venerdì 20 maggio 2022

Capire come viene rubato il tempo: inflazione, deflazione e il sistema Eurodollaro

 

 

di Francesco Simoncelli

Capire cos'è il denaro significa costruire tutti i collegamenti successivi attraverso i quali smascherare ai propri occhi, l'illusione del cosiddetto "truffone" in cui siamo immersi al giorno d'oggi. Arrivare a questa comprensione rappresenta il mezzo di scambio grazie al quale riuscire a vedere le alternative per proteggersi dal più grande furto sistematico e schema di Ponzi mai ideato nella storia umana. Viviamo in un mondo fatto di scarsità e, a differenza del denaro che conosciamo in questa epoca, esistono quindi beni e servizi che necessitano di altre risorse, tempo e lavoro per essere creati. Tale processo è possibile riassumerlo in modo semplicistico come struttura della produzione, la cui organizzazione è fondamentalmente orizzontale: ovvero, non esiste alcun coordinatore o coordinamento dall'alto verso il basso in grado di avere tutte le conoscenze necessarie per dirimere in modo capillare ogni industria sul mercato. Questo è quello che, sostanzialmente, hanno argomentato Menger in Principi di economia quando parlava degli ordini spontanei e Hayek in The Use of Knowledge in Society quando parlava di conoscenza distribuita. Più in generale, con il saggio Io, la matita Leonard Read ha fuso entrambi i concetti e, analizzando la creazione di una semplice matita, ha permesso anche a chi era troppo pigro intellettualmente di arrivare a comprendere come funziona la struttura di produzione.

L'asso nella manica della Scuola Austriaca è esattamente questo: spiegare concetti apparentemente complessi in economia, con metafore semplici e a prova di sciocco. La creazione di questo assoluto miracolo chiamato struttura della produzione ha permesso agli individui di avere accesso, nel corso del tempo, a tutta una serie di lussi che, prima che potessero creati in abbondanza e resi disponibili a tutti, erano a esclusivo appannaggio di persone benestanti. In sostanza, gli attori di mercato hanno trovato nuovi modi per rendere più efficiente il tempo impiegato per ammortizzare la scarsità. In questo contesto i prezzi hanno funto da veicolo attraverso il quale diffondere in modo rapido le informazioni che ogni settore industriale aveva a disposizione, permettendo, di conseguenza, la parcellizzazione della conoscenza in unità che erano strettamente necessarie a quel tipo d'industria. Mises, già in Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, aveva capito che per lo stato e un ente centralizzatore in generale era impossibile arrivare a questo tipo di conoscenza. Perché? Perché esso è incapace di parcellizzare la conoscenza in quelle unità utili per rendere efficiente il tempo e quindi alleviare la scarsità. Secondo la "sua" ottica, più nello specifico di quei gruppi d'individui che lo controllano, avere accesso a tutta la conoscenza dei mercati rappresenta la carta vincente per dirigere la struttura di produzione. Sarebbe come dire che per costruire una bicicletta, apprendete l'ingegneria aerospaziale: sapete costruire un razzo, ma a voi serve una bicicletta.

Ma questi prezzi hanno un "prezzo", questa conoscenza ha un prezzo, e l'accesso a tali informazioni richiede un compenso per il lavoro svolto in precedenza. Nell'ottica dello scambio, quindi, quintessenza della Catallattica e, più semplicemente, della vita degli esseri umani, il denaro ha funto da "autostrada" affinché suddette informazioni viaggiassero nel più breve tempo possibile. Inutile dirlo, qui la chiave di tutto è il tempo: la risorsa di capitale più scarsa che esista al mondo, la stessa risorsa che rende tutti gli esseri umani "uguali". Ognuno di noi inizia la propria vita con lo stesso ammontare di tempo, più o meno, e successivamente sta a noi impiegarlo nel modo migliore possibile per massimizzare il benessere. Quindi il denaro non è altro che un mezzo di scambio, lo è sempre stato. Da qualunque punto di vista lo vogliate guardare; non è affatto un fine di per sé. Chi non prende consapevolezza di questa realtà, non capirà la natura del "truffone" in cui è immerso e, soprattutto, non riuscirà a difendersi.

