Infatti il triumvirato FED, Tesoro statunitense e FDIC ha sostanzialmente garantito, senza mandato legislativo e senza capitale per mantenere queste promesse, $9.000 miliardi in depositi bancari.

Nel caso del salvataggio diretto di tutti i depositanti presso SVB e Signature Bank, questi istituti chiusi sono stati ora battezzati post mortem come "SIFI" (istituti finanziari d'importanza sistemica). Ciò fa scattare un meccanismo di salvataggio nascosto nel Dodd-Frank Act del 2009, il quale ha conferito alle autorità il potere di garantire tutti i depositi bancari al di sopra del limite standard di $250.000.

"Chi sapeva" che i nostri brillanti legislatori ritenessero le garanzie pubbliche dei depositi di giganteschi hedge fund e società Fortune 500, tra gli altri, una "riforma" essenziale e giustificata dai fatti accaduti nel 2008?

Inoltre vorrei far notare l'orrendo abuso di linguaggio tecnico nella manovra dello scorso mese. Gli attivi totali del sistema bancario statunitense ammontavano a $30.400 miliardi alla fine del 2021. Di conseguenza i $110 miliardi di attivi presso Signature Bank ammontavano allo 0,36% del totale e quelli di SVB, $210 miliardi, erano solo lo 0,70%.

Se queste entità inferiori all'1% sono davvero "sistemicamente importanti", allora mi domando: perché questi pozzi neri non sono stati dichiarati SIFI nel 2011 insieme a JP Morgan ($3.700 miliardi in attivi), Bank of America ($4.100 miliardi in attivi) e il resto delle due dozzine di SIFI che almeno hanno dovuto aderire a certi standard di capitale e liquidità in cambio dell'ottenimento di suddetta etichetta?

Infatti ci si potrebbe chiedere se Signature e SVB sarebbero ancora aperti oggi se avessero dovuto aderire ai livelli di capitale e liquidità di JP Morgan, ma una cosa è certa: ottenere i vantaggi di una designazione SIFI postuma a cui non sono mai stati tenuti ad aderire mentre erano ancora tra i vivi, è una nuova frontiera nel servilismo di Washington verso i potenti. In questo caso i miliardari della Silicon Valley e il racket dei venture capitalist i cui depositi sono stati a rischio fino alle 18:00 circa del 12 marzo.

Eppure, eppure, il grottesco salvataggio dei grandi depositanti in queste istituzioni è solo la punta dell'iceberg.

È diventato evidente anche agli zombi che gestiscono suddetto triumvirato a Washington che il salvataggio di tutti i depositanti di SVB e Signature Bank avrebbe innescato una massiccia corsa ai depositi presso altre "piccole" banche, e del resto quasi tutte le istituzioni non SIFI. Così il piano di salvataggio è stato esteso all'intero universo di $18 miliardi di depositi bancari statunitensi, più di $9.000 miliardi dei quali non sono coperti dall'attuale limite assicurativo FDIC a $250.000.

E per favore, ditemi su quale promulgazione illuminante di un Congresso che non era nemmeno in sessione durante quel fine settimana, o promulgazione precedente di cui nessuno al mondo ha mai sentito parlare, si mobilitavano i fondi dei contribuenti...

La risposta: l'arroganza istituzionale. Tecnicamente il nuovo Bank Term Funding Program (BTFP) è stato invocato dalle autorità di emergenza della FED per gestire "circostanze insolite ed urgenti", ma questa nuova aggiunta alla zuppa di lettere riscaldata sin dal 2008-2009 è a dir poco grottesca.

Consentirà alle banche di prendere in prestito 100 centesimi a dollaro in base al valore contabile o nominale delle obbligazioni e debito di agenzie governative nei loro bilanci. La maggior parte del comparto bancario, però, è enormemente sommerso a causa del fatto che finalmente i rendimenti dei titoli a reddito fisso si stanno normalizzando. E a differenza della normale pratica di un libero mercato, chi usa il BTFP non dovrà nemmeno sottoscrivere una garanzia totale sui prestiti.

Di conseguenza questo è un enorme regalo per le banche che alla fine dello scorso anno erano sedute su circa $620 miliardi di perdite non realizzate su tutti i titoli (sia disponibili per la vendita che detenuti fino alla scadenza), secondo la Federal Deposit Insurance Corp. Significa anche che le 4 banche più grandi, come mostrato nel secondo grafico qui sotto, stanno ottenendo un salvataggio da $210 miliardi.

