martedì 19 agosto 2025

Lo scandalo Russiagate supera il Watergate per crimini e tradimento

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Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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da Strategic Culture

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/lo-scandalo-russiagate-supera-il)

Quindi la bufala è finalmente riconosciuta come tale anche a livello ufficiale. Il “Russiagate” – ovvero la narrazione mainstream – è ora descritto dai capi dell'intelligence americana come una montatura architettata per ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016.

Tulsi Gabbard, l'attuale Direttrice dell'Intelligence Nazionale (DNI), e il direttore della CIA, John Ratcliffe, hanno entrambi accusato l'ex-Presidente Barack Obama di aver partecipato a una “cospirazione” per sovvertire il processo costituzionale. Non è solo Obama a essere implicato in questo grave crimine, anche altri ex-alti funzionari della sua amministrazione 2013-17, tra cui l'ex-DNI James Clapper, il direttore della CIA John Brennan e il capo dell'FBI James Comey. Se giustizia sarà fatta, le ripercussioni politiche saranno davvero sconvolgenti.

Il potenziale impatto non si limita alla sola violazione delle leggi statunitensi e del processo democratico – già di per sé gravi. Lo scandalo Russiagate, iniziato nel 2016, ha avuto un effetto duraturo e dannoso sulle relazioni tra Stati Uniti ed Europa e la Russia.

La pericolosa guerra per procura della NATO scatenata in Ucraina, che minaccia di degenerare in una guerra mondiale su vasta scala, è stata alimentata in gran parte dall'ostilità generata dalle false accuse di ingerenza russa nelle elezioni statunitensi.

Le accuse secondo cui il presidente russo Vladimir Putin avrebbe supervisionato una campagna sovversiva contro le elezioni americane del 2016 e avrebbe colluso con Donald Trump per farlo eleggere sono sempre state pretestuose. Lo scandalo si basava su informazioni di intelligence scadenti, volte a spiegare presumibilmente come Trump avesse sconfitto la sua rivale, Hillary Clinton. Successivamente lo scandalo è stato gonfiato fino a trasformarlo in una narrazione apparentemente credibile dai capi dell'intelligence statunitense, su indicazione dell'allora presidente Barack Obama, per delegittimare il primo mandato presidenziale di Trump.

Anni prima delle recenti rivelazioni di intelligence, molti giornalisti indipendenti, tra cui Aaron Maté, ed ex-analisti di intelligence come Ray MacGovern e William Binney, avevano confutato in modo convincente le affermazioni ufficiali sul Russiagate. Non solo queste affermazioni erano false, ma erano consapevolmente false. Vale a dire, bugie e distorsioni deliberate. La Russia non ha hackerato le email appartenenti al Comitato Nazionale Democratico per screditare la Clinton. La sua corruzione è stata svelata da una fuga di notizie interna al DNC e date in pasto a Wikileaks. Questo è stato in parte il motivo per cui Assange è stato perseguitato con anni di carcere.

Un numero sufficientemente ampio di elettori disprezzava la Clinton e la sua psicopatia guerrafondaia, così come il suo tradimento della classe operaia americana in cambio della generosità di Wall Street.

Inoltre Mosca ha costantemente negato qualsiasi coinvolgimento nel tentativo di influenzare le elezioni statunitensi del 2016 o di favorire Trump. Putin ha affermato più di una volta che la Russia non ha preferenze su chi diventerà presidente degli Stati Uniti, sottintendendo che siano tutti uguali e controllati da forze statali più profonde. È ridicolo, inoltre, che mentre Washington abbia accusato Mosca di interferenze elettorali, i fatti dimostrano che gli Stati Uniti hanno abitualmente interferito in decine di elezioni straniere per molti decenni, comprese quelle russe. Nessun'altra nazione si avvicina agli Stati Uniti – l'autoproclamato “leader del mondo libero” – nel sabotare le elezioni straniere.

In ogni caso, è istruttivo paragonare la farsa del Russiagate allo scandalo Watergate.