Non si può corrompere la natura del denaro, ma si può corrompere la sua manifestazione fisica come accaduto dal 1913 in poi. Questo a sua volta significa che l'autostrada descritta qui sopra ha visto deviazioni sulle sue corsie, canalizzando il tempo degli individui verso destinazioni specifiche. Detto in modo più semplice, il denaro scoperto o fiat non è altro che un gigantesco strumento per depredare l'economia più ampia della risorsa più scarsa per eccellenza, ovvero il tempo. L'Effetto Cantillon non è solo un modo per canalizzare potere d'acquisto da chi riceve per ultimo o non riceve affatto la valuta creata ex novo a chi la riceve per primo, è fondamentalmente un modo per rubare tempo ed energia. È questo lo scopo dei pianificatori centrali quando interferiscono con il flusso d'informazioni in un'economia. I vari giri di quantitative easing, ad esempio, non erano mera stampa di denaro, bensì un modo attraverso il quale acquistare tempo a scapito del resto dell'economia. Per cosa? Trovare un modo per far perdurare questo status quo. Perché? Perché a lungo andare questa architettura della società sgretola e sfilaccia il tessuto industriale il quale deve impiegare sempre più tempo e risorse per creare quello che in precedenza, in un mercato non ostacolato, creava in tempo minore e con minori risorse. Detto in modo semplice, il processo di efficienza del tempo e della scarsità viene danneggiato a scapito di porzioni crescenti della società. Ricordate, quindi, più si chiedono soldi a pioggia, più si chiede un furto del proprio tempo.

E prima o poi tale devastazione arriva anche ai piani alti. È inevitabile, è la natura della pianificazione centrale: Legge dei Rendimenti Marginali Decrescenti, ovvero, l'incremento delle misure distorcenti è proporzionale alla misallocation di tempo/risorse scarse all'interno dei settori industriali e produttivi. La manifestazione "fisica" di ciò è l'inflazione dei prezzi. È la conseguenza inevitabile del peccato originale commesso nel 1936 quando venne giustificata accademicamente questa pratica mediante la Teoria Generale di Keynes. Quel libro serviva solo a questo scopo: spacciare l'illusione che fosse possibile negare la Legge di Say. Le leggi economiche, per quanto possano essere aggirate, non possono essere violate; senza contare che suddetto aggiramento richiede un prezzo da pagare. E tale prezzo lo pagano dapprima chi subisce gli effetti della pianificazione centrale e successivamente anche coloro che ne fanno parte. Ecco perché è spuntata fuori l'idea del Grande Reset, il quale prevede l'introduzione di un "nuovo feudalesimo": l'accettazione che è legittimo che qualcuno derubi gli individui del proprio tempo. Un periodo intermedio affinché i pianificatori centrali possano riciclarsi in un nuovo sistema e al cui apice ci siano sempre loro nonostante i fallimenti del passato.

Tanto più diffusa è l'ignoranza di questi temi e la comprensione degli stessi, maggiore sarà lo spazio di manovra che avranno i pianificatori centrali per perorare la loro causa. Ecco quindi che se non vi occupate dell'economia, sarà l'economia a occuparsi di voi.


INFLAZIONE: CUI PRODEST?

Per sviare l'attenzione su quanto sia grave il furto attraverso l'inflazione, la statistica e la ponderazione dei prezzi attraverso un aggregato generalizzato mascherano abilmente la realtà delle cose. In questo modo le "prove" si perdono in una mare magnum di dati e numeri nonostante la percezione delle persone sia quella di un impoverimento sistematico e continuo. Ad esempio, l'attuale metodologia IPC non include i prezzi delle case e circa 1/4 del suo calcolo è rappresentato dall'OER, ovvero un inutile sondaggio tra i consumatori. A dicembre 2021 i prezzi delle case erano saliti del 20% da inizio anno, mentre gli affitti del 17%. E l'OER? 3,5%. Se invece di inutili sondaggi fossero stati riportati i prezzi pagati effettivamente dalle persone, lo scorso fine anno l'IPC negli USA sarebbe stato del 40% più alto. Inoltre l'IPC è una misura che tiene conto delle variazioni delle preferenze dei consumatori e delle relative sostituzioni dovute alle variazioni dei prezzi relativi. Questo è l'effetto di sostituzione: se il prezzo di qualcosa aumenta, i consumatori ne compreranno naturalmente meno e lo sostituiranno con qualcos'altro. Quindi gli statistici sostengono che se i consumatori non stanno più acquistando le cose più costose, non c'è motivo per includerle nel calcolo dell'IPC. Inutile dirlo, il costo della vita viene abbassato artificialmente.