Inutile dire che tutto questo affare puzza d'ipocrisia, incompetenza e bugie. Come QTR ha scritto questa mattina:

La FED sta combattendo il panico con altro panico. In un momento in cui il presidente Jerome Powell mira a schiacciare l'inflazione, si è accartocciato come una foglia secca d'autunno mentre sono emerse le prime perdite (di molte a venire) nei beni spazzatura  dei "più meritevoli" del mondo. La Silicon Valley Bank era letteralmente la punta della lancia degli investimenti improduttivi e la FED si comporta come se JP Morgan fosse a rischio.

In questo contesto potremmo anche iniziare con Janet Yellen, che sembra sempre abbia qualcosa di dire quando i keynesiani decidono che è ora di salvare i pezzi grossi per il presunto beneficio della gente normale. Così, durante i talk show di mezzogiorno, ha giurato che, riguardo ai salvataggi, “non lo faremo più”.

Eppure sei ore dopo l'ha rifatto... ancora.

Quindi l'unica cosa che si può dire su questa testa di montone è che forse ha la capacità di attenzione del mio nipotino di 3 anni!

Ma ciò che è veramente irritante è la narrativa che già sta uscendo da Washington: l'affermazione secondo cui non costerà un centesimo ai contribuenti è una totale assurdità. La FDIC ha l'autorità di aumentare vertiginosamente i premi assicurativi sui summenzionati $18.000 miliardi in depositi.

Quindi questa è una tassa, gente!

Allo stesso modo, si afferma che gli azionisti di queste banche decedute non verranno salvati. Bene, non c'è niente di nuovo qui, è un film già visto con i vecchi azionisti di Lehman, Bear Stearns e WaMu nel 2008-2009.

Ma non è mai stato questo il problema: il vero problema è socializzare il rischio, perché porta a comportamenti sconsiderati in futuro. E ora, nella sua saggezza, Washington si è assunta il rischio dei depositi dell'intero sistema bancario statunitense.

Ciò significa che la licenza Dodd-Frank alle 30 istituzioni SIFI di contraffare i “profitti” è stata ora estesa a più di 5.000 istituzioni finanziarie statunitensi.

E, per la precisione, intendo la licenza di falsificare il reddito netto. Ad esempio, affinché i depositi non assicurati di JP Morgan fossero effettivamente garantiti dallo schema SIFI, il suo costo medio dei depositi nell'anno fiscale 2022 era leggermente inferiore all'1,0%!

Vale a dire, tra la massiccia repressione dei tassi d'interesse da parte della FED e la socializzazione del rischio dei depositi per i clienti SIFI, JPM ha coniato $258 miliardi di reddito netto solo negli ultimi otto anni. Ovviamente, quando il costo di produzione è vicino allo zero, non ci vuole un genio come Jamie Dimon per generare uno tsunami di margine netto, reddito netto e profitti da stock option in aumento.

In altre parole, i disastri come SVB non sono un'aberrazione; sono il risultato atteso (alla fine) quando i depositanti non si preoccupano della pericolosa curva dei rendimenti e degli arbitraggi sul rischio di credito su cui scommettono i gestori delle banche.

Infatti non c'è speranza per la disciplina e la stabilità di libero mercato nelle istituzioni finanziarie fino a quando i depositanti non saranno completamente esposti al rischio di perdite. E per quanto ci riguarda, ciò include anche le donne dai capelli blu presumibilmente protette dall'ex-limite di $250.000.

Insomma, se si vuole far saltare in aria il sistema bancario, tutta la cosiddetta "regolamentazione prudenziale" del mondo non farà una minima differenza se i depositanti vengono "suicidati" dall'eterno azzardo morale implicito nella socializzazione del rischio.

E se poi si incentiva suddetta socializzazione lasciando accesa la stampante monetaria per anni e anni, è un invito a nozze per gli ingegneri finanziari affinché "stampino" profitti illeciti grazie a depositi disonesti.

Sappiate solo questo: un membro del consiglio di Signature Bank era "signor regolamentazione prudenziale" stesso, l'ex-membro del Congresso Barney Frank. Questo pezzo d'asino ha scritto la legge per porre fine a tutte le crisi e fallimenti bancari, ma a quanto pare non ne ha vista spuntare una proprio sotto il suo naso.

