Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/i-nazisti-ci-insegnano-come-sconfiggerli)
Il compianto Peter Drucker è considerato il padre della moderna teoria del management. Nato a Vienna, fu un giovane docente all'Università di Francoforte agli inizi del regime di Hitler. Nel suo libro Adventures of a Bystander (riportato in Life in the Third Reich), Drucker racconta la prima riunione di facoltà controllata dai nazisti all'Università di Francoforte, avvenuta poco dopo l'ascesa al potere di Hitler nel 1933.
Ne delinea il contesto: “Francoforte aveva una facoltà scientifica distinta sia per la sua erudizione, sia per le sue convinzioni liberali; tra gli scienziati di Francoforte spiccava un biochimico-fisiologo del calibro di un premio Nobel e dalle impeccabili credenziali liberali”.
Il commissario nazista non perse tempo e prese in mano la situazione: “Agli ebrei sarebbe stato proibito l'ingresso nei locali dell'università e sarebbero stati licenziati senza stipendio il 15 marzo”.
“Nonostante il forte antisemitismo dei nazisti”, la facoltà non se l'aspettava.
Seguirono volgarità e minacce, mentre il commissario “puntava il dito contro un capo dipartimento dopo l'altro e diceva: ‘O fate quello che vi dico, o vi metteremo in un campo di concentramento’”.
Il silenzio calò nella sala, tutti attendevano che l'illustre scienziato e “grande liberale” prendesse la parola. Egli si alzò e disse: “Molto interessante, signor Commissario, e per certi versi molto illuminante: ma c'è un punto che non ho capito tanto bene. Ci saranno più fondi per la ricerca in fisiologia?”
I docenti furono facilmente comprati, con “il commissario che assicurava agli studiosi che ci sarebbero stati molti soldi per la ‘scienza razzialmente pura’”. I docenti non opposero resistenza (chiunque abbia trascorso del tempo nel mondo accademico non dovrebbe sorprendersene).
Alcuni uomini coraggiosi “uscirono con i loro colleghi ebrei, ma la maggior parte si mantenne a distanza di sicurezza da essi che solo poche ore prima erano stati loro amici intimi”.
Sotto shock, Drucker decise di lasciare la Germania entro 48 ore, cosa che fece.
Eventi simili si verificarono in tutta la Germania. Nel suo libro, Hitler's True Believers, Robert Gellately spiega che prima del 1933 il nazionalsocialismo aveva già messo radici nelle università.
Poco dopo che Peter Drucker lasciò la Germania nazista, scrisse Gellately: “All'illustre fisico Max Planck fu chiesto se gli sarebbe piaciuto partecipare a un incontro per discutere del trattamento dei professori ebrei”. Planck rispose docilmente che “se trenta professori avessero fatto ciò, ci sarebbero state [secondo le parole di Planck] ‘150 persone pronte a dichiarare la loro solidarietà a Hitler domani, perché vogliono avere quei posti’” (Planck non era ebreo).
Gellately concluse: “Nel suo silenzio il corpo docente dell'establishment potrebbe essere visto come prossimo alla complicità”.
La rovina delle loro vite fu il prezzo che i professori tedeschi pagarono per ottenere benefici a breve termine.
Invidia e avidità – il desiderio di ottenere qualcosa in cambio di niente – sono emozioni umane comuni. In Law, Legislation and Liberty, Volume 3, F. A. Hayek spiegò: “La morale che sostiene la società aperta non serve a gratificare le emozioni umane. La civiltà si basa in gran parte sul fatto che gli individui hanno imparato a frenare i propri desideri per oggetti particolari e a sottomettersi a regole di condotta giusta generalmente riconosciute”.
Non furono solo gli accademici a fare la fila per ricoprire i posti occupati dagli ebrei. Gellately riferì che “i medici si affrettarono ad aderire al Partito Nazista” perché “desideravano ardentemente i posti dei medici ebrei”.
Nel suo libro, The Third Reich: A History of Nazi Germany, Thomas Childers scrisse: “Tutti i ‘non ariani’ [furono] immediatamente licenziati dalla pubblica amministrazione nazionale, statale e municipale. Agli ebrei non fu più permesso di ricoprire la carica di insegnanti, professori universitari, giudici, o di svolgere qualsiasi altro incarico governativo”.
In breve, prima di assassinare gli ebrei, la Germania nazista aveva avviato un programma proto-DEI per gli “ariani”.