Poi c'è l'edonica, un metodo di aggiustamento dei prezzi usato ogni volta che le caratteristiche dei prodotti inclusi nell'IPC cambiano a seconda dell'innovazione o dell'introduzione di prodotti completamente nuovi. Ad esempio, se i prezzi di un certo prodotto salgono del 10%, ma (secondo gli statistici) quel prodotto è migliore del 20% rispetto a quello che il consumatore era solito acquistare, il prezzo non sale quindi del 10% ma scende del 10%, perché il consumatore consuma il 20% in più (o il prodotto è migliore del 20%) e paga solo il 10% in più. Questo ragionamento non ha senso: solo perché un prodotto è migliore non significa necessariamente che offra un'esperienza migliore al consumatore (che paga per questi miglioramenti indipendentemente dal fatto che li utilizzi o no). Inoltre anche quando i prodotti migliorano e i prezzi salgono, non è perché sono migliorati, ma perché l'inflazione li fa salire. In un'economia senza interventi statali (es. tasse, spesa pubblica, burocrazia) i prezzi tenderebbero a scendere e, allo stesso tempo, la qualità dei prodotti aumenterebbe, poiché ci sarebbero molti più investimenti in produttività. In molti casi, poi, la qualità di alcuni prodotti e servizi diminuisce e non vi è alcun aggiustamento corrispondente nell'IPC. E come non menzionare quelle aziende che, pur mantenendo invariati i prezzi, iniziano a sostituire materiali più costosi e migliori con materiali più economici e di qualità inferiore (shrinkinflation)?

Infine c'è il trucco più becero di tutti: il cambiamento dei pesi all'interno del paniere. Infatti lo scorso gennaio, coem accade ogni inizio d'anno, il BLS ha modificato la ponderazione dei componenti IPC (principalmente cibo, veicoli ed energia): se a dicembre 2021 il "cibo" rappresentava il 13,99% dell'IPC, adesso avrebbe rappresentato il 13,37% nonostante gli aumenti su tutta la linea; la ponderazione di "veicoli nuovi" e "auto e camion usati" erano rispettivamente del 3,88% e del 3,42% a dicembre 2021, poi sono stati cambiati rispettivamente a 4,1% e 4,14% perché nonostante i prezzi siano alti si è proiettata una fine delle carenze di chip nel settore automobilistico e quindi un probabile calo dei prezzi; poi c'è il summenzionato OER che, con un peso del 24,25% nell'indice, faceva registrare una variazione dal 3,8% a dicembre 2021 al 4,08% a gennaio 2022, nonostante questo valore fosse molto inferiore al 10,1% di aumenti degli affitti a dicembre 2021 rispetto a dicembre 2020; e infine c'è l'energia che da una ponderazione nell'indice IPC di 7,5% a dicembre 2021 è passata a 7,3% a gennaio 2022 nonostante i prezzi siano in marcata salita.

Cui prodest? Lo stato. Gran parte della popolazione ama il welfare state ma sarebbe molto meno popolare se si conoscesse il suo costo reale. La maggior parte della spesa pubblica non è finanziata dalle tasse, ma dal debito e/o dall'inflazione (aumento dell'offerta di moneta); e gli elettori non capiscono chi paga alla fine. Attraverso l'inflazione lo stato nasconde il costo dei suoi programmi popolari e ottiene più voti. Poi c'è il PIL, spesso utilizzato per dire che le politiche economiche statali. In verità maggiore è la stampa di denaro, maggiore saranno i numeri del PIL, il quale non è altro che un tracker della penetrazione del denaro creato ex novo nell'economia più ampia. Come scordarci del sistema pensionistico? Ogni anno i pagamenti vengono aggiustati in base all'IPC e dal momento che la previdenza sociale è al verde, un modo per ridurre i pagamenti consiste nel ridurre artificialmente l'IPC in modo che gli aggiustamenti annuali siano inferiori. Inoltre truccare la statistica dell'IPC permette allo stato di incamerare più tasse, visto che molte di esse sono indicizzate all'IPC. Se guadagnate $1000 al mese e pagate un'imposta sul reddito del 15%, e i redditi fino a $900 sono esenti da tasse, un IPC del 10% significherebbe niente tasse da pagare. Ma se quel numero viene abbassato artificialmente fino al 5%, il vostro reddito in termini reali sarebbe di $950, quindi addio esenzione. Inoltre con un IPC manipolato al ribasso lo stato prende due piccioni con una fava: sgonfia in termini reali il peso del suo debito e paga meno interessi su di esso.