Prendiamo anche nota della dichiarazione più orribile della giornata, ovvero quella di Sleepy Joe: “Sono fermamente impegnato a ritenere pienamente responsabili i responsabili di questo pasticcio”.

Bene, in quel caso i 12 sciocchi che compongono il FOMC farebbero meglio a difendersi perché tutto questo pasticcio inizia e fiorisce sulla loro sistematica distruzione di tassi d'interesse onesti nell'ultimo decennio e più.

Infatti se avessero prestato un pizzico di attenzione in più avrebbero visto SVB arrivare da un miglio di distanza. Il tasso d'interesse reale impostato dalla FED sui depositi bancari sin dal 2007 è stato praticamente un invito a delinquere per i dirigenti affinché rapinassero la propria banca e i depositanti.

Dopotutto, solo per 8 degli ultimi 192 mesi il bond del Tesoro statunitense a 90 giorni ha avuto un rendimento positivo al netto dell'inflazione, che stiamo misurando qui come il tasso di variazione a 12 mesi del nostro fidato IPC medio.

E uso il bond a 90 giorni perché ha un tasso di mercato aperto onesto quanto quello sui mercati monetari a breve termine; è fortemente influenzato dal tasso di riferimento della FED ed è una versione generosa del meglio che i risparmi bancari e i conti di deposito avrebbero potuto sperare negli ultimi 15 anni.

Inutile dire che era anche un invito affinché qualsiasi operatore di banca che potesse appannare uno specchietto retrovisore derubasse a norma di legge i propri clienti, stampando centinaia di miliardi in guadagni netti fasulli. A loro volta questi prodigiosi "guadagni" hanno fatto salire i prezzi delle azioni bancarie e le stock option dei dirigenti sono esplose in valore.

Ad esempio, quando Silvergate è andata a gambe all'aria, la sua capitalizzazione di mercato era salita di 18 volte nei 13 mesi terminanti a novembre 2021: da $335 milioni a $6 miliardi. E poi, puf!, tutto è sparito per lo stesso motivo per cui SVB si è schiantata pochi giorni dopo: stava stupidamente facendo arbitraggio su una curva dei rendimenti completamente distorta.

Guardate la linea viola nel grafico qui in basso: ben più della metà delle volte sin dalla vigilia della grande crisi finanziaria, il rendimento reale è stato pari o inferiore al -2%. E nonostante l'aumento di 400 punti base del tasso di riferimento della FED da marzo 2022, esso è ancora sotto i 200 punti base.

Uno potrebbe chiedersi a cosa stessero pensando quelli del FOMC, ma i keynesiani domiciliati nell'Eccles Building evidentemente non pensano affatto.

Rendimento aggiustato all'inflazione dei bond del Tesoro statunitensi a 90 giorni, 2007-2023

Quello che è successo, poi, è esattamente "normale": i piagnucoloni della Silicon Valley hanno presto sollecitato un salvataggio. Queste società di capitali di rischio, tra cui Accel, Cowboy Ventures, Greylock, Lux Capital, Sequoia e altre 600, che hanno strappato oltre $40 miliardi in contanti da SVB nel giro di poche ore, hanno firmato una lettera esprimendo una "disponibilità" a lavorare di nuovo con SVB sotto una nuova proprietà.

Gli eventi che si sono svolti nelle ultime 48 ore sono stati profondamente deludenti e preoccupanti. Nel caso in cui SVB venisse acquistata e opportunamente capitalizzata, saremmo fortemente di supporto e incoraggiamo le nostre società in portafoglio a  riprendere il loro rapporto bancario con loro.

Bene, ecco una notizia flash che questi capitalisti di ventura forse si sono persi: nelle prime ore della mattina del 9 marzo SVB stava cercando di fare esattamente questo: raccogliere $2,6 miliardi di nuovi capitali per tappare il gigantesco buco da $1,8 miliardi nel suo bilancio, apparso presumibilmente dal nulla quando è stata costretta a vendere $21 miliardi in titoli del Tesoro USA e di agenzie governative al loro giusto valore di mercato per finanziare i deflussi di depositi.

Purtroppo, sul mercato la risposta è stata un clamoroso: "Niente da fare!"