Oggi l'Università di Harvard, accusata di tollerare attività antisemite, ha una popolazione studentesca ebraica inferiore al 5%. Negli anni '70 fino al 25% degli studenti di Harvard era ebreo. I moderni programmi DEI “progressisti” hanno un obiettivo simile a quello dei programmi DEI nazisti: ridurre o eliminare la rappresentanza ebraica e bianca da istituzioni e aziende.
Secondo The Years of Extermination di Saul Friedländer, i decreti nazisti non andavano molto oltre quello che era l'accettazione pubblica. Venivano tenuti da conto i sentimenti del popolo e di entità influenti, come la Chiesa e l'industria:
Nessun gruppo sociale, nessuna comunità religiosa, nessuna istituzione accademica o associazione professionale in Germania e in tutta Europa dichiarò la propria solidarietà agli ebrei [...] molti gruppi di potere erano direttamente coinvolti nella loro espropriazione e desideravano, anche per avidità, la loro scomparsa totale.
Purtroppo, concluse Friedländer:
Le politiche naziste e antiebraiche ad esse collegate hanno potuto raggiungere i loro livelli più estremi senza l'interferenza di importanti interessi contrapposti.
Affinché l'antisemitismo raggiunga le sue conseguenze più dannose, è necessaria la coercizione da parte dello stato.
Childers racconta la storia del boicottaggio delle attività commerciali ebraiche, sostenuto dallo stato, del 1° aprile 1933:
Le truppe d'assalto si appostavano davanti a negozi, grandi magazzini e studi professionali ebraici, minacciando chiunque volesse entrare. Portavano cartelli antisemiti e scarabocchiavano slogan sulle vetrine dei negozi.
“Tedeschi, difendetevi. Non comprate dagli ebrei”, era uno degli slogan.
I nazisti, tuttavia, non furono soddisfatti della risposta pubblica al boicottaggio: “Molti clienti ignorarono il boicottaggio, sfiorando i picchetti delle SA per fare acquisti in negozi e grandi magazzini ebraici”. Peggio ancora per i nazisti, “alcuni acquirenti avevano persino tentato di entrare con la forza in un negozio ebraico”, e altri “clienti si erano affrettati ad acquistare merce da negozi ebrei giorni prima del boicottaggio”.
Il giorno dopo il boicottaggio fu annullato; i nazisti attesero per attuare azioni più estreme.
Childers riferì anche che nel 1933 i tedeschi “andavano ancora a trovare i loro medici e avvocati ebrei”. Non molto tempo dopo, nuovi editti consentirono ai medici ebrei di curare solo altri ebrei, una situazione che li spinse a fuggire dalla Germania o, in ultima analisi, a essere assassinati nei campi di concentramento.
All'inizio i legami commerciali si dimostrarono più forti dell'odio nazista, ciononostante quest'ultimo lavorò instancabilmente per eliminare i legami commerciali, da cui dipendono le nostre vite.
Nel suo libro, An Enquiry Concerning the Principles of Morals, David Hume scrisse: “Si è spesso affermato che, poiché ogni uomo ha un forte legame con la società e percepisce l'impossibilità della sua sussistenza solitaria, diventa, per questo motivo, favorevole a tutte quelle abitudini o principi che promuovono l'ordine nella società”.
Hume definì tale ordine una “benedizione inestimabile” che deve essere mantenuta attraverso “la pratica della giustizia e dell’umanità, grazie alle quali soltanto la confederazione sociale può essere mantenuta e ogni uomo può raccogliere i frutti della reciproca protezione e assistenza”.
Nel suo A Treatise on Human Nature, Hume spiegò: “Le passioni [le emozioni umane] sono così contagiose che passano con la massima facilità da una persona all’altra”.
Si può sostenere che una delle passioni umane alla base della disgregazione sociale sia l'insaziabile desiderio di liberarsi dalla necessità. In The Road to Serfdom, Hayek descrive questo desiderio come un anelito di “liberazione dalla costrizione delle circostanze che inevitabilmente limitano la gamma di scelta di tutti noi”.
La nostra scelta è sostenere i politici che promettono l'impossibile libertà dalla scarsità, o coloro che promettono la libertà dalla coercizione, che invece è possibile. La libertà dalla coercizione comporta tutte le scelte e le responsabilità che ci assumiamo in una forma di governo liberale.
La libertà elimina il potere coercitivo dello stato di “soddisfare i nostri desideri”, come scrisse Hayek in The Constitution of Liberty. La natura umana induce alcuni a ricorrere a mezzi illiberali per ottenere ciò che desiderano. La libertà, la libertà dalla coercizione, offre la soluzione più efficace alla pericolosa escalation dell'antisemitismo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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