Inutile sottolinearlo, urge far riferimento a una statistica sui prezzi che sia quanto più in linea con la realtà e grazie al mondo delle criptovalute già esiste.


DEFLAZIONE: CUI PRODEST?

Dall'altro lato dello spettro esiste il fenomeno opposto, demonizzato e disprezzato sia dagli economisti mainstream sia dagli statistici. L'inflazione, come visto nella sezione precedente, è vantaggiosa per i mutuatari, poiché rimborsano i prestiti in una valuta con un potere d'acquisto inferiore rispetto a quando hanno preso il prestito; è ancor più vantaggiosa per lo stato, poiché può espandere l'offerta di denaro per ripagare il proprio debito e nel frattempo crea un apparente boom che alla fine sarà spazzato via da una recessione. Inutile dirlo, la deflazione viene quindi inquadrata in un processo di crisi e nell'immaginario collettivo assume il ruolo di evento spiacevole e doloroso, mentre invece la cattiva notizia dovrebbe essere l'avvio di un boom artificiale insostenibile che per forza di cose deve portare ad un periodo recessivo e di pulizia. I pianificatori centrali credono di agire avendo tutta la conoscenza del mondo e nell'avviare presuntuosamente un boom, spalancano le porte ad un inevitabile bust futuro il cui compito sarà togliere tutte quelle deviazioni inutili lungo l'autostrada del denaro. Ma concentriamoci invece su un ambiente deflazionistico, uno che non emerge a seguito di un boom insostenibile bensì dal libero fluire delle informazioni economiche.

Ci viene detto che sarebbe un male per due ragioni. La prima: "Prezzi bassi per i beni, pochi introiti". Il potere d'acquisto della valuta tende ad aumentare, quindi, anche se gli imprenditori ottengono meno soldi (a livello nominale) di quanto costano i loro prodotti, in termini reali realizzeranno comunque un profitto. Inoltre in un'economia deflazionistica scendono anche i prezzi degli input utilizzati nella struttura della produzione. Ma il punto cruciale è proprio perché i prezzi si abbassano che i consumatori acquistano più prodotti e servizi (senza indebitarsi) e le aziende guadagnano di più grazie alla riduzione dei costi. L'errore che commettono coloro che disprezzano la deflazione è questo: invertono i rapporti di causa/effetto partendo dal denaro e non dalla Legge di Say. E questo ci porta direttamente alla seconda: "I consumatori posticiperanno indefinitamente il consumo". Nessuno si lascia morire di fame o non acquista i medicinali perché un anno dopo costeranno di meno. Anzi, in realtà è il proprio contrario! Quando il bene/servizio è costoso i consumatori rimandano il consumo. Inoltre le persone tendono ad avere un'elevata preferenza temporale, quindi vogliono soddisfare i loro bisogni nel presente, non nel futuro, e se possono permettersi di comprare quello che vogliono, non esiteranno. Pertanto la deflazione ha diversi vantaggi, non solo per i consumatori, ma anche per gli imprenditori. Un'economia deflazionistica rende le industrie più redditizie e più efficienti, le quali sforneranno beni e servizi migliori e meno costosi.

Non dimentichiamoci una cosa: in un'economia deflazionistica i consumatori tenderebbero ad acquistare beni e servizi in contanti piuttosto che indebitarsi. Questo non solo potenzierebbe la privacy di ognuno, ma significherebbe meno denaro destinato al pagamento degli interessi per il consumo. Cisarebbe una spirale positiva: incentivo al risparmio, maggiori investimenti, maggiore produttività, beni e servizi più economici e migliori, maggiori profitti, maggiori incentivi per gli investimenti. E questo ciclo benefico sarebbe l'annientamento definitivo delle cosiddette società zombi, le quali non fanno altro che sprecare il bacino della ricchezza reale grazie alla facilità con cui possono indebitarsi nell'attuale ambiente inflattivo. Le aziende inefficienti verrebbero quindi eliminate, lasciando risorse a disposizione di aziende potenzialmente più efficienti e minimizzando lo spreco di risorse in sviluppi non sostenibili.

Inoltre un'economia deflazionistica genererebbe una maggiore diversificazione di beni e servizi, poiché la concorrenza spingerebbe verso un miglioramento della qualità dei prodotti visto che un semplice abbassamento dei prezzi nel lungo termine sarebbe un gancio non sufficiente per attirare nuovi clienti. Le aziende dovrebbero investire nella diversificazione dei beni per offrire ai consumatori più opzioni, soddisfare richieste sempre più specifiche e raggiungere un ventaglio più ampio di consumatori.

Ovviamente esistono anche riscontri storici a supporto di queste teorie. Un esempio di deflazione lo ritroviamo negli Stati Uniti del diciannovesimo secolo: tra il 1800 e il 1900, l'indice dei prezzi è sceso del 50 per cento (da 150 a 100) e “nonostante” ciò tal periodo fu caratterizzato da una grande crescita economica (aumento della produttività delle industrie e calo dei prezzi). È proprio ciò che accade in un'economia deflazionistica (o, in questo caso, tendente alla deflazione) e non dimentichiamoci che dal 1815 al 1914 gli Stati Uniti avevano un gold standard. In suddetto secolo ci furono anche episodi inflazionistici importanti, soprattutto durante la guerra civile americana con l'istituzione del National Banking Act, ma i periodi recessivi successivi durarono poco, poiché l'economia era in grado di riallocare le risorse in modo efficiente.

Anche Singapore è un buon esempio. A partire dal 1981 la Monetary Authority of Singapore, ovvero la banca centrale di Singapore, iniziò ad interferire solo sul tasso di cambio controllando il valore del dollaro di Singapore (SGD) rispetto a un paniere composto dalle valute delle principali economie mondiali, aumentando e riducendo la base monetaria di conseguenza. L'obiettivo era avere una valuta che si apprezzasse continuamente rispetto alle altre. Il tasso d'interesse di riferimento era quindi in gran parte determinato dal mercato e gli investimenti tendevano a essere più sostenibili nel medio e lungo termine (finanziati dal risparmio). Ciò contribuì a una crescita economica sostenibile, con recessioni meno intense: tra il 1982 e il 2005 l'SGD è stata la valuta che ha perso meno potere d'acquisto nel mondo, superando addirittura il franco svizzero.

Oltre alla politica monetaria della banca centrale di Singapore sopra descritta, il Paese in generale adottò una linea di politica che aumentasse la libertà economica: ascesa di società private molto competitive nel mercato globale, un elevato tenore di vita, bassa spesa pubblica, bassa tassazione, burocrazia quasi inesistente e poche normative.

Cui prodest? La deflazione è solo un male per lo stato. In un'economia deflazionistica esso non può tassare indirettamente tramite l'inflazione e non può utilizzare la politica monetaria per rilanciare artificialmente l'economia e ottenere voti prima che ci sia l'inevitabile recessione. I consumatori (soprattutto i più poveri) e gli imprenditori sono quelli che beneficiano dalla deflazione (prezzi più bassi e margini di profitto maggiori).


CAMBIAMENTI EPOCALI

Una volta compreso cos'è il denaro, e quindi, le forze economiche in gioco in base a come viene manipolato, otteniamo un quadro generale molto più chiaro su cosa va a beneficio della popolazione in generale e quello che va a scapito di essa ma a vantaggio di un gruppo ristretto d'individui. Inflazionismo e deflazionismo sono due forze in gioco in questo contesto tanto quanto il Grande Reset e il Grande Default, dove il primo rappresenta una demolizione controllata dell'attuale status quo socio-economico attraverso un comando/controllo capillare incalzante, mentre il secondo rappresenta una risposta naturale dell'ambiente economico nel suo complesso ad ogni tentativo di pianificazione centrale dell'economia. Una di queste risposte, ad esempio, è stata la recente decisione russa di far tornare protagonista l'oro in ambito monetario. Come scritto nella sezione precedente, questo tipo di asset ha alimentato una sana deflazione dei prezzi in periodi storici ricchi di prosperità per quei Paesi che l'avevano adottato come standard monetario. In sintesi, una moneta onesta incentiva un'economia onesta; e questo vale anche per Bitcoin, tra le altre cose.