Il Watergate fu un caso di spionaggio da parte della Casa Bianca di Nixon ai danni di un rivale democratico durante le elezioni del 1972. La crisi politica che ne seguì portò alle sue dimissioni in disgrazia nel 1974. Gli Stati Uniti rimasero scioccati da questi sporchi trucchi. Diversi alti funzionari della Casa Bianca furono in seguito condannati e scontarono una pena detentiva per crimini legati alla vicenda. Nixon fu poi graziato dal suo successore, Gerald Ford, ed evitò il processo. Ciononostante il Watergate disonorò in modo indelebile la politica statunitense e, all'epoca, fu descritto come “il peggior scandalo politico del XX secolo”.

I successivi casi di corruzione e illeciti vengono spesso definiti con il suffisso “-gate”, in omaggio al Watergate, considerato un'epocale rovina politica. Da qui il nome “Russiagate”.

Tuttavia ci sono differenze estremamente importanti.

Mentre il Watergate fu uno scandalo basato su crimini e illeciti concreti, il Russiagate è stato sempre un inganno propagandistico artificioso.

Il vero scandalo dietro il Russiagate non sono stati i presunti misfatti di Trump o quelli della Russia, ma la cospirazione criminale di Obama e della sua amministrazione per sabotare le elezioni del 2016 e successivamente rovesciare la presidenza Trump e la volontà del popolo americano. Tulsi Gabbard, il capo dell'intelligence di grado più alto del Paese, ha affermato che questo equivale a “tradimento” e ha chiesto il perseguimento di Obama e di altri ex-alti funzionari.

Probabilmente il vero scandalo Russiagate è molto più devastante nelle sue implicazioni politiche rispetto al Watergate. Quest'ultimo riguardava spionaggio illegale e trucchetti, mentre il Russiagate coinvolgeva un presidente e i suoi capi dell'intelligence che cercavano di sovvertire l'intero processo democratico. Non solo, ma anche i media generalisti statunitensi sono ora stati smascherati per aver perpetrato un furto propagandistico ai danni del popolo americano. Tutti i principali media statunitensi hanno amplificato le informazioni di intelligence orchestrate dall'amministrazione Obama, sostenendo che la Russia avesse interferito nelle elezioni e che Trump fosse un “fantoccio del Cremlino”. La bufala è diventata un'ossessione per i media statunitensi per anni e ha accumulato gravi danni nelle relazioni internazionali, un'eredità nefasta con cui conviviamo ancora oggi.

Il New York Times e il Washington Post, considerati due dei massimi esponenti del giornalismo americano, hanno vinto congiuntamente il Premio Pulitzer nel 2018 per il loro reportage sul Russiagate, ovvero la versione ufficiale, che ha dato credibilità alla bufala. Alla luce di ciò che sappiamo ora, questi giornali dovrebbero vergognarsi di aver condotto una campagna di menzogne in stile Goebbels non solo per ingannare l'opinione pubblica statunitense, ma anche per sovvertire il processo democratico e avvelenare le relazioni internazionali. La loro reputazione è stata distrutta, così come quella di altri importanti media, tra cui ABC, CBS, CNN e NBC.

Ironia della sorte il Washington Post vinse il Premio Pulitzer nel 1973 per il suo reportage sullo scandalo Watergate. La storia fu trasposta in un best-seller, “Tutti gli uomini del presidente”, e in un film di successo con Robert Redford e Dustin Hoffman, nei ruoli degli intrepidi giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein. Woodward, Bernstein e il Washington Post furono acclamati come il meglio del giornalismo statunitense per aver smascherato il Watergate e aver assicurato alla giustizia un presidente corrotto.

Quanto è vergognoso e assurdo che un attacco ancora più grave alla democrazia americana e alle relazioni internazionali, sotto forma del Russiagate, venga ignorato e insabbiato dai “migliori d'America”! Che lo scandalo venga ignorato e insabbiato non dovrebbe sorprendere, perché rivelarlo in modo appropriato manderebbe in frantumi le fondamenta dell'establishment politico statunitense e il ruolo sinistro dello Stato profondo e del suo sistema di propaganda mediatica.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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