lunedì 15 novembre 2021

L'inflazionismo della FED è la causa del caos nelle supply chain

 

 

di Ryan McMaken

Sembra che i sostenitori dell'amministrazione Biden abbiano infine optato per una narrativa che amano al fine di spiegare le carenze nelle catene di approvvigionamento: l'economia degli Stati Uniti sta procedendo così bene che gli americani chiedono enormi quantità di merci. Questo atteggiamento sta sopraffacendo le supply chain e causando il caos che turba i porti e le infrastrutture logistiche americane.

Ad esempio, il segretario ai trasporti Buttigieg questo mese ha dichiarato: "La domanda è aumentata [...] perché il reddito è aumentato, perché il presidente ha guidato con successo questa economia fuori dalel fauci di una terrificante recessione".

Allo stesso modo la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha detto ai giornalisti che i problemi delle catene di approvvigionamento si stanno verificando perché "le persone hanno più soldi [...] i loro salari sono aumentati [...] abbiamo assistito ad una ripresa economica ed è ancora in corso".

Questa posizione è stata derisa da un certo numero di politici conservatori, tra cui il senatore Ted Cruz, e commentatori finanziari, i quali trovano questa ipotesi assurda. Infatti Cruz e altri critici potrebbero indicare una varietà di fattori che vanno dal peso delle normative statali al problema dei lockdown che limitano la produttività dei lavoratori nelle catene di approvvigionamento.

Eppure i difensori dell'amministrazione Biden hanno ragione sulla domanda e sulla spesa dei consumatori, anche se per le ragioni sbagliate. Come ha mostrato Mihai Macovei lo scorso mese, il volume globale degli scambi e delle spedizioni nel 2021 ha superato i numeri pre-pandemia. Ad esempio, nel porto di Los Angeles le "importazioni caricate" e le "importazioni totali" per l'anno fiscale 2020-21 (che termina il 30 giugno 2021) sono aumentate rispetto allo stesso periodo dell'anno fiscale 2018-19.

In altre parole, c'è davvero un movimento maggiore in questi porti e ciò suggerisce che la domanda è più alta.

Ma perché? In un certo senso è vero che, come dice Psaki, "la gente ha più soldi", ma qui, tuttavia, è dove finisce anche la veridicità e l'utilità dei difensori di Biden nello spiegare il problema.

Il cuore della risposta la ritroviamo nell'inflazione monetaria. Ovviamente Joe Biden non ha "guidato con successo l'economia" attraverso nulla, ma è corretto dire che le persone hanno più soldi in senso nominale. I salari sono saliti a livello nominale. Dopotutto, se guardiamo all'immensa quantità di nuovo denaro creato negli ultimi diciotto mesi, dovremmo assolutamente aspettarci che le persone abbiano più denaro in cui sguazzare, ma questo significa anche molta più pressione sull'infrastruttura logistica poiché le persone acquistano più beni di consumo.

L'idea che i problemi delle catene di approvvigionamento stiano "alimentando l'inflazione" significa intendere il rapporto di causalità alla rovescia. È l'inflazione dell'offerta di denaro che sta causando molti dei problemi nelle catene di approvvigionamento. Non il contrario.

A partire da settembre 2021 M2 è passato da $15.200 miliardi a $20.900 miliardi rispetto a febbraio 2020. Si tratta di un balzo del 35%. Sì, parte di questo denaro è rimasto all'interno del sistema bancario  grazie alle riserve in eccesso i cui interessi vengono pagati dalla FED, ma gran parte è entrata nella cosiddetta "economia reale" attraverso il welfare state, le indennità di disoccupazione e la spesa in deficit federale.

All'inizio la gente ha risparmiato molto di questi stimoli, con il tasso di risparmio personale che ha raggiunto i massimi storici di oltre il 25%, ma la scorsa estate il tasso di risparmio è crollato di nuovo ed a settembre è tornato sotto l'8%. La gente ora sta inondando l'economia con i suoi risparmi precedenti.

L'appetito americano per la spesa in beni di consumo non è scomparso, tuttavia ci sono molte ragioni per sospettare che questa corsa alla spesa non sia supportata dall'effettiva attività economica e sia un fenomeno dell'inflazione monetaria.

Ad esempio, l'odierno tsunami della spesa solleva non pochi interrogativi se si considera che ci sono ancora circa 5 milioni di persone in meno che lavorano nell'economia americana rispetto all'inizio del 2020. Ciò significa che meno persone vengono pagate. Senza inflazione monetaria, un'economia con milioni di lavoratori in meno suggerisce che ci dovrebbe essere meno spesa.

Inoltre la spesa aumenta quando la gente sospetta che l'inflazione aumenterà. Cioè, se c'è una percezione che il valore del denaro diminuirà, anche la relativa domanda diminuirà. Come ha osservato Ludwig von Mises : "Una volta che l'opinione pubblica è convinta [...] che i prezzi di tutte le merci ed i servizi non smetteranno di aumentare, tutti diventano desiderosi di acquistarne il più possibile e di limitare la propria liquidità ad una dimensione minima".

Ciò significa più spesa. Questo fenomeno è già evidente nei prezzi delle case e dei generi alimentari e la gente potrebbe sospettare che l'aumento dei prezzi sia destinato a continuare. Nel frattempo l'indice dei prezzi al consumo, una misura molto limitata dell'inflazione dei prezzi dei beni, è comunque vicino al massimo da trentacinque anni a questa parte. Ciò significa che ora è un buon momento per spendere.

Con l'aumento dei risparmi indotto dalla situazione del 2020, le persone ora si chiedono se quegli stessi risparmi producono rendimenti, infatti proprio adesso si stanno sicuramente accorgendo che gli interessi sui risparmi sono quasi zero. A causa della politica dei tassi d'interesse estremamente bassi della banca centrale, viviamo in un mondo affamato per rendimenti decenti. Questo va bene per gli hedge fund che possono abbuffarsi di carry trade e altre forme di investimento ad alto rendimento, ma le persone normali sono bloccate con tassi d'interesse che non tengono il passo con l'inflazione dei prezzi. Quindi ha più senso spendere dollari piuttosto che risparmiarli.

I sostenitori di Biden hanno in un certo senso ragione che le persone hanno "più soldi" e che "la domanda è in aumento". Infatti questo è proprio quello che ci aspetteremmo in un ambiente inflazionistico, dove la domanda per tutto (tranne il denaro) sarebbe in aumento.

Tuttavia rimane un quesito: quanto ancora continuerà in termini reali e aggiustati all'inflazione l'effetto manna dal cielo del denaro a pioggia? È troppo presto per dirlo, anche se possiamo già vedere che gli utili medi aggiustati all'inflazione sono crollati del 6,3% annuo durante il secondo trimestre del 2021. Possiamo vedere che la crescita del PIL reale è drasticamente rallentata.

Per quanto riguarda il terzo trimestre è abbastanza chiaro che gli Stati Uniti erano, e probabilmente lo sono ancora, nel bel mezzo di un boom inflazionistico. Ma quanto durerà?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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