Per il momento la Russia ha solo minacciato di reintrodurre uno standard monetario basato sull'oro a livello internazionale (visto che per il momento è maggiormento sentito solo all'interno del Paese). Ma questa sola decisione, oltre ai pagamenti per le materie prime energetiche impostati esclusivamente in rubli, sta fornendo stabilità ai tassi di cambio. Quindi la cricca di Davos ha fallito nel destabilizzare il Paese a livello di mercati dei capitali, mentre invece è finita sotto il fuoco incrociato sia delle decisione russe sull'oro sia diquelle statunitensi riguardo la politica monetaria. Come scritto in precedenza, la cricca di Davos ha infiltrato i vari governi del mondo, non li controlla direttamente, quindi non tutte le branche di questi ultimi indossano la casacca del Grande Reset. Ci sono alcuni "elementi sovversivi" che hanno altri interessi e vogliono preservarli. Per la popolazione in generale questi possono essere alleati temporanei, al limite, ma non benefattori o salvatori. Di conseguenza trattarli come tali significa posizionarsi meglio rispetto al resto delle persone ignare e operare scelte molto più informate. Tra questi "elementi sovversivi" c'è ad esempio la Federal Reserve la quale, da quando Powell è diventato presesidente ed è stato riconfermato, è iniziata una battaglia all'interno della banca centrale per distaccarsi dalla politica monetaria europea. Lui è un uomo di Wall Street e come tale fa riferimento al sistema bancario commerciale statunitense, il quale sarebbe miancciato, e non poco, dall'introduzione di una CBDC come vuole il piano della cricca di Davos. Questo piano ha come primum movens la distruzione la scalata della società statunitense, ultimo baluardo di ciò che rassomiglia ad una società libera. Il federalismo a livello statale ha salvato gli USA dalla follia scatenata con l'isteria per il virus e suddetto federalismo era un obiettivo del piano della cricca di Davos, come lo smantellamento del potere del sistema bancario commerciale statuninse che a livello locale ha un ascendente significativo.

Per questo motivo una priorità di Powell adesso è quella di sganciare la creazione di nuovi dollari dal sistema Eurodollaro, il quale è stato per molto tempo il catalizzatore della creazione di liquidità e un mezzo attraverso il quale salvare indirettamente l'Europa nei momenti di stress economico ben prima che intervenisse direttamente la BCE.

Ed è qui che penso che la transizione LIBOR/SOFR svolgerà un ruolo importante. Prima di tutto, cos'è il tasso SOFR? È il sostituto statunitense del LIBOR. Il tasso SOFR è guidato dai mercati monetari statunitensi con la quotazione giornaliera impostata dai dati reali delle banche statunitensi. Il LIBOR, invece, era un tasso fissato da 17 banche estere e 1 banca statunitense (la divisione londinese di JP Morgan Chase), non guidato dal mercato ma raggiunto per consenso. Indipendentemente da ciò, rappresenta l'attività all'interno del sistema bancario di Londra e dell'Europa, non degli Stati Uniti. Per decenni il LIBOR è stato il meccanismo mediante il quale la City di Londra e l'Europa controllavano il flusso di dollari in entrata e in uscita dal loro sistema bancario. Non c'è da stupirsi che la FED non avesse un vero controllo. In linea di massima, quando la FED rialza i tassi e provoca un drenaggio del sistema eurodollaro, oltre ad esercitare pressioni al rialzo sul LIBOR, se le banche europee sono più esposte a un aumento del costo del dollaro, il LIBOR sale più velocemente di quanto la FED rialzi i tassi.

Nei cicli passati, prima del tasso SOFR, tutto il debito statunitense era indicizzato al LIBOR, quindi non importava se la FED rialzava i tassi di un infinitesimo, i mutui e linee di credito esplodevano con il LIBOR anche se non c'era stress sottostante nei mercati statunitensi. Ora, nel 2022, con tutto il debito statunitense indicizzato al tasso SOFR, quando la FED rialza e rialzerà i tassi, il debito statunitense salirà in linea con esso piuttosto che con il LIBOR. In breve, il tasso SOFR spezza il legame dove i problemi dell'Europa o di Londra attraversavano l'oceano e diventavano i problemi anche degli USA.

Questo è un chiaro messaggio delle banche commerciali statunitensi che urlano a gran voce di aver smesso di finanziare la valanga di debiti europea. L'Europa, dall'altra parte, non può più contare sul controllo del LIBOR per ottenere i dollari di cui ha bisogno né da un Congresso compiacente né da una FED intrappolata. Inoltre, se davvero iniziate a riflettere secondo queste linee, sempre in termini generali, l'Europa finisce tra l'incudine del nuovo tasso SOFR e il martello del nuovo sistema di prezzaggio delle materie prime voluto dalla Russia.