Nessuno con capitale reale era disposto a mettere nuovi soldi in una società fallita e per un'ovvia ragione: la banca aveva $120 miliardi in titoli di debito principalmente a tasso fisso al 31 dicembre 2022, già contrassegnati come grandi perdenti, e questo prima che lo tsunami di vendite colpisse il mercato obbligazionario statunitense e delle agenzie governative; profondo sì, ma valutato artificialmente.

SVB aveva anche $71 miliardi di "prestiti" a "start-up" di capitalisti di ventura, il cui flusso di cassa era negativo; e questo prima dell'epico tracollo nel mondo delle start-up della Silicon Valley.

Infatti l'assurda idiozia del modello di business di SVB non conosceva limiti. Una buona parte dei loro $200 miliardi di depositi (al momento di picco) consisteva in contanti di capitalisti di ventura bruciabili: cioè, ciò che negli anni '60 chiamavano "saldi compensativi" e che in questo caso derivavano da aumenti di capitale dei capitalisti ventura a valutazioni sempre più elevate e proventi da prestiti SVB.

Di conseguenza, durante la crisi sanitaria, i capitalisti di ventura e le start-up dei clienti hanno generato un sacco di liquidità che ha portato a un'impennata dei depositi. SVB ha chiuso il primo trimestre del 2020 con poco più di $60 miliardi in depositi totali, poi saliti alle stelle a poco meno di $200 miliardi alla fine del primo trimestre del 2022.

A sua volta SVB Financial ha acquistato decine di miliardi di dollari in asset apparentemente sicuri, principalmente titoli del Tesoro USA a lungo termine e titoli ipotecari garantiti dal governo federale. Il portafoglio titoli di SVB è passato da circa $27 miliardi nel primo trimestre del 2020 a circa $128 miliardi alla fine del 2021.

Eppure i saldi di cassa mantenuti dai clienti start-up si stavano sciogliendo come la nebbia mattutina, anche se le perdite non riconosciute di SVB sul suo portafoglio a reddito fisso sono aumentate da meno di $500 milioni nel 2021 a quasi $17 miliardi alla fine del 2022.

A dire il vero, fino a poco tempo fa nessuno si preoccupava delle perdite nette non realizzate sui portafogli bancari perché, beh, semplicemente non ce n'erano. Ma una volta che sono iniziati i rialzi dei tassi e i prezzi del debito — dai titoli di stato, ai titoli garantiti da ipoteca, al mercato immobiliare — hanno iniziato a scendere, le perdite non realizzate hanno cominciato a salire. O per meglio dire, la normalità finalmente è tornata.

Da nessuna parte questo era più visibile che nel bilancio della Silicon Valley Bank, dove praticamente senza perdite un anno fa, il numero è salito a $17 miliardi nel quarto trimestre.

Allo stesso tempo, gli afflussi di depositi di SVB si sono trasformati in deflussi poiché i suoi clienti hanno bruciato contanti e hanno smesso di ricevere nuovi fondi da offerte pubbliche o raccolte di fondi. Anche l'attrazione di nuovi depositi è diventata molto più costosa, con i tassi richiesti dai risparmiatori in aumento sulla scia dei rialzi della FED. I depositi sono scesi da quasi $200 miliardi alla fine di marzo 2022 a $173 miliardi a dicembre dello stesso anno.

L'8 marzo SVB ha dichiarato di aver venduto una grossa fetta dei suoi titoli, per un valore di $21 miliardi, con una perdita di circa $1,8 miliardi al netto delle tasse. Ma dopo l'annuncio di queste gravi perdite mark-to-market, le cose sono andate a rotoli e in fretta. Il tentativo di vendita di azioni ha avuto come effetto il crollo del titolo in borsa, portando la banca a ritirare il suo piano di vendita di azioni quasi con la stessa rapidità con cui era stato annunciato. E le società di capitale di rischio hanno quindi iniziato a consigliare alle loro società in portafoglio di ritirare i depositi da SVB.

Il 9 marzo i clienti hanno tentato di prelevare $42 miliardi in depositi, circa un quarto del totale della banca, secondo le autorità di regolamentazione della California. Aveva praticamente finito i contanti.

Proprio così, e dopo innumerevoli "mai più" gridati dall'ufficialità di Washington, è avvenuto un massiccio salvataggio di depositanti non assicurati. Ciononostante il disastro di tale azione istintiva è a malapena riconoscibile.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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