CONCLUSIONE

L'iperfinanziarizzazione delle commodity ha oscurato la Legge di Say, facendo credere che fosse possibile perorare il mantra "qualcosa in cambio di niente". I beni reali sono stati sempre più scambiati per pezzi di carta in rapido deterioramento, creando un gap nella struttura di produzione. L'ampiezza di tale gap è proporzionale all'ampiezza che raggiungerà l'inflazione dei prezzi man mano che questa stortura artificiale del tessuto industriale, alimentata dalla stampa monetaria fiat, continuerà a perdurare. Prima si ammette l'errore e si torna a fare affari reciprocamente vantaggiosi, prima l'inflazione dei prezzi si attenuerà. In questo contesto capire cos'è davvero il denaro è cruciale, soprattutto le connessioni che esso sviluppa all'interno dell'ambiente di mercato, in questo modo è possibile tracciare tutti i punti toccati dal furto sistematico messo in piedi dallo stato e dai pianificatori centrali.

La contrazione deliberata di risparmi e libertà in Occidente equivale a introdurre un nuovo feudalesimo, calibrato per alimentare un comando/controllo capillare e operare una transizione della società verso un nuovo status quo analogo, però, al precedente. Evadere da questa schiavitù programmata sotto il vessillo dell'apparato statale è imeprativo, altrimenti ciò che attende l'Occidente è un periodo di barbarie indefinito. Sebbene i piani presumibilmente ben congengati da parte delle autorità pianificatrici centrali finiscono sempre per fallire, non ci può adagiare su tali allori perché, come ci ricorda la Scuola Austriaca, il tempo è fondamentale e perderlo significa sprecare risorse preziose (in questo caso preziosissime). Scegliere di usare Bitcoin è un primo passo per acquisire una mentalità di emancipazione dalla schiavitù, permettendo ai singoli individui di tornare a capire cos'è il denaro e perché è fondamentale avere un asset decentralizzato/incorruttibile per impedire i furti di tempo attraverso l'Effetto Cantillon.

Se il denaro fiat e, di conseguenza le leggi fiat, sono state l'arma attraverso la quale i banditi facenti parte di quel gruppo noto come pianificatori centrali hanno compiuto il più grande assalto alla diligenza della storia, il denaro sano ed onesto (oro e Bitcoin) è la più grande e inespugnabile difesa contro di esso.


1 commento:

  1. La cricca di Davos è un contingente di persone credenti nel Grande Reset che ha radici nel Deep State statunitense, inglese e soprattutto europeo. Sono consapevoli delle leggi economiche e della loro apoditticità (il keynesismo è sempre stata una giustificazione per i boccaloni), in particolar modo della Legge dei rendimenti decrescenti che sin dal 2009 ha caratterizzato ogni giro di QE e salvataggio statale. Questo è un male anche per i grandi capitali, perché i ritorni sugli investimenti si sono assottigliati sempre di più all'aumento degli interventi delle banche centrali. Secondo la visione della cricca di Davos, quindi, urge un riassestamento dell'ordine della società occidentale secondo un controllo capillare della stessa. Per farlo è necessario sacrificare il sistema bancario commerciale e centralizzare tutto nelle mani delle banche centrali.

    Quelli che non accettano, in realtà, è il capitalismo nato sulla scia della Rivoluzione industriale, il quale ha permesso, attraverso la diffusione virulenta di accordi reciprocamente vantaggiosi (win-win), di creare un bacino della ricchezza reale senza precedenti. All'improvviso le informazioni che in qualche modo potevano essere in precedenza concentrate, sono sfuggite di mano. Ci sono volute due guerre mondiali e ulteriori interventi centrali per riportarle quanto più possibile in gabbia e ad appannaggio di un sistema top-down, ma questo ha significato altresì un passaggio da accordi parzialmente vantaggiosi (win-lose) ad accordi reciprocamente svantaggiosi (lose-lose).

    Il loro delirio di onnipotenza, come accade in ogni schema Ponzi, li ha portati a pensare che è possibile tornare ad accordi "win-lose" in un nuovo sistema. Questa presunzione necessita di enorme energia per essere attuata; questa presunzione necessita di enorme controllo per essere attuata. Gli individui hanno assaggiato il capitalismo e non vi rinunceranno, soprattutto quando hanno a loro disposizione uno strumento come Bitcoin in grado di offrire un bilanciamento contrario delle forze centralizzanti attualmente in gioco. Più dispotica e distopica diventerà la società, più la proposta di valore di Bitcoin crescerà